La fobia dei piccioni

La storia di Maria che sconfigge la sua paralizzante paura dei piccioni.

Pubblicato il   / Ansia e Depressione
fobia dei piccioni

Viene al mio studio Maria, una signora sui 50 anni che mi confessa subito la sua paura più grande: i piccioni. Una paura che la accompagna da una vita ma con la quale ha imparato a convivere, infatti Maria è diventata molto brava ad evitare l’incontro con i temuti animali, stando alla larga dalle zone della città dove sapeva li avrebbe incontrati. Adesso questo non è più possibile perché essendosi trasferita in centro-città per lavoro, deve attraversare tutti i giorni una piazza dove sa che l’incontro sarà inevitabile. “Ho capito che è arrivato il momento di fare qualcosa per vivere meglio e non stare così male ogni volta, ho letto a proposito della Terapia Strategica e voglio provare a risolvere”

Ci sono tante paure quante se ne possono immaginare; c’è chi ha paura di alcuni animali come i cani, i gatti, i volatili, gli insetti, i ragni, le lucertole, ecc… c’è invece chi ha paura di alcune situazioni specifiche come degli spazi chiusi come l’ascensore, chi ha paura di prendere l’aereo, chi di guidare in autostrada, ecc… “lei è in buona compagnia!” sorride.

Comincio ad indagare quello che la signora sta mettendo in atto per affrontare la situazione e trovo una serie di Tentate Soluzioni che Maria ha messo in atto per cercare di risolvere il problema ma che in realtà hanno contribuito a complicarlo.

Solitamente chi ha questo tipo di paura per evitare di trovarsi faccia a faccia con il nemico farebbe di tutto. La prima cosa che viene da fare è stare alla larga da tutte le zone frequentate dai piccioni, a costo di allungare la strada di chilometri, o di rinunciare ad andare in molti posti.

L’altra apparente soluzione al problema è farsi accompagnare da una persona di fiducia che ci fa sentire tranquilli. In realtà entrambi questi comportamenti se ripetuti nel tempo non fanno che accrescere la mia paura e confermare il mio senso di incapacità, è come se dicessi continuamente a me stesso “non puoi andare lì e non puoi andarci da solo perché non sei in grado di farcela!”

Un altro tentativo di soluzione è parlare spesso del problema ad amici e familiari, in questo modo anche se lì per lì mi sentirò accolto e compreso, in realtà più parlo della mia paura più la accresco e la rendo vera, un po’ come mettere un fertilizzante speciale sotto una pianta che da un bonsai diventa un baobab.

Come avviene spesso nei casi di fobie la paziente ha messo in atto tutti questi comportamenti che hanno aumentato a dismisura la sua paura tanto che adesso mi descrive il problema come invalidante: “non riesco ad uscire di casa tranquilla, sono sempre allerta e pronta a scattare se vedo il minimo movimento nell’aria. Ogni volta che arriva anche un solo uccello, se è lontano aspetto che vada via, se si avvicina mi comincio a sentire male, il cuore mi va a mille, comincio a respirare male, la paura mi assale, scappo a gambe levate senza neanche riuscire a pensare a quello che sto facendo. Penso solo –devo andar via, devo mettermi in salvo subito!-“

Dopo averle spiegato in breve in cosa consiste la Terapia Strategica la rassicuro che ci sono decine di migliaia di casi come il suo nel mondo che sono stati risolti con questo metodo. Le spiego che questo tipo di problema si risolve piuttosto rapidamente se mi seguirà nelle indicazioni che le darò, anche se a volte possono sembrare strane.

Come prima cosa la invito ad evitare il più possibile di mettere in atto i comportamenti di cui abbiamo parlato che peggiorano il problema.

Poi le propongo di dedicare un’ora al giorno a studiare il nemico poiché prima di affrontarlo dobbiamo conoscerlo meglio. Dovrà procurarsi tutto il materiale possibile sui piccioni e documentarsi su questo curioso animale: le varie razze, i comportamenti, le abitudini… dovrà quindi diventare un’esperta in materia.

La seconda indicazione che le do è questa: dovrà tutti i giorni uscire di casa per misurare il limite che riesce a raggiungere nell’avvicinarsi al volatile, ma senza mai superare questo suo limite e senza andare in ansia. Vediamo se nel corso dei giorni questa misura cambierà o rimarrà sempre la stessa.

Un po’ impaurita dalle indicazioni accetta di provare ad eseguirle.

All’appuntamento successivo torna e con stupore afferma che, inizialmente anche solo pensare di osservare delle immagini di piccioni la spaventava a morte, ma dopo i primi giorni di “studio” la sua paura è via via scemata ed anzi ha cominciato a decantarmi tutte le nuove conoscenze sulle varie specie e sulle loro particolarità.

Inoltre nella misura del limite è riuscita ad avvicinarsi molto di più di quello che avrebbe pensato senza mai avere paura.

Mi complimento per l’ottimo inizio le raccomando però di non correre troppo perché sennò si rischia di andare fuori strada.

Continuiamo con il protocollo della Peggiore Fantasia, tecnica per eccellenza per la terapia di molte forme di fobie e paure patologiche, compreso il disturbo da attacchi di panico (per approfondimenti sulla tecnica della Peggiore Fantasia leggi l’articolo sugli attacchi di panico).

Nel corso delle sedute il limite della sua paura si riduce sempre di più, nel giro di qualche mese la signora Maria riesce ad andare al lavoro a piedi passando vicino ai temuti uccelli e in una decina di sedute mi mostra un video che la ritrae seduta in una panchina della città mentre dà da mangiare del mais agli ex-nemici piccioni.

La paura guardata in faccia diventa coraggio, la paura evitata diventa timor panico

Per approfondimenti:

  • La terapia degli attacchi di panico. Giorgio Nardone (2016) Milano: Ponte alle Grazie.
  • Non c’è notte che non veda il giorno. Giorgio Nardone (2003). Milano: Ponte alle Grazie.
  • Oltre i limiti della paura. Giorgio Nardone (2000). Milano: Ponte alle Grazie.
  • Paura, panico, fobie. Giorgio Nardone (1993). Milano: Ponte alle Grazie.