La seconda o terza ondata è più stressante della prima?

Come cambia la reazione allo stress nel tempo

Pubblicato il   / Ansia e Depressione
ondate covid

La pandemia è sicuramente un evento sociale che ci ricorderemo a lungo, scandito ormai (purtroppo) da più ondate data la sua durata nel tempo. È da un po’ di tempo che sono iniziati i confronti tra la prima e la seconda ondata, non solo sui numeri e le speranza, ma anche per quanto riguarda la nostra resistenza allo stress indotto.

Nonostante la primavera del 2020 sia stata caratterizzata da un lockdown più deciso è questo autunno, a detta di molti, ad essere il momento più stressante. Queste opinioni e sensazioni personali si allineano con quelle che in letteratura sono descritte come le “fasi dello stress”.
 

Le tre fasi dello stress

1-Allarme

Quando uno stressor (un qualunque evento o elemento che percepiamo come una sfida alle nostre capacità) entra nella nostra vita ci troviamo ad affrontare un problema: lo stress infatti è la reazione a qualcosa che crediamo ecceda le nostre possibilità di gestione. Questa insicurezza ci mette in agitazione e cerchiamo di far fronte alla sfida cercando aiuti o risorse in generale che ci permettano di uscire da questa situazione nel modo migliore: quante volte una mail dell’ultimo minuto è stata accolta con grugnito, ma piuttosto che lasciarla al giorno successivo ci siamo impegnati fino a sera per rispondere?

2-Resistenza

Ma non ci sono solo le mail!  È possibile che lo stressor non sia un episodio isolato, ma continui nel tempo per un certo periodo. Le forze che impieghiamo per farvi fronte non ci servono una tantum, ma ci devono servire per un certo periodo. Inizia la fase di resistenza durante la quale stringiamo i denti e, a volte sacrificando altre attività, cerchiamo di impiegare le nostre forze per fare fronte a questa sfida!  Quando abituiamo gli altri a delle risposte veloci le mail ad orari inopportuni aumentano e quella che era una brutta serata potrebbe moltiplicarsi inducendoci per un periodo a terminare di lavorare più tardi, erodendo il nostro meritato riposo.

3-Esaurimento

A questo punto ci troviamo ad una serie di bivi: se siamo molto fortunati lo stressor se ne va, se siamo fortunati riusciamo a trovare un nuovo equilibrio (dandoci nuove regole, oppure acquisendo risorse personali o sociali) perché la situazione stressante non accenna a diminuire. Se siamo sfortunati, lo stressor permane e non potendo gestirlo efficacemente le nostre forze ci abbandonano e gli effetti dello stress insorgono.
 

Stress e pandemia

Detto questo, lo stress che avvertiamo e l’insofferenza nei confronti della situazione non è dovuta solo alle restrizioni (che sono meno stringenti), ma piuttosto al perpetrarsi della situazione stressante. Siamo In resistenza o in esaurimento? Questo è difficile da determinare perché molto dipende da condizioni individuali. Molte persone non si sentono stressate seppure preoccupate dalla situazione. Credo, ad ogni modo, che sia il momento giusto per un bilancio, per comprendere se sia opportuno aggiungere qualche risorsa che aumenti la nostra resilienza per accompagnarci in questo ultimo pezzo di strada e che, a fine pandemia, ci regali qualcosa di utile per il futuro!