La cura delle parole: la parola in psicoterapia

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la cura delle parole

Chi sceglie la psicoterapia come strumento di cura dei propri problemi psicologici sa bene che gli aspetti salienti che usa lo specialista sono il colloquio e la relazione che si basano sull'ascolto, sulla comprensione empatica e sull'accettazione acritica dell'altro che soffre.

In questo lavoro serve grande cura e sensibilità intesa come capacità di entrare in risonanza emotiva con il paziente, saper accogliere il suo disagio, rispettarlo e prendersene in carico.

Perchè una cura delle parole? Perchè solo attraverso la narrazione, solo dalla parola può rivelarsi la storia di vita con tutte le sue sfumature emotive, cognitive e comportamentali. Dall'altra parte il paziente può attivare il vero cambiamento interiore solo se si affida, se ripone nel terapeuta fiducia e se mostra impegno, partecipazione e desiderio di ritrovare la sua serenità.

Solo se in questo incontro ci si incontra emotivamente, allora si attiverà l'alleanza terapeutica che è risultata, anche tramite diverse ricerche, avere un ruolo chiave nell'esito della terapia. In tale atmosfera emotiva ed umana, il terapeuta crea uno spazio intimo, avvolgente ed accogliente capace di far sentire il paziente accettato e apprezzato per come è.

In questo complesso e delicato lavoro, non si "parla" come spesso succede dal parrucchiere o dall'estetista che si additano, solo perchè ascoltano, il ruolo di "psicologhe" ma in terapia con persone qualificate e specializzate, attarverso il racconto si osservano quali sono i meccanismi difensivi automatici che usa la persona sofferente e quali schemi maladattivi sono in funzione.

Vorrei precisare inoltre che lo psicoterapeuta non fornisce consigli o suggerimenti su come comportarsi ma un efficace lavoro psicologico si ottiene solo quando abbiamo attivare nuove consapevolezze e nuove visioni della propria realtà interiore solo allora nel mondo esterno accadrà qualcosa di nuovo.

Lo scopo della terapia è sostenere il dolore del paziente e saper accompagnarlo nella riflessione, nel pensare e nel sentire. L'aspettativa che si possa ottenere "una risposta" in terapia e comunicarla al paziente, è molto lontana da ciò che accade nel setting terapeutico.

Si tratta di una collaborazione reciproca, di attivare la possibilità di guardare nella stessa direzione, verso la risoluzione dei sintomi, di avere una maggiore comprensione di sè perchè solo attraverso la capacità di interiorizzare un nuovo metodo, un nuovo stile, un nuovo sè che consentirà il cambiamento psichico.