Comunicare con i vostri figli è difficile?

"Parla con me": intervista al Dr. Claudio Cecchi, co autore del libro

Pubblicato il   / Genitori e figli
Comunicare con i vostri figli è difficile?

Comunicare con i vostri figli è difficile?

La redazione di PsicologiOnline ha intervistato il Dr. Claudio Cecchi, psicologo psicoterapeuta e co autore, insieme alla collega Dott.ssa Chiara Mercurio, del libro “Parla con me”, un testo che racchiude consigli, situazioni e soluzioni per un dialogo sereno tra genitori e figli.

PERCHE’ QUESTO LIBRO?

Questo libro nasce da anni di esperienza clinica e da una sempre più crescente difficoltà a comunicare con i ragazzi di oggi. Se è vero che il concetto di “famiglia” è molto cambiato negli ultimi anni, è altrettanto vero che molti genitori ancora oggi presentano le medesime difficoltà di ieri: trovare un contatto, un punto d’incontro funzionale con i propri figli. Molti papà e molte mamme faticano a capire come comportarsi in determinate situazioni, trovano spesso dei silenzi o dei muri con cui si scontrano, o possono perdere il loro status genitoriale per divenire pian-piano gli amici dei figli. Per rispondere, quindi, a tutte queste difficoltà è nato “Parla con me”. Non è da intendersi come il manuale del perfetto genitore, bensì come strumento snello e agevole per provare a correggere le nostre modalità comunicative e relazionali all’interno del sistema famiglia.

NEL LIBRO TROVIAMO ALCUNE PSICOSOLUZIONI, DI COSA SI TRATTA?

Sono dei piccoli accorgimenti che, all’interno delle varie situazioni esaminate, possono portare al miglioramento e al benessere della relazione. Forse alcune possono sembrare banalità, oppure ci possono apparire cose semplici o scontate… Ma se ci pensiamo bene, anche i nostri errori più frequenti in ambito educativo tendono ad essere sempre gli stessi, fino a divenire quasi scontati e abitudinari… Se c’è una cosa che questo libro richiama spesso alla mente è proprio l‘accortezza a non dare niente per scontato, perché tutto ha una valenza comunicativa. Imparare a padroneggiare la nostra relazione genitoriale significa divenire sempre più capaci di comunicare messaggi efficaci, in grado di sancire l’effetto desiderato.

QUAL E’ L’ERRORE COMUNICATIVO PIU’ FREQUENTE DA PARTE DI UN GENITORE?

Pensare che la comunicazione con un figlio sia ciò che gli viene detto. La stragrande maggioranza dei fraintendimenti o delle delusioni genitoriali deriva da questo, con domande al seguito quali: “Dove ho sbagliato?”, “Possibile che non capisca?”, ecc… Bisognerebbe invece considerare la comunicazione con un figlio come ciò che arriva a lui, come ciò che lui ha percepito, come ha inteso questa regola o questo messaggio. Ci aiuterebbe tutti a capire molto di più i nostri figli, nonché a far sentire loro più compresi. E non voglio mettere i figli nella condizione di “vittime incomprese”, sia ben chiaro. Tutti sappiamo che loro sono ben abili nell’aggiustare i messaggi a seconda degli obiettivi che vogliono raggiungere… Ma se consideriamo i fatti in relazione alle volte in cui abbiamo sottovalutato la valenza del nostro comunicare, forse ci sembrerà più chiaro il perché di certi fraintendimenti.

NEL LIBRO SI PARLA MOLTO DI EMOZIONI LEGATE A CERTE FORME DI COMUNICAZIONE. PERCHE’ QUESTA SCELTA?

Direi che è stata una scelta inevitabile. Non c’è contesto comunicativo, soprattutto in famiglia, in cui non si abbia a che fare con le emozioni. Alcune le possiamo riscontrare anche in ambiente di lavoro o con gli amici, figuriamoci in famiglia! Il libro tratta in particolare di come, attraverso certe nostre espressioni verbali e non, sia possibile promuovere ansia/preoccupazione, senso di colpa e rabbia. Crediamo fermamente che queste tre aree emozionali siano molto diffuse all’interno del nostro comunicare genitoriale. Pensiamo ad esempio a tutte quelle raccomandazioni preventive che lanciamo ai nostri figli poco prima che escano di casa: “Fai uno squillo quando arrivi”, “Stai attento!”, “Non parlare con gli sconosciuti!”, ecc… Cosa provocano realmente in nostro figlio? Cosa gli stiamo trasmettendo?

E QUALI SONO I PRINCIPALI ACCORGIMENTI COMUNICATIVI CHE CONSIGLIATE NEL TESTO?

Variano in relazione alla situazione e all’area emozionale considerata. Ce ne sono alcune in cui è bene parlare, sviscerare, in contrasto a certi tabù di un tempo, secondo i quali argomentare alcuni fatti era fonte di vergogna o debolezza; ce ne sono altre in cui è bene non alimentare il caso. In altre parole, direi che l’accorgimento principale consiste nel saper discriminare le cose di cui è bene parlare, da quelle su cui è bene tacere. Non si tratta di omertà o di fare come lo struzzo che tende a mettere la testa sotto la sabbia per non voler vedere il problema… Bensì di utilizzare la nostra comunicazione secondo principi e modalità in grado di gestire efficacemente lo stato emozionale sottostante. Non sempre la nostra comunicazione efficace passa per la parola.

PERCHE’ UN GENITORE DOVREBBE COMPRARE IL VOSTRO LIBRO?

Per imparare a comunicare con i suoi figli in maniera efficace, per ottenere un reale contatto con loro, per imparare a dialogare, facendoli sentire capiti senza perdere il proprio status di genitore… Credo che l’argomento sia troppo importante per essere sottovalutato. Comunicare è inevitabile, per cui ci restano solamente due possibilità: subire la nostra e l’altrui comunicazione, assumendoci la responsabilità dei messaggi emotivi che inviamo; oppure imparare a gestirla, di modo da essere attivi protagonisti della nostra relazione genitoriale.

Se desiderate saperne di più potete trovare il libro in tutte le librerie, su Amazon oppure direttamente alla casa editrice scrivendo a [email protected]
in quest'ultimo caso vi sarà inviato il libro anche con la dedica degli autori.


“PARLA CON ME”

Comunicare con i vostri figli è difficile?
Consigli, situazioni e soluzioni per un dialogo sereno

A.G.Editions

Dr. Claudio Cecchi
www.psicoarezzo.it

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