L’uomo d’affari e il pescatore: elogio alla semplicità

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L’uomo d’affari e il pescatore

Un uomo d’affari vide con fastidio che un pescatore sdraiato accanto alla propria barca fumava tranquillamente la pipa.

“Perché non stai pescando?”- gli domandò.

“Perché ho già pescato abbastanza pesce per tutto il giorno” - rispose placidamente il pescatore.

“Perché non ne peschi ancora?”

“E cosa ne farei?”

“Guadagneresti più soldi. Allora potresti avere un motore da attaccare alla barca per andare al largo e pescare più pesci. Così potresti avere più denaro per acquistare una rete di nailon, e avendo più pesca avresti più denaro. Presto avresti tanto denaro da poterti comprare due barche o addirittura una flotta. Allora potresti essere ricco come me” - disse soddisfatto l’uomo d’affari.

“E a quel punto cosa farei?” - domandò il pescatore.

“Potresti rilassarti e goderti la vita”.

“Cosa credi che stia facendo ora?” - fu la risposta.

Questo dialogo tratto da “Elogio alla Semplicità” di John Lane, oltre che mettere in luce la ricchezza dell’essenziale, ci permette di riflettere su due concetti.

Il primo è quello alla base di discipline meditative come la Mindfulness, ossia: vivi il qui ed ora. Infatti, se la mente è sempre proiettata verso il futuro, presa da un vortice insaziabile di azioni o pensieri, il rischio è quello di perdersi la ricchezza del momento presente e questo è il più grave danno che potremmo mai fare a noi stessi. Il momento presente, infatti, è l’unico realmente in nostro possesso, l’unico che effettivamente è sotto il nostro controllo e che viviamo: il passato non c’è più, il futuro ancora non lo conosciamo.

Il secondo concetto è che nella competitiva società odierna il “performare al meglio nel minor tempo” è spesso fine a se stesso, privo di reale significato se non quello di nutrire il proprio narcisismo attraverso l’ammirazione sociale. In questo senso il “fare” non mira tanto ad un obiettivo ma diventa esso stesso l’obiettivo. Un obiettivo vuoto. Apparenza con poca o, talvolta, nessuna sostanza. Così, cercando di ottenere il riconoscimento altrui e ricorrendo la stima di chi ci sta attorno, spesso capita che ci allontaniamo da noi stessi, dai nostri reali bisogni e desideri, condannandoci a quotidiane frustrazioni.