Trauma: vivere con un piede nel passato

Cosa tiene una persona che ha vissuto un trauma bloccata nel passato e com'è possibile tornare a vivere il presente?

Pubblicato il   / Psicologia e dintorni
trauma

Chi ha subito un trauma lo sa, ogni giorno combatte contro il passato per cercare di vivere il presente.

 

Rivivere il ricordo traumatico attraverso i flashback

Ogni volta l'evento traumatico viene rivissuto sotto forma di flashback. Tutta la vita da quel momento in poi è è organizzata in base ai ricordi intrusivi per proteggersi da questi: non si può sapere quando ci assaliranno e quando finiranno e questo porta la persona che li vive a rimanere in uno stato di costante allerta.

Finché non si risolve il trauma, l'ormone dello stress che il corpo secerne per proteggersi si mantiene in circolo. Siamo sempre pronti per fronteggiare la minaccia, attivati.

 

Rifugiarsi nel passato

L'ormone dello stress che accompagna il rivivere i ricordi traumatici imprime i ricordi stessi sempre più in profondità.

Gli eventi, di solito, a lungo andare perdono lentamente di consistenza. Le persone hanno difficoltà a sentirsi pienamente vive perché non comprendono cosa sta accadendo loro. Diventa difficile godersi la vita quotidiana, percepire le cose che ci rendono felici.

Non siamo qui nel presente e quindi il rifugio diventa il passato, anche se carico di dolore.

Ci si sente pienamente vivi solo rivisitando il nostro passato.

Nel momento presente sul nostro corpo prende vita l'evento traumatico di allora, ma non c'è consapevolezza tra ciò che lega quello che è accaduto in passato e quello che sperimentiamo ora nel nostro corpo.

Improvvisamente è come se fossimo trasportati fisicamente nel passato. Tutto ciò che può essere collegato all'evento traumatico, oggetti e luoghi nel presente innoqui, vengono visti come strumenti dell'orrore, una minaccia continua e tutta l'esistenza viene organizzata al fine di evitare quell'orribile minaccia.

La vita è un continuo andare e venire dal passato.

Una parte di noi continua a vivere la quotidianità, ma tutto è intorpidito, attutito. Piccoli stimoli ci riportano al presente, come il tocco di un bambino, l'aria fresca in faccia, per poi tornare il quella campana di vetro. Ogni volta che siamo chiamati dal passato non riusciamo a resistere ed è solo lì che ci sentiamo drammaticamente vivi.

L'evento che causa così dolore costituisce anche la sola fonte di significato!

 

Come è possibile uscirne e tornare a stare bene?

Il corpo ha bisogno di apprendere che il pericolo è passato e di vivere la realtà presente. Il trauma coinvolge corpo e mente.

Nel Disturbo post-traumatico da stress (PTSD) il corpo continua a difendersi da una minaccia che appartiene al passato. Guarire dal PTSD significa interrompere questa convinzione cronica di stress e ripristinare il senso di sicurezza.

L'obiettivo è riuscire a vivere il presente in condizioni di sicurezza: questo si può imparare in terapia.

Il primo passo è prendere consapevolezza delle emozioni legate al trauma, per imparare ad ascoltarsi, ovvero riuscire a percepire, identificare e dare un nome alle sensazioni che sentiamo nel corpo in modo da arrivare ad avere il controlllo sulle nostre emozioni e sensazioni corporee.

Il passo successivo è quello di osservare il legame tra queste sensazioni ed i pensieri.

Come possiamo riprendere il controllo delle nostre sensazioni ed emozioni?

Ripercorrendo il ricordo in condizioni di sicurezza. Questo ci permette di non venire sopraffatti dalle sensazioni vissute al momento del trauma che sono rimaste intrappolate nelle nostre reti cerebrali (a causa dell'intensità dell'emozione che va al di là della nostra capacità di farvi fronte), impedendone l'elaborazione.

 

Indicazioni utili che possono aiutare a stare meglio

  • Praticare regolarmente esercizi di respirazione lenta e profonda per riportare il corpo ad uno stato di rilassamento.

  • Praticare esercizi di meditazione come la Mindfulness o lo Yoga che ci permettono di entrare in contatto con la transitorietà dei sentimenti e delle percezioni.

  • Mantenere la vicinanza di persone di cui ci fidiamo e con le quali possiamo lasciarci andare

  • Partecipare ad attività di gruppo come canti corali, praticare discipline come l'aikido, kickboxing, la danza. Queste attività permettono di entrare in sintonia e condividere esperienze comuni, provando un senso comune di connessione e felicità.

 

Tutte queste pratiche hanno la loro efficacia se svolte con regolarità e affiancate ad un percorso psicoterapico.

 

 

Fonti:

  • Van Der Kolk B. (2015). Il corpo accusa il colpo. Raffaello Cortina Editore

  • Liotti G., Farina B. (2011). Sviluppi traumatici. Raffaello Cortina Editore