Maledetto amore: la dipendenza affettiva

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Maledetto amore: la dipendenza affettiva

“non posso viviere senza te, nei tuoi occhi mi perdo, sento che la nostra è un unica anima e per sempre sarà cosi, per l’ eternità; ma ora che ti ho perso per sempre, mi chiedo solo se mai riuscirò a liberami di te ed ad amare un altro, sei diventato la mia prigione, la mia maledetta maledizione, ti odio e mi chiedo se per sempre sarò costretta ad amarti”

Quando si parla di dipendenza affettiva, ci riferiamo ad una modalità relazionale diffusa, e che può presentarsi connessa a numerosi altri disturbi specie quelli d’ansia, dell’umore, d’abuso di sostanze.

Maledetto amore: la dipendenza affettiva Essere un dipendente d’amore vuol dire provare sentimenti di colpa e di inadeguatezza nei confronti del proprio partner. Vivere un 'intensa paura dell'abbandono, che si cerca di scotomizzare attraverso il prodigarsi per l’altro. Il compagno del dipendente affettivo viene idealizzato, anche quando il suo modo di comportarsi ferisce, è ingiusto, e non rispettoso. Solitamente si parla per le donne di sindrome da crocerossina, perchè queste giustificano i comportamenti del partner, in ragione della brutta infanzia che hanno avuto e tendono a credere che questi cambierà, grazie al loro amore.

A soffrirne maggiormente sono le donne -

Generalmente la donna è stata educata alla compiacenza dell’altro, a portare avanti molti progetti ed a occuparsi del marito e/o compagno come di un figlio.

Tutto questo va bene se però, nella coppia i partner possono scambiarsi ruoli e funzioni. Quando invece queste posizioni sono cristallizzate, la relazione diventa una potenziale bomba esplosiva, che prima o poi distrugge le persone che ne fanno parte, perchè non permette l’ esplorazione e la soddisfazione dei bisogni emotivi più intimi.

I gruppi d'aiuto per la dipendenza affettiva -

Una modalità sempre più utilizzata e che si rivela efficace nella cura dei dipendenti affettivi, sono i gruppi d’aiuto, in questo setting le persone possono trovare uno spazio per esprimere, condividere e giocare tutte le parti del Sè. I partecipanti, sotto la guida dello psicologo, vengono aiutati a rispecchiarsi a vicenda e riconoscere i propri e altrui bisogni. Questa funzione di riconoscimento viene costantemente incentivata; in quanto è noto che la difficoltà maggiore del dipendente affettivo, è quella di riconoscere i propri bisogni. Questa carenza è dovuta a esperienze precoci, in cui da bambino veniva rispecchiato solo nei bisogni più effimeri come il procurargli vestiti, giochi ecc.. Senza un reale coinvolgimento delle persone che si prendevano cura di lui nella sua vita intima e affettiva.

Quando è utile la psicoterapia

Se nella vita del dipendente si sono verificati gravi eventi, come abusi sessuali,traumi, perdite precoci delle figure di riferimento; allora è bene che questi effettui una psicoterapia individuale, che permetterà di elaborare vissuti dolorosi, e nodi conflittuali. Oltre che riorganizzare un più corretto modo di come la relazione può essere condotta.