articoli di psicologia del Dott. Giorgio Espugnatore

risposte dello specialista Giorgio Espugnatore

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Mancanza di interesse per il sesso

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Buona sera Loredana. Grazie di aver scritto e di aver condiviso le sue preoccupazioni. Per poter rispondere in modo quanto più completo possibile, cercherò di seguire quanto scritto da lei nel messaggio. Il rapporto che si ha con la propria sessualità è un qualcosa che si costruisce con il tempo, imparando a conoscere se stessi, i propri gusti e aprendosi alla sperimentazione e alla relazione con l'altro. Se la sessualità viene vissuta come una problematica fin da giovani è facile che andando avanti con l'età, quelle problematiche crescano, diventando sempre più grandi ma anche parte di noi stessi. L'eccitazione a differenza di quanto si possa credere è un qualcosa di estremamente mentale ed è anticipata e collegata col desiderio, un qualcosa di ancor più mentale e psicologico. Andando avanti con l'età il corpo si evolve e reagisce in modo diverso , le zone erogene e i genitali cambiano di forma e reattività, così come cambiano le sensazioni durante l'atto sessuale. Le scrivo questo per dirle che per provare l'eccitazione e l'orgasmo , spesso è più importante avere la mente sgombra , aver affrontato se stessi e le proprie paure , essere in armonia con se stessi e la persona che ci sta di fronte, piuttosto che una buona stimolazione fisica. Lei scrive che è vedova da 2 anni e anche questo è un'elemento che andrei ad indagare oltre al suo vissuto e il suo rapporto con la sessualità. I farmaci che lei prende hanno certamente un' influenza. La stragrande maggioranza di farmaci per l'epilessia e per la pressione causano un calo del desiderio e dell'eccitazione, oltre a favorire la secchezza vaginale che è già propria dell'età. Tutto questo può creare confusione in se stessi, specie se non si ha una chiave di lettura dell'insieme e di come tutte le parti entrano in gioco. Uno psico-sessuologo e\o psicoterapeuta potrebbe aiutarla a mettere insieme i pezzi, aiutandola a trovare le sue risposte, affrontare le proprie paure e migliorare il rapporto con la sessualità Cordiali saluti Dott. Giorgio Espugnatore...

La gelosia ha distrutto il mio rapporto amoroso

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Buona sera Sonia e grazie di aver scritto. Per risponderle vorrei partire da una domanda che lei ha scritto. Come posso capire l'origine di questa gelosia? La gelosia, così come tutte le emozioni e sensazioni che proviamo nascono da noi stessi e solo successivamente gli attribuiamo un valore. Insieme alla gelosia descrive altre emozioni quali: paura , amarezza, tristezza ma sopratutto l' insicurezza che, come lei stessa scrive, l'ha portata a mettere in atto una serie di comportamenti controllanti. Allora le rigiro la domanda; Da cosa pensa nasca questa sua insicurezza? L'essere umano è sempre in relazione almeno su due piani: relazione con gli altri e relazione con se stessi. Per poter stare serenamente e in modo costruttivo in una relazione di coppia è fondamentale star bene con se stessi, conoscendo i propri punti di forza e debolezza ed essendo pronti a metterli in gioco con l'altro. Affidarsi a l'altro e fidarsi di se stessi sono due azioni che si alimentano a vicenda e che aiutano a far cresce l'individuo e la coppia. Per rispondere alle ultime sue domande(come faccio a liberarmi della possessività, della gelosia, se soffrirò ancora, ecc..) , personalmente non credo che ci siano risposte facili, ma con il tempo( che non è quantificabile), con una lavoro su se stessi con l'aiuto di uno psicologo e\o psicoterapeuta potrà scoprire se stessa e trovare le sue risposte e soluzioni. Cordiali saluti Dott Giorgio Espugnatore...

Buio totale

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rentile Paolo buona sera e grazie di aver condiviso le sue preoccupazioni. Leggendo quanto ha scritto mi sono venute in mente tante domande e tanti altri piccoli elementi, che sarebbero importati da sapere per poterle dire qualcosa che vada al di là di un semplice e pratico consiglio. Le spiego perchè dico questo. Da quello che dice possiamo pensare di escludere una causa organica che le impedisce di mantenere l'erezione, la sua storia "clinica" ci aiuta ad escluderlo, anche se sarebbe da approfondire per trovare nuove risposte alle sue domande. Come avrà certamente letto, l'erezione è molto più un fatto mentale e psicologico che fisiologico, così come il suo mantenimento durante il rapporto, e questa mi sembra una situazione in linea con quanto da lei raccontato. Lei fa due riflessioni molto interessanti " mi sono guardato dentro abbastanza da capire che il mio subconscio mi protegge da qualcosa" e "mi è capitato altre due volte sempre con ragazze dalla carica erotica simile". Che cosa c'è di simile e cosa di diverso nelle situazioni e nelle ragazze con cui si è trovato a sperimentare difficoltà nel mantenere l'erezione? Che sensazioni prova quando è a contatto con ragazze dalla forte carica erotica? Cosa intende per carica erotica? Come vive quei momenti? Sono domande che forse lei già si è fatto e a cui avrà trovato una sua risposta. Ma trovare le risposte a ciò che si ha dentro non è facile, spesso ci facciamo le domande che vorremo e ci diamo le risposte che vorremo sentirci dire. E poi, una volta che si hanno le risposte che fare? Mi sembra di percepire l'urgenza, l'ansia e la paura di perdere una persona che per lei in questo momento ha un grande valore, ma per poter stare in una relazione piena, serena e costruttiva è certamente utile aver chiari i propri punti di debolezza e le proprie forze. A volte trovare delle risposte è un processo, un percorso che permette un lavoro su se stessi, così come il mettere in atto dei comportamenti funzionali per se stessi. L'aiuto di uno psicologo e\o psicosessuologo le potrebbe certamente permettere di conoscere ancor di più se stesso e trovare le sue risposte. Cordiali Saluti Dott. Giorgio Espugnatore...

Io e il mio compagno abbiamo problemi sul piano sessuale

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Buona sera Claudia e grazie per aver scritto. ll messaggio che lei scrive nella sua brevità lascia aperte molte domande. Le prime due domande che mi vengono da porle sono: da quanto tempo state assieme e come affrontate questa problematica in coppia? Le coppie di lungo corso, in genere, trovano un loro punto di incontro e di risoluzione dei conflitti, ma se lei ci scrive immagino che questo non sia ancora accaduto o che ci sia una difficoltà nel farlo. Per trovare un punto di "incontro" come dice lei è spesso utile una complicità tra le parti e una volontà a migliorare la situazione. Uscire dalla routine, parlare con il partner in modo maturo e consapevole sul come mai quel determinato comportamento da fastidio sono indubbiamente dei buoni punti di partenza, ma spesso non sufficienti. Purtroppo gli elementi a mia disposizione non sono sufficienti per fornire un quadro più chiaro della situazione, che sarebbe da approfondire con uno specialista del settore, Psicoterapeuta di coppia e\o psicosessuologo. Una terapia di coppia in questi casi sarebbe da preferire, ma anche il lavorare in singolo può portare buoni risultati, in tempi non necessariamente lunghi. Resto a disposizione Dott. Giorgio Espugnatore (NA) Psicologo\ Psico-sessuologo...

Convivere per il figlio è la scelta giusta?

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Gentile Andrea Buona sera e grazie di aver scritto. Per risponderle, vorrei iniziare dal fondo della sua lettera " mi sento di cadere sempre più giù anch'io, non essendo fatto di ferro". Nessuno è fatto di ferro, ma anzi, è importante riconoscersi anche nelle debolezze e nelle difficoltà. Sono tante le domande che mi vorrei porle. Come mai avete scelto di portare avanti la gravidanza e come è avvenuta la scelta?Indubbiamente come coppia avete incontrato molte difficoltà, che in qualche modo non vi hanno permesso di conoscervi a fondo, ma il conoscersi non è un qualcosa di lineare o un qualcosa che ha un termine, ma è un processo continuo, dove una volontà alla conoscenza e all'accettazione dell'altro nei suo punti di forza e debolezza, risultano spesso fondamentali per il consolidamenti di un rapporto. La depressione post-partum è un'ostacolo in più che di per sei poi non è mai da sottovalutare nel suo decorso ed evoluzione e merita attenzione anche nel lungo tempo. Però la vorrei far riflettere su una cosa. Lei parla di "annullare" se stesso, cosa succederebbe se esprimesse se stesso e lei altrettanto? Chi vorrebbe essere? Purtroppo non posso dirle se riuscirete o meno ad essere felici realmente, anche perchè il concetto di reale felicità è diverso per ognuno, lei che felicità intende? In questo momento le proporrei prima di tutto un supporto per lei con l'aiuto di uno psicologo\psicoterapeuta, anche per liberarsi di tanti pesi che lo zavorrano e successivamente o in concomitanza una terapia di coppia con un terapeuta di coppia\psico-sessuologo. Inizia ad aiutare se stesso. Resto a disposizione Cordiali saluti Dott. Giorgio Espugnatore (NA) Psicologo\Psico-sessuologo...