Il titolo, volutamente provocatorio, introduce un tema ormai diffuso in letteratura scientifica: la collaborazione tra la figura del biologo nutrizionista e dello psicologo.
È noto, infatti, che questa integrazione apporta non tanto risultati migliori, quanto risultati più duraturi ed efficaci nell’affrontare una dieta.
Ma vediamo meglio perché.
Partiamo dalle basi: dieta è una parola di origine greca “diaita” che vuol dire “modo di vivere”.
Siamo abituati ad utilizzare la parola dieta facendo riferimento ad un piano alimentare restrittivo, così non è.
O almeno questa definizione è riduttiva.
Dieta, infatti, fa sicuramente riferimento ad un piano alimentare creato dal nutrizionista ad hoc, quindi individualizzato e adattato alle esigenze specifiche di quell’individuo.
È opportuno, infatti, non solo valutare la quantità di calorie adatte ma una serie di altri fattori, come eventuali patologie, fase del ciclo di vita, genere ecc.
E lo psicologo che c’entra?
C’entra con il significato etimologico della parola “modo di vivere”.
Perché affrontare una dieta significa approcciare ad un cambiamento dello stile di vita: significa riflettere sul significato sociale, ma soprattutto individuale, del cibo; significa soffermarsi sul riconoscimento delle emozioni legate al cibo e più in generale al modo in cui mangiamo.
Affrontare una dieta, coadiuvati da uno psicologo, vuol dire anche poter trovare sostegno e allo stesso stimolo nelle fasi fisiologiche di stallo o di “sgarro”.
Questo percorso condiviso con un professionista puó gradualmente attivare un cambiamento a lungo termine che va oltre il momento in cui il paziente chiude alle sue spalle la porta dello studio del nutrizionista.