Movimenti oculari per la cura del panico

La tecnica dell'EMDR

Pubblicato il   / Ansia e Depressione
Movimenti oculari per la cura del panico

Eye Moviment Desensitization and Reprocessing (desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari - EMDR) è un metodo psicoterapico strutturato, utilizzato nel trattamento di disturbi d'ansia, problemi legati ad eventi traumatici e stressanti, depressione, lutto, dipendenze e sintomi somatici.
La sua efficacia è stata scientificamente provata da numerosi studi neurofisiologici, che hanno confermato l'associazione fra i risultati clinici della terapia e cambiamenti strutturali e funzionali nel cervello.
La sua validità è stata riconosciuta anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2013, in particolare per il trattamento del disturbo post-traumatico da stress e per i traumi di minor entità.

Il protocollo terapeutico

La tecnica è stata introdotta nel 1987 da Francine Shapiro ed è articolata in 8 fasi:

  1. Indagine sui problemi attuali del paziente, gli eventi passati correlati, la definizione dell'obiettivo terapeutico.
  2. Introduzione alla tecnica dell'EMDR, le fasi e il funzionamento.
  3. Descrizione accurata dell'evento traumatico o della situazione ansiogena: il paziente deve visualizzare la parte peggiore dell'esperienza, la convinzione negativa e quella positiva su di sé in associazione all'evento, le emozioni e le sensazioni somatiche che si attivano al ricordo.
  4. Il cuore dell'EMDR: si chiede al soggetto di focalizzarsi sul ricordo mentre segue con gli occhi le dita del terapeuta muoversi da destra a sinistra; contemporaneamente lo si invita a notare sensazioni fisiche, emozioni, pensieri e immagini, fino al momento in cui non avverte più disagio.
  5. A desensibilizzazione avvenuta, il paziente è in uno stato di calma; lo si induce a concentrarsi sulla cognizione positiva su di sé, allo scopo di sostituirla a quella disfunzionale.
  6. Perché si renda consapevole di eventuali tensioni nel corpo, si guida il soggetto ad effettuare una scansione corporea, spostando la sua attenzione sulle varie parti.
  7. Nel caso in cui la desensibilizzazione non sia avvenuta in modo completo, si indica al soggetto come gestire il disagio residuo.
  8. Alla seduta successiva, si verificano i risultati dell'EMDR e si definisce su quali aspetti continuare a lavorare.

Le basi scientifiche dell'EMDR

Traumi ed eventi stressanti, memorie disfunzionali ed esperienze non elaborate, vengono immagazzinati in memoria insieme alle emozioni, le cognizioni e le sensazioni fisiche che li accompagnano. Questi ricordi rimangono congelati all'interno delle reti neurali, senza la possibilità di connettersi ad altri schemi di memoria che contengono informazioni più utili.
La mancata elaborazione provoca disagio nel soggetto e può sfociare in risposte patologiche, come nel caso dei disturbi d'ansia.
L'obiettivo dell'EMDR è quello di "scongelare" i ricordi traumatici, per creare nuove connessioni più funzionali, ripristinando la normale capacità di elaborazione della memoria.
Al termine della terapia, la persona è in grado di vedere l'evento disturbante da una nuova prospettiva, grazie alla sostituzione delle credenze negative, la riduzione della sofferenza emotiva e dell'attivazione fisiologica nei confronti degli stimoli ansiogeni.

EMDR nel trattamento del disturbo di panico


In uno studio di Faretta del 2013 (1) è stato sperimentato l'EMDR per il disturbo di panico.
Al protocollo tradizionale sono stati aggiunti degli elementi:

  • Nella fase 2 viene introdotta una parte specifica sul panico.
  • Nella fase 3 viene chiesto al paziente di ricordare gli stressors precedenti al primo attacco, il primo attacco di panico, il peggiore e il più recente; in seguito, vengono elaborate le memorie di eventi infantili di abbandono, umiliazione e paura.
  • Mediante l'elaborazione degli stimoli presenti, il paziente identifica i segnali interni ed esterni associati agli attacchi di panico.
  • Lo scopo è quello di rafforzare le risorse del soggetto, perché possa gestire la situazione ansiogena in modo più funzionale.

Nello studio di Faretta il trattamento del disturbo di panico mediante l'EMDR viene confrontato con la terapia cognitivo-comportamentale.
Dopo 12 sedute, i risultati si sono rivelati simili per entrambi gli interventi, dimostrando la stessa efficacia nella cura dei sintomi anche al follow-up a distanza di un anno.

Fonti

  • (1) Faretta, E. (2013). EMDR and Cognitive Behavioral Therapy in the Treatment of Panic Disorder: A comparison. Journal of EMDR Practice and Research, 7 , 121-133.