“Sono incapace, brutto, stupido, inadeguato”, dove l’ho imparato?

Pubblicato il   / Ansia e Depressione
pensieri negativi

“Sono incapace, brutto, stupido, inadeguato” sono cognizioni negative che il soggetto può avere su di sé e che ha appreso nel corso delle sue esperienze personali e relazionali.

Le cognizioni sono i pensieri, le credenze e le interpretazioni che abbiamo riguardo noi stessi, gli altri e il mondo che ci circonda. Sono come degli occhiali invisibili che ci siamo costruiti nel tempo e che indossiamo e attraverso questi percepiamo e interpretiamo la realtà circostante.

Le cognizioni sono positive e negative?

Sì.

Le cognizioni positive sono pensieri e convinzioni che favoriscono un'immagine di sé sana e una visione della vita ottimistica. Questi pensieri aiutano a costruire una resilienza emotiva, ad affrontare le sfide e a mantenere relazioni positive con gli altri.

Le cognizioni negative, al contrario, sono pensieri distorti o disfunzionali che possono portare a bassa autostima, ansia e depressione. Queste convinzioni negative possono influenzare il modo in cui percepiamo noi stessi, gli altri e il mondo circostante.

Dove si originano le cognizioni?

Dalle informazioni che riceviamo dall’ambiente esterno e dalla relazione che strutturiamo con l’ambiente e con gli individui dell’ambiente. L’informazione diventa esperienza e quindi possiamo affermare che le cognizioni derivino o meglio si strutturino in seguito all’esperienza e soprattutto in seguito alla rielaborazione dell’esperienza vissuta.

Per esempio:

Esperienze traumatiche o ripetuti fallimenti possono portare allo sviluppo di cognizioni negative.

Esperienze di successo e di supporto sociale possono contribuire alla formazione di cognizioni positive.

Quali sono le cognizioni positive? Facciamo qualche esempio:

Sono capace

Sono degno

Sono amabile

Sono forte

Sono determinato

Sono al sicuro

Quali sono le cognizioni negative? Facciamo qualche esempio:

Sono debole

Sono incapace, fallisco sempre in tutto

Sono inadeguato in tutto, faccio sempre delle pessime figure con gli altri

Sono indegno di essere amata, nessuno mi amerà mai

Sono cattivo

Sono impotente

Le cognizioni negative e positive possono coesistere all'interno di una persona?

Sì, possono coesistere. Ad esempio, una persona potrebbe avere pensieri negativi su se stessa "Non sono abbastanza brava" e, allo stesso tempo, avere pensieri positivi che riguardano le proprie competenze in altre aree "Ho successo nel mio lavoro". Questa coesistenza è comune nelle persone e riflette la complessità dell'esperienza umana.

Le cognizioni negative causano sempre problemi psicologici?

No, le cognizioni negative non causano sempre problemi psicologici. Tuttavia, possono contribuire allo sviluppo di difficoltà psicologiche se diventano predominanti e totalizzanti; in questo caso la persona percepirà e interpreterà il mondo circostante sempre in modo distorto e questo potrebbe contribuire allo sviluppo di sintomi psicologici come per esempio ansia o depressione.

Le cognizioni negative possono essere un ostacolo al raggiungimento di obiettivi e possono, soprattutto se totalizzanti, provocare estrema sofferenza ingabbiando l’individuo.

Cosa fare?

La terapia può essere un valido aiuto: la comprensione e la modifica delle cognizioni negative sono obiettivi fondamentali della terapia.

Come agisce la terapia?

1. Identificazione: Il primo passo consiste nell'identificare i propri pensieri e le credenze negative.

2. Sfidare i Pensieri: Una volta identificati, è importante sfidare questi pensieri. Ci sono prove che li confermano? Esistono interpretazioni alternative della situazione?

3. Ristrutturazione cognitiva: Dopo aver messo in discussione i pensieri negativi, il passo successivo è sostituirli con cognizioni più realistiche e positive. Ad esempio, invece di pensare "Non posso farcela", si potrebbe pensare "Posso provare e imparare da questa esperienza".

4. Mindfulness e meditazione: le tecniche di mindfulness e di rilassamento possono aiutare a mantenere una mentalità positiva.

Tutto questo avviene attraverso il colloquio clinico lavorando sulla parte razionale e consapevole.

E se non funziona?

In alcuni casi la persona ha tutto chiaro, ma non riesce a modificare questi schemi di pensiero negativo.

La terapia EMDR (Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari) è uno strumento potente per affrontare e risolvere i problemi legati a queste cognizioni disfunzionali.

La terapia EMDR si propone di modificare questi schemi di pensiero negativo attraverso la desensibilizzazione e la rielaborazione delle esperienze passate irrisolte che hanno generato cognizioni negative totalizzanti e castranti.

Come avviene il cambiamento?

Durante la terapia EMDR, il terapeuta guida il paziente attraverso una serie di movimenti oculari o stimolazioni bilaterali mentre il paziente rivive l'esperienza negativa. Questo processo aiuta a rielaborare i ricordi traumatici e le ferite irrisolte sostituendo le cognizioni negative con credenze positive. Ad esempio, un paziente potrebbe passare da una cognizione negativa come: "Non posso fidarmi di nessuno" a una positiva come: "Posso fidarmi di alcune persone".

 

 

Fonti

  • Nisi, A (2020). ABC dell’ABC. Guida alla comprensione dei pensieri del paziente per psicoterapeuti cognitivo comportamentali (e non solo). Verona: Positive Press Editore
  • Shapiro, F (2019). EMDR. Il manuale. Principi fondamentali, protocolli e procedure. Milano: Raffaello Cortina Editore