“È giusto fare come ho fatto?”
“Ho fatto bene o male a fare in questo modo?”
“Qual è la cosa giusta da fare?”
“Mi dia un consiglio, non so cosa fare”
Spesso, di fronte a un dilemma o a una decisione già presa riguardo una questione delicata, chiediamo a noi stessi o al professionista se è giusto quello che abbiamo fatto o che vogliamo fare.
Che cosa significa “giusto”?
“Giusto” può significare “in accordo con le norme morali”. Ma noi abbiamo già un nostro sistema di valori, e quindi sappiamo già stabilire se qualcosa che abbiamo fatto o vogliamo fare è “moralmente giusto” oppure no. Di certo non è questo il significato di “giusto” che ci aiuta a trovare la risposta che vogliamo, quando ci facciamo queste domande.
Alle domande sopra riportate forse ci possiamo rispondere … con un’altra domanda. Una domanda più utile, libera da vincoli e preconcetti morali o moralistici, e cioè:
“È giusto rispetto a che cosa?”
In altre parole, “qual è il mio scopo? Che cosa desidero? Che cosa voglio ottenere con questa azione?”. Probabilmente è questa la domanda più profonda e più complessa, di cui la risposta profonda non è necessariamente immediata e intuitiva. Spesso ci scervelliamo per dilemmi e scelte difficili, conflittuali, che ci bloccano in impasse e talvolta finiscono col lasciarci trasportare dalla corrente degli eventi. E magari ci capita in modo ricorrente, con situazioni dello stesso tipo, che ogni volta, puntualmente, ci riportano nello stesso crocevia di scelte.
Se anche a te capita di avere difficoltà a prendere decisioni, e se è una difficoltà che si ripresenta, magari in situazioni simili, un colloquio con un professionista può aiutarti a capire perché hai questa difficoltà e perché nei confronti di quelle scelte o situazioni.