La violenza psicologica

Una modalità di violenza ancora troppo sconosciuta

Pubblicato il   / Psicologia e dintorni
La violenza psicologica

Quando si parla di violenza si pensa quasi ed esclusivamente a quella fisica, ma ne esiste un’altra di diverso tipo altrettanto pericolosa e deleteria: la violenza psicologica.

La violenza psicologica è una modalità vessatoria fatta di parole e comportamenti ripetuti nel tempo capaci d’intaccare la dignità, l’integrità psichica e fisica del partner. La violenza si manifesta sotto forma di umiliazioni, di abuso di potere, di manovre per isolare l’altro e farlo sentire colpevole ed inadeguato fino a fargli perdere ogni stima di sé. Se la violenza fisica lascia lividi e segni sulla pelle, quella psicologica è del tutto invisibile all’esterno ma lascia profondi segni nell’anima e nella psiche. Chi fa ricorso alla violenza psicologica è per lo più un manipolatore: essere un manipolatore non è una tattica, ma un modo di essere, è una personalità narcisistica patologica capace di far sentire il partner colpevole di fatti immaginari attraverso ragionamenti pseudo – logici e regole morali che manipola per raggiungere i propri scopi e mantenere ed ottenere il potere nella relazione.

Un manipolatore parla, ma non comunica in maniera autentica, il suo unico scopo è quello di portare "l’avversario" allo sfinimento ed avere, così, l’ultima parola sviando di continuo l’argomento e attaccando il partner sul suo punto debole.

La sopravvivenza psicologia del manipolatore dipende dal costante disprezzo degli altri, come se in questo modo si rigenerasse, ecco perché definito vampiro affettivo.

Sono individui deleteri per la salute mentale e fisica, annientano il loro compagno e fanno test continui per individuare il punto debole dell’altro. La loro ragion d’essere è assumere il potere e dominare l’altro, molto golosi ed invidiosi dell’anima dell’altro.

Sono consapevoli di ciò che fanno e dicono?

I loro discorsi sono talmente incoerenti con il loro modo di fare che sembrano comunque convinti di ciò che dicono. Il loro egocentrismo è un potente handicap che li rende incapaci di mettersi nei panni degli altri e comprenderli profondamente e provare compassione di fronte allo sgomento dell’altro impedendo di scusarsi.

La necessità di assicurarsi un’immagine positiva di sé domina la loro esistenza, mostrare un aspetto diverso di sé per sedurre e poi cambiare radicalmente atteggiamento una volta che il successo è assicurato è una forma di manipolazione.

Questa forma di violenza è molto difficile da riconoscere, specialmente per chi la subisce ogni giorno in ogni momento, ma i danni che arreca sono profondi e dolorosi (ansia, depressione, sensi di colpa, confusione psichica, profonda insicurezza) e necessitano di essere presi in cura al più presto per far sì che chi abbia subito violenza possa riconoscere, comprendere lo schema relazionale in cui si trova e provare romperlo.