Demofobia: cos’è la paura della folla?

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demofobia - paura della folla


Cos’è la demofobia?

Il termine “demofobia” (dal greco “dèmos” che significa “popolo” e “fòbos”, “paura”), si riferisce a una paura intensa legata alla folla, che causa malessere, angoscia e confusione. Spesso insorge in persone che soffrono anche di disturbi d’ansia e panico, agorafobia o disturbo ossessivo compulsivo.

Chi soffre di demofobia prova ansia e una paura esagerata quando c’è molta gente o si trova in luoghi affollati, come ad esempio a un concerto o su un autobus. Può sentirsi paralizzato anche al vedere una folla da lontano, o persino solo al pensiero di trovarsi in mezzo ad altre persone.

Nella vita quotidiana, il contatto con gli altri è praticamente inevitabile. Basti pensare alle piazze, i mezzi di trasporto, i centri commerciali, il cinema o gli eventi di vario tipo. Chi soffre di demofobia si sente spesso solo e incompreso, poiché questa paura spesso non viene riconosciuta e viene minimizzata dalle altre persone.

Soffrire di demofobia non significa semplicemente sentirsi a disagio in mezzo alla gente.

Essendo una vera e propria fobia specifica, si tratta di una paura incontrollabile, irrazionale e infondata che causa ansia marcata e persistente. Paura e ansia prendono il sopravvento ogni volta che c’è la possibilità di incontrare della gente e risultano sproporzionate rispetto al pericolo realmente rappresentato dalla situazione specifica e al contesto socioculturale.

Tutto ciò porta a una compromissione del funzionamento dell’individuo e della qualità della vita, non solo per l’ansia e il disagio psicologico, ma anche per le condotte di evitamento, cioè, per il fatto che vengono evitate sistematicamente tutte quelle situazioni in cui si potrebbero incontrare gruppi di gente, piccoli o grandi.


Tipi di demofobia

Esistono tre diversi tipi di demofobia: demofobia, enoclofobia e oclofobia.

In realtà, questi tre termini vengono spesso usati come sinonimi, visto che si riferiscono a concetti simili che possono sovrapporsi. Tuttavia, hanno delle sfumature diverse in relazione al contesto della folla che provoca i sintomi.

  1. La demofobia propriamente detta è la paura generale delle folle.

  2. L’enoclofobia è la paura specifica delle folle dense e affollate.

  3. L’oclofobia, simile all’enoclofobia, si riferisce in particolare alla paura delle folle disordinate o caotiche.


Demofobia, agorafobia e fobia sociale sono la stessa cosa?

La demofobia spesso si associa ad agorafobia o a fobia sociale, per via della sovrapponibilità delle situazioni temute. Sebbene queste possano coesistere, si tratta di disturbi diversi.

L’agorafobia è la paura degli spazi aperti. Non si limita alla paura delle folle, ma si estende a una varietà di ambienti percepiti come insicuri. L’ansia che insorge nell’agorafobia è legata alla possibilità di ritrovarsi intrappolati in situazioni in cui non si trova la via di uscita o da cui è difficile allontanarsi, o al fatto che potrebbe non esserci nessuno a prestare soccorso in caso di necessità.

Nella demofobia, invece, i sintomi non sono legati al luogo in sé, ma all’essere nella folla o alla gran quantità di gente presente.

Agorafobia e demofobia spesso si sovrappongono e si manifestano contemporaneamente in situazioni affollate dove si prova ansia e paura della ressa unita alla sensazione angosciosa di “non potere scappare”. In questi casi, la demofobia potrebbe essere considerata come un sintomo specifico dell’agorafobia.

Dietro la demofobia, può celarsi anche il timore del giudizio. In questo caso, potrebbe esserci anche una condizione di fobia sociale, che è la paura intensa di essere giudicati negativamente in situazioni sociali o di performance, come ad esempio parlare in pubblico, essere osservati mentre si mangia o partecipare a una festa.

In questi casi, l’ansia viene dal timore del giudizio altrui e di una valutazione negativa. La possibilità di sentirsi in imbarazzo essere umiliati o rifiutati genera una preoccupazione estrema di adottare comportamenti inaccettabili o inappropriati, accompagnata dalla tendenza a valutare negativamente le proprie abilità sociali.

La demofobia, l'agorafobia e la fobia sociale sono tutte forme di disturbi d'ansia e possono presentarsi insieme o meno. Tuttavia, differiscono significativamente per quanto riguarda l'oggetto e il contesto della paura.


Sintomi

I sintomi della demofobia sono riconducibili all’aumento dell’attivazione fisiologica e del sistema nervoso simpatico. Possono manifestarsi in diverse modalità e avere carattere fisico, psicologico e/o comportamentale.

Come per le altre fobie, il sintomo principale è l’ansia di fronte allo stimolo reale o allo scenario immaginario, che può anche manifestarsi come ansia anticipatoria o sfociare in attacchi di panico e paura di morire. L’ansia si accompagna alla necessità urgente di allontanarsi dalla situazione che crea disagio.

I sintomi fisici che tipicamente compaiono sono sudorazione, tremori, nausea, vertigini, secchezza delle fauci, tachicardia, tachipnea, tensione muscolare, mal di stomaco, mal di testa e pupille dilatate.

A livello emotivo, la paura intensa può portare a rabbia, frustrazione, tristezza, pianto improvviso e fuga.

L’evitamento è il comportamento più frequente assunto da un soggetto demofobico come meccanismo di difesa. In pratica, si evita ostinatamente e sistematicamente qualsiasi situazione in cui è possibile ritrovarsi in mezzo a folle più o meno ampie. Nei casi più gravi, si può evitare completamente di uscire da casa e di avere interazioni sociali in generale, con conseguente isolamento sociale.


Cause

Le cause della demofobia non sono del tutto chiare. Esistono diverse ipotesi che riconducono questo disturbo a una varietà di fattori.

Un’esperienza traumatica vissuta in un luogo affollato in cui è sorto il timore di “venire schiacciati” da una folla enorme o fuori controllo, come una manifestazione o un concerto, potrebbe portare allo sviluppo della paura delle folle.

Se avviene durante l’infanzia, o in occasione di un evento potenzialmente pericoloso come un incidente, è ancora più probabile svilupparla. Questo può essere vero anche se l’evento traumatico non è stato vissuto in prima persona, ma è stato visto dall’esterno. In entrambi i casi, il cervello associa erroneamente la folla ai concetti di minaccia, pericolo o disagio.

Anche avere sperimentato un inaspettato attacco di panico in un luogo pieno di gente, specialmente se da piccoli, potrebbe innescare una risposta di paura condizionata che si ripresenta nella forma di demofobia da adulti.

In molti casi, la demofobia è un sintomo secondario ad altre problematiche, soprattutto il disturbo d’ansia generalizzato e il disturbo ossessivo compulsivo riguardante la contaminazione, il disordine e il controllo.

Un altro possibile fattore causale è l’ansia da Covid-19. Durante la pandemia, sono sorte nuove forme di ansia sociale e fobie relative al contagio. Alcune persone che hanno sperimentato ansia legata al Covid-19 sono diventate particolarmente ansiose verso gli spazi affollati e vulnerabili allo sviluppo di demofobia, mantenendo lo stato di apprensione e sintomatologia ansiosa anche dopo l’emergenza della pandemia.


Consigli utili e terapia

Se non opportunamente gestita e trattata, la demofobia può portare a un peggioramento dei sintomi, che possono diventare invalidanti, con conseguente isolamento sociale volontario e scarsa qualità della vita.

Per questo, è fondamentale riconoscerne i segnali e non sottovalutarli. Ammettere l’esistenza di sperimentare un disagio psicologico associato alla folla è il primo passo per iniziare ad affrontarlo. Il secondo passo è rivolgersi a un professionista, che grazie un percorso psicologico mirato potrà aiutare ad affrontare e superare la fobia.

Uno degli approcci psicoterapeutici d’elezione per il trattamento della demofobia è la terapia cognitivo comportamentale, che utilizza principalmente tre tecniche: esposizione, ristrutturazione cognitiva e rilassamento.

  • L’esposizione graduale e la desensibilizzazione sistematica rappresentano gli interventi più efficaci. Queste tecniche consistono nel pensare immagini vivide, precise e realistiche dell’oggetto della fobia, per poi passare ad esposizioni reali a situazioni fobiche di minore intensità. Una volta superate queste prove con successo, gradualmente ci si muove verso l’esposizione alle situazioni più temute. In questo modo, si acquisisce progressivamente la consapevolezza che quello stimolo fobico non porta a conseguenze catastrofiche, con conseguente aumento di fiducia in sé stessi e miglioramento nella gestione dell’ansia.

  • La ristrutturazione cognitiva consiste nell’imparare a riconoscere i propri pensieri negativi o catastrofici legati alla folla, per poi “sfidarli” e modificare gli errori di pensiero che contribuiscono alla distorsione nell’interpretazione della realtà e mantengono il problema e il disagio associato, promuovendo pensieri più realistici. Per esempio, si potrebbe lavorare sul modificare il pensiero “questo supermercato è affollato, sono in pericolo” con “questo supermercato è affollato, non sono in pericolo, al massimo ci sarà la fila alle casse”.

  • Infine, le tecniche di rilassamento costituiscono un approccio molto utile nel trattamento della demofobia. Alcune di queste sono il rilassamento muscolare progressivo, la respirazione diaframmatica e la mindfulness. Una volta apprese queste tecniche, sarà possibile raggiungere uno stato di rilassamento in modo autonomo ed avere una migliore gestione dell’ansia e un maggior autocontrollo, anche di fronte allo stimolo fobico o altre situazioni sfavorevoli della vita.


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Oggi ad esempio abbiamo parlato della demofobia, ovvero della paura della folla.

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Bibliografia

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