Educare le persone a riconoscere le proprie emozioni

Pubblicato il   / Psicologia e dintorni
educazione emotiva


I bambini e gli adulti sperimentano sensazioni e reazioni emotive come diretta conseguenza delle proprie interpretazioni dell’esperienze che vivono.

Attraverso l’educazione razionale emotiva si possono educare le persone a riconoscere le proprie emozioni, ad individuare come queste influiscono sui rapporti interpersonali e ad accettarle con il fine di poterle gestire a favore di una sana comunicazione con sé e con l’altro.

Spesso la difficoltà ad esprimere il proprio stato emotivo rappresenta un rischio nell’instaurarsi di relazioni conflittuali in ambito familiare, sociale e lavorativo. 

Alcune persone, nonostante la volontà e tentativi falliti, rinunciano a gestire adeguatamente il conflitto in quanto credono che con tale atteggiamento scelgano di cedere al compromesso. Invece, altre, evitano di manifestare il malessere causato dalla relazione conflittuale in quanto convinti di non poter affrontare il problema: questo è quello che succede quando il soggetto ha paura di esprimere le proprie emozioni. Ne consegue che soffocando le emozioni il conflitto cresce e si propaga in vari ambiti di vita.

Tuttavia la relazione conflittuale può essere gestita e contenuta attraverso strumenti psicologici e risorse personali che favoriscono la risoluzione pacifica del conflitto in cui entrambe le parti coinvolte acquisiscono pari dignità e responsabilità della loro relazione.

Gestire e contenere la relazione conflittuale ha il fine di ricomporre una relazione costruttiva acquisendo competenze emotive e potenziando la capacità di riconoscere la qualità delle relazioni.

Gli obiettivi sono:

  • Riconoscere come le emozioni incidono sul proprio comportamento;
  • Sviluppare modalità di comunicazione che favoriscano la risoluzione del conflitto;
  • Acquisire competenze per costruire relazioni qualitativamente sane.

Questi obiettivi posso essere raggiunti acquisendo i seguenti strumenti:

  1. La comunicazione assertiva. Essa favorisce una comunicazione che sviluppa la fiducia in se stessi, permette di affermare le proprie idee con fermezza e senza aggressività nel rispetto dell’altro; inoltre, con lo stile assertivo il soggetto può cogliere i feedback dell’altro e dare risposte sane e costruttive esprimendo stati interni ed emotivi. Pertanto, rappresenta uno stile comunicativo volto alla risoluzione dell’incomprensione aumentando il benessere personale.
  2. L’ascolto attivo. Esso rappresenta uno strumento dell’intelligenza emotiva che aumenta la capacità di comprendere l’altro e farlo sentire compreso, di cogliere il suo punto di vista nel rispetto delle differenze. 
  3. Il problem solving. Esso aumenta l’acquisizione di competenze per costruire una comunicazione efficace ed una relazione qualitativamente sana. Attraverso tale competenza il soggetto condivide con l’altro la responsabilità della relazione. 

Dunque, l’educazione affettiva ha lo scopo generale di ridurre, il più possibile, l’insorgere di stati d’animo eccessivamente negativi e di facilitare il potenziamento di emozioni positive.

 

Fonte

  • L'educazione razionale-emotiva per la prevenzione e il superamento del disagio psicologico dei bambini, MARIO DI PIETRO (2016).