Donne: come mettere fine ad una relazione che ci fa soffrire?

Quali sono le motivazioni che ci impediscono di liberarci da una relazione che ci fa stare male?

Pubblicato il   / Sesso e Amore
relazione che fa soffrire

Mi fa stare così male. Non mi rispetta. Mi umilia ogni giorno. Mi fa sentire sbagliata, non importante. Mi fa paura. Non potrei vivere però senza di lui. Ho bisogno di lui. Non riesco a staccarmi da lui, è come una droga. E poi a volte è così carino e gentile con me...

Quante volte, pensando alla tua relazione, sei finita in questo vortice di pensieri? Quante volte in preda all'angoscia e alla disperazione hai provato ad allontanarti da lui, ma alla fine sei rimasta lì in balia del vuoto e dell'abbandono alla sola idea di staccarti da lui e in preda alla vergogna per non riuscire a reagire e a liberarti?

Cosa spinge alcune donne a cercare un certo tipo di partner?

In base alla storia personale e familiare di ognuna di noi, l'istinto ci può portare a cercare un partner che non rispecchia quello che vogliamo, ma fantastichiamo che diventi il nostro prinicpe azzurro con il nostro aiuto. Un uomo che ha tutte le carte in regola e che rispecchia i nostri sogni, non ha bisogno di essere cambiato, non ha bisogno di noi e quindi non appare interessante ai nostri occhi.

Si crea l'incastro perfetto quando la donna si interroga sistematicamente se l'uomo che ha scelto ha bisogno di lei e l'uomo dal canto suo si affida alla donna per curare le ferite e risolvere tutti i suoi problemi.

Perchè è così difficile mettere fine ad una relazione anche se ci fa stare male? Ecco 4 motivazioni...

PRIMA MOTIVAZIONE

Scegliamo il partner che ci fa rivivere le sofferenze che abbiamo vissuto da piccole, non perché siamo masochiste e vogliamo stare male (nessuno lo vorrebbe!), ma perché quello è il territorio che più conosciamo, lo abbiamo percorso e ci mosse dentro per tanto tempo. Siamo così in grado di fare le stesse azioni, di provare le stesse emozioni e le stesse sensazioni dolorose che abbiamo sperimentato nell'infanzia. Facciamo tutto ciò anche se ci fa stare male, non ci ha mai portato verso la felicità e le nostre azioni non sono mai servite. E' però quello che conosciamo molto bene e il cambiamento ci spaventa, non sappiamo cosa ci aspetta una volta saltate dall'altra parte. Alla luce di questo preferiamo restare dove siamo anche se significa soffrire.

SECONDA MOTIVAZIONE

Riuscire a cambiare il nostro partner bisognoso per noi diventa una sfida e lo diventa anche riuscire a far funzionare a tutti i costi la relazione e vincere mettendo a tacere quelle sensazioni dolorose che ci accompagnano da una vita.

TERZA MOTIVAZIONE

Potremmo avere l'idea (che abbiamo imparato in infanzia) che la persona che amiamo ci abbandonerà. Quindi se ha bisogno di noi, del nostro aiuto e della nostra comprensione non ci lascerà e avremo il controllo della relazione. In questo modo magari ci proteggiamo dalla sofferenza e dall'abbandono perché lui dipenderà da noi, ma sarà inevitabilmente una persona che ha problemi.

QUARTA MOTIVAZIONE

Se lo lasciamo andare via, se siamo noi a lasciare la persona che ci fa soffrire, abbiamo la sensazione che ci stiamo facendo sfuggire dalle mani la preziosa opportunità di sconfiggere finalmente i nostri tormenti, di trovare sollievo e rimedio alle ingiustizie che ci hanno fatto. Solo l'idea di lasciarlo ci fa provare vuoto e abbandono che noi non tolleriamo.

Per tutte queste motivazioni l'unica soluzione che ci appare plausibile è rimanere con lui dove siamo.

Come si può fuggire da questa gabbia dorata?

Per riuscire a liberarti da una relazione che ti fa soffrire dovresti imparare a:

  • non vedere l'uomo come la soluzione ai tuoi problemi, ma la fonte di tanti tuoi problemi

  • non vedere la fine della relazione come insuccesso che prova il tuo scarso valore personale (se anche lui che ha tanti problemi non mi vuole...se non sono capace di tenermi anche lui...cosa sono?)

  • rispettare te stessa, accettarti per come sei con i tuoi pregi e i tuoi difetti

  • amare te stessa, nella tua totalità senza sforzarti per cercare il senso del tuo valore all'interno di una relazione

  • stare bene da sola, non aver bisogno dell'altro per affermare la tua identità e questo ti permetterà di apprezzare il piacere di stare con gli altri

  • scegliere un compagno che vada bene così com'è

  • accettare gli altri per come sono, senza cercare di cambiarli per soddisfare i tuoi bisogni

  • essere consapevole delle tue emozioni e dei tuoi sentimenti

  • ascoltarti e mettere sempre il tuo benessere e i tuoi bisogni al primo posto

  • confidarti con qualcuno di cui ti fidi e condividere le tue emozioni

  • essere consapevole che nella relazione entrambi siamo sullo stesso piano e condividiamo gli stessi valori e progetti

  • essere consapevole di valere e di meritarti il meglio dalla vita.
     

A poco a poco, un passo alla volta...è un percorso lento e doloroso ma che porta alla libertà. Ci rendiamo conto di essere libere quando ci accettiamo per come siamo e accettiamo quello che abbiamo passato. Ci sentiremo più forti, pronte per salapare altri mari, ma questa volta avremo noi il timone.

Fino a che siamo dentro la gabbia buia e non abbiamo mai visto la luce del sole, non ci rendiamo conto di cosa c'è fuori e non possiamo provare nostalgia. Una volta fuori però, non sarà più possibile tornare indietro, non si potrà più fare finta di niente. Le cose piano piano si faranno più chiare e riusciremo a vederle in modo oggettivo e anche se ci farà male pensare a dove eravamo, a quello che abbiamo sopportato e ci spaventerà quello che potrà arrivare, non saremo più disposte a scendere a compromessi e il nostro benessere sarà messo in primo piano.

Riusciremo a vedere ed essere consapevoli solo quando lo vorremo noi, quando ci sentiremo pronte. Non sarà semplice neanche guardarsi indietro e vedere tutti i cocci che abbiamo lasciato nel nostro cammino. Il dolore e la sofferenza sono però le uniche vie che ci permetteranno di tornare a sorridere...più forti di prima e più consapevoli.

 

 

Fonti:

  • Castoldi I. (2001). Meglio sole. Perché è importante bastare a sé stesse. Feltrinelli

  • Norwood R. (1985). Donne che amano troppo. Feltrinelli

  • Caretti V., La Barbera D. (2005). Le dipendenze patologiche. Clinica e psicopatologia. Raffaello Cortina Editore