Quando la gravidanza tarda ad arrivare

Pubblicato il   / Sesso e Amore
Quando la gravidanza tarda ad arrivare

 

Prima finire gli studi, poi raggiungere una certa sicurezza economica e poi finalmente avere un figlio. Ecco gli step che molte coppie percorrono durante il loro ciclo di vita.

Spesso il raggiungimento dei 35 anni, ma anche oltre, per la donna funge da campanello di allarme che spinge ad affrontare un progetto così importante tante volte rimandato.

Altre volte, invece, diventano importanti le pressioni dei familiari e del contesto relazionale più vicino alla coppia.

In genere, poi, le persone affrontano questo passo quando sentono che il rapporto con il partner è stabile e appagante per entrambi.

Spesso però, i tempi che si è data la coppia non coincidono con quelli naturali legati all’evento del concepimento.

È qualcosa che sovente sfugge al nostro controllo e ad ogni tentativo di pianificazione, anche quando sembra che non ci siano cause fisiche che fungano da impedimento.

Quando la gravidanza tarda ad arrivareQuesto in genere determina stress e forte frustrazione in entrambi i partner, che tendono a reagire programmando la vita di coppia attorno ai tempi di concepimento, in un tour de force che toglie ogni naturalezza al rapporto intimo.

Senza contare che ogni mese ci si confronta con l’amara delusione dell’arrivo del ciclo mestruale, a conferma del fallimento dei tentativi di concepimento.

Tante volte questo senso di fallimento si estende alla vita di coppia e al personale senso di esistere di ciascun partner, che ha investito sempre più energie in questo traguardo: diventare genitori.

Segue un grande senso di impotenza che può essere tradotto nella frase: “Perché gli altri sì e noi no?” e ogni passo successivo viene permeato di angoscia.

Questo stati d’animo non fanno che peggiorare la situazione di stress in cui si muove la coppia.

Se noi consideriamo la persona una unità mente-corpo, comprendiamo bene quanto tali sentimenti possano ulteriormente compromettere il raggiungimento dell’obiettivo tanto atteso: il concepimento del proprio bambino.

Molte persone, in tali situazioni si saranno sentite dire: “Non ci devi pensare, perché più ci pensi e peggio è!”, oppure: “Vedrai che quando meno te lo aspetti arriva!”.

In un certo senso questi consigli, che a volte fanno anche arrabbiare, contengono una verità nel loro far parte di una sorta di saggezza popolare.

La forte influenza degli aspetti psicologici, dove non siano state individuate cause organiche, è stata a lungo studiata e anche se non sono state individuate delle relazioni di causa ed effetto, è riconosciuto dalla psicosomatica una relazione tra stress e alcune reazioni fisiche.

Per questo è importante che i membri della coppia comincino a confrontarsi con il proprio senso di colpa e con le emozioni che suscita questo percorso travagliato.

Allo stesso tempo è utile non fissarsi in modo ossessivo sui pensieri e le soluzioni legate all’avere un figlio, ma cercare di nutrire la propria mente, affaticata e impoverita dal periodo stressante, dedicando tempo e passione alle attività che ci danno gioia.

Le passioni sono sempre un grande motore nella vita di ognuno; accendono la vitalità e stimolano i sensi. Fanno ritrovare la motivazione e il piacere di stare con noi stessi e con gli altri e permettono di ritrovare un senso allo stare insieme della coppia, quando questo comincia a perdersi.

È il nutrimento dell’anima di ciascuno e della coppia e permette di ritrovare il “NOI” nella coppia.

E quando questo poi risulti difficile e la coppia non ce la faccia da sola, un sostegno psicologico di coppia può aiutare entrambi a riattivare la comunicazione, che può risultare faticosa perché sovraccarica delle emozioni di ciascuno; può fungere da spazio neutro in cui ciascuno può esprimere tali emozioni senza sentire il giudizio e la disapprovazione.

Chiedere aiuto è il primo passo e significa avere consapevolezza che si ha bisogno di aiuto e rappresenta un grande atto di responsabilità verso se stessi e verso la coppia.