Durante il bacio intervengono: 146 muscoli, tra cui 34 facciali e 112 posturali, cinque paia di nervi cranici per veicolare al cervello informazioni riguardanti movimenti, temperatura, sapori e odori provenienti da labbra, lingua, guance e naso.
Attraverso la pratica del bacio si determina la trasmissione di una ingente e poderosa nuova fonte batterica (una stima: 80 milioni di batteri nel corso di un bacio della durata di 10 secondi, ne deriva un globale rinforzo del sistema immunitario).
Gli eventi fisiologici innescati non si limitano alla registrazione ed alla elaborazione di sensazioni di base, ma implicano l’attivazione di pattern neurochimici e neuroendocrini specifici, aventi il ruolo di modulatori della motivazione, dello stress, del legame sociale e della stimolazione sessuale.
Una breve sintesi degli effetti fisiologici ampiamente accertati, correlati a questo atto, sul piano della funzione ortosimpatica:
- aumento della frequenza cardiaca,
- aumento della pressione sanguigna,
- aumento della profondità del respiro,
- aumento del diametro pupillare,
- aumento della salivazione (che causa una disinfezione del cavo orale e dunque dentario),
- attivazione metabolica (e relativo consumo di calorie),
- secrezione di serotonina, dopamina e ossitocina (neuromodulatori correlati alla percezione di un innalzamento del tono dell’umore),
- riduzione del livello del cortisolo, (ormone correlato agli stati di stress),
contemporaneamente sul piano cognitivo, si verifica un re-setting cognitivo-emozionale molto singolare:
- ritiro del pensiero razionale,
- diminuzione della prudenza e dell’autocoscienza,
- effetto rasserenante in contrasto con l’apparente attivazione adrenergica e nor-adrenergica.
Come sopra accennato, la pratica del baciarsi riduce il livello del cortisolo, l'ormone correlato agli stati di stress: i livelli ematici di cortisolo si innalzano notevolmente in tutte le situazioni di allarme, in ragione di questo dato fisiologico, il livello di questo ormone in circolo può ritenersi un indicatore generico o aspecifico di uno stato di allerta, suddetto indicatore, dunque, rispecchia un meccanismo di secrezione funzionale opposto a quello attivo nel corso di scambi rilassanti e/o di natura erotica.
Parimenti, è possibile prendere in esame un altro indicatore fisiologico: l’ormone ossitocina, attivato dall’Ipofisi posteriore, si tratta di un neuropeptide che agisce da mediatore sinaptico, con un ruolo importantissimo nelle circostanze del parto (fisiologia riproduttiva della donna) e dell’orgasmo (per entrambi i sessi); la secrezione di suddetto ormone parrebbe implicata, inoltre, in processi cerebrali necessari per il riconoscimento sociale e nello stabilirsi di legami fra individui della stessa specie.
In occasione del meeting annuale della Society for Neuroscience, Wendy Hill e Carey Wilson, del Lafayette College, hanno presentato uno studio centrato sulle variazioni dei livelli di ossitocina e cortisolo indotte dall’azione di baciarsi o dall’azione di parlarsi conservando il contatto delle mani [Chip Walters, Aff airs of the lips. Sci. Am. Mind 19 (1): 24-29, 2008].
Il pregio e l’originalità del lavoro di Hill e Wilson consistono nell’aver focalizzato l’attenzione sull’obiettivo di accertare i correlati funzionali specifici del bacio. Lo studio è stato condotto su 15 coppie di fidanzati, studenti di un college, gli sperimentatori hanno operato il confronto (mediante misurazione di livelli ormonali ematici) tra gli effetti prodotti dal bacio e gli effetti prodotti da una condizione di comunicazione confidenziale mediata da un contatto fisico; naturalmente i dati estrapolati relativi ad entrambe le modalità di interazione sono stati rapportati ai livelli fisiologici degli ormoni dei soggetti in assoluta assenza di stimoli.
Le aspettative nutrite dai ricercatori constavano in un netto aumento dell’ossitocina scaturito dalla condizione del baciarsi (da confrontarsi con quello presumibilmente indotto dal parlarsi tenendosi per mano).
Contrariamente alle previsioni di Hill e Wilson, si è registrato un innalzamento dei livelli di ossitocina solo nei ragazzi, mentre nelle ragazze essi sono calati notevolmente, sia dopo il bacio, sia dopo aver parlato mano nella mano.
L’interpretazione di questi risultati si apre a diversificate chiavi di lettura, gli autori del lavoro avanzano l’ipotesi di lettura secondo cui le donne richiederebbero più di un bacio per sentirsi emotivamente o sessualmente partecipi.
Altro studio condotto nel 2005 dall’antropologa Helen Fisher, in collaborazione con ricercatori esperti di diagnostica per immagini, ha rilevato mediante risonanza magnetica funzionale le risposte cerebrali di 17 volontari (10 donne e 7 uomini) posti di fronte allo stimolo visivo di persone per le quali provavano “amore profondo”.
Lo studio rivela un’intensa attività: nell’area tegmentale ventrale, nel nucleo caudato, nell’insula, nel putamen e nel pallido, ossia nelle medesime aree cerebrali appartenenti al network che governa i sistemi del piacere, della motivazione e della ricompensa [Aron A., Fisher H., Mashek D.J., Strong G., Li H., Brown L. L. Reward, moti vati on, and emoti on systems associated with early-stage intense romanti c love. J Neurophysiol. 94 (1): 327-337, 2005].
Questo sottosistema, mediato dal neuropeptide della dopamina, è attivato nel piacere compulsivo e nella risposta innescata da sostanze stupefacenti e dalla classe delle sostanze psicotrope. Sulla base di questa sovrapposizione, i ricercatori hanno ipotizzato che l’attaccamento affettivo impieghi un sostrato neuronale funzionale sovrapponibile a quello attivato dalle sostanze stupefacenti.
La funzione di diretto accertamento della compatibilità genetica espletata attraverso il bacio non è stata ancora dimostrata.
Baciarsi è un modo estremamente efficace per la trasmissione di ferormoni. I ferormoni sono molecole biologiche prodotte da organismi animali e rilasciate nell’ambiente esterno aventi funzione di segnale per individui della stessa specie.
Nelle trattazioni divulgative, la ricezione del messaggio veicolato dai ferormoni è in genere assimilata alla percezione degli odori, ma è necessario distinguere taluni elementi: i ferormoni sono composti di dimensioni maggiori di quelli che conferiscono profumo alle essenze odorose e molti di essi sono inodori, inoltre, elemento caratterizzante della loro azione è costituito dall’innesco di risposte emozionali e sessuali, e tali reazioni non richiedono l’intervento della corteccia cerebrale, a differenza di quanto accade per la percezione olfattiva.
Negli animali, lo studio delle vie nervose attivate dai ferormoni ha condotto da tempo al riconoscimento di una struttura specializzata, indipendente dalle formazioni recettoriali olfattive. Essa si collega con l’amigdala ed altri nuclei che mediano risposte sessuali. Ad esempio, nei roditori, la stimolazione dell’organo vomeronasale mediante ferormoni, determina la scarica di un flusso di ormoni sessuali nel torrente circolatorio, ma l’azione non si limita ad effetti di breve termine, perché tale stimolazione è in grado di modulare la frequenza dell’estro, del comportamento riproduttivo e dell’ovulazione.
L’androstenolo, composto presente nel sudore maschile, per la sua azione d’innesco dell’eccitazione sessuale femminile è incluso nell’elenco dei ferormoni umani e impiegato da tempo nella ricerca psicologica per valutare le influenze inconsce sulle preferenze sessuali delle donne.
Nella pratica del bacio, i ricercatori ipotizzano, pertanto, che l’androstenolo assurga al ruolo di messaggero.
L’atto del baciarsi, dunque, determina una condizione di vicinanza tale da aumentare notevolmente le possibilità di scambio di messaggi chimici, purtuttavia, suddetto comportamento non risulta necessario né indispensabile affinché i messaggi chimici raggiungano i recettori, pertanto il ruolo specifico del bacio potrebbe consistere nell’aumentare ‘la vicinanza’ ed, incrementando la durata degli scambi ravvicinati, esso consentirebbe di protrarre ed ampliare una condizione facilitante un candidato partner, avvantaggiando questi a discapito di tutti gli altri candidati emettitori di ferormoni presenti nell’ambiente circostante.
La funzione sopra illustrata potrebbe risultare di fatto conservata nella realtà umana, in ragione del piacere in se stesso, prodotto dall’atto del baciarsi, derivante dalla stimolazione tattile, gustativa e termica delle labbra, delle mucose e della lingua.