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Paura di ciò che è stato e di ciò che sarà
Buona domenica a tutti,
mi ritrovo qui, a scrivere dopo ben 4 anni a quanto pare, ho riletto una mia vecchia domanda e ricordo ciò che ho passato quando mi sono sommerso di impegni che ho portato a termine...
Ad oggi ho nuove preoccupazioni, qualcosa è andata come speravo, mentre il mio stato emotivo mesi fà mi è sfuggito di mano.
Adesso ho 27 anni, tempo fa mi aiutò una semplice risposta a riflettere, stavolta penso che la questione sia più seria...nel 2021 ho finito la triennale all'università, mi gettai a copofitto sulla specialistica con più tempo per me, con più "spensieratezza" nel cuore, in ripresa da un'infiammazione sportiva partì con molto entusiasmo, quasi con una nuova luce...
in questo lasso di tempo la salute di mio padre peggiorò (lui aveva già avuto problemi di tipo circolatorio e neurologico), perse la parola quasi del tutto e l'uso delle gambe...
inprovvisamente il clima in casa cambiò, mia madre era spaesata ed ammetto che in questo caso ho giocato un ruolo importante, trovammo insieme tutti i modi migliori per gestire mio padre, già presuntuoso di suo, io ero l'unico che ascoltava, ad oggi la sua condizione non è cambiata molto, piccoli miglioramenti muscolari per via dell'esercizio fisico che a volte riesco a fargli fare (adesso sta seduto solo ed a volte riesce a stare sulle gambe con il mio ausilio);
Personalmente penso che su di me quasta situazione abbia influito, mi sono fatto molte domande sulla vita, ho ripensato al passato e a quegli attimi con mio padre quando ero bambino, ad oggi penso che io e lui siamo molto simili, ex. infermiere, di tutti quelli della mia famiglia sembra l'unico che ha fatto i conti con la relatà, l'unico che non giudicava, l'unico che si è messo in gioco in ambito sportivo, amoroso; crescendo è diventato un'ispirazione per me e questo mi fa sorridere ma precedentemente mi ha messo anche un grosso senso di smarrimento, mischiata ad una paura per le incertezze del futuro che ormai va avanti da anni mi ha portato a vivere attimi di profonda angoscia, di catastrofe interiore; che puntualmente ho "ignorato" andando avanti e ripetendomi che tutti a modo nostro siamo insicuri perciò questo stato nella mia testa era la normalità...ci convivevo, non so quanto sbagliavo ma ci convivevo senza neanche autodistruggermi anche se in parte desideravo farlo.
Passano i mesi, comincio nel 2023 a conoscere una nuova donna, non della mia città, è stato strano, era un periodo in cui più volevo stare solo e più la gente mi stava intorno...inizio questa specie di relazione, uscivo quasi tutti i giorni con lei, ci andavo a letto ed all'inizio non provavo nulla, un gesto come un altro, anche se lei era così ossessionata da me...con il tempo mi stavo inziando a tranquillizzare, personalmente ero più a mio agio...ma fu la quiete prima della tempesta, scoprì che essa era già quasi sposata e che io ero l'amante, fermai la cosa anche se ad oggi lei prova a contattarmi non ricevendo nessuna mia risposta (abita fuori dall'Italia per adesso), la mia vita peggiorò (non quello che mi circondava, ma ciò che era dentro me), cambiai continuamente lavori, mai soddisfatto mentre gli altri lo erano di me, continuai il mio percorso da atleta semi-professionista, migliorai molto a livello nazionale e ad oggi penso che lo sport mi tenne in vita ad allora, ormai avevo solo la paura addosso, l'angoscia, avevo paura di non provare più emozioni, sapori, benessere, odori, tutto era diventato una situazione come un'altra, se la mia condizione era "tiepida" provavo solo sofferenza ed apatia, dovevo andare da un estremo all'altro, i 5 sensi dovevano essere molto stimolati per avere la mia attenzione, ed era difficile, solo lo sport, mi ricordava che ero capace ancora di sentire il mio corpo...
in alcuni momenti ho pensato anche a situazioni facili (alcol, ma non ne ho mai fatto uso, perchè sapevo che non era la scelta migliore), in alcuni momenti sono stato così tanto al lungo a sopportare la sofferenza che ricordo che feci una ricerca su internet per sapere in che modo potevo togliermi la vita più facilmente, non lo feci soltanto per non provocare sofferenza a chi ancora mi vuole nella sua vita e sopratutto perchè al di la della sofferenza c'è sempre quella parte di me che resta lucida e che sperava che fosse solo un periodo...
Ad oggi sono qua, con la paura di avere una relazione amorosa, riflettendo non voglio avere neanche una famiglia un domani, però ammetto che una figura femminile accanto mi piacerebbe;
Fisicamente ho avuto qualche disturbo nervoso, ad esempio? ho le palpebre che mi vibrano da Novembre, dalla fine di quella storia, ultimamente la cosa sembra andare a scemare ma nelle situazione di inquietudine riprendono...
raramente ho malessere emotivo, ieri sera però mi sentivo da due giorni come se avessi avuto una crisi di pianto, come se fossi sconvolto, anche se non era successo assolutamente nulla, volevo stare da solo a casa, mi sono imposto di uscire lo stesso, sentivo che sarebbe stato peggio stare da solo; a volte sento che mi sono portato dietro un pò le conseguenze della vita frenetica, adesso quando ho un attimo di calma, ad esempio dove faccio la spesa oppure con un pomerigio libero sento inquietudine...un domani quando ho meno spese vorrei parlare di tutto questo ad uno specialista.
In questo momento sono orientato verso l'insegnamento scolastico e rifelettendoci su questa è una cosa che mi toglie parte della paura per il futuro, perchè mi dà un'idea, ho già diversi ragazzi e persone più grandi che seguo per quanto riguarda il fitness...
ieri un ragazzo che alleno mi ha parlato di una situazione di ansia che stava affrontando con la sua terapista, non ne aveva ancora trovato la causa, però nè è venuto a capo parlando con me, mi ha sorpreso perchè non mi spiego come possa essere uscita una risposta per lui da me che in questo momento mi sento così smarrito.
Vi ho esposto alcuni aspetti passati e presenti della mia vita, non so ancora che risposta aspettarmi; Non so che pensare di ciò che emotivamente ho passato e se preoccuparmene e sopratutto non so quale sia il più giusto stato emotivo nei confronti dell'incertezza per il futuro (avrò le risposte che cerco? devo stare tranquillo? posso stare tranquillo, ma facendo questo non rischio di omettere qualcosa?),
Grazie a chi si prenderà qualche minuto per leggere, è stato difficile scrivere.
Dopo 10 anni dalla rottura, penso e sogno la mia ex
Ciao,
Vi spiego prima il mio problema e poi scrivo la mia storia.
PROBLEMA: La mia ex storica si è sposata e aspetta un bambino. Da quando ho saputo della sua gravidanza (un mese fa) ogni giorno, costantemente la penso. Penso quanto sia felice e quanto debba amare il suo ragazzo per essersi sposata e per aspettare un bimbo. Faccio continui paragoni tra la mia vita e la sua. Penso che a 34 anni abito ancora con i miei e non mi sento realizzato, neanche sul lavoro per esempio. Questi pensieri mettono in dubbio la mia attuale relazione e mi rendono triste, anche se so che dovrei essere felice, mi preoccupano perchè non capisco come mai la mia ex è ritornata nei miei pensieri così costantemente DOPO 10 ANNI dalla rottura. La sogno addirittura la notte, sono arrabbiato nei miei confronti perchè non riesco a non avere la forza di controllare i miei pensieri e le mie azioni (rivedere vecchie foto insieme o risentire le nostre canzoni). Insomma, non sono sereno perchè mi riaffiorano momenti belli soprattutto di quando stavamo insieme e vivo il presente come se ci fossimo appena lasciati. Non nego che è stato un evento molto traumatico per me che rivivo tutt'oggi senza apparente motivo.
STORIA: avevo 20 anni quando ho incontrato la ragazza più importante della mia vita. Più importante perchè siamo stati insieme 5 anni e abbiamo condiviso insieme tutte le prime volte. Ci vedevamo ogni giorno, stavamo bene in famiglia, eravamo davvero genuinamente innamorati.
Un giorno però, dopo 4 anni, decido di allontanarmi in un altra città per lavoro (quello sempre desiderato). Sapevo già all'epoca che sarebbe stato solo un periodo e poi sarei ritornato per lavorare nel mio paese.
Evidentemente la mia ex non reggeva la distanza, gli mancavo troppo e forse vedeva che nonostante tutto io ero felice e mi stavo realizzando senza di lei, anche se mi mancava tantissimo in realtà.
Facendola molto breve, dopo un qualche mese mi manda un messaggio dicendomi che non mi amava più. Mi crolla il mondo adesso e il giorno decido di tornare per sentirlo di persona ma non è mai riuscita a dirmelo. Passiamo un anno intero senza quasi neanche un bacio, era evidente che era triste ormai con me. La sentivo veramente come una persona diversa, fredda.
Così decido di prendere in mano la situazione e maturamente le dico che non aveva senso continuare in questo modo e che la storia si poteva chiudere anche se io la amavo tantissimo. Lei accetta, la accompagno per l'ultima volta a casa e non ci vediamo mai più.
In quel periodo ho sofferto come non mai, lei mi bloccò ovunque e tutt'ora se mi incontra mi saluta a malapena come se avesse paura di me, paura di rivolgermi la parola, non saprei spiegarlo meglio.
Fatto sta che tutto questo è successo ormai 10 anni fa, in tutti questi anni si può dire che l'ho pensata davvero sporadicamente, alla fine ho avuto almeno una decina di relazioni diverse e ora sono fidanzato da ormai 6 anni.
La mia attuale ragazza mi ama, non mi fa mancare nulla indubbiamente. Le piace stare con me ma a questo punto non penso sia lo stesso per me, ho troppi dubbi e pensieri. Abbiamo avuto dei litigi, immagino come tutte le coppie ma ho notato che appena ho un problema con lei mi rifugio nel mio passato sottoforma di pensiero della ex, della sua famiglia e di quanto stavo bene.
CONCLUSIONE: Sono bloccato (apparentemente senza senso) nel passato. Non riesco ad uscire da questo loop di pensieri nostalgici. Non credo si tratti ancora di amore dopo 10 anni (ma chi lo sa) anche se sotto sotto penso di provare ancora qualcosa. Penso più che altro che sia una relazione finita improvvisamente, che mi ha procurato un trauma e non ho avuto la possibilità di ricevere tutte le risposte di cui avrei avuto bisogno.
Sto valutando di parlarne con una psicoterapeuta che potrebbe andare a fondo della questione ma chiedo anche un vostro parere qui.
DETTAGLI: Sono in un periodo in cui il mio lavoro non mi piace più da tempo e vorrei cambiarlo nonostante il contratto a tempo indeterminato. Sento a tratti di provare qualcosa di veramente forte nei riguardi della mia ragazza tanto da chiederle di sposarla, figurati avere un bambino, non sono pronto. Sto cercando di ripartire da me, di curarmi un pò di piu, di curare il mio aspetto fisico e di fare quello che mi piace davvero. Cerco anche di stare più a contatto con gli amici. Sono tutte cose che mi hanno aiutato ad uscire dal trauma vissuto 10 anni fa. Scusate la lunghezza del messaggio. Grazie!
Sensi di colpa
Buongiorno sono un ragazzo di 21 anni e, fidanzato ormai da 4 anni a breve. All’inizio della relazione non avevo questo problema ma con il passare del tempo le cose sono degenerate a tal punto che ormai litighiamo ogni giorno e i momenti di benessere con la mia ragazza sono eventuali oramai.il mio problema è che mi sento in colpa per tutto quello che faccio in ambito relazione, per esempio: parlo con un’altra ragazza, guardo un’altra ragazza, faccio dei pensieri sulle ragazze eccetera…; il problema è che ci sto talmente male internamente che chiaramente devo dirlo alla mia partner altrimenti mi sembrerebbe di mentirle o di nasconderle qualcosa quindi lei sa tutto quello che mi succede. Contestualizzando quello che mi accade sono cose normalissime che accadono nella vita di tutti giorni come vedere o parlare con la mia compagna di università senza nessun tipo di trasporto sessuale o desiderio, a volte magari penso che la ragazza possa essere carina o bella ma non mi sono messo mai a flirtare con le ragazze oppure desiderarle perché io amo la mia ragazza e non avrei motivo di fare certe cose. Tuttavia anche se sono cose comuni che accadono nella vita di tutti i giorni io comunque mi sento in colpa e devo dire alla mia ragazza che purtroppo a causa delle numerevoli volte che accadono è arrivata al limite della sopportazione e continuiamo ad arrabbiarci perché lei dice che queste cose, pensieri ecc non li fa e vorrebbe che io fossi come lei. Io so di avere magari qualche problema perché confrontandomi con i ragazzi della mia età (che fanno ben di peggio senza sentirsi in colpa) penso di essere un caso abbastanza particolare del dover dire tutto quello che mi capita però a causa della quantità di volte la mia ragazza non fa altro che arrabbiarsi sempre di più e io non so cosa fare. Ringrazio in anticipo per la risposta .
1 risposte - LeggiCome comportarsi se…
Ciao,
È da un po’ di tempo che desideravo provare il domanda-risposta su questo portarle, mi presento:
Sono R., ho 32 anni e vivo in provincia di Milano.
Ho deciso da circa un mese di affidarmi a una psicologa per affrontare meglio questo periodo in cui mi sento abbastanza giù di morale.
Precisò che per intraprendere un percorso lavorativo migliorativo, ho lasciato un posto a tempo indeterminato per poi essermi ritrovata ad aver girato più di 3 altri posti di lavoro, senza che nessuno di loro mi abbia offerto un contratto decente o mi abbia confermato dopo il periodo di prova.
Ho avuto periodi di difficoltà economiche e inutile dire che sono stata molto giù di morale.
Per trovare lavoro devo inizialmente fare la falsa, ma dopo un po’ non tengo più la parte e specialmente quando provo a farmi valere dicendo semplicemente la verità ed essendo onesta con chiunque, ecco che scatta in loro l’indispettirsi e vengo lasciata a casa.
Sono stufa e incazzata.
Come se non bastasse mi sento non trattata con rispetto dal mio ragazzo. Tante e tante cose…
Che temo di scrivere qui.
Come posso uscirne?
Grazie.
Tanatofobia
Salve Io ho iniziato una terapia cognitivo comportamentale per il mio problema di tanatofobia o paura della morte paura del tempo che passa paura del fatto di perdere i propri cari. Volevo sapere per essere più tranquillo quanto tempo ci vuole per guarire da tutto ciò dopo la terapia grazie. Per favore è gradita una risposta
0 risposte - LeggiMoglie incazzata
Nella nostra famiglia, fortunatamente, non manca nulla. Bella casa, nessun problema economico e al momento e per fortuna nessuno di salute. Figlie grandi, laureate e indipendenti con ottimi lavori. Possiamo toglierci gli sfizi che vogliamo, a cena fuori, in vacanza d'estate e inverno. Eppure mia moglie è sempre incazzata, basta un nonnulla per urli e filippiche, soprattutto di cose non importanti al limite del ridicolo. uno stato di ansia che le fa criticare tutto ed incazzarsi per niente, tipo due (due) briciole di pane cadute per terra, una finestra aperta che doveva essere chiusa. Una sproporzione evidente. forse non sta bene ? che meccanismo psicologico scatta?
Mi sembra impossibile che non si riesca a stare sereni
Perché mia moglie ha bisogno di questa fantasia?
Buongiorno
Mia moglie ed io siamo sposati da 21 anni.
Io no ho 47 e lei 42, abbiamo due figli.
La nostra vita matrimoniale è tutt'ora serena, solo qualche litigio qua e là, i figli crescono e noi stiamo bene insieme.
Sul fronte del sesso ho un dubbio.
Qualche mese fa ho scoperto sul suo cellulare un'applicazione, un po' nascosta, che so essere usata per chattare, la cui presenza mi è parsa strana.
Voglio chiarire che non si è trattato di un controllo motivato da dubbi, mi ha chiesto di tentare di sistemare il suo cellulare in quanto crashava in continuazione.
Senza voler approfondire la questione informatica vi dirò che ho aperto questa app.
Ebbene ho contato una decina di contatti, tutti uomini intorno i 45 anni circa, con i quali scambia frasi molto spinte, erotiche ma anche estremamente "porno".
Dopo la prima gelata di sangue ho cercato di ragionare e pormi domande.
1) Se nascondesse una tresca non sarebbe così ingenua da darmi il suo cellulare rischiando di essere scoperta.
2) Se invece lo avesse fatto apposta per mettermi sotto il naso le mie corna non sapendo in quale altro modo fare?
3) Perché a questi uomini non menziona nessun problema di coppia col quale giustificare il suo comportamento? Perché nelle sue frasi parla solo di sesso spinto fine a sé stesso?
..... è così via.
Non riuscendo a trovare un senso logico apparente in nessuna ipotesi, in quanto non stiamo attraversando nessuna crisi matrimoniale, ho deciso di guardarla negli occhi e chiederle spiegazioni..... tra un misto di sgomento, rabbia e terrore di averla persa senza essermene neppure accorto.
Attimo di sguardi.... poi la spiegazione mi ha lasciato di stucco.
"Non ti sto tradendo... è una mia fantasia, solo una fantasia.... che non avevo il coraggio di dirti".
Una fantasia inconfessabile.
Ovvero si eccita a chattare con perfetti sconosciuti recitando la parte della moglie fedifraga.
Devo dire che, tornando indietro con la memoria, non ha mai cambiato abitudini, non si cura più di prima, non si chiude in bagno per chattare.... non fa tutte quelle cose tipiche dei traditori, tranne usare parecchio il cell.
Ha voluto dimostrarmi che non mi tradisce davvero.
Ha voluto che leggessi integralmente tutte le chat,
ho letto cose molto spinte, cose che facciamo io e lei, non sono un puritano bacchettone.
Ma leggere certe cose rivolte ad altri uomini mi ha turbato molto.
Però devo ammettere che in mezzo a tutte quelle frasi non ho letto nulla che indicasse un suo scontento nei miei confronti, anzi, mi ha più volte descritto come passionale, ma che nonostante questo lei aveva bisogno di tradirmi comunque per dare sfogo alla “moglie troia” che è in lei ( parole scritte da lei).
Ma alle insistenze di questi uomini per incontrarla, lei rispondeva sempre con frasi indefinite che lasciavano in sospeso il discorso, senza dire di no e senza dire di si.
Ad un paio di questi, i più insistenti, mesi fa ha scritto che io l'avevo sorpresa e quindi doveva troncare.
È così è stato, vedendo la cronologia ho potuto constatare che con questi due non ha più scritto in effetti.
Insomma, tutto lascia intendere che non mi stia mentendo quando mi dice che è solo un gioco virtuale.
Ovvero che trovi eccitante recitare la parte della fedifraga ma senza esserlo davvero.
Ma adesso mi ritrovo in una condizione stranissima:
Mia moglie vorrebbe il mio benestare per continuare a chattare recitando un ruolo che la eccita e alimenta le sue fantasie virtuali, sostiene inoltre che tale pratica la “accende” e proprio per questo a letto è molto calda con me.
Io mi ritrovo a 47 anni a dover fare i conti con dubbi sulla sua onestà, anche se sembrerebbe tutto vero, ma la gelosia è irrazionale.
Insomma... ho diversi elementi per crederle ma mi sento agitato, come posso non temere che prima o poi tutte queste chat le facciano fare la sciocchezza?
Temo che impedirglielo faccia solo danno.
Grazie mille
Lui ha tratti narcisistici, esiste un alternativa alla parola fine?
buongiorno,
ho una relazione con un uomo che presenta alcuni tratti narcisistici della personalità.
Non credo rientri in un totale disturbo di personalità, in quanto presenta sensi di colpa, empatia e attenzione vera nei confronti delle persone con cui si relaziona e nei miei confronti. Ma non riesce a costruirsi una relazione umana che sia vera e stabile, soprattutto non permette più di tanto che gli si avvicini. O meglio, ha amicizie durature e di lunga data, ma solo se l'altro è disposto a darsi da fare pur di tenerla in piedi, cercandolo, standogli vicino. Lui non fa assolutamente nulla parte sua perché il rapporto stia in piedi. Con me alterna momenti di presenza totale, vicinanza, e manifestazione di amore ed affetto, a fughe repentine, senza apparente ragione se non appena mi avvicino troppo, e lunghi ed infiniti silenzi. In seguito ai quali, una volta riallacciato il contatto è come se nulla mai fosse accaduto. Alcuni tratti del narcisista mi pare li possieda appieno, il bisogno di essere sempre al centro, di essere lodato ed ammirato, la consapevolezza che questo malsano gioco di allontanamento e vicinanza mi leghino sempre più a lui. Prova stima nel riconoscere che con lui la vita è una roulette russa. Si vola e ci si schianta. Va molto fiero di questo suo aspetto caratteriale. Solo i coraggiosi ed i temerari osano... a suo dire... Si riconosce come un premio, un trofeo che raggiungo se mi do da fare, se mi impegno. Sarò ricompensata... questo è il suo modo di vedere se stesso. Io e tutte le persone che con lui si relazionano siamo considerate valide e di valore solo e se disposte a farsi in quattro per lui. Al contrario suo, che nulla fa pur di tenere vicino a sé chiunque. Sola eccezione la madre. Si giustifica dicendo di non avere bisogno di manifestare il suo affetto, tanto coloro che lo amano lo sanno, ma allo stesso tempo si aspetta e pretende che chi lo ama faccia di tutto pur di stargli vicino. Si aspetta il massimo dando il minimo se non il nulla. Ora, sono combattuta tra il gettare la spugna e abbandonare la nave, ma la consapevolezza che non sia del tutto così, mi spinge a convincermi che non sia del tutto irrecuperabile. E' una persona molto sensibile, soffre lui stesso del suo modo di essere, ed in fondo è consapevole di quanto sia lui stesso la causa per cui tutti finiscano inevitabilmente per allontanarsi. Questo fa si che si crei un effetto a catena, gli altri vanno via e lui fa sempre meno per trattenerli. Io so che è una persona buona, distante molto, rispetto ad alcuni aspetti che descrivono il narcisista patologico come un individuo senza speranza dal quale scappare a gambe levate. La verità è che gli voglio molto bene, ma ne voglio anche a me stessa. Ora, sono arrivata a soffrire sempre meno le sue assenze e le sue sparizioni, ma non vorrei abbandonarlo. E' palese che soffra quando qualcuno a cui tiene prende le distanze, e lo manifesta, nei gesti, nelle parole, negli stati d'animo. Eppure finisce per convincersi che la solitudine per lui sia la miglior soluzione, almeno questo è quello che si dice, quello che sente, io sono certa, è l'esatto opposto. Avrei piacere di avere un consiglio se possibile. grazie Chiara
Felicemente fidanzata ma pensare all'ex
Sono una ragazza di 22 anni e da quasi 7 mesi sono fidanzata con un ragazzo stupendo. Con lui c'è molta complicità mentale, è bello intelligente e non litighiamo praticamente mai. Tuttavia sempre più frequentemente mi ritrovo a pensare al mio ex, a sognarlo e a addirittura sperare di incrociarlo. Con il mio ex siamo stati insieme 2 anni, una relazione super intensa ma piena di alti e bassi ed è finita perchè in un periodo litigavamo troppo (non perchè non c'erano i sentimenti). Ci siamo lasciati un anno fa, ho passato i primi mesi con la rabbia dentro ma ora che mi è passata sono curiosa a voler capire come è diventato ora e come staremmo insieme, anche se ho paura di rovinare tutto.Le poche volte che l'ho sentito (perchè anche a lui manco e a volte mi cercava) avrei voluto raccontargli un sacco di cose, ma so che ora sono fidanzata e non è il caso.
Fino a che punto è normale pensare ad un ex? è normale essere felicemente fidanzata e a modo mio amare la persona con cui sto ora ma pensare all'ex che si aveva amato con tutta se stessa? Cosa faccio?
freno inibitorio: cosa significa?
Salve buonasera volevo sapere cosa significa non avere freni inibitori
3 risposte - LeggiMangiarsi continuamente le pellicine dalle labbra
Salve! Ho un problema con le labbra: mi tolgo continuamente le pellicine dalle labbra fino a sanguinare. Passo buona parte della giornata con le mani sulla bocca, spesso neanche me ne accorgo, è diventato automatico. Quando tolgo le pellicine lo faccio quasi con "cattiveria" non sono delicata a farlo, arrivo fino a sanguinare e a provare dolore tant'è che a volte non riesco a muovere le labbra per sorridere o per parlare che mi si spaccano e sanguinano ancora. Quando arrivo a sanguinare, non mi fermo se c'è a cora la pellicina la devo strappare sangue o non sangue. Quando però arrivo al dolore, si mi fa male, ma un è male direi quasi piacevole ormai. Se provo a non farlo o mi mangio le unghie o dirigono i denti.
Ho questo problema da un po' di anni ormai; per un certo periodo se c'era un capello in mezzo al viso o in giro da solo lo strappavo quasi sempre, ora mi capita meno spesso. Fino ad un paio di anni fa se avevo crosticine o brufoletti in viso li grattavo via mente ora lo faccio con quelli sulla schiena.
Per un periodo di quasi tre mesi, circa cinque anni fa sono caduta nell'autolesionismo fino ad arrivare a preparare un suicidio che però, fortunatamente non sono mai riuscita a fare, anche se allora volevo.
Adesso ne sono uscita da sola, nessuno sa nulla.
Ad oggi mi capita di avere alcuni momenti in cui sono stesa sul divano a fare nulla o a scuola o comunque in situazioni "normali" e avere attacchi d'ansia suppongo siano, mi batte forte il cuore e respiro un po' corto
Spesso mi capita di pensare ancora al suicidio, a come sarebbe se fossi morta o come starebbero meglio gli altri; in stazione a volte quando sta per arrivare il treno lo fisso e mi avvicino alla linea gialla anche superandola senza però mai buttarmi.
Ho scoperto di avere una amica che è caduta in una lieve depressione e questo mi blocca ancora di più nel parlarne con qualcuno.
Essendo sia alle elementari che alle medie e a volte anche alle superiori, stata presa in giro per diversi motivi, sono molto chiusa ci vuole molto tempo prima che qualcuno riesca ad avere la mia fiducia, e per questo in tutta la vita non ho mai avuto una migliore amica, o un fidanzato o comunque qualcuno che restasse nella mia vita. Tutto ciò mi porta a sentirmi molto spesso sola e non cercata, come non amata e praticamente inutile.
Tra l'altro ho anche un rapporto molto difficile con i miei genitori, diciamo che se dovessi dire che gli voglio bene, non sarebbe un bene da figlio, ma un bene da conoscenti diciamo; non li sento molto genitori, non sono mai stato molto presenti nella mia vita e nonostante mi abbiano dato tutto non mi hanno mai dato l'amore di cui necessitavo.
Con loro non voglio tassativamente parlargiene.
La mia domanda è: la cosa a cui sto pensando è fare diverse vistie quando mi trasferisco tra un po' di mesi, ma fino ad allora come dovrei comportarmi? Cosa devo fare? Cosa mi consiglia? Grazie mille per la vostra risposta
Perchè vivere?
La domanda di questi giorni è : Perché Vivere?
Non riesco a trovare qualcosa per la quale valga la pena vivere, l’unica cosa che mi tiene qui sono i miei genitori e mia sorella, loro non meritano un dolore così grande, non meritano di perdere una persona alla quale vogliono tanto bene. Tutti gli altri se ne farebbero una ragione, starebbero male un pochino, ma poi passerebbe tutto. Io perché devo continuare a “vivere” una vita che non mi porta da nessuna parte ? Perché devo vivere? Non vedo un futuro, non mi piace studiare, non mi fiderò mai di nessun ragazzo. So per cosa devo vivere ma non so per cosa VOGLIO vivere.
Tutto ciò che faccio lo faccio per impiegare il tempo, è solo un palliativo, nell’attesa che il giorno finisca. Il problema è che quando un giorno finisce, ne inizia un altro e tutto si ripete come il giorno prima.
Non ho la forza di andare avanti, non ho la forza per fare niente, non ho la forza di studiare, di leggere, di amare la vita. Amare la vita…ma poi perché? È qualcosa che ho voluto io?
No, io non volevo nascere.
Se non fossi nata adesso non avrei nessun problema, se non fossi nata, nessuno piangerebbe per la mia morte.
E invece devo stare qua, costretta, per far giocare qualcuno che si annoiava e ha deciso di creare il mondo. Sempre se questo qualcuno esiste. Se non esistesse sarebbe ancora peggio. Sarei qui per pura casualità.
Il mondo è cattivo, le persone sono cattive, è tutto pieno di sofferenza, soffriamo tutti e non abbiamo il coraggio di porre fine a tutto ciò. Vorrei che il mondo finisse e si portasse via tutti i dolori e la cattiveria dell’umanità. Sarebbe meglio per me, per tutte le persone che vivono adesso e che vivranno in futuro. Smettiamola di fare figli, smettiamola di mettere al mondo persone che soffriranno, spezziamo questo cerchio, finiamola di essere stupidi ed egoisti. Noi soffriamo e cerchiamo di stare meglio giocando con la vita degli altri. Dovrebbe essere illegale favoreggiare il proseguimento della vita sulla terra.
Qual è il senso di tutto ciò?
Tutto ciò che facciamo è un modo per impiegare del tempo dato che abbiamo avuto la sfortuna di nascere.
Mi sento vuota, mi sento senza uno scopo, mi sento triste, depressa. Prima non ero così, prima apprezzavo qualsiasi cosa…che stupida! Adesso ho aperto gli occhi, ho capito che razza di fregatura è la vita.
Che cattiveria immensa.
Paura di ciò che è stato e di ciò che sarà
Buona domenica a tutti,
mi ritrovo qui, a scrivere dopo ben 4 anni a quanto pare, ho riletto una mia vecchia domanda e ricordo ciò che ho passato quando mi sono sommerso di impegni che ho portato a termine...
Ad oggi ho nuove preoccupazioni, qualcosa è andata come speravo, mentre il mio stato emotivo mesi fà mi è sfuggito di mano.
Adesso ho 27 anni, tempo fa mi aiutò una semplice risposta a riflettere, stavolta penso che la questione sia più seria...nel 2021 ho finito la triennale all'università, mi gettai a copofitto sulla specialistica con più tempo per me, con più "spensieratezza" nel cuore, in ripresa da un'infiammazione sportiva partì con molto entusiasmo, quasi con una nuova luce...
in questo lasso di tempo la salute di mio padre peggiorò (lui aveva già avuto problemi di tipo circolatorio e neurologico), perse la parola quasi del tutto e l'uso delle gambe...
inprovvisamente il clima in casa cambiò, mia madre era spaesata ed ammetto che in questo caso ho giocato un ruolo importante, trovammo insieme tutti i modi migliori per gestire mio padre, già presuntuoso di suo, io ero l'unico che ascoltava, ad oggi la sua condizione non è cambiata molto, piccoli miglioramenti muscolari per via dell'esercizio fisico che a volte riesco a fargli fare (adesso sta seduto solo ed a volte riesce a stare sulle gambe con il mio ausilio);
Personalmente penso che su di me quasta situazione abbia influito, mi sono fatto molte domande sulla vita, ho ripensato al passato e a quegli attimi con mio padre quando ero bambino, ad oggi penso che io e lui siamo molto simili, ex. infermiere, di tutti quelli della mia famiglia sembra l'unico che ha fatto i conti con la relatà, l'unico che non giudicava, l'unico che si è messo in gioco in ambito sportivo, amoroso; crescendo è diventato un'ispirazione per me e questo mi fa sorridere ma precedentemente mi ha messo anche un grosso senso di smarrimento, mischiata ad una paura per le incertezze del futuro che ormai va avanti da anni mi ha portato a vivere attimi di profonda angoscia, di catastrofe interiore; che puntualmente ho "ignorato" andando avanti e ripetendomi che tutti a modo nostro siamo insicuri perciò questo stato nella mia testa era la normalità...ci convivevo, non so quanto sbagliavo ma ci convivevo senza neanche autodistruggermi anche se in parte desideravo farlo.
Passano i mesi, comincio nel 2023 a conoscere una nuova donna, non della mia città, è stato strano, era un periodo in cui più volevo stare solo e più la gente mi stava intorno...inizio questa specie di relazione, uscivo quasi tutti i giorni con lei, ci andavo a letto ed all'inizio non provavo nulla, un gesto come un altro, anche se lei era così ossessionata da me...con il tempo mi stavo inziando a tranquillizzare, personalmente ero più a mio agio...ma fu la quiete prima della tempesta, scoprì che essa era già quasi sposata e che io ero l'amante, fermai la cosa anche se ad oggi lei prova a contattarmi non ricevendo nessuna mia risposta (abita fuori dall'Italia per adesso), la mia vita peggiorò (non quello che mi circondava, ma ciò che era dentro me), cambiai continuamente lavori, mai soddisfatto mentre gli altri lo erano di me, continuai il mio percorso da atleta semi-professionista, migliorai molto a livello nazionale e ad oggi penso che lo sport mi tenne in vita ad allora, ormai avevo solo la paura addosso, l'angoscia, avevo paura di non provare più emozioni, sapori, benessere, odori, tutto era diventato una situazione come un'altra, se la mia condizione era "tiepida" provavo solo sofferenza ed apatia, dovevo andare da un estremo all'altro, i 5 sensi dovevano essere molto stimolati per avere la mia attenzione, ed era difficile, solo lo sport, mi ricordava che ero capace ancora di sentire il mio corpo...
in alcuni momenti ho pensato anche a situazioni facili (alcol, ma non ne ho mai fatto uso, perchè sapevo che non era la scelta migliore), in alcuni momenti sono stato così tanto al lungo a sopportare la sofferenza che ricordo che feci una ricerca su internet per sapere in che modo potevo togliermi la vita più facilmente, non lo feci soltanto per non provocare sofferenza a chi ancora mi vuole nella sua vita e sopratutto perchè al di la della sofferenza c'è sempre quella parte di me che resta lucida e che sperava che fosse solo un periodo...
Ad oggi sono qua, con la paura di avere una relazione amorosa, riflettendo non voglio avere neanche una famiglia un domani, però ammetto che una figura femminile accanto mi piacerebbe;
Fisicamente ho avuto qualche disturbo nervoso, ad esempio? ho le palpebre che mi vibrano da Novembre, dalla fine di quella storia, ultimamente la cosa sembra andare a scemare ma nelle situazione di inquietudine riprendono...
raramente ho malessere emotivo, ieri sera però mi sentivo da due giorni come se avessi avuto una crisi di pianto, come se fossi sconvolto, anche se non era successo assolutamente nulla, volevo stare da solo a casa, mi sono imposto di uscire lo stesso, sentivo che sarebbe stato peggio stare da solo; a volte sento che mi sono portato dietro un pò le conseguenze della vita frenetica, adesso quando ho un attimo di calma, ad esempio dove faccio la spesa oppure con un pomerigio libero sento inquietudine...un domani quando ho meno spese vorrei parlare di tutto questo ad uno specialista.
In questo momento sono orientato verso l'insegnamento scolastico e rifelettendoci su questa è una cosa che mi toglie parte della paura per il futuro, perchè mi dà un'idea, ho già diversi ragazzi e persone più grandi che seguo per quanto riguarda il fitness...
ieri un ragazzo che alleno mi ha parlato di una situazione di ansia che stava affrontando con la sua terapista, non ne aveva ancora trovato la causa, però nè è venuto a capo parlando con me, mi ha sorpreso perchè non mi spiego come possa essere uscita una risposta per lui da me che in questo momento mi sento così smarrito.
Vi ho esposto alcuni aspetti passati e presenti della mia vita, non so ancora che risposta aspettarmi; Non so che pensare di ciò che emotivamente ho passato e se preoccuparmene e sopratutto non so quale sia il più giusto stato emotivo nei confronti dell'incertezza per il futuro (avrò le risposte che cerco? devo stare tranquillo? posso stare tranquillo, ma facendo questo non rischio di omettere qualcosa?),
Grazie a chi si prenderà qualche minuto per leggere, è stato difficile scrivere.
Sensi di colpa
Buongiorno sono un ragazzo di 21 anni e, fidanzato ormai da 4 anni a breve. All’inizio della relazione non avevo questo problema ma con il passare del tempo le cose sono degenerate a tal punto che ormai litighiamo ogni giorno e i momenti di benessere con la mia ragazza sono eventuali oramai.il mio problema è che mi sento in colpa per tutto quello che faccio in ambito relazione, per esempio: parlo con un’altra ragazza, guardo un’altra ragazza, faccio dei pensieri sulle ragazze eccetera…; il problema è che ci sto talmente male internamente che chiaramente devo dirlo alla mia partner altrimenti mi sembrerebbe di mentirle o di nasconderle qualcosa quindi lei sa tutto quello che mi succede. Contestualizzando quello che mi accade sono cose normalissime che accadono nella vita di tutti giorni come vedere o parlare con la mia compagna di università senza nessun tipo di trasporto sessuale o desiderio, a volte magari penso che la ragazza possa essere carina o bella ma non mi sono messo mai a flirtare con le ragazze oppure desiderarle perché io amo la mia ragazza e non avrei motivo di fare certe cose. Tuttavia anche se sono cose comuni che accadono nella vita di tutti i giorni io comunque mi sento in colpa e devo dire alla mia ragazza che purtroppo a causa delle numerevoli volte che accadono è arrivata al limite della sopportazione e continuiamo ad arrabbiarci perché lei dice che queste cose, pensieri ecc non li fa e vorrebbe che io fossi come lei. Io so di avere magari qualche problema perché confrontandomi con i ragazzi della mia età (che fanno ben di peggio senza sentirsi in colpa) penso di essere un caso abbastanza particolare del dover dire tutto quello che mi capita però a causa della quantità di volte la mia ragazza non fa altro che arrabbiarsi sempre di più e io non so cosa fare. Ringrazio in anticipo per la risposta .
1 risposte - LeggiCome comportarsi se…
Ciao,
È da un po’ di tempo che desideravo provare il domanda-risposta su questo portarle, mi presento:
Sono R., ho 32 anni e vivo in provincia di Milano.
Ho deciso da circa un mese di affidarmi a una psicologa per affrontare meglio questo periodo in cui mi sento abbastanza giù di morale.
Precisò che per intraprendere un percorso lavorativo migliorativo, ho lasciato un posto a tempo indeterminato per poi essermi ritrovata ad aver girato più di 3 altri posti di lavoro, senza che nessuno di loro mi abbia offerto un contratto decente o mi abbia confermato dopo il periodo di prova.
Ho avuto periodi di difficoltà economiche e inutile dire che sono stata molto giù di morale.
Per trovare lavoro devo inizialmente fare la falsa, ma dopo un po’ non tengo più la parte e specialmente quando provo a farmi valere dicendo semplicemente la verità ed essendo onesta con chiunque, ecco che scatta in loro l’indispettirsi e vengo lasciata a casa.
Sono stufa e incazzata.
Come se non bastasse mi sento non trattata con rispetto dal mio ragazzo. Tante e tante cose…
Che temo di scrivere qui.
Come posso uscirne?
Grazie.
Moglie incazzata
Nella nostra famiglia, fortunatamente, non manca nulla. Bella casa, nessun problema economico e al momento e per fortuna nessuno di salute. Figlie grandi, laureate e indipendenti con ottimi lavori. Possiamo toglierci gli sfizi che vogliamo, a cena fuori, in vacanza d'estate e inverno. Eppure mia moglie è sempre incazzata, basta un nonnulla per urli e filippiche, soprattutto di cose non importanti al limite del ridicolo. uno stato di ansia che le fa criticare tutto ed incazzarsi per niente, tipo due (due) briciole di pane cadute per terra, una finestra aperta che doveva essere chiusa. Una sproporzione evidente. forse non sta bene ? che meccanismo psicologico scatta?
Mi sembra impossibile che non si riesca a stare sereni
Problemi relazionali e personali
Ho 26 anni e sono fidanzata da 4 anni e mezzo con un ragazzo della mia stessa età. La nostra relazione ha sempre avuto degli alti e bassi e negli ultimi mesi sono stati più i momenti bassi che alti. Non siamo ancora purtroppo laureati e stiamo finendo con difficoltà una laurea triennale in due percorsi diversi che è stata resa più complicata a seguito del periodo del covid. Lui associa il fatto di non essere realizzati a livello universitario e/o lavorativo ai problemi che sorgono all'interno della nostra coppia. Io sono infatti una persona che, nonostante il fatto che non sia ancora laureata, cerca sempre di trovare degli svaghi, anche perché dal 2020 mi trovo praticamente in una situazione di stallo e di chiusura perché ho smesso di frequentare l'università in presenza e quindi passo le mie giornate praticamente tutte quante chiuse in casa studiando per dare gli ultimi esami in attesa della laurea. Proprio per questo ho bisogno di stimoli. Che sia un viaggio, che sia una gita fuori porta, che sia un concerto, che sia una cena fuori o una semplice passeggiata, cerco degli stimoli che possano per un po' annullare la piattezza delle mie giornate e di questi mesi che nell'ultimo periodo mi sembrano quasi che non abbiano senso. Ovviamente non dico che questa sia l'unica soluzione per migliorare la mia situazione attuale però sicuramente più passo del tempo in casa, peggio vivo questa situazione. Dall'altro lato, sotto le mie sollecitazioni il mio ragazzo sembra quasi infastidirsi dicendo che non meritiamo questi svaghi perché ancora non siamo realizzati e che dobbiamo concentrarci sul nostro percorso universitario. Mi fa quasi sentire sbagliata nel voler trovare degli svaghi perché ogni qualvolta che io propongo qualcosa di diverso da fare, lui mi rinfaccia il fatto che io ancora non sia laureata e realizzata e che quindi dovrei pensare alle cose serie piuttosto che a quelle che lui definisce cavolate. Io d'altro canto vivo già la mia situazione con una profonda ansia, cosa di cui spesso ho anche parlato con lui e che ho manifestato (motivo per il quale col prossimo bonus psicologo ho intenzione di iniziare una terapia che possa aiutarmi a migliorare realmente questa situazione) e quindi queste sue parole mi feriscono perché mi fa sentire ancora di più addosso il peso del mio fallimento in ambito universitario. Dunque, qualcuno potrà pensare che il suo è un modo duro per darmi una svegliata ma io credo che lui giochi tanto su questa mia debolezza perché sa purtroppo che soffro molto per questa cosa, per trarne vantaggio a proprio favore. Lui infatti è sempre stata una persona molto più statica e con molta poca iniziativa, tanto che tutto ciò che abbiamo fatto negli anni, quelle pochissime cose anzi che abbiamo fatto in questi anni, sono state fatte sotto una mia spinta. Lui con me è sempre stato molto piatto, non ha quasi mai proposto nulla ma le uniche cose che ha fatto insieme a me includevano anche la sua famiglia. Questo è uno dei motivi principali per cui noi spesso abbiamo litigato, perché sembra sempre che con me non abbia voglia di fare nulla ma che si attivi se si tratta di fare qualcosa con la sua famiglia (ad esempio se propongo di dormire una notte fuori in hotel nella nostra città per starcene da soli o di fare una spa lui inizia con la solita storia, mentre se si tratta di andare a vedere una partita allo stadio con i suoi familiari lo fa volentieri). Per questo penso che lui abbia capito quale tasto toccare per smorzare il mio entusiasmo ogni qualvolta che a me viene voglia di fare qualcosa. Il suo modus operandi infatti è sempre lo stesso: quando io propongo di fare qualcosa lui inizia a dirmi che sono immatura, che non penso alle cose serie, non penso a realizzarmi, che penso solo alle cavolate e che vista la situazione in cui sono non dovrai pensare a degli svaghi quanto piuttosto a laurearmi. Io e d'altro canto sentendomi attaccata e rimanendoci male per le parole che lui usa, finisco con l'arrabbiarmi, rispondere in malo modo e chiudere la conversazione. Alla fine lui ottiene quello che vuole, cioè non fare nulla di quello che io propongo, e io alla fine, una volta sbollentata la rabbia, finisco con l'accettare questa situazione e farmi carico di quelle parole pensando che forse ha ragione lui quando dice che in questo momento non mi merito alcun premio. Penso, però, che la persona con cui si sta, dovrebbe essere dura quando è il caso di esserlo ma dall'altro lato capire anche le tue debolezze e accoglierle e non usarle a proprio vantaggio. Penso anche che in questo momento della mia vita in cui mi ritrovo a passare intere giornate in casa senza vedere quasi nessuno, senza frequentare più colleghi e senza avere una mia routine, lui dovrebbe capire che per me fare qualcosa con lui può essere stimolante e può aiutarmi a vivere meglio questa situazione nella quale vivo da ormai parecchio tempo. A volte invece mi sento un peso perché ho paura a proporre qualsiasi cosa, anche una minima sciocchezza come andare a mangiare una pizza fuori o uscire a prendere un caffè, perché so già che lui non prenderà bene la mia richiesta. Inoltre, mi sento già un fallimento per la situazione in cui mi trovo e quindi il fatto che anche il mio fidanzato me lo faccia notare e quasi mi dica che anche lui pensa questo di me, mi fa sentire ancora peggio. Io davanti a questa situazione non so come comportarmi, ormai sono anni che la situazione va avanti così. Non so se è normale, non so se dopo la laurea cambierà qualcosa nella nostra relazione e non so nemmeno se mi merito di vivere così la mia relazione in attesa che io prenda la laurea o che entrambi prendiamo la laurea per vivere la relazione in modo diverso.
1 risposte - LeggiPerché allontano le persone a cui voglio bene?
Sono una ragazzi di 26 anni, a 16 anni ho iniziato una terapia con una psicologa, ci sono stata per 3 anni, con la vita che era tornata ad avere un senso e soprattutto ad essere vita. Ero in terapia a causa di alcuni traumi vissuti a scuola alle elementari. Ho superato tutto, ho iniziato a vivere pienamente e finalmente la mia età però ogni tanto ho dei periodi di buio perché? Perché dopo che ci ho messo tempo a fidarmi di una persona e ad affezionarmi, tendo ad allontanare questa persona? Perché continuo a non stare al 100% bene?
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