Domande su Alimentazione Domande e Risposte su alimentazione e rapporto con il cibo
Paura di mangiare dopo intervento di ernia iatale
Salve sono un ragazzo di 39 anni el 2000/2001 sono stato operato di ernia iatale allo stomaco prima dell'intervento mangiavo sia a pranzo che cena ma adesso solo a pranzo la cena non la faccio piu ' da molto tempo io sono alto 176 e peso 60 kg vorrei tornare a magiare come prima come devo fare la sera ti viene fame ma adesso sono entrato in una paura di sentirmi male mi sono fatto tutti gli esami del caso come gastroscopia esami del sangue alla tiroide non è uscito nulla mi sapete dire voi cosa devo fare grazie
4 risposte - LeggiDisturbi alimentari e depressione
Salve,ho 18 anni ed è da due anni che soffro di disturbi alimentari. Un anno fa ho preso l'iniziativa di farmi aiutare da una psicologa ma questo luglio ho deciso di mollarla pensando di potercela fare da sola. In effetti stavo per farcela, avevo ripreso qualche chilo e mangiavo normalmente. Certo, a volte tornavano i sensi di colpa ma riuscivo a non perdere il controllo. Purtroppo quest'estate ho avuto l'ennesima delusione da parte di un ragazzo e da parte di due miei amici i quali erano le uniche persone a con cui parlavo del mio problema tranquillamente. Sono stata malissimo e sono ritornata al punto di partenza, come se avessi perso solo tempo.La ex amica frequenta la mia stessa scuola, la incontro ogni giorno ma senza un motivo non si degna nemmeno di un saluto. Sto malissimo, non sopporto la gente che continuamente mi offende dicendomi "sei anoressica", anche se nessuno sa che ho questi disturbi in quanto ho inventato di aver avuto altri problemi. Fa veramente schifo e a parte la mia famiglia non ho nessuno. Sono sola, non ho una vita sociale. Faccio fatica a stare in compagnia e mi isolo. Mi sento inferiore a tutte. Evito i compagni, se vanno a prendere qualcosa al bar io non ci vado mai. Non riesco a guardarmi allo specchio, mi odio, mi sento come se fossi intrappolata in un corpo che non vorrei assolutamente e farei qualsiasi cosa per andarmene da esso. Non so cosa fare, cerco di fare attività per distrarmi ma questi pensieri mi divorano sempre di più. Ho tanta paura e sono stanca di stare così, penso spesso al suicidio ma poi penso di ferire ancora di più la mia famiglia...
6 risposte - LeggiDisagio nel mangiare in pubblico
Buonasera, sono la mamma di un bambino di 5 anni. Dopo uno svezzamento normale verso i 10 mesi (in concomitanza con il mio rientro al lavoro) ha smesso di mangiare regredendo a latte e biscotti. Dopo molta fatica sono riuscita a fargli accettare alcuni alimenti e tuttora ha un'alimentazione basata esclusivamente su carne, pesce e pane. All'asilo non ha mai mangiato, neppure se vengono proposti alimenti a lui graditi, mangia solo il pane. Ora che è più semplice avere un dialogo con lui mi ha raccontato che prova disagio a mangiare in pubblico. In effetti capisco le difficoltà nel portarlo in un ristorante e capisco perchè non mangi nelle classiche tavolate di famiglia (chiede di mangiare prima). Oltre a questo disagio è un bambino vivace, intelligente, anche se non accetta mai di buon grado le novità. Come posso aiutarlo ad approntare questo disagio? Ringrazio anticipatamente per l'attenzione.
6 risposte - Leggiproblemi con il proprio corpo
penso di avere un disturbo alimentare.... che a volte rimane distante da me... ma spesso sento il suo fiato sul collo. il problema non è la bulimia,cosa mangio, ma piuttosto è il riflesso, la mia immagine che mi disgusta. ho sempre frequentato corsi di danza classica. l'anno scorso anno del mio diploma sono scesa notevolmente di peso...e sono riuscita a rimanere costante per tutta l'estate senza eccessivi sforzi... la bulimia sembrava sparita... inesistente.... e poi si ricomincia.... un chilo dopo l'altro ho ripreso tutti i chili passando da circa 48 kl a 51...52..53...54..55... forse per una persona comune non sono neanche tanti... ma il peso di tutto quel peso ha schiacciato i miei sogni. ho deciso di smettere di danzare perchè una sala piena di specchi non aiuta.ma forse la situazione è solo peggiorata. mi sento persa, a volte vorrei solo uscire da me stessa... chiudere gli occhi e far finta che tutto vada bene. e ci sono i giorni in cui ci riesco, ma spesso mi sento solo in cima al baratro... pronta a sprofondare.... vorrei solo riuscire a smettere di guardarmi con disprezzo... vorrei riuscire a rimettere il piede in sala e sentirmi diversa... leggera...da un carico di problemi inutili...
5 risposte - LeggiFame nervosa
Salve..è da xcirca un annetto che ho una specie di fame nervosa,mi capita molto spesso che dopo pranzato mangio un pacco intero di patatine anche se ho la pancia pienissima le mangio senza fermarmi , non riesco a controllare questa fame mangio molto fuori orario iniziando dal dolce finendo al salato..peso58kgpero rispetto l anno scorso sono 5 kg in piu ..cosa posso fare per correggere la mia alimentazione ?è più forte di me anche se non volessi poi lo faccio.
6 risposte - LeggiProblemi con me stessa.
Salve dottore,
Sono una ragazza, giovane, frequento ancora il liceo, e vorrei, almeno in questo periodo della mia adolescenza divertirmi e godermi la vita. Ma non riesco. Sono triste, sola, e nessuno si sforza di capirmi... In parte e dovuta a una mia ossessione, che ho paura possa diventare pericolosa : la magrezza. In passato ero magra, e mi piacevo, ma ultimamente sto male e ho perso tutta la mia sicurezza. Mi sento ingrassare in continuazione, mi vengono i sensi di colpa se mangio qualcosa, ma il problema è che non capisco, peso 45 kg e sono alta 1 e 68 circa, esattamente come un anno fa , ma mAgari si tratta di un eccezione, magari ho qualcosa che non va, magari la mia bilancia non funziona,non so il problema ma mi vedo grassa, e non so se sia un problema fisico o solo psicologico. Mi sento vulnerabile, e mi bastano battute superficiali perché ci pensi su giorno e notte, ho la sensazione che mia madre quando prepara la cena, mi dia meno cose di un tempo perché sono ingrassata, io ho provato a chiederglielo ma lei si è infuriata, quindi non posso neanche avvicinarmi all'argomento, e sono costretta a rimanere nel dubbio, il che mi ferisce doppiamente. Io non voglio essere grassa, non voglio essere brutta e grassa, non serve non mangiare, quando salto i pasti i miei si arrabbiano, fanno fi tutto per tenermi d'occhio quasi ossessivamente, e non li sopporto più, non sopporto più nessuno, famigliari, compagni, insegnanti, mi vengono contro in continuazione, e sono stanca delle loro finte lusinghe dette per pena. Non so che cosa fare. Penso di meritarmi tutto ciò in fondo, fino a l'anno scorso mi vantano del mio corpo in continuazione e lo mettevo continuamente in mostra,è come se me lo fossi cercata.
Grazie in anticipo
Cibo e amore
Buongiorno, sono una ragazza di 27 anni e ho una domanda importante da fare, nonostante io sia seguita in terapia dalla mia psicologa, c’è qualcosa che mi chiedo e a cui non riesco a raggiungere una spiegazione.
Ne ho passate tante a livello emotivo e relazionale, sono single e non riesco a trovare una persona con cui costruire al momento.
In passato ho sofferto di disturbi alimentari, passando da anoressia nervosa (diagnosticata) a bulimia, fino ad arrivare ad un DCA in questo momento gestito relativamente bene rispetto a prima, non mi sento completamente uscita da questo tunnel ma neanche nel suo peggiore momento.
Ma la mia domanda è perché quando sono in una relazione non sento il bisogno di mangiare, o meglio, ho il giusto senso della fame e il cibo non è il mio pensiero costante, ma diviene secondario o meglio mangio quando ho fame senza pensare troppo e mi fermo quando mi sento sazia, invece quando sono da sola e non c’è nessuno nella mia vita il mio pensiero ossessivo è sempre il cibo, ma soprattutto ho voglia di mangiare anche quando non ho fame e anche quando ho appena finito di cenare/pranzare. Non mi fa stare bene questo, mi fa sentire costantemente sbagliata e a disagio con il mio corpo, perché mangio oltre la sazietà, non mi abbuffo più ma non mi riesco a fermare facilmente davanti a cibi che mi fanno stare bene, che mi piacciono.
Grazie per l’ascolto, in anticipo. E per le eventuali risposte.
Consulenza per DCA
Buongiorno
Mia figlia ha un DCA (anoressia nervosa atipica), è già seguita in un centro ma noi genitori abbiamo molte domande, e non nego molti dubbi, riguardo il percorso che sta facendo.
Abbiamo bisogno di uno/a psicologo/a specializzato/a in questo campo che ci spieghi, in videochiamata su appuntamento a pagamento, quale sia l'approccio in generale e se siamo seguiti nel posto giusto in base al carattere di nostra figlia.
Grazie.
Feticismo del grasso
Buongiorno
vi scrivo per una problematica che ha preso il sopravvento su di me da circa 6 anni che è l'ingrassare di proposito. Premetto che fino a 6 anni fa ero normopeso, e ho sempre tenuto sotto controllo la cosa, fino a quando un bel giorno ho ceduto e ho iniziato a sovra alimentarmi per vedere cosa succedeva. I chili hanno cominciato a crescere piano piano, fino a raggiungere i 175 dai 75 che ero 6 anni fa, senza badare a tutte quelle persone che mi chiedevano cosa stava succedendo.
La cosa che ora mi fa più paura è che proprio non riesco a fermarmi, ogni chilo preso è addirittura uno stimolo a continuare.
Ora una parte di me dice di fermarmi per gli ovvi problemi di salute che ho visto che sono ingrassato oltre 100 chili, ma l'altra invece mi esorta a continuare e davvero non riesco a fermarmi. Cosa posso fare per provare a fermarmi ed evitare di arrivare al punto di non muovermi più?
Grazie!
Penso la mia ragazza soffra di un disturbo alimentare ma rifiuta l’aiuto
è da ormai un paio di mesi che capitano episodi in cui la mia ragazza di sfoga con me a riguardo di una sensazione che prova: dice che si sente male e in colpa quando mangia. Quasi contemporaneamente ha iniziato a fare tantissimo sport e a seguire una dieta stretta. Si ripetono spesso momenti in cui salta alcuni pasti (anche più di due di seguito) o mangia pochissimo, e con poi sensi di colpa.
durante questi pochi episodi di sfogo ho percepito che questa cosa le faccia provare molto dolore e paura, ma oltre questi sporadici momenti di apertura e sfogo, è molto difficile parlarne con lei.
Ne abbiamo riparlato oggi e lei ha confermato delle cose che mi disse tempo fa, ovvero che lei non vuole uscire da questa situazione, non vuole vederla come un problema, non vuole fare nulla perche le cose cambino, dicendo che non mangiando lei sta bene e che vuole perdere peso sfruttando questa cosa. (Non penso minimamente che lei debba perdere peso, è gia in forma ottima)
Mi sembra quasi che neghi completamente il problema, dicendo che non la fa stare male e non so come aiutarla perchè quando provo a parlarne mi respinge anche in modo aggressivo.
Cosa dovrei fare? Pensate che sia io a crearmi dei problemi o effettivamente sia necessario intervenire? Grazie
Segnali di rapporto morboso con il cibo
Salve,
Sono Sara e ho 33 anni.
Sono qui per esporre quello che sento come uno squilibrio nel mio attuale rapporto con il cibo. Non mi do etichette né definizioni, sia perché non ne avrei la competenza, sia per rispetto nei confronti di chi legge e magari soffre di disturbi ben più invalidanti. Infatti, ho scelto un titolo che parla di segnali, avvisaglie, campanelli d'allarme. Non voglio aspettare che sia troppo tardi.
Arrivo al punto. Ultimamente, negli ultimi mesi direi, ho iniziato a trascurarmi un po', nel senso che non sono più andata in palestra, che per me era vitale, e contemporaneamente ho iniziato a controllare meno ciò che mangio. Non so dire il perché, diciamo che è venuta meno la motivazione, unitamente all'aver "perso il ritmo" di prima per via di una situazione di malattia in famiglia, che riguarda mio padre, ricoverato ormai da mesi in un'altra città; lo dico perché ciò ha comportato un impegno in più a livello mentale e pratico, che mi ha deconcentrata dal resto. Ma di base, so che è la mia volontà a essersi indebolita. Diciamo che la storia della malattia in famiglia mi fa sentire in attesa, impotente, in uno stato di apatia.
Comunque, quello che mi ha allarmato ultimamente sono alcuni episodi che non saprei come definire se non binge eating o abbuffate, sia per il fatto che si tratta di un'alimentazione incontrollata e la cosiddetta fame nervosa, sia per lo stato di desolazione, senso di colpa e nullità che mi fa provare. Dico anche che quando andavo in palestra, lo facevo in modo assiduo e avevo raggiunto un livello fisico che ritenevo perfetto, anche se al prezzo di un regime un po' rigido (in un periodo, a pranzo mangiavo soltanto proteine in polvere e un po' di frutta, su mia iniziativa e non perché me lo avesse consigliato un nutrizionista). Io però ricordo quel periodo come felice, ero energica e stavo bene, mi piacevo, avevo il classico addome tirato. Mentalmente, ora che ho 3-4 kg in più, per me sono orrenda, brutta, non mi accetto, perché mi sono allontanata da quell'ideale. Nella mia mente valgo pochissimo e mi viene da nascondermi. Questa sensazione mi trascina verso il basso e mi sto abbandonando a queste abbuffate, che proverò a descrivere.
Penso spessissimo al cibo e fatico ad attendere la cena, quindi è capitato che uscendo dal lavoro mi fermassi al supermercato in preda a una "fame" incontrollabile. Ovviamente la scelta è ricaduta su croissant salati molto calorici, è successo la settimana scorsa. Nella mia mente accade come se temessi di non avere abbastanza cibo: ne volevo prendere 3 o 4, alla fine ne ho chieste 12 al fornaio, pensando che le avrei condivise magari con mia mamma o il mio ragazzo. Invece le ho divorate tutte, in auto, nel tragitto :( che vergogna. Poi non contenta ho mangiato anche altro a casa, nemmeno ricordo cosa.
Ieri sera invece, dopo una giornata in smart working, quindi mangiando disordinato perché ero a casa, sono passata da mia mamma e ho mangiato un piatto di pasta lì. Nel ritorno ho ceduto e ho fatto tappa al supermercato... nonostante fossi consapevole di non avere fame, né voglia di qualcosa in particolare. Alla fine ho mangiato mezzo sacchetto (grande) di patatine e un Kinder Cereali, finché mi è venuto bruciore di stomaco e ho buttato il mezzo sacchetto restante nella spazzatura. Mi sentivo in colpa, soprattutto per la tappa al supermercato che potevo benissimo evitare. Mi sono anche sentita in colpa per non avere il coraggio di provocarmi il vomito. Che tristezza... è come se il cibo fosse per me una coccola in questo periodo un po' buio, e al contempo la punizione per non essere all'altezza di ciò che vorrei essere.
Eppure ci tengo così tanto all'alimentazione sana, sono anche molto informata al riguardo, sono stata seguita da nutrizionisti con ottimi risultati, le conosco le regole. So anche di essere fortunata e che non mi ci vorrebbe molto sforzo per stare in forma e salute. Ho anche iniziato a donare il sangue quest'estate e ci tengo molto alla prevenzione e salute, e so che così mi distruggo, l'ipernutrizione porta malattie.
Ho anche notato in me un atteggiamento di isolamento quando devo mangiare: preferisco mangiare da sola, anche a pranzo sto evitando di mangiare insieme ai colleghi come ho sempre fatto, come se fosse un affare privato.
Vorrei capire come reagire a questo malessere.
Grazie mille per il tempo dedicatomi.
Fame nervosa, scarso controllo e distanza dagli altri
Salve, ho sviluppato una sorta di fame nervosa per cui ogni volta che sono sola e, a prescindere dal fatto che io mi senta davvero affamata oppure no, sento il desiderio di divorare tutto quello che mi capita nella dispensa. All'inizio, per i sensi di colpa, vomitavo dopo queste abbuffate oppure andavo a correre; adesso, semplicemente, mi lascio andare a questi raptus (non vomito più, nè faccio attività fisica). Soltanto che ho cominciato a ingrassare e la cosa mi fa sentire malissimo: ingombrante, stretta nei miei vestiti. Non sto bene in pubblico, non mi piace quando il mio ragazzo mi tocca perchè mi sento come se tutte le pieghe della mia pancia fossero più evidenti, evito di mangiare in compagnia perchè, nei contesti conviviali, si tende a mangiare cose più grasse. Queste sensazioni mi hanno portato a non star più bene con nessuno, neanche nell'intimità, e non so come risolvere. Devo premettere che credo sia tutto cominciato 4 anni fa, durante il lockdown, quando ho cominciato a condurre una dieta ipocalorica autogestita e ad allenarmi tutti i giorni. Sono riuscita così a perdere molti kg in due mesi. Sul momento, mi sentivo bella, capace, forte. Oggi, senza alcun controllo su me stessa, mi sento vuota, sola, inerme. Spero possiate suggerirmi da dove partire. Seguo già un percorso di terapia, cominciato per altri motivi, ma ora ho difficoltà a spostare l'argomento di discussione dei colloqui dai suddetti motivi a questa mia attuale causa di sofferenza. è come se avessi maturato un disagio anche nella relazione con il mio terapeuta. Vi ringrazio in anticipo.
1 risposte - LeggiCibo e amore
Buongiorno, sono una ragazza di 27 anni e ho una domanda importante da fare, nonostante io sia seguita in terapia dalla mia psicologa, c’è qualcosa che mi chiedo e a cui non riesco a raggiungere una spiegazione.
Ne ho passate tante a livello emotivo e relazionale, sono single e non riesco a trovare una persona con cui costruire al momento.
In passato ho sofferto di disturbi alimentari, passando da anoressia nervosa (diagnosticata) a bulimia, fino ad arrivare ad un DCA in questo momento gestito relativamente bene rispetto a prima, non mi sento completamente uscita da questo tunnel ma neanche nel suo peggiore momento.
Ma la mia domanda è perché quando sono in una relazione non sento il bisogno di mangiare, o meglio, ho il giusto senso della fame e il cibo non è il mio pensiero costante, ma diviene secondario o meglio mangio quando ho fame senza pensare troppo e mi fermo quando mi sento sazia, invece quando sono da sola e non c’è nessuno nella mia vita il mio pensiero ossessivo è sempre il cibo, ma soprattutto ho voglia di mangiare anche quando non ho fame e anche quando ho appena finito di cenare/pranzare. Non mi fa stare bene questo, mi fa sentire costantemente sbagliata e a disagio con il mio corpo, perché mangio oltre la sazietà, non mi abbuffo più ma non mi riesco a fermare facilmente davanti a cibi che mi fanno stare bene, che mi piacciono.
Grazie per l’ascolto, in anticipo. E per le eventuali risposte.
Consulenza per DCA
Buongiorno
Mia figlia ha un DCA (anoressia nervosa atipica), è già seguita in un centro ma noi genitori abbiamo molte domande, e non nego molti dubbi, riguardo il percorso che sta facendo.
Abbiamo bisogno di uno/a psicologo/a specializzato/a in questo campo che ci spieghi, in videochiamata su appuntamento a pagamento, quale sia l'approccio in generale e se siamo seguiti nel posto giusto in base al carattere di nostra figlia.
Grazie.
Penso la mia ragazza soffra di un disturbo alimentare ma rifiuta l’aiuto
è da ormai un paio di mesi che capitano episodi in cui la mia ragazza di sfoga con me a riguardo di una sensazione che prova: dice che si sente male e in colpa quando mangia. Quasi contemporaneamente ha iniziato a fare tantissimo sport e a seguire una dieta stretta. Si ripetono spesso momenti in cui salta alcuni pasti (anche più di due di seguito) o mangia pochissimo, e con poi sensi di colpa.
durante questi pochi episodi di sfogo ho percepito che questa cosa le faccia provare molto dolore e paura, ma oltre questi sporadici momenti di apertura e sfogo, è molto difficile parlarne con lei.
Ne abbiamo riparlato oggi e lei ha confermato delle cose che mi disse tempo fa, ovvero che lei non vuole uscire da questa situazione, non vuole vederla come un problema, non vuole fare nulla perche le cose cambino, dicendo che non mangiando lei sta bene e che vuole perdere peso sfruttando questa cosa. (Non penso minimamente che lei debba perdere peso, è gia in forma ottima)
Mi sembra quasi che neghi completamente il problema, dicendo che non la fa stare male e non so come aiutarla perchè quando provo a parlarne mi respinge anche in modo aggressivo.
Cosa dovrei fare? Pensate che sia io a crearmi dei problemi o effettivamente sia necessario intervenire? Grazie
Segnali di rapporto morboso con il cibo
Salve,
Sono Sara e ho 33 anni.
Sono qui per esporre quello che sento come uno squilibrio nel mio attuale rapporto con il cibo. Non mi do etichette né definizioni, sia perché non ne avrei la competenza, sia per rispetto nei confronti di chi legge e magari soffre di disturbi ben più invalidanti. Infatti, ho scelto un titolo che parla di segnali, avvisaglie, campanelli d'allarme. Non voglio aspettare che sia troppo tardi.
Arrivo al punto. Ultimamente, negli ultimi mesi direi, ho iniziato a trascurarmi un po', nel senso che non sono più andata in palestra, che per me era vitale, e contemporaneamente ho iniziato a controllare meno ciò che mangio. Non so dire il perché, diciamo che è venuta meno la motivazione, unitamente all'aver "perso il ritmo" di prima per via di una situazione di malattia in famiglia, che riguarda mio padre, ricoverato ormai da mesi in un'altra città; lo dico perché ciò ha comportato un impegno in più a livello mentale e pratico, che mi ha deconcentrata dal resto. Ma di base, so che è la mia volontà a essersi indebolita. Diciamo che la storia della malattia in famiglia mi fa sentire in attesa, impotente, in uno stato di apatia.
Comunque, quello che mi ha allarmato ultimamente sono alcuni episodi che non saprei come definire se non binge eating o abbuffate, sia per il fatto che si tratta di un'alimentazione incontrollata e la cosiddetta fame nervosa, sia per lo stato di desolazione, senso di colpa e nullità che mi fa provare. Dico anche che quando andavo in palestra, lo facevo in modo assiduo e avevo raggiunto un livello fisico che ritenevo perfetto, anche se al prezzo di un regime un po' rigido (in un periodo, a pranzo mangiavo soltanto proteine in polvere e un po' di frutta, su mia iniziativa e non perché me lo avesse consigliato un nutrizionista). Io però ricordo quel periodo come felice, ero energica e stavo bene, mi piacevo, avevo il classico addome tirato. Mentalmente, ora che ho 3-4 kg in più, per me sono orrenda, brutta, non mi accetto, perché mi sono allontanata da quell'ideale. Nella mia mente valgo pochissimo e mi viene da nascondermi. Questa sensazione mi trascina verso il basso e mi sto abbandonando a queste abbuffate, che proverò a descrivere.
Penso spessissimo al cibo e fatico ad attendere la cena, quindi è capitato che uscendo dal lavoro mi fermassi al supermercato in preda a una "fame" incontrollabile. Ovviamente la scelta è ricaduta su croissant salati molto calorici, è successo la settimana scorsa. Nella mia mente accade come se temessi di non avere abbastanza cibo: ne volevo prendere 3 o 4, alla fine ne ho chieste 12 al fornaio, pensando che le avrei condivise magari con mia mamma o il mio ragazzo. Invece le ho divorate tutte, in auto, nel tragitto :( che vergogna. Poi non contenta ho mangiato anche altro a casa, nemmeno ricordo cosa.
Ieri sera invece, dopo una giornata in smart working, quindi mangiando disordinato perché ero a casa, sono passata da mia mamma e ho mangiato un piatto di pasta lì. Nel ritorno ho ceduto e ho fatto tappa al supermercato... nonostante fossi consapevole di non avere fame, né voglia di qualcosa in particolare. Alla fine ho mangiato mezzo sacchetto (grande) di patatine e un Kinder Cereali, finché mi è venuto bruciore di stomaco e ho buttato il mezzo sacchetto restante nella spazzatura. Mi sentivo in colpa, soprattutto per la tappa al supermercato che potevo benissimo evitare. Mi sono anche sentita in colpa per non avere il coraggio di provocarmi il vomito. Che tristezza... è come se il cibo fosse per me una coccola in questo periodo un po' buio, e al contempo la punizione per non essere all'altezza di ciò che vorrei essere.
Eppure ci tengo così tanto all'alimentazione sana, sono anche molto informata al riguardo, sono stata seguita da nutrizionisti con ottimi risultati, le conosco le regole. So anche di essere fortunata e che non mi ci vorrebbe molto sforzo per stare in forma e salute. Ho anche iniziato a donare il sangue quest'estate e ci tengo molto alla prevenzione e salute, e so che così mi distruggo, l'ipernutrizione porta malattie.
Ho anche notato in me un atteggiamento di isolamento quando devo mangiare: preferisco mangiare da sola, anche a pranzo sto evitando di mangiare insieme ai colleghi come ho sempre fatto, come se fosse un affare privato.
Vorrei capire come reagire a questo malessere.
Grazie mille per il tempo dedicatomi.
Fame nervosa, scarso controllo e distanza dagli altri
Salve, ho sviluppato una sorta di fame nervosa per cui ogni volta che sono sola e, a prescindere dal fatto che io mi senta davvero affamata oppure no, sento il desiderio di divorare tutto quello che mi capita nella dispensa. All'inizio, per i sensi di colpa, vomitavo dopo queste abbuffate oppure andavo a correre; adesso, semplicemente, mi lascio andare a questi raptus (non vomito più, nè faccio attività fisica). Soltanto che ho cominciato a ingrassare e la cosa mi fa sentire malissimo: ingombrante, stretta nei miei vestiti. Non sto bene in pubblico, non mi piace quando il mio ragazzo mi tocca perchè mi sento come se tutte le pieghe della mia pancia fossero più evidenti, evito di mangiare in compagnia perchè, nei contesti conviviali, si tende a mangiare cose più grasse. Queste sensazioni mi hanno portato a non star più bene con nessuno, neanche nell'intimità, e non so come risolvere. Devo premettere che credo sia tutto cominciato 4 anni fa, durante il lockdown, quando ho cominciato a condurre una dieta ipocalorica autogestita e ad allenarmi tutti i giorni. Sono riuscita così a perdere molti kg in due mesi. Sul momento, mi sentivo bella, capace, forte. Oggi, senza alcun controllo su me stessa, mi sento vuota, sola, inerme. Spero possiate suggerirmi da dove partire. Seguo già un percorso di terapia, cominciato per altri motivi, ma ora ho difficoltà a spostare l'argomento di discussione dei colloqui dai suddetti motivi a questa mia attuale causa di sofferenza. è come se avessi maturato un disagio anche nella relazione con il mio terapeuta. Vi ringrazio in anticipo.
1 risposte - LeggiIngrassa ma non riesce a fare una dieta
Salve, come si capisce dal titolo non sto parlando di me ma di un'altra persona, del mio fidanzato (20 anni). E' una relazione a distanza, dunque non ho la possibilità di vederlo sempre quindi i cambiamenti fisici li noto facilmente, e sto notando che, appunto, sta ingrassando molto. Metto un attimo da parte l'attrazione fisica, (ho infatti il timore di non trovarlo più attraente fisicamente nonostante i suoi mille pregi) il problema principale qui ovviamente è la sua salute: prima giocava a calcio, dopo un infortunio ha dovuto smettere e da qui ha iniziato ad ingrassare. Lui ha sempre avuto problemi col cibo, dice di mangiare male ma non mi dice quando mangia e cosa mangia perché si vergogna troppo, non posso notare come mangia quando sta con me perché la sua quotidianità cambia, usciamo, stiamo insieme, quindi non so effettivamente come si comporti, ma una cosa che ho notato è che salta la colazione, mangia poco a pranzo (un primo e basta) e dunque suppongo che si riempi di zuccheri e grassi in tutto il resto della giornata. Ne ho parlato poche volte con lui perché ho paura di ferirlo, è un tema che è uscito fuori dopo mesi perché non ne voleva parlare, mi ha detto che ha trovato dietologi e nutrizionisti troppo cattivi che quando si presentava con gli stessi chili dicendo di non aver seguito la dieta lo sgridavano (direi giustamente, ma lui non la prendeva bene) quindi non vuole andare più da un dietologo, ho provato ad aiutarlo ma sono troppo dura su questo argomento, se gli dico di evitare zuccheri e lui mangia una merendina e glielo faccio notare, se la prende dicendo che la cosa deve essere graduale e che si sta impegnando. Il problema è che il cambiamento "graduale" è così lento che dopo 2-3 giorni se lo dimentica, smette di provarci e ritorna a mangiare come prima. Come posso fare? Lui va da uno psicologo e mi dice che nemmeno lui è in grado di risolvergli questo problema, dal dietologo non ci vuole andare, per la palestra ripesca sempre la solita storia del "non ho tempo" quando sta ore e ore a giocare davanti al computer o a dormire (infatti la sedentarietà è un altro grande problema). Come posso aiutarlo? Ho paura di dirgli che dovrebbe dimagrire, perché ogni volta che faccio saltare fuori questo argomento ci rimane malissimo, veramente male, perché giustamente ne è consapevole e ma è totalmente bloccato. Io ho il problema opposto, sono sottopeso anche se di poco, direi per genetica perché tutta la mia famiglia è così, ma quando mi impegno riesco a ingrassare di 4-5 kg (il problema è mantenerli) quindi non riesco proprio a immedesimarmi in lui, non riesco a capire cosa lo blocchi. Vuole un dietologo che lo incoraggi, ma se fossi una dietologa che dopo 2-3 mesi di sedute il mio paziente continua a presentarsi dicendo "non ho seguito la dieta" io non riuscirei a rimanere calma, e se è l'unico caso non darei nemmeno la colpa a me. Insomma, forse sono cattiva ad attribuirgli la colpa, ma perché in base ai suoi comportamenti e alle sue scuse è l'unica cosa che posso fare, ma non so cosa fare, non posso aiutarlo e veramente ho paura che rischi l'obesità. Dunque, da un professionista non ci vuole andare perché traumatizzato, in palestra nemmeno, sta ore ed ore seduto, è consapevole del problema ma si scoccia di cambiare, io non lo posso aiutare perché se sbaglio anche solo una volta l'approccio si offende troppo e ci rimane malissimo, cosa faccio?
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