marika domande di Alimentazione  |  Inserita il

Torino

Disagio nel mangiare in pubblico

Buonasera, sono la mamma di un bambino di 5 anni. Dopo uno svezzamento normale verso i 10 mesi (in concomitanza con il mio rientro al lavoro) ha smesso di mangiare regredendo a latte e biscotti. Dopo molta fatica sono riuscita a fargli accettare alcuni alimenti e tuttora ha un'alimentazione basata esclusivamente su carne, pesce e pane. All'asilo non ha mai mangiato, neppure se vengono proposti alimenti a lui graditi, mangia solo il pane. Ora che è più semplice avere un dialogo con lui mi ha raccontato che prova disagio a mangiare in pubblico. In effetti capisco le difficoltà nel portarlo in un ristorante e capisco perchè non mangi nelle classiche tavolate di famiglia (chiede di mangiare prima). Oltre a questo disagio è un bambino vivace, intelligente, anche se non accetta mai di buon grado le novità. Come posso aiutarlo ad approntare questo disagio? Ringrazio anticipatamente per l'attenzione.

  6 Risposte pubblicate per questa domanda

LA VOLPE TRA I BIRILLI  Inserita il 10/10/2013 - 15:14

Gentile Marika,
sicuramente il cibo ha un significato che va ben al di là del semplice bisogno fisico del mangiare e può darsi che le difficoltà insorte intorno ai 10 mesi siano state legate ad un bisogno di mamma che si poteva esprimere solo così. Non mi sento però di far risalire queste sue peculiarità nel rapporto con il cibo unicamente ad un evento così remoto. In cinque anni sono successe molte cose: ha iniziato l'asilo, ha cominciato a socializzare con gli altri bambini e ha sviluppato un pensiero più complesso sugli avvenimenti che accadono intorno a lui.
Avendo solo 5 anni, bisognerebbe capire il significato più profondo delle parole che le ha rivolto.
Per questo mi sento di suggerirle, se il comportamento persiste ed è effettivamente fonte di disagio per voi e per il piccolo, di fare una breve consultazione psicologica attraverso un incontro inziale con voi genitori, dove possiate raccontare a fondo lo sviluppo del bambino e delle sedute di gioco/disegno con il bambino, al fine di svelare il bisogno sottostante il suo comportamento ed aiutarlo nel suo sviluppo.
cordialmente,
Dott.ssa Michela Gallo - La Volpe tra i Birilli

Dott.ssa Nadia Minischetti Inserita il 30/09/2013 - 12:06

Buongiorno,
condivido appieno ciò che è stato detto dal collega Francesco Mori.
Il suo bambino in seguito al disagio provato per il suo allontanamento ha iniziato a non mangiare per attirare la vostra attenzione. Posso immaginare che tutto ciò abbia creato, come è normale che sia, una forte preoccupazione e manggiori attenzioni nel momento del pasto. Ciò di conseguenza ha rafforzato il comportamento del bambino.
Spesso in questi casi può essere utile strutturare una token economy che porti gradualmente suo figlio ad avere un'alimentazione più completa e gli insegni a mangiare in qualsiasi situazione.
Naturalmente per far ciò le consiglio di rivolgersi di persona ad uno specialista che valuterà la situazione più in dettaglio e strutturerà il giusto percorso per suo figlio.
Distinti saluti,
Nadia Minischetti

Dott.ssa maddalena bazzoli Inserita il 29/09/2013 - 22:25

gentile marika comprendo il suo interesse per le difficoltà che suo figlio manifesta nel rapporto col cibo, ma non mi sento di avventurarmi in spiegazione ipotetiche in merito: suo figlio potrebbe avere un certo temperamento di base che non lo facilita nella socializzazione attraverso il cibo, il suo carattere è in itinere magari con tratti di timidezza.. e voi genitori come siete? Che carattere avete? Come considerate il cibo e come lo proponete? Comunque come vede possiamo porci tante domande, qualora permanga invariata la situazione la invito a rivolgersi con suo marito in primis senza il bambino presente, ad uno psicologo-psicoterapeuta per conoscere e approfondire la situazione. Molti cari saluti Maddalena Bazzoli Psicologa-psicoterapeuta Torino

Dott. Antoni Barbera Inserita il 29/09/2013 - 20:45

Mi sembra importante che la strada intrapresa di porre il dialogo al centro del rapporto sia qualcosa di particolare, e non mi stancherei di continuare sia su questo che su altri argomenti.
Il dialogo pone molti vantaggi, uno dei tanti è quello del riconoscimento del disagio, e l'abbassamento dell'eventuale ansia che prova relativamente al suo problema.
Sappiamo che probabilmente il disagio è anche vostro perché il cibo veicola molto i rapporti nel sociale, che è giusto non escludersi, proprio per una reciproca soddisfazione.
Comunque io continuerei a cercare con il bambino, un dialogo che gli permetta di poter riconoscere il proprio disagio, e che gli offra la possibilità di sapere di avere qualcuno a cui rivolgersi per questo o altri problemi, e cercherei nella bibliografia qualche storia o fiabe che affrontino questa tematica, ritenendo importante la possibilità di sdrammatizzare il disagio e poter creare delle metafore al proprio problema.
Nel salutarla, la ringrazio per l'attenzione, e mi faccia sapere in seguito riguardo miglioramenti, o eventuali chiarimenti se necessari.
Distinti saluti
Barbera Antonio

Dott. Antoni Barbera Inserita il 29/09/2013 - 20:44

Ho avuto conferma del non invio della mia prima risposta, proverò a riscriverla.
Gentile Marika, è molto importante la questione che propone riguardo l'alimentazione, e il disagio che suo figlio prova e che naturalmente influenza anche voi genitori.
Noi sappiamo che l'alimentazione oltre che veicolare una necessità organica legata al nutrimento, veicola altre necessità relative alle emozioni e agli affetti, quindi non possiamo non tenerne conto.
I motivi come già lei sottolinea sarebbero da ricercare già dall'allattamento, ma sembra importante già quanto sottolinea riguardo al distacco necessario per la ripresa del lavoro.
Io ritengo che l'inibizione che il suo bambino mostra nei confronti di questa espressione, in particolare modo verso l'esterno alla sua famiglia, non sia che la conferma di una sua sensibilità a riguardo che dovremmo rispettare (anche se questo procura per voi disagi).
continua

Dott. Antoni Barbera Inserita il 29/09/2013 - 20:19

ho provato a inviarle una risposta alla sua domanda, ma non so se è andata a buon fine.
distinti saluti
Barbera Antonio