Domande su Ansia e depressione Domande e Risposte su ansia e depressione
Mangiarsi continuamente le pellicine dalle labbra
Salve! Ho un problema con le labbra: mi tolgo continuamente le pellicine dalle labbra fino a sanguinare. Passo buona parte della giornata con le mani sulla bocca, spesso neanche me ne accorgo, è diventato automatico. Quando tolgo le pellicine lo faccio quasi con "cattiveria" non sono delicata a farlo, arrivo fino a sanguinare e a provare dolore tant'è che a volte non riesco a muovere le labbra per sorridere o per parlare che mi si spaccano e sanguinano ancora. Quando arrivo a sanguinare, non mi fermo se c'è a cora la pellicina la devo strappare sangue o non sangue. Quando però arrivo al dolore, si mi fa male, ma un è male direi quasi piacevole ormai. Se provo a non farlo o mi mangio le unghie o dirigono i denti.
Ho questo problema da un po' di anni ormai; per un certo periodo se c'era un capello in mezzo al viso o in giro da solo lo strappavo quasi sempre, ora mi capita meno spesso. Fino ad un paio di anni fa se avevo crosticine o brufoletti in viso li grattavo via mente ora lo faccio con quelli sulla schiena.
Per un periodo di quasi tre mesi, circa cinque anni fa sono caduta nell'autolesionismo fino ad arrivare a preparare un suicidio che però, fortunatamente non sono mai riuscita a fare, anche se allora volevo.
Adesso ne sono uscita da sola, nessuno sa nulla.
Ad oggi mi capita di avere alcuni momenti in cui sono stesa sul divano a fare nulla o a scuola o comunque in situazioni "normali" e avere attacchi d'ansia suppongo siano, mi batte forte il cuore e respiro un po' corto
Spesso mi capita di pensare ancora al suicidio, a come sarebbe se fossi morta o come starebbero meglio gli altri; in stazione a volte quando sta per arrivare il treno lo fisso e mi avvicino alla linea gialla anche superandola senza però mai buttarmi.
Ho scoperto di avere una amica che è caduta in una lieve depressione e questo mi blocca ancora di più nel parlarne con qualcuno.
Essendo sia alle elementari che alle medie e a volte anche alle superiori, stata presa in giro per diversi motivi, sono molto chiusa ci vuole molto tempo prima che qualcuno riesca ad avere la mia fiducia, e per questo in tutta la vita non ho mai avuto una migliore amica, o un fidanzato o comunque qualcuno che restasse nella mia vita. Tutto ciò mi porta a sentirmi molto spesso sola e non cercata, come non amata e praticamente inutile.
Tra l'altro ho anche un rapporto molto difficile con i miei genitori, diciamo che se dovessi dire che gli voglio bene, non sarebbe un bene da figlio, ma un bene da conoscenti diciamo; non li sento molto genitori, non sono mai stato molto presenti nella mia vita e nonostante mi abbiano dato tutto non mi hanno mai dato l'amore di cui necessitavo.
Con loro non voglio tassativamente parlargiene.
La mia domanda è: la cosa a cui sto pensando è fare diverse vistie quando mi trasferisco tra un po' di mesi, ma fino ad allora come dovrei comportarmi? Cosa devo fare? Cosa mi consiglia? Grazie mille per la vostra risposta
Perchè vivere?
La domanda di questi giorni è : Perché Vivere?
Non riesco a trovare qualcosa per la quale valga la pena vivere, l’unica cosa che mi tiene qui sono i miei genitori e mia sorella, loro non meritano un dolore così grande, non meritano di perdere una persona alla quale vogliono tanto bene. Tutti gli altri se ne farebbero una ragione, starebbero male un pochino, ma poi passerebbe tutto. Io perché devo continuare a “vivere” una vita che non mi porta da nessuna parte ? Perché devo vivere? Non vedo un futuro, non mi piace studiare, non mi fiderò mai di nessun ragazzo. So per cosa devo vivere ma non so per cosa VOGLIO vivere.
Tutto ciò che faccio lo faccio per impiegare il tempo, è solo un palliativo, nell’attesa che il giorno finisca. Il problema è che quando un giorno finisce, ne inizia un altro e tutto si ripete come il giorno prima.
Non ho la forza di andare avanti, non ho la forza per fare niente, non ho la forza di studiare, di leggere, di amare la vita. Amare la vita…ma poi perché? È qualcosa che ho voluto io?
No, io non volevo nascere.
Se non fossi nata adesso non avrei nessun problema, se non fossi nata, nessuno piangerebbe per la mia morte.
E invece devo stare qua, costretta, per far giocare qualcuno che si annoiava e ha deciso di creare il mondo. Sempre se questo qualcuno esiste. Se non esistesse sarebbe ancora peggio. Sarei qui per pura casualità.
Il mondo è cattivo, le persone sono cattive, è tutto pieno di sofferenza, soffriamo tutti e non abbiamo il coraggio di porre fine a tutto ciò. Vorrei che il mondo finisse e si portasse via tutti i dolori e la cattiveria dell’umanità. Sarebbe meglio per me, per tutte le persone che vivono adesso e che vivranno in futuro. Smettiamola di fare figli, smettiamola di mettere al mondo persone che soffriranno, spezziamo questo cerchio, finiamola di essere stupidi ed egoisti. Noi soffriamo e cerchiamo di stare meglio giocando con la vita degli altri. Dovrebbe essere illegale favoreggiare il proseguimento della vita sulla terra.
Qual è il senso di tutto ciò?
Tutto ciò che facciamo è un modo per impiegare del tempo dato che abbiamo avuto la sfortuna di nascere.
Mi sento vuota, mi sento senza uno scopo, mi sento triste, depressa. Prima non ero così, prima apprezzavo qualsiasi cosa…che stupida! Adesso ho aperto gli occhi, ho capito che razza di fregatura è la vita.
Che cattiveria immensa.
Faccio bene a lasciare l'università?
Salve,
Sono le 5:00 di notte ed io non riesco a dormire ! Il pensiero che mi affligge è: devo lasciare o no l'università ?
Ho 23 anni e brevemente cerco di raccontarti la mia storia ! Ho frequentato il liceo classico senza troppi problemi,studiare mi piaceva , andavo bene , i prof mi adoravano,non era pesante passare ore ed ore sui libri e riuscivo anche fare altre attività come ad esempio frequentare una scuola di danza classica ( per ben 13 anni,ho iniziato all'età di 6 anni). Poi,verso il quarto anno di liceo ho iniziato a pensare a cosa poter fare all'università e mi sono convinta giorno dopo giorno di voler diventare un medico così dopo il liceo ho provato il test d'ingresso a medicina con esito negativo. Ho provato altri test lo stesso anno con esito positivo ed ho così deciso di iscrivermi a farmacia perché a livello di esami era la facoltà più affine alle materie del test d'ingresso e quindi dando gli esami di farmacia avrei potuto prepararmi meglio per il test visto che uscendo da un liceo classico la mia preparazione nelle materie scientifiche era molto scarsa. Però forte della convinzione di voler fare il medico,mentre frequentavo il primo anni di università alla Sapienza di Roma,mi sono iscritta anche ad un corso privato di preparazione al test di medicina della durata di un anno intero che ho frequentato con piacere e successo ( in chimica ero la prima della classe). Il primo anno a farmacia é andato bene,ho dato 7 esami e mi piaceva quello che studiavo però ero sempre più convinta di voler fare medicina così l'anno dopo ho riprovato il test con esito ancora negativo ed ho continuato a fare farmacia dando altri 5 esami. Al terzo tentativo finalmente sono riuscita a superare il test di medicina e così ho lasciato farmacia ma non ne ero del tutto convinta perché in quei due anni mi ero appassionata molto ad una nuova materia cioè la chimica che fino ad allora non avevo mai avuto modo di studiare bene,però pensando al futuro e al lavoro che sarei andata a fare mi sono trasferita a medicina ( cambiando anche città ,perché il test è Nazionale e sono finita in Molise,quindi ho dovuto lasciare Roma che adoravo. ) Il primo anno a medicina è stato traumatico,non sono riuscita a fare nemmeno un esame. Ero molto scoraggiata,depressa,triste e demotivata ma grazie ai miei genitori ho deciso di darmi un altra possibilità iniziando il secondo anno a medicina ma come ripetente perché non avendo dato neanche un esame ho dovuto rifare il primo anno. Prima di iniziare di nuovo il primo anno avevo la possibilità di fare esami sia a settembre che a dicembre ma ho saltato entrambee le sessioni così ora sono arrivata alla sessione di febbraio ma non è cambiato nulla. Emotivamente mi sento uno schifo,mi sento una fallita perché ho ripetuto il primo anno,una perdente inconcludente,inoltre non mi piace la città in cui mi sono dovuta trasferire per studiate medicina,qui non ho amici mentre a Roma avevo delle amiche fantastiche e anche una vite sociale al di fuori dell'università,andare a lezione mi pesa sempre di più , i professori non mi piacciono ( mentre alla Sapienza li adoravo e li ascoltavo estasiata) mettermi sui libri è diventato un trauma, passo le giornate con il libro davanti ma senza studiare nemmeno una pagina , mi sento molto male se penso a tutti i sacrifici che i miei genitori hanno fatto per farmi studiare,a tutti i soldi investiti e a tutta la fiducia che mi hanno dato quindi sono molto depressa anche fisicamente non mi riconosco più ( ho messo su qualche chilo perché per l università sono sempre nervosa e a volte mi sfogo sul il cibo ). Ogni giorno mi alzo con il terrore di affrontare un altro giorno deludente e vado a dormire sempre insoddisfatta perchè non studio niente e dispiaciuta e con un enorme senso di colpa perché sto ingannando i miei. Mi sento tremendamente stupida e incapace perché tra 3 giorno ho l'esame e non ho studiato niente ancora una volta dopo aver fatto così per un intero anno. Così penso che lasciare tutto questo sia la cosa migliore così potrei anche aiutare i miei nell'azienda di famiglia e fare o la commessa nel negozio di mio padre o la cameriera all'agriturismo dei miei. Però ho paura che lasciando l università commetterò l'errore più grande di tutta la mia vita e che un giorno me ne pentiró. Le ragioni che mi hanno spinto a fare medicina sono : aiutare il prossimo a guarire dalla sofferenza o a sentire meno dolore , lavorare in ospedale( che é un ambiente che adoro ) , capire come funziona il corpo umano nei minimi dettagli,prendermi cura degli altri. Ho sempre avuto questo sogno bellissimo da realizzare ,su questo non ho mai avuto dubbi e sono stata sempre convinta e determinata ma ora non è più così e sono sempre più disperata. E non so cosa fare....i miei sarebbero contenti di qualsiasi decisione io prenderó ma la paura di deluderli e deludermi ancora una volta è tanta...
Tu cosa ne pensi ?
Grazie infinite se mi risponderai
Onicofagia e altri "vizi" (mordicchiare vestiti) in bambino di 9 anni
Gent.mi Dottori, sono la mamma di un bambino di quasi nove anni che, all’età di 3, in concomitanza con la nascita del fratellino, ha iniziato a mangiarsi le unghie. Ha continuato a mangiarsele per tutti questi anni, da parte nostra abbiamo cercato di essere comprensivi al massimo, cercando di limitare i rimproveri e semmai di distrarlo (io stessa sono una ex mangiatrice di unghie e so quanto questo impulso sia irresistibile!). Tuttavia, da un anno a questa parte, il bambino ha iniziato anche a mordicchiare praticamente qualsiasi cosa, vestiti in primis (bordi delle magliette, cordini di felpe e tute ecc.). Lo fa soprattutto quando si annoia o è in tensione per qualcosa (una partita in tv) ma anche quando si rilassa. Da anni sono inoltre presenti, alternativamente, dei blandi tic di tipo semplice (quello di questo periodo è: spalancare la bocca per poi richiuderla, ma non lo fa continuamente, direi più o meno 10 volte al giorno). Per il resto, il bambino non desta particolari preoccupazioni: è ben inserito nel gruppo classe, ha altri amichetti che frequenta anche fuori dalla scuola, pratica con gioia gli sport che lui stesso ha scelto (sci e calcio) e a scuola non ha nessun problema (ma senza essere il primo della classe!). Caratterialmente è piuttosto tranquillo, mai aggressivo né con noi né con i suoi compagni, ma sa comunque far valere la sua opinione! La situazione in casa è serena, di certo io e mio marito non siamo campioni di calma ma facciamo del nostro meglio per assicurare ai nostri bambini una genitorialità calda e attenta. Il bambino più piccolo, che sta per compiere 6 anni, per contro è un peperino, gelosissimo nei confronti del fratello maggiore, sul quale cerca di imporsi e al quale rompe ahimè costantemente le scatole. Non si è mai mangiato le unghie né ha altri vizi o tic.
Da qui la mia domanda: è necessario aiutare il nostro primogenito e, se sì, come procedere? Oppure è meglio lasciar perdere contando su una regressione spontanea durante la crescita? Nel ringraziarvi infinitamente invio i migliori saluti,
Rita
Paura di viaggiare in auto se guidano gli altri
buongiorno,
molti di voi rideranno della mia paura..
Soffro di attacchi di panico in auto ma non se guido io, solo se guidano gli altri. Non trovo aiuto da nessuna parte, diciamo che chi ne soffre appunto è perchè guida direttamente e non perchè è in auto con altri.
Questa paura deriva dal fatto che da ragazzo circa 15 anni fa, andando con i miei amici in auto loro andavano forte ed il avevo paura. Il problema è che adesso andando con chiunque anche a 50 allora ho paura.(ripeto se guido io posso andare anche veloce non ho nessuna paura)
Come posso risolvere questo trauma?
grazie della risposta.
saluti
Non so cosa fare nella vita: come gestire la situazione?
Buonasera, ho bisogno del parere di un esperto. Ho 30 anni, non so cosa fare nella vita e non ho un obiettivo nella vita. Non trovo un senso, del piacere, dell'entusiasmo o della motivazione in quello che faccio.
Ho un pessimo carattere, sono debole....mi faccio mettere facilmente i piedi in testa, quando provo a reagire peggioro solo la situazione. Mi sento sempre inadeguata e fuori posto.
La mia situazione familiare è complicata. I miei genitori sono divorziati ormai da una vita (io ero nata da poco tempo quando si sono lasciati). Con mio padre ho avuto sempre un rapporto tira e molla, di amore ed odio. Fino a tre anni fa, quando ho smesso del tutto di avere contatti con lui. Mio padre si è giustamente rifatto una vita. Ma il motivo per cui non voglio più avere contatti con lui sono dovuti a come lui si è comportato in questi anni con me. Se in molti momenti della mia infanzia si è dimostrato un padre amorevole, negli ultimi tempi è stato molto distante e non è riuscito a capire come mi sento, anche se molte volte ho provato a farglielo capire. Lui doveva capirmi e io però dovevo capire lui sul perché fosse così severo verso di me. Quello che non ho mai accettato (e mai lo farò, perché lo ritengo ingiusto) è che lui spesso mi metteva in confronto con i miei fratelli (figli dell'attuale moglie). Mi giudicava. Quando ho iniziato l'università, lui non ha fatto altro che opporsi, che avrei dovuto fare qualcos'altro nella vita. Ad un certo punto mi ha fatto pesare i soldi che mi mandava per "mantenermi". Ad un certo punto ha deciso di non mandarmene più ed io non ho aggiunto pretese, semplicemente ho accettato la cosa. Soprattutto perché così non mi sento più una mantenuta. Anche se, ripeto, alla fine sono ancora mantenuta da mia madre. Vivo da sola con lei, che oltretutto ha una grave malattia. Non è facile convivere con lei, che ha il carattere opposto al mio. Nella vita mia madre ha sempre fatto tutto quello che voleva, almeno fino a quando non si è ammalata. È abituata all'idea che le cose si fanno come dice lei e io mi trovo spesso ad assecondarla; però non lo faccio sempre e spesso litighiamo anche per le cose più stupide. Non nascondo che vorrei andarmene di casa e vivere la mia vita, ma non mi sento libera di farlo. Non per causa di mia madre, ma per causa mia perché ho paura di fare scelte sbagliate, sono pessimista e mi sento sempre insicura. Oltre il fatto, ovvio, che non sono economicamente indipendente.
Penso di aver solo fatto scelte di vita sbagliate: ho due lauree che finora, a livello lavorativo, sono state totalmente infruttuose. Da questo punto di vista, penso alle parole di mio padre e riconosco con rabbia che in parte aveva ragione. Questa constatazione mi fa sentire a pezzi.
In ogni caso sto provando a fare qualcosa per cambiare la situazione e per avere più possibilità in ambito lavorativo. Anche se lo sto facendo con molta difficoltà...lo faccio perché so che devo farlo, perché sono stata ferma a casa quasi due anni e non far nulla è peggio di qualunque altra cosa.
Sto facendo un tirocinio nell'ambito del marketing digitale, ma non mi piace l'ambiente di lavoro. Del mio capo penso le cose peggiori: è arrogante oltre misura, presuntuoso, scontroso ed incompetente. Siccome si tratta di un tirocinio, il mio scopo è quello di imparare cose nuove che potranno poi servirmi per un futuro impiego. Non pretendo che lui mi faccia da balia, ma non mi considera minimamente. Quel poco che ho imparato, l'ho imparato da sola. Lui mi cerca solo per impartirmi ordini, con il suo odioso atteggiamento da "boss" spocchioso. Mi sento molto frustrata. Mi rendo conto che purtroppo il mondo del lavoro è spietato e nella maggior parte dei casi l'ambiente è questo. Però non riesco ad accettarlo. Stringo i denti e cerco di andare avanti.. ci sono giorni più sereni, ma altri arrivo al limite della sopportazione. Come ho accennato prima, ho un carattere molto debole e ho una bassissima autostima.
Vorrei poter cambiare, avere più coraggio, più iniziativa... soprattutto, trovare un obiettivo che mi motivi realmente, che mi faccia sentire viva e positiva... ma non ho voglia. Non ho forze, né motivazione.
Ringrazio di avere vicino una persona che mi ama e che vorrebbe farsi una vita con me, ma anche lui ha difficoltà a trovare un lavoro più stabile, anche se si impegna tanto.
Avrei tante cose da scrivere, questa è solo una piccolissima parte di tutto quello di cui vorrei parlare. Mi rendo conto che non basta una chat per risolvere i miei problemi, ma avrei bisogno di uno psicologo perché sento che i miei problemi mi stanno crollando addosso, ma non posso permettermelo economicamente. Vi ringrazio per aver avuto la pazienza di leggere quello che ho scritto.
Come far capire ai genitori che non si tratta di un problema al cuore ma di un attacco di panico?
Buongiorno, so che con questa domanda farò una figura di merda ma ho veramente bisogno di sapere come far capire ai miei genitori che soffro di attacchi di panico e non di un problema al cuore. È iniziato più o meno da novembre gli attacchi, ma nell’ultimo periodo gli attacchi sono aumentati ogni giorno ne ho massimo 3 attacchi è strano ma purtroppo è vero. L’ospedale mi ha prescritto lexotan ma non mi fa nulla, anzi i professori dicono che sono aumentati. infatti la psicologa mi ha preso l’appuntamento con la psichiatra. Ma i miei pensano che sia un problema al cuore dovuto al covid e vogliono che io faccia una radiografia, come faccio a far capire a loro che sto bene che non si tratta di un problema al cuore? Ho provato a spiegare mille volte ma nulla, non vogliono ascoltarmi.
Ps. Scusi tanto per le punteggiature e la grammatica, ma non riesco mai a mettere le punteggiature è come se ce l’avessi con loro. Grazie tante per la comprensione e aspetto con ansia una risposta, cordiali saluti.
Decisione cambio università
Buongiorno, sono una ragazza di 20 anni e sono al secondo anno dell'università di Infermieristica.
Purtroppo ho capito che nella vita non voglio fare questo lavoro e in futuro vorrei prendere una seconda Laurea in Psicologia.
Il punto è che non so se riuscirò a finire il percorso di Infemieristica e se mai riuscirò a portarlo a termine sarò sfinita e insoddisfatta.
Quindi non so se abbandonare gli studi e dedicarmi completamente alla Psicologia o continuare e poi conseguire un secondo titolo di studio.
Gli anni di studio sono tanti e ho paura di essere in ritardo.
Ho paura che se non inizio adesso a studiare Psicologia sarà troppo tardi, perchè sono veramente tante cose da studiare. Voi cosa mi consigliate?
Pensieri percepiti come realtà
Buongiorno gentili dottori, sono una ragazza di 27 anni e ho un problema. Premetto che ho sempre avuto paura di vomitare in quanto sgradevole. In seguito ad un episodio di vomito sviluppai una specie di paura di germi e batteri ma col tempo il problema si è modificato. Adesso mi capita una cosa strana: mentre sto guardando la tv, sto mangiando o lavandomi le mani, mi immagino di vomitare (ho come un flash) e la mia mente mi convince di aver vomitato realmente. Dentro di me so che non è così però l'altra parte di me mi instilla il dubbio e allora sono costretta a controllare che i vestiti non siano sporchi e ad andare a lavarmi le mani perché le ritengo sporche. Ad esempio: poco fa stavo cenando, ho avuto un flash di me che vomito e la mia mente mi ha convinta di aver rimesso, così ho controllato tovaglia, ecc e non c'era nulla, però la mia mente continuava a dirmi "e se avessi vomitato?" Così sono dovuta andare a lavarmi le mani. È come se non distinguessi la realtà dall'immaginazione, mi basta immaginarmi di vomitare che la mia mente pensa di averlo fatto veramente. Perché mi accade questo? Per me è molto frustrante. Com'è possibile che io non sappia se ho vomitato o no? Mi sento una stupida e poi questo problema è molto invalidante. Mi manca quella sensazione, quella spensieratezza che provi quando stai davvero bene. È diventato un incubo fare tutto, per esempio esco e indosso la sciarpa, magari sono in macchina con mia mamma e ho quel flash. Dubbio. Sensazione di essere sporca. Mi guardo la sciarpa e non c'è niente però il dubbio di aver vomitato mi blocca dal toccarla. Riesco a spiegarmi? È bruttissimo e vorrei guarirne con tutte le mie forze. Mi capita anche che sto guardando il telefono, mi viene quel flash di me che vomito e ho il dubbio di aver vomitato sullo schermo! Così devo disinfettarlo anche se non c'è assolutamente niente!!! Mi arrabbio con me stessa ma non so davvero che fare!!! Come si chiama questo disturbo? Non ne posso più!!! Scusate per la lunghezza del messaggio e grazie per l'attenzione.
2 risposte - LeggiSituazione sociale complicata ragazzo di 18 anni
Buongiorno a tutti, sono un ragazzo di 18 anni con difficoltà sociali a causa di ansia/timidezza/introversione accentuatosi negli anni per vari motivi d'infanzia tra cui separazione dei genitori,cambi di città ecc...
Volevo rivolgermi a voi e chiedere un consiglio perché mi ritrovo ad avere una vita chiuso in casa a parte gli impegni quotidiani, non ho amici e non ho mai neanche avuto una ragazza o qualsiasi tipo di esperienza fisica. Premesso che è una situazione che va avanti da un po' di anni e arrivati a questo punto fatico a trovare modo di uscirne perché capita spesso di sentirmi ansioso/triste/svogliato a causa della mia vita , della mia persona e non vorrei che questo si fosse tramutato in qualche forma di depressione e chiedo a voi aiuto o una possibile soluzione dato che non ho nessuno a cui rivolgermi a parte i familiari stretti. Negli ultimi periodi ho provato l'omeopatia per cercare di migliorare queste cose ma con scarsi risultati. Ringrazio in anticipo chi leggerà e risponderà
Controllo malato della ciotola degli animali
Salve,
ho un problema di mia nonna che controlla eccessivamente 24h/24h la ciotola sia del MIO cane che della MIA gatta. Cioè finchè non hanno finito la ciotola la vedo sempre nervosa e cammina avanti e indietro in tutta casa. Quando sa che la ciotola è finita allora con la mia gatta solo procede al riempimento della nuova ciotola quanto secondo me non è necessario perchè dopo aver mangiato la carne (1 ciotola) ci sono le crocchette nell'altra ciotola. L'idea sua è sempre di avere un gatto obeso.... Quindi ricapitolando come si può eliminare dal cervello di mia nonna questa istruzione di controllare ECCESSIVAMENTE le ciotole delle bestie?! Che poi tra l'altro sono MIE?! Mi fa venire un nervoso e una certa ansia! Specialmente quando sono al lavoro ho sempre il pensiero per le mie bestie che lascio lì da lei...
Piango sempre, cosa fare?
Buongiorno, da qualche tempo ho dei problemi con mia madre. Lei è malata e io mi occupo da sola delle sue cure, ho un fratello, ma se ne è lavato le mani. A trent'anni mi sono fidanzata e speravo di poter iniziare una convivenza, eppure lui ha scelto il suo lavoro, quindi non ci sposeremo. Mi ritrovo a doverlo difendere dalla mia famiglia che crede che mi abbia presa in giro, mentre cerco di finire gli studi e ho continue crisi di pianto non so più che fare...se possibile vorrei dei consigli.
3 risposte - LeggiCome far capire ai genitori che non si tratta di un problema al cuore ma di un attacco di panico?
Buongiorno, so che con questa domanda farò una figura di merda ma ho veramente bisogno di sapere come far capire ai miei genitori che soffro di attacchi di panico e non di un problema al cuore. È iniziato più o meno da novembre gli attacchi, ma nell’ultimo periodo gli attacchi sono aumentati ogni giorno ne ho massimo 3 attacchi è strano ma purtroppo è vero. L’ospedale mi ha prescritto lexotan ma non mi fa nulla, anzi i professori dicono che sono aumentati. infatti la psicologa mi ha preso l’appuntamento con la psichiatra. Ma i miei pensano che sia un problema al cuore dovuto al covid e vogliono che io faccia una radiografia, come faccio a far capire a loro che sto bene che non si tratta di un problema al cuore? Ho provato a spiegare mille volte ma nulla, non vogliono ascoltarmi.
Ps. Scusi tanto per le punteggiature e la grammatica, ma non riesco mai a mettere le punteggiature è come se ce l’avessi con loro. Grazie tante per la comprensione e aspetto con ansia una risposta, cordiali saluti.
Decisione cambio università
Buongiorno, sono una ragazza di 20 anni e sono al secondo anno dell'università di Infermieristica.
Purtroppo ho capito che nella vita non voglio fare questo lavoro e in futuro vorrei prendere una seconda Laurea in Psicologia.
Il punto è che non so se riuscirò a finire il percorso di Infemieristica e se mai riuscirò a portarlo a termine sarò sfinita e insoddisfatta.
Quindi non so se abbandonare gli studi e dedicarmi completamente alla Psicologia o continuare e poi conseguire un secondo titolo di studio.
Gli anni di studio sono tanti e ho paura di essere in ritardo.
Ho paura che se non inizio adesso a studiare Psicologia sarà troppo tardi, perchè sono veramente tante cose da studiare. Voi cosa mi consigliate?
Pensieri percepiti come realtà
Buongiorno gentili dottori, sono una ragazza di 27 anni e ho un problema. Premetto che ho sempre avuto paura di vomitare in quanto sgradevole. In seguito ad un episodio di vomito sviluppai una specie di paura di germi e batteri ma col tempo il problema si è modificato. Adesso mi capita una cosa strana: mentre sto guardando la tv, sto mangiando o lavandomi le mani, mi immagino di vomitare (ho come un flash) e la mia mente mi convince di aver vomitato realmente. Dentro di me so che non è così però l'altra parte di me mi instilla il dubbio e allora sono costretta a controllare che i vestiti non siano sporchi e ad andare a lavarmi le mani perché le ritengo sporche. Ad esempio: poco fa stavo cenando, ho avuto un flash di me che vomito e la mia mente mi ha convinta di aver rimesso, così ho controllato tovaglia, ecc e non c'era nulla, però la mia mente continuava a dirmi "e se avessi vomitato?" Così sono dovuta andare a lavarmi le mani. È come se non distinguessi la realtà dall'immaginazione, mi basta immaginarmi di vomitare che la mia mente pensa di averlo fatto veramente. Perché mi accade questo? Per me è molto frustrante. Com'è possibile che io non sappia se ho vomitato o no? Mi sento una stupida e poi questo problema è molto invalidante. Mi manca quella sensazione, quella spensieratezza che provi quando stai davvero bene. È diventato un incubo fare tutto, per esempio esco e indosso la sciarpa, magari sono in macchina con mia mamma e ho quel flash. Dubbio. Sensazione di essere sporca. Mi guardo la sciarpa e non c'è niente però il dubbio di aver vomitato mi blocca dal toccarla. Riesco a spiegarmi? È bruttissimo e vorrei guarirne con tutte le mie forze. Mi capita anche che sto guardando il telefono, mi viene quel flash di me che vomito e ho il dubbio di aver vomitato sullo schermo! Così devo disinfettarlo anche se non c'è assolutamente niente!!! Mi arrabbio con me stessa ma non so davvero che fare!!! Come si chiama questo disturbo? Non ne posso più!!! Scusate per la lunghezza del messaggio e grazie per l'attenzione.
2 risposte - LeggiSituazione sociale complicata ragazzo di 18 anni
Buongiorno a tutti, sono un ragazzo di 18 anni con difficoltà sociali a causa di ansia/timidezza/introversione accentuatosi negli anni per vari motivi d'infanzia tra cui separazione dei genitori,cambi di città ecc...
Volevo rivolgermi a voi e chiedere un consiglio perché mi ritrovo ad avere una vita chiuso in casa a parte gli impegni quotidiani, non ho amici e non ho mai neanche avuto una ragazza o qualsiasi tipo di esperienza fisica. Premesso che è una situazione che va avanti da un po' di anni e arrivati a questo punto fatico a trovare modo di uscirne perché capita spesso di sentirmi ansioso/triste/svogliato a causa della mia vita , della mia persona e non vorrei che questo si fosse tramutato in qualche forma di depressione e chiedo a voi aiuto o una possibile soluzione dato che non ho nessuno a cui rivolgermi a parte i familiari stretti. Negli ultimi periodi ho provato l'omeopatia per cercare di migliorare queste cose ma con scarsi risultati. Ringrazio in anticipo chi leggerà e risponderà
Piango sempre, cosa fare?
Buongiorno, da qualche tempo ho dei problemi con mia madre. Lei è malata e io mi occupo da sola delle sue cure, ho un fratello, ma se ne è lavato le mani. A trent'anni mi sono fidanzata e speravo di poter iniziare una convivenza, eppure lui ha scelto il suo lavoro, quindi non ci sposeremo. Mi ritrovo a doverlo difendere dalla mia famiglia che crede che mi abbia presa in giro, mentre cerco di finire gli studi e ho continue crisi di pianto non so più che fare...se possibile vorrei dei consigli.
3 risposte - LeggiPerdita di interesse per tutto
Sto cercando uno psicologo nella mia zona ed andrò alla cieca, purtroppo, non sapendo nulla della persona in questione..
Ad ogni modo.. ho una cara amica psicoterapeuta che mi ha sempre detto che sono una persona che si è sempre rimboccata le maniche ed ha risolto i propri problemi.. ma adesso non ci riesco più.
Mi sento come se avessi un vaso di cristallo dentro che si sta sgretolando, una fragilità interna che mi sta facendo a pezzi. Credo sia nato tutto dopo la quarantena, ho paura a guidare, ho chiuso quasi tutti i rapporti di amicizia che avevo,e ne avevo tanti, ho una perenne paura che possa succedere qualcosa di brutto ogni giorno,sono sempre in tensione, non trovo più entusiasmo in nulla,lavoro e torno a casa. Non esco piu. Mi sento una perenne angoscia, non ansia. Sono sempre stata socievole e solare, non lo sono più, non mi riconosco più, voglio tornare ad essere la persona che sono sempre stata. Alterno momenti di euforia con momenti di totale sconforto, mi sento una pazza