Arianna  domande di Ansia e depressione  |  Inserita il

Milano

Fidanzato bipolare

Buonasera, ringrazio già in anticipo per chi leggerà ed eventualmente risponderà qualcosa.
Scrivo qui per avere del supporto riguardo la mia situazione attuale con il mio ragazzo: da un anno il mio ragazzo è stato diagnosticato con Bipolarismo di Tipo 1. La situazione era già difficile prima della diagnosi (era in fase maniacale ma non lo sapevamo) ma ora che sta prendendo le medicine lo è diventata ancora di più.
Inizialmente, solo con l'antipsicotico, la nostra relazione ha cominciato a rallentare ma tutto sommato andava tutto bene. Da quando ha cominciato a prendere anche l'antidepressivo perché si sentiva tanto depresso ha cominciato a peggiorare tutto: è diventato di poche parole, ha cominciato a sentirsi ancora più depresso e quindi ha iniziato a non prendersi più troppa cura di sè (io lo amo e gli sto vicino a prescindere dal suo aspetto, ma so che questa cosa lo butta giù ancora di più), ha cominciato a non riuscire più a fate le attività che prima amava, non ha più libido verso di me (ma vorrebbe andare con altre donne, la psichiatra dice che è per via dell'antidepressivo e che possa essere la coda di una crisi psicotica avuta) e ha iniziato a non sentire più l'amore nei miei confronti. Lui comunque cerca sempre di essere gentile e carino nei miei confronti, cerca di coccolarmi e di sforzarsi ad uscire/proporre di guardare film insieme ma allo stesso tempo sono mesi che non mi dice "ti amo" o che mi fa un complimento.
Io sto cercando di fare del mio meglio per stargli vicino, sto cercando di avere pazienza e di non lasciar spegnere quella speranza che possa stabilirsi con l'umore ma mi capita di crollare e di vomitargli il mio veleno perché sono molto frustrata. È la mia prima relazione seria: ho avuto altre frequentazioni in cui il ragazzo, dopo qualche mese, mi abbandonava per qualcun altra tra cui uno di loro mi ha scaricata dicendo "ho capito che voglio fidanzarmi ma non con te".
Sento come se non meritassi di essere amata, com'è possibile che per una volta che trovo un ragazzo che mi ama, che ci tiene, che mi aspetta e rispetta i miei tempi mi debba ritrovare in una situazione così complicata? So bene che c'è chi sta peggio ma sono davvero frustrata e piena di rabbia verso me stessa.
So anche che l'unica risposta sensata a tutto ciò è "lascialo per il tuo bene" ma non è così semplice. Provo molto amore nei suoi confronti e so bene che se riuscisse a stabilirsi avremmo una bellissima relazione.
Sono già in cerca di uno psicoterapeuta ma avevo davvero bisogno di sfogarmi.
Ringrazio davvero di cuore per la gentilezza di chiunque leggerà questo post.

  1 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott.ssa Giulia Aiello Inserita il 24/09/2024 - 11:12

Milano
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Buongiorno Arianna,
premetto che nessun/a professionista le dirà mai di lasciare o non lasciare la persona con cui si sta frequentando o con cui sta da tempo, piuttosto si potrà andare ad indagare cosa vi fa desiderare di stare insieme e cosa magari il contrario, ma con l'ottica di comprendere e avere una maggior consapevolezza di voi come persone e della vostra relazione.

Sembra essere stato frustrante vivere delle relazioni in cui non si è sentita amata, a volte però, questa sensazione di non meritarsi amore potrebbe arrivare da più lontano e potrebbe essere utile provare ad indagare e prendersi cura di questa sua parte che ha riportato nel suo racconto.

Per quanto riguarda "vomitargli addosso il suo veleno" credo sia comprensibile in una situazione come quella che ha descritto, probabilmente sente dentro di lei tante emozioni contrastanti e può capitare quando si sta in una relazione con una persona con una malattia di qualsiasi tipo, che spesso si metta in primo piano quelle che sono le sue difficoltà e le sue esigenze. A volte succede quasi inconsapevolmente e diventa poi difficile trovare dei momenti per esprimere come si sente e trovare uno spazio per sé, fino poi arrivare a rischiare di non farcela più ed esplodere.
Credo sia molto utile per lei trovare un terapeuta che possa offrirle il supporto e darle la possibilità di avere questo spazio per sé stessa.

Volevo chiederle come mai poi parla di questa rabbia verso sé stessa, è subentrata dopo la diagnosi del suo ragazzo? Era presente già prima e se si da quando?
E come viene gestita questa rabbia che sente?

Resto a disposizione per qualsiasi cosa, le auguro una buona giornata.
Un caro saluto,
Dott.ssa Giulia Aiello