Anna  domande di Ansia e depressione  |  Inserita il

Torino

Sogni

Il mio più grande sogno sta prendendo forma, questa cosa mi spaventa. Ho il terrore che le cose si concretizzino, ma proverei la stessa cosa se capitasse il contrario.
Vorrei scoprire il mondo e allo stesso tempo restare protetta tra le quattro mura di casa mia. Vorrei fare il lavoro dei miei sogni, ma mi obbligherebbe ad allontanarmi dalla mia quotidianità. Vorrei fare tante cose, ma mi porterebbero a mostrarmi alla luce.
Perché non sono in grado di apprezzare ciò che mi succede, ciò per cui combatto tutti i giorni, con l'obiettivo che i miei sogni si realizzino? Perché sento il costante bisogno di piangere? Non ha senso. Siamo nati per realizzarci ed essere felici. Perché ogni cosa che voglio, che per giunta sto ottenendo, e che mi dovrebbe rendere felice, non sono in grado di godermela? Che cosa mi manca?

  2 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott. Filippo Arnoldi Inserita il 08/07/2025 - 10:25

Cologno al Serio
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Buongiorno Anna,
esporsi, mettersi in gioco può creare paure, ansie e quindi il desiderio di rientrare nelle mura di casa e sentirti protetta. Ma se rientri nelle tue mura di casa poi stai male perchè non ti senti realizzata. Hai bisogno di chi ti affianchi e ti aiuti a farti fare un salto. Che ti aiuti a gestire le paure, le ansie, i timori, i pensieri che possono scaturire in te. Parlati in modo positivo, credi in te stessa e lascia andare i pensieri negativi. Lavora sulla tua autostima e impara a mettere dei confini (boundaries) tra te e i gli altri.
Cordialmente
FA

Dott. Francesco Isotti Inserita il 25/06/2025 - 08:59

Ronco Briantino
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Gentile Anna,

le parole che ha condiviso esprimono una complessità emotiva molto autentica, che spesso accompagna i momenti di passaggio importanti nella nostra vita. Quando qualcosa che desideriamo profondamente inizia davvero a concretizzarsi, non è raro che, accanto alla gioia, emerga anche la paura.

Dentro ciascuno di noi convivono motivazioni diverse: da una parte, il desiderio di esplorare, crescere, costruire qualcosa di proprio — è il sistema motivazionale dell’autonomia, che ci spinge verso il mondo. Dall’altra, un bisogno altrettanto profondo di sicurezza, continuità e protezione, che ci fa desiderare la familiarità della quotidianità.
Il conflitto che Lei descrive — tra voler andare e voler restare, tra mostrarsi e nascondersi — è una manifestazione viva di questa tensione tra curiosità e paura.

Non si tratta di una contraddizione patologica, ma piuttosto di un'espressione del fatto che si sta avvicinando a qualcosa di importante. E ciò che conta davvero attiva emozioni forti, talvolta ambivalenti. Anche il bisogno di piangere può essere il modo in cui il corpo e la mente cercano di dare forma e spazio a ciò che ancora non è del tutto definito.

Forse non Le manca nulla. Forse è solo il momento di imparare ad accogliere anche la possibilità di stare bene, di lasciarsi andare alla realizzazione senza doverla controllare o spiegare subito.
La felicità, come la paura, va attraversata. E a volte richiede coraggio anche solo accettare che qualcosa stia andando per il verso giusto.

Un cordiale saluto,
Francesco Isotti