Domande su Genitori e Figli Domande e Risposte su genitorialità e rapporto con i figli
Situazione complicata con mio figlio
Buongiorno, ho 45 anni e un figlio di 23 appena laureato e prosegue ancora con la magistrale. Appena maggiorenne se no anche poco prima gli ho detto che per le relazioni sessuali deve usare i preservativi, che deve stare attento alla compagnia perché ci sono tante malattie trasmissibili sessualmente, avere una ragazza stabile. Ho scoperto tre mesi fa che mio figlio aveva contattato online delle donne di facili costumi dicendo a loro che è timido e non ha esperienze, ieri ho scoperto ancora, cercando nel suo cellulare e risalendo al mese di giugno che ha fatto sesso con una donna matura (credo la mia età dopo il viso) che ha pure un bambino piccolo, anche sesso orale e a tre se ho capito bene anche con il compagno di lei. Mio figlio aveva rifiutato la proposta di penetrare anche lui. Quando si danno appuntamento viene suo marito, compagno che è e lo prende dal parcheggio. Lei fa sesso anche con altri ragazzi di età tra 21-25 anni. La situazione mi pare pericolosa perché mio figlio è studente, non lavora, non ha soldi, non viene con soldi estranei o altre cose comprate a casa per pensare che sia pagato, nei messaggi parlano anche di video mentre fanno sesso e io penso che questi qua lo fanno sentirsi bene per qualche mese per poi ricattarlo o obbligarlo a fare altre cose per loro. Ho paura di trovarlo morto sulla strada perché mi pare un circolo vizioso non solo una curiosità di momento. Lei lo incita con foto e messaggi e gli da appuntamento nella sua zona. Mio figlio non è mai stato una persona aperta anche se io sono stata sempre mamma amica e abbiamo fatto tutto per lui (io sono al secondo matrimonio, figlio è mio, ma mio marito l'ha sempre trattato e curato come fosse suo). Ultimamente e con mia sorpresa mi ha accusato che io l'ho obbligato a studiare che lui non vuole fare niente, secondo me starebbe tutto il giorno nel letto su questi gruppi di sesso, visto che va all'università e non fa nient'altro, fine settimana esce con gli amici, tutti maschi, ma a questo punto credo che va anche da quella li, anche in settimana quando mi dice che va a fare un giro con un amico. Non so come procedere, adesso e in vacanza, lontano da quella li, vorrei parlare con lui in modo chiaro e senza velli e appena gli prendo il cellulare contattare anche quella li e bloccarla. Ho paura che non cercherà mai una ragazza normale e non uscirà mai da questa situazione che pare gli piace abbastanza. La scorsa settimana si piangeva che ha un'afta enorme in bocca, che pensa lui sia per qualcosa che ha mangiato, ma lui non ha mai avuto le afte. Ho trovato preservativi nella sua camera, ma con sesso orale a lei non credo che può usarli. Cosa mi consiglia? Come abbordare questo problema? Vorrei farli fare tutti gli esami per le malattie sessualmente trasmissibili, gli metterò la localizzazione del cellulare e al massimo non avrà acceso alla macchina, non so cosa fare!
0 risposte - LeggiGiochi "sessuali " tra bimbi
Salve, mia figlia ( 5) è stata coinvolta per due volte dal cuginetto di 6 anni in giochi "sessuali", lei racconta che lui le ha chiesto di togliere il costume e di fare L amore, quindi le dava dei baci in bocca e anche quando lei non voleva più lui insisteva di dargliene ancora e le diceva che doveva amarlo per forza, poi mi dice che si sono annusati le parti intime. La prima volta che me lo ha raccontato mi sembrava imbarazzata ma non sono riuscita a capire se lei era d accordo che tutto ciò accadesse oppure no. Mi dice che non voleva fare quel gioco ma che si è presa coraggio e L ha fatto ( testuali parole) la seconda volta che è accaduto mentre lo raccontava mi sembrava più tranquilla ma ripeteva che lei non avrebbe voluto, non so però se lo diceva come per tranquillizzarmi o perché davvero si è sentita obbligata... in ogni caso come devo comportarmi ? Premetto che ( anche se con fatica ) ho sempre cercato di tenere un atteggiamento tranquillo e distaccato quando le chiedevo a cosa stavano giocando sotto le coperte... mio marito dice che dovrei evitare che restino da soli, come posso gestire la situazione? Grazie per la vostra risposta
2 risposte - LeggiLa fidanzata di mio figlio
Buona sera, mio figlio 25 anni, piuttosto timido nel confrontarsi con il mondo ma comunque ha fatto il suo percorso di studio universitario e si è laureato, ora lavora ed è soddisfatto della sua posizione, fin qui nulla da dire, sono circa quattro anni che frequenta una ragazza della sua stessa età, ci è stata presentata, ed abbiamo aperto le porte di casa nostra pensando di portre dentro una figlia, abbiamo conosciuto la famiglia allargata di lei e quindi tutto bene, quando sono stati fatti gli inviti per un caffè da parte nostra ai genitori di lei tutto bene sino al giorno dell'invito che è stato declinato con un whatsapp, in seguito abbiamo avuto un lutto, la mamma della ragazza mi ha telefonato facendomi le condoglianze, lei si è offesa perchè dovevamo passare a prenderla mentre facevamo il tragitto da MILANO A VERCELLI con la salma per portarla alla cerimonia, cosa che non abbiamo fatto perchè impossibile far deviare un corteo funebre, li si è offesa e non si è più fatta vedere, continuando ad uscire con mio figlio, sino a quando dovevano partire le vacanze, ed io ho chiesto a mio figlio se era possibile salutarla prima che partissero, si è presentata come nulla fosse ed io non ho accennato nulla lasciando stare il passato, poi nulla sino a Natale, quando avevamo dei parenti che ci tenevano a conoscerla, la ragazza era al telefono con mio figlio e questa parente chiede di parlare con la ragazza, per invitarla a cena, lei in modo maleducato butta giù la comunicazione, arrabiandosi molto e rimanendo una settimana senza chiamare mio figlio, lui innamorto perso l'ha perdonta, io non so darmi spiegazioni su dei comportamenti così infantili, ho solo paura che un giorno anche mio figlio con una compagna così tagli i ponti con la famiglia, lui evita i discorsi su di lei, però vedo che soffre e non sfoga nulla come devo fare per non perderlo e forse fargli capire che pure sia una brava ragazza non sia la persona giusta per lui. La ringrazio anticipatamente.Saluti
2 risposte - LeggiNon riesco a dimostrare affetto
ciao a tutti, mi chiamo alessandra e sono nuova del sito. mi scuso da subito per il messaggio lunghissimo ma mi sono decisa solo adesso a rivolgermi ad uno psicologo. metto questa domanda sotto la sezione "genitori e figli" perchè credo sia il problema principale, ma come vedrete poi non è l'unico. spero davvero che accoglierete questa mia domanda e risolverete il mio problema. non so se sia un problema adolescenziale (ho 20 anni) o solo psicologico ma sono in questa condizione da molti anni... più o meno da quando ero alle medie. vivo con un costante senso di pressione e pretendo moltissimo da me stessa (all'università ho una media del 30). in genere sto bene, anche se sono sempre abbastanza sulle mie e sulla difensiva, non solo nei confronti degli estranei ma anche nei confronti di amici, parenti, genitori e anche del mio ragazzo, con cui sto da 4 anni. gli unici momenti in cui non mi sento sotto pressione sono quando faccio equitazione, per il resto sono sempre sotto pressione... non perchè gli altri mi ci mettano, mi metto da sola sotto pressione, quasi involontariamente... mi sento come se stessi sbagliando tutto, come se non facessi mai abbastanza, arrivando anche ad avere momenti di crisi dove inizio a piangere e non smetto prima di 30/45 minuti.
ci sono veramente tante cose da dire e probabilmente avrei bisogno di una vera seduta psicologica...
vivo con un costante peso su di me, per vari motivi:
1- non riesco a dimostrare affetto nei confronti dei miei genitori. con altre persone non ho questo problema, solo con loro. questo da sempre... mai un "ti voglio bene", se non quando mi forzavo a farlo, mai un abbraccio, eppure ho questo desiderio immenso di farlo, di essergli più vicina ci sono tantissime occasioni in cui avrei voluto ballare il valzer con mio padre, ad esempio, ma per qualche motivo ho sempre evitato, vergogna o altro. ho paura di questa cosa... i miei genitori hanno 60 anni e non avrò più molto tempo con loro... fra una decina d'anni sarò già via di casa e sento che sta passando tutto davvero troppo in fretta, come se non avessi mai vissuto il classico rapporto "genitori e figli", come se non fossi mai stata davvero con loro... eppure non mancano momenti in cui stiamo tutti insieme, e il problema non credo sia l'infanzia perchè ho avuto un'infanzia bellissima.... non sono neanche loro il problema, perchè sono molto calorosi e sempre presenti se ho bisogno... sono dei genitori fantastici... a tutto questo, al fatto che non mi sembra di aver passato vero tempo con loro, ho dato la colpa al fatto che a partire dalle superiori ogni weekend ero fuori di casa e non sono mai stata davvero con loro... son una persona estremamente indipendente e non ho mai avuto problemi ad andare in giro ecc... ultimamente, l'unico momento dove credo di aver rimediato un po' a questo problema è stato qualche settimana fa: mio zio è morto e io sono stata l'ultima persona a vederlo...appena prima di andar via ho superato il mio blocco e gli ho stretto la mano (quando ero piccola, mi ero sempre rifiutata di farmi toccare da lui e dagli altri parenti). è morto dopo poche ore... li ho sentito di aver rimediato parzialmente e ne sono stata felice... perchè ce l'ho fatta ad esprimere un gesto di affetto prima che fosse troppo tardi.
2- sento che la mia vita mi sta scivolando tra le mani, e io sono bloccata con lo studio, con l'obiettivo di fare carriera, ma sento di stare perdendo tutto il resto (rapporto con i miei genitori compreso)
3- il tema sesso e tutto quello che vi è collegato per me è taboo... non so perchè, non so se è normale... questo mi succede però, anche li, solo in famiglia... con amici o con il mio ragazzo non ci sono problemi, anche se credo di non riuscire ad avere un vero rapporto sessuale con lui, per questo motivo...
come vedete sono piena di problemi... sinceramente credo che ce ne siano altri, nascosti sotto la superficie, però non so cosa farci... nel tempo li ho sempre sminuiti, dando importanza ad altre, oppure ho sempre cercato di risolvermeli da soli... ma ultimamente ho un peso sul cuore che non so proprio come togliere.
spero mi aiuterete...
grazie in anticipo,
ale
Paure immotivate
Mia figlia Serena compirà 5 anni tra qualche giorno. E' ricominciato l'asilo (terzo anno) e lei non lo accetta. Eppure l'anno scorso l'aveva frequentato volentieri.
Piange e si dispera, ma poi a scuola è tranquilla. Resta comunque molto agitata, anche quando stiamo tutti insieme nel fine settimana. Per niente fa capricci e vere e proprie sceneggiate che sono anche difficili da gestire. Le punizioni non sortiscono effetti.
Ha anche ricominciato ad utilizzare il colore nero nei suoi disegni.
Vive da sempre continue paure (dei tuoni, dei fuochi d'artificio) che sta trasmettendo anche alla sorella più piccola. E' molto sensibile, ma ho l'impressione che questa sensibilità si trasformi più spesso in ansia. Teme sempre di essere abbandonata; se non mi vede in casa mi chiama urlando, spesso mi chiede quando morirò, se sono abbastanza giovane, non vuole mai dormire dai nonni, etc.
Io cerco di tranquillizzarla come posso; a volte la butto sullo scherzo, altre volte la rassicuro, a volte mi arrabbio... non so più come prenderla ed inizio a preoccuparmi perchè non vedo un processo di maturazione. Anzi a volte mi sembra di fare passi indietro...
Grazie mille anticipatamente.
Mi odio
Gentili dottori,
Sono Claudio, ho 23 anni e ho già fatto psicoterapia per un periodo di 10 mesi, da Marzo a Dicembre 2017.
Scrivo di una situazione per me tanto confusa quanto recente. Il mio problema è che dentro di me c'è una voce che quando non viene soffocata mi ricorda che mi odio, me lo urla. Disprezzo me stesso per la mia debolezza, per la mia lunaticità, per non riuscire a essere autentico con le persone a cui tengo. Non mi piaccio fisicamente ed è per me un'ossessione, ma prima di iniziare a fare palestra per irrobustirmi ho cominciato a sospettare che il mio problema sia ben diverso da una semplice dismorfofobia: sospetto che quanto mi sta accadendo da un po di anni sia il risultato di un'infanzia in cui sono arrivato a idealizzare i miei genitori per non provare ira e frustrazione per la loro educazione repressiva (e a tratti violenta). In sintesi, sospetto che dentro di me ci sia una rabbia che non trova espressione, derivante da una "pedagogia nera" e che mi porta al giorno d'oggi a odiarmi, mi trovo infatti ridicolo e gradualmente sto perdendo le speranze di amarmi. Ho l'abitudine da 5 anni di tenere un diario, nel quale non scrivo sistematicamente quanto accaduto ogni giorno: preferisco invece usarlo come valvola di sfogo, senza appuntamento, quando mi va lascio che i miei pensieri si imprimano senza filtri sulla carta. Per carattere sono introspettivo e cerco di ascoltarmi, qualunque emozione io stia provando. Ma fare lo psicologo di me stesso non è semplice, soprattutto perché non ho una sincera autostima e mi giudico a ogni piè sospinto. La consapevolezza del mio odio è arrivata dalle pagine del mio diario datate 6 mesi fa. Nel mio ultimo percorso di psicanalisi ho compreso infatti che ho soffocato per tutti gli anni del liceo questo odio verso me stesso creandomi un'immagine ideale di me stesso, quasi un "supereroe": sono stato figlio modello, studente modello, amico modello, ragazzo pacato e sempre incline all'ascolto. Insieme al mio dottore abbiamo superato questa visione, ma da quel momento mi sono sentito "nudo". Ho provato a ricostruire un'autostima (questa volta autentica) ma non ci sono mai riuscito, in questo quadro ho avuto anche la mia prima delusione amorosa e sono stato lasciato all'improvviso dal ragazzo che amavo. Mio padre non ha accettato completamente la mia sessualità e con lui il rapporto è molto complicato: da un po' di tempo non gli voglio più bene, ma non me ne vergogno, avrà le sue responsabilità senz'altro. I miei genitori si sono separati quando avevo 8 anni, da lì mio padre è passato da essere il mio dio a una persona che a tratti odiavo, perché non viveva più con me e anzi, dopo poco tempo ha conosciuto la sua attuale moglie. A livello razionale non mi sento geloso, ma chissà cosa bolle in pentola da anni. Il risultato è che adesso lui vorrebbe vedermi in modo più leggero, per venirmi incontro e aiutarmi a sentirmi di nuovo legato a lui, se non come un padre almeno come un amico. Ma non ne ho voglia, e se a volte mi sento in colpa più sovente mi sento saldo nella mia decisione. In conclusione, anche questo "voltafaccia" con mio padre mi sta facendo pensare di covare una rabbia inespressa, motivo della mia autostima bassa, o forse del tutto assente. Voglio cambiare la mia vita e amarmi, non ha senso la vita senza l'amore per se stessi: non sarei capace di amare nessun altro, perlomeno non in modo sano. E a 23 anni sento di consumare nell'odio quelli che potrebbero essere i miei anni migliori. Voglio far rivivere quel bambino che a un certo punto è diventato adulto di colpo. Vorrei sapere se un percorso psicologico nel mio caso può essere d'aiuto e se secondo voi, per quanto potete leggere, io abbia fatto centro e in qualche modo abbia capito da dove deriva la mia frustrazione. Grazie in anticipo per il cortese interesse, cordiali saluti.
Fratelli e autoerotismo
Buonasera, ho due figli di 12 e 9 anni. I ragazzi hanno sempre avuto con me una buona confidenza, soprattutto il più grande mi ha spesso parlato anche delle sue "prime esperienze" con l'autoerotismo, l'ho sempre rassicurato sul fatto che poteva confidarsi e che fossero tutte esperienze normali. Ora, l'altra sera i ragazzi erano sul divano e li sentivo parlare a bassa voce, arrivo di là e il grande si stava toccando mentre il piccolo era lì e mi hanno poi confessato che il grande aveva chiesto al piccolo di toccarlo. Sono rimasta spiazzata, ho respirato e mantenendo la calma ho detto ai ragazzi che queste sono cose si naturali ma "private" ed è bene mantenere un certo riserbo. Onestamente non so se ho sbagliato e non so nemmeno se devo preoccuparmi ed intervenire in altro modo, vorrei tanto avere un consiglio da voi. Grazie.
0 risposte - LeggiProblemi madre figlia
Buongiorno, sono Martina e ho 21 anni. Scrivo qui perché penso di aver bisogno di un consiglio e molto probabilmente di aiuto. Mia madre nella sua vita ha avuto veramente tanti amanti, ha trattato mio papà come se fosse un portafoglio ambulante, ha ipotecato la casa, ha creato debiti con sette finanziarie differenti, ha rubato nella sua stessa casa i gioielli di famiglia per venderli e rubava di nascosto le carte di credito a mio papà per prelevare di nascosto. Mi ha sempre insultata, mi ha sempre trattata male, mi ha fatto mentire per coprire le sue azioni ricattandomi dicendomi che diceva a mio papà che avevo fatto io un incidente alla moto e non lei (perché mi aveva coperto). Mio papà d'altra parte era sempre nervoso, agitato, mi sgridava se una forchetta cadeva per terra, era sempre arrabbiato perché non sapeva come gestire la situazione con mia mamma e ne pagavo io le conseguenze. Mio papà mi portava sempre alla gare, mi faceva da mangiare, lavava i vestiti e chiamava una signora per stirare perché non era capace, mentre mia madre andava con chi le dava una borsa di Moschino o delle scarpe di Chanel. Ci sono tante altre cose che potrei raccontare ma penso che da questi fatti qualcosa si sia già capito e quindi vengo al sodo. Mio papà è morto poco tempo fa e mia madre è impazzita per i soldi, mi ha minacciata di fare finire la mia relazione, di sbattermi fuori di casa e di denunciarmi per averla insultata, mi dice che io devo ringraziare solo lei perché ha la pensione di reversibilità e che dopo essere stata male per così tanti anni con mio papà, ora è giusto che si goda quello che vuole. Solo che lei è sola, non ha amici, nessuno le vuole bene perché ha sempre usato le persone a suo piacimento e quindi cerca di rovinare quei pochi rapporti che sono riuscita a creare in quella giungla della mia famiglia. Mi insulta costantemente dicendo che sono una "di facili costumi" perché ho dormito con il mio ragazzo, mi dice che devo stare male perché me lo merito e che forse era meglio che non ci fossi più io. Forse sto esagerando, ma io mi sento male perché la mole di insulti aumenta sempre di più e sono sempre più pesanti perché purtroppo esisto anche io e l'eredità la deve dividere con me. Non so cosa fare. Non penso di riuscire a reggere dopo una vita già difficile di suo, anche una situazione così adesso.
Grazie di tutto e auguro una buona giornata.
Martina
Problemi affettivi con mia madre e mia nonna
Ciao, non ho mai parlato di questo perché in un certo senso mi sento in colpa...per chiarire meglio la situazione peró devo iniziare da quand'ero piccola. In famiglia non c'è mai stato un ambiente troppo tranquillo, a causa di mio padre abbiamo subito violenze domestiche, i miei genitori si insultavano in continuo e l'affetto era completamente assente tra loro. Mio padre ha continuato ad essere molto severo, fino all'etá di 12 anni circa, quando io stessa mi affidai ad una psicologa che, non vedendo mia madre collaborare mandò me e la mia gemella in comunità (mia madre non si è mai rivolta a nessuno e anzi, quando mia sorella maggiore ha provato ad esporre denuncia l'ha fermata poiché diceva di aver paura che avrebbero mandato me e la mia gemella in comunità, evento alla fine accaduto). Non siamo restate troppo in comunità, ma subito dopo hanno allontanato mio padre che è stato pure in prigione...quando abbiamo avuto la possibilità di rivederlo non sono riuscita a perdonarlo, era depresso ma diceva che nulla di ciò era colpa sua e alla fine si è tolto la vita. Dopo un po' mia nonna si trasferì a vivere a casa mia. Adesso che ho fatto un po' un quadro generale vi dirò perché realmente ho scritto qui. Io non riesco ad esprimere affetto a mia madre, mi viene difficile ed è come se mi vergognassi anche se so che a lei farebbe piacere. Non riesco a dirle "ti voglio bene" e quando lei mi esprime affetto a volte mi pare davvero esagerata, tanto da provocarmi fastidio. Quando litighiamo urla e a volte le è capitato di dire cose davvero crudeli nei miei confronti, oltretutto è davvero impossibile ragionarci perché capisce sempre solo quello che vuole capire lei, non ascolta quello che dico e continua sempre imperterrita, il che mi fa perdere la pazienza e finisco per urlare anch'io. Tuttavia se ci penso mi fa pena, perché ne ha passate tante anche lei. Adesso devo aprire una parentesi anche su mia nonna. Lei soffre di obesità e mia madre ha speso pure molti soldi per curarla, tuttavia lei non ha mai dimostrato il minimo impegno (con lei non ho mai costruito un rapporto così solido) e questo mi infastidisce...quando provo ad esprimere un opinione a riguardo mia madre la difende subito a spada tratta, tirando fuori discorsi di rispetto o del fatto che lei sia anziana e che io non debba dire certe cose...tutto ciò mi fa imbestialire perché trovo che siano discorsi privi di coerenza...come si può pensare di essere una famiglia se io non posso nemmeno esprimere la mia opinione? Finisco con una breve parentesi sulla mia relazione sentimentale: sono fidanzata da due anni e ci tengo tantissimo a lui, tuttavia a volte mi sembra che ci siano degli alti e bassi e lui dice che non riesco ad esternare veramente ciò che provo(emozioni)...a volte mi chiede di dirgli di più di me, io non lo faccio nemmeno apposta perciò non saprei nemmeno benissimo cosa dirgli. Ho provato a rivolgermi a psicologi 3 volte, la prima mi ha mandata in comunità, il secondo dopo la comunità mi ha detto che non presentavo nessun disturbo e con la terza mi era passata la voglia di dirle ogni volta come mi fossi sentita.
È un problema che deriva da me o la causa è mia madre? Come potrei fare per risolvere o almeno migliorare la situazione? Come potrebbero tutti questi casini influenzare la mia vita sociale?
Perché mia figlia non mi disegna più?
Buongiorno,
Ho una bimba di 4 anni e mezzo che ama tantissimo disegnare. Sono sempre stata il soggetto principale dei suoi disegni, e mi ha sempre disegnata più grande rispetto agli altri componenti della famiglia. È sempre stata molto attaccata a me, abbiamo sempre avuto un rapporto bellissimo, ma ultimamente noto un lieve distacco che mi fa star male. La cosa che più mi ha fatto pensare è che nei suoi disegni io non compaio quasi più, e quando le chiedo se fa anche per me un disegno cambia discorso, oppure disegna altro o inizia il disegno e poi lo stropiccia dicendo che ha sbagliato.
Siamo una famiglia molto unita e a breve arriverà il secondogenito. Mia figlia si dimostra molto entusiasta, non fa altro che parlare del suo fratellino con chiunque, è molto affettuosa con la mia pancia e continua a ripetere che non vede l'ora che nasca. Ho notato anche che quando ci facciamo le coccole, lei bacia e abbraccia quasi più la mia pancia che me.
Capita anche molto spesso che se le dico, per esempio, che sono orgogliosa di lei mi chiede subito se anche il fratellino lo è. O se le dico che andiamo in un posto mi chiede se il fratellino è felice di andarci. Mi sembra quasi che ogni momento che io voglio fare nostro, lei lo viva come se non possa essere solo mio e suo, ma anche del piccolo in arrivo.
È una bimba molto sveglia e si fa tante domande. È anche molto sensibile, e per questo ho paura che stia soffrendo per la mia gravidanza anche se apparentemente si dimostra felicissima e per niente gelosa (quando in realtà è sempre stata molto possessiva nei miei confronti, al punto che -e questo lo fa tutt'ora- se la prende e a volte piange se vede me e suo padre scambiarci un bacio o un abbraccio, o non vuole che io usi parole affettuose con altre persone).
Preciso che col padre il suo rapporto non è cambiato e nemmeno con i nonni -che sono le persone più vicine a noi- (anzi, addirittura mi sembra si sia rafforzato ancora di più).
Scusatemi se mi sono dilungata, spero in una vostra risposta! Grazie
Sono donna e non voglio avere figli
Salve, c'è una questione sulla quale sono molto combattuta da anni ma che attualmente si sta facendo sempre più viva. Ho 35 anni e non voglio avere figli. Non ci ho mai pensato ad averne, neanche da piccolina: mentre le altre mie amiche sognavano di diventare madri io parlavo addirittura di togliere tutto per non avere il ciclo. Ho vissuto male il passaggio da bambina a donna. Tutte volevano diventare "signorine" io pregavo affinché avvenisse il più tardi possibile, e invece sono stata tra le prime e ne ho sofferto molto provando tra vergogna e rabbia per essere donna. All'epoca il motivo era semplice: non volevo fastidi, volevo solo giocare e sfrenarmi senza pensieri, volevo sentirmi sempre forte e il mio pensiero quando ho avuto il primo ciclo è stato: "cavolo questa è una cosa che avrò ogni mese e con cui dovrò convivere per anni!" Mi sentivo soffocare! Adesso ho raggiunto un rapporto molto più sereno con il ciclo e con il mio essere femminile, amo essere donna, nel tempo ho acquisito molta femminilità e sensualità, ma non riesco proprio a pensare un giorno di poter diventare madre. E la cosa mi fa sentire in colpa perché anch'io come la maggior parte delle donne vorrei avere questo desidero (e soprattutto sentirmi in grado di poter essere genitore) invece al solo pensiero mi sento opprimere. Mi sento come se venissi legata. Non riuscirei ad immaginare che un altro essere umano possa dipendere da me, non mi sento affidabile. Sono una che cambia idea, che rivoluziona la propria vita in un microsecondo e che lotta per l'indipendenza per avere vie d'uscita libere ogniqualvolta mi trovassi all'angolo. Per il fatto di non volere figli oltretutto sento anche di non meritare un buon partner, nel senso che credo che un buon partner non abbia la volontà di stare con una come me, che non vuole figli. Come faccio a trovare una persona buona d'animo con cui avere una relazione sana se poi metto la condizione di non volere figli? Come potrei pensare di essere io a precludere la possibilità di diventare padre ad un potenziale partner? Penso di poter trovare solo egoisti/narcisisti (come è stato fino ad ora) che sarebbero più propensi ad accettare una tale mia condizione. Mi sento come se fossi destinata a soffrire e ad incappare in relazioni tossiche semplicemente per il fatto che non sarei degna di vivere una relazione "normale" visto che appunto non voglio figli.
Sono in conflitto e non riesco ad essere serena su questa decisione nonostante stia seguendo fedelmente me stessa. Sono cose che non ho mai confidato a nessuno ma stanno diventando sempre più pesanti e ne sono insofferente data anche l'età e dato che tutti si aspettano che mi sistemi (volentieri se trovassi il partner adatto) e che faccia figli.
Il mio bimbo non riesce a gestire la paura
Buongiorno, sono A. madre di un bimbo di 5 anni che da circa tre settimane ( in seguito ad un evento accaduto a scuola, la prova antincendio) non riesce a gestire la paura. Ha veri attacchi di ansia se solo pensa di andare a scuola, non lo reputa un posto sicuro mentre prima andava serenamente. Questa paura, invece che affievolirsi sembra aumentare. Noi genitori abbiamo, in un primo momento, accolto la sua paura, lo abbiamo rassicurato, tranquillizzato, abbiamo cercato anche di distrarlo per sviare il problema e sfiniti ci siamo anche arrabbiati. Con un ritmo sonno-veglia regolare già da anni, ha iniziato a svegliarsi di notte per questo timore. Lui ha verbalizzato subito questa sua paura, mi dice in continuazione che senza la mamma avrà paura a scuola, che gli mancherò, che ha paura e che non si divertirà. Ho parlato con le maestre chiedendo se potessero darmi una mano con questa sua paura ed in un primo momento non hanno fatto nulla, poi gli hanno parlato della prova antincendio ma non ha sortito alcun effetto calmante. Vorrei aiutarlo a non farlo sovrastare dalle paure, che sono normali, vorrei insegnargli che si possono gestire senza scappare e vorrei farlo con l'aiuto di un esperto perché ho molto a cuore la serenità di mio figlio. Se potesse darci un consiglio, se è necessario iniziare un percorso, o dirci se è lo psicologo la figura che maggiormente potrebbe aiutarlo in questo momento le saremmo grati noi genitori. La sua pediatra ci ha consigliato di aspettare, di continuare a mandarlo a scuola anche se dovesse piangere, che piano piano passerà ma, saperlo a scuola poco sereno non mi fa stare serena. La ringrazio anticipatamente. Cordialmente la saluto A.
3 risposte - LeggiProblemi madre figlia
Buongiorno, sono Martina e ho 21 anni. Scrivo qui perché penso di aver bisogno di un consiglio e molto probabilmente di aiuto. Mia madre nella sua vita ha avuto veramente tanti amanti, ha trattato mio papà come se fosse un portafoglio ambulante, ha ipotecato la casa, ha creato debiti con sette finanziarie differenti, ha rubato nella sua stessa casa i gioielli di famiglia per venderli e rubava di nascosto le carte di credito a mio papà per prelevare di nascosto. Mi ha sempre insultata, mi ha sempre trattata male, mi ha fatto mentire per coprire le sue azioni ricattandomi dicendomi che diceva a mio papà che avevo fatto io un incidente alla moto e non lei (perché mi aveva coperto). Mio papà d'altra parte era sempre nervoso, agitato, mi sgridava se una forchetta cadeva per terra, era sempre arrabbiato perché non sapeva come gestire la situazione con mia mamma e ne pagavo io le conseguenze. Mio papà mi portava sempre alla gare, mi faceva da mangiare, lavava i vestiti e chiamava una signora per stirare perché non era capace, mentre mia madre andava con chi le dava una borsa di Moschino o delle scarpe di Chanel. Ci sono tante altre cose che potrei raccontare ma penso che da questi fatti qualcosa si sia già capito e quindi vengo al sodo. Mio papà è morto poco tempo fa e mia madre è impazzita per i soldi, mi ha minacciata di fare finire la mia relazione, di sbattermi fuori di casa e di denunciarmi per averla insultata, mi dice che io devo ringraziare solo lei perché ha la pensione di reversibilità e che dopo essere stata male per così tanti anni con mio papà, ora è giusto che si goda quello che vuole. Solo che lei è sola, non ha amici, nessuno le vuole bene perché ha sempre usato le persone a suo piacimento e quindi cerca di rovinare quei pochi rapporti che sono riuscita a creare in quella giungla della mia famiglia. Mi insulta costantemente dicendo che sono una "di facili costumi" perché ho dormito con il mio ragazzo, mi dice che devo stare male perché me lo merito e che forse era meglio che non ci fossi più io. Forse sto esagerando, ma io mi sento male perché la mole di insulti aumenta sempre di più e sono sempre più pesanti perché purtroppo esisto anche io e l'eredità la deve dividere con me. Non so cosa fare. Non penso di riuscire a reggere dopo una vita già difficile di suo, anche una situazione così adesso.
Grazie di tutto e auguro una buona giornata.
Martina
Problemi affettivi con mia madre e mia nonna
Ciao, non ho mai parlato di questo perché in un certo senso mi sento in colpa...per chiarire meglio la situazione peró devo iniziare da quand'ero piccola. In famiglia non c'è mai stato un ambiente troppo tranquillo, a causa di mio padre abbiamo subito violenze domestiche, i miei genitori si insultavano in continuo e l'affetto era completamente assente tra loro. Mio padre ha continuato ad essere molto severo, fino all'etá di 12 anni circa, quando io stessa mi affidai ad una psicologa che, non vedendo mia madre collaborare mandò me e la mia gemella in comunità (mia madre non si è mai rivolta a nessuno e anzi, quando mia sorella maggiore ha provato ad esporre denuncia l'ha fermata poiché diceva di aver paura che avrebbero mandato me e la mia gemella in comunità, evento alla fine accaduto). Non siamo restate troppo in comunità, ma subito dopo hanno allontanato mio padre che è stato pure in prigione...quando abbiamo avuto la possibilità di rivederlo non sono riuscita a perdonarlo, era depresso ma diceva che nulla di ciò era colpa sua e alla fine si è tolto la vita. Dopo un po' mia nonna si trasferì a vivere a casa mia. Adesso che ho fatto un po' un quadro generale vi dirò perché realmente ho scritto qui. Io non riesco ad esprimere affetto a mia madre, mi viene difficile ed è come se mi vergognassi anche se so che a lei farebbe piacere. Non riesco a dirle "ti voglio bene" e quando lei mi esprime affetto a volte mi pare davvero esagerata, tanto da provocarmi fastidio. Quando litighiamo urla e a volte le è capitato di dire cose davvero crudeli nei miei confronti, oltretutto è davvero impossibile ragionarci perché capisce sempre solo quello che vuole capire lei, non ascolta quello che dico e continua sempre imperterrita, il che mi fa perdere la pazienza e finisco per urlare anch'io. Tuttavia se ci penso mi fa pena, perché ne ha passate tante anche lei. Adesso devo aprire una parentesi anche su mia nonna. Lei soffre di obesità e mia madre ha speso pure molti soldi per curarla, tuttavia lei non ha mai dimostrato il minimo impegno (con lei non ho mai costruito un rapporto così solido) e questo mi infastidisce...quando provo ad esprimere un opinione a riguardo mia madre la difende subito a spada tratta, tirando fuori discorsi di rispetto o del fatto che lei sia anziana e che io non debba dire certe cose...tutto ciò mi fa imbestialire perché trovo che siano discorsi privi di coerenza...come si può pensare di essere una famiglia se io non posso nemmeno esprimere la mia opinione? Finisco con una breve parentesi sulla mia relazione sentimentale: sono fidanzata da due anni e ci tengo tantissimo a lui, tuttavia a volte mi sembra che ci siano degli alti e bassi e lui dice che non riesco ad esternare veramente ciò che provo(emozioni)...a volte mi chiede di dirgli di più di me, io non lo faccio nemmeno apposta perciò non saprei nemmeno benissimo cosa dirgli. Ho provato a rivolgermi a psicologi 3 volte, la prima mi ha mandata in comunità, il secondo dopo la comunità mi ha detto che non presentavo nessun disturbo e con la terza mi era passata la voglia di dirle ogni volta come mi fossi sentita.
È un problema che deriva da me o la causa è mia madre? Come potrei fare per risolvere o almeno migliorare la situazione? Come potrebbero tutti questi casini influenzare la mia vita sociale?
Sono donna e non voglio avere figli
Salve, c'è una questione sulla quale sono molto combattuta da anni ma che attualmente si sta facendo sempre più viva. Ho 35 anni e non voglio avere figli. Non ci ho mai pensato ad averne, neanche da piccolina: mentre le altre mie amiche sognavano di diventare madri io parlavo addirittura di togliere tutto per non avere il ciclo. Ho vissuto male il passaggio da bambina a donna. Tutte volevano diventare "signorine" io pregavo affinché avvenisse il più tardi possibile, e invece sono stata tra le prime e ne ho sofferto molto provando tra vergogna e rabbia per essere donna. All'epoca il motivo era semplice: non volevo fastidi, volevo solo giocare e sfrenarmi senza pensieri, volevo sentirmi sempre forte e il mio pensiero quando ho avuto il primo ciclo è stato: "cavolo questa è una cosa che avrò ogni mese e con cui dovrò convivere per anni!" Mi sentivo soffocare! Adesso ho raggiunto un rapporto molto più sereno con il ciclo e con il mio essere femminile, amo essere donna, nel tempo ho acquisito molta femminilità e sensualità, ma non riesco proprio a pensare un giorno di poter diventare madre. E la cosa mi fa sentire in colpa perché anch'io come la maggior parte delle donne vorrei avere questo desidero (e soprattutto sentirmi in grado di poter essere genitore) invece al solo pensiero mi sento opprimere. Mi sento come se venissi legata. Non riuscirei ad immaginare che un altro essere umano possa dipendere da me, non mi sento affidabile. Sono una che cambia idea, che rivoluziona la propria vita in un microsecondo e che lotta per l'indipendenza per avere vie d'uscita libere ogniqualvolta mi trovassi all'angolo. Per il fatto di non volere figli oltretutto sento anche di non meritare un buon partner, nel senso che credo che un buon partner non abbia la volontà di stare con una come me, che non vuole figli. Come faccio a trovare una persona buona d'animo con cui avere una relazione sana se poi metto la condizione di non volere figli? Come potrei pensare di essere io a precludere la possibilità di diventare padre ad un potenziale partner? Penso di poter trovare solo egoisti/narcisisti (come è stato fino ad ora) che sarebbero più propensi ad accettare una tale mia condizione. Mi sento come se fossi destinata a soffrire e ad incappare in relazioni tossiche semplicemente per il fatto che non sarei degna di vivere una relazione "normale" visto che appunto non voglio figli.
Sono in conflitto e non riesco ad essere serena su questa decisione nonostante stia seguendo fedelmente me stessa. Sono cose che non ho mai confidato a nessuno ma stanno diventando sempre più pesanti e ne sono insofferente data anche l'età e dato che tutti si aspettano che mi sistemi (volentieri se trovassi il partner adatto) e che faccia figli.
Perché mia figlia non mi disegna più?
Buongiorno,
Ho una bimba di 4 anni e mezzo che ama tantissimo disegnare. Sono sempre stata il soggetto principale dei suoi disegni, e mi ha sempre disegnata più grande rispetto agli altri componenti della famiglia. È sempre stata molto attaccata a me, abbiamo sempre avuto un rapporto bellissimo, ma ultimamente noto un lieve distacco che mi fa star male. La cosa che più mi ha fatto pensare è che nei suoi disegni io non compaio quasi più, e quando le chiedo se fa anche per me un disegno cambia discorso, oppure disegna altro o inizia il disegno e poi lo stropiccia dicendo che ha sbagliato.
Siamo una famiglia molto unita e a breve arriverà il secondogenito. Mia figlia si dimostra molto entusiasta, non fa altro che parlare del suo fratellino con chiunque, è molto affettuosa con la mia pancia e continua a ripetere che non vede l'ora che nasca. Ho notato anche che quando ci facciamo le coccole, lei bacia e abbraccia quasi più la mia pancia che me.
Capita anche molto spesso che se le dico, per esempio, che sono orgogliosa di lei mi chiede subito se anche il fratellino lo è. O se le dico che andiamo in un posto mi chiede se il fratellino è felice di andarci. Mi sembra quasi che ogni momento che io voglio fare nostro, lei lo viva come se non possa essere solo mio e suo, ma anche del piccolo in arrivo.
È una bimba molto sveglia e si fa tante domande. È anche molto sensibile, e per questo ho paura che stia soffrendo per la mia gravidanza anche se apparentemente si dimostra felicissima e per niente gelosa (quando in realtà è sempre stata molto possessiva nei miei confronti, al punto che -e questo lo fa tutt'ora- se la prende e a volte piange se vede me e suo padre scambiarci un bacio o un abbraccio, o non vuole che io usi parole affettuose con altre persone).
Preciso che col padre il suo rapporto non è cambiato e nemmeno con i nonni -che sono le persone più vicine a noi- (anzi, addirittura mi sembra si sia rafforzato ancora di più).
Scusatemi se mi sono dilungata, spero in una vostra risposta! Grazie
Il mio bimbo non riesce a gestire la paura
Buongiorno, sono A. madre di un bimbo di 5 anni che da circa tre settimane ( in seguito ad un evento accaduto a scuola, la prova antincendio) non riesce a gestire la paura. Ha veri attacchi di ansia se solo pensa di andare a scuola, non lo reputa un posto sicuro mentre prima andava serenamente. Questa paura, invece che affievolirsi sembra aumentare. Noi genitori abbiamo, in un primo momento, accolto la sua paura, lo abbiamo rassicurato, tranquillizzato, abbiamo cercato anche di distrarlo per sviare il problema e sfiniti ci siamo anche arrabbiati. Con un ritmo sonno-veglia regolare già da anni, ha iniziato a svegliarsi di notte per questo timore. Lui ha verbalizzato subito questa sua paura, mi dice in continuazione che senza la mamma avrà paura a scuola, che gli mancherò, che ha paura e che non si divertirà. Ho parlato con le maestre chiedendo se potessero darmi una mano con questa sua paura ed in un primo momento non hanno fatto nulla, poi gli hanno parlato della prova antincendio ma non ha sortito alcun effetto calmante. Vorrei aiutarlo a non farlo sovrastare dalle paure, che sono normali, vorrei insegnargli che si possono gestire senza scappare e vorrei farlo con l'aiuto di un esperto perché ho molto a cuore la serenità di mio figlio. Se potesse darci un consiglio, se è necessario iniziare un percorso, o dirci se è lo psicologo la figura che maggiormente potrebbe aiutarlo in questo momento le saremmo grati noi genitori. La sua pediatra ci ha consigliato di aspettare, di continuare a mandarlo a scuola anche se dovesse piangere, che piano piano passerà ma, saperlo a scuola poco sereno non mi fa stare serena. La ringrazio anticipatamente. Cordialmente la saluto A.
3 risposte - LeggiCosa sbaglio nell'essere mamma?
Buongiorno,
Ho una bimba di 18 mesi ed alcuni suoi comportamenti mi preoccupano. Da sempre non ha mai avuto paura degli estranei e non ha mai protestato quando andavo via (é successo pochissime volte). All'inserimento al nido nessun pianto; quando la lascio con nonni e papá nessuna protesta; oggj al parco ha addirittura preso la mano di una signora e voleva andare sullo scivolo con lei (non le dico il mio spavento); se sta in braccio e vede una signora/e che la saluta tende le braccia per andarle in braccio (lo ha sempre fatto anche da piccolissima). Inoltre comincia a dire le prima parole: papà, pappa, cacca, ciuo (ciuccio), iaia (zia); ma mamma niente. Quando le chiedo di dire mamman lei mi guarda e dopo due secondi dice papá. Solo quando sta poco bene, vuole stare attaccata a me e non vuole nessuno se non me. Questi comportamenti mi fanno soffrire molto e mi rendono una mamma molto insicura. Dove ho sbagliato? La bambina non mi vuole bene? O C'é qualche aspetto della bimba da approfondire che potrebbe essere patologico?
Grazie