Raffaele  domande di Genitori e Figli  |  Inserita il

Padre?

Buonasera,
Io e mia moglie, sposati per amore, non avevamo alcun desiderio di avere figli, per nulla, eravamo molto felici e ci bastavano eccome. Ma, essendo io di importante e ricca famiglia e avendo una fiorente, consolidata ed ereditaria attività (condivisa con mia moglie dopo il matrimonio) ci trovammo ad un certo punto "pressati" dai familiari e parenti e dall'annosa questione "discendenza ed erede". Le proprietà, l'attività, il nome, l'eredità... A chi sarebbe andato tutto questo? Chi avrebbe curato e portato avanti il tutto nel tempo? Possibile che tutto questo, che durava da antiche generazioni, dovesse andare "spezzato", perso o in mano a qualcuno "non di famiglia" solo per una nostra "sciocca idea"? E così, nonostante la forte ritrosia, a un certo punto cedemmo. Nostro figlio è stato cresciuto da persone pagate per farlo e "addestrato" (come io a suo tempo) a essere chi gli si chiede di essere in un ambiente formale, distaccato e costellato di doveri. Non avremmo mai voluto ne saputo essere genitori.
Nostro figlio ora ha 21 anni e devo ammettere che, a parte qualche "piccola trasgressione", ha sempre cercato di essere il perfetto erede, di non deludere mai la famiglia, di essere quello che è nato per essere. Tanti amici mi dicono che ormai che è un ragazzo adulto e che abbiamo questo figlio forse sarebbe il caso di "accettarlo" e essere suoi genitori anche nell'affetto e non solo "biologicamente" diciamo e per il fatto di non avergli mai fatto mancare nulla di nulla materialmente (in una posizione di agi e privilegi materiali). E' un bravo e bel ragazzo e per il suo 21esimo compleanno il mese scorso io e mia moglie gli abbiamo regalato noi stessi ovvero quel giorno siamo stati presenti, abbiamo cercato di essere coinvolti e amichevoli. Ne è stato molto felice e da lì a volte penso che potrei provarci più spesso, una parte di me lo vorrebbe, l'altra ancora non sa che direzione prendere.
C'è un punto da cui potrei partire?

  2 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott.ssa Mirella Caruso Inserita il 01/11/2018 - 10:07

Gentile Raffaele, suo figlio, vostro figlio è stato cresciuto da Altri pagati per farlo. E’ stato educato a essere bravo, a lasciarsi guidare nella vita da un senso del dovere imponente e condizionante. Anche lei ha avuto il medesimo tipo di educazione, ma, a un certo punto, avrebbe voluto scegliere per se stesso, non più seguendo obblighi e costrizioni imposte da altri, dalle circostanze, dalla convenienza o dalla morale corrente. Sarebbe interessante approfondire la sua storia per capire come questo “no” si sia espresso, che forme abbia preso nella sua vita oltre che il diniego di dover crescere un figlio per consegnarlo a un destino certo. Il desiderio di poter vivere senza procreare fu soppiantato dal rifiuto oppositivo dei parenti. Suo figlio è arrivato e consegnato alle cure amorose degli educatori scelti. Lui si è adeguato, a parte “qualche piccola trasgressione”. Quale? Penso che proprio su questo bisogno di “trasgredire”, di poter essere anche altro rispetto a modelli preordinati, che possiate iniziare a parlare più in profondità; in fondo, a distanza di una generazione, avete avuto i medesimi problemi da affrontare. E’ diventato un bel ragazzo assennato e bravo, ma direi che “tendere l’orecchio” verso il suo/vostro bisogno di poter essere anche altro, forse anche più creativi e a passo con i tempi, potrebbe aprire una strada nuova, dove tutti e tre possiate incontrarvi. In fondo, anche le dinastie regali più antiche e importanti, sopravvivono negli anni poiché qualcuno si oppone e dice NO.

Dott.ssa Anna Marcella Pisani Inserita il 29/10/2018 - 16:42

Buonasera Raffaele,
Se desidera assecondare la parte di sé interessata a sperimentarsi come padre è utile per lei tenere presente una cosa: concordare ciò con suo figlio, ossia avvicinarsi a lui gradualmente proprio come ha fatto il giorno del suo compleanno.
È essenziale che chieda direttamente a lui cosa preferibbe che lei facesse con lui.
In questo modo sarà sicuro che suo figlio avrà effettivamente piacere nello stare con lei, perché sarà proprio lui a proporre cosa e in che modo condividere.
Consideri, in ogni caso, che interessarsi a ciò che fa suo figlio, alla sua vita, i suoi interessi, le potrà garantire di entrare nella sua vita senza essere percepito come invasivo.
Infine può esserle utile chiedersi cosa significhi per lei essere padre e come mai secondo lei abbia avvertito tale desiderio in questo momento della sua vita, come si sente in generale?
Esplorare questi suoi vissuti le sarà sicuramente utile per comprendere in che modo avvicinarsi a suo figlio.
Un caro saluto.
Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)