isabella  domande di Genitori e Figli  |  Inserita il

Pisa

Una grossa bugia e un grosso errore

Ho 25 anni e sono una studentessa fuori corso.
Per varie motivazioni mi sono trovata indietro con gli esami. La mia famiglia mi stava molto addosso, sentivo delusione e aspettative (so che erano soltanto nella mia testa e loro non avevano intenzione di mettermi pressione).
Tra brutte esperienze amorose e questa pressione che sentivo ho cominciato ad andare in terapia.
Nonostante gli aiuti, non sono riuscita a sbloccarmi sull'università ... e ho cominciato a mentire ai miei genitori sugli esami passati! Una volta una delle bugie è stata scoperta e loro hanno provato a contattare il mio medico, che ovviamente non ha voluto parlare con loro del mio percorso!
Da quel momento la loro pressione è aumentata, io mi sono sentita sempre più un fallimento e mi sono incasinata in una rete di bugie. Nel terrore di essere scoperta ho mentito anche al mio psicologo ... ora tutta la mia famiglia e lui credono che io presenterò la domanda di laurea tra 18 giorni, ma mi mancano in realtà 4 esami (tirocinio fatto e tesi praticamente finita).
Mi sento il cuore che scoppia, non dormo, ho attacchi di panico, mi manca l'aria e sento i muri che si stringono addosso, ho un perenne senso di oppressione sul petto e mi vergogno tantissimo di me stessa, anzi alcune volte mi faccio schifo nel vero senso della parola.
Non so con chi confidarmi o a chi chiedere aiuto perchè non voglio pesare su amici e sul mio fidanzato.
Non so come dire la verità ma so che è arrivato il momento.
Per prima cosa dovrei parlarne con il mio medico, ammettere con lui che ho mentito e chiedergli aiuto per parlare alla mia famiglia.
Il problema è che sono paralizzata dalla paura, ho paura di come potrà reagire, perchè so che dopo che gli avrò rivelato che gli ho mentito sarà il caso di interrompere il mio percorso con lui.
In più sono terrorizzata dai miei, terrorizzata dalla loro reazione, non voglio essere la loro più grande delusione, non sopporterei il loro sguardo ... sono terrorizzata dal fatto che mi farebbero tornare a casa con loro, dal fatto che mi marcherebbero a vista, che mi farebbero lasciare la mia vita qui (nonostante le difficoltà passate, attualmente ho una bellissima relazione e tanti amici).
So che l'unica strada è la verità, ma sono paralizzata ... e sento di star affogando, da sola e non vedo un'uscita!
Vorrei solo sapere se, come e quando dire la verità al mio psicologo, e quale è il metodo giusto.
Poi successivamente come farlo con la mia famiglia.
Scusatemi se sono stata prolissa e ripetitiva

  2 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott.ssa Noemi Carrieri Inserita il 06/05/2021 - 21:11

Gentile Francesca,
il suo stato di tensione e le sue paure sono tangibilissime da tutto ciò che ha scritto.
Sicuramente la paura di poter deludere i suoi cari e le persone a lei significative, compreso il suo specialista, l'ha portata a costruire una storia, una Francesca, che invece non si scontrasse con quelle che sono le aspettative degli altri, ma anzi fosse motivo di orgoglio e soddisfazione. Tuttavia spesso ci troviamo a fare i conti con una realtà che non sempre è come la desideriamo, o come gli altri la desiderano per noi....ed in questo, comunque sia, non c'è niente di male!
Quello che le posso suggerire, intanto, è di non aver paura di dire la verità al suo terapeuta. Sono abbastanza certa anzi, che dopo averla ascoltata e compreso quali ragioni possano averla portata ad agire così, la saprà guidare nel trovare la soluzione migliore, senza giudizio alcuno.
Se poi se la sente, potrebbe provare a parlare anche con i suoi genitori...so che si aspetta una dura reazione, ma vivere con l'angoscia di una conseguenza temuta, forse è anche più frustrante del provare ad affrontarla e vederne effettivamente l'esito.
Spero, comunque sia, che risolva la sua situazione.
Cordialmente
Dr.ssa Noemi Carrieri

Dott.ssa Anna Marcella Pisani Inserita il 01/05/2021 - 18:09

Buonasera Francesca,
Leggendo il suo scritto mi ha colpito il fatto che tutti i protagonisti della vicenda (Francesca, genitori e anche il suo psicologo), abbiano difficoltà ad affrontare la verità, che è poi la realtà.
Questo mi sembra un ostacolo significativo nella risoluzione della sua situazione, poiché consideri che il dover trattenere dentro di noi dei segreti è esso stesso motivo di tensione.
Pertanto, le consiglio di valutare, in primis, una cosa: come mai non riesco a dire la verità al mio psicologo? Non avendo info sulla vostra relazione terapeutica (es: da quanto tempo è iniziato il percorso) è difficile esprimermi o darle indicazioni in modo più specifico a riguardo.
Ad ogni modo, ci tengo a sottolineare che sentirsi liberi di confidare i propri segreti allo psicologo a cui ci si è affidati, è fondamentale per stabilire la fiducia a partire dalla quale impostare un percorso terapeutico. Si fida del suo psicologo?
Come mai, secondo lei, Francesca teme di dire la verità alle persone affettivamente significative (genitori e anche psicologo, immagino)?
Cosa teme possa accadere alla relazione significativa nel momento in cui si dovesse scoprire la verità, gli errori commessi? Che rapporto ha lei con gli errori?
Qualora non dovesse riuscire a "sbloccarsi"con il suo psicologo, le consiglio di esplicitare chiaramente anche a lui queste sue difficoltà.
Credo che il collega saprà accogliere questa sua difficoltà.
In caso contrario, le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo che le ispiri fiducia e a cui senta di poter confidare tutto ciò che le induce tensione.
Le auguro, in ogni caso, di rivolgere la sua situazione.
Un caro saluto.
Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma).