Domande su Psicologia e dintorni Domande e Risposte di consulenza psicologica in generale
freno inibitorio: cosa significa?
Salve buonasera volevo sapere cosa significa non avere freni inibitori
3 risposte - LeggiInformazioni su Test Minnesota Online
Buonasera, vorrei sapere se è possibile fare effettuare il test minnesota online con uno psicologo per poi avere il risultato (premetto, prossima ad arruolarmi e vorrei sapere in anticipo se sono idonea o in caso contrario dove poter migliorarmi) Ringrazio.
1 risposte - LeggiPaura dei botti e dei palloncini
Ho un problema che porto con me da sempre: la paura dei botti/rumori forti.
Ho paura dei palloncini, dello spumante che viene stappato ma la mia fobia più grande sono i botti, i fuochi d'artificio, i botti che sparano prima dei fuochi e i botti di capodanno. Da piccola venivo derisa per questa mia fobia e tutt'ora chi ricorda il mio passato, durante le feste di paese, continua a prendermi in giro. Negli anni ho imparato a nascondere questa paura, evitando con qualunque scusa di andare alle feste di paese o mettendo del cotone nelle orecchie(anche se serve a poco),adesso che sono fidanzata e lui sa di questa fobia, cerca di starmi accanto, ma a lui piacciono le feste di paese e vorrebbe andarci sempre, io non lo posso obbligare a stare a casa, quindi lui quando iniziano i fuochi d'artificio mi abbraccia perché altro non può fare, senza parlare che i suoi parenti hanno "scoperto" di questa fobia e li vedo ridere sotto i baffi. Non so cosa fare, so che non passerà mai. Va meglio rispetto a quando ero bambina perché ho cercato di reagire ma in realtà ho ancora questa fobia.
Attaccamento morboso alle cose
Buongiorno mi chiamo Rosa e ho 35 anni , sono una moglie e mamma felice di un bimbo di 4 anni. Nella vita faccio la segretaria presso uno studio notarile, questo lavoro non mi gratifica moltissimo, soprattutto economicamente ma anche perché avrei voluto esercitare la professione per la quale ho studiato,ovvero l'assistente sociale . Sono nata e cresciuta in una famiglia di sani principi, sono la media di tre figli,i miei genitori mi dicono sempre che da piccola ero gelosissima dei mieo giocattoli e che sono stata la più complicata da crescere, i miei fratelli erano studiosissimi ed oggi sono 2 medici e nonostante anche io mi fossi laureata in tempo e con il massimo dei voti, loro erano pur sempre due medici ed ogni consiglio passava prima da loro.Tutto sommato mi sento fortunata e soddisfatta della mia vita, ma purtroppo la cosa che non mi rende pienamente felice e serena è il fatto di essere attaccata in modo morboso alle mie cose, questa condizione mi fa stare male perché devo avere il pieno controllo della casa , dei mobili, della mia auto e quando qualcosa mi scappa fuori dal controllo sto malissimo.Pensare di invitare qualcuno mi crea ansia per la paura che non abbiamo la stessa cura che ho io delle mie cose.La stessa cosa vale per la mia auto ( errore averla comprata nuova di concessionaria) ogni graffio è un dolore e capisco che non è normale essere attaccata così ad un pezzo di lamiera e starci pure male .Farei di tutto per modificare questa parte del mio carattere ma mi rendo conto che è più forte di me e per questo chiedo un vostro consulto.Grazie anticipatamente, per la vostra attenzione.
3 risposte - LeggiCome comportarsi con una persona "mitomane"?
Gentili Dottori,
avrei bisogno del parere di un esperto per una situazione che non so davvero più come gestire. Due anni fa, in ambito universitario, ho conosciuto una ragazza con la quale ho iniziato fin da subito un rapporto di amicizia. Poi abbiamo iniziato a scambiarci messaggi per chiacchierare. Lei mi raccontava di avere un fidanzato che faceva il modello e di fare numerosi viaggi con lui. Inizialmente credevo a tutto quello che mi diceva, non avevo motivo di non farlo non conoscendola in maniera approfondita. Dopo un po' di tempo ho iniziato a nutrire dei dubbi riguardo a quello che mi raccontava. Pochi giorni dopo ho ricevuto la conferma a tutti i miei sospetti...le ho chiesto di inviarmi una foto della Spagna, infatti mi aveva raccontato di essere lì in vacanza in quel momento, lei mi ha mandato una foto che poi ho scoperto essere una fotografia scaricata da google immagini. Incuriosita dal suo ragazzo, sono andata a visitare il profilo facebook di quest'ultimo ed è palesemente un profilo falso. Non ci sono foto nè di lui, nè di loro due insieme. Le uniche foto che ci sono sono dei fotomontaggi creati da lei stessa. La foto profilo di questo ragazzo è stata presa anch'essa da internet. Ovviamente tutti in paese hanno capito che questo ragazzo non esiste, ma lei insiste con questa storia. Anche non volendone parlare lei lo tira fuori in continuazione...dice che vanno via insieme, che lei va da lui...addiritttura ha annunciato che il prossimo anno si sposeranno. Arrivando al dunque, mi rivolgo a voi perchè non so più davvero come comportarmi. Inizialmente avevo preso questa storia sul ridere...poi con il passare del tempo mi rendo conto che la cosa sta davvero degenerando e che lei sta portando avanti ormai da due anni una bugia davvero grande. Ovviamente non ho mai provato a dirle che so tutto, perchè mi sembra una persona talmente fragile che non farei che peggiorare le cose. Ho preferito non dico assecondarla, ma semplicemente cambiare discorso quando ne parla. Questa ragazza è molto timida, come aspetto fisico purtroppo non è una gran bellezza e mi hanno raccontatao che anche per questo motivo è stata presa parecchio in giro in passato. Io penso che lei abbia inventato questa bugia enorme perchè ha un'insicurezza di fondo che la spinge quasi a non voler essere da meno. Ma ora chiedo a voi professionisti. Come comportarsi? Cosa é meglio per lei? I suoi genitori addirittura le reggono il "gioco!". Non so davvero fino a che punto considerare normale questa cosa.
Vi ringrazio in anticipo.
Come si svolge la prima visita da uno psicologo?
Ciao volevo chiedere come si svolge la prima visita psicologica o psichiatrica??
1 risposte - LeggiDubbi su chirurgia estetica
Buonasera Dottori,
sono un uomo di 32 anni e ho questo dubbio di cui vorrei parlare per avere opinioni in merito.
Difficile da descrivere in poche righe con il peso che ha avuto nella mia vita ma sostanzialmente il “problema” del mio naso mi ha condizionato fortemente a livello sociale.
Quando ero adolescente (14 anni) la forma del mio naso si era modificata in modo importante e sproporzionata rispetto al mio viso. Ovviamente in quel periodo ho subito varie “battutine” e sentito vari commenti su questo che mi abbatterono molto l’autostima. Mi sentivo sempre a disagio con le ragazzine e in generale nelle situazioni sociali..
La crescita mi ha aiutato nel senso che allargandosi il viso il mio naso è ora decisamente più proporzionato e generalmente sono considerato un bel ragazzo..nel tempo mi si sono avvivinate varie ragazze, e sono stato fidanzato 2 volte, anche con relazioni durature e felici di cui una convivenza. Tuttavia continuo a vedermi addosso questo difetto come quando avevo 14 anni, e la cosa continua a condizionarmi molto. Ad esempio evito sempre di mettere foto di me nei social, cerco sempre di sfuggire alle foto, stare in pubblico mi preoccupa per questo difetto.. insomma il complesso non è passato.
Ora sto valutando se porre rimedio a questa cosa con la chirurgia estetica, ma ho sempre un senso di “immoralità”, di “paura del giudizio” e la
famosa frase “dovresti accettarti per come sei”, che mi pervade e non mi permette di prendere questa scelta in modo sereno..ovviamente dalla mia famiglia sono assolutamente schernito su questo, come lo fui quando lo dissi per la prima volta a 14 anni. Dicono che non dovrei pensare a questo a 32 anni, ma in realtá ho anche un lavoro che mi impegna molto e da molte soddisfazioni quindi non penso solo a questo…Mi sono informato e sarebbe tra l’altro un’operazione particolamente semplice. Premetto che sono stato e vado tutt’ora dallo psicologo per motivi di carattere relazionale (relazione con convivenza andata male) ma non ho mai parlato della cosa perchè la ritengo estremamente personale al punto che parlarne di persona mi imbarazza, e non credo che lo faró.. Vorrei una vostra opinione sulla questione, anche magari ad esperienze passate di situazioni simili. Credo anche di vivere in un contesto in cui queste cose sono ancora viste come “strane”..peró dall’altro canto mi dico “se con un intervento di 2 ore mi tolgo questa para, perchè non tentare?”..
Psicoterapia e porto d’armi
Buongiorno.
Da circa un mese ho deciso di affrontare un percorso di psicoterapia di coppia, insieme alla mia compagna, presso lo studio PRIVATO di una psicoterapeuta. Al momento abbiamo sedute separate, ma a breve, secondo quanto detto dalla psicologa, dovremo effettuare delle sedute in coppia.
Il motivo che ha spinto me e la mia compagna ad affrontare questo percorso, è stata una crisi della nostra relazione dovuta ad una situazione di appiattimento generale, ma soprattutto alla mancanza quasi totale dei nostri rapporti sessuali; problematica che dura ormai da diversi mesi e che sta minando la nostra relazione. Abbiamo così deciso di recarci entrambi da una figura professionale specializzata in problematiche di questo tipo. Stiamo insieme da 12 anni.
Siccome io sono titolare di porto d’armi e detentore di armi, vorrei sapere se queste sedute possano, in futuro, avere un effetto negativo sul rinnovo del mio porto d’armi o peggio ancora causare il sequestro delle stesse. Inoltre io sono un militare in servizio effettivo, non voglio assolutamente che la mia linea gerarchica venga a conoscenza di questo mio percorso insieme alla mia compagna, per ovvi motivi di ripercussioni lavorative che potete facilmente immaginare.
La psicoterapeuta dalla quale andiamo, ci ha fatto firmare un foglio di consenso durante la prima seduta che io inizialmente non volevo firmare, perché volevo andare lì in totale anonimato senza lasciare tracce. Ma a detta sua era obbligatorio che io lo firmassi, dicendomi che se non lo facevo non poteva nemmeno ricevermi. In questo foglio di consenso dovevo inserire tutti i miei dati anagrafici.
La domanda che vorrei fare è la seguente: La psicologa deve rendere noto a qualcuno di questi fogli di consenso? Nel senso, deve informare le autorità, come ad esempio questura o prefettura, riguardo ai dati anagrafici dei pazienti che per svariati motivi si recano presso il suo studio? O vige sempre e comunque il segreto professionale?
In attesa di un vostro cortese riscontro, vi auguro una buona giornata
Non riesco ad essere me stesso e a parlare di me
Salve a tutti mi chiamo Nicolò e ho 20 anni, scrivo in questo sito perchè è da tempo che ho bisogno di aprirmi, parlare di me di come mi sento in quanto fino ad ora non sono mai riuscito a raccontare di me agli altri, ad essere me stesso. Negli anni ho provato a capire da solo quali fossero le cause che mi portano ad essere insicuro di me stesso e non riuscire a parlare di me.
Fin da piccolo sono sempre stato un ragazzo robusto per poi diventare obeso nel periodo delle medie, inizialmente non mi rendevo conto della mia condizione e neanche sembrava essere un problema, ma poi crescendo notai l'imbarazzo che provavo in confronto alle altre persone; un imbarazzo che mi portò anche a volte a non voler uscire con gli amici nonostante mi trovassi benissimo con loro, per fortuna posso dire di non aver mai subito fenomeni di bullismo ma nonostante questo sono sempre stato molto insicuro di me stesso. le cose rispetto al mio fisico iniziarono a cambiare l'anno scorso quando con un mio amico mi iscrissi in palestra, spinto dall'inizio di una nuova vita in quanto iniziavo l'università volevo a tutti i costi cambiare ciò che ero, e così nel giro di un anno ho perso circa 30kg e ad oggi in un certo senso posso dire di stare a mio agio con il mio corpo. Ma nonostante questo l'insicurezza che provavo non è passata tanto chè ancora oggi mi vergogno a farmi una foto, a farmi vedere per esempio senza maglietta da gli altri perchè nella mia testa penso che le persone possano vedere ancora il vecchio me. Questa insicurezza è stata aggravata da un altro aspetto ovvero il mio orientamento sessuale. Nel periodo delle superiori iniziai ad avere molti dubbi sulla mia sessualità iniziai a notare di essere attratto oltre che dalle femmine anche dai maschi, non so se per invidia in un certo senso del fisico maschile che io non avevo o per altro, fatto sta che ad oggi sono quasi convinto di essere omossessuale, ma non sono mai riuscito a parlare con qualcuno di questo segreto. ad oggi posso di sentirmi spesso a disagio con le altre persone , provo nella mia testa a pensare ad altro a rilassarmi ma in qualsiasi situazione sono sovrastato dai pensieri. Questo che ho scritto è solo un piccolo sfogo di quello che provo anche perchè questa situazione, questa insicurezza mi porta anche a dubitare di tante altre cose, ad esempio l'università, ogni giorno mi chiedo se sto facendo la cosa giusta... Penso di stare arrivando al limite, di non riuscire più a tenere tutto dentro, infatti è da circa 1 mese a questa parte che soffro di una gastrite nervosa tra ansia, stress e insicurezze, questa situazione mi sta lacerando dentro.
Ho pensato spesso di andare da uno psicologo, ma al pensiero di dover dire questa cosa ai miei (nonostante mio fratello vada già da uno psicologo) provo vergogna in quanto loro come chiunque vedono in me una persona perfetta, senza problemi, brava nello studio, il prototipo ideale di figlio, e pensare di poter deludere le loro aspettative mi fa stare male.
Ho bisogno di una mano per iniziare ad affrontare la situazione, poichè ogni volta scappo dal problema. Grazie
Fatica a capire la radice del problema
Buongiorno, è da quasi un anno che faccio consulenze con la mia psicologa.
All'inizio il problema che ho voluto affrontare era la mia timidezza, poi dopo mesi ho deciso di sospendere questo argomento e di spostare il focus su un altro che al momento mi sembrava più urgente, ovvevo il mio rapporto con il cellulare, ci sono momenti in cui sto ore e ore attaccata allo schermo, soprattutto nel momento dei pasti.
Lei mi ha domandato cosa sento quando voglio prendere il cellulare in mano, io le ho risposto "curiosità, bisogno di visualizzare le notifiche all'istante, noia".
Poi lei mi chiede se ci fosse altro, perché le sembra di girare sempre intorno al problema ma di non trovare il nocciolo, la radice. È come se ci fosse qualcosa di più profondo che io so, ma che allo stesso tempo non so (secondo lei).
Ma io non riesco a capire quale sia questo nocciolo e non capisco neanche se ci sia davvero o meno.
Poi si è anche scusata in caso fosse stata lei a non essere stata in grado di comprendermi.
Quindi abbiamo deciso di non fissare il prossimo appuntamento, mi ha detto di prendermi tutto il tempo necessario per pensarci e una volta trovata una risposta avremmo fissato l'appuntamento.
È normale fare fatica a capire le radici dei propri problemi?
C'è qualche modo/scorciatoia per capirle?
Paura di vomitare
Salve sono mamma di una bambina di quasi 8 anni. Un po di tempo fa (estate) M. ha avuto una manifestazione di vomito al quanto pesante ed aggressiva che penso sia stata un po traumatizzata. Da quando e’ iniziata la scuola M. dice di avere male alla gola e di aver paura di vomitare, la notte dorme poco svegliandosi per paura di stare male. Pranzo e cena vengono consumati normalmente ma la paura cresce specialmente quando si deve andare a letto.
Che mi potete consigliare?
Ringrazio,
S.
Pensare di pensare
Buongiorno gentili dottori,
Scrivo con la speranza di trovare un po’ di conforto. Non pretendo in nessun modo una diagnosi perché so che sarebbe impossibile da dare online e con pochi dettagli. Cercherò di essere più chiara possibile anche se mi risulta estremamente difficile perché la prima cosa che non sono mai riuscita a fare è spiegare quello che provo. Vorrei fare una piccola premessa prima di iniziare a raccontarvi il mio tormento.. ho 30 anni e ho una vita del tutto normale. Un bel lavoro, una bella famiglia, una bella casa. Non mi manca nulla.. e ogni tanto mi sento molto stupida a stare male. Perché tanti sognerebbero la vita che ho. Nonostante questo sono tormentata da ormai 15 anni. 15 anni in cui questa “cosa” non mi ha mai abbandonata. Questa cosa che non so definire.. che non è ansia, non è panico, non è depressione, non è doc e nemmeno dubbio patologico. L’ansia è venuta dopo assieme alla derealizzazione e depersonalizzazione che mi accompagnano tutti i giorni h24 da quasi 10 anni. Sento che c’è qualcos’altro di più profondo che mi tormenta. Non ho mai incontrato nessuno che avesse la mia stessa inquietudine e tormento e una parte di me pensa di essere condannata a vivere così per sempre. E pensa di essere l’unica al mondo. Chiedo scusa se utilizzerò delle metafore per farvi capire ciò che provo ma è l’unico modo in cui riesco a spiegare leggermente il mio tormento. È come se pensassi di pensare. Come se avessi una sorta di consapevolezza in più rispetto al mondo che mi fa stare male. Questa consapevolezza però non è positiva ovviamente è totalmente negativa. Come se avessi sorpassato una soglia che non era da oltrepassare. Inutile dirvi che ho paura di perdere completamente la mia lucidità mentale. Mi sento sempre strana in allarme, confusa. Non mi sembra di avere pensieri “strani” o troppo negativi. Pensieri normali come tutti ma è come se fossi troppo concentrata sul pensiero. Come se avessi due cervelli. Uno “normale” che mi fa eseguire le azioni normalmente e un’altro che è presente e che mi fa “pensare al pensare”. Provo quindi angoscia e derealizzazione ma sono convinta che siano l’effetto di questa cosa più grande di me e non la causa. Come dicevo all’inizio non pretendo in nessun modo una vostra diagnosi, so che non è possibile, vorrei solo capire in base alle vostre esperienze professionali se avete incontrato nel vostro lavoro qualcuno come me. Qualcuno che è riuscito a spiegare quello che accadeva dentro di loro. Ogni tanto ho come l’impressione di avvicinarmi a questo qualcosa.. di toccarlo quasi con la punta delle dita.. ma quando sto per prenderlo lui scompare lasciandomi in confusione totale e nel buio totale. L’ultima cosa che vorrei aggiungere per spiegarvi meglio ciò che provo.. ad esempio sto guardando un film.. una parte di me lo guarda lo capisce e ovviamente è in grado di raccontarlo il giorno dopo ecc ma l’altra parte di me mi fa sentire strana. Perennemente occupata a farmi pensare ma non so a cosa. Come se non pensassi ma penso e me rendo conto. Come se penso al pensare di guardare il film. Come se facessi un passaggio in più che non è necessario, una sorta di consapevolezza negativa costante.
Dubbi su chirurgia estetica
Buonasera Dottori,
sono un uomo di 32 anni e ho questo dubbio di cui vorrei parlare per avere opinioni in merito.
Difficile da descrivere in poche righe con il peso che ha avuto nella mia vita ma sostanzialmente il “problema” del mio naso mi ha condizionato fortemente a livello sociale.
Quando ero adolescente (14 anni) la forma del mio naso si era modificata in modo importante e sproporzionata rispetto al mio viso. Ovviamente in quel periodo ho subito varie “battutine” e sentito vari commenti su questo che mi abbatterono molto l’autostima. Mi sentivo sempre a disagio con le ragazzine e in generale nelle situazioni sociali..
La crescita mi ha aiutato nel senso che allargandosi il viso il mio naso è ora decisamente più proporzionato e generalmente sono considerato un bel ragazzo..nel tempo mi si sono avvivinate varie ragazze, e sono stato fidanzato 2 volte, anche con relazioni durature e felici di cui una convivenza. Tuttavia continuo a vedermi addosso questo difetto come quando avevo 14 anni, e la cosa continua a condizionarmi molto. Ad esempio evito sempre di mettere foto di me nei social, cerco sempre di sfuggire alle foto, stare in pubblico mi preoccupa per questo difetto.. insomma il complesso non è passato.
Ora sto valutando se porre rimedio a questa cosa con la chirurgia estetica, ma ho sempre un senso di “immoralità”, di “paura del giudizio” e la
famosa frase “dovresti accettarti per come sei”, che mi pervade e non mi permette di prendere questa scelta in modo sereno..ovviamente dalla mia famiglia sono assolutamente schernito su questo, come lo fui quando lo dissi per la prima volta a 14 anni. Dicono che non dovrei pensare a questo a 32 anni, ma in realtá ho anche un lavoro che mi impegna molto e da molte soddisfazioni quindi non penso solo a questo…Mi sono informato e sarebbe tra l’altro un’operazione particolamente semplice. Premetto che sono stato e vado tutt’ora dallo psicologo per motivi di carattere relazionale (relazione con convivenza andata male) ma non ho mai parlato della cosa perchè la ritengo estremamente personale al punto che parlarne di persona mi imbarazza, e non credo che lo faró.. Vorrei una vostra opinione sulla questione, anche magari ad esperienze passate di situazioni simili. Credo anche di vivere in un contesto in cui queste cose sono ancora viste come “strane”..peró dall’altro canto mi dico “se con un intervento di 2 ore mi tolgo questa para, perchè non tentare?”..
Non riesco ad essere me stesso e a parlare di me
Salve a tutti mi chiamo Nicolò e ho 20 anni, scrivo in questo sito perchè è da tempo che ho bisogno di aprirmi, parlare di me di come mi sento in quanto fino ad ora non sono mai riuscito a raccontare di me agli altri, ad essere me stesso. Negli anni ho provato a capire da solo quali fossero le cause che mi portano ad essere insicuro di me stesso e non riuscire a parlare di me.
Fin da piccolo sono sempre stato un ragazzo robusto per poi diventare obeso nel periodo delle medie, inizialmente non mi rendevo conto della mia condizione e neanche sembrava essere un problema, ma poi crescendo notai l'imbarazzo che provavo in confronto alle altre persone; un imbarazzo che mi portò anche a volte a non voler uscire con gli amici nonostante mi trovassi benissimo con loro, per fortuna posso dire di non aver mai subito fenomeni di bullismo ma nonostante questo sono sempre stato molto insicuro di me stesso. le cose rispetto al mio fisico iniziarono a cambiare l'anno scorso quando con un mio amico mi iscrissi in palestra, spinto dall'inizio di una nuova vita in quanto iniziavo l'università volevo a tutti i costi cambiare ciò che ero, e così nel giro di un anno ho perso circa 30kg e ad oggi in un certo senso posso dire di stare a mio agio con il mio corpo. Ma nonostante questo l'insicurezza che provavo non è passata tanto chè ancora oggi mi vergogno a farmi una foto, a farmi vedere per esempio senza maglietta da gli altri perchè nella mia testa penso che le persone possano vedere ancora il vecchio me. Questa insicurezza è stata aggravata da un altro aspetto ovvero il mio orientamento sessuale. Nel periodo delle superiori iniziai ad avere molti dubbi sulla mia sessualità iniziai a notare di essere attratto oltre che dalle femmine anche dai maschi, non so se per invidia in un certo senso del fisico maschile che io non avevo o per altro, fatto sta che ad oggi sono quasi convinto di essere omossessuale, ma non sono mai riuscito a parlare con qualcuno di questo segreto. ad oggi posso di sentirmi spesso a disagio con le altre persone , provo nella mia testa a pensare ad altro a rilassarmi ma in qualsiasi situazione sono sovrastato dai pensieri. Questo che ho scritto è solo un piccolo sfogo di quello che provo anche perchè questa situazione, questa insicurezza mi porta anche a dubitare di tante altre cose, ad esempio l'università, ogni giorno mi chiedo se sto facendo la cosa giusta... Penso di stare arrivando al limite, di non riuscire più a tenere tutto dentro, infatti è da circa 1 mese a questa parte che soffro di una gastrite nervosa tra ansia, stress e insicurezze, questa situazione mi sta lacerando dentro.
Ho pensato spesso di andare da uno psicologo, ma al pensiero di dover dire questa cosa ai miei (nonostante mio fratello vada già da uno psicologo) provo vergogna in quanto loro come chiunque vedono in me una persona perfetta, senza problemi, brava nello studio, il prototipo ideale di figlio, e pensare di poter deludere le loro aspettative mi fa stare male.
Ho bisogno di una mano per iniziare ad affrontare la situazione, poichè ogni volta scappo dal problema. Grazie
Psicoterapia e porto d’armi
Buongiorno.
Da circa un mese ho deciso di affrontare un percorso di psicoterapia di coppia, insieme alla mia compagna, presso lo studio PRIVATO di una psicoterapeuta. Al momento abbiamo sedute separate, ma a breve, secondo quanto detto dalla psicologa, dovremo effettuare delle sedute in coppia.
Il motivo che ha spinto me e la mia compagna ad affrontare questo percorso, è stata una crisi della nostra relazione dovuta ad una situazione di appiattimento generale, ma soprattutto alla mancanza quasi totale dei nostri rapporti sessuali; problematica che dura ormai da diversi mesi e che sta minando la nostra relazione. Abbiamo così deciso di recarci entrambi da una figura professionale specializzata in problematiche di questo tipo. Stiamo insieme da 12 anni.
Siccome io sono titolare di porto d’armi e detentore di armi, vorrei sapere se queste sedute possano, in futuro, avere un effetto negativo sul rinnovo del mio porto d’armi o peggio ancora causare il sequestro delle stesse. Inoltre io sono un militare in servizio effettivo, non voglio assolutamente che la mia linea gerarchica venga a conoscenza di questo mio percorso insieme alla mia compagna, per ovvi motivi di ripercussioni lavorative che potete facilmente immaginare.
La psicoterapeuta dalla quale andiamo, ci ha fatto firmare un foglio di consenso durante la prima seduta che io inizialmente non volevo firmare, perché volevo andare lì in totale anonimato senza lasciare tracce. Ma a detta sua era obbligatorio che io lo firmassi, dicendomi che se non lo facevo non poteva nemmeno ricevermi. In questo foglio di consenso dovevo inserire tutti i miei dati anagrafici.
La domanda che vorrei fare è la seguente: La psicologa deve rendere noto a qualcuno di questi fogli di consenso? Nel senso, deve informare le autorità, come ad esempio questura o prefettura, riguardo ai dati anagrafici dei pazienti che per svariati motivi si recano presso il suo studio? O vige sempre e comunque il segreto professionale?
In attesa di un vostro cortese riscontro, vi auguro una buona giornata
Paura di vomitare
Salve sono mamma di una bambina di quasi 8 anni. Un po di tempo fa (estate) M. ha avuto una manifestazione di vomito al quanto pesante ed aggressiva che penso sia stata un po traumatizzata. Da quando e’ iniziata la scuola M. dice di avere male alla gola e di aver paura di vomitare, la notte dorme poco svegliandosi per paura di stare male. Pranzo e cena vengono consumati normalmente ma la paura cresce specialmente quando si deve andare a letto.
Che mi potete consigliare?
Ringrazio,
S.
Fatica a capire la radice del problema
Buongiorno, è da quasi un anno che faccio consulenze con la mia psicologa.
All'inizio il problema che ho voluto affrontare era la mia timidezza, poi dopo mesi ho deciso di sospendere questo argomento e di spostare il focus su un altro che al momento mi sembrava più urgente, ovvevo il mio rapporto con il cellulare, ci sono momenti in cui sto ore e ore attaccata allo schermo, soprattutto nel momento dei pasti.
Lei mi ha domandato cosa sento quando voglio prendere il cellulare in mano, io le ho risposto "curiosità, bisogno di visualizzare le notifiche all'istante, noia".
Poi lei mi chiede se ci fosse altro, perché le sembra di girare sempre intorno al problema ma di non trovare il nocciolo, la radice. È come se ci fosse qualcosa di più profondo che io so, ma che allo stesso tempo non so (secondo lei).
Ma io non riesco a capire quale sia questo nocciolo e non capisco neanche se ci sia davvero o meno.
Poi si è anche scusata in caso fosse stata lei a non essere stata in grado di comprendermi.
Quindi abbiamo deciso di non fissare il prossimo appuntamento, mi ha detto di prendermi tutto il tempo necessario per pensarci e una volta trovata una risposta avremmo fissato l'appuntamento.
È normale fare fatica a capire le radici dei propri problemi?
C'è qualche modo/scorciatoia per capirle?
Compagno ludopatico
Buongiorno,
Il mio compagno è dipendente dal gioco d'azzardo e da poco sta intraprendendo un percorso con una psicoterapeuta.
La sua più grande paura è che possano riconoscere che la sua dipendenza sia molto forte e tale da costringerlo a gestire loro i suoi soldi per lui. Pertanto mi è sembrato di capire che ometta qualcosa durante i colloqui e non si senta libero di parlare apertamente per questa sua paura, e temo che questo non lo aiuti completamente nel percorso intrapreso.
Vorrei chiedere se sia possibile una cosa del genere, ovvero che la struttura che lo segue possa dichiarlo come un caso patologico e prendere in mano i suoi conti.
Ringrazio anticipatamente per il gentile supporto