Alessandro  domande di Psicologia e dintorni  |  Inserita il

Udine

Non riesco a trovare la mia strada

Buongiorno, ho 39 anni, vivo ancora con i miei, non lavoro e non ho la fidanzata, insomma un disastro. A 20 anni inizio un percorso psicoterapeutico che dura 10 anni perché all'epoca non uscivo di casa; poi dallo psicologo sono passato allo psichiatra psicoterapeuta per 7 anni dove prendevo anche una terapia farmacologica blanda, adesso sono da un altro psichiatra da 2 anni. Come potete vedere la mia vita è sempre stata costellata da psicologi e psichiatri; all'inizio ci andavo per risolvere determinati problemi legati all'ansia e all'insicurezza nei confronti degli altri, man mano che andavo avanti gli obbiettivi sono cambiati: da un disagio da curare a una realizzazione di me stesso per trovare il mio posto nel mondo sia lavorativamente sia sentimentalmente e ottenere così l'indipendenza economica e psicologica dai miei genitori, ma per motivi legati, forse, alle mie scarse competenze non ho ancora raggiunto. Sta di fatto che nel frattempo mentre andavo dallo psicologo ho scoperto la passione per la lettura di libri di psicologia e di tutto ciò che è di interesse psicologico, e questo perché ho sempre considerato i professionisti di questo settore una sorta di illuminati che possiedono una determinata conoscenza che permette loro di avere successo nella vita, e quindi ho pensato che leggendo i loro libri e frequentandoli anche io avrei potuto avere successo, pur non essendo uno psicologo, ma ciò non si è verificato. Secondo Voi perché? Perché non riesco ancora a trovare la mia strada in questo mondo? Sono io che sono tardo e quindi faccio più fatica degli altri? Ormai l'università non fa per me, sono troppo vecchio e quindi non potrò diventare uno psicologo. Vorrei chiederVi però se in base alla Vostra casistica i pazienti riescono a farcela e se anche io ho qualche speranza. Grazie, un saluto cordiale.

  1 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott.ssa Anna Marcella Pisani Inserita il 04/11/2019 - 12:07

Buongiorno Alessandro,
Da ciò che scrive, mi sembra di capire che una delle motivazioni per cui ha stabilito contatti professionali con psicologi/psichiatri, sia associata ad una sorta di ammirazione/emulazione per il loro stile di vita ("frequentandoli anche io avrei potuto avere successo").
Quindi, la motivazione a concentrarsi su se stesso cercando i suoi punti di forza, è stata,forse, messa in secondo piano fin'ora.
Ipotesi che avanzo riferendomi ad una certa inclinazione all'autovalutazione che sembra trasparire dalle sua parole ("sono io che sono tardo").
Pertanto, ciò che posso dirle, in base alla mia "casistica" è che, al di là dello specifico disagio che può avere la persona, un aspetto fondamentale nel processo terapeutico è rappresentato dalla possibilità di trovare, insieme al terapeuta, le risorse di cui ognuno dispone e attivarle per raggiungere il grado di autonomia desiderato.
In questo modo potrà comprendere se sia più utile per lei "diventare uno psicologo" o concedersi la possibilità di avvicinarsi ad Alessandro e capire, ad esempio, cosa tema qualora si allontani dalla sua famiglia d'origine, cosa significhi per lei "autonomia".
Un caro saluto.
Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma).