Lorenzo  domande di Psicologia e dintorni  |  Inserita il

Catanzaro

Sono indeciso se lasciare medicina, cosa fare?

Buonasera,
da circa un mese sono indeciso se cambiare corso di laurea, quindi lasciare medicina e fare un trasferimento a scienze biologiche. Sono iscritto attualmente al secondo anno e dovrei iniziare le lezioni a giorni. Mi sono reso conto, sostanzialmente, di non voler fare il medico in futuro. Non mi entusiasma l'idea di passare sei anni a studiare, credo a nessuno, ma in particolare sento di non voler sprecare sei o più anni della mia vita a studiare per un futuro lavoro che non voglio fare. Soprattutto mi demoralizza il fatto del percorso molto lungo e la specializzazione non assicurata post-laurea che mi porterebbe via gran parte della mia giovinezza. Inizialmente devo ammettere che mi sono appassionato alla medicina con le serie tv e ho idealizzato troppo la figura del medico. Ora mi sono reso conto che il lavoro del medico non fa per me. Appena ho passato il test, al primo tentativo, non ero contento del fatto che sarei diventato medico, ma ero orgoglioso di aver superato un test che in molti non riescono a passare. Mi trovo a studiare a Catanzaro, città in cui ho sempre vissuto, ma ho la necessità di conoscere nuova gente, di vedere nuovi posti. Ho dato tutti gli esami del primo anno, con una media mediocre. Circa una settimana fa ho inviato richiesta per essere ammesso al secondo anno di scienze biologiche all'università di Roma Tor Vergata facendomi convalidare alcuni esami. La mia scelta è ricaduta su Tor Vergata, sia perché ormai tutte le altre università hanno chiuso le immatricolazioni, sia perché il mio sogno fin da piccolo era di studiare in una grande città come, appunto, Roma. Non pensavo che la domanda mi venisse accettata, ma stamattina ho ricevuto una mail che dice che sono stato ammesso direttamente al secondo anno. Ora mi trovo molto in difficoltà perché non so cosa fare. Da un lato vorrei mollare tutto e immatricolarmi a Roma, dall'altra ho davvero paura di pentirmi in futuro, ho paura della reazione di amici e parenti e di deludere soprattutto i miei genitori. Il passaggio diretto al secondo anno sarebbe l'ideale in quanto non perderei anni e sarei, diciamo, "in regola". Ho valutato anche il trasferimento, ma non verrei accettato da nessuna parte, sia perché la mia media non è alta, sia perché i programmi di studio tra un'università e un'altra sono diversi e ciò implicherebbe un'eventuale integrazione degli esami, allungando la permanenza a medicina.
In questo momento l'unica cosa che voglio è non fare il medico, ma ho paura che questa scelta presa in questo momento sia affrettata e che possa pentirmi in futuro.
Mi sento sperduto e non so proprio cosa fare.
Grazie dell'eventuale aiuto.

  2 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott.ssa Anna Marcella Pisani Inserita il 03/10/2022 - 12:20

Buongiorno Lorenzo,
Credo che lei sappia molto bene cosa desidera ("l'unica cosa che voglio è non fare il medico"), ma che, al contempo, abbia timore che il suo contesto di riferimento (famiglia e amici), disapprovi questa decisione.
Come mai è così importante per lei l'approvazione o meno degli altri?
La necessità di incontrare l'apprezzamento dei suoi genitori, ad esempio, può realmente indurla a rinunciare a ciò che desidera?
Io credo che i suoi, come tutti i genitori, abbiano un solo desiderio, cioè vedere che il proprio figlio sia felice nella strada che ha intrapreso.
Quindi, credo che, se lei sia realmente convinto di trasferirsi e cambiare facoltà, l'unica cosa da fare sia parlare autenticamente con i suoi genitori e seguire la sua strada.
Ad ogni modo le auguro in bocca al lupo.
Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma).

Dott.ssa Mirella Caruso Inserita il 01/10/2022 - 10:30

Lorenzo, credo sia importante definire bene quale sia stata la spinta che l'ha portata a iscriversi a medicina. Desiderio di compiacere i genitori, attrazione per il prestigio della figura del medico come nelle serie televisive, l'ha già scritto sopra. La figura del biologo ha molte connessioni con quella del medico, soprattutto se rimane a lavorare in campo clinico. Si intravede una esigenza di andare, separarsi dalla famiglia, esplorare nuovi luoghi e situazioni. Potrebbe farlo benissimo anche rimanendo iscritto alla facoltà di medicina. Non sappiamo se, in questo momento, il suo rifiuto di fare il medico sia legato ad una ribellione interiore nei confronti della pressione emotiva della sua famiglia, oppure se effettivamente, non ne ha proprio voglia, la materia non l'appassiona. Credo che un breve ciclo di incontri con uno/una psicoterapeuta, potranno aiutarla a non compiere decisioni affrettate, Un caro saluto.