Beatrice  domande di Psicologia e dintorni  |  Inserita il

Como

Paure e forte ansia

Buongiorno, scrivo perché 2 giorni fa mio marito, dopo ben 13 anni senza crisi, ne ha avuta una (crisi così detta "gran male" con scosse agli arti, morsicatura della lingua, ecc ecc). Io dopo 13 anni che non ci pensavo più e stavo bene ecco che mi ritrovo in uno stato di agitazione e paura indescrivibile. Va a momenti durante la giornata ma mi sto rovinando tanti momenti per questa cosa. In tutto nella sua vita ha avuto 4 crisi: agosto 2006 come prima crisi prendeva solo Urbanyl, ottobre 2006 ed ha poi cominciato la cura con Tegretol, settembre 2011 dopo un anno e mezzo che era senza farmaci (ridotti nel 2010 gradualmente), e oggi dopo ben 13 anni in cura con Tegretol. Ora aspettiamo i risultati degli esami del sangue per vedere il dosaggio del farmacoMio marito lui sta bene solo un po indolenzito per le scosse ma molto tranquillo. Era da solo, io ero al lavoro...mi sembra di ricominciare a vivere un incubo. Paura che possa succedere di nuovo quando è da solo e picchiare la testa e morire, succedere quando son con lui e non sapere cosa fare o non fare le cose giuste e perderlo. Lui mi ha detto che ci sono cose ben peggiori e di non smettere di vivere le giornate per questo e di continuare a fare quello che abbiamo sempre fatto senza paure. Io la mia vita e lui la sua (oltre a quella insieme chiaramente). Ma io sono terrorizzata nel pensare che possa succedergli ancora e magari anche più grave tipo lo stato di male epilettico. Nessuno ha mai visto le sue crisi, era sempre da solo...e sempre sul giorno (1 pomeriggio, 1 mattina e 2 sera). Ho paura che possano aggravarsi e che il farmaco non faccia più effetto, ho paura che se gli cambian il medicamento tutto andrà storto. Il neurologo da cui è seguito è molto bravo ma ho comunque tanti pensieri negativi. Vorrei fare diverse cose, avevo in programma un uscita con il mio migliore amico ma pensare di andare e lui è qui da solo mi spaventa e mi fa sentire in colpa che io sono in giro a divertirmi e lui qui da solo dopo quello che gli è successo. mio marito mi ha detto che non devo fare così perché potrebbe cadere dalle scale, fare un incidente...anche senza crisi epilettiche. So che ha ragione ma è difficile. Non posso non andare al lavoro, azzerare le mie giornate per paura di cosa può succedere. Poi guardo su internet ed esce di tutto e la cosa mi spaventa ancora di più. Spero mi possa dare un po di consigli, premetto che sto aspettando un appuntamento con uno psicologo per cominciare delle sedute. Grazie mille e buona giornata.

  2 Risposte pubblicate per questa domanda

Dott.ssa Manuela Leonessa Inserita il 03/03/2025 - 17:36

Torino
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Gentile Beatrice,
comprendo la sua ansia, al suo posto in molti vivrebbero le sue stesse emozioni. Di fronte a situazioni di minaccia è normale pensare al peggio, ma è anche corretto? Potrebbe succedere tutto ciò che la sua fantasia le propone, potrebbe succedere una via di mezzo, potrebbe succedere esattamente il contrario. E allora a cosa le servono il suo pessimismo e i suoi sensi di colpa?
Lei mi dirà che non può fare diversamente, e io le credo. Non è in nostro potere controllare i pensieri, però possiamo riconoscerli come pensieri e non viverli come verità ineluttabili. Capisce la differenza?
Sono certa che il suo terapeuta riuscirà a restituirle un po' di serenità, nel frattempo spero che la riflessione che le proponga possa aiutarla almeno un po’.
Un caro saluto, dott.ssa Manuela Leonessa

Dott.ssa Lisa Cerri Inserita il 12/03/2025 - 08:38

Buongiorno Beatrice,
capisco quanto possa essere difficile per lei affrontare questa situazione, soprattutto dopo tanti anni in cui la malattia di suo marito sembrava sotto controllo. È naturale che, dopo una crisi così improvvisa, l’ansia e la paura riaffiorino con forza, riportandola a una sensazione di insicurezza e impotenza.

Mi sembra che in questo momento la sua mente sia costantemente proiettata verso scenari futuri pieni di rischi e pericoli. Questo stato di iper-vigilanza, se da un lato nasce dal desiderio di proteggere suo marito, dall’altro la sta mettendo in una condizione di forte stress e limitazione della sua stessa vita.

È molto positivo che abbia già preso contatto con uno psicologo per intraprendere un percorso di supporto, perché potrà aiutarla a gestire questa paura e a trovare un equilibrio tra la comprensibile preoccupazione per suo marito e il bisogno di continuare a vivere la sua quotidianità.

Nel frattempo, potrebbe essere utile fare questi passaggi:

-Riconoscere che l’ansia sta prendendo il sopravvento: il fatto che suo marito stia relativamente bene e che il neurologo stia monitorando la situazione sono segnali rassicuranti. La paura di ciò che potrebbe accadere la sta portando a ipotizzare scenari estremi che, al momento, non si sono verificati.
-Evitare di cercare informazioni su internet: come ha già notato, leggere casi e statistiche può amplificare la paura, senza offrire risposte concrete alla sua situazione specifica.
-Dare fiducia al parere medico: il neurologo segue suo marito da tempo e saprà valutare con competenza se e come modificare la terapia, nel caso fosse necessario.
-Concedersi spazi personali senza sensi di colpa: il timore che accada qualcosa mentre lei non è presente è comprensibile, ma, come le ha detto anche suo marito, il rischio zero non esiste in nessun aspetto della vita. Privarsi di momenti di svago e socialità potrebbe peggiorare il suo stato emotivo, senza offrire una reale protezione a lui.

Lei sta già facendo il massimo per essere di supporto a suo marito. Forse il passo più importante ora è trovare un modo per affrontare queste emozioni senza lasciare che prendano completamente il controllo della sua vita. Con il percorso psicologico che sta per iniziare, potrà imparare strategie per gestire queste paure in modo più sereno e funzionale. Nel frattempo, cerchi di essere gentile con se stessa: la sua reazione è umana e comprensibile, ma non deve sentirsi sola in questo.