Transfert che ritorna
Salve a tutti,
Seguo un percorso psicoterapeutico da quasi un anno con riscontri molto positivi finora devo dire. All'inizio della terapia c'è stato da parte mia un transfert fortissimo nei confronti del mio psicologo, tant'è che stavo quasi per litigare persino con lui, finchè lui stesso non mi ha aperto gli occhi facendomi notare come io stessi riversando su di lui rabbie, rancori, bisogno d'affetto e schemi appresi nella mia infanzia. Insomma, un vero e proprio transfer in piena regola. Poi, nei mesi successivi, devo dire che sono stata in grado di piu di gestire questa cosa, sentendomi a poco a poco sempre meno dipendente da lui emotivamente. Fermo restando che lo pensavo e lo penso sempre, ma in termini di affetto e stima e gratitudine per quello che ha fatto per me, ovvero per gli esiti positivi della terapia.
La mia domanda è questa: puo' il transfert ritornare in una fase successiva della terapia? Mi spiego: ultimamente proprio, mi è capitato ancora e di nuovo di sentirmi vulnerabile rispetto ad ogni sua minima parola e reazione nei miei confronti, e mi sono resa conto che è ancora molto forte il deisderio infantile di averlo tutto per me, ovvero di avere le sue totali attenzioni e dedizioni. In un recente incontro, ho percepito un senso di distacco nei miei confronti, quasi di rifiuto, e vorrei sapere se puo' trattarsi di un transfert che ritorna, come in una seconda ondata, visto che il rifiuto e la trascuratezza sono sensazioni che tipicamente attribuisco al mio rapporto con mia madre.
Vorrei, insomma, sapere se il transfert è una cosa che avviene naturalamente solo all'inizio della terapia e poi si supera, oppure se puo' tornare a piu' riprese, visto che comunque la terapia è una evoluzione costante all'interno di un rapporto a due, seppur profesionale, ma pur sempre un rapporto tra due esseri umani in continua evoluzione.
Grazie mille in anticipo per coloro che vorranno rispondermi.
Un cordiale saluto ai professionisti di questo sito
Chiara