Essere invisibile per il fidanzato
Salve. Dopo una lunga riflessione ho deciso che a Gennaio inizierò a fare terapia per chiarire alcuni aspetti della mia vita, tra cui quello sentimentale. Intanto però vorrei porre alla vostra attenzione la situazione sentimentale in cui mi trovo che mi causa molti interrogativi. Naturalmente è impossibile descrivere tutto in poche righe, quindi cercherò solo di dirvi qualcosa per avere il vostro punto di vista. Sto insieme ad un ragazzo della mia stessa età (27) da 5 anni e, a parte i primi mesi, negli ultimi 4 anni non sono mancate le discussioni legate alla famiglia. Noi viviamo una relazione a distanza, infatti finora abbiamo dovuto necessariamente stare per qualche giorno l'uno a casa dell'altro. I nostri problemi sono nati quando ho iniziato a vedere una crescente attenzione da parte del mio ragazzo nei confronti della sua famiglia che si è sviluppata via via in una sorta di "dipendenza" e un constante bisogno di assecondare ogni loro volontà e questo ha finito per danneggiare la coppia. Nei giorni in cui vado da lui, infatti, io sono pressoché invisibile per lui, è come se fossi lì con lui ma non ci fossi davvero. Negli ultimi 2 anni la situazione è decisamente peggiorata. Mi sento come una dama di compagnia, un "pacco postale" che lui porta dietro senza considerarmi davvero. Non mi chiede mai se ho voglia di fare qualcosa, se mi va bene ciò che facciamo o meno. Non mi propone mai nulla, non ha mai un pensiero per la relazione. Sembra vivere in funzione della sua famiglia. Ogni giorno (e non scherzo quando dico così) pensa solo a soddisfare tutte le richieste e i bisogni della famiglia e io, che in quei giorni mi trovo lì da lui, mi ritrovo semplicemente a fare con lui tutto ciò, senza che lui me lo chieda neppure. Persino il giorno del mio compleanno sono stata messa in secondo piano rispetto ad un bisogno stupido del padre, rovinandomi in parte la sera del mio compleanno. Questo mi ha portato ad avere una forte ostilità nei confronti della sua famiglia, perché hanno sempre approfittato del suo essere così accondiscendente nei loro confronti, e soprattutto nei confronti di lui. Lui mette sempre i loro bisogni al primo posto e preferisce sempre "sacrificare" me. I momenti dedicati alla relazione praticamente non esistono. I miei bisogni sembrano non esistere ai suoi occhi. È deludente vedere come, dopo aver sopportato 3 ore di pullman pur di stare con lui, lui non mi considera nemmeno. Non riesco più a sopportare il suo atteggiamento e questo ci ha portato ad avere forti litigi negli ultimi mesi. Quando arriviamo al culmine e passiamo anche settimane senza vederci ne parlarci, lui sembra riconoscere le sue mancanze e il suo atteggiamento errato, ma quando ci vediamo poi non cambia mai nulla davvero. Sono mesi e mesi infatti che litighiamo su questa cosa e ogni volta mi dice che proverà a migliorare ma quando vado da lui la situazione poi è sempre uguale. Sono così delusa e arrabbiata di essere messa sempre al secondo posto che ormai non sopporto più il suo atteggiamento e la sua famiglia. Questo mi ha portato ad essere scontenta anche alla notizia della gravidanza di sua sorella perché ho subito pensato che ci sarebbe stato ancora meno tempo e spazio per me nella sua vita. So che forse potrà risultare un pensiero sbagliato, ma da quando ha saputo della gravidanza di sua sorella è diventato ancora più apprensivo nei suoi confronti e ancora più dipendente dalla famiglia. Non è una semplice gioia nel sapere di diventare zii (quello lo comprenderei perfettamente), è proprio come se lui non riuscisse a staccarsi da loro. Non riesco neppure a spiegarlo. Ripeto, forse per molti risulterà un pensiero sbagliato, ma la nascita di questo bambino mi ha spaventata perché mi fa rendere conto che ci sarà ancora meno spazio per me nella sua vita. È normale provare questo?
Sono io, infatti, che devo trovare il modo e il tempo per vederci, sono io che sembro dover sgomitare per farmi vedere da lui perché sono sempre nascosta dietro la sua famiglia ai suoi occhi. Lui non riesce a scomporre il suo equilibrio nemmeno per qualche giorno se si tratta di me. Infatti a volte mi esprime a parole la grande voglia che ha di vedermi ma che sembra avere luogo solo se sono io ad andare da lui, altrimenti questa voglia passa in secondo piano. A volte mi convinco che la situazione è questa e non cambierà ma c'è una parte di me che non riesce a chiudere la relazione. Adesso sono settimane che non ci vediamo e lui sta provando a convincermi ad andare da lui dicendo che questa volta proverà ad essere diverso, mi dice di essersi reso conto di alcune cose e mi riempie di parole che dimostrano la voglia di stare insieme (non è la prima volta). Io ho paura di ritrovarmi per l'ennesima volta nelle stesse situazioni e sono combattuta tra ciò che dice la mente e ciò che dice il cuore. Voi penserete che io sia stupida a voler stare con lui dopo tutto ciò che ho lamentato, ma la verità è che dentro di me c'è la speranza che le cose possano davvero cambiare. Sono settimane che mi ritrovo confusa, piango e non so che fare. Vorrei avere una chiave di lettura vostra che magari potrebbe aiutarmi a riflettere.