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Fratelli e autoerotismo
Buonasera, ho due figli di 12 e 9 anni. I ragazzi hanno sempre avuto con me una buona confidenza, soprattutto il più grande mi ha spesso parlato anche delle sue "prime esperienze" con l'autoerotismo, l'ho sempre rassicurato sul fatto che poteva confidarsi e che fossero tutte esperienze normali. Ora, l'altra sera i ragazzi erano sul divano e li sentivo parlare a bassa voce, arrivo di là e il grande si stava toccando mentre il piccolo era lì e mi hanno poi confessato che il grande aveva chiesto al piccolo di toccarlo. Sono rimasta spiazzata, ho respirato e mantenendo la calma ho detto ai ragazzi che queste sono cose si naturali ma "private" ed è bene mantenere un certo riserbo. Onestamente non so se ho sbagliato e non so nemmeno se devo preoccuparmi ed intervenire in altro modo, vorrei tanto avere un consiglio da voi. Grazie.
0 risposte - LeggiUna vita piena di ansia
Salve, penso di avere un problema da molto tempo e non so come affrontarlo. Premetto che nella mia vita ho avuto molte situazioni spiacevoli soprattutto in famiglia quindi da ignorante penso che questa mia paura possa esser nata da ciò. Sono una ragazza di 21 anni. Sono sempre stata asociale, a scuola venivo bullizzata e a casa era anche peggio, avevo dei litigi molto accesi con mia madre e a volte si arrivava anche alle mani. Sto sempre a casa, non ho nessuna amicizia perché si sono rivelate false le poche che avevo e quindi ho preferito non averne, l'unica persona che ho al mio fianco al momento è il mio ragazzo ma abitiamo in due regioni diverse. Detto questo ora arrivo al sodo.. Ogni volta che entro in un locale, in un supermercato o da qualsiasi altra parte inizio a tremare, sudo e a volte sento che potrei anche svenire, questo però accade solo se sono da sola. Ricordo di una volta in cui a mia nonna serviva del pane e mi mandò a comprarlo, nonostante sapevo che sarei stata male ci sono andata comunque perché mi dispiaceva dirle di no. Appena entrata nel piccolo negozio sentivo già le gambe tremare, sudavo e sentivo che se avessi aperto bocca avrei anche balbettato. Sentivo un forte calore in tutto il corpo e pulsazioni forti alla testa, mi sentivo quasi come se stessi per svenire. Ricordo forse di questa esperienza più che altre perché questa è stata la più forte, mi sono sentita veramente male e non vedevo l'ora di uscire da quel negozio e tornare a casa. Ora dovrei lavorare ma per andarci dovrei prendere l'autobus e a me questa cosa mi fa venire l'ansia, c'è una cosa, mia madre non mi faceva mai uscire, non potevo neanche aprire le finestre che subito me le chiudeva, quindi non ho avuto neanche la possibilità di farmi delle amicizie, di conoscere persone, di fare esperienze. Dato che non esco mai ho paura di perdermi, di prendere la fermata sbagliata, di creare problemi. Vorrei poterne parlare con la mia famiglia ma mi riderebbero in faccia e mi prenderebbero in giro come sempre. Ora si lamentano che sto sempre chiusa in casa e che non ho amicizie, nonostante sono stati proprio loro a segregarmi. A quanto pare qui l'unica a preoccuparmi di me stessa sono sempre io.. vorrei aggiungere che dai 12 anni fino all'età dei 18 ho sofferto di autolesionismo.. è un dettaglio in più. Grazie e buona giornata.
1 risposte - LeggiTradimento
Salve la mia domanda è concisa mi piacerebbe capire cosa frulla nella testa di un uomo di 53 anni
Piccola premessa scopro che mio marito mi tradisce con una 27 enne circa 3 mesi fa lo affronto e lui dopo aver negato e negato e negato confessa una semi verità....ok gli dico che capisco che poteva capitare anche me che magari è da rivedere e risistemare il nostro rapporto....bene lui continua a sentirsi con lei ...io gli dico o lei o me con pacchetto famiglia (2figli)....lui io ti amo e non la sento più......bugia so per certo che si sentono ancora....io gli dico che se lo scopro di nuovo è veramente finita.....lui tranquilla non è più nei miei pensieri e non la sento più
Adesso scopro che jon solo si sentono e si mandami i messaggini d'amore ma che si beffano anche di me....io dico ma più che essere disponibile e amorosa per riattivare una bellissima relazione di 36 anni cosa dovevo fare??? E poi ora io che faccio sopporto ancora o lo smaschera di nuovo???
Poi mi chiedo sa che a gare così perde tutto moglie figli casa tutti i nostri progetti xche lo fa?
Sono tanto triste delusa da tutte le bugie e tanto confusa
Ringrazio chiunque voglia farmi una parola
Relazione complicata
Buongiorno, ho, una relazione problematica con una persona, probabilmente entrambi lo siamo, problematici ma ora cercherò di esporre quello che mi disturba di questa persona che ho conosciuto.
Ci siamo conosciuti su facebook, su una sezione diciamo "hot" e brevemente la nostra conoscenza si è fatta virtualmente "calda" da subito. Il "problema" è stato che io mi innamorassi piuttosto brevemente di questa ragazza e seppur lei ancora non si era esposta come feci io, sentivo che anche in lei stesse crescendo qualcosa di importante.
Nel periodo iniziale lei mi parlava delle sue relazioni passate, io feci anche delle domande (tipo se lo avesse mai fatto in tre e mi rispose in maniera affermativa). Mi raccontò per esempio di un episodio successo in un centro naturista dove un suo amico la fece entrare manipolandola e lei una volta dentro si intrattenne con un uomo che le si avvicinò. Di questa esperienza lei mi disse che si sentì in debito di dover fare tutto quello che fece, quasi fosse costretta da un qualcosa...
Mi ha detto di aver subito abusi (diciamo velatamente dato che ha difficoltà a parlarne) quando era molto piccola, da padre. La sua vita è piena di esperienze sentimentali con persone poco raccomandabili, per quanto lei non sia assolutamente parte di quell'ambiente. La madre ha problemi psichiatrici, lei è stata allontanata e vissuto prima in istituto, da bambina, poi in età adolescenziale in una famiglia affidataria. Lei non è psichiatrica ma ha fatto un percorso psicologico lungo e forse neppure terminato. Credo abbia dei problemi seri con se stessa e questo ricade anche sugli altri e nello specifico su me.
Per esempio, se un uomo le si avvicina, le offre un caffè e magari le fa un regalo per lei è un uomo gentile, scarta a priori l'ipotesi che sia un uomo che sta tentando un approccio. Nascono litigi in quanto quando io sento di comportamenti altrui rimango quasi allibito di come lei non riconosca o finga di non riconoscere alcuni comportamenti come degli approcci.
Venendo all'ultimo episodio: la ragazza è iscritta ad un portale per diciamo "accompagnatrici", ragazze che lavorano in ambito di fiere, cene ecc...non un qualcosa di prettamente sessuale ma diciamo che l'ambito è quello (solo che contrariamente alle escort non devono avere rapporti per lavoro). Mi ha detto che l'idea le sia nata dal fatto che fisicamente non riesce a fare altre cose, di fatto comunque non ha mai accettato alcun ingaggio.
Poco tempo fa è stata contattata da una sua frequentazione, un uomo sposato con la quale ha avuto una relazione, lui a mio parere non l'ha trattata esattamente con il rispetto che lei dice di aver ricevuto, per esempio lui non le ha dato mai nemmeno il numero di telefono...(chattavano su telegram).
Lei mi disse che lui aveva dei problemi con la moglie, quasi come per giustificare che lei avesse avuto una relazione con lui (ovviamente negando che questa fosse una giustificazione). Sempre lei mi disse che ha interrotto i rapporti sessuali rimanendo amica di questo tizio, e che lui avesse rispettato la sua decisione (come se lui avesse altra scelta, altra cosa che del suo racconto che mi è incomprensibile). Insomma questo tizio l'ha contatta dopo diversi mesi che lei era assente chiedendole come andasse e una volta saputo che lei era in ristrettezze economiche lui le ha fatto la proposta di "ingaggiarla" come wing per una cena. Lei mi ha parlato della cosa ed io ovviamente mi sono mostrato dubbioso, insomma, ho dei dubbi che lui sia un santo che voglia solo ed esclusivamente aiutarla economicamente, ma lei naturalmente è convinta della bontà di questa persona (di cui non ha MAI parlato male). Siamo arrivati al punto che in un litigio lei mi abbia accusato di volerla sempre dentro casa (in riferimento al fatto che io non ero convinto dell'uscita lavorativa con quest'uomo).
Non riesco a dire tutto quello che sta succedendo nella nostra relazione, che è a distanza, purtroppo. Stiamo pensando fortemente ad andare a vivere insieme perché tra noi c'è grande amore ma ci sono anche problemi.
Per esempio nella conversazione con questo suo ex amante io "non c'ero", nel senso che lei non ha menzionato nemmeno che lei avrebbe dovuto consultarsi anche con me per potergli dare una risposta. Al mio esporre il mio sentimento di esclusione lei mi ha detto che lui ha in qualche modo capito che lei avrebbe dovuto parlarmene ma di fatto non gliel'ha detto e praticamente nega di avermi escluso (si è vero mi ha detto tutto ma nello specifico io nella conversazione non c'ero). Lei è una persona molto sensibile, fragile, piena d'amore, forse troppo, ma a volte mi pare abbia dei serissimi problemi ad ammettere quando sbaglia. Sembra una persona sincera e trasparente, un attimo dopo mi sembra di un'ipocrisia sconcertante, di un'ingenuità imbarazzante (che io ho dubbi sia autentica al 100%). Insomma, ho bisogno di aiuto, spero di essere stato chiaro, ho scritto a flusso di coscienza. Grazie
Problemi madre figlia
Buongiorno, sono Martina e ho 21 anni. Scrivo qui perché penso di aver bisogno di un consiglio e molto probabilmente di aiuto. Mia madre nella sua vita ha avuto veramente tanti amanti, ha trattato mio papà come se fosse un portafoglio ambulante, ha ipotecato la casa, ha creato debiti con sette finanziarie differenti, ha rubato nella sua stessa casa i gioielli di famiglia per venderli e rubava di nascosto le carte di credito a mio papà per prelevare di nascosto. Mi ha sempre insultata, mi ha sempre trattata male, mi ha fatto mentire per coprire le sue azioni ricattandomi dicendomi che diceva a mio papà che avevo fatto io un incidente alla moto e non lei (perché mi aveva coperto). Mio papà d'altra parte era sempre nervoso, agitato, mi sgridava se una forchetta cadeva per terra, era sempre arrabbiato perché non sapeva come gestire la situazione con mia mamma e ne pagavo io le conseguenze. Mio papà mi portava sempre alla gare, mi faceva da mangiare, lavava i vestiti e chiamava una signora per stirare perché non era capace, mentre mia madre andava con chi le dava una borsa di Moschino o delle scarpe di Chanel. Ci sono tante altre cose che potrei raccontare ma penso che da questi fatti qualcosa si sia già capito e quindi vengo al sodo. Mio papà è morto poco tempo fa e mia madre è impazzita per i soldi, mi ha minacciata di fare finire la mia relazione, di sbattermi fuori di casa e di denunciarmi per averla insultata, mi dice che io devo ringraziare solo lei perché ha la pensione di reversibilità e che dopo essere stata male per così tanti anni con mio papà, ora è giusto che si goda quello che vuole. Solo che lei è sola, non ha amici, nessuno le vuole bene perché ha sempre usato le persone a suo piacimento e quindi cerca di rovinare quei pochi rapporti che sono riuscita a creare in quella giungla della mia famiglia. Mi insulta costantemente dicendo che sono una "di facili costumi" perché ho dormito con il mio ragazzo, mi dice che devo stare male perché me lo merito e che forse era meglio che non ci fossi più io. Forse sto esagerando, ma io mi sento male perché la mole di insulti aumenta sempre di più e sono sempre più pesanti perché purtroppo esisto anche io e l'eredità la deve dividere con me. Non so cosa fare. Non penso di riuscire a reggere dopo una vita già difficile di suo, anche una situazione così adesso.
Grazie di tutto e auguro una buona giornata.
Martina
Fine complicata di relazione
Salve, ho 33 anni. Sono stata per sei anni con un ragazzo della mia età, ed è stata una storia particolare, bella ma anche strana. Lui si è trasferito nella mia città quasi subito, senza avere null'altro che me, volendo evadere anche dal suo contesto e da un passato brutto. Siamo stati molto legati, complici, condividevamo tante cose, convivevamo . Lui ha sempre mostrato, già dopo un anno e mezzo, insoddisfazione per il lavoro che non trovava facilmente, perché si sentiva chiuso a stare in questa città. Tende a annoiarsi facilmente, non regge bene le frustrazioni, si innervosisce facilmente e va sotto stress sfogandosi con chi gli sta vicino. È come se non sentendosi soddisfatto di se stesso abbia bisogno di cambiare sempre situazione e posto, e raramente qualcosa gli va davvero bene. Io, dal mio canto, dopo un evento per me traumatico ho iniziato ad avere disturbi psicosomatici. Ero già una persona poco "autonoma", nel senso che non guidavo la macchina e sono cresciuta poco a livello di interessi e di conquiste , nonostante le sue continue sollecitazioni. Ho fatto molte cose, ho preso una seconda laurea e trovato lavoro,ma a livello pratico non sono cresciuta, non come lui avrebbe desiderato. Mi rendo conto di essermi bloccata e di avere sbagliato delle cose: quando ho iniziato ad avere disturbi e ansia, per un annetto non riuscivo ad uscire molto da sola e nemmeno a fare la spesa. Mi sono rintanata a casa dei miei (perché forse con lui non mi sentivo capita, ad esempio se avevo un malore lui mi aiutava con sufficienza, se chiedevo di accompagnarmi in auto lui lo faceva ma pensava che la mia fosse pigrizia). A casa dei miei trovavo un angolo di serenità , dove forse potevo essere quello che ero (anche libera di stare sul letto senza fare niente, libera di chiedere aiuto, sfuggendo dalle responsabilità). Spesso ho dormito lì, quando ho passato questo periodo, e lui a volte criticava questo (come fossi una pigra o mammona), ma mai dicendomi che mi avrebbe voluta accanto. A volte non sentivo che la nostra casa fosse mia, mi chiedo ora il perché : forse sotto sotto non mi sentivo a mio agio? All'altezza? Come se lui implicitamente volesse di più di ciò che ero? Lui , in generale, era quello pratico della coppia, io quella presente emotivamente, che non è pratica in cucina, anzi che non cucina quasi mai, che ancora deve crescere in molte cose . Il dialogo con lui era scarso, perché di solito mi accusava oppure lanciava dei discorsi o battute a metà, senza mai avermi realmente detto con calma e serietà cosa non andava e che le cose stavano rotolando. In questo periodo si sarà sentito come un padre, carico di tutte le responsabilità pratiche. Me lo ha fatto capire a volte ma diceva sempre che fra noi non c'erano rischi , che mi facevo paranoie. Pensavo fosse solo un brutto periodo, come lui diceva. Qualche giorno dopo, mi lascia dicendo che vuole stare solo e che non sta bene, pur sentendo sentimento. Poi ritorna dopo un mese. Ricominciamo piano, gli mostrò che sono Cambiata, ho imparato a guidare , cucino per lui, dimostro che anche io posso essere un sostegno per lui, lo aiuto, lo ascolto. Lui, nel frattempo, purtroppo non è sereno, spesso mi riversa molta insoddisfazione sulla sua vita, si innervosisce con tutto e tutti, è triste . Appena spingo per tornare a convivere ( e ci torno per due settimane),litighiamo e ci separiamo di nuovo. Ora, a distanza di due mesi, ci siamo rivisti . Lui ha perso tanti chili, fuma tanto, non sta bene . Sento che c'è del sentimento, mi guarda con tenerezza e c'è passione. Non frequenta nessuna ragazza e dice che ha pensato di rivolgersi a uno psicologo per la sua insoddisfazione. Riguardo noi, dice che a riprovare secondo lui andrebbe male, è sfiduciato, si sente spento e dice che io inizierei a pretendere cose che ora non riesce a dare. D'altro canto, si percepisce che vuole che io gli stia dietro ( e so che è un meccanismo sbagliato). Purtroppo io, che per mesi ho fatto la finta forte, questa volta sono stata me stessa, e ho passato con lui un pomeriggio di lacrime, dove gli ho fatto capire che questo su e giù e sua confusione mi fa male . Il problema è questo: mi sento molto in colpa per la fine della storia, e non so mai se avvicinarmi a lui in modo leggero per sperare che riviva delle cose belle con me e non solo pesantezza, o lasciarlo stare e fargli capire che non si possono tenere le persone non si possono tenere in bilico ( lui è sicuro che io sono sempre qui a pensare solo alla nostra storia). Il vero problema è che non riesco ancora ora, dopo mesi, a capire se la sua apatia generale abbia influito sulla visione che ha di noi, in quanto vede il rapporto al momento come PESO, oppure se ci sia proprio un problema con me (ovvero che non gli piaccio a livello razionale). E quindi non so come comportarmi, se tenere un legame con lui senza pretendere o puntare al rapporto, oppure fargli realizzare che è davvero chiusa, per suo volere. In tutto ciò io sto molto male perché lui non chiude mai nettamente , fosse per lui ci vedremmo ancora . È come se dovessi crederci solo io e convincerlo. È come se abbia buttato tutto, come se non avesse ricordi, come se qualsiasi cosa io dica sia inutile. So che sembro aver sviluppato una dipendenza, ma so anche che io ci tengo tanto a lui in quanto lui, e forse l'ho capito tardi. Mi scuso per la lunghezza ma ci sarebbero tante cose da dire. Grazie, saluti
1 risposte - LeggiPaura di camminare da sola
Salve sono nuova del forum e ho una paura particolare. Ho paura di camminare senza un aiuto. Nel senso che, per camminare, ho bisogno di qualcuno accanto. Ho avuto diverse fobie in passato, capogiri, attacchi di panico. Ora si sono trasformate in questa unica grande paura. E' iniziato tutto nel 2004 dopo una crisi durata un paio di mesi in cui non uscivo mai. Sono uscita da questa situazione diverse volte, ora però sono un paio d'anni che sono come bloccata. Non so come uscirne dopo aver provato diverse terapie anche psicologiche e vari farmaci. Cosa posso fare? Ho paura di non riuscire mai più ad avere una vita normale! Grazie per l'aiuto!
Laura Sansone
Ieri ho dato uno schiaffo al mio fidanzato
Ciao a tutti, sono una ragazza di 19 anni che vive in Germania da poco più di 3 anni. Mi sono trasferita da sola, senza nessuno quando è venuto a mancare mio fratello, e, nonostante mi manchi molto l'Italia, sto bene qui. Ho un ragazzo tedesco che mi tratta come una principessa, la sua famiglia mi adora e io e lui siamo sempre andati molto d'accordo. Stiamo insieme da 18 mesi. Ultimamente, diciamo negli ultimi 5 o 6 mesi, io ho sofferto molto per la mancanza di amici, dato che qui non sono riuscita a legare veramente con nessuno. Questo mi ha portato a diventare una persona insicura nei rapporti sociali e che passa molto tempo da sola mentre prima, in Italia, ero continuamente circondata da amici e amiche e non mi facevo mancare niente. Inoltre, mi mancano anche moltissimo i miei genitori, che vedo poche volte all'anno. La loro mancanza, quindi sapere che se capita qualcosa a loro o a me non ho loro a cui chiedere supporto immediato, mi sta distruggendo: sono diventata una persona ansiosa e violenta specialmente nei confronti del mio ragazzo. Spesso piango, sono triste, voglio stare da sola. Ieri gli ho dato uno forte schiaffo davanti ad alcuni "amici". Me ne sono pentita nello stesso istante e dopo aver strisciato per farmi perdonare abbiamo fatto pace. Ieri nelle lacrime l'ho pregato di lasciarmi perchè so che risuccederà di nuovo, io avrò un'altra delle mie scenate isteriche e lo ferirò di nuovo. A volte quando siamo in macchina do di matto semplicemente perchè non mi dice "grazie" o "per favore" e io vorrei essere trattata con rispetto (io ho avuto una educazione eccellente e sono una persona piuttosto educata e veramente poco rude). Quindi inizio ad urlargli nell'orecchio e sembro veramente una pazza isterica. Non so come reagire, mi sento una pezza, non ho forze. Sono una bella ragazza, non ho problemi di peso o di sicurezza in me stessa ma ulltimamente sto veramente dando di matto.. Sono anche claustrofobica in seguito ad una serata in discoteca dove sono rimasta bloccata tra la gente. Grazie mille, so che è molto lungo...
2 risposte - LeggiCome comportarsi con una persona "mitomane"?
Gentili Dottori,
avrei bisogno del parere di un esperto per una situazione che non so davvero più come gestire. Due anni fa, in ambito universitario, ho conosciuto una ragazza con la quale ho iniziato fin da subito un rapporto di amicizia. Poi abbiamo iniziato a scambiarci messaggi per chiacchierare. Lei mi raccontava di avere un fidanzato che faceva il modello e di fare numerosi viaggi con lui. Inizialmente credevo a tutto quello che mi diceva, non avevo motivo di non farlo non conoscendola in maniera approfondita. Dopo un po' di tempo ho iniziato a nutrire dei dubbi riguardo a quello che mi raccontava. Pochi giorni dopo ho ricevuto la conferma a tutti i miei sospetti...le ho chiesto di inviarmi una foto della Spagna, infatti mi aveva raccontato di essere lì in vacanza in quel momento, lei mi ha mandato una foto che poi ho scoperto essere una fotografia scaricata da google immagini. Incuriosita dal suo ragazzo, sono andata a visitare il profilo facebook di quest'ultimo ed è palesemente un profilo falso. Non ci sono foto nè di lui, nè di loro due insieme. Le uniche foto che ci sono sono dei fotomontaggi creati da lei stessa. La foto profilo di questo ragazzo è stata presa anch'essa da internet. Ovviamente tutti in paese hanno capito che questo ragazzo non esiste, ma lei insiste con questa storia. Anche non volendone parlare lei lo tira fuori in continuazione...dice che vanno via insieme, che lei va da lui...addiritttura ha annunciato che il prossimo anno si sposeranno. Arrivando al dunque, mi rivolgo a voi perchè non so più davvero come comportarmi. Inizialmente avevo preso questa storia sul ridere...poi con il passare del tempo mi rendo conto che la cosa sta davvero degenerando e che lei sta portando avanti ormai da due anni una bugia davvero grande. Ovviamente non ho mai provato a dirle che so tutto, perchè mi sembra una persona talmente fragile che non farei che peggiorare le cose. Ho preferito non dico assecondarla, ma semplicemente cambiare discorso quando ne parla. Questa ragazza è molto timida, come aspetto fisico purtroppo non è una gran bellezza e mi hanno raccontatao che anche per questo motivo è stata presa parecchio in giro in passato. Io penso che lei abbia inventato questa bugia enorme perchè ha un'insicurezza di fondo che la spinge quasi a non voler essere da meno. Ma ora chiedo a voi professionisti. Come comportarsi? Cosa é meglio per lei? I suoi genitori addirittura le reggono il "gioco!". Non so davvero fino a che punto considerare normale questa cosa.
Vi ringrazio in anticipo.
Non riesco a dimostrare affetto
ciao a tutti, mi chiamo alessandra e sono nuova del sito. mi scuso da subito per il messaggio lunghissimo ma mi sono decisa solo adesso a rivolgermi ad uno psicologo. metto questa domanda sotto la sezione "genitori e figli" perchè credo sia il problema principale, ma come vedrete poi non è l'unico. spero davvero che accoglierete questa mia domanda e risolverete il mio problema. non so se sia un problema adolescenziale (ho 20 anni) o solo psicologico ma sono in questa condizione da molti anni... più o meno da quando ero alle medie. vivo con un costante senso di pressione e pretendo moltissimo da me stessa (all'università ho una media del 30). in genere sto bene, anche se sono sempre abbastanza sulle mie e sulla difensiva, non solo nei confronti degli estranei ma anche nei confronti di amici, parenti, genitori e anche del mio ragazzo, con cui sto da 4 anni. gli unici momenti in cui non mi sento sotto pressione sono quando faccio equitazione, per il resto sono sempre sotto pressione... non perchè gli altri mi ci mettano, mi metto da sola sotto pressione, quasi involontariamente... mi sento come se stessi sbagliando tutto, come se non facessi mai abbastanza, arrivando anche ad avere momenti di crisi dove inizio a piangere e non smetto prima di 30/45 minuti.
ci sono veramente tante cose da dire e probabilmente avrei bisogno di una vera seduta psicologica...
vivo con un costante peso su di me, per vari motivi:
1- non riesco a dimostrare affetto nei confronti dei miei genitori. con altre persone non ho questo problema, solo con loro. questo da sempre... mai un "ti voglio bene", se non quando mi forzavo a farlo, mai un abbraccio, eppure ho questo desiderio immenso di farlo, di essergli più vicina ci sono tantissime occasioni in cui avrei voluto ballare il valzer con mio padre, ad esempio, ma per qualche motivo ho sempre evitato, vergogna o altro. ho paura di questa cosa... i miei genitori hanno 60 anni e non avrò più molto tempo con loro... fra una decina d'anni sarò già via di casa e sento che sta passando tutto davvero troppo in fretta, come se non avessi mai vissuto il classico rapporto "genitori e figli", come se non fossi mai stata davvero con loro... eppure non mancano momenti in cui stiamo tutti insieme, e il problema non credo sia l'infanzia perchè ho avuto un'infanzia bellissima.... non sono neanche loro il problema, perchè sono molto calorosi e sempre presenti se ho bisogno... sono dei genitori fantastici... a tutto questo, al fatto che non mi sembra di aver passato vero tempo con loro, ho dato la colpa al fatto che a partire dalle superiori ogni weekend ero fuori di casa e non sono mai stata davvero con loro... son una persona estremamente indipendente e non ho mai avuto problemi ad andare in giro ecc... ultimamente, l'unico momento dove credo di aver rimediato un po' a questo problema è stato qualche settimana fa: mio zio è morto e io sono stata l'ultima persona a vederlo...appena prima di andar via ho superato il mio blocco e gli ho stretto la mano (quando ero piccola, mi ero sempre rifiutata di farmi toccare da lui e dagli altri parenti). è morto dopo poche ore... li ho sentito di aver rimediato parzialmente e ne sono stata felice... perchè ce l'ho fatta ad esprimere un gesto di affetto prima che fosse troppo tardi.
2- sento che la mia vita mi sta scivolando tra le mani, e io sono bloccata con lo studio, con l'obiettivo di fare carriera, ma sento di stare perdendo tutto il resto (rapporto con i miei genitori compreso)
3- il tema sesso e tutto quello che vi è collegato per me è taboo... non so perchè, non so se è normale... questo mi succede però, anche li, solo in famiglia... con amici o con il mio ragazzo non ci sono problemi, anche se credo di non riuscire ad avere un vero rapporto sessuale con lui, per questo motivo...
come vedete sono piena di problemi... sinceramente credo che ce ne siano altri, nascosti sotto la superficie, però non so cosa farci... nel tempo li ho sempre sminuiti, dando importanza ad altre, oppure ho sempre cercato di risolvermeli da soli... ma ultimamente ho un peso sul cuore che non so proprio come togliere.
spero mi aiuterete...
grazie in anticipo,
ale
Mi lascia perché è depresso
Dopo due anni di relazione da un giorno all'altro mi lascia dicendo di non sentire più un punto di riferimento così forte nel nostro rapporto, di non amarmi più come prima e di non sapere più cosa vuole dalla vita. Premetto che sono due anni che soffre di depressione, ha una storia familiare molto difficile e la sua famiglia è quasi totalmente assente. Dopo due mesi di separazione io l'ho ricontatto e abbiamo deciso di vederci, ci siamo visti 5 volte in due settimane e ci siamo sentiti tutti i giorni. La seconda volta che ci siamo visti mi ha baciata ma non ci siamo mai spinti oltre perché ho sempre frenato la cosa per paura di diventare sesso occasionale. Mi ha detto che sta bene insieme a me che è felice quando è con me. Ma sabato sera lui ci ha provato con troppa insistenza e allora io mi sono arrabbiata, lui ha detto che non voleva più vedermi perché non aveva senso, lui non può stare con nessuno perché non sta bene con se stesso, si sente una persona sbagliata, non sa cosa vuole dalla vita, non ha stimoli e niente lo rende felice fino in fondo. Il giorno dopo ci siamo rivisti, come se niente fosse siamo andati a fare la spesa insieme e poi ha fare una passeggiata, lui ha voluto prolungare il giro per parlare più a lungo insieme a me. Ho cercato di fargli sentire il mio appoggio e la mia vicinanza. Mi ha detto che non voleva farmi piangere e che ci saremmo sentiti per cenare insieme nei prossimi giorni. Sono così confusa, sono certa di renderlo felice....é possibile che la depressione lo renda apatico? Vuole allontanarsi da tutti i suoi affetti, vuole rinunciare a me per capire cosa vuole dalla vita e lui chi è veramente... Ma io non penso che lui lo voglia davvero... Dice di aver perso tutti i miei amici quando ha perso me e si sente solo. Alla fine la depressione non si combatte da soli, chiudendosi in se stessi e rinunciando a ciò che ci rende felici. Dice di non amarmi più, forse è confuso perché era convinto di lasciarmi quando l'ha fatto, ma ora io lo rendo felice e non riesce a capire se è solo un illusione..... Come devo comportarmi? Non voglio perderlo, voglio aiutarmi e farlo innamorare di me un altra volta.....
1 risposte - LeggiPaure immotivate
Mia figlia Serena compirà 5 anni tra qualche giorno. E' ricominciato l'asilo (terzo anno) e lei non lo accetta. Eppure l'anno scorso l'aveva frequentato volentieri.
Piange e si dispera, ma poi a scuola è tranquilla. Resta comunque molto agitata, anche quando stiamo tutti insieme nel fine settimana. Per niente fa capricci e vere e proprie sceneggiate che sono anche difficili da gestire. Le punizioni non sortiscono effetti.
Ha anche ricominciato ad utilizzare il colore nero nei suoi disegni.
Vive da sempre continue paure (dei tuoni, dei fuochi d'artificio) che sta trasmettendo anche alla sorella più piccola. E' molto sensibile, ma ho l'impressione che questa sensibilità si trasformi più spesso in ansia. Teme sempre di essere abbandonata; se non mi vede in casa mi chiama urlando, spesso mi chiede quando morirò, se sono abbastanza giovane, non vuole mai dormire dai nonni, etc.
Io cerco di tranquillizzarla come posso; a volte la butto sullo scherzo, altre volte la rassicuro, a volte mi arrabbio... non so più come prenderla ed inizio a preoccuparmi perchè non vedo un processo di maturazione. Anzi a volte mi sembra di fare passi indietro...
Grazie mille anticipatamente.
Una vita piena di ansia
Salve, penso di avere un problema da molto tempo e non so come affrontarlo. Premetto che nella mia vita ho avuto molte situazioni spiacevoli soprattutto in famiglia quindi da ignorante penso che questa mia paura possa esser nata da ciò. Sono una ragazza di 21 anni. Sono sempre stata asociale, a scuola venivo bullizzata e a casa era anche peggio, avevo dei litigi molto accesi con mia madre e a volte si arrivava anche alle mani. Sto sempre a casa, non ho nessuna amicizia perché si sono rivelate false le poche che avevo e quindi ho preferito non averne, l'unica persona che ho al mio fianco al momento è il mio ragazzo ma abitiamo in due regioni diverse. Detto questo ora arrivo al sodo.. Ogni volta che entro in un locale, in un supermercato o da qualsiasi altra parte inizio a tremare, sudo e a volte sento che potrei anche svenire, questo però accade solo se sono da sola. Ricordo di una volta in cui a mia nonna serviva del pane e mi mandò a comprarlo, nonostante sapevo che sarei stata male ci sono andata comunque perché mi dispiaceva dirle di no. Appena entrata nel piccolo negozio sentivo già le gambe tremare, sudavo e sentivo che se avessi aperto bocca avrei anche balbettato. Sentivo un forte calore in tutto il corpo e pulsazioni forti alla testa, mi sentivo quasi come se stessi per svenire. Ricordo forse di questa esperienza più che altre perché questa è stata la più forte, mi sono sentita veramente male e non vedevo l'ora di uscire da quel negozio e tornare a casa. Ora dovrei lavorare ma per andarci dovrei prendere l'autobus e a me questa cosa mi fa venire l'ansia, c'è una cosa, mia madre non mi faceva mai uscire, non potevo neanche aprire le finestre che subito me le chiudeva, quindi non ho avuto neanche la possibilità di farmi delle amicizie, di conoscere persone, di fare esperienze. Dato che non esco mai ho paura di perdermi, di prendere la fermata sbagliata, di creare problemi. Vorrei poterne parlare con la mia famiglia ma mi riderebbero in faccia e mi prenderebbero in giro come sempre. Ora si lamentano che sto sempre chiusa in casa e che non ho amicizie, nonostante sono stati proprio loro a segregarmi. A quanto pare qui l'unica a preoccuparmi di me stessa sono sempre io.. vorrei aggiungere che dai 12 anni fino all'età dei 18 ho sofferto di autolesionismo.. è un dettaglio in più. Grazie e buona giornata.
1 risposte - LeggiTradimento
Salve la mia domanda è concisa mi piacerebbe capire cosa frulla nella testa di un uomo di 53 anni
Piccola premessa scopro che mio marito mi tradisce con una 27 enne circa 3 mesi fa lo affronto e lui dopo aver negato e negato e negato confessa una semi verità....ok gli dico che capisco che poteva capitare anche me che magari è da rivedere e risistemare il nostro rapporto....bene lui continua a sentirsi con lei ...io gli dico o lei o me con pacchetto famiglia (2figli)....lui io ti amo e non la sento più......bugia so per certo che si sentono ancora....io gli dico che se lo scopro di nuovo è veramente finita.....lui tranquilla non è più nei miei pensieri e non la sento più
Adesso scopro che jon solo si sentono e si mandami i messaggini d'amore ma che si beffano anche di me....io dico ma più che essere disponibile e amorosa per riattivare una bellissima relazione di 36 anni cosa dovevo fare??? E poi ora io che faccio sopporto ancora o lo smaschera di nuovo???
Poi mi chiedo sa che a gare così perde tutto moglie figli casa tutti i nostri progetti xche lo fa?
Sono tanto triste delusa da tutte le bugie e tanto confusa
Ringrazio chiunque voglia farmi una parola
Problemi madre figlia
Buongiorno, sono Martina e ho 21 anni. Scrivo qui perché penso di aver bisogno di un consiglio e molto probabilmente di aiuto. Mia madre nella sua vita ha avuto veramente tanti amanti, ha trattato mio papà come se fosse un portafoglio ambulante, ha ipotecato la casa, ha creato debiti con sette finanziarie differenti, ha rubato nella sua stessa casa i gioielli di famiglia per venderli e rubava di nascosto le carte di credito a mio papà per prelevare di nascosto. Mi ha sempre insultata, mi ha sempre trattata male, mi ha fatto mentire per coprire le sue azioni ricattandomi dicendomi che diceva a mio papà che avevo fatto io un incidente alla moto e non lei (perché mi aveva coperto). Mio papà d'altra parte era sempre nervoso, agitato, mi sgridava se una forchetta cadeva per terra, era sempre arrabbiato perché non sapeva come gestire la situazione con mia mamma e ne pagavo io le conseguenze. Mio papà mi portava sempre alla gare, mi faceva da mangiare, lavava i vestiti e chiamava una signora per stirare perché non era capace, mentre mia madre andava con chi le dava una borsa di Moschino o delle scarpe di Chanel. Ci sono tante altre cose che potrei raccontare ma penso che da questi fatti qualcosa si sia già capito e quindi vengo al sodo. Mio papà è morto poco tempo fa e mia madre è impazzita per i soldi, mi ha minacciata di fare finire la mia relazione, di sbattermi fuori di casa e di denunciarmi per averla insultata, mi dice che io devo ringraziare solo lei perché ha la pensione di reversibilità e che dopo essere stata male per così tanti anni con mio papà, ora è giusto che si goda quello che vuole. Solo che lei è sola, non ha amici, nessuno le vuole bene perché ha sempre usato le persone a suo piacimento e quindi cerca di rovinare quei pochi rapporti che sono riuscita a creare in quella giungla della mia famiglia. Mi insulta costantemente dicendo che sono una "di facili costumi" perché ho dormito con il mio ragazzo, mi dice che devo stare male perché me lo merito e che forse era meglio che non ci fossi più io. Forse sto esagerando, ma io mi sento male perché la mole di insulti aumenta sempre di più e sono sempre più pesanti perché purtroppo esisto anche io e l'eredità la deve dividere con me. Non so cosa fare. Non penso di riuscire a reggere dopo una vita già difficile di suo, anche una situazione così adesso.
Grazie di tutto e auguro una buona giornata.
Martina
Fine complicata di relazione
Salve, ho 33 anni. Sono stata per sei anni con un ragazzo della mia età, ed è stata una storia particolare, bella ma anche strana. Lui si è trasferito nella mia città quasi subito, senza avere null'altro che me, volendo evadere anche dal suo contesto e da un passato brutto. Siamo stati molto legati, complici, condividevamo tante cose, convivevamo . Lui ha sempre mostrato, già dopo un anno e mezzo, insoddisfazione per il lavoro che non trovava facilmente, perché si sentiva chiuso a stare in questa città. Tende a annoiarsi facilmente, non regge bene le frustrazioni, si innervosisce facilmente e va sotto stress sfogandosi con chi gli sta vicino. È come se non sentendosi soddisfatto di se stesso abbia bisogno di cambiare sempre situazione e posto, e raramente qualcosa gli va davvero bene. Io, dal mio canto, dopo un evento per me traumatico ho iniziato ad avere disturbi psicosomatici. Ero già una persona poco "autonoma", nel senso che non guidavo la macchina e sono cresciuta poco a livello di interessi e di conquiste , nonostante le sue continue sollecitazioni. Ho fatto molte cose, ho preso una seconda laurea e trovato lavoro,ma a livello pratico non sono cresciuta, non come lui avrebbe desiderato. Mi rendo conto di essermi bloccata e di avere sbagliato delle cose: quando ho iniziato ad avere disturbi e ansia, per un annetto non riuscivo ad uscire molto da sola e nemmeno a fare la spesa. Mi sono rintanata a casa dei miei (perché forse con lui non mi sentivo capita, ad esempio se avevo un malore lui mi aiutava con sufficienza, se chiedevo di accompagnarmi in auto lui lo faceva ma pensava che la mia fosse pigrizia). A casa dei miei trovavo un angolo di serenità , dove forse potevo essere quello che ero (anche libera di stare sul letto senza fare niente, libera di chiedere aiuto, sfuggendo dalle responsabilità). Spesso ho dormito lì, quando ho passato questo periodo, e lui a volte criticava questo (come fossi una pigra o mammona), ma mai dicendomi che mi avrebbe voluta accanto. A volte non sentivo che la nostra casa fosse mia, mi chiedo ora il perché : forse sotto sotto non mi sentivo a mio agio? All'altezza? Come se lui implicitamente volesse di più di ciò che ero? Lui , in generale, era quello pratico della coppia, io quella presente emotivamente, che non è pratica in cucina, anzi che non cucina quasi mai, che ancora deve crescere in molte cose . Il dialogo con lui era scarso, perché di solito mi accusava oppure lanciava dei discorsi o battute a metà, senza mai avermi realmente detto con calma e serietà cosa non andava e che le cose stavano rotolando. In questo periodo si sarà sentito come un padre, carico di tutte le responsabilità pratiche. Me lo ha fatto capire a volte ma diceva sempre che fra noi non c'erano rischi , che mi facevo paranoie. Pensavo fosse solo un brutto periodo, come lui diceva. Qualche giorno dopo, mi lascia dicendo che vuole stare solo e che non sta bene, pur sentendo sentimento. Poi ritorna dopo un mese. Ricominciamo piano, gli mostrò che sono Cambiata, ho imparato a guidare , cucino per lui, dimostro che anche io posso essere un sostegno per lui, lo aiuto, lo ascolto. Lui, nel frattempo, purtroppo non è sereno, spesso mi riversa molta insoddisfazione sulla sua vita, si innervosisce con tutto e tutti, è triste . Appena spingo per tornare a convivere ( e ci torno per due settimane),litighiamo e ci separiamo di nuovo. Ora, a distanza di due mesi, ci siamo rivisti . Lui ha perso tanti chili, fuma tanto, non sta bene . Sento che c'è del sentimento, mi guarda con tenerezza e c'è passione. Non frequenta nessuna ragazza e dice che ha pensato di rivolgersi a uno psicologo per la sua insoddisfazione. Riguardo noi, dice che a riprovare secondo lui andrebbe male, è sfiduciato, si sente spento e dice che io inizierei a pretendere cose che ora non riesce a dare. D'altro canto, si percepisce che vuole che io gli stia dietro ( e so che è un meccanismo sbagliato). Purtroppo io, che per mesi ho fatto la finta forte, questa volta sono stata me stessa, e ho passato con lui un pomeriggio di lacrime, dove gli ho fatto capire che questo su e giù e sua confusione mi fa male . Il problema è questo: mi sento molto in colpa per la fine della storia, e non so mai se avvicinarmi a lui in modo leggero per sperare che riviva delle cose belle con me e non solo pesantezza, o lasciarlo stare e fargli capire che non si possono tenere le persone non si possono tenere in bilico ( lui è sicuro che io sono sempre qui a pensare solo alla nostra storia). Il vero problema è che non riesco ancora ora, dopo mesi, a capire se la sua apatia generale abbia influito sulla visione che ha di noi, in quanto vede il rapporto al momento come PESO, oppure se ci sia proprio un problema con me (ovvero che non gli piaccio a livello razionale). E quindi non so come comportarmi, se tenere un legame con lui senza pretendere o puntare al rapporto, oppure fargli realizzare che è davvero chiusa, per suo volere. In tutto ciò io sto molto male perché lui non chiude mai nettamente , fosse per lui ci vedremmo ancora . È come se dovessi crederci solo io e convincerlo. È come se abbia buttato tutto, come se non avesse ricordi, come se qualsiasi cosa io dica sia inutile. So che sembro aver sviluppato una dipendenza, ma so anche che io ci tengo tanto a lui in quanto lui, e forse l'ho capito tardi. Mi scuso per la lunghezza ma ci sarebbero tante cose da dire. Grazie, saluti
1 risposte - LeggiSesso e sogni
Salve, sono una ragazza di 25 anni. Recentemente ho fatto un sogno che mi ha altamente disturbato. Ho sognato di avere un rapporto sessuale con un cane, non ho molti ricordi ma quando mi sono svegliata la cosa mi ha completamente sconvolto. Non ho MAI avuto nella vita impulsi disgustosi di questo genere e non mi capacito di come sia stato possibile fare un sogno di questo tipo. Mi sento sporca e paranoica. Forse è eccessivo per quello che è solo un sogno ma é una cosa che mi ha messo molto stress e anche una sorta di paura, essendo anche io una persona alquanto ansiosa. Sono ancora vergine in quanto non ho trovato ancora la persona giusta e quindi ho pensato che questo sogno potesse essere il frutto di frustrazioni sessuali o indice di un mio desiderio di avere maggiori esperienze sessuali (come è normale a 24 anni), di "liberarmi" da questo punto di vista. Chiedo a voi perché mi vergogno di parlarne con qualsiasi altra persona. Vi prego ditemi che non sono una pazza malata...
2 risposte - LeggiIntrospezione e gestione di emozioni somatiche
Buongiorno, scrivo qui dopo il mio terzo fallito tentativo di trovare un terapeuta.
Nel futuro intendo riprovare a trovare un percorso di terapia che mi possa aiutare, ma nel frattempo mi ritrovo da solo a dover gestire le mie emozioni. Mi chiedevo se esistessero degli esercizi o dei compiti giornalieri che mi possano aiutare nel mio percorso di introspezione. Inoltre quando provo delle forte emozioni tendo ad avere delle reazioni fisiche molto forti (tipo tirando pugni a oggetti duri) e vorrei sapere se esiste un'altro modo per buttare fuori quello che sento dentro.
Ringrazio in anticipo per qualsiasi suggerimento possiate darmi.