
risposte dello specialista Anna Marcella Pisani
Convivenza
Apri domandaBuongiorno Federica, comprendo le sue difficoltà nell'affrontare questo importante passo per la tua crescita personale che investe anche la sua vita sentimentale. Il suo sentimento di terrore sembra suscitato proprio dalla consapevolezza che andando a convivere potrebbe dare una svolta alla sua vita. Quindi è utile per lei porsi delle domande: come mai ha deciso proprio in questo momento della sua vita di andare a convivere? è una decisione presa di comune accordo con il suo compagno? quale significato attribuisce alla convivenza? quale posto occupa ora nella sua famiglia d'origine e le aspettative che ha sua madre rispetto a lei. Cercare di rispondere a queste domande le sarà utile per fare chiarezza dentro di sé e prendere la decisione più giusta per lei in questo momento della sua vita....
Il triangolo no
Apri domandaBuongiorno Francesca, capisco che possa avere il morale sotto i piedi perchè la situazione mi sembra complessa e può essere utile fare un po' di chiarezza. Il triangolo amoroso è una situazione relazionale molto articolata e richiede un'attenta analisi dei diversi ruoli che giocano i partecipanti. Innanzitutto è importante per lei chiedersi che aspettative nutre riguardo alla relazione con il suo amico, come mai ha deciso di accettare una situazione così scomoda come quella in cui si trova rispetto all'altra donna. E' una situazione che le è già capitata in passato? Rispondere a queste domande può aiutarla a fare chiarezza su di sé, sulle sue emozioni e sul significato del triangolo in generale. "Condividere" l'amore di un uomo con un'altra donna è una situazione molto logorante a livello emotivo perché non ha l'esclusiva sul suo amico e questo rappresenta una grossa ferita alla sua autostima. per questo che non riesce a dimenticare ed è "ossessionata" dall'altra che è percepita come una rivale pericolosa. questa condizione di competizione le provoca cattivo umore e quindi anche la sensazione di frustrazione e depressione derivante dalla difficoltà di ottenere ciò che vuole: il suo amico tutto per lei. per quanto riguarda il suo amico credo sia comprensibile che nutra dei sentimenti per entrambe, ma è necessario che faccia chiarezza sui suoi attuali bisogni in modo da scegliere cosa sia opportuno fare. quindi è utile per lei chiarire il suo stato d'animo al suo amico e manifestare la sua sofferenza in modo da attivare in lui una presa di posizione più chiara e definita....
Andare o restare
Apri domandaBuongiorno Anna, capiaco le su difficoltà nel separarti dalla tua famiglia d'origine che te infonde sicurezza e tranquillità, contrariamente alle novità proposte dal tuo ragazzo. Quindi è opportuno fare chiarezza sulla sua attuale condizione di vita cercando di comprendere le reali motivazioni che le impediscono di fare questo cambiamento. Intendo dire che esplorare i significati associati alla possibilità di un cambiamento può aiutarla a prendere liberamente la decisione più giusta per lei in questo momento, sia rispetto al suo ragazzo che alla sua famiglia d'origine. Dr.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Sono sempre in ansia che mia figlia non curi adeguatamente la mia nipotina
Apri domandaBuongiorno Signora, l'affetto per sua nipote appare centrale nella sua vita e può essere una buona occasione per porsi delle domande sul significato che attribuisce al ruolo di nonna e a quello di mamma. forse si sente ancora mamma e la sua apprensione riguardo alle competenze di sua figlia rappresenta il suo modo di prendersi cura di lei e anche di sua nipote. diventare nonna rappresenta un'importante momento per ripercorrerre i vissuti associati alla condizione di madre. quindi esplorare queste emozioni può aiutarla a riavvicinarsi a sua figlia affettivamente in quanto può identificarsi con lei e lasciarla libera di sperimentarsi come madre mentre lei potra' ridefinirsi come nonna. solo in questo modo riuscirà a godersi a pieno entrambe e sua figlia le sarà molto riconoscente perché riceverà da lei il supporto emotivo di cui ha bisogno. di conseguenza questa ridefinizione di ruoli sarà utile anche a sua nipote che imparerà a collocare le diverse figure di riferimento della sua famiglia....
Ansia e inadeguatezza
Apri domandaBuongiorno Chiara, leggendo ciò che ha scritto mi sembra di capire che sta maturando la consapevolezza che i suoi disagi hanno bisogno di essere accolti e compresi. penso che questa necessità rappresenti metaforicamente il suo bisogno di essere accolta da qualcuno in senso profondo ed autentico, circostanza che le consentirebbe di fare luce sulle motivazioni che tengono elevato il livello di ansia in questo momento della sua vita. La condizione di ansia che sta sperimentando ora appare eccessiva e difficilmente gestibile poichè è relegata in un angolo della sua mente che non sta ricevendo ascolto ed attenzione. Qualora lei decidesse di intraprendere un percorso psicoterapeutico e affidarsi a qualcuno potrebbe scorprire come l'ansia che prova oggi non è altro che un agglomerato di emozioni che attendono di essere comprese, denominate e ricollocate. Solo in tal modo l'ansia che percepisce oggi diventerà una condizione affettiva che potrà gestire adeguatamente e di cui potrà cogliere sfaccettature di significati molto preziosi per la compensione di sè. Dr.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Insonnia e ansia
Apri domandaBuongiorno Marco, comprendo la sua difficoltà perchè gli equilibri circadiani che regolano i cicli sonno-veglia sono molto delicati e risentono della nostra condizione di attivazione emotiva. Quindi possono rappresentare l'aspetto sintomatico di un disagio/preoccupazione di cui non è consapevole e che però fa sentire la sua presenza alla sua coscienza attraverso il sonno. pertanto le posso dare dei consigli per migliorare la sua igiene del sonno, dormire meglio e tenere a bada il suo sintomo: 1) mantenere degli orari di addormentamento e di risveglio abbastanza regolari 2) ridurre l'assunzione di caffeina, nicotina 3) evitare di intraprendere discussioni poco prima di addormentarsi 4) evitare di lavorare o studiare fino ad appena prima di addormentarsi 5) non costringersi ad addormentarsi: ossia se ha difficoltà ad addormentarsi, è consigliabile che si alzi dal letto e faccia qualcosa di piacevole e rilassante per lei senza imporsi il sonno perché questo pensiero rappresenta di per sè un motivo di attivazione che paradossalmente le impedisce di dormire. Queste indicazioni possono aiutarla a gestire meglio il sintomo che ha descritto, ma la condizione di "panico" di cui parla va ricercata ad un livello più ampio e profondo. Dr.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Non riesco a fare più le cose che mi piacciono
Apri domandaBuongiorno Pamela, comprendo la sua condizione di disagio che mi sembra si stia acuendo orientando in modo drastico le sue scelte di vita. Questo meccanismo viene utilizzato dall'ansia per bloccare l'evoluzione della persona e contemporaneamente spostare la sua attenzione verso il corpo in modo da tenere lontani dalla coscienza nuclei emotivi che in questo momento non riesce a gestire al meglio. Il sintomo potrebbe rappresentare metaforicamente una sua difficoltà a tirare fuori/evacuare contenuti ritenuti inaccettabili, di cui si vergogna e che la paralizzano, mantenendola in uno stato di dipendenza dalla sua casa che ricalca le fasi della prima infanzia. Quindi, affrontare e risolvere solo il sintomo che lei descrive potrebbe aiutarla solo parzialmente a gestire la sua ansia che sembra associata ad un disagio più complesso e profondo. Di contro, inserire il sintomo in una riflessione più ampia sulla percezione che ha di sé a livello affettivo, familiare e lavorativo potrebbe ridimensionare la valenza del sintomo e porre nella giusta collocazione Pamela: le sue esigenze, le sue difficoltà e i suoi desideri in modo da comprendere il significato e la funzione del sintomo all'interno della sua vita. Dr.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Soffro di distimia?
Apri domandaBuongiorno Stefani, mi sembra che la sua condizione emotiva sia complessa e quando parla di distimia, forse si riferisce al fatto che si percepisce così più o meno da sempre, quindi si potrebbe definire un malessere cronico. Capisco la sua difficoltà nel prendere in mano la situazione perchè, da ciò che descrive, non sembra un malessere acuto, quanto piuttosto sotterraneo e di sottofondo, ma è proprio questa sua caratteristica che lo rende più insidioso e molesto. Per questo fino'ora non ha sentito l'esigenza di fare qualcosa per affrontarlo. Pertanto può essere utile per lei chiedersi come mai in questo momento della sua vita le crea più malessere, cosa sta succedendo ora? Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Matrimonio: mio marito non vuole più avere rapporti
Apri domandaBuongiorno Elena, comprendo la sua difficoltà e credo che in questa fase la cosa più importante da fare sia manifestare a suo marito i suoi sentimenti così come li ha descritti e soprattutto cercare, per quanto le sarà possibile, di stargli vicino secondo le modalità e i tempi concordati con lui. Probabilmente suo marito sta attraversando un momento difficile della sua vita che non riesce a condividere con lei, quindi è importante rimanere accanto a lui e attendere i suoi tempi. Quando percepirà la sua comprensione, sarà possibile indagare la questione e penso sia utile informarsi sul significato che attribuisce ora ai rapporti sessuali e soprattutto alla relazione tra di voi. quindi cosa intende quando dice che "i suoi sentimenti sono cambiati"?... come mai ha assunto un atteggiamento di resa nei confronti della situazione? è stato sempre così? Indipendentemente dalla sfera sessaule, suo marito manifesta affetto nei suoi confronti? rispondere a queste domande avviando una riflessione più ampia sul vostro rapporto può aiutarla ad orientare meglio il suo comportamento verso suo marito in modo da valutare se e quando richiedere aiuto ad un professionista. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Non sono in grado di seguire una dieta
Apri domandaSalve Simona, comprendo la sua difficoltà nella gestione delle diete e del suo impulso a mangiare, ma credo che persistere nel richiedere altre diete la esponga nuovamente al circolo vizioso che ha descritto. La sua difficoltà nel portare avanti le diete è una metafora della sua difficoltà nel mantenere il controllo su aspetti del suo Sè che non stanno ricevendo la comprensione che richiedono. questo disagio si manifesta attraverso il corpo, ma è emblematico del suo modo di affrontare le restrizioni e della sua capacità di perseverazione. Quindi, ritengo che sia utile per lei in primo luogo affrontare un discorso più ampio sulla percezione che ha di sé a livello fisico, ma anche psichico, la fiducia che ripone in sé e il suo senso di sicurezza personale perché sono proprio questi sentimenti che guidano le nostre percezioni e poi il nostro agire. Quindi, se lei non ha fiducia in sé, la dieta, così come altri obiettivi che si prefiggerà, saranno esposti ad un possibile fallimento. pertanto le consiglio di lavorare su due fronti: valutare la sua condizione fisica, considerando che si definisce obesa. Parallelamente lavorare sulla percezione di sé perché frasi come "non ce la posso fare" e poi "disperazione", mi fanno ipotizzare che non sia soddisfatta del suo modo di affrontare le difficoltà e che abbia bisogno di un aiuto che le consenta di conoscere meglio se stessa, le sue potenzialità ed i suoi punti deboli. questa operazione le consentirà di decidere in autonomia se e quale dieta sia più opportuna per lei. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Preoccupata per mio figlio
Apri domandaBuon giorno Sonia, ciò che può fare come madre per aiutare suo figlio é incoraggiarlo e supportarlo nel portare avanti la sua decisione di chiudere con la ragazza di cui ha parlato evitando di sottolineare quanto ha descritto prima: "debole", si fa "sottomettere". piuttosto è utile evidenziare i suoi punti di forza, li cerchi con lui se glielo permette. comprendo che sia difficile gestire queste situazioni con un figlio così giovane, ma è importante che lui la senta vicina, accogliente e non giudicante riguardo alle sue scelte. inoltre, credo sia fondamentale per suo figlio comprendere come mai è stato attratto da questa ragazza, perchè ogni coppia è fondata su un equilibrio di ruoli giocati da entrambi i partner, quindi sapere cosa lo spinge ad avvicinarsi a ragazze con queste caratteristiche è importante per conoscere meglio se stesso ed evitare di ritrovarsi in situazioni simili. solo così potrà liberarsi dalla condizione di "sottomissione" di cui parlava e acquisire una posizione pienamente autonoma e matura rispetto alle relazioni sentimentali. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ho perso la voglia di fare sesso
Apri domandaBuon giorno Isa, mi sembra che ci sia stato un cambiamento molto drastico nella tua percezione all'interno della reazione di coppia, che può significare anche crescita ed evoluzione della coppia verso un nuovo equilibrio affettivo e sessuale. quindi le consiglio in primo luogo di approfondire le sue sensazioni rispetto al "fastidio" per comprendere in che modo è variata la sua percezione di sè, del suo compagno e anche il significato che attribuisce alla relazione ai rapporti sessuali in generale? Probabilmente lei si trova in una delicata fase di cambiamento interiore di cui è solo parzialmente consapevole e una parte di sè desidera ampliare lo spettro di azioni, ma ha paura di ammetterlo e condividerlo con il suo compagno, perchè i cambiamenti destabilizzano un sistema di sicurezze già acquisito. Perciò, se considera da una prospettiva più ampia e complessa la sua attuale condizione, potrà scoprire che affrontare il sintomo da lei descritto ed accoglierlo nella sua valenza di stimolo per la crescita personale e relazionale, può aiutarla a confrontarsi col suo campagno e ridefinire insieme il significato da attribuire ai rapporti sessuali. Infatti, ogni coppia si evolve in fasi che possono aprire ai partner diverse direzioni e possibilità in base al livello di confronto ed intesa affettiva che la coppia può stabilire. Le auguro di trovare la direzione più giusta per lei. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Insonnia e ansia
Apri domandaSalve Monica, da ciò che descrive mi sembra che dispone già di alcuni strumenti per poter fronteggiare le sue difficoltà: ha una persona di riferimento che è il suo ragazzo, a cui si affida e da cui si sente accolta. Ciò significa che ha diverse potenzialità emotive e che, quando si sentirà pronta, potrà utilizzarle nel contesto di una psicoterapia che la aiuti a comprendere meglio se stessa, il significato dei sintomi ansiosi di cui parla e quindi quale sia l'atteggiamento più opportuno da assumere per lei. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Caos più totale e turbine di emozioni negative
Apri domandaBuon giorno Rita, è interessante notare come, a conclusione della descrizione di disagi che ha esposto, ha utilizzato una strategia di fronteggiamento dello stress molto buona che è l'ironia, quando ha parlato di "vestito per la tomba". questo ci suggerisce che, al di là dei numerosi sintomi descritti, ha delle potenzialità per autocontenersi e ridimensionare la sua attivazione psicofisica rispetto agli eventi. Quindi, le suggerisco in primo luogo di fermarsi e concentrare la sua attenzione sulle sue emozioni e sensazioni positive, solo in questo modo potrà riuscire a ridurre il "vortice di pensieri negativi", evitando, per quanto le sarà possibile, di spostare il suo interesse sul suo ragazzo e/o sui suoi familiari. In questo momento è importante che ritrovi dentro di sè un posto in cui si può concedere il piacere di accogliere e comprendere se stessa, mettendo in standby gli altri. Quando si sentirà pronta potrà intraprendere un percorcorso di psicoterapia all'interno del quale comprendersi meglio e di conseguenza riuscire a stabilire con autonomia e serenità una scala di priorità rispetto ai diversi problemi elencati, qualora dovessero ancora persistere nonostante la psicoterapia. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Non riesco a vivere bene
Apri domandaBuon giorno Sara, le può essere utile porsi delle domande per chiarire meglio il suo stato d'animo: come mai proprio in questo momento della sua vita percepisce in modo più forte la questione della precarietà? è successo qualcosa che l'ha resa più insicura. come mai pensa che una convivenza felice possa "rovinare il tutto"?come vede ci sono alcuni punti poco chiari ed è proprio questa ambiguità che la rende insicura e confusa, facile preda dell'ansia. Pertanto le consiglio, prima di prendere qualsiasi decisione sentimentale o lavorativa, di riflettere bene su questi punti e cercare di compredere meglio ciò che desidera veramente. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Non sappiamo più relazionarci con nostra figlia
Apri domandaBuon giorno Lilly, da quanto descrive mi sembra invece che lei sia una madre molto attenta e scrupolosa, vicina a sua figlia. Ciò che sta accedendo ora a sua figlia rientra nel naturale processo evolutivo adolescenziale che psinge i ragazzi a sperimentare nuove prospettive e relazioni poichè sono alla ricerca di una loro dimensione di personalità autonoma. piuttosto dovrebbe preoccuparsi nel caso contrario, ossia se sua figlia fosse chiusa e/o disinteressata al mondo extra-familiare, perchè significherebbe che si sente insicura. So che è difficile comprenderlo, ma è proprio perchè lei ha fatto un buon lavoro e ha costruito una solida relazione affettiva, che sua figlia ora sente il bisogno di esplorare. Lei è la sua base sicura, un bagaglio affettivo ed esperenziale che sua figlia porta sempre con sè, nel suo cuore e la guida nel difficile processo verso l'autonomia. Comprendo la sua difficoltà nel relazionarsi con lei, perchè ora non è più la bambina che conosceva, sta iniziando ad acquisire una sua personalità e quindi lei è disorientata, non la riconosce come la sua bambina di sempre. Ma vedrà che se continuerà a starle vicina rispettando i suoi tempi e modi di relazione, si ridefinirà il vostro rapporto e riuscirete a trovare un nuovo equilibrio. Dott. ssa Anna Marcella Pisani...
È finita, sento di non amarla più
Apri domandaBuongiorno Giuseppe, prima di prendere qualsiasi decisione è importante esplorare meglio la sua situazione interiore, quindi chiedersi cosa è successo 2 anni fa circa che ha influito così tanto nel rapporto con sua moglie. Come definirebbe in generale la relazione con lei ed il significato che attribuisce alla parola amore. Perchè vede, nelle relazioni umane e in quelle di coppia, il sentimento che unisce due persone subisce continuamente dei cambiamenti in risposta alle diverse situazioni e fasi della vita, quindi forse lei ha difficoltà ad accettare questi cambiamenti e li ha interpretati come "non amore". Ma la situazione richiede un'analisi più approfondita. Quindi, dopo aver fatto chiarezza su ciò può valutare le diverse decisioni da prendere. Fare chiarezza significa confrontarsi con sua moglie in modo autentico e ciò comprende anche liti o scambi di opinioni più turbolente, cosa da cui mi sembra sia intimorito. Ma vede è proprio il dialogo onesto ed autentico con l'altro che ci aiuta a capire cosa sia meglio per noi perchè vengono chiariti tutti i punti lasciati in sospeso. So che non è facile, ma amare una persona significa anche avere il coraggio di confrontarsi con lei in modo sincero, base essenziale per la costruzione di un rapporto di fiducia indipendentemente dalle decisioni che si prenderanno in seguito. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Consigli su presunta crisi depressiva
Apri domandaBuongiorno Jonatan, mi sembra che lei sia molto concetrato su una condizione di benessere e migliormaneto di sè che le provoca un'intenso stato di attivazione psicofisica e lo allontana dal contatto con i suoi sentimenti e vissuti che attendono una deminazione e comprensione. Lei infatti ha parlato di una "profonda crisi" ma non mi sembra chiaro come si senta in realtà ed in più si fa condizionare dalle diagnosi che hanno ricevuto suo padre e suo fratello. é come se volesse rassicurarsi accostandosi a loro e trovare così una spiegazione che semplifichi la sua condizione. Ma vede, il processo di conoscenza di sè è molto complesso e richiede anche coraggio e forza nel conoscere parti di sè che appaiono nascoste, come lei stesso afferma quando parla di "maschera di finta serenità". Quindi, può iniziare a lavorare su stesso prendendo contatto con le sue emozioni, ma con l'obiettivo di conoscersi più a fondo, sospendendo il giudizio su di sè e quindi senza porsi degli obiettivi di "miglioramento" che sortiscono l'effetto contrario, in quanto si concentra sui suoi punti deboli. poi, se lo ritiene opportuno può chiedere aiuto ad un professionista in modo da avere una comprensione più ampia e indagare le "idee suicidarie" di cui ha parlato e che giustamente teme, perchè nascondono un disagio più profondo che va oppotunamente analizzato. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mia figlia subisce bullismo scolastico per 2 anni e mezxo e adesso soffre di crisi di panico
Apri domandaBuongiorno Stefania, è comprensibile che sua figlia non voglia più andare a scuola, nenache quella nuova, perchè ha bisogno di un aiuto a capire come può relazionarsi al meglio con i suoi coetanei. infatti, dopo una prima fase di accoglienza e comprensione della sua situazione, dovrà essere aiutata da un professionista a comprendere come mai è stata vittima di bullismo, quali sono le sue caratteristiche di personalità che la rendono vulnerabile a questi attacchi. Ciò le consentirà di acquisire degli strumenti che le consentiranno di gestire autonomamente le interazioni con i compagni maturando una maggiore sicurezza in sè. Se ciò non avverrà, potrà cambiare infinite scuole, ma il suo approccio sarà lo stesso e si troverà di nuovo ad assumere il ruolo di vittima senza sapere perchè. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Scegliere tra un bivio
Apri domandaBuongiorno Federica, mi sembra che lei sia molto proiettata sulla nuova relazione che definisce come "entusiasmante" mentre la descrizione della precedente relazione sembra sbiadita, stanca, momotona. é come se lei avesse bisongo di qualcosa di nuovo per sentirsi bene. quindi è importante per lei chiedersi, indipendentemente dalla situazione specifica che descrive, che rapporto ha con la routine e con il cambiamento, che significato attribuisce a queste due opposte condizioni, come si sente quando si trova in ognuna di esse. La invito a filettere su questo perchè mi sembra interessante soffermarsi su un particolare temporale negli eventi che ha descritto: la nuova relazione è iniziata in corrispondenza dell'inizio della sua convivenza. La nuova relazione può essere un modo per sfuggire ai cambiamenti ed evoluzioni accaduti nella precedente. Inoltre, mantenere due relazioni contemporaneamente è una circostanza nuova o le è già successa. Cosa intende per amore? Come vede ci sono stati quesiti che attendono delle risposte che possono esserle utili per prendere la decisione più giusta per lei. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Rapporto di coppia e problemi a confidarmi
Apri domandaBuona sera Sergio, Da ciò che racconta questa sua difficoltà ad esprimersi ha sempre caratterizzato la sua personalità,quindi innanzitutto è importante che si chieda come mai proprio in questo momento della sua vita ha maturato questa volontà di affrontarla. Inoltre,cosa o chi la spinge ora ad occuparsene? Solo quando avrà chiarito questi punti potrà proseguire in questo lavoro introspettivo cercando di cogliere il significato di questo suo tratto di personalità.perche' vede, la nostra personalità è composta da tanti piccoli pezzi che si sono evoluti nel corso degli anni per soddisfare a delle esigenze/situazioni.quindi pensare di modificarle senza comprenderne il significato è nocivo per l'equilibrio della personalità e può essere vissuto come una costrizione. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Fantasie non condivise
Apri domandaBuongiorno More, Considerando che i vostri rapporti sessuali sono appaganti per entrambi,si può ipotizzare che abbiate una buona sintonia affettiva,quindi se lo ritiene opportuno può affrontare il problema con suo marito spiegando chiaramente quanto ha esposto. Ma mi sembra che la sua difficoltà si collochi altrove: come si sente se non si trova in sintonia totale con suo marito? che significato attribuisce alla cosa? In generale si preoccupa di trovare sempre un intesa con l'altro o le capita solo in ambito sessuale con suo marito? È importante porsi queste domande perché le possono dare risposte più ampie sulla relazione con se stessa e con suo marito. Quindi la sua sensazione di "scissione" può derivare dalla sua consapevolezza di voler mantenere una sua autonomia di prospettiva e dall'altra la preoccupazione di dover soddisfare l'altro. Questo conflitto nasconde qualche paura. Cosa teme nel caso in cui non riesce ad entrare in sintonia con suo marito o con altri per lei significativi affettivamente?...
Omofobia in famiglia
Apri domandaBuongiorno Davide, Comprendo il suo disagio e dispiacere per la reazione di suo padre. Può aiutarla provare a mettersi nei panni di suo padre:immaginare che aveva delle aspettative su di lei a cui deve rinunciare,quindi è un meccanismo simile all'elaborazione di un lutto perché ha compreso che non c'è più quell'idea di figlio che si era costruito. Adesso ha bisogno di tempo per rielaborare la cosa,e capisco che per lei sarà faticoso,ma è importante rispettare questi tempi perché una volta che suo padre avrà operato questo lavoro potrà riabbracciare il Davide autentico,reale che corrisponde a ciò che è lei ora. Ciò che può fare lei nell'attesa è mostrargli il suo affetto di figlio indipendentemente dalle scelte che ha fatto e vedrà che suo padre non potrà fare altro che risponderle come un padre amorevole risponde ad un figlio che chiede un abbraccio dopo aver fatto un lungo viaggio. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Comportamento strano in presenza di altre persone
Apri domandaCara Maria Lucia, è probabile che il suo ragazzo preferisca assumere comportamenti diversi a seconda delle persone, nel senso che non può o non vuole mostrare ad altri il suo atteggiamento amorevole nei suoi confronti o anche eventuali effusioni, in quanto vuole mantenere una "maschera" da "duro". Forse teme che far conoscere ad altre persone le sue prerogative di dolcezza e amore metterebbe in discussione un'immagine di sè opposta che ha creato nei confronti di altri. quindi parla di "timidezza" forse si riferisce a questa sua difficoltà di manifestare tutti gli aspetti del suo sé agli altri, una forma di inibizione finalizzata a mostrare solo ciò che desidera. Quindi, è probabile che non riesca o non desideri condividere la significatività affettiva della vostra relazione con altri, ritenendola una faccenda intima, personale e riferibile solo a lei appunto. In ogni caso, può essere utile indagare meglio la cosa chiedendosi da quanto tempo ha notato questo comportamento? Come mai le crea difficoltà ora? In che fase della relazione vi trovate? Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Tradita o no? Non vivo più
Apri domandaBuona sera Myryam, dal ciò che racconta, mi sembra che la vostra relazione abbia risentito fin dall'inizio di alcune ambiguità e situazioni poco chiare che fanno scattare inevitabilmente il meccanismo del dubbio. Ma indipendentemente dalla ricerca della verità sul suo tradimento, è opportuno che lei si chieda come mai il suo compagno non le ispira la fiducia che lei vorrebbe. Anche se riuscisse ad ottenere la verità, considererebbe affidabile il suo compagno in linea generale? Inoltre, mi sembra che il fulcro della vostra relazione sia il tradimento ("tutti i giorni litighiamo"), quindi anche se volesse perdonare un eventuale tradimento o fosse sicura che non è avvenuto, su quali elementi potrebbe costruire e rinforzare la vostra relazione? Perchè vede, al di là del tradimento, la stabilità di una coppia si misura proprio sul desiderio di condividere progetti, ideali e obiettivi che rinforzano l'alleanza della coppia e le consentono eventualmente di trovare le risorse necessarie a superare/rielaborare tradimento. Quindi è utile per lei riflettere su questi aspetti e ridefinire il tradimento su una dimensione più ampia della vostra relazione. cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Rivoglio la mia vecchia vita
Apri domandaBuongiorno Morena, Comprendo il suo disagio,ma penso che questa possa essere un'ottima occasione per lei per poter affrontare quella che mi sembra essere una sua generale difficoltà a trovare il giusto equilibrio tra ciò che desidera lei è ciò che vogliono gli altri. Può essere utile esplorare i suoi sentimenti nel momento immagina di fare ciò che desidera e contemporaneamente non soddisfare l'altro? Cosa significa per lei soddisfare se stessa e soddisfare l'altro.sono due condizioni inconciliabili?cosa prova quando l'altro le fa notare che non ha soddisfatto le sue aspettative? Questi quesiti possono essere utili per sondare il suo livello di sicurezza e autonomia al di là dello specifico problema che ci ha descritto. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Fare un figlio?
Apri domandaBuongiorno Jordan, Comprendo la sua difficoltà nel prendere la decisione che sia più giusta per lei in questo momento. Può aiutarla indagare dentro di sé i significati e le emozioni che associa ai bambini e al ruolo di madre. Forse nutre qualche paura a riguardo che mantiene attivo il meccanismo di "repressione" che aveva usato in passato? Ha condiviso questi sentimenti con suo marito? Considerando che avere un figlio è una condizione che coinvolge la coppia in toto,e' opportuno che discuta la questione con suo marito in modo che sia una decisione comune e non riferibile solo a lei. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mia figlia di 5 anni non vuole andare a scuola
Apri domandaBuona sera Fulvio, comprendo la difficoltà di sua figlia: probabilmente l'amica dalla quale l'hanno separata la confortava e supportava, rappresentando un legame signficativo affettivo considerando che poi le famiglie si frequentano spesso. Forse rappresentava proprio un punto di contatto con la sua famiglia e quindi con voi genitori. quindi è del tutto comprensibile che ora sia oppositiva verso la scuola. Si può affrontare la situazione lavorando su due fronti: a scuola, ricercando l'allenaza delle maestre nello stimolare sua figlia ad assumere via via un atteggiamento più autonomo, supportandola nell'acquisizione di strategie che le consentano di stabilire legami affettivi con gli altri bambini, evitando di dipendere da altre bambine che sono più estroverse. Stimolarla a manifestare i suoi stati d'animo: quindi se si annoia nel fare alcuni lavori, aiutarla invece a trovare spunti di interesse nuovi e creativi. Mentre a casa posso suggerire questo: rendere gradevole e stimolante il tempo che trascorrete con vostra figlia, coinvolgendola in attività che lei ritenga piacevoli, rendendola protagonista e soprattutto accolta e compresa, al centro della vostra attenzione. Capisco che non è facile, ma è una strada che vi aiuterà ad avvicinarvi a vostra figlia e a conoscerla meglio. Lei se ne accorgerà e ve ne sarà grata. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Bambino 5 anni crisi di rabbia
Apri domandaBuona sera Andrea, mi sembra un papà molto attento e sensibile, prerogative che potranno esserle preziose per aiutare suo figlio. Da ciò che ha descritto, suo figlio appare spaventato e desideroso di ottenere conforto ed attenzione, credo in particolare proprio da lei che sembra rappresentare l'unica persona in grado di rassicurarlo dal momento che gli episodi descritti non si verificano mai a casa sua. Quindi le suggerisco di approfondire la situazione con suo figlio, chiedendogli come sta, riservando uno spazio di attività solo con lui, in modo che possa manifestare il suo disagio ed ottenere da lei la rassicurazione che sta cercando. Lei rappresenta per suo figlio il modello maschile a cui aspirarsi, quindi è perfettamente coerente che ricerchi la sua vicinanza e che da questa si senta contenuto e rassicurato. Pertanto le auguro un buon lavoro e resto a sua disposizione per eventuali chiarimenti. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Affrontare il suicidio di una persona cara
Apri domandaBuongiorno Morena, Può esserle utile ricercare dentro di sé le emozioni e i significati che associa al suicidio e alla morte in generale. Forse l'episodio che ha narrato tocca dei suoi punti deboli che attivano in lei una visione depressiva della realtà in cui vive. Cosa c'è nella sua vita/realtà che la induce a distaziarsene concentrandosi sulla "sfortuna". Cosa sta succedendo dentro e fuori di lei? È opportuno che si concentri sulla sua condizione attuale di vita per comprendere in che modo il suicidio possa risuonare nelle sue corde emotive. È per questo che teme di poterlo fare anche lei:ha percepito che ci sono meccanismo emotivi umani che possono interessare diverse persone. Ma ognuno di noi ha la possibilità di fare le proprie scelte liberamente e autonomamente. Per fare ciò è necessario che lei sia più consapevole di sé e quindi in grado di comprendere e gestire determinati stati d'animo. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Non riesco a godermi la vita
Apri domandaBuongiorno Goliath, Forse non riesce a definire con precisione il suo problema perché si inserisce in una fase della sua vita nella quale cercando di operare dei cambiamenti. Immagino che sia difficile conciliare la sua cultura d'origine con quella italiana e mi sembra di capire che lei desideri lasciarsi alle spalle alcune usanze e tradizioni. Sta cercando di trovare una sua dimensione autonoma sia dalla cultura indiana che in primo luogo dalla sua famiglia. Questo processo di separazione affettiva dalla famiglia d'origine ed individuazione del proprio sé può implicare stati d'animo contrastanti e confusione. Quindi le suggerisco di concentrarsi sulle sue emozioni e di esplorarle in modo da giungere ad una conoscenza più ampia e complessa del suo se. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Cosa devo fare...
Apri domandaBuongiorno Peppe, Da ciò che ha scritto mi sembra di capire che la sua difficoltà nel prendere una decisione riguardi l'eventualità di affrontare fatiche ("sacrifici,soldi per viaggiare") e la possibilità che si inneschi una dinamica competitiva con altri uomini che potrebbero corteggiare la sua ragazza. Che rapporto ha con la competizione in generale? Inoltre è importante esplorare la sua immagine di partner e la sua idea di relazione sentimentale. Poiché mi sembra che tenda ad essere sospettoso e a fidarsi poco del partner,atteggiamento che ci fornisce informazioni sulla sua concezione dell'altro in generale. L'altro è degno di fiducia per lei? Esplorare questo contenuto può esserle utile per comprendere le dinamiche di gelosia di cui parlava e spiega le sue paure rispetto alla scelta lavorativa della sua ragazza. Se non può fidarsi del suo partner,tendera' ad assumere un atteggiamento sospettoso anche se dovesse relazionarsi ad una ragazza che ha pochi contatti lavorativi e/o amicali. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia o altro?
Apri domandaBuona sera Federica, comprendo la sua difficoltà e stanchezza nella ricerca di una soluzione a questo problema che è stato affrontato finora centrando l'attenzione solo sui sintomi fisici. Quindi le consiglio di ampliare il raggio d'analisi, focalizzando la sua attenzione sulla sua attuale condizione di vita: cosa sta succedendo in questo momento particolare, come si sente? può contare sul sostegno affettivo di qualcuno? In passato ha sofferto di altri disturbi simili e come li ha affrontati? Riflettere su ciò può aiutarla ad inquadrare meglio il problema e contemporaneamente sè stessa all'interno del problema, in modo da poter valutare se e quali tipi di intervento sia più opportuno fare. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come relazionarsi con una persona avara e profondamente egoista
Apri domandaBuona sera Carolina, comprendo la sua rabbia e anche fatica nel "conciliarsi" con suo padre. Ha descritto dei tentativi di avvicinamento legati essenzialmente a questioni lavorative ed economiche, ma ha provato a conoscere meglio suo padre anche dal punto di vista affettivo? Espolarando ad esempio i suoi vissuti rispetto al denaro, che tipo di insicurezza e fragilità nasconde dietro al bisongo di acculmulare soldi e ricchezze? conosce la storia familiare di suo padre raccontata da lui stesso? E' importante per lei conoscere questi aspetti di suo padre per poter costruire con lui un dialogo diverso e costruttivo, impostato su un canale affettivo. Suo padre indossa una maschera da "egoista" e "duro" che non invita certo al diaologo, quindi è necessario uno sforzo in più per entrare in contatto con lui, sospendere il giudizio sul suo comportamento ed assumere una posizione più netrale rispetto alla relazione coniugale con vostra madre. Perchè come ha già compreso lei, suo padre è consapevole dell'allenza con vostra madre e questo inasprisce il suo comportamento rendedolo più solo e inavvicinavibile dal punto di vista emotivo. Ci pensi. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Riprendersi dopo una interruzione di gravidanza
Apri domandaBuona sera Chiara, comprendo i suoi timori collegati all'evocazione dell'evento. può esserle utile riflettere sui vissuti attivati dalla condizione di gravidanza in generale e dalla possibilità di diventare madre. Può contare sul sostegno del suo compagno? come l'ha presa lui? Inoltre le consiglio di chiedere supporto al consultorio della sua zona d'appartenenza perchè in alcune di queste strutture attivano servizi di sostegno che aiutano le donne ad affrontare questi difficili momenti. Potrebbe esserle utile un gruppo di confronto con altre donne con problematiche simili che è particolarmente efficace per conforntarsi con le proprie paure potendo contare su uno scambio e sostegno reciproco. Buon lavoro Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani...
Atteggiamento tra mamme...
Apri domandaBuona sera Mely, ha provato a comprendere come mai il suo fastidio si accentua alla presenza di alcune di loro? che caratteristiche hanno? quali sensazioni avverte in quel momento? qual'è il suo timore? Da ciò che ha scritto mi sembra che in qualche misura lei sia interessata al giudizio che potrebbero dare su di lei. Inoltre mi sembra che lei si senta costretta ad interagire con tutte le mamme presenti. Avere delle preferenze ed affinità caratteriali con alcune persone rispetto ad altre è del tutto normale e vale anche per le persone estroverse. Quindi il primo step è capire come mai si crea questa dinamica relazionale, i suoi sentimenti e stati d'animo. Inoltre, sarebbe utile sapere se ha condiviso questa difficoltà con suo marito e se in qualche modo potrebbe aiutarla ad affrontare questa "fobia" partecipando ad esempio alle passeggiate al parco o alle feste di compleanno. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Confessione di un tradimento mentale di mio marito
Apri domandaBuona sera Mara, da ciò che ha raccontato mi sembra che la condizione di "secca" descritta all'inizio sia poi stata il preludio del tradimento mentale di suo marito. Comprendo la sua paura perchè ha intuito che il comportamento di suo marito cela un'insoddisfazione e una distanza emotiva rispetto a lei. Dal momento che suo marito ha ribadito di amarla, sembra che il tradimento sia una manovra inconsapevole per "ravvivare" la vostra relazione e attirare la sua attenzione che per ora ha attivato sentimenti di rabbia e una dinamica di controllo da parte sua. Suo marito è alla ricerca di un contatto affettivo, di una comunicazione autentica con l'altro che vada oltre la routine lavorativa (negozio) o familiare (figlie e nipoti), vuole riportare la sua attenzione su una condizione di coppia che sembra solo un ricordo. Pertanto, le consiglio di confrontarsi con suo marito su questi aspetti, focalizzando l'attenzione sulla vostra coppia, su come si sente lui e sulla sua visione della vostra coppia, evitando di menzionare l'altra donna. Consideri l'altra donna come una preziosa occasione per riavvicinarsi a suo marito in modo profondo e per pianificare con lui un nuovo equilibrio di coppia. Tenga presente che l'evoluzione dei rapporti di coppia subisce diverse fasi che possono avvicendarsi solo se i due partner sono disposti ad avvicinarsi l'uno all'altro per contrattare un nuovo equilibrio che si adegui alle mutate condizioni di vita e al trascorre del tempo....
Vorrei aiutare mio marito per problemi di erezione... come?
Apri domandaBuona sera Sara, Comprendo la sua difficoltà e mi sembra molto sensibile e vicina affettivamente a suo marito. Può essere utile sapere alcune cose:la condizione di ipertiroidismo non comporta difficoltà nell'erezione,quanto piuttosto irritabilità,disforia, insonnia, incostanza nella libido. Inoltre può sapere se il problema nell'erezione sia originato da problemi psicologici osservando suo marito mentre dorme: infatti in questa condizione l'erezione si verifica naturalmente se non ci sono problemi di salute. Ma non credo che a lei interessi questo o quantomeno non solo questo. Per aiutare suo marito è importante comprendere come si sente lui in questo momento,come si percepisce nella coppia e cosa prova rispetto all'eventualità di divenire padre. Evitando quindi di concentrarsi sulla performance legata al rapporto sessuale che può attivare un circolo vizioso di preoccupazioni che portano inevitabilmente alle difficoltà d'erezione che ha descritto. Quindi, dal momento che suo marito non ritiene opportuno rivolgersi ad uno psicologo, non lo forzi. Può considerare lei la possibilità di rivolgersi ad un professionista per comprendere meglio la situazione e sapere quale sia il comportamento più opportuno in questo momento. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Quale tipo di psicoterapia può aiutarmi?
Apri domandaBuona sera Giulia, Mi sembra di capire che la sua consapevolezza del problema è molto completa e dettagliata,ma rientra solo nella sfera cognitiva e razionale. Nel senso che ha affrontato le sue difficoltà senza toccare mai il nucleo emotivo della questione, perciò ora le rimane un elenco teorico di problemi che mi sembrano lontani dal suo sentire. Quindi può essere utile per lei chiedersi se ora è propensa ad avvicinarsi a se stessa con l'aiuto di un terapeuta di cui possa fidarsi. Inoltre,cosa è successo di diverso ora da indurla ad affrontare nuovamente la questione? È importante per lei considerare che se non si sente pronta emotivamente,qualsiasi terapeuta o indirizzo terapeutico si risolverà in un elenco teorico di sintomi e disturbi lontani da ciò che è lei realmente. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Relazione e vita non appagante. E' il momento di svoltare?
Apri domandaBuona sera Orazio, mi fa piacere sapere che lei riesca a ritagliarsi qui uno spazio che le consenta di avvicinarsi di più a sè e a riflettere sulla sua condizione. Ciò significa che dentro di sè sono attivi diversi input verso il cambiamento. Quindi è importante sapere come mai in questo mento della sua vita pensa che sia opportuno "svoltare"? Cosa è successo? Come mai non vuole essere più accondiscendente? Quali aspettative nutre rispetto a questo cambiamento? In particolare, è utile per lei rifelttere proprio su questo concetto: cambiamento. Perchè vede, potrebbe andare all'estero e fare delle esperienze sicuramente utili alla sua maturazione, ma se la prospettiva da cui le osserverà sarà la medesima di cui lamenta ora, diverranno ben presto esperienze routinarie e svuotate di senso. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Non riesco ad accettare che sia una donna impegnata
Apri domandaBuona sera Denis, mi sembra che in questo momento della sua vita sia opportuno per lei comprendere il significato che attribuisce al concetto di amore. Quindi cercare di comprendere, a partire da ciò, cosa si aspetta da una donna e da una relazione sentimentale. Quando riuscirà a chiarire questi punti, potrà confrontarsi con un'eventuale partner e concordare con lei gli spazi dedicati alla coppia e quelli che ciascun partner riserva a se stesso., senza "soffocare" i suoi sentimenti. Buon lavoro Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Non porto mai a termine nulla, non riesco ad organizzare la mia vita.
Apri domandaBuona sera Chiara, da ciò che racconta mi sembra che abbia difficoltà a chiudere/concludere ciò che ha iniziato, un meccanismo che genera ansia poichè ci sono tante finestre aperte e le sue energie si disperdono in tante attività senza riuscire a stabilire delle priorità. Da quanto tempo sente di avere questa difficoltà o da quando è diventata un problema per lei? Come si sente attualmente? probabilmente è successo qualcosa che l'ha indotta ad evere maggiore consapevolezza di questa sua difficoltà e a maturare la decisione di affrontarla. Inoltre, mi sembra che lei sia severa con se stessa e desideri riempire le sue giornate con diverse attività rispetto alle quali richiede a se stessa una performance elevata. Come mai sente il bisogno di svolgere queste attività? Ha provato a fare una scala di priorità selezionando ciò che le interessa e non ciò che si sente in dovere di fare? Ci provi. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
La mia ossessione: gelosia
Apri domandaBuona sera Joshua, per rispondere in modo esauriente alla sua domanda sarebbe opportuno avere altre informazioni a riguardo, come ad esempio: come si manifesta concretamente il sentimento che descrive? in quali circostanze si attiva? è stato sempre geloso o è una condizione nuova per lei? inoltre, quale significato attribuisce a questo sentimento? Questo sentimento fa parte di lei e della sua storia personale, quindi si può lavorare per accoglierlo e comprenderne il significato profondo in modo che diventi per lei una condizione da padroneggiare e gestire efficacemente. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mio marito parla nel sonno
Apri domandaBuon giorno Angela, al di là dell'episodio specifico che ha descritto, cosa la preoccupa rispetto a suo marito? Ha dei sospetti che sia una donna? Ha provato ad affrontare con lui la questione? E' importante che lei riesca ad analizzare più ampiamente la situazione e i motivi per cui vi siete allontanati, altrimenti sarà costretta a fare deduzioni o ipotesi su parole decontestualizzate che potrebbero allontanarla ancora di più da suo marito. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani...
Depressione latente
Apri domandaBuongiorno Pietro, da ciò che narra mi sembra di capire che abbia un disturbo dell'umore che rende la sua percezione di sè e dall'altro instabile e mutevole. Inoltre, sembra che si senta depresso, condizione che presenta aspetti complessi da approfondire più ampiamente con un professionista vis a vis anche in considerazione dei suoi pensieri suicidari. Nel frattempo posso aiutarla a capire un po' meglio la sua situazione invitandola ad ampliare il suo raggio d'analisi su stesso. Può essere utile per lei chiedersi cosa stia succedendo ora nella sua vita che l'ha spinto a rendersi più consapevole del suo malessere e a cercare aiuto. Che aspettative nutre su un evenutale aiuto che potrebbe chiedere? Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mi sento come se stessi correndo su una bici con i freni bloccati
Apri domandaBuon giorno Irene Alice, da ciò che descrive mi sembra di capire che la sua condizione di malessere sia profonda e radicata dentro di sè. Da quanto tempo si sente così? Può condividere i suoi malesseri col suo compagno? Come mai non ha preseguito il percorso al centro di salute mentale? E' importante per lei considerare che la sua vita è definita "perfetta" ma ad un livello ideale, razionale, non percepisco un suo coinvolgimento emotivo nella descrizione che ha fatto. Sembra un quadro che sta osservando dall'esterno, ma lei non è l'artefice. Come mai? E' stato sempre così nella sua vita? Cosa sta succedendo ora nella sua vita? Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mi sento solo
Apri domandaBuon giorno Michele, comprendo la sua sofferenza che mi sembra acuita dal suo sforzo di cancellare dalla sua vita il pensiero della sua compagna e tutti i progetti falliti a lei associati. Questo primo istinto che ci spinge a negare/cancellare un evento che provoca sofferenza, rappresenta esso stesso un grande motivo di tensione e malessere. Interrompere una relazione affettiva corrisponde ad una condizione di lutto, quindi è normale che lei si senta solo, infelice e arrabbiato. L'elaborazione del lutto è un processo che richiede del tempo e prevede che lei possa accettare ciò che è successo acquisendo la capacità di lasciar andare la sua ex compagna perchè consapevole delle difficoltà che hanno impedito il proseguimento della relazione. Mi sembra, però, che lei attribuisca la responsabilità di ciò solo ed esclusivamente alla sua ex. E' invece importante per lei riuscire a comprendere come mai la sua ex compagna e anche quella precedente abbiano assunto questo comportamento, considerando che il tradimento è una spia di insoddisfazione all'interno della relazione di coppia. Mi rendo conto che è un lavoro doloroso e anche faticoso per lei, ma è essenziale per ricavare una visione più complessa ed articolata del tradimento e delle relazioni sentimentali in generale. In questo modo potrà acquisire una nuova conoscenza di sè e dell'altro che non coincide con una vita "serena", ma con un'esistenza più soddisfacente poichè avrà gli strumenti per comprendere ciò che accade dentro e fuori di sè. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ho un problema e forse più di uno
Apri domandaCara Nicole, Da ciò che racconta mi sembra che sia una relazione con diverse complessità che sarebbe opportuno approfondire in un contesto di consulenza vis a vis. In ogni caso, utilizzando questo spazio,le posso consigliare di chiarire dentro di sé le motivazioni che la spingono a stabilire relazioni sentimentali che implicano, per entrambi, l'uso della coercizione per richiedere la presenza dell'altro. Inoltre, non ho compreso quale problema si riconosca e per il quale richieda un eventuale aiuto. Ossia si riferisce alla preferenza per gli uomini più maturi di lei o alla situazione specifica in generale? In ogni caso è importante che lei chiarisca quale tipo di aiuto richiede e che aspettative eventuali nutre rispetto ad esso. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Senso di inadeguatezza e inferiorità
Apri domandaBuonasera Tonino, La domanda che pone sembra riguardare un ambito puramente anatomico e fisico rispetto al quale può chiedere consulto ad altre figure professionali che possono fornirle spiegazioni mediche ed anatomiche specifiche. Qualora invece volesse approfondire i meccanismi mentali ed emotivi implicati nei rapporti sessuali può utilizzare questo spazio per esplorare ed ampliare il concetto di "buon amante" e soddisfazione sessuale considerando la sua partner da una prospettiva più ampia che vada oltre l'aspetto puramente fisico e meccanico che ha descritto. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Amore o abitudine?
Apri domandaBuona sera Mariateresa, stando alla descrizione che fa del suo "ragazzo storico" appare essenziale chiedersi come mai abbia scelto una persona definita "molto semplice e privo di interessi" e cosa l'abbia spinta a stabilire una relazione perdurata per 7 anni. Aveva questa percezione di lui fin dall'inizio o è arrivata a concluderlo successivamente? Cosa sta cercando in questo nuovo ragazzo che ha iniziato a frequentare. Cosa significa per lei convivere e cosa prova rispetto a questa possibilità di vita? Come si sente lei in questo momento della sua vita? Come vede le domande che ha posto ne richiamano altre a cui può provare a dare una risposta ricavando una maggiore e più complessa conoscenza di Sè e delle sue modalità relazionali. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Rispondere male e impulsivamente
Apri domandaBuona sera Sara, immagino la sua difficoltà e mi chiedevo da quanto tempo è consapevole di questo suo problema e se si verifica in risposta a persone che per lei sono significative a livello affettivo o è indiscriminato. Inoltre, come mai se ne preoccupa in questo momento della sua vita? Come si sente quando lo mette in atto? Per modificare questa sua modalità relazionale è necessario comprendere le motivazioni sottostanti e i suoi vissuti emotivi, altrimenti il lavoro si ridurrebbe ad un intervento educativo- comportamentale rispetto a cui la sua individualità dovrebbe piegarsi in modo passivo senza comprendere il significato e l'utilità. Quindi, esercizi e/o letture potrebbero esserle utili ma solo ad un piano superficiale, formale in quanto non le consentirebbero di avvicinarsi al suo Sé ed alle sue motivazioni e bisogni più profondi. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Se fosse tardi?
Apri domandaBuongiorno Marina, Il suo racconto è molto intenso e denso di eventi significativi. Mi fa piacere sapere che sia riuscita a trovare uno spazio di accoglienza in questo post. Da ciò deduco che ha diverse risorse per poter affrontare e rielaborare quanto le è successo. Quando sarà pronta potrà richiedere aiuto ad un professionista che l'accompagnera' in questo percorso che le consentirà di acquisire una nuova prospettiva su di sé e sugli eventi accaduti. Le auguro una buona vita. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia e rapporti
Apri domandaBuongiorno Dinaaa, Al di là del quadro sintomatico che descrive, è interessante per lei chiedersi come mai si pone il problema in questo momento della sua vita. Cosa le sta accadendo? Come mai lo percepisce in modo più critico in questo momento? Da quanto tempo è consapevole di queste sue difficoltà? Come vede i quesiti sono tanti e penso sia opportuno che sia accompagnata da un professionista in questo percorso di conoscenza di sé. In questo modo riuscirebbe ad attribuire un significato ai sintomi che ha descritto e potrebbe così iniziare a comprenderli e rielaborarli. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ho perso fiducia nelle relazioni
Apri domandaBuonasera Roberto, mi sembra che il problema da lei posto sia molto ampio e generale, quindi bisogna chiarire a quale tipo di relazioni si riferisce, amicali, sentimentali, lavorative. Inoltre, è importante chiedersi quale funzione attribuisce alla manifestazione della "delusione" e in che modo vorrebbe esprimerla. Da quanto tempo percepisce questo stato di cose? Come mai avverte la necessità di esprimerlo adesso? Cosa sta succedendo nella sua vita in questo momento? Come vede è una questione che ne solleva inevitabilmente altre che richiedono una risposta per poter ricontestualizzare e comprendere meglio il significato profondo del malessere che ha descritto. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mio marito e i video hard
Apri domandaBuona sera Rosa, comprendo la sua difficoltà e fastidio, quindi le consiglio di trovare una strategia di dialogo diversa con suo marito. Nel senso che, è necessario andare oltre i singoli episodi descritti in modo da ampliare la prospettiva e indagare la condizione emotiva di suo marito. Mi rendo conto che può essere difficile, ma è necessario che lei si confronti con suo marito sull'andamento generale della vostra relazione. Quindi, sapere come si percepisce, il suo livello di soddisfazione, non solo sessuale. Perchè vede, la masturbazione solitaria può indicare un sentimento di solitudine più profondo e una distanza emotiva dal partner che va oltre la semplice insoddisfazione sessuale. Da ciò che ha narrato, mi sembra di percepire che lei consideri il comportamento di suo marito come un atto deliberatamente provocatorio, una sorta di dispetto. Se così fosse, è importante comprendere il significato di questa dinamica relazionale, quindi chiedersi se è una situazione nuova o è una consuetudine negli equilibri della vostra coppia. infine, come mai la vostra vita sessuale non è "molto movimentata"? cosa intende? Mi sembra di capire che attribuisca a ciò la causa del comportamento messo in atto da suo marito. Come può notare, ci sono molti interrogativi che possono aiutarla ad inquadrare meglio la situazione e a valutare cosa sia più opportuno fare. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Il padre dei miei figli sta morendo
Apri domandaBuonasera Lori, Il suo racconto è molto denso di emozioni contrastanti ed è comprensibile considerato il delicato momento che sta vivendo. Percepisco la sua stanchezza e desiderio di essere sostenuta in questa fase. Le consiglio di accompagnare il suo ex marito in questo difficile momento e stare vicina ai suoi figli. Successivamente,quando sarà pronta potrà valutare con calma il da farsi con il suo attuale compagno. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ho abortito e sto male
Apri domandaBuongiorno Valentina, Comprendo il suo dispiacere poiché si trova ad affrontare l'elaborazione di un lutto su due livelli: per il bambino e per il suo compagno. Quindi può valutare la possibilità di affidarsi ad un professionista che possa aiutarla ad inquadrare meglio gli eventi narrati e a comprendere le motivazioni sottostanti a ciò che ha descritto. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Lavoro e carriera
Apri domandaBuongiorno Mattia, Credo che la sua difficoltà possa riferirsi ai vissuti che le suscita la condizione di lavoratore/professionista in generale. Cosa teme in particolare? Accedere al mondo del lavoro in generale segna un passaggio fondamentale nella vita,e' una svolta non solo di carriera,ma anche esistenziale. Quindi credo che sia opportuno per lei indagare i suoi vissuti rispetto ad un'eventuale cambiamento nella sua vita. Come si sente rispetto ai cambiamenti in generale? Come mai individua il lavoro in un'attività finalizzata solo ad ottenere altro (macchina,casa) e non fonte di soddisfazione in sé, per la sua realizzazione personale? Come vede,ci sono molti interrogativi a cui dare una risposta per poter affrontare ciò che le procura sofferenza. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Sono in crisi
Apri domandaBuonasera Adele, Può essere utile per lei cercare di capire come mai il suo compagno tenda ad attribuire la responsabilità dei malumori a suo figlio. Cosa teme? Come si sente quando i bambini litigano? È opportuno accogliere eventuali timori e preoccupazioni del suo compagno a riguardo in modo da concordare una linea educativa comune. Inoltre è importante per lei analizzare in modo più ampio la relazione affettiva col suo compagno al di là dell'episodio specifico e il livello di complicità e fiducia che c'è tra di voi. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ti amo e ti odio
Apri domandaBuona sera Sally, immagino la sua difficoltà e da ciò che racconta percepisco il suo disorientamento. Questa sua condizione può dipendere da difficoltà di comunicazione e confronto con il suo compagno. Nel senso che litigare rappresenta un'occasione di potenziale crescita per la coppia in quanto è possibile per i partner affermare le loro rispettive posizioni e concordare poi una diversa gestione della relazione. Mi sembra però che questa circostanza sia per voi motivo di timore e preoccupazione, qualcosa da evitare. Come mai? Le può essere utile affrontare questo argomento con il suo compagno in modo da stabilire un ascolto reciproco ed accoglienza dei propri vissuti in modo da evitare soluzioni che invece allontanano emotivamente i partner. Infine è interessante comprendere come si sente lei in questo momento della sua vita e come mai proprio ora richiede un aiuto per affrontare questo problema. Era presente anche con altri partner o è una circostanza nuova per lei?Inoltre, come si percepisce lei all'interno della coppia attuale? Quindi, le consiglio di riflettere su queste questioni e poi valutare con calma il da farsi concordandolo col suo compagno. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
I miei problemi sono dovuti all'insoddisfazione che provo?
Apri domandaBuonasera Fra, Il problema che pone è molto significativo e noto che lei ha delle buone capacità di introspezione e analisi. Quindi le consiglio di ampliare queste competenze riflettendo sul significato che assume per lei lasciare la sua casa e la sua famiglia d'origine. Quindi comprendere a fondo la sensazione di "soffocamento". Come si sente? Inoltre è importante esplorare il significato di cambiamento perché, come ha già intuito lei, il cambiamento interiore non è attivato da eventi esterni,ma dipende dalla percezione che abbiamo di essi e di noi all'interno di essi. Inoltre,credo sia opportuno per lei focalizzarsi sulle motivazioni che guidano e hanno guidato le sue scelte sia sentimentali che professionali. Poi è importante per lei capire se perde interesse per quello che fa in corso d'opera o già fin dall'inizio il suo interesse è scarso. Mi sembra in generale che lei abbia un'idea poco definita su di sé, sui suoi bisogni e sulle sue necessità più profonde e questo la induce a fare scelte che le sembrano poi poco corrispondenti alle sue esigenze. Quindi è importante definire Fra e di cosa ha bisogno. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia sociale che non mi permette di relazionarmi
Apri domandaBuonasera Alessia, Comprendo il suo disagio perché mi sembra che si trovi di fronte ad un bivio: resistere o fuggire. Dal momento che si riconosce il problema da sempre,mi chiedevo come mai adesso lo percepisce in modo così intenso? Immagino che oltre all'episodio descritto stia succedendo altro nella sua vita che la sta inducendo ad affrontare il problema. Quindi, la circostanza della danza può rappresentare per lei una preziosa opportunità per misurarsi con il suo problema. Se lo ritiene opportuno può valutare la possibilità di affidarsi ad un professionista che possa accompagnarla in questo percorso di crescita personale. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Figlio... compagno e genitori stressanti
Apri domandaBuonasera Claudia, È comprensibile che si senta stanca e stressata considerando la situazione descritta. Da ciò che ha narrato suo figlio ed il suo ex marito assumono i comportamenti descritti da tempo ormai,quindi è necessario un intervento su tutto il nucleo familiare compreso il suo attuale compagno in modo da concordare ruoli e funzioni. Quindi le consiglio una terapia familiare utile anche ad aiutare ogni componente ad assumersi le proprie responsabilità evitando di usare etichette diagnostiche lontane dal reale vissuto di ognuno. Le auguro di risolvere la situazione senza "allontanarsi",ma rimanendo vicina ai suoi familiari, in modo da valutare con cura cosa sia meglio fare. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia da prestazione: come affrontarla?
Apri domandaBuonasera Geralt, Da ciò che racconta mi sembra di capire che sia accaduto qualcosa dentro di lei "da un po' di mesi",quindi forse si sono modificati alcuni parametri di giudizio su di sé o sulla relazione e non è consapevole,per questo avverte la dissociazione tra mente e corpo. Quindi può essere utile per lei cercare di comprendere come si sente ora in generale,nella sua vita attuale indipendentemente dal problema esposto. Ci sono dei nuovi progetti che riguardano la coppia? Qualche evento accaduto nella sua vita le ha fatto dubitare circa la sua adeguatezza in generale? Inoltre, queste preoccupazioni rispetto alla performance sessuale o anche riferite ad altri ambiti, sono un'esperienza nuova per lei o è solito porsi questi dubbi? Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Voglia di scappare: cosa mi sta succedendo?
Apri domandaBuonasera Alexandra, Comprendo il suo disagio perché da ciò che racconta il suo ritorno nel paese d'origine ha assunto per lei un significato di blocco e "pausa" rispetto ad un processo di differenziazione/emancipazione dalla sua famiglia d'origine. La sensazione di "mancare il fiato" descrive bene la sua condizione di costrizione rispetto alla sua famiglia d'origine,quindi è importante per lei comprendere le cause di questo vissuto che non si può risolvere con la semplice separazione fisica e lontananza. È una condizione mentale che l'accompagnera' in qualsiasi posto si trovi. Inoltre, considerare sua figlia e suo marito come l'unica fonte di gioia è una cosa molto positiva per lei e significa proprio che ha bisogno di individuarsi,rendersi indipendente dalla sua famiglia. Quindi, può essere utile per lei continuare il processo di autonomia che ha già iniziato chiedendo supporto a suo marito,condividendo con lui il suo malessere e utilizzando la vostra alleanza familiare per trovare nuove modalità di relazione con i suoi familiari. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mancata erezione sessuale dopo alcuni mesi di astinenza
Apri domandaBuona sera Franco, essendo l'erezione una reazione fisica guidata da meccanismi mentali e psicologici, può essere utile per lei comprender quali emozioni e vissuti associa alla ragazza con cui ha avuto il rapporto. Che significato assume per lei la relazione con questa ragazza? che ruolo svolge nella sua vita? è importante cercare di dare una risposta a queste domande perchè i deficit d'erezione, in assenza di disturbi fisici, sono da attribuire alla condizione mentale e psicologica. Quindi le consiglio di prendersi del tempo per poter valutare con calma ed accuratezza la cosa, che potrebbe rivelarsi anche un episodio isolato associato ad una situazione particolare e ad una relazione particolare. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Alti e bassi
Apri domandabuona sera Greta, da ciò che racconta, nutre sentimenti ambivalenti verso questo uomo e non risulta chiaro quanto possa influire il fatto che sia gay. Le è già successo in passato di sentirsi così nei confronti di una persona gay o è la prima volta? cercare di capire questo è importante perchè potrebbe sapere se le emozioni che prova sono suscitate dal fatto che sia gay o questa cicostanza non influisce. Cosa intende quando dice che questa persona non le è indifferente? da quale punto di vista? Quali sentimenti prova per lui? Inoltre, ha parlato anche di "alti e bassi", questa sua instabilità può essere associata ai vissuti che prova riguardo alla persona gay? Codialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Problemi di coppia
Apri domandaBuon giorno Federica, da ciò che racconta mi sembra che sia lei la parte più attiva nella ricerca della convivenza. Come mia desidera ciò? cosa significa convivenza per lei e per il suo compagno? è importante che vi possiate intendere su cosa significhi per ognuno di voi e per la coppia in generale. Quindi le consiglio di confrontarsi in mdo più ampio ed approfondito con il suo compagno in modo da comprendere le motivazioni che lo inducono ad essere titubante rispetto alla convivenza. Inoltre, ha sottolineato che antepone i bisogni del suo compagno ai suoi per renderlo felice. come mai? mi sembra che questa modalità ricalchi un po' quella che lui vive nella sua famiglia d'origine descritta da lei. Quindi comprendo il suo malessere e la possibilità che si stufi, perché i suoi bisogni non vengono ascoltati e questa condizione non è positiva per l'equilibrio della coppia, né tantomeno per lei. Perciò è importante che rifletta su questo e poi valuti col suo compagno la possibilità della convivenza in modo da soddisfare un interesse e bisogno comune. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come gestire la rabbia e l'ansia?
Apri domandabuon giorno Maria, da ciò che narra mi sembra che i suoi disagi non siano un'esperienza nuova per lei, nel senso che ne soffra già da tempo. Quindi è importante comprendere come mai se ne preoccupi ora, cosa sta succedendo nella sua vita e negli equilibri di coppia? Cosa teme? la sua possessività mette a rischio la sua relazione? Può essere utile condividere questo suo disagio con il suo compagno, ponendo l'accento sulle sue difficoltà piuttosto che sulle altre donne. inoltre, lei ha parlato di un senso di inferiorità rispetto al quale la sua bellezza fisica non sembra rassicurarla. Mi sembra quindi, che lei tema di non poter competere con altre donne sul piano intellettuale, visto che parla di "pensiero", pertanto è comprensibile che la sua gradevolezza fisica non riesca a rassicurarla. Questo suo senso di inferiorità si è manifestato sempre con queste modalità e nelle relazioni sentimentali o riguarda anche altri aspetti della sua vita. Come vede il disagio che lei ha descritto necessita di un maggiore approfondimento per essere compreso in tutta la sua complessità, solo in questo modo potrà imparare a gestirlo e ad acquisire una maggiore sicurezza in sè. Le auguro un buon lavoro! Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Problemi nel vivere rapporti sessuali serenamente
Apri domandaBuon giorno Lele, da ciò che narra mi sembra che lei disponga di molte risorse ed energie per affrontare il disagio che descrive. Quindi, può essere utile per lei esplorare meglio la sensazione "sentirsi staccato dal mio copro e da lei" che mi sembra molto indicativa della sua condizione. Provava questo anche negli altri casi descritti? inoltre, come sta in generale in questo periodo? La storia chiusa precedentmente è stata elaborata? Comprendo il suo desiderio sano e vitale di conoscere e "vivere" le persone, ma i nostri comportamenti sono sempre orientati da aspettative su di noi e sugli altri, quindi è importante per lei comprendere quanto abbia elaborato la storia chiusa precedentemente perchè se così non fosse, ciò si ripercuoterebbe su quella attuale. Inoltre, le posso dire che in molti casi, pur essendoci "complicità mentale e attrazione" il rapporto sessuale può risentire di una particolare condizione del partner che esula dalla relazione sentimentale. Ad esempio, quando dice che gli "attacchi di panico" sono spariti, bisogna indagare meglio la cosa, perché se "gli attacchi di panico" di cui parla lei sono quelli diagnosticabili come tali, è difficile che spariscano da soli o solo assumendo valeriana. é possibile che siano in temporanea remissione i sintomi, ma i vissuti che li determinano sono ancora attivi e potrebbero essere la causa delle sue difficoltà negli incontri sessuali. quindi, come vede, ciò che accade durante i rapporti sessuali, rimanda a vissuti più ampi e complessi che possono riguardare la sua attuale condizione emotiva e ciò che si aspetta dalla relazione sentimentale che sta vivendo. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Rapporto di coppia
Apri domandaBuon giorno Sissi, mi riaggancio alla sua ottima domanda (Come possibile aiutarlo) dicendole che può manifestare a suo marito il suo amore in molti modi: può iniziare cercando di capire con lui come si sente in questo periodo della sua vita, indipendentemente dagli episodi precedenti in cui litigavate. Come mai ha il terrore che tutto possa ricominciare? In che modo si potrebbe sentire rassicurato da lei, cioè facendo cosa? Inoltre, può essere utile sitmolare in lui la capacità di mettersi nei suoi panni, ossia aiutarlo a comprendere che diventare una madre è un'esperienza ad alto impatto emotivo ed è normale mostrare nervosismo. Fa parte della vita. Inoltre una neomamma ha bisogno di sostegno affettivo e comprensione dal padre dei suoi figli, si sentiva accolta da suo marito? in caso contrario, questo è uno dei motivi che può procurare nervosismo ad una neomamma. Come mai suo marito non riesce a perdonarle questa parentesi nella vostra relazione? Cosa lo blocca? In genere è una persona propensa al perdono o tende a covare risentimenti? Come mai "non vuole cancellare" questi ricordi? Anche in altre circostanze assume questo atteggiamento? Mi sembra che tenda a colpevolizzarla. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia o gastrite nervosa?
Apri domandaBuon giorno Antonio, temo di non aver compreso a fondo la sua domanda quando parla di "scendere". Sta parlando della circostanza in cui esce di casa? In ogni caso provo a risponderle cercando di capire con lei come si manifestano i sintomi e da quanto tempo ne soffre, anche perchè comprendo il suo disagio e la necessità di risolvere il problema. Quindi può essere utile per lei chiedersi cosa teme nel momento in cui esce o va a lavoro, situazioni in cui non si trova a casa sua. Riferisce altri disturbi? Può contare sul sostegno emotivo di qualcuno? Come si sente in questo momento della sua vita? Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mancanza libido
Apri domandaBuon giorno Sandra, Immagino la sua stanchezza perchè il piacere sessuale è un aspetto importante nella relazione di coppia, come ha già compreso lei. é comprensibile che lei provi vergogna o rifiuti il contatto nelle sue parti intime. Quindi, continui ad essere cauta in questo. Da ciò che descrive, mi sembra che si renda conto della necessità di richiedere aiuto ad un professionista anche perchè stare accanto ad una "persona meravigliosa" può costituire per lei una forte spinta al cambiamento. Quindi se si sente pronta, può valutare la possibilità di chiedere aiuto ad uno specialista per elaborare quanto le è accaduto e poter contare su un compagno "comprensivo" le sarà di aiuto nel lavoro che affronterà. Le auguro di risolvere il suo problema e vivere felicemente la sua relazione sentimentale. Cordialmente Anna Marcella Pisani (Roma)...
Affrontare la depressione di una Mamma
Apri domandaBuon giorno Paola, Comprendo la sua difficoltà e i "nervi" che le può suscitare la vicinanza di sua madre depressa, condiserando anche i tempi del decorso. da ciò che scrive, mi sembra di capire che lei sia stata sempre dedita alla sua famiglia d'origine e che oggi desideri ritorvare i suoi spazi di autonomia (ha preso una casa). Quindi, può essere utile per lei comprendere cosa la trattiene nella sua familgia d'origine, indipendentemente dalla depressione di sua madre. ha altri fratelli o sorelle? E' possibile coinvolgere suo padre nell'accudimento di sua madre? Mi sembra che lei sia la persona più dedita a sua madre, come mai? si fida solo di lei? da ciò che narra sembrerebbe essersi verificata un'inversione di ruoli: lei svolge il ruolo di madre nei confronti di sua madre. è possibile? se così fosse, sarebbe del tutto normale essere in difficoltà come ha scritto lei. Quindi per affrontare meglio la situazione, è importante che lei rifletta su questi punti in modo da valutare la sua attuale collocazione all'interno del nucleo faliliare d'origine ed il singificato e la funzione che assume per lei tutto ciò. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come superare una serie di lutti ?
Apri domandaBuon giorno Alberto, ciò che ha narrato pone in secondo piano proprio Alberto: le sue difficoltà, le sue risorse e quindi le potenzialità di cui dispone per elaborare i lutti descritti. Quindi la prima cosa da fare è ricentrare l'attenzione su di sè, come già ha iniziato a fare svolgendo un lavoro che la soddisfa, aspetto che mi induce ad ipotizzare che nonostante la descrizione fatta di sè, ha diverse risorse da attivare per superare "gli stati depressivi" descritti. Purtroppo la morte dei nostri cari è un evento che non possiamo controllare, ciò che possiamo fare è portarli dentro di noi mentre svolgiamo le consuete attività della nostra vita. Per fare questo è necessario elaborare il lutto e nel suo caso specifico, comprendere più a fondo come mai non ha una vita sentimenatale soddisfacente che la rende solo e a cosa si riferisce quando parla del suo "orientamento sessuale". Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come curare la depressione acuta?
Apri domandaBuonasera Annat, Il quadro che descrive mi sembra complesso, ma percepisco in lei una spinta vitale verso la cura di sé. Quindi,considerando che non può ricevere sostegno da suo marito o da altri suoi familiari, è opportuno che si rivolga ad uno specialista anche della asl di zona che possa supportarla e monitorare anche la farmacoterapia. Le auguro di risolvere per il meglio la sua situazione. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Felicemente fidanzata ma pensare all'ex
Apri domandaBuonasera Clotilde, Da ciò che ha raccontato ,mi sembra che la storia con il suo ex sia stata interrotta più che altro perché non disponevate degli strumenti necessari a gestire i conflitti che sono circostanze sane e vitali per una coppia. Il litigio consente infatti alla coppia di ridefinire spazi e ruoli in modo da concordare di volta in volta le rispettive posizioni. quindi se gestito efficacemente, rinforza l'alleanza della coppia. Detto ciò,mi sembra che la sua difficoltà nel gestire il conflitto l'abbia indotta a scegliere un ragazzo opposto al primo che è quello attuale con cui non litiga mai,quindi è una relazione in cui si evita lo scontro/confronto. Forse è per questo che il suo pensiero va al suo ex: una relazione interrotta nonostante l'amore e nella quale percepiva il contatto autentico con l'altro,nonostante la fatica delle liti. Ci pensi. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Situazione delicata: mia mamma ha un tumore
Apri domandaBuonasera Federica, Immagino la sua difficoltà nella gestione della situazione descritta. Ciò che posso consigliarle è cercare di allearsi il più possibile con suo padre che mi sembra presente nella situazione,in modo che possa condividere "il carico" con qualcuno. Per quanto riguarda la gestione della relazione con sua madre,credo che la sua sola vicinanza e contatto affettivo sia di conforto per lei,un amore rispetto a cui qualsiasi parola è superflua. Inoltre,ha menzionato suo fratello: in questa fase così delicata si concentri su di lei e sulla relazione con sua madre,fino a che suo fratello non manifesterà più chiaramente le sue intenzioni riguardo all' accudimento di sua madre.forse si fida di lei e delle sue capacità nell'accudirla o non sa come inserirsi nella vostra relazione. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Problemi di famiglia del mio ragazzo
Apri domandaBuon giorno Gaia, da ciò che narra, mi sembra che la situazione meriti un maggiore approfondimento da effettuare proprio nel contesto di una consulenza vis a vis che può richiedere per lei stessa. Se il suo ragazzo rifiuta di rivolgersi ad uno psicologo, è opportuno che non lo forzi, anche perchè qualora ci andasse solo per soddisfare lei, la cosa non avrebbe efficacia, mancando la sua motivazione a chiedere e ricevere aiuto. Quindi, se lo ritiene opportuno può rivolgersi lei ad uno psicologo per poter giungere ad una comprensione più ampia della situazione e per valutare cosa sia meglio fare. Nel frattempo, può essere utile per lei sostenere il suo ragazzo, come già sta facendo, e vedrà che con l'aiuto dello psicologo riuscira ad approcciarsi in modo più efficace a lui e alla situazione in generale. In molti casi, accade che le persone care a chi svolge un percorso di psicoterapia, percepiscano l'efficacia del lavoro e decidano poi spontaneamente di richiedere una consulenza per se stesse. Le auguro di risolvere per il meglio la situazione Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
6 anni, gelosie e rapporto col padre
Apri domandaBuon giorno Grumpy69, il suo racconto mi sembra molto particolareggiato e percepisco da parte sua una profonda dedizione e partecipazione nella relazione con le sue figlie. Comprendo le sue preoccupazioni, ma è importante considerare che i bambini, essendo in una costante fase evolutiva, possono modificare i loro comportamenti e anche la scala di priorità che guida i loro atteggimenti poichè la maturazione li porta inevitabilmente al cambiamento. Nel caso specifico di sua figlia, è importante considerare che 6 anni sono una fase importante per l'evoluzione di un bambino: l'ingresso nella scuola elementare può essere accompagnato da nervosismo e agitazione perchè il bambino è posto di fronte ad un cambiamento drastico ed è chiamato ad assumere un atteggiamento più autonomo e ciò implica che si distacchi in parte dalle figure genitoriali, anche perchè percepisce dentro di sè la spinta verso la crescita. Detto ciò, le posso consigliare di mostrarsi accogliente verso sua figlia ed attendere che sia lei a guidare le vostre interazioni, in modo che possa trasmetterle la sua comprensione senza costrizioni. Sua figlia potrà percepire in lei una base sicura a cui rivolgersi ogniqualvota lo vorrà, perchè saprà che lei è lì ad accoglierla. Comprendo che tenere questo atteggiamento possa essere per lei difficile, considerando che è un padre molto vicino affettivamente e c'è stata sempre una reciprocità con sua figlia. Infine, da ciò che racconta può essere utile per lei, indipendentemente dall'episodio narrato, esplorare dentro di sè i vissuti relativi ad un eventuale lontananza/distacco, mostrato nei suoi confronti da una persona per lei significativamente affettiva. Cosa prova nel pensare che sua figlia acquisirà sempre maggiore autonomia e questo ridefinirà continuamente la vostra relazione affettiva? Può contare sul sostegno affettivo di sua moglie? avete una buona alleanza di coppia, condizione essenziale nell'affrontare al meglio le fasi evolutive dei figli? Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come mi devo comportare?
Apri domandaBuongiorno Marco, Comprendo la sua sofferenza che mi sembra suscitata dalla difficoltà nell'individuare una direzione precisa nel definire Sé e la sua relazione con l'altro. Questo problema sembra averla accompagnato per gran parte della sua vita,quindi è importante chiedersi come mai ora lo percepisce in modo più intenso. Cosa sta succedendo ora nella sua vita? Può valutare la possibilità di rivolgersi ad un terapeuta che l'aiuti a comprendere le motivazioni profonde delle esperienze che ha descritto. Le consiglio in ogni caso di seguire questa spinta alla conoscenza di sé perché solo così potrà dare un significato al "peso" che la opprime, giungendo ad una maggiore chiarezza e da ciò potrà decidere cosa sia meglio per lei. Un caro saluto Doot.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Sto impazzendo!
Apri domandaBuon giorno Chiara, considerando che la vostra relazione può essere considerata "giovane" da un punto di vista temporale, credo che sia proprio il momento giusto per lei ricercare un confronto con il suo fidanzato a riguardo, in modo da sapere se i suoi dubbi sono fondati o se c'è stato un fraintendimento. Infatti, nella fase iniziale di una relazione sentimentale è normale avere dubbi o semplicemente non riuscire a comprendere il comportamento dell'altro che si può scoprire solo avviando un confronto. Detto ciò, può essere utile per lei, indipendentemente dall'episodio narrato, porsi delle domande più ampie sulla relazione che sta vivendo, le sue aspettative e quelle del suo fidanzato. Inoltre, la sensazione di "non sentirsi il massimo" per un partner, è una condizione nuova per lei oppure le è già accaduto in precedenza? Come mai ha questa percezione? La associa solo all'episodio del biglietto da pagare o ci sono stati altri comportamenti del suo fidanzato che hanno suscitato in lei questo vissuto? Inoltre, il confronto/competizione con altre ragazze è un'esperienza nuova per lei o ha già provato in passato questo sentimento? Come mai non può fidarsi del suo fidanzato? E' importate per lei esplorare questi vissuti perchè la vostra relazione di coppia si trova nella fase in cui si stanno gettando le basi per l'eventuale costruzione di un qualcosa che potrebbe continuare, quindi è essenziale chiarirsi su alcuni punti, come infatti sta cercando di fare lei. Pertanto, le auguro di trovare le risposte che potranno aiutarla a valutare la situazione nel miglior modo possibile. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani...
Conoscenze ed ex ragazzo
Apri domandaBuongiorno Antonio, La situazione che descrive mi sembra poco chiara a livello relazionale. Nel senso che non c'è una definizione di ruoli ed eventuali progetti nel vostro rapporto. Da ciò scaturisce la differenza nei vostri atteggiamenti e priorità, soprattutto rispetto ad altre persone, tipo l'ex. L'ambiguità nella definizione di un rapporto può garantire una certa durata,ma ne compromette la qualità affettiva in modo significativo. Quindi,se vuole costruire qualcosa che vada oltre l'amicizia può manifestarlo chiaramente al suo amico e verificare le sue intenzioni ed eventuali progetti. Come mai non l'ha fatto finora? Cosa la inibisce? Mi sembra che da parte sua ci sia una chiarezza rispetto ai sentimenti che prova,quindi perché nasconderlo? Ci pensi. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Sudorazione legata all'ansia
Apri domandaBuonasera Federico, Può fare molte cose per risolvere il suo problema,ma dipende da quale prospettiva deciderà di assumere. Nel senso che, la sudorazione è un sintomo attraverso cui si manifesta la sua ansia. Quindi, se decide di affrontare solo il sintomo rimane sulla superficie e può assumere farmaci, seguire esercizi comportamentali e altro che la aiuti ad eliminare questo sintomo. Tuttavia i meccanismi dell'ansia rimarranno sempre attivi e si manifesteranno con altri sintomi. Quindi se vuole risolvere il problema alla radice, è opportuno che comprenda il significato profondo della sua ansia. iniziando ad esplorarla rispondendo a quesiti come: da quanto tempo ne soffre, quali altri sintomi riferisce, come si sente in questo momento della sua vita indipendentemente dal sintomo, può contare sul sostegno emotivo di qualcuno. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Dovrei sposarmi ma mi ha tradito. Scegliere lui o la mia famiglia?
Apri domandaBuongiorno Luz Karime, comprendo la sua difficoltà nel prendere una decisione perchè mi sembra che le aspettative che nutrono i suoi familiari ed il suo compagno siano un elemento primario per lei. Prendere una decisione che possa mettere d'accordo tutti è difficile, considerando ciò che racconta. Quindi la cosa più importante è comprendere cosa desidera realmente lei adesso, esplorando i suoi sentimenti e ricercando il contatto con il suo compagno, così come sta già facendo, in modo da valutare meglio la situazione. Per quanto riguarda la sua famiglia d'origine, credo che il loro atteggimento sia la manifestazione di un meccanismo di protezione nei suoi confronti: vogliono manifestare la loro protesta rispetto all'atteggiamento del suo compagno e fare in modo che anche lei comprenda l'inadeguatezza di questo. Il discorso è che la valutazione rispetto al comportamento del suo compagno spetta solo a lei, perchè si parla della sua vita, del suo futuro, qualcosa che può costruire solo lei. Comprendo il suo disagio nel vedere che i suoi familiari mostrino disappunto e distanza emotiva. Cosa teme possa accedere se si comporta diversamente da quanto le consigliano loro? potrebbe perderli? è già successo? non si fidano della sua capacità di giudizio in generale e quindi pensano di aiutarla sostituendosi a lei in questo processo decisionale? come mai? Quindi, indipendentemente dal matrimonio contingente, è importante per lei comprendere le motivazioni sottese a questo tipo di relazione che ha stabilito con i suoi familiari, altrimenti questa situazione di costrizione si verificherà nuovamente e lei non sarà libera fino in fondo nel prendere le dicisioni della sua vita. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Amore non corrisposto
Apri domandaBuongirono Emanuela, come mai il suo coinquilino non è a conoscenza dei sentimenti che lei prova? Cosa le impedisce di manifestarli chiaramente? che idea si è fatta rispetto alle reazioni che potrebbe avere lui qualora sapesse ciò che prova? Provare a "controllare" i suoi sentimenti è molto faticoso ed è proprio questo che induce "apatia": sta bloccando una sua spinta vitale e questo provoca inevitabile tensione e frustrazione. Sembra che lei abbia timore di affrontare la realtà, ossia la reazione del suo coinquilino e quindi preferisca mantenere questa relazione in una dimensione interiore, ideale, ma se i suoi sentimenti sono forti hanno bisogno di confrontarsi con la realtà ed essere vissuti liberamente. Come si immagina un'ipotetica vostra relazione sentimentale? Riflettere su questi punti può aiutarla a comprendere come mai inibisca i suoi sentimenti e quale funzione possa assolvere questo comportamento. Cordialmente Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Tiroidite di Hashimoto, fibromialgia e depressione
Apri domandaBuongiorno Luisa, Dal suo racconto percepisco in lei un vissuto di solitudine che forse le impedisce di chiedere aiuto e sostegno a chi le sta attorno. Può rivolgersi a suo marito o ad altri familiari per condividere il suo malessere? Questo potrebbe risollevarla un po' e farla sentire meno sola soprattutto nell'accudimento dei suoi bambini. Comprendo il suo senso di colpa per non riuscire a giocare con loro e da ciò deduco che prima di questo periodo lei sia stata una madre affettuosa ed attenta,ma forse abituata a fare da sola. In questo momento,considerate le patologie descritte, può essere utile per lei chiedere aiuto ai suoi familiari. Inoltre, quanti anni hanno i suoi bambini?se sono in età scolare, hanno già acquisito un'evoluzione affettiva che consenta loro di comprendere in parte la sua condizione e starle vicini per quello che possono,senza giudicarla. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Problemi con familiari
Apri domandaBuon giorno Nina, da ciò che narra la relazione con suo marito è stabile, il vostro sentimento è forte, quindi in grado di affrontare questa nuova circostanza di vita che mette a dura prova la vostra alleanza di coppia. Pertanto le consiglio di ricercare un confronto più approfondito con suo marito in merito alla questione descritta in modo da comprendere quale sia la sua reale posizione nei confronti della sua famiglia d'origine. Come mai secondo lei non prende posizione? ha delle ipotesi? é importante comprendere le emozioni di suo marito rispetto alla situazione descritta. Potrebbe temere di ferire sia lei che i suoi familiari quindi preferisce tacere. Questo modo di fare rientra nelle caratteristiche di personalità di suo marito? In ogni caso le consiglio di rinforzare l'alleanza con suo marito ed attivare le risorse emotive della vostra coppia in modo da superare uniti questa fase della vostra vita. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani...
Dubbi su tutto
Apri domandaBuongiorno Stefano, leggendo ciò che ha scritto, ho notato che è incline all'autoanalisi e ad assumere una visione complessa ed articolata rispetto alla sua condizione. Quindi, può essere utile per lei proseguire l'esplorazione di sé ponendosi alcuni quesiti che possono ampliare la sua prospettiva. Come mai non ha realizzato la sua passione, decidendo di svolgere un lavoro che non ritiene appagante? Come mai non manifesta alla sua ragazza le sue preoccupazioni rispetto alla vita coniugale? Cosa teme? In generale, mi sembra che lei tenda ad accondiscendere alle richieste altrui senza manifestare chiaramente il suo disaccordo, meccanismo che genera la condizione di disagio che ha descritto, inibendo la sua autorealizzazione. Come mai le sue aspirazioni "di fare grandi cose" risultano oggi deluse e di difficile attuazione? Indipendentemente dalle questioni lavorative e sentimentali che ha descritto, cosa sta succedendo nella sua vita che induce in lei la sofferenza descritta? Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Suoceri ingombranti
Apri domandaBuon giorno Angelica, quando una donna è in gravidanza vorrebbe sentirsi dire cose positive ed incoraggianti sulla sua condizione e sul parto, quindi comprendo il suo disagio rispetto all'atteggiamento di sua suocera. In genere ogni donna che diventa mamma tende a proiettare sulle future mamme le sue emozioni rispetto alla gravidanza, quindi sua suocera le ha mostrato le sue preoccupazioni e la sua ansia. Inoltre, la frase "non si sa mai" lascia presagire esiti catastrofici, anche di morte, ed è comprensibile che lei l'abbia "odiata" per questo. Detto ciò, mi sembra che tenda ad attribuire a questi episodi e ai suoi suoceri in generale, la responsabilità delle liti con il suo compagno. Mi sembra di capire che loro siano "ingombranti" anche perchè il suo compagno concede loro diversi spazi di apertura nella vostra coppia, che risulta così poco protetta da ciò. Quindi è prioritario per voi comprendere le motivazioni profonde di questo allontanamento emotivo che si esprime anche con l'assenza di rapporti sessuali. Ha provato a manifestare le sue emozioni al suo compagno? Ogni coppia dispone di risorse che possono attivarsi per affrontare i momenti di crisi. Per scoprirle è essenziale confrontarsi con il proprio partner e concordare cosa sia meglio fare, perché gli equilibri di coppia variano in base agli eventi di vita (es. nascita di un figlio). Quindi per rendere stabile l'alleanza di coppia è fondamentale aprirsi al dialogo con l'altro. Le auguro di risolvere per il meglio la sua situazione. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Crisi
Apri domandaBuon giorno Paolo, da ciò che scrive percepisco la sua forte motivazione a risolvere la situazione, e quindi anche la sua propensione ad avvicinarsi emotivamente alla sua compagna, prerogative essenziali per uscire dall'impasse. Inoltre, la vivacità della bambina si collega al disagio della coppia: vostra figlia percepisce il malessere della coppia e non sentendosi protetta come vorrebbe, manifesta il suo disagio attivandosi di più. in questo modo ottiene il risultanto di mantenere la vostra attenzione sul suo comportamento, cosa che in qualche modo vi unisce come coppia genitoriale e vi allontana dai problemi di coppia più profondi. Cosa intende per "piacersi". Percepisce un calo di desiderio da parte della sua compagna? Ha provato a manifestare ciò che prova alla sua compagna? cosa intende per "prenderci i nostri spazi"? di coppia o individuali? Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
L'ansia mi sta cambiando la vita
Apri domandaBuon giorno Martina, mi sembra che sia essenziale per lei esplorare i significati e i vissuti che associa alla condizione di malattia determinata dal sintomo ipotensivo. come si percepisce in quanto persona "malata"? è come se questa condizione attuale avesse compromesso irrimediabilmente la sua tranquillità, serenità associata forse all'assenza di sintomi e disagi. Quindi, una condizione di benessere ideale all'interno della quale il sintomo non può essere accettato. Al contrario, questo sintomo può essere molto prezioso per lei, in quanto stimola l'assunzione di una prospettiva più complessa della sua vita attuale , spingendola a porsi delle domande che vadano oltre il malessere puramente fisico descritto. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Bambino ingestibile di 5 anni: come aiutarlo?
Apri domandaBuon giorno Mara, il suo racconto è molto dettagliato rispetto ai comportamenti di suo figlio, ma mi sembra che necessiti di alcune integrazioni sulle emozioni che prova il bambino e anche su quelle vissute da lei, suo marito e l'altra sua figlia. Questo è importante perchè suo figlio manifesta un disagio che può essere compreso in modo preciso e profondo se si conosce anche il resto della famiglia: cosa succede in questo momento in particolare, il clima affettivo, come viene percepito il bambino. E' probabile che suo figlio desideri attirare l'attenzione, ma di chi? Consideri che la figura paterna è fondamentale per promuovere il processo di identificazione con il modello maschile. Suo marito è accessibile affettivamente per suo figlio? Rappresenta un punto di riferimento e confronto per lui?comprendo la sua preoccupazione, ma può esserle utile sapere che in questo momento il bambino sta manifestando un suo modo di essere, di percepirsi perchè ricerca un accoglimento e riconoscimento dalle sue figure di riferimento. ha bisogno di un contesto affettivo che lo aiuti a comprendere come direzionare la sua energia che al momento sembra priva di significato. ma è la sua spinta vitale verso la crescita, che necessita di un contenimento affettivo per assumere la direzione più adeguatua alla sua persona. Quindi le consiglio di coinvolgere anche suo marito nella gestione di questi comportamenti, evitando di giudicarli o etichettarli, atteggiamento che vi allontana emotivamente dal bambino che si sente colpevolizzato e incrementa la sua tensione perchè avverte di non essere compreso. Infine, un ultimo consiglio di carattere generale: quando i comportamenti dei suoi figli le sembrano incomprensibili, provi ad avvicinarsi a loro cercando di capire come si sentono, cosa provano, magari anche attraversi disegni o altri giochi che li aiutino ad esprimersi liberamente. In questo modo, anche se non dovesse riuscire a comprendere del tutto i loro comportamenti, avrà guadagnato la loro vicinanza emotiva, cosa ben più preziosa che in molti casi racchiude il significato profondo di ogni comportamento osservato nei bambini. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Non mi sento bene ma nn capisco cosa devo fare
Apri domandaBuona sera Daniela, da ciò che narra sembra che i suoi genitori abbiano assunto un atteggiamento protettivo nei confronti di sua sorella, rimproverando lei di avere poca fiducia. Quindi è comprensibile che si sia sentita in difficoltà perchè è stato messo in discussione il suo comportamento ed è stata allontanata emotivamente pur essendo stata onesta. Come mai hanno assunto questo atteggiamento? è una circostanza consueta? quali sono i rapporti con sua sorella e con i suoi genitori? Cosa ha rappresentato per lei essere allontanata da loro? Dal suo racconto non emergono altri aspetti della sua vita che sembra centrata sul suo lavoro e sui rapporti con i suoi familiari. Da ciò la sensazione di baratro, perché non sembrano esserci per lei altre risorse o relazioni esterne alla sua famiglia o lavoro che possano aiutarla per affrontare la situazione e sentirsi meno sola. Può chiedere aiuto o supporto a qualcuno esterno alla sua famiglia? Per uscire dalla situazione è importante per lei ampliare la sua prospettiva sull'episodio, sulla sua vita in generale in modo da comprendere quale significato riveste l'episodio descritto nella sua vita attuale. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ho bisogno di risposte che possano aiutarmi a capire quale realmente sia il problema
Apri domandaBuon giorno Luca, nonostante si sia definito "confuso", da ciò che narra, mi sembra di capire che sia dotato di una buona capacità di analisi e che sia in grado di prefigurarsi diverse possibilità per giungere ad una condizione di stabilità. In tal senso, può esserle utile sapere che la percezione di benessere individuale dipende molto dalla prospettiva che assumiamo su di noi e su ciò che ci circonda, quindi può valutare la possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale finalizzato a comprendersi meglio in modo da capire come si sente ora alla luce di ciò che ha descritto nella sua infanzia. Questo percorso le consentirà di avere una prospettiva più ampia anche sulla sua attuale relazione sentimentale che mi sembra suscitare in lei emozioni contrastanti: viene idealizzata e poi però se ne distanzia affettivamente. Quindi è importante per lei comprendere le motivazioni profonde che attivano questo meccanismo che la fa allontanare da persone che ama. Esso ha sicuramente radici nelle esperienze infantili, quindi, affrontarlo oggi le consentirebbe di elaborare anche vissuti ed emozioni legate a quella fase della sua vita. Pertanto, le consiglio di inziare concentrandosi su se stesso e vedrà che le decisioni rispetto alla sua attuale relazione sentimentale si profileranno naturalmente, nel senso che lei maturerà una consapevolezza di sè più ampia ed articolata che le permetterà di valutare con calma cosa sia meglio fare. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Opportunità non colta e lei se ne è andata
Apri domandaBuon giorno Giorgio, Comprendo il suo disagio anche perchè mi sembra che tenda a colpevolizzarsi rispetto all'esito della relazione. Nel senso che attribuisce l'allontanamento della donna alla sua difficoltà ad "unirsi" a lei, come se la sua titubanza nel "concludere" avesse in qualche modo motivato la decisione di lei rispetto al mantenere altre relazioni parallele. Mi sembra una prospettiva centrata sulla performance fisica come mezzo di conquista prioritario di una donna. La componente fisica ha sicuramente un ruolo importante nelle relazioni sentimentali, ma per fare in modo che essa sia una conquista stabile e duratura sono necessarie anche altre componenti emotive, personali. Forse lei aveva già intuito, a livello inconscio, che la donna descritta non fosse affidabile, condizione ben evidenziata dalla frase "non mi fido molto di lei". Forse lei in questo momento della sua vita preferirebbe una relazione stabile e duratura? Quindi piuttosto la domanda che si può porre ora è: come mai questa sua intuizione appare secondaria nell'analisi della situazione? Si fida in genrale delle sue intuizioni rispetto alle persone che incontra? E' possibile quindi che non sia riuscito a "concludere" perchè questa inaffidabilità inibiva il suo coinvolgimento affettivo, la sua spinta all'incontro sessuale che infatti si fonda anche sull' intesa emotiva e la possibiltà che l'altro sia accessibile affettivamente. Pertanto è utile per lei chiedersi come mai associa il suo sentirsi sbagliato ad una situazione di fallimento nella permormance, ignorando invece il suo vissuto di titubanza che invece può essere molto prezioso in quanto può restituirle una prospettiva diversa su di lei, sulle donne e anche sulle relazioni sentimentali in generale. Ci pensi. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Necessito di un consulto?
Apri domandaBuongiorno Lorenzo, Dal suo racconto emerge una certa maturità e motivazione alla progressione personale. Considerando la sua giovane età mi sembra che la possibilità di intraprendere un percorso psicologico, possa rappresentare una preziosa occasione di crescita personale. Infatti la relazione terapeutica attiva una conoscenza esperienziale su se stessi che risulta essenziale nella comprensione del proprio malessere e soprattutto delle risorse che ognuno ha a disposizione per stare meglio. Resto a sua disposizione Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Crisi dopo mio tradimento
Apri domandaBuona sera Angela, mi sembra che lei tenda ad attribuire la responsabilità del suo tradimento al fatto che venisse trascurata dal suo ragazzo. Questo è sicuramente possibile, ma è importante comprendere che il tradimento è un evento che riguarda la coppia nella sua interezza, quindi entrambi i partner lo determinano seppure con ruoli e funzioni diverse. Quindi è essenziale che lei comprenda come mai il suo ragazzo l'ha trascurata. Glielo ha fatto notare, manifestava il suo disagio? Indipendentemente dall'episodio narrato, è utile per lei porsi delle domande più generali sulla relazione: è una relazione soddisfacente per entrambi? comunicate efficacemente soffermandovi sui vostri stati d'animo? c'è condivisione? Se mancano questi aspetti, è difficile costruire una relazione soddisfacente anche con l'altro ragazzo che ha citato. Inoltre, cosa intende per "estraniarsi"? è una condizione che necessita di un maggiore approfondimento anche in relazione alla sua età. Dalla sua descrizione non è chiaro a cosa possa riferirisi questo sintomo. Le capita solo quando si trova col suo ragazzo o anche in altre occasioni? Come vede, la situazione che ha descritto necessita di un maggiore approfondimento per essere compresa ed affrontata efficamente. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Penso di avere un problema grave e psicologico
Apri domandaBuona sera Marco, mi sembra che lei tenda a colpelizzarsi molto, ritenendosi anche "una delusione" per suo padre. Da dove originano questi pensieri di autosvalutazione? hanno sempre accompagnato la sua vita o si sono acuiti dopo la maorte di suo padre? Che tipo di rapporto aveva con suo padre e come si sono modificati gli equilibri della famiglia dopo la sua morte? Mi sembra di capire che la sua attuale condizione di sofferenza si possa ricondurre in parte alla perdita di suo padre e anche ad aspetti della sua personalità che sono emersi in concomitanza con questo lutto. Come mai, ad esempio, non può mostrare la sua vulnerabilità e dolore ai suoi familiari? immagino che sia stato sempre così, ma oggi è più faticoso perchè c'è un lutto di mezzo, esperienza che può essere trumatica per tutti. Come mai non si può concedere pianto e dolore fino a che non si sentirà meglio? inoltre ha parlato di componente "genetica" nella malattia che ha colpito suo padre e che potrebbe colpire lei. Mi sembra che questo pensiero sia una fonte significativa di ansia per lei e rimanda a tutti i suoi vissuti e significati sulla malattia in generale. Quindi, da ciò che ha narrato, la sua condizione di malessere sembra attribuibile essenzialmente all'impossibilità di condividere le sue preoccupazioni e sofferenze con qualcuno, esperienza che potrebbe restituirle un po' di serenità anche perchè potrebbe portare al di fuori di Sè contenuti affettivi complessi e faticosi da gestire da soli. Come mai non può condividere tutto questo con qualcuno? Ha paura del giudizio dell'altro? Come può notare, la situazione presenta diversi aspetti da analizzare in modo più ampio e complesso per poter capire come affrontarla e risolverla. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Bisogno di controllo ossessivo del partner
Apri domandaBuon giorno Alessio, per poter modificare questo comportamento che le crea disagio, è importante approfondire la sua attuale situazione in modo da capire da dove origina la sua ossessione e che funzione svolge. Lei ha fatto riferimento ad un "prima" in cui vi amavate. Cosa è successo oggi che la spinge a controllare la sua partner? Come si sente se non riesce ad ottenere questo controllo e soprattutto, una volta ottenuto, come si sente? è rassicurato da questo?da quanto tempo sente questa necessità? Inoltre, come si sente in generale lei? ha una vita soddisfacente? Può condividere le sue preoccupazioni con la sua compagna? Quello che lei ha descritto è un sintomo che rimanda ad un disagio più profondo ed è da considerarsi un elemento prezioso per la sua vita, poichè le sta dando l'occasione di fermarsi e capire più a fondo come si sente e stimola una maggiore riflessione sulla sua relazione di coppia. Quindi, per calmarsi, può iniziare accettando queste sue preoccupazioni e comprendendo il loro significato nella sua vita. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Perché non rendo più come vorrei?
Apri domandaBuon giorno Chiara, mi sembra una persona molto determinata nel perseguire i suoi obiettivi professionali, e dal suo racconto percepisco che lei possa trarre il suo valore personale ed autostima solo dal superamento di questo concorso. Uno dei meccanismi principali con cui agisce l'ansia è proprio quello descritto da lei: inseguire un unico obiettivo senza potersi prefigurare alternative o situazioni diverse nel caso in cui ciò non avvenga. Quindi è importante per lei chiedersi come mai non può fallire? cosa succede se fallirà? teme di deludere qualcuno oltre a se stessa? La sua mente "si rifiuta di dare seguito al suo volere" proprio perchè è imprigionata da pensieri che la intimoriscono e incrementano la sua ansia, e poi il raggiungimento dell'obiettivo che si è prefissata è investito di preoccupazioni, non di emozioni piacevoli, si configura più come un dovere a cui ottemperare più che un piacere da conseguire con felicità e passione. Le nostre energie mentali risentono molto di queste dinamiche conflittuali e ciò lo può notare nel calo di concentrazione che ha riferito. Quindi, comprendo che possa essere "esausta" ed affaticata, reazione conseguente alla tensione che prova nel perseguire l'obiettivo. Inoltre, sembra che il superamento del concorso sia prioritario nella sua vita e non ci sia spazio per altro, circostanza che accresce l'ansia poichè il buon funzionamento di una persona si fonda su un equilibrio tra obiettivi professionali e vita affettiva. Può condividere queste sue preoccupazioni con qualcuno? Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Crisi coniugale. Mia moglie quasi mi ignora. Come fare?
Apri domandaBuon giorno Emanuel, ha tracciato un quadro molto dettagliato della sua situazione e mi sembra che abbia una buona flessibilità mentale che le consente di porsi nei panni di sua moglie, sforzandosi di comprendere ed accettare il suo atteggiamento di rifiuto. Tuttavia, "mettere a tecere i suoi moti d'orgoglio" può essere molto nocivo a lungo andare sia per lei e che per la coppia, perchè percepire costantemente un rifiuto da parte del partner induce sensazioni molto negative, come infatti ha già intuito lei. Da ciò che ha descritto, mi sembra di capire che sua moglie tenda a mantenere una distanza fisica con lei e non si faccia coinvolgere molto a livello fisico, aspetto che credo si possa rilevare anche in altri aspetti della sua personalità, indipendentemente dall'amore che prova per lei. Quindi, considerato che sua moglie non vuole affrontare il problema con uno psicologo anche perchè lei non lo percepisce affatto come problema, le consiglio di intraprendere un suo percorso individuale che possa aiutarla a comprendere meglio la situazione coniugale ed individuale. Una terapia individuale può aiutarla a capire cosa sia meglio fare rispetto a sua moglie. Spesso accade che il coniuge restio ad intraprendere una terapia di coppia, notando un cambiamento di atteggiamento nel partner in terapia, si convinca poi ad iniziare un percorso di coppia. Quindi, come vede, le possibilità sono tante. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Non vado più d'accordo con mia madre
Apri domandaBuon giorno Carla, il suo racconto è molto denso e complesso, denota la sua forza nell'affrontare la situazione descritta. Considerando la complessità di quanto ha narrato, le consiglio di rinforzare la sua spinta vitale verso l'autonomia e la crescita chiedendo un supporto psicologico che possa sostenerla nel suo percorso di autonomia. Inoltre, è importante per lei richiedere un consulto per poter elaborare le emozioni suscitate dall'atteggiamento distanziante e svalutante di sua madre. Nonostante lei disponga di risorse significative per la sua evoluzione personale, allontanarsi fisicamente da sua madre le consentirà di risolvere la sua situazione solo in parte, perché rimarranno attive le sue sensazioni spiacevoli inevitabilmente suscitate dal ricordo di quanto accaduto. Spero che possa risolvere per il meglio la situazione Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Problemi di erezione: come risolverli?
Apri domandaBuongiorno Arturo, Comprendo il suo disagio perchè l'incontro sessuale con il partner amato è un'esperienza molto intensa affettivamente e rappresenta uno spazio privilegiato in cui avvicinarsi a livello intimo con l'altro. Quindi, dal momento che la sua disfuzione erettile sembra una difficoltà persistente e duratura, bisogna comprendere in che modo questo sintomo intende manifestare un suo disagio più profondo. E' infatti importante per lei comprendere come mai accade e quali vissuti si associano ad esso, ad esempio timore di deludere le aspettative della sua fidanzata, paura di non eseguire una performance perfetta, completamente soddisfacente per sè e la sua fidanzata. In ogni caso, mi sembra che lei tenda ad attribuirsi quasi eslusivamente la responsabilità della crisi con la sua ragazza. E' essenziale per lei compredere che, pur essendo la disfunzione erettile un disagio significativo, non può rappresentare il motivo esclusivo della vostra crisi i cui motivi vanno indagati anche in altre aree di funzionamento della vostra coppia. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Sentirsi vuoti e insensati
Apri domandaBuon giorno Andrews, dal suo racconto emergono diversi aspetti da approfondire che possono essere utili per comprendere come mai sperimenti la condizione descritta e quali risorse ha a disposizione per giungere ad una condizione di benessere. Può considerare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo che la aiuti in questo lavoro rispetto al quale percepisco, nonostante la descrizione fatta di se stesso, una forte spinta vitale. Può essere utile per lei, intanto, chiedersi come mai ha deciso di chiedere aiuto ora, visto che è una situazione che va avanti da "anni". Cosa è successo oggi che l'ha spinta a chiedere aiuto? Ciò può essere utile per rinforzare la sua motivazione al cambiamento ed orientare il suo lavoro terapeutico. Cordialmente Dottt.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Tipologia di psicologo da scegliere
Apri domandaBuonasera Giorgio, Da ciò che narra mi sembra che la soluzione migliore sia proporre una terapia familiare che aiuti tutti i componenti della famiglia a capire cosa stia succedendo e a trovare un nuovo assetto familiare. Infatti sua nipote sembra farsi carico del malessere che riguarda tutta la famiglia,manifestando sintomi clinicamente significativi che fungono proprio da segnale d'allarme per tutta la famiglia. Diversamente,una terapia individuale rivolta solo a sua nipote potrebbe intervenire solo sui sintomi,ma non sul sistema famiglia che, come già ha intuito lei, mantiene attivi i disagi della ragazza. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Convivenza interrotta. E' il preludio della fine di un rapporto?
Apri domandaBuona sera Orazio, comprendo la sua titubanza rispetto alla situazione che ha descritto perchè sembra che entrambi abbiate così evitato di prendere una decisione più drastica, prendendo tempo. Nel senso che concordo con lei quando afferma che "due persone che si amano cercano di stare insieme e di superare i loro problemi", ma rimanendo nella coppia. La vostra decisione di valutare la relazione uscendo dalla relazione stessa, sembra rappresentare un esercizio intellettuale che vi allontana emotivamente e che al contempo vi rassicura rispetto alla presenza dell'altro. Come mai, non è possibile prendere una decisione netta rispetto alla vostra relazione? Per cercare di comprendere questo può esserle utile esplorare le motivazioni che hanno dato vita alla coppia e quindi ciò che vi ha legato e vi lega ancora. In che modo questi aspetti si sono modificati nel corso della relazione? Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Solo delusione?
Apri domandaBuongiorno Fender, Da ciò che racconta mi sembra di capire che il suo Doc è ancora attivo,non è stata compresa la funzione che esso assolve nella sua vita e il suo significato, ecco perché ancora oggi prova ansia. Quindi comprendo il suo disagio rispetto al comportamento della sua ragazza,che non può essere "metabolizzato" ripetendosi semplicemente che "lasciar correre aiuta a vincere i dubbi". Infatti i suoi dubbi attuali si collegano alla mancanza di sicurezza che sperimenta nel contesto della sua relazione affettiva. Come mai non può fidarsi della sua ragazza? Le è già successo in passato con altre ragazze? L'assenza di fiducia nel partner giustifica la sua sensazione di non "attaccamento", ma ora per lei è importante comprendere come mai ciò accade. Ciò è importante perché anche se lei stabilisse una relazione con un altra ragazza, i meccanismi che ha descritto ora sarebbero simili e si troverebbe a soffrire nuovamente. Quindi può valutare la possibilità di rivolgersi nuovamente ad uno psicologo per approfondire questi aspetti. Le auguro di risolvere per il meglio la sua situazione. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Lui non vuole figli
Apri domandaBuongiorno Daniela, La situazione che ha descritto presenta diversi spunti di riflessione sulle modalità interattive in cui si è organizzata la vostra relazione. Nel senso che, indipendentemente dalla questione descritta è importante per lei chiedersi in che modo la vostra coppia affronta le inevitabili diversità di punto di vista. È possibile confrontarsi ampiamente sulle questioni o il suo compagno tende a chiudere il dialogo così come ha descritto ora? Forse questa chiusura perentoria da parte del suo compagno alimenta parte della sua frustrazione. Inoltre ha avuto modo di manifestare al suo compagno i suoi vissuti ed il significato che potrebbe assumere per lei e per la coppia un figlio? Come interpreta la posizione assunta dal suo compagno riguardo alla possibilità di avere un figlio? Mi sembra che lei sia proiettata su un'evoluzione della coppia che contempli la possibilità di una famiglia,mentre il suo compagno è restio. Oltre alla perdita di sonno,immagino che ci siano altri timori attivati in lui dalla nascita di un figlio. Può provare ad avvicinarsi a lui cercando di accogliere questo suo vissuto e condividerlo. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Che fine hanno fatto le emozioni?
Apri domandaBuon giorno Gennaro, comprendo il suo disagio perchè le emozioni ci fanno sentire vivi e ci qualificano come esseri umani, quindi ecco perchè si percepisce come "robot estraneo". Detto ciò, considerando che ha già svolto un percorso terapeutico, immagino che abbia già avuto modo di ripercorrere le tappe fondamentali e significative della sua vita, ma è riuscito ad attribuire loro un significato? Da quanto tempo si sente così? E' successo altre volte nella sua vita? Da ciò che narra, mi sembra che la sua situazione si possa configurare come una sorta di chiusura/rifiuto per protesta rispetto alle delusioni che ha provato, una sorta di anestesia emotiva funzionale a proteggerla da eventuali altre delusioni, perciò del tutto comprensibile e coerente con quanto ha narrato. quindi forse è opportuno approfondire ciò, ossia le modalità che lei adotta per affrontare le delusioni in generale. Inoltre, come descrive la sua vita attuale? Nel senso che lei ha parlato solo della sua famiglia d'origine, non ha menzionato amici, situazione lavorativa o sentimentale. Ci sono diversi spetti da approfondire per poter comprendere il disagio che ha riferito, e come lei già immaginerà questo spazio non ci censente di farlo, quanto piuttosto può aiutarla ad orientare le sue scelte. Quindi, può valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo se si sente pronto a conoscersi meglio. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come combattere l’ansia?
Apri domandaCaro Gianmarco, la sua richiesta di mandare via l'ansia non si può realizzare semplicemente perchè l'ansia assolve la funzione di sintomo che richiede la sua attenzione sulla sua situazione psicofisica in generale, proprio come sta accadendo ora. L'ansia infatti è presente in tutti noi e può diventare fastidiosa e fonte di malessere quando supera un certo limite, come nel suo caso. Ciò significa che i sintomi d'ansia da lei descritti stanno cercando di comunicarle qualcosa rispetto alla sua salute psichica e fisica, rimandano ad una condizione di malessere più ampia che attende di essere accolta, compresa e affrontata. Quindi ciò che può fare è cercare di comprendere che significato assolvono i sintomi di ansia da lei descritti, come si sente in generale nella sua vita. Come si sente da quando è terminata la scuola, momento in cui si è acuita l'ansia? Terminato questo lavoro di esplorazione sui significati dell'ansia, può procedere, magari con l'aiuto di uno psicologo, ad acquisire strategie nuove che le consentano di gestire l'ansia in moda da accoglierla, comprenderla e successivamente elaborarla. Come vede, imparare a gestire l'ansia è un lavoro che le consente di conoscere meglio sé e le sue risorse, compresa la sua stessa ansia, che se viene gestita efficacemente, rappresenta essa stessa un punto di forza per lei. In questo modo sarà lei ad imporre una direzione alla sua ansia, e non ne sarà più assoggettato come ha riferito ora. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Dopo 10 anni il mio ex è ancora nella mia testa. Come posso dimenticarlo?
Apri domandaBuona sera Maria, da ciò che narra il suo malessere deriva dalla sua difficoltà ad elaborare il lutto relativo alla perdita del suo ex ragazzo. Quindi è importante per lei comprendere cosa la lega a quella situazione e come mai non riesce a integrarla come un'esperienza affettivamente significativa conclusa e quindi andare avanti. C'è probabilmente qualcosa di irrisolto che le impedisce di distogliere lo aguardo da questa relazione. Bisogna quindi esplorare più ampiamente i vissuti attivati in lei da questa esperienza e il modo in cui vengono interpretati e influenzano la sua attuale condizione di vita. Per fare questo lavoro, può richiedere aiuto ad uno psicologo che potrà supportarla e comprenderla. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Stanchezza psichica, ansia
Apri domandaBuona sera Eleonora, la situazione che ha descritto rispetto ai deficit attentivi e mnestici richiede un accertamento più approfondito a livello medico che possa escludere un coinvolgimento delle strutture cerebrali e neurologiche deputate al controllo di queste funzioni. Quindi le consiglio innanzitutto di riferire quanto ha narrato al suo medico di famiglia che valuterà l'eventualità di prescriverle esami tipo EEg, TAC ecc. che consentono di accertare la sua condizione mentale a livello neurofisiologico. In questo modo potrà sapere in che misura intervengono fattori psicologi nell'origine e mantenimento dei sintomi descritti. Poi, per quanto concerne invece "il pensiero fisso " che la tormenta riguardo alla sua condizione di verginità, andrebbe analizzata la natura profonda di questo malessere che potrebbe collegarsi, seppur indirettamente, ai sintomi che ha descritto e si inquadra sicuramente nella situazione di insicurezza che si è riconosciuta lei stessa. In ogni caso è consigliabile che approfondisca questi suoi vissuti e che valuti la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo in modo da affrontare in una prospettiva più ampia la sua condizione fisica e psichica. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Soffro di vomito collegato all'ansia e periodi di depressione da quasi quattro anni
Apri domandaBuonasera Virginia, La situazione che ha descritto presenta diverse criticità che devono essere opportunamente analizzate e comprese affinché lei possa ritrovare una condizione di equilibrio e benessere. Quindi, può valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo per affrontare le sue ansie e "paranoie" che, come ha già intuito lei, non possono essere gestite attraverso l'uso di sostanze psicoattive. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ho deciso di lasciarlo ma ho il terrore della sua reazione.
Apri domandaBuongiorno Libera, Mi fa piacere sapere che ha trovato il coraggio di utilizzare questo spazio per esternare il suo malessere, passo essenziale per rendersi più consapevole della situazione. Considerata la complessità e delicatezza di quanto ha descritto,le consiglio di rivolgersi al consultorio vicino casa che saprà indirizzarla verso il centro antiviolenza più vicino. Qui le sapranno consigliare come muoversi e quindi cosa sia più opportuno fare o non fare, in moda sentirsi al sicuro. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Relazione e sesso con mio cognato
Apri domandaBuongiorno Raffaella, Per fare chiarezza sulla situazione e su eventuali decisioni da prendere è necessario che lei comprenda quale funzione svolge nella sua vita la relazione con suo cognato. È solo un'intesa sessuale? Che posizione assume lui rispetto alla vostra relazione? Quali sentimenti prova lei per lui? Ha parlato anche di "tristezza" e intuisco un certo disagio suscitato in lei dalla malattia di sua cognata. Quindi, da ciò che narra mi sembra importante per lei riuscire a fare chiarezza sulle vostre rispettive posizioni ed aspettative in base alle quali orientare il vostro comportamento. Infine, dal suo racconto sembra emergere un vissuto di resa rispetto alla relazione con suo marito, situazione irrisolta che attiva il suo malessere nonostante il contatto con suo cognato o altri eventuali futuri uomini. Quindi, mi rendo conto che sia difficile e doloroso per lei, ma se non affronta la situazione con suo marito, qualsiasi altra relazione sarà vissuta in modo clandestino ed evocherà sentimenti contrastanti che le impediranno di vivere serenamente le sue scelte. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Scarsa autostima, serve uno psicologo?
Apri domandaBuongiorno Serena, Comprendo il suo timore di essere giudicata da uno psicologo e potrei scrivere qui molte cose che potrebbero aiutarla a comprendere come questa sua paura sia infondata. Ma credo che nella valutazione di questa possibilità, sia più importante per lei esplorare le emozioni associate ad un eventuale relazione terapeutica, considerando ciò che ha narrato rispetto alle sue difficoltà relazionali. Inoltre, può esserle utile chiedersi come mai proprio in questo momento della sua vita percepisce la necessità di un aiuto, considerando che il disagio descritto perdura da anni. Infine, che aspettative nutre riguardo ad una psicoterapia? Come si immagina la situazione? Consideri che le nostre aspettative orientano le nostre scelte e anche la percezione di ciò che accade. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Lui frequenta chat e cam erotiche
Apri domandaBuongiorno Reika, L'abitudine del suo compagno è stata determinata dalla crisi precedente descritta, ma solo in parte. Infatti, è possibile che la visione di chat si sarebbe comunque manifestata e magari era presente anche in passato. Ciò mi fa ipotizzare che il suo compagno abbia una tendenza più generale ad isolarsi e ad allontanarsi nel momento in cui il contesto relazionale diventa stressante o frustrante. Quindi, indipendente mente dalla tendenza descritta, è opportuno che vi confrontiate più ampiamente sulla vostra relazione. Mi rendo conto che vivere crisi è faticoso e spiacevole, ma esse rappresentano momenti di evoluzione nella coppia che si ama, proprio come la vostra. In ogni caso, se lo ritiene opportuno può valutare la possibilità di farsi sostenere da uno psicologo che possa aiutarvi a comunicare più efficacemente, prerogativa essenziale nel raggiungimento di una piena soddisfazione di coppia e anche individuale. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Onicotillomania: si può uscirne con la psicoterapia?
Apri domandaBuon giorno Jead, le confermo l'esattezza delle sue informazioni diagnostiche riguardo al sintomo descritto. Esso è la manifestazione sintomatica di un disturbo d'ansia più ampio di cui è opportuno indagare le origini e i meccanismi di mantenimento. Quindi effettuare un consulto psicologico può aiutarla ad acquisire strategie efficaci nella remissione del sintomo proprio perchè farà un lavoro più profondo sulle cause che lo hanno determinato. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Timidezza e difficoltà relazionale
Apri domandaBuongiorno Elena, da ciò che narra credo che il suo problema sia legato soprattutto ad una sua difficoltà nel manifestare le sue emozioni che viene appunto scambiata per "freddezza" e anche ad un disagio nelle circostanze che implicano una relazione di gruppo che non sia esclusivamente individuale come quella di coppia all'interno della quale si sente forse più protetta. Quindi, per cambiare il modo in cui percepisce Sè stessa e gli altri è necessario che comprenda nel profondo come mai prova questa difficoltà che, da ciò che narra, non si rileva nella relazione di coppia, aspetto interessante e potenzialmente utile per ridefinire un quadro del suo Sè più ampio e complesso. cosa ne pensa il suo compagno di ciò? è d'accordo con lei? la rende sicura? Ha parlato di insurezza nel momento in cui si prospetta l'eventualità di ricevere un giudizio da altri: in che modo ciò la rende insicura? cosa prova? Come vede, il problema che ha descritto richiede un'attenta analisi e valutazione globale della sua vita per poter comprendere come si sia creato e a cosa sia servito fin'ora. Infatti, considerando che questa difficoltà l'accompagna ormai da diversi anni, come mai ha deciso di affrontarla proprio ora? cosa sta succendo nella sua vita? Richiedere una consulenza individuale potrà aiutarla a chiarire questi aspetti, giungere ad una conoscenza più approndita ed ampia di Sè stessa e quindi acquisire maggiore sicurezza. Cordialmente Dott. ssa Anna Marcella Pisani...
Crisi di coppia
Apri domandaBuona sera Manola, mi rendo conto che lei ora si trovi in una situazione difficile anche perchè l'abuso di alcol mi suggerisce una tendenza ad isolarsi che suo marito mette in atto per tollerare/dimenticare le sue preoccupazioni. Quindi, immagino che si senta anche sola ed impotente rispetto al problema che suo marito sembra non riconoscersi. Quindi le cosiglio innanzitutto di rivolgersi al consultorio di zona che potrà aiutarla a sapere come muoversi, quindi cosa sia più opportuno fare o non fare, indirizzarla verso centri specializzati in dipendenza da alcol. Tenga duro così come ha fatto finora e vedrà che con il supporto giusto ritroverete la serenità persa. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Il dolore di un figlio
Apri domandaBuonasera Claudia, Percepisco dal suo racconto un profondo senso di colpa per aver condiviso il suo disagio con sua figlia. questa condizione mi sembra paralizzante per lei e blocca ogni possibilità di evoluzione per lei e per sua figlia. il suo senso di colpa è del tutto comprensibile, ma va attribuito ad esso il significato ed il peso che le consentirà poi di perdonarsi e riconciliarsi con se stessa. Immagino che abbia coinvolto sua figlia perché in quel momento lei si sentiva sola e necessitava di un contenimento affettivo, un'accoglienza che sua figlia ha saputo offrirle. Quindi, considerando che quanto ha descritto non si può cambiare, è utile ora per lei utilizzare questa esperienza per indagare più a fondo il suo disagio individuale e coniugale in moda da evitare, in futuro che si verifichi nuovamente l'inversione di ruolo con sua figlia. Solo così potrà aiutarla, mostrandole concretamente che si sta impegnando per sentirsi più sicura ed in grado di soffrire mantenendo il suo ruolo di madre. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia depressione e cannabis
Apri domandaBuona sera Alessia, la questione che lei pone presenta diverse criticità che cercherò di analizzare in base agli elementi che ha fornito. Innanzitutto le posso confermare che l'intenzione di ridurre o smettere l'assunzione di cannabis è un lavoro faticoso che risulta notevolmente appesantito se, come nel suo caso, si è costretti a frequentare altre persone che ne sono dipendenti. Quindi, alla sua volontà è necessario associare alcuni accorgimenti pratici, tipo ridurre, per quanto le è possibile, i contatti con i suoi coinquilini mentre la assumono. Concordo con lei quando dice che l'assunzione di cannabis "annulla come essere umano" anche perché riduce gradualmente il numero dei neuroni, quindi è un danno tangibile di cui penso sia già a conoscenza. Inoltre, tengo a precisare che la cannabis non aiuta ad affrontare i sintomi d'ansia, quanto piuttosto da l'illusione che scompaiano perché intorpidisce la nostra coscienza e ha un effetto sedativo inibente che non è certo di aiuto per l'elaborazione dei contenuti affettivi. Per quanto concerne i farmaci, comprendo la sua posizione di rifiuto considerando l'esempio di sua nonna. A tale riguardo posso dirle che una corretta terapia farmacologica non può perdurare così a lungo e necessita di continui controlli finalizzati proprio ad una graduale riduzione e poi cessazione nell'assunzione dei farmaci. Quindi, se può, verifichi se sua nonna è seguita in questo senso, in moda da salvaguardare la sua salute psicofisica. Infine, se chiederà aiuto al consultorio è probabile che la inviino al sert, il contesto terapeutico più adeguato al suo problema, questo è il rischio che corre: ricevere cure adeguate ed un supporto psicologico specializzato che l'accompagni in questo percorso. Pertanto, ciò che deve fare ora è semplicemente valutare il suo livello di motivazione nell'affrontare questo percorso. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
genitori separati
Apri domandaBuona sera Davide, da ciò che ha narrato mi sembra di intuire che la coppia genitoriale sia in accordo e disposta al dialogo, condizione che rappresenta di per sè un elemento funzionale alla serenità dei vostri figli. Quindi, se già adottate un sistema molto flessibile tipo le telefonate, potete provare ad introdurre la vostra presenza fisica se è richiesta da loro. E' importante però esplicitare sempre con chiarezza che la situazione di separazione permane in modo da evitare eventuali illusioni o fraintendimenti che si potrebbero creare nel momento in cui vengono stravolti i consueti ritmi a cui sono ormai abituati i bambini. Se lo ritenete opportuno, potete richiedere una consulenza psicologica che potrebbe aiutarvi nell'organizzazione di ciò. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mia madre non accetta il mio dimagrimento
Apri domandaBuon giorno Noemy, potrebbe essere utile avvicinarsi a sua madre cercando di capire cosa teme in particolare nel momento in cui perde peso. Che significato attribuisce a questa preoccuapzione che sembra non avere riscontri fisici o ricadute sulla sua salute? Quindi, se lei è soddisfatta della sua attuale forma fisica e non ha intenzione di dimagrire ulteriormente, può rassicurare sua madre dicendole questo. Inoltre, secondo lei come mai sua madre è così preoccuapta per questo? ci sono stati episodi/esperienze in famiglia che glielo ricordano? Come si sente lei rispetto alla disapprovazione/critica di sua madre? è un suo stile relazionale consueto o accade solo per questa questione? che tipo di rapporto avete in generale? Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Il mio ragazzo non ha piacere a stare molto tempo con me
Apri domandaBuon giorno Giulia, comprendo la sua difficoltà, ma ha provato a chiedere esplicitamente ciò al suo ragazzo? un confronto ampio e sereno sulla questione potrebbe svelarle meccanismi e punti di vista assunti da lui che al momento non conosce. Che tipo di persona è il suo fidanzato? é affettuoso quando vi vedete? forse è molto concentrato sull'università e teme di distrarsi concedendosi troppo tempo con lei? In ogni caso, è opportuno che manifesti le sue titubanze in modo che possiate concordare modalità relazionali soddisfacenti per entrambi. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Traumi passati, nuove bugie, come affrontarle?
Apri domandaBuon giorno Francesco, concordo con lei quando dice che "la fiducia è tutto" in una relazione affettiva, perchè quando si ha sensazione che non ci si possa fidare l'equilibrio di coppia è compromesso, come nel suo caso. Quindi, una prima cosa che può fare è chiedere esplicitamente alla sua ragazza come mai ha fatto una cosa diversa rispetto a ciò che le aveva detto. Ma questa informazione potrebbe riusultarle insufficiente, visto che tende ad insospettirsi in relazione alle sue esperienze precedenti. Pertanto, è opportuno che lei esplori questi suoi sentimenti altrimenti, qualsiasi ragazza incontrerà, anche la più onesta e sincera, sarà investita dai suoi dubbi e ciò comprometterà inevitabilmente la soddisfazione di coppia e anche il suo benessere individuale. Può considerare la possibilità di richiedere aiuto ad uno psicologo che possa comprendere con lei le motivazioni sottese alla sua sofferenza e liberarla dal malessere attuale. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Chi ho davanti?
Apri domandaBuon giorno Amalia, mi rendo conto che possa essere difficile affrontare direttamente un discorso con la sua amica, ma è l'unica strada per fare chiarezza sui comportamenti descritti che se non affrontati potrebbero degenerare e compromettere ulteriormente la vostra amicizia. Da ciò che narra, mi sembra che lei tema la sua amica e che non si senta in grado di affrontare una discussione alla pari. Come mai? Le succede anche con altre persone che manifestano comportamenti simili a quelli della sua amica? inoltre, ha avuto modo di verificare se la sua amica, da quando ha iniziato a manifestare questi comportamenti, abbia qualche problema personale che lei non conosce. Un modo alternativo per comprendere le motivazioni sottese ai comportamenti descritti, può essere prioprio quello di chiederle come sta, come si sente, centrando quindi l'attenzione sulla condizione della sua amica e non sugli effetti prodotti su di lei dai comportamenti descritti. In questo modo, la sua amica potrebbe sentirsi accolta e non accusata di essere aggressiva o critica, e quindi pensare di condividere con lei i suoi problemi, confronto che potrebbe esserle utile per dare un senso ai comportamenti descritti. Cordialmente Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Non so che cosa pensare
Apri domandaBuon giorno Elisa, la situazione emotiva che ha descritto presenta diverse criticità che pensare di affrontare in questo spazio sarebbe illusorio. Da ciò che narra, il suo malessere è radicato e profondo e richiede per questo una particolare attenzione in un contesto di consultazione consono in cui lei possa affrontarlo e comprenderlo in modo ampio ed approfondito, soprattutto in riferimento all'ideazione suicidaria di cui ha parlato. Ha pensato di rivolgersi ad uno psicologo? Le auguro di risolvere al più presto la sua situazione Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Senso di colpa
Apri domandaBuon giorno Beatrice, comprendo la sua difficoltà anche perchè da ciò che narra, mi sembra che lei abbia costruito un'immagine di sè conforme agli insegnamenti provenienti dai suoi genitori. Quindi, contravvenire ad essi, può rappresentare per lei, una sorta di disobbedienza a cui può seguire la disapprovazione dei suoi genitori. Perciò, può essere importante per lei chiedersi che significato assume il rispetto delle regole genitoriali e cosa teme nel caso in cui ciò non avvenga. Rischia di essere isolata e criticata? Che rapporto ha con la critica altrui? Questo meccanismo si attiva anche in altri ambiti della sua vita? La consapevolezza razionale di cui parla lei quando dice "completa idiozia", può essere insufficiente per superare il malessere che ha descritto, perchè è importante comprendere le motivazioni profonde sottese al suo senso di colpa, operazione essenziale nella elaborazione dello stesso e nell'acquisizione di una condizione di autonomia e libertà interiore. Cordialmente Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mio figlio non mi vuole
Apri domandaBuon giorno Vanessa, comprendo il suo disagio nel sentirsi rifiutata da suo figlio nonostante la fatica del suo lavoro. Concordo perfettamente con lei quando dice che il papà non deve "contraddire" lei soprattutto in presenza del bambino, perchè così facendo rinforza la dinamica da lei descritta. Detto ciò, può essere utile per lei affrontare più ampiamente con suo marito la questione per poter capire se può porsi come suo alleato e non antagonista nelle cure di suo figlio. Se questo sistema non si modificherà, suo figlio continuerà ad individuare suo marito come la figura preferenziale di riferimento forse anche perchè è lui che trascorre più tempo col bambino. Se si riequilibrerà la situazione con suo marito, vedrà che suo figlio pian piano riconoscerà anche lei nel suo ruolo di figura di riferimento. Infine, nel frattempo, può cercare di entrare in relazione con suo figlio cercando di capire quali sono i giochi che preferisce e le modalità interattive a cui è abituato, ma con discrezione e rispettando i suoi tempi. Consideri che suo figlio è molto piccolo, quindi può modificare anche in modo significativo, un sistema di relazione che ora le sembra così statico e immobile. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Bambino di 20 mesi ingestibile
Apri domandaBuon giorno Maria Grazia, da ciò che descrive mi pare di capire che suo figlio abbia a disposizione molte energie che al momento non vengono utilizzate completamente e quindi tende ad essere esplosivo. Questo tipo di comportamenti si può manifestare talvolta, quando i bambini molto vivaci, non frequentano il nido, che rappresenta una fondamentale valvola di sfogo oltre a facilitare l'acquisizione di una prima rudimentale capacità di contenere le proprie emozioni perchè ci sono anche le esigenze di altri bambini. Se non può o non desidera iscrivere suo figlio al nido, può provare a coinvolgere qualche altro bambino coetaneo in giochi da svolgere magari nel parco in modo che possa iniziare a sperimentare le relazione con altri. Se lo ritiene opportuno, può richiedere aiuto ad una sua amica o familiare che possa supportarla in queste attività o magari darle un breve cambio nel corso della giornata. Infine, quando rientra suo marito, può provare a coinvolgerlo nell'accudimento del bambino in modo da verificare se anche con altre figure mette in atto questi comportamenti. Anche se ciò non avrà effetti apprezzabili all'inizio, è opportuno che lei non rimanga sola nell'accudimento di suo figlio, situazione di per sè faticosa, anche nel caso in cui suo figlio fosse più tranquillo di come lo ha descritto. Ogni bambino, infatti, per giungere ad uno sviluppo equilibrato ed armonioso, ha bisogno di cure che siano differenziate e che prevedano il contributo di entrambi i genitori, nel rispetto delle esigenze lavorative ovviamente. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Io e la mia gelosia ossessiva. Che fare?
Apri domandaBuon giorno Annalisa, da quanto ha narrato, mi sembra di capire che la sua sofferenza e conseguente gelosia sia attivata dalla distanza cosiderando che svanisce quando vi trovate nella stessa città. Quindi, è probabile che la relazione a distanza sia una situazione difficile e frustrante per lei e che necessiti di una vicinanza fisica costante, prerogativa essenziale per conoscere ed apprezzare una persona. Perciò, mi sembra un'esigenza del tutto comprensibile. Detto ciò, rimane da capire se questa "gelosia ossessiva" si possa manifestare anche se vi trovaste nella stessa città per lunghi periodi. Quindi, si prenda del tempo per cercare di capire la cosa e magari cerchi di sperimentare la relazione in una condizione di maggiore vicinanza e non a distanza, circostanza che può acuire le preoccupazioni e attivare dinamiche di controllo come quella che ha descritto lei. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia e palpitazioni
Apri domandaBuon giorno Stefania, innanzitutto è importante fare chiarezza sulla sua terapia farmacologica: è supervisionata da uno psichiatra? questo è molto importante perchè una terapia farmacologica efficace si basa su una supervisione costante dello stato psicofisico del paziente, in modo da aggiornarla eventualmente in base alle esigenze dello stesso. Passando poi alla descrizione sintomatologica che fa di se stessa, mi sembra che abbia inserito diverse categorie diagnostiche che però la allontanano dalla conoscenza autentica di Stefania come persona, quindi come si sente, cosa preferirebbe fare e con chi. Può contare sull'aiuto o supporto di qualcuno? Se desidera conoscere più a fondo Stefania e le sue esigenze profonde, valuti la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo che possa accompagnarla in questo percorso di conoscenza di Sè che le farà comprendere il significato autentico dei sintomi descritti. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Storia morta in partenza?
Apri domandaBuon giorno Maddalena, comprendo la sua sofferenza, ma come mai ha l'esigenza di conoscere le motivazioni e cause che hanno indotto il suo compagno ad assumere i comportamenti descritti? Quindi può essere utile per lei chiedersi quale funzione possono svolgere nel superamento della "delusione devastante" eventuali conoscenze o acquisizioni su di lui, anche in considerazione del fatto che ha intenzione di svolgere un percorso di psicoterapia individuale. Anche se riuscisse a comprendere le cause dei comportamenti descritti, potrebbe riferirle alla situazione circoscritta e all'uomo specifico di cui ha parlato, non è possibile, infatti, fare generalizzazioni perchè potrebbero risultare grossolane, poco precise e scarsaamente aderenti alla situazione specifica. Di contro, può esserle molto utile, utilizzare gli eventi descritti per riscostruire la sua storia personale e attribuire un significato diverso alla relazione sentimentale alla luce delle acquisizioni a cui giungerà su di Sè e sulle modalità relazionali che adotta interagendo con un evenutale partner. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Padre quasi assente da prima che mia figlia nascesse
Apri domandaBuon giorno Maria Francesca, comprendo la sua difficoltà e provo a darle qualche indicazione pratica. Può proporre al suo ex compagno e ai nonni paterni di mantenere una costanza nelle visite, ossia stabilire una cadenza settimanale che possa risultare prevedibile per sua figlia e che non provochi poi il malessere che ha descritto. I bambini sono molto rassicurati da situazioni che si ripetono con una cadenza prestabilita perchè inducono loro un senso di continuità e prevedibilità. Se poi, non pervenite ad un accordo, può valutare la possibilità di rivolgersi ad un terapeuta che possa aiutarla a gestire più efficacemente la situazione e contemplare l'eventuale coinvolgimento dei nonni paterni e del suo ex. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Cosa potrebbe succedere...?
Apri domandaBuon giorno Sara, dalla domanda che pone mi sembra di percepire un senso di disorientamento rispetto ai cambiamenti che ha descritto. Cosa teme in particolare quando parla di "effetti negativi"? Può essere utile per lei ampliare la prospettiva sulla situazione chiedendosi se ne sia convinta realmente e da quale spinta motivazionale traggano origine i suoi spostamenti. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Citalopram
Apri domandaBuongiorno Anna, è opportuno porsi domande o dubbi sulla terapia farmacologica, quindi le consiglio di esporre le sue titubanze al medico psichiatra che immagino l'abbia prescritta. Consideri che ogni piano farmacologico è personalizzato quindi non è possibile esprimere giudizi senza conoscere la diagnosi precisa che ha orientato il medico a prescrivere quel farmaco. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Psicologia nelle relazioni
Apri domandaBuongiorno Luca, Innanzitutto mi incuriosiva cosa intendesse per "mondo della crescita personale"...di cosa si tratta? è utile sapere questo per poter esprimere un parere sul problema che ha descritto lei. Detto ciò,riguardo alla sua difficoltà nel trovare una ragazza può essere utile per lei chiedersi se la dinamica descritta riesce a ravvisarla anche in altri ambiti della sua vita. In questo caso potrebbe configurarsi come un suo tratto di personalità di cui comprendere significati e funzioni. Inoltre, cosa teme in particolare quando si "demoralizza". Che aspettative nutre riguardo ad un'eventuale relazione? Come se la immagina?Ha avuto modo di confrontarsi con qualche suo coetaneo su questa difficoltà? Potrebbe esserle utile uno scambio di questo tipo. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Attacchi di panico
Apri domandaBuongiorno Arianna, Se il suo ragazzo si è rivolto ad una psicoterapeuta immagino che abbia proposto una psicoterapia associata a farmacoterapia proprio perché magari il disturbo è severo. Il suo ragazzo è disposto ad intraprendere una psicoterapia? Il disturbo da attacco di panico si può infatti curare associando terapia farmacologica e psicoterapia ma è necessario che il soggetto interessato sia motivato a seguire il piano terapeutico in toto, altrimenti la sua efficacia sarà ridotta. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mio figlio non vuole fare nulla con me
Apri domandaBuongiorno Signora, Da ciò che ha narrato il nucleo del problema sta nella relazione con suo marito che sta cercando di rendere vostro figlio un suo alleato nella competizione che ha ingaggiato nei suoi confronti. Ciò indebolisce inevitabilmente la relazione tra lei e suo figlio. Quindi la prima cosa da fare è riequilibrare la relazione di coppia. Altrimenti sarà difficile per lei trovare uno spazio adeguato nel rapporto tra suo figlio e suo marito. Può proporre a suo marito una terapia di coppia e, qualora lui non fosse ancora propenso, non insista. Può invece optare lei per una terapia individuale che possa aiutarla a capire come sia più opportuno gestire la situazione. La sua domanda finale mi lascia intuire una sua sensazione di immobilità della situazione e timore che sia ormai cronica. Consideri che il sistema famiglia non ha mai un equilibrio fisso ed immobile, è naturalmente predisposto ai cambiamenti che sono indotti dalle diverse fasi della vita. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Tipo di psicologo da scegliere
Apri domandaBuongiorno Paola, La scelta di uno psicologo dipende anche dalle aspettative che la persona nutre rispetto alla situazione di consulenza -terapia in generale. Quindi come si immagina la situazione e quanto sia disposta ad affidarsi. Questi aspetti influiranno in modo significativo sull'eventuale scelta, indipendentemente dall'orientamento o formazione dello psicologo. Quindi le consiglio di prendersi del tempo in modo da scegliere con calma e piena consapevolezza. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
il mio compagno ha un figlio
Apri domandaBuongiorno Valeria, Comprendo il suo desiderio di esclusività nel costruire una famiglia tutta sua. Da ciò che narra mi sembra di capire che non sia propensa o pronta ora a dividere il suo compagno con altri bambini o ex compagna. È come se il figlio di cui è già padre il suo compagno rompesse in qualche modo il suo progetto di famiglia ideale costituita solo dal vostro "nucleo". Quindi, è importante per lei fare chiarezza su questi vissuti in modo da fare scelte consapevoli. Ha provato a condividere ciò con il suo compagno? Un confronto con lui potrebbe aiutarvi a capire meglio cosa sia meglio per la vostra coppia. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Problemi con mio figlio
Apri domandaBuongiorno Laura, Da ciò che ha narrato, mi sembra che sia opportuno per lei rivolgersi ad un consultorio che possa prendere in carico la situazione che ha descritto considerando tutte le sue complessità e supportando contemporaneamente lei nella gestione della relazione madre-figlio. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Rapporto tra il mio fidanzato e la gemella
Apri domandaBuon giorno Clarissa, ha provato a manifestare questo suo disagio al suo fidanzato? confrontarsi con lui è il solo modo per modificare in qualche misuara gli equilibri nel loro rapporto, poichè è importante per lei conoscere le motivazioni che spingono il suo fidanzato a richiedere la vicinanza di sua sorella e quindi come mai senta questa necessità. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Omosessualità
Apri domandaBuon giorno Anto, le domande che pone richiedono un'analisi più approfondita che, come lei comprenderà, non può essere effettuata in questo spazio. Quindi, se il suo malessere diventa ingestibile e la dinamica conflittuale che ha descritto dovesse diventare insostenibile per lei, le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutarla a fare chiarezza sulle sue emozioni e soprattutto sul suo orientamento sessuale, aspetto che va oltre la relazione sentimentale contingente. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
ansia ed elaborazione del lutto.
Apri domandaBuonasera Virginia, Immagino il suo disagio considerando che mi sembra sola sia nell'accudimento di sua madre, che nell'elaborazione del lutto di suo padre. Da ciò che narra mi pare di capire che sia una persona molto dedita alla sua famiglia d'origine, una disponibilità da cui però ora si sente "schiacciata" perché divenuta una dimensione esclusiva della sua esistenza. Quindi, credo che sia proprio questo il momento giusto per valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutarla ad elaborare il lutto e parallelamente ricentrare la sua vita a partire da Virginia. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Disturbo istrionico
Apri domandaBuon giorno Camilla, da ciò che narra mi sembra di capire che lei tenda a compiacere l'altro per assicurarsi la sua approvazione e vicinanza, quindi per mantenere la relazione, di qualsiasi livello ed intensità essa sia. Tale meccanismo può essere originato da svariate esigenze, tra le quali ad esempio il timore di rimanere sola o anche la difficoltà a definire una propria immagine di Sè indipendentemente dall'approvazione altrui. Quindi, visto che sembra un suo stile relazionale stabile, fa parte della sua personalità, non è possibile "liberarsene" in modo drastico perchè esso svolge una funzione precisa nella sua vita, è parte di lei ed in quanto tale va accolto e compreso. Pertanto può valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutarla a comprendere il significato di ciò che ha descritto e successivamente acquisire nuove strategie per relazionarsi in modo più autentico a Sè e all'altro. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Bimba chiusa nel suo mondo
Apri domandaBuon giorno Michela, da ciò che ha descritto mi sembra che sua figlia assuma comportamenti tipici di un bambino della sua età che ha sviluppato un attaccamento preferenziale per lei che è la figura di riferimento più costante. Il tipo di legame che ha stabilito con lei è del tutto congruente con il tipo di vita che sta svolgendo la bambina: trascorre molto tempo con lei e immagino che si senta protetta, al sicuro, compresa ed anche stimolata adeguatamente, visto che la descrive come "intelligente, scherzosa". Quindi, ciò che può fare lei ora è semplicemente incoraggiarla, con molta gradualità, ad avvicinarsi di più al papà ed ai nonni magari rimanendo nelle vicinanze e rassicurandola sia verbalmente che con il contatto fisico se lo ritiene opportuno. Inoltre, può iniziare ad affrontare con lei il discorso relativo al nido e pensare di mostrarglielo in modo che abbia il tempo di assumere questa informazione e soprattutto capire che la frequentazione del nido non corrisponde ad una separazione da lei che le vorrà sempre bene. Come già immaginerà, l'ingresso ed inserimento al nido, dipenderanno molto anche dall'atteggiamento che assumerà lei mamma e quindi, è molto importante che vi possiate preparare a questo passo importante nella vita di sua figlia. Potete magari inziare, scegliendo insieme lo zaino che poi dovrà portare all'asilo, e altre cose necessarie. In ogni caso, è fondamentale che la bambina sia resa partecipe e protagonista di questo importante passaggio e che percepisca l'intenzione della madre a favorire questo inserimento. Poichè sua figlia si fida quasi esclusivamente di lei, e ha quasi 3 anni ha già interiorizzato la sua figura di mamma a cui potrà accedere quando sarà al nido. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Amicizia e solitudine
Apri domandaBuongiorno Valentina, Immagino che sia difficile per lei accettare questa condizione di solitudine. Poiché è una condizione che ha sempre contraddistinto la sua vita, come mai proprio ora la percepisce come più intollerabile? Come si sente indipendentemente dalla difficoltà descritta? Da ciò che narra mi sembra di capire che lei tenda ad identificare le relazioni interpersonali come circostanze idealmente perfette in cui non si possono contemplare imperfezioni o conflitti tipici della nostra condizione umana. Come mai ha questa visione pessimista e centrata sugli aspetti negativi? È importante per lei approfondire ciò considerando la sua ideazione suicidaria e la sensazione di depressione di cui ha parlato. Può valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutarla ad ampliare la sua prospettiva sulle relazioni umane e anche su se stessa in modo da comprendere come mai sia sola e si senta "priva di gioie". Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Figlia non riconosciuta/riconoscimento di paternità
Apri domandaBuongiorno Elena, Rivolgersi ad un avvocato potrebbe acuire la conflittualità con il suo ex fidanzato. Quindi, se non riesce in altro modo ad avvicinarsi a lui, può richiedere aiuto ad uno psicologo in modo che possa aiutarla ad individuare la strategia più giusta per tutti e tre. Considerando che il suo ex è "arrabbiato" immagino che sia necessario dargli tempo prima di proporre una terapia di coppia che sarebbe la soluzione più opportuna nel vostro caso. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Sono sola...
Apri domandaBuongiorno Francesca, Da ciò che narra, mi sembra che il suo senso di inadeguatezza necessiti di un approfondimento più ampio di quello che si può fare in questo spazio. È importante comprendere come mai si percepisca "inadeguata" e sia convinta di "non piacere a nessuno". Ha avuto modo di verificare ciò chiedendolo direttamente alle persone interessate o è una sua ipotesi/deduzione derivante dai loro comportamenti? Può valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo per approfondire meglio queste dinamiche e la percezione che ha di sé, aspetti da cui origina la sensazione di malessere che ha descritto. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Cosa mi succede?
Apri domandaBuon giorno Maya, il disagio che ha descritto può essere efficacemente affrontato e risolto solo lei riuscirà a portare avanti un percorso di psicoterapia continuativo e costante. Infatti, una consulenza psicologica "al bisogno" si può rivelare utile per manifestare un malessere che però poi, per essere adeguatamente affrontato, richiede un intervento continuo in un contesto di relazione affettiva che gradualmente si costruisce con il terapeuta. Si sente pronta ad affrontare il lavoro psicologico affidandosi allo psicologo? Le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Cambiamenti repentini
Apri domandaBuongiorno Ale, ha provato ad esporre al suo compagno le sue emozioni esattamente come ha fatto in questo spazio? Mi sembra di capire che la vostra relazione non contempli fasi di litigio/conflitto che possono poi aiutare i singoli partner a definire meglio il proprio Sè all'interno della coppia. Infatti, da un'iniziale fase di "perfezione" in cui il rapporto viene descritto in termini idilliaci, si passa poi alla "rabbia" ed incomprensione, emozioni che indicano come il rapporto necessiti di una variazione nell'organizzazione degli equilibri. La situazione di malessere in cui si trova lei ora è del tutto comprensibile anche perchè imagino che abbia percepito un divario tra i suoi sacrifici in favore della coppia e quelli del suo compagno che, al contrario, ora rivendica i suoi spazi. Pertanto, le consiglio di confrontarsi apertamente con il suo copagno in modo da essere compresa nelle sue esigenze. Nel caso in cui ciò non dovesse risultare agevole o risolutivo per voi, può valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psciologo che saprà indicarle l'evenutale necessità di una terapia individuale o di coppia. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Perché mia moglie non riesce a comprendermi?
Apri domandaBuon giorno Paolo, comprendo il suo malessere poichè la soddisfazione di coppia è determinata anche dalla reciprocità sessuale che rimanda inevitabilmente al contatto affettivo tra i due partner. Come mai secondo lei sua moglie scambia un sano desiderio di incontro affettivo con una regressione/fissazione alla fase della "pubertà"? Questa sua prospettiva sui rapporti sessuali è stata la medesima da quando vi conoscete o si è modificata dopo il matrimonio e la nascita di vostro figlio? Come mai secondo lei sua moglie ha la necessità di sfuggire dalla vostra relazione leggendo libri erotici? Ha provato a confrontarsi su ciò con lei? Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Rapporto con mio padre
Apri domandaBuon giorno Beatrice, da ciò che narra, mi sembra di capire che non siano chiari i motivi per cui suo padre le ha vietato di uscire opponendosi alla sua relazione. Innanzitutto è utile per lei confrontarsi con suo padre su questo argomento in modo da comprendere il suo stato d'animo e anche la sua prospettiva sulla questione. Da ciò che ha scritto, percepisco una certa titubanza rispetto al rapporto con l'uomo descritto, quindi forse è opportuno che si prenda del tempo per valutare con calma la situazione, fare chiarezza sui suoi sentimenti e sulle intenzioni del suo vicino di casa. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Che fare della mia vita?
Apri domandaBuongiorno Alessia, comprendo la sua difficoltà perchè i meccanismi dell'ansia, così come ha già avuto modo di notare, compromettono la "lucidità" decisionale e inducono un senso di insicurezza che può essere immobilizzante. Affrontare la questione con uno psicologo potrebbe aiutarla a comprendere le motivazioni sottese alla sua ansia che, come immaginerà, necessitano di un approfondimento più ampio ed articolato di quanto si possa fare in questo spazio. Le auguro di svolgere un percorso psicologico che possa aiutarla a ritrovare la sua sicurezza personale. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Rapporti sessuali di coppia - calo del desiderio
Apri domandaBuongiorno Veronica, da ciò che narra, mi sembra di capire che il suo malessere si collochi nella difficoltà ad accettare una situazione "down" rispetto ad uno standard elevato di prestazioni. Cosa le suscita questa circostanza? In generale, esulando dall'episodio specifico, come affronta situazioni in cui si verifica un abbassamento del livello standard a cui è abituata? é rassicurata dal mantenimento di standarda elevati? Inoltre è importante per lei interrogarsi sul concetto di "normalità" perchè è proprio da questa idea che possono sorgere dubbi o titubanze. Ci pensi Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Voglio capire cosa non va in me...
Apri domandaBuongiorno Salvatore, al di là della categoria diagnostica da lei citata che, le confermo corrisponde al timore invalidante di arrossire in pubblico, è importante per lei indagare più in profondità le motivazioni sottese alla sua ansia e agli "attacchi di panico" di cui ha parlato. Infatti, considerando che non esce più di casa, immagino che il suo disturbo d'ansia sia complesso e necessiti di un approfondimento adeguato in un contesto di psicoterapia individuale. Può rivolgersi al consultorio vicino casa o consultare un professionista privato che possa aiutarla ad affrontare le sue difficoltà. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Problemi di erezione : come risolverli
Apri domandaBuongiorno Adi, avendo poche informazioni a disposizione posso dirle che una situazione di stress può comportare la manifestazione di una disfunzione erettile, ma per risolvere completamente il problema, oltre ad acquisire strategie efficaci nella gestione dello stress, è necessario comprendere a fondo le ragioni del sintomo descritto collocandolo nella condizione di vita generale della persona. Considerando che ne soffre da un po' di anni, può essere utile approfondire la questione, ma, come lei immaginerà, ciò può essere fatto solo in un contesto di psicoterapia individuale. Può rivolgersi al consultorio vicino casa che saprà orientarla verso la soluzione più adeguata al suo caso o rivolgersi ad uno psicologo privatamente. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Non riesco a riprendermi
Apri domandaBuonasera Miriam, Da ciò che narra mi sembra di capire che la relazione conclusasi 5 mesi fa fosse importante per lei,nel senso che avesse investito in essa aspettative e sentimenti più profondi rispetto alle relazioni precedenti. Quindi probabilmente riflettere sul significato che assumeva questa relazione nella sua vita può aiutarla a comprenderla più a fondo. È infatti essenziale considerare l'impatto di ogni specifico evento sulla fase di vita che sta attraversando la persona in modo da contestualizzarlo. A tale proposito sarebbe essenziale approfondire la sua attuale condizione di vita, indipendentemente dall'episodio descritto. come si sente e come si percepisce, ha realizzato i suoi progetti di vita? Come potrà intuire, questi sono solo possibili spunti di riflessione che andrebbero opportunamente ampliati ed indagati in un contesto di psicoterapia. Le auguro in ogni caso di risolvere la sua situazione. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Non riesco ad essere me stesso
Apri domandaBuonasera Giovanni, Dal suo racconto percepisco il suo sconforto e disorientamento che meritano sicuramente un approfondimento più ampio in un contesto psicoterapeutico. Quindi, le può essere utile un colloquio con uno psicologo per fare maggiore chiarezza sulla sua situazione, "rimediare" e riprendere la sua vita. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Non so più come fare
Apri domandaBuongiorno Jessika, comprendo la sua difficoltà che nasce da una forte conflittualità attivata in lei dalla relazione con questo ragazzo. Può essere utile per lei riflettere su alcune questioni in modo da ampliare la sua prospettiva su di Sè e sulla relazione. Ad esempio: cosa teme nel momento in cui si prefigura una situazione in cui sarebbe da sola, senza di lui? cosa le succede nel rimanere da sola? Dalle poche info che ho a diposizione, posso ipotizzare che la sua difficoltà a stare da sola le impedisca di lasciare il suo ragazzo, nononostante la consapevolezza razionale che non sia adatto a lei. Ecco perchè non riesce a lasciarlo: forse proprio a causa della "bassa autostima" che si riconosce, teme di non poter essere in grado di gestire una condizione di single e contemporaneamente non è abituata ad essere felice e ad essere riconosciuta nella sua individualità da un altra persona. Immagino che questa non sia la prima circostanza in cui ha difficoltà a lasciare un partner. Quindi, come vede, ci sono molti aspetti da approfondire per poter acquisire una piena consapevolezza su di Sè, sulle motivazioni che l'hanno indotta a scegliere un partner con queste caratteristiche e ciò che le impedisce di lasciarlo. Può considerare la possibilità di rivolgersi ad un consultorio o psicologo privato per essere sostenuta in questo difficile momento. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Il mio ragazzo non vuole fare l’amore
Apri domandaBuongiorno Vanessa, comprendo il suo disagio rispetto ad una situazione di rifiuto così pervasiva e costante. Indubbiamente il suo ragazzo si comporta in questo modo perchè ha delle difficoltà, ma ciò non le impedisce di manifestare a lui le sue. Quindi, può provare ad esternare il suo disagio proprio come ha fatto in questo spazio e valutare la reazione del suo ragazzo. Infatti continuare a rassicurarlo dicendo "tranquillo non è un problema" è nocivo anche per lui, oltre che per la vostra relazione. E' infatti importante comunicare con chiarezza i propri stati d'animo al partner che magari, per questioni o preoccupazioni parsonali, non ha avuto modo di notarli o comprenderne la reale entità. Quindi, il primo passo da fare è comunicare chiaramente il malessere, altrimenti questo suo disagio si acuirà e la allontanerà ancora di più da lui perchè il vissuto di frustrazione sarà poi insostenibile. Come mai non è riuscita finora a comunicare ciò al suo ragazzo anteponendo la necessità di rassicurarlo, sforzandosi di mostrarsi serena ed in grado di tollerare il disagio di lui? Può essere, infine, utile per lei chiedersi quali sono le motivazioni che l'hanno indotta a scegliere questo ragazzo, gli interessi comuni che possono eventualmente unirvi e stimolare una maggiore partecipazione di lui nella relazione. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia o altro?
Apri domandaBuongiorno Sara, considerando che gli accertamenti clinici hanno dato esito negativo, penso che si possa trattare di una questione psicologica, quindi i sintomi che ha descritto si riferiscono all'ansia. Ma l'acquisizione di questa informazione diagnostica rappresenta la prima fase di un lavoro di analisi grazie al quale potrà comprendere quali sono i meccanismi che attivano l'ansia e quindi come imparare a gestirla. Può esserle utile un percorso psicologico che la aiuti a conoscere meglio se stessa , le sue necessità, i suoi desideri, al di là dei sintomi descritti. Cordialmente Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Attrazione per un adolescente
Apri domandaBuonasera Elisa, Da ciò che racconta mi sembra di capire che dentro di lei si sia definita una dinamica conflittuale attivata da un tipo di "attrazione" fisica in una relazione sbilanciata in termini di età. Può provare ad ampliare la sua prospettiva sulla questione ponendosi alcune domande: che funzione potrebbe svolgere nella sua vita attuale una relazione di questo tipo?che significato assume per lei la seduzione di un ragazzo tanto più giovane di lei? Forse in qualche modo la rassicura rinforzando la percezione che ha di sé ("magra,sportiva") e contemporaneamente annulla le differenze anagrafiche? Come mai ha l'esigenza di ricercare conferme da "ragazzi" più giovani di lei? Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Consiglio se iniziare terapia e a chi rivolgermi
Apri domandaBuonasera Enrico, In base ai sintomi che ha descritto può essere opportuno che si rivolga ad uno specialista psicologo-psicoterapeuta che la aiuti in prima istanza a capire come si sente e con cui concordare eventualmente un percorso. La necessità di un consulto psichiatrico sarà poi valutata nel corso della consultazione psicologica. Consideri, in ogni caso, che il percorso psicologico e quello psichiatrico, se svolti parallelamente, svolgono una funzione sinergica rispetto alle difficoltà riscontrate nel paziente. Le auguro di intraprendere il percorso più adeguato alle sue esigenze. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Problemi con la masturbazione
Apri domandaBuongiorno Marco, l'obiettivo che si pone, ossia di "vincere e bloccare gli istinti", può accedere solo nel caso in cui lei ne comprenda il significato in modo da convertire l'attuale modalità di soddisfacimento autoerotico in una strategia che possa magari condividere con la sua ragazza e con la quale si senta in pace con se stesso. Gli impulsi sessuali fanno parte della natura umana, quindi più che vincerli o bloccarli, è utile orientarli nella direzione più adeguata alle esigenze di maturazione e condivisione della persona. Probabilmente il suo malessere attuale suscitato dalla masturbazione deriva dalla sua percezione che questa sia una forma di piacere solitaria, un tipo di autoerotismo in cui è solo e non condivide il suo piacere con la partner. Qualora il suo malessere persista, può considerare l'idea di rivolgersi ad uno psicologo per affrontarlo in modo ampio e approfondito, così da comprenderne il significato anche in relazione alla sua vita più in generale. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Soffro di depressione?
Apri domandaBuongiorno Oleksandra, da ciò che narra il suo malessere appare profondo, complesso e pervasivo. Non avendo altre info su di lei e sulla sua vita che mi consentano di avanzare eventuali ipotesi o direzioni da seguire, possono consigliarle di rivolgersi ad uno psicologo a cui possa affidarsi per fare chiarezza sulla sua condizione e che la aiuti a ritrovare le sue energie e la sua vitalità che ora le sembrano solo un ricordo. Le auguro di risolvere per il meglio la sua situazione. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Paura immotivata?
Apri domandaBuongiorno Malica, comprendo la sua preoccupazione, ma consideri che ogni persona ha risorse inaspettate ed insospettabili e può maturare decisioni totalmente opposte a ciò che ha fatto in precendenza. Detto ciò, non avendo altre info a disposizione, come ad esempio la vostra età, come è nata la relazione ecc, posso consigliarle di prendere tempo per valutare la situazione anche in considerazione che la vostra relazione affettiva è relativamente giovane in termini di tempo. Inoltre, ha condiviso queste sue titubanze con il suo fidanzato? Le è già capitato in passato di intraprendere relazioni con uomini "donnaioli"? come mai ha scelto lui nonostante queste sue caratterisitiche che le inducono timori? Considerata la sua frase finale relativa all'innamoramento, immagino che la sua idea di fedeltà sia legata essenzialmente all'euforia iniziale indotta dall'innamoramento. La fedeltà e la fiducia in un'altra persona si costruisce invece, col tempo, quando la relazione si modifica attraversando gli stadi successivi a quelli dell'innamoramento nei quali predominano altre caratteristiche personali dei partner che contribuiscono a cementare la relazione sulla base di affetto e reciprocità. Quindi, considerando la complessità nell'evoluzione di una relazione affettiva, è utile per lei viverla e stabilire un contatto affettivo profondo con lui che le consenta di percepire eventuali discrepanze o contraddizioni ed affrontarle insieme. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Aggressività verbale
Apri domandaBunasera Viola, dal suo racconto desumo che lei abbia una certa propensione all'introspezione e sia molto analirica riguardo alle dinamiche interpersonali. L'associazione che coglie tra le sue scelte sentimentali e le esperienze fatte in famiglia, è senz'altro congruente, ma mi sembra una consapevolezza esclusivamente razionale, nel senso che non ha ancora avuto modo di ridefinirla emotivamente e riconnetterla alla sua esperienza di vita concreta. Quindi appare un'astrazione teorica che non ha ancora fatto sua a livello profondo. Da ciò la sua sensazione di essere "incompresa" e anche le turbolenze relazionali con i suoi partner. Se non l'ha già fatto, legga i miei articoli riguardanti questi temi pubblicati sul sito. Inoltre, può considerare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo per comprendere a fondo le motivazioni del suo malessere e acquisire una prospettiva più ampia a riguardo che possa aiutarla a decidere liberamente cosa sia meglio fare per lei. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Orientamento sessuale
Apri domandaBuonasera Marco, in particolare cosa la terrorizza di ciò che ha descritto? cosa teme che possa accaderle o che possa perdere a causa dei dubbi sul suo orientamento sessuale? Probabilmente queste sue sensazioni si inseriscono in una fase della sua vita durante la quale si trova ad affrontare cambiamenti o fattori stressanti di cui è solo parzialmente consapevole, quindi essendo più vulnerabile è emersa una parte di lei rimasta finora latente. Quindi, le consiglio di prendersi del tempo per valutare con calma la situazione e nel caso in cui il suo malessere diventi insostenibile per lei, può considerare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutarla a comprendere il significato di ciò che ha descritto riferendolo alla sua esperienza di vita più generale. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Relazioni che ti logorano
Apri domandaBuonasera Francesca, Riguardo alla sua propensione ad essere sincera le posso dire che è una sua grande risorsa, a patto che venga usata nel modo giusto. Ossia manifestare ciò che si pensa all'altro sinceramente ma in modo costruttivo per lui e rispettoso, altrimenti può essere frainteso e percepito come offensivo. Perché vede, spesso le persone tendono a focalizzare la loro attenzione più sulla forma del nostro messaggio che sul contenuto stesso. Quindi forse il suo ragazzo vorrebbe aiutarla a dire la verità, ma più moderatamente. Pertanto le consiglio di sperimentare nuove modalità comunicative che possano aiutarla anche ad essere compresa meglio dagli altri. Infine, una riflessione sulla sua intenzione di lasciare il suo fidanzato: anche se ci riuscisse e restasse invariata la sua modalità relazionale descritta, si ritroverebbe in situazioni sentimentali simili perché gli equilibri di coppia sono determinati da entrambi i partner. Quindi è importante per lei impostare la relazione in un modo diverso, che sia più costruttivo per entrambi. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come superare i sensi di colpa?
Apri domandaBuonasera Martina, Da ciò che narra mi sembra di capire che l'episodio descritto abbia fatto emergere dei nuclei depressivi che finora erano stati nascosti. Non avendo altre info sulla sua storia personale (età, tipo di vita ecc.) posso consigliarle di prendersi del tempo in modo da valutare se il suo malessere sia persistente ed insostenibile per lei. In questo caso è consigliabile richiedere un aiuto ad uno psicologo per comprendere più a fondo la sua situazione e riconquistare il suo benessere psicofisico. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come gestire tutta questa ansia?
Apri domandaBuonasera Susanna, Certo che sì può superare tutto ciò che ha descritto, ma affidandosi ad uno specialista psicologo-psicoterapeuta che la aiuti a comprendere come si sente realmente. Lei infatti ha parlato di malesseri tipo ansia, depressione, attacchi di panico, che devono essere opportunamente diagnosticati da un esperto in un contesto terapeutico. Non è possibile attribuirsi o escludere di soffrire di un certo disturbo psichico basandosi su informazioni di altri lette sui blog o altri social. Ognuno di noi è unico ed irripetibile, quindi non è pensabile fare delle generalizzazioni così ampie. Pertanto, se è motivata a risolvere la sua situazione, può farlo solo chiedendo aiuto ad uno psicologo. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come aiutare una madre autodistruttiva che non vuole essere aiutata?
Apri domandaBuongiorno Francesca, comprendo il suo malessere anche perchè da ciò che narra mi sembra proprio che si sia stato un role reverse (inversione di ruolo) tra lei e sua madre, nel senso che è lei che sta assumendo il ruolo materno nei confronti di sua madre. Immagino che non sia la prima volta che si instaura questo meccanismo, quindi è importante per lei chiedersi come mai in questo momento della sua vita percepisce in modo più significativo il disagio derivante dalla situazione descritta e cosa intende per "mi distrugge". Cosa significa per lei vedere sua madre che assume comportamenti da adolescente? Inoltre, come mai suo padre consente a sua madre di fare "tutto"? questo eccesso di libertà nella loro coppia non è di aiuto per sua madre ma nemmeno per suo padre che non sembra in grado di manifestare le sue posizioni. Infatti la definizione che ne da ("pezzo di pane") mi sembra che possa rappresentare, sebbene in modo indiretto, uno dei motivi per cui sua madre si comporta nel modo che ha narrato lei. Cosideri, infatti, che oggni coppia si organizza su equilibri determinati da entrambi i partner anche nei casi, come il suo, in cui potrebbe sembrare che sia solo uno dei due a provocare turbolenze nella coppia o dissidi. Quindi, le consiglio, innanzitutto di rendere partecipe suo padre della situazione che in parte avrà già intuito e proporre una terapia di coppia, in modo che sua madre non si senta trattata come l'unica colpevole che deve cambiare il suo comportamento. In ogni caso, per la buona riuscita di questa come di ogni altra terapia, è fondamentale che i soggetti a cui è rivolta siano motivati e convinti, altrimenti il percorso terapeutico non ha alcun senso. Pertanto, in questa situazione, il suo ruolo può essere fondamentale per sensibilizzare i suoi genitori, ma poi il percorso dovranno farlo loro. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Il mio umore
Apri domandaBuongiorno Salvatore, Mi ha colpito la frase relativa allo psicologo, quindi penso che sia necessario iniziare da lì per affrontare la situazione. Nel senso che dalle sue parole si percepisce un'ambivalenza rispetto alla possibilità di rivolgersi ad uno psicologo. Cosa significa per lei richiedere un consulto psicologico? Cosa si aspetta di ricevere? Come la fa sentire l'eventualità che possa aver "bisogno" di uno psicologo? Questo ultimo aspetto mi sembra poi il nucleo centrale delle difficoltà relazionali e sentimentali che ha descritto. Quindi, le può essere utile affrontare tali questioni con uno psicologo che l'aiuti a comprendere meglio se stesso e il significato delle modalità relazionali che adotta. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Confusione.. Non so cosa fare
Apri domandaBuonasera Antonella, comprendo il suo malessere anche perchè dire le "bugie" le impedisce di entrare in contatto con la parte autentica del suo Sè e, come ha già intuito lei, le restituisce una relazione con l'altro effimera e confusa. Quindi, richiedere un consulto psicologico può aiutarla a comprendere le motivazioni profonde che la inducono a dire "bugie" che al momento sembra l'unica modalità relazionale di cui dispone per mantenere il contatto/approvazione dell'altro a cui mi pare sinceramente interessata e motivata. Con l'aiuto di uno psicologo potrà acquisire strategie relazionali più funzionali che le consentano di relazionarsi serenamente in quanto rimarrà in contatto con la parte autentica di Sè e potrà quindi costruire relazioni solide e stabili. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Si potrebbe cancellare definitivamente una parte della mia vita?
Apri domandaBuongiorno Antonella, il suo racconto è molto denso e complesso, quindi cercherò di utilizzare questo spazio per sottolineare che il raggiungimento di una condizione di benessere ed equilibrio emotivo si può ottenere solo attraverso una rielaborazione degli eventi dolorosi della nostra vita. Questo percorso, sebbene faticoso, aiuta ogni individuo a ritrovare dentro di sè le risorse necessarie a costruire un nuovo equilibrio interiore. A contrario, provare a "dimenticare" eventi dolorosi sortisce proprio l'effetto opposto, ossia quello descritto da lei: la sofferenza non accolta e compresa riemerge continuamente assumendo forme disparate e compromette la serenità dell'individuo. Pertanto, le consiglio di affidarsi ai colleghi del consultorio più vicino a casa sua che, sono sicura, sapranno accoglierla e sostenerla opportunamente. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Bimba e paura degli estranei
Apri domandaBuongiorno Susanna, da ciò che narra, mi sembra di capire che la sua primogenita stia attraversando una fase di stress che la induce ad assumere comportamenti regressivi, come ad esempio la paura degli estranei. Consideri che l'evoluzione dei bambini può risentire di fasi di passaggio come questa caratterizzate da comportamenti che sembrano a noi adulti incomprensibili e in contrasto con l'immagine precedente del bambino. E' probabile che sua figlia tema di poter perdere una posizione privilegiata nel sistema famiglia da quando è nata la sorellina, quindi si mantiene a distanza dall'estraneo perchè concentrata su questa questione e sulla necessità di mantenere una vicinanza emotiva e fisica con le figure di riferimento, forse in un meccanismo di sana competizione con la sorella. Quindi, tutto ciò che può fare lei, con il supporto di suo marito, è continuare a rassicurarla evitando di imporre contatti con altri se lei non lo gradisce. Quando la bambina percepirà questa accoglienza e comprensione, che significa per lei riconoscimento ed approvazione del suo sè, si sentirà tranquilla e libera di esplorare anche altri contesti di relazione. Nel frattempo, può essere utile proporre alla bambina spazi (uscite, attività ecc.) in cui stare con uno o entrambi i genitori, quindi in assenza della sorella, in modo che possa essere aiutata gradualmente ad avvicinarsi agli estranei consapevole che avrà accanto un genitore tutto per sè. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Fobia del fumo, sigaretta ansia e tachicardia
Apri domandaBuongiorno Beatrice, Da ciò che narra, mi sembra di capire che non disponga di strategie efficaci per gestire l'ansia, quindi probabilmente in passato essa era presente, ma latente ed è emersa nell'ultimo mese. Cosa le è successo che ha mandato in tilt il sistema di controllo precedente? Non conoscendo la sua età e altre info sulla sua vita è difficile avanzare ipotesi sull' origine del suo disagio. Inoltre, tengo a precisare che la nicotina è nociva in senso assoluto, indipendentemente dal numero di sigarette che si fumano. Quindi è impensabile "convincere" la sua mente a fumare, perché la sua mente le sta suggerendo un comportamento giusto per lei, anche se di difficile attuazione. È importante piuttosto capire come mai la sua ansia si sia focalizzata sul fumo, cosa significa fumare per lei, è l'unica strategia di cui dispone per rilassarsi? Come vede, ci sono diversi aspetti da approfondire per poter risolvere efficacemente il suo problema. Quindi, se è motivata a farlo, può affidarsi ad uno psicologo che potrà aiutarla a stare meglio. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Aiuto mi sento sola
Apri domandaBuongiorno Tara, da ciò che narra mi sembra di capire che stia vivendo un senso di solitudine ed isolamento anche fisico, molto forte che non le consente di esprimere al meglio il suo amore verso la sua famiglia e la sua bambina. Dal momento che non può modificare il posto dove vive e al momento non può contare sul sostegno di parenti o amici, è importante per lei ricercare nella sua zona un consultorio o asl a cui possa rivolgersi per richiedere un sostegno concreto ed una comprensione piena delle sue difficoltà. Consideri che ogni neomamma attraversa una fase iniziale di disagio e disorientamento la cui durata ed entità dipende, oltre che dalle sue risorse personali, proprio dal sostegno affettivo che può ricevere dai suoi cari, quindi, dal momento che lei ora non può contare su questo, è importante che si senta rinonosciuta nella sua sofferenza e aiutata a capire come possa uscirne. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Consigli su comportamento "mangia / sputa"
Apri domandaBuongiorno Alessandra, considerato che il comportamento "mangia/sputa" riguarda sempre l'area dell'alimentazione, forse questo sintomo vuole comunicarle che la "storia di anoressia" non è completamente risolta, semplicemente ha asunto un aspetto diverso, magari meno grave, ma sempre disagevole. Come lei immaginerà, non è possibile approfondire il suo disagio come merita attraverso questo spazio, quindi le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo-psicoterapeuta esperto in questi disturbi che possa aiutarla a risolvere efficamente la sua situazione. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Trasferimenti
Apri domandaBuonasera Mauro, La domanda che potrebbe aiutarla a valutare cosa sia meglio fare per lei e la sua famiglia è legata al significato che attribuisce lei al miglioramento. Esso coincide necessariamente con il cambiamento di cio' che si trova al di fuori di sé (casa, lavoro, relazioni...)? Cosa succederebbe se, al contrario, rimanesse nello stesso luogo per un tempo più lungo? A cosa associa questa prospettiva? Inoltre, da cosa fugge mentre si sposta da un luogo all'altro e cosa si aspetta di trovare nel nuovo luogo in cui giunge? Forse questa sua tendenza a trasferirsi è legata ad una sua più generale difficoltà a tollerare situazioni o luoghi che diventano stabili/prevedibili col passare del tempo. Cosa prova in queste circostanze? Come vede, ci sono diversi aspetti da analizzare per cercare di fare chiarezza sulla questione da lei posta. Ci pensi Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Rabbia repressa di mio marito
Apri domandaBuongiorno Elisabetta, comprendo la sua preoccupazione che forse deriva da altri comportamenti messi in atto da suo marito, oltre a quelli descritti. Inoltre, è difficile capire, utilizzando questo spazio, la reale entità della rabbia di suo marito e l'eventuale pericolosità di essa, che sembrerebbe anche associata ad un vissuto di competizione lavorativa-professionale nei suoi confronti. Considerando che lui "non accetterebbe mai un colloquio con uno psicologo", può valutare lei la possibilità di richiedere un consulto per analizzare e comprendere i suoi vissuti di paura ed approfondire la relazione con suo marito, come la percepisce indipendentemente dalla rabbia descritta: quali sono le potenzialità della coppia e quelle di suo marito, trovare strategie più efficaci per manifestare il suo malessere a suo marito ecc.. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Situazione pesante
Apri domandaBuongiorno Maria, comprendo il suo malessere derivante dalla frustrazione di non essere ascoltata dalla persona che ama con tutto il cuore e a cui ha dedicato molte energie e tempo della sua vita. Da ciò che narra, mi sembra di capire che il suo ragazzo stia pian piano risolvendo il suo problema di ansia, quindi ciò che può fare lei ora è stargli vicino così come ha già fatto finora ed avere la pazienza di attendere i progressi. Nel frattempo, se il suo malessere dovesse diventare insostenibile per lei, può valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo che la aiuti a capire le motivazioni profonde del suo malessere che sembra associato ad una spinta irrinunciabile ad aiutare il suo ragazzo, rispetto al quale sembra aver assunto un ruolo quasi materno, come se fosse un bambino che ha bisogno di suggerimenti ed indicazioni genitoriali per seguire la strada giusta. Quindi può esserle utile approfondire meglio i vostri equilibri di coppia in generale e i principi da cui essa è nata e si mantiene in vita. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come comportarmi con mia sorella malata di schizofrenia?
Apri domandaBuongiorno Francesco, la situazione che ha descritto è indubbiamente complessa e articolata, oltreche ad alto impatto emotivo per lei e i suoi familiari. Considerata la sua giovane età mi sembra molto consapevole della situazione e motivato ad offrire un aiuto concreto, adulto e maturo, un atteggiamento molto positivo, ammirevole che mi fa ipotizzare come lei abbia una relazione affettiva significativa con la sua famiglia e disponga di diverse risorse per orientare al meglio questo suo desiderio di supporto. Del suo racconto mi ha colpito molto il fatto che lei abbia cercato di assumere il ruolo di "uomo di casa", quindi sta cercando di ricalcare il ruolo paterno e probabilmente è proprio questo che attiva maggiormente sua sorella dal momento che si è "aggravata" quando è morto vostro padre. Quindi, nonostante sia comprensibile la sua propensione ad assumere un ruolo protettivo-normativo nei confronti di sua sorella, per ottenere una qualche apertura e possibilità di comunicazione con sua sorella è consigliabile che lei assuma un comportamento protettivo-normativo ma rimanendo fratello, in modo che sua sorella comprenda che i ruoli in famiglia sono invariati e stabili. Questa situazione rappresenta per ogni individuo affetto da psicosi, un valido aiuto per confrontarsi con un piano di realtà stabile e coerente. Nle caso in cui il suo disagio dovesse persistere e ritenga necessario approfondire la questione con uno psicologo, le consiglio di richiedere aiuto all'equipe che ha in cura sua sorella che saprà sicuramente darle indicazioni più precise e magari orientarla verso comportamenti o strategie più adeguate da seguire. Le auguro in ogni caso di risolvere al meglio la situazione. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia e stress
Apri domandaBuongiorno Daniele, da ciò che narra mi sembra di capire che lei riconduca il suo malessere a qualcosa che è successo 2 mesi fa, quindi innanzitutto può essere utile per lei fare una ricostruzione della sua vita e chiedersi cosa sia accaduto in quel periodo. Come mai ha reagito così, ha qualche ipotesi? è la prima volta che prova questo malessere o è già successo in passato? Cosa la induce a fare le cose seguendo parametri di "perfezionismo"? cosa potrebbe accadere se così non fosse? cosa teme di perdere? Infine, una domanda sul "sonnifero": in che modo l'assume? le è stato prescritto da un medico? in ogni caso le consiglio di seguire le indicazioni mediche e valutare con uno specialista la necessità della terapia farmacologica che, se non è corrispondente alle reali esigenze della persona, può sortire anche effetti nocivi o semplicemente non apportare nessun aiuto. Cordialmente Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Lui ha tratti narcisistici, esiste un alternativa alla parola fine?
Apri domandaBuongiorno Chiara, da ciò che narra, mi sembra di capire che indipendentemente dalla specifica diagnosi dell'uomo che ha descritto, sia attiva in lei una dinamica conflittuale che le impedisce di prendere una decisione serenamente. Quindi, è importante per lei chiedersi cosa la induce a permanere in una relazione instabile affettivamente e improntata sulla sfida e sulla speranza che forse "sarà ricompensata". Le è già capitato in passato di trovarsi in situazioni sentimentali in cui assumeva lei il ruolo di colei che "si impegna" e si attiene a regole stabilte dall'altro per mantenere la sua vicinanza. Come mai non può concedersi una relazione con un partner accessibile affettivamente e stabile, con regole concordate da entrambi i partner e che sia disposto ad accoglierla, così come lei sembra disposta a fare? Se non "getta la spugna" presumo che abbia delle aspettative su una possibile evoluzione in positivo della relazione descritta, quali in particolare? Inoltre come si immagina che tali evoluzioni possano accadere, attivate da lei o anche dal partner? Per poter approfondire la questione ed avere una visione più completa riguardo alle potenzialità dei singoli partner e della coppia, è opportuno che lei si rivolga ad uno psicologo che la aiuti a fare chiarezza sulla situazione. Infatti, al di là della specifica diagnosi che si può fare su un partner, è importante comprendere quali siano le motivazioni che ci inducono a ricercare la vicinanza e mantenere in vita la relazione con uno specifico tipo di persona. Questo lavoro di analisi ci restituisce informazioni preziose su di noi in base alle quali poi poter decidere liberamente cosa sia meglio fare per avere una relazione di coppia pienamente soddisfacente. Cordialmente Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Gelosia nei confronti di suocera e famiglia di lui... perchè?
Apri domandaBuongiorno Stefania, Da ciò che ha narrato mi sembra di capire che il suo disagio nasca anche dalla sua esigenza di mantenere un contatto ed attenzione costanti da parte del suo compagno e bisognerebbe comprendere cosa attiva questo meccanismo che immagino si possa manifestare anche quando il suo compagno dedica le sue attenzioni ad altri familiari o persone affettivamente significative. Cosa teme possa accadere quando non riceve attenzioni costanti? Le è già successo in passato o capita solo con questo compagno? Inoltre, come si sente in generale nella relazione con lui, è soddisfatta e appagata a livello affettivo? Come vede, ci sono diversi aspetti da approfondire che possono restituirle una visione più ampia dei comportamenti che ha descritto e aiutarla ad attribuire loro un significato più complesso su di sé e la relazione col suo compagno. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Perché faccio tanta fatica ad incontrare la persona giusta?
Apri domandaBuongiorno Cristina, da ciò che racconta, forse la sua attuale difficoltà a costruire una relazione sentimentale duratura affonda le sue radici nelle esperienze passate (bullismo, delusioni) che non è riuscita a rielaborare e che le rimandano ancora oggi un'immagine di sè inadeguata per quanto riguarda l'area relazionale. Inoltre, come mai questa difficoltà è diventata insostenibile proprio in questo momento della sua vita? cosa sta succedendo di diverso rispetto a prima? Infine, costruire una relazione sentimentale stabile rappresenta per lei un motivo di disagio perchè contrasta con l'immagine che ha di sè (stabilità lavorativa, amicizie, vita sociale) ed in qualche modo potrebbe metterla in discussione? Da ciò il dubbio che possano essere gli altri a non "apprezzare" le sue qualità. Qualora il disagio che ha descritto diventasse più forte per lei, potrà valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo che la aiuti a comprendere le ragioni profonde che attivano il suo malessere. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Blocco emotivo a lavoro
Apri domandaBuongiorno Maria, mi sembra di capire che i sintomi descritti forse sono associati ad una condizione di tensione più generale che non ha trovato finora accoglienza e comprensione, quindi si manifesta nella sua parte più dura che minaccia di debilitarla. Questo meccanismo accade solo ora o ha già avuto modo di notarlo in passato anche in altre circostanze che implicassero la dimostrazione, da parte sua, di una performance. Come mai non può venire in contatto con la parte fragile di sè, con le sue paure attivate da situazioni nuove o ad alta richiesta performante come questa? Cosa teme possa accedere nel momento in cui manifesti a qualcuno questi suoi timori? Può contare sul supporto affettivo di qualcuno? Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come fare per convincere il mio ex a farsi aiutare da uno psicologo?
Apri domandaBuonasera Ilaria, comprendo la sua preoccuapzione che probabilmente deriva anche da un sentimento di affetto che ancora la lega al suo ex. Se il suo ex, per ora, non è intenzionato ad affrontare il suo "malessere non risolto" è importante che venga rispettata questa sua decisione perchè probabilmente ha bisogno di tempo per riordinare le sue idee e valutare con calma l'eventuale necessità di rivolgersi ad uno psicologo. Capisco che lei vorrebbe vederlo sereno e risolto, ma può aiutarlo anche in altro modo: se è ancora in contatto con lui, può manifestare il suo affetto concedendogli del tempo per fare chiarezza dentro di sé, evitando di sottolineare le incongruenze ("voleva una storia seria e crearsi una famiglia...vuole stare solo") o la necessità di prendere decisioni. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia o problemi al cuore?
Apri domandaBuonasera Angela, considerando che gli esami a cui si è sottoposta hanno dato esito negativo, è molto probabile che una forte attivazione ansiosa provochi le sensazioni che ha descritto. Ad ogni modo, se è motivata ad affrontare il suo problema d'ansia, assumendo un ruolo attivo nella gestione della sintomatologia ad essa associata, è essenziale comprendere le motivazioni che attivano l'ansia in modo che essa non raggiunga livelli elevati che la inducano nuovamente a richiedere interventi medici o psicofarmacologici. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Senso costante di solitudine e inadattamento
Apri domandaBuongiorno Rosi, del suo racconto mi colpisce la precisazione che sia "uscita" dall'autolesionismo "senza alcun sostegno psicologico". Ciò mi lascia intuire che lei sia abituata a risolvere da sola le sue problematiche, quindi è importante capire come mai ora abbia deciso di utilizzare questo spazio per cercare in qualche modo aiuto. Cosa sta succedendo in questo momento nella sua vita che l'ha indotta a percepire come più insostenibile un malessere che riferisce essere "costante" nella sua vita? cosa c'è di diverso rispetto a prima? Da ciò che ha narrato, mi sembra di capire che sia necessario un consulto psicologico che l'aiuti a comprendere le motivazioni che attivano il suo disagio e quindi a sapere cosa fare per stare meglio. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Depressione dopo lutto e aborto
Apri domandaBuongiorno Alina, il quesito da lei posto è molto articolato e complesso. Non è quindi possibile risolverlo affrontandolo in questo spazio, anche considerando le poche informazioni da lei fornite. Solitamente l'elaborazione del lutto è un processo complesso che attraversa diverse fasi che dipendono dalle risorse individuali e dall'eventuale sostegno relazionale di cui si può disporre. Anche l'aborto presenta diversi aspetti che lo accomunano ad un lutto, quindi può attivare sensazioni sovrapponibili di morte e depressione. Pertanto, se il suo malessere dovesse persistere e non riuscisse a trovare un sostegno efficace nelle relazioni affettive per lei significative, può rivolgersi ad uno psicologo o al consultorio della sua zona per ricevere un aiuto concreto che possa facilitare l'elaborazione di entrambi gli eventi dolorosi che ha descritto. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Tratto male le persone a cui tengo
Apri domandaBuongiorno Melyssa, da ciò che narra, mi sembra di capire che il "periodo di stress molto pesante" che ha vissuto da poco non è stato ancora elaborato e risolto, quindi forse i suoi strascichi permangono nella sua attuale condizione di vita. Pertanto sarebbe utile capire cosa attivava il suo stress e come mai. Inoltre, riguardo alla sua tendenza a rispondere male alle persone a cui è legata, bisogna capire se le capita ora per la prima volta o è già successo in passato. Questa tendenza si verificava o verifica nella sua famiglia d'origine? Non avendo a disposizione altri dati, come ad esempio la sua età, è difficile fare ipotesi sul suo malessere, che potrebbe essere scatenato da una condizione di insoddisfazione più generale. Perchè vede, spesso una condizione di insoddisfazione/frustrazione può indurre una reazione di aggressività verbale incontrollata proprio come quella descritta da lei. Mi sembra di cogliere, infatti, una certa propensione ad autosvalutarsi, che la induce a concentrarsi sugli aspetti negativi di sé ("cos'ho che non va"), come se non potesse concedersi di sentirsi insoddisfatta nonostante questo sia un periodo "tranquillo", secondo il suo giudizio puramente razionale? Infine, che tipo di relazione ha con il suo fidanzato? è soddisfatta ed appagata affettivamente? Percepisce che lui possa essere una persona di cui possa fidarsi e affidarsi nel momento del bisogno, tipo questo in cui si trova ora? Come vede, ci sono diversi punti da analizzare per poter comprendere le ragioni del suo malessere e agire di conseguenza. Se il suo malessere dovesse persistere può valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo che la aiuti a fare maggiore chiarezza su di sè. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Perché piango all'improvviso
Apri domandaBuongiorno Izzy, Da ciò che narra, il suo malessere necessita di un'accoglienza e comprensione sicuramente più ampi ed approfonditi di ciò che si può fare utilizzando questo spazio. Mi riferisco in particolare ai pensieri "orribili" su di lei che immagino contemplino l'autolesionismo e anche all'ideazione suicidaria di cui parlava. Pensieri, spesso, difficili da comunicare o condividere con qualcuno, quindi mi sembra apprezzabile che lei abbia provato ad esternarli utilizzando questo spazio. Pertanto, credo che le sue lacrime improvvise siano un segnale di avviso rispetto ad un disagio più profondo che attende di essere ascoltato e riconosciuto. E' disposta a farlo? Se è motivata ad affrontare la sua "tristezza assurda" può valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutarla a fare chiarezza sulla sua situazione. Le uguro in ogni caso di risolvere la sua situazione. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Qual è l'approccio migliore?
Apri domandaBuongiorno Valentina, concordo con la mia collega rispetto alla priorità dell'alleanza terapeutica come criterio di base nell'avvio e mantenimento di una relazione terapeutica. Detto ciò, può essere ancora più utile per lei chiedersi come mai, in questo momento della sua vita, ha la necessità di affrontare questo suo malessere e cosa si aspetta dall'eventuale lavoro di psicoterapia che svolgerà. Perchè vede, le nostre motivazioni ed aspettative, orientano in modo significativo le nostre scelte e anche le nostre energie verso il raggiungimento di uno specifico scopo. Pertanto, considerando che ha già alle spalle un tentativo non riuscito di psicoterapia, quindi un'ambizione delusa, mi chiedevo quale fosse il suo stato d'animo attuale e come mai fosse focalizzata solo sul tema dell'"assenza di amore materno". Consideri che io utilizzo un approccio psicoterapeutico che va ad analizzare proprio gli stili di attaccamento con le figure di attaccamento, per aiutare la persona a comprendere il significato di queste esperienze sulla sua attuale vita. Però, non è possibile ridurre solo a questo il raggio d'azione di un intervento psicoterapeutico. E' disposta a compiere un lavoro terapeutico che possa consentirle di analizzare la sua vita in toto, concentrandosi anche su ciò che ha, sulle sue risorse e non solo su ciò che, prutroppo, non ha avuto ("assenza di amore materno"). Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ho mentito al mio fidanzato sulla mia laurea
Apri domandaBuonasera Maria, Comprendo il suo disagio e senso di colpa perché il mentire pone una distanza emotiva dall'altro. Per cercare di approfondire la questione, posso fornirle degli spunti di riflessione. Che significato assume per lei il conseguimento della laurea e quali aspettative teme di poter deludere qualora non riuscisse a raggiungere questo obiettivo? Come mai ritiene necessario frapporre tra se stessa e l'altro significativo affettivamente (fidanzato, genitori) un'altra Maria diversa da ciò che lei sente realmente? Come mai non può manifestare all'altro le sue debolezze? Cosa teme possa accadere nel caso in cui l'altro dovesse conoscere la sua parte fragile? Ci pensi. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Depressione, come uscirne?
Apri domandaBuongiorno Alessia, al di là della diagnosi che si potrebbe attribuire al suo malessere, è importante per lei chiedersi come mai, dal momento che esso perdura ormai da anni, lo percepisca in modo più forte in questo momento della sua vita. cosa è successo "utlimamente"? Come si sente in generale? E' soddisfatta della sua vita? Ha una vita di relazione? E' cambiata la percezione che ha di sè e della sua vita in generale? Consideri che in molti casi le motivazioni del malessere non sono immediatamente evidenti o consapevoli. Nel suo caso, non avendo altre info a disposizione, è difficile fare ipotesi, quindi se lei è motivata a sentirsi meglio, può iniziare a farlo avvicinandosi a se stessa e accogliendo questo malessere che per ora non trova comprensione, ma trae di sicuro origine da cirostanze o vissuti appartenenti al passato o alla sua vita attuale, o anche al modo in cui li osserva ora. Con l'aiuto di uno psicologo potrà fare maggiore chiarezza sulla situazione e decidere cosa sia meglio fare per il suo benessere. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Attacchi di panico, quale rimedio?
Apri domandaBuon giorno Valentina, sicuramente può essere utile effettuare alcuni esami e/o visite che possano escludere una componente fisica/corporea associata agli "attacchi di panico", ma nel frattempo può chiedersi cosa le sia successo nell'ultimo periodo tale da suscitare la condizione di attivazione psicofisica che poi si manifesta con i sintomi che ha descritto. Teme qualcosa in particolare? Come mai i suoi amici non sono di supporto per lei? I sintomi interferiscono sulla sua attività di studio e/o lavoro? In ogni caso, mi sembra di capire che siano sintomi ansiosi di cui è importante comprendere l'origine più che trovare un rimedio finalizzatto ad semplicemente ad eliminarli senza che lei apprenda a gestirli efficacemente. Se è motivata a fare questo percorso su di sè che le consentirà di acquisire una piena padronanza della sua ansia, può rivolgersi ad uno psicologo che la aiuterà in questo. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Problemi di autostima
Apri domandaBuongiorno Annalisa, Mi sembra che la sua tendenza ad auto svalutarsi sia molto significativa e le stia impedendo di percepire le sue risorse e potenzialità. Ha avuto sempre questa percezione di sé o è una sensazione recente? È sicuramente importante capire se può affidarsi ad uno psicologo che la aiuti a comprendere meglio la sua condizione, ma è fondamentale anche capire se lei è disposta ad affidarsi a lui per esplorare il suo mondo interiore in toto, quindi non solo le sue difficoltà, ma anche le sue potenzialità. Solo trovando queste ultime, si può costruire una solida e stabile percezione di sé su cui fondare la propria autostima. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia, paura, stress
Apri domandaBuonasera Serena, può esserle utile esplorare le motivazioni sottese al suo disagio, quindi chiedersi come mai in questo periodo si percepisce in questo modo, cosa sta succedendo nella sua vita in generale? che significato attribuisce al conseguimento della laurea? il sentimento di confronto/competizione con i suoi colleghi è una situazione nuova per lei o è già successo anche nei suoi precedenti percorsi di studio? Il sentimento di inferiorità è un'esperienza nuova per lei o le è già successo?Come mai pensa di non riuscire a laurearsi? Cosa teme possa accadere se la sessione di Novembre salterà? Infine sarebbe interessante comprendere come mai percepisce "un blocco" verso uno specifico esame, cosa significa per lei? Come vede, per poter comprendere la natura del suo disagio è necessario accoglierlo ed esplorarlo. Le auguro in ogni caso di superare queste difficoltà e proseguire gli studi di psicologia che, le garantisco, sono davvero interessanti soprattutto quando avrà modo di sperimentarli sul campo lavorativo-professionale. In bocca al lupo di cuore Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Frustrazione e rapporto completo
Apri domandaBuongiorno Giuseppe, la sua difficoltà è del tutto comprensibile, soprattutto considerando la pazienza e comprensione che ha dimostrato in questi anni verso la sua compagna. Come mai ora però sta meditando una soluzione così drastica e distruttiva per la vostra alleanza di coppia? Comprendo la sua rabbia e frustrazione, e mi sembra che la possibilità di rivolgersi ad una prostituta assuma per lei il significato di una provocazione che dovrebbe scuotere la sua compagna e indurla a riflettere sulla sua situazione e sulla vostra relazione di coppia. Più che riflettere sulla questione morale o sulla giustezza della decisione in sé, è opportuno considerare per lei l'utilità della cosa per sè e per la coppia, dal momento che le vuole "bene" e "so di non volerla perdere". Quindi, se vuole dare una scossa alla sua compagna, può farlo in senso costruttivo per sè e per la coppia, rivolgendosi lei stesso ad uno psicologo che la aiuti ad analizzare meglio la situazione e le possa indicare come muoversi ed eventualmente in che modo proporre alla sua compagna una terapia di coppia e/o individuale. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Penso di avere la depressione
Apri domandaBuongiorno Alessio, al di là della sitomatologia che può essere più o meno sovrapponibile da un soggetto all'altro, è importante per lei concentrarsi sulla percezione che ha di sè, sulle sue sensazioni e comprendo che non sia facile parlarne in famiglia. Quindi, se il suo malessere dovessere persistere e diventare insostenibile per lei, le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutarla a capire come si sente, cosa è successo 5 mesi fa e quali risorse può attivare per tornare a stare bene. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Inadeguatezza
Apri domandaBuongiorno Antonio, considerate le info che ha fornito, le posso consigliare innanzitutto di confrontarsi sull'argomento con la sua compagna in modo da fare chiarezza sulla questione. Mi rendo conto che può essere difficile affrontare questi argomenti, ma è indispensabile allo scopo di conoscere meglio il problema e poi decidere insieme cosa sia meglio fare. Infatti, la sua sensazione riguardo alla possibilità che la sua compagna "non provi attrazione" per lei, è una questione che va indagata a fondo per poter capire in che misura corrisponda al vissuto della sua compagna. Inoltre, i suoi pensieri riguardo ad un'eventuale disinibizione della sua compagna con altri uomini, costituiscono una sua ipotesi o ne ha avuto la conferma da lei? Consideri che in una relazione di coppia, è fondamentale confrontarsi anche su questioni solo ipotetiche come questa perchè possono condizionare fortemente la percezione che si ha dell'altro e di sè, compromettendo l'alleanza di coppia. E' possibile avviare un confronto più ampio con la sua compagna che vi consenta di chiarire questi ed altri punti che possono essere in sospeso nella vostra coppia? Consideri che i motivi per cui la sua comapagna non si lascia andare possono essere riferibili a problematiche sue personali contingenti che però si manifestano all'interno della coppia. quindi bisognerebbe capire come mai la sua compagna ha paura di provare piacere, se succede solo con lei o se è una sua difficoltà più generale ad entrare in sintonia affettiva con il partner. Infatti, pensare che con altri uomini abbia provato piacere mette in discussione la sua "virilità" la sua abilità di provocare piacere alla partner, per questo ha la sensazione di "impazzire". Nel contesto di coppia queste sensazioni possono rappresentare un ostacolo per il raggiungimento di una piena alleanza affettiva e sessuale, quindi è necessario chiarirsi. Pertanto, come vede, per avere un quadro più ampio e completo della situazione è necessario esplorarla più a fondo, magari con l'aiuto di uno psicologo, operazione che le consentirà di conoscere meglio sia la sua compagna che se stesso, prerogativa essenziale per il raggiungimento di una piena soddisfazione di coppia affettiva e sessuale. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come aiutare un partner ad approcciare una terapia?
Apri domandaBuongiorno Mattia, da ciò che scrive intuisco che lei sia una persona abituata a monitorare personalmente ed intervenire concretamente per il benessere delle persone per lei significative affettivamente. Cosa prova mentre ipotizza che la sua compagna potrebbe trarre aiuto e sostegno affettivo da un professionista e non da lei? E' messa in discussione la sua abilità nel risolvere i problemi e l'esclusività della vostra relazione affettiva? Quindi potrebbe scattare un meccanismo competitivo con l'eventuale professionista con il quale la sua compagna costruisce un'alleanza terapeutica. Come si sente nel pensare ciò? Se è interessato a comprendere più a fondo i suoi vissuti individuali e di coppia, può rivolgersi ad uno psicologo che la aiuti a fare maggiore chiarezza e concordare con lui la necessità di un eventuale percorso terapeutico. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Il mio ragazzo si masturba
Apri domandaBuongiorno Diana, più che "toglierselo dalla testa" può essere utile per lei stessa e il benessere della coppia, invece approfondire questi suoi vissuti assocciati alla masturbazione. Come si percepisce, forse inducono in lei una sensazione di lontananza emotiva dal suo ragazzo con conseguente perdita della sua centralità affettiva per il suo ragazzo. una sorta di competizione/confronto con altre donne che seppur lontane fisicamente, allontanano in parte il suo ragazzo da lei. Indipendentemente dalla circostanza specifica, percepisce il suo ragazzo come una persona affidabile a cui poter affidarsi in caso di necessità? E' possibile affrontare liberamente ed apertamente con lui queste come altre difficoltà emotive? Al di là dell'episiodio descritto, si sente felice ed appagata nella relazione di coppia? Inoltre, come si sente nel pensare che il suo ragazzo non condivida tutto con lei ("pensavo che mi dicesse tutto e non è cosi")? Forse entrano in gioco dinamiche legate alla fiducia e all'alleanza di coppia. Nel caso in cui non riuscisse a risolvere la questione confrontandosi col suo ragazzo, può valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo che la aiuti a fare maggiore chiarezza su di sè e sulla relazione di coppia più in generale. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
È possibile guarire?
Apri domandaBuongiorno Giogi, il suo racconto è molto denso e particolareggiato, denota una certa propensione all'autonalisi e all'introspezione, prerogative che possono certo risultare essenziali in un percorso di psicoterapia individuale, nel contesto del quale potrà avere modo di analizzare e comprendere il significato profondo dei vissuti descritti. Detto ciò, mi chiedevo come mai, visto che si percepisce così fin dall'infanzia (8 anni), sta valutando proprio ora la possibilità di "uscire" da tutto ciò? Cosa sta succedendo nella sua vita e/o nella modalità in cui lei si percepisce? Questo meccanismo che ha descritto non funziona più o non è più tollerabile per lei, come mai? Come si sente in generale? Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia da impegni
Apri domandaBuongiorno Chiara, immagino il suo malessere, poichè da quanto descrive il suo essere persona è irrimediabilmente legato a ciò che fa e soprattutto a quando deve farlo, quindi bisognerebbbe capire come mai percepisce dentro di sè questo imperativo ad agire e cosa teme potrebbe accaderle qualora decidesse di non portare a termine l'impegno preso. Come mai percpisce come più insostenibile questa sua condizione proprio ora? cosa sta succedendo nella sua vita che l'ha indotta a provare in modo più forte questo senso di "pesantezza"? Può contare sul sostegno affettivo di qualcuno? Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come gestire situazioni delicate?
Apri domandaBuongiorno Giulia, innanzitutto vorrei manifestarle la mia approvazione rispetto alla sua spinta a prodigarsi verso il suo amico, che denota una sua spiccata generosità e sensibilità verso le sofferenze altrui. Detto ciò, può affontare la questione analizzandone diversi aspetti: cosideri che manifestare interesse e/empatia per le sofferenze altrui rimanda ad una nostra sensibilità, ma anche alle nostre fragilità e debolezze, i punti che ci fanno soffrire nel momento in cui veniamo in contatto con i probelmi altrui. quindi è utile per lei chiedersi cosa attiva in lei la problematica del suo amico, cosa teme possa accadergli se non si riavvicina a sua madre? quali vissuti rievoca in lei la situazione del suo amico? cosa rappresenta per lei, in generale, la figura materna? Concordo assolutamente sull'importanza di riavvicinarsi a lei, ma è fondamentale anche rispettare i tempi del suo amico ed il risentimento/rabbia che comprensibilmente immagino provi verso sua madre. Quindi, ciò che può fare, contemporaneamente all'ascolto di sè stessa, è continuare a stare vicina al suo amico, mostrando comprensione ed empatia, così come ha già fatto fin'ora. Questo atteggiamento di accoglienza rappresenta di per sè un valido aiuto con valenza anche terapeutica che può predisporre il suo amico ad un avvicinamento futuro verso sua madre. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come gestire un cambio di lavoro?
Apri domandaBuongiorno Massimiliano, non è possibile produrre una "ricetta" ad hoc a cui le possa fare riferimento per avere un "pensiero positivo", perchè è proprio lei la "ricetta", nel senso che metaforicamente parlando, avvicinandosi un po' di più a sè e alle sue prerogative, potrà trovare le risorse giuste, quindi gli "ingredienti" che poi andranno a comporre la ricetta del suo "pensiero positivo". Consideri che il cambiamento può essere un momento difficile per tutti perchè, anche se in positivo, altera una serie di equilibri già acquisiti che in un certo modo ci rassicurano perchè ci danno un senso di continuità esistenziale. Il cambiamento rappresenta quindi una sorta di rottura e ci obbliga a riorganizzarci, quindi ad attivare le nostre risorse per affrontarlo. In particolare, come mai teme che questo cambiamento possa indurla a deprimersi? Cosa significa per lei stare solo ed autogestirsi tempi e modalità di lavoro? In che misura il rapporto con i colleghi potrebbe essere protettivo riguardo ad una possibile depressione/demotivazione? Ci pensi e in bocca al lupo per il suo nuovo lavoro Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come capire se è depressione?
Apri domandaBuongiorno Franco, concordo con la mia collega rispetto alla necessità di confrontarsi con sua moglie sulla questione e a tale proposito, mi ha colpito la formulazione della sua richiesta. Come mai secondo lei è necessario che sua moglie si sottoponga ad una valutazione psicologica se lei "nega" il suo malessere? consideri che i sintomi osservati da lei potrebbero riferirsi ad un altro disturbo o rappresentare semplicemente un calo di umore che sua moglie sente di poter gestire autonomamente. E' già successo in passato che sua moglie soffrisse di depressione? ha fiducia nella risorse emotive di sua moglie? cosa teme possa accaderle? In ogni caso, è importante che lei provi ad avvicinarsi a sua moglie interessandosi semplicemente alla sua condizione emotiva più generale, evitando di fare riferimenti a sintomi specifici se lei non li menziona e lasciandola libera di manifestare le sue sensazioni, se lo desidera. Infatti, il primo passo per manifestare accoglienza e comprensione ad una persona è proprio quello di lasciarla libera di esprimere ciò che sente, evitando di esprimere giudizi o avanzare ipotesi diagnostiche sulla base di sintomi che possono essere parziali o troppo complessi da identificare. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Si può essere di nuovo felici dopo un tradimento?
Apri domandaBuongiorno Chiara, comprendo la sua sofferenza e, considerata la complessità della situazione, ritengo che non sia possibile fornire aiuti o consigli utilizzando questo spazio. Può essere invece utile cercare di affrontare la questione con lui e nel caso in cui ciò risulti difficoltoso, valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo per una consulenza di coppia. In questo modo potrete confrontarvi con l'aiuto di un professionista che vi aiuti a capire cosa sia meglio fare analizzando con calma ed accuratezza tutti gli aspetti della relazione. Considerando i forti sentimenti che la legano a lui, credo che sia in ogni caso importante intraprendere un percorso psicologico che sarà utile anche a lei per fare chiarezza sulla sua vita, sull'importanza della relazione e sulla decisione più giusta da prendere. Il tradimento è sicuramente un evento di rottura nell'equilibrio della coppia, ma se la relazione è ben salda e la coppia dispone di energie e risorse adeguate può impegnarsi per trovare un altro equilibrio e ricominciare la relazione con un'altra consapevolezza ed un altra prospettiva. A tale proposito può esserle utile leggere un mio articolo che tratta proprio del tradimento e che sarà pubblicato sul sito nei prossimi giorni. Spero in ogni caso che riuscirà a risolvere la sua situazione. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Problema di coppia
Apri domandaBuongiorno Max, Concordo con lei circa la sua decisione di "isolarsi", immagino allontanarsi un po' da entrambe per prendersi del tempo e valutare con calma la situazione. Da ciò che narra, infatti, mi sembra che sia importante per lei comprendere come mai, in situazioni che richiedono da parte sua una presa di posizione definitiva, si trovi a dover ritornare sui suoi passi. Quindi forse la relazione "clandestina" rappresenta questa sua difficoltà a definire la sua vita affettiva, nel senso di mettere su famiglia, come diceva lei. Cosa significa per lei costruire una famiglia? Come si immagina la situazione: un nuovo inizio o la fine di un qualcosa? Una fase del ciclo di vita a cui si è semplicemente obbligati dopo un tot di anni o un percorso arricchente per la coppia? In generale come si percepisce nei cambiamenti? Ci pensi. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
A volte mi desidera, a volte mi rifiuta, cosa fare?
Apri domandaBuongiorno Danilo, Comprendo la sua frustrazione derivante da un'attesa di reciprocità affettiva che non arriva. Ciò che può fare per affrontare la situazione è cercare un confronto più ampio con la sua compagna che possa aiutarla a capire come mai lei sia così ambivalente. In genere questo tipo di comportamento si verifica con ogni tipo di partner, quindi non è attivato da lei Danilo. Mi sembra piuttosto un tratto riferibile ad uno stile di personalità della sua compagna di cui andrebbero indagati i motivi, se lei sarà interessata a farlo. Pertanto, può concentrarsi su se stesso, chiedendosi come mai ha accettato questa instabilità affettiva e cosa la lega alla sua compagna. Cosa le impedisce di interrompere la relazione se ha ricevuto "pochi riscontri"? Le è già capitato in passato di "inseguire" la partner o è una circostanza legata solo alla relazione attuale? Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Rapporto con la mia compagna
Apri domandaBuongiorno Simone, Come già saprà, la nascita di un figlio, nonostante sia un evento positivo, può essere destabilizzante per l'equilibrio della coppia. Il nuovo ruolo di genitore, infatti, impone ritmi ed energie che possono rivolgersi in modo quasi esclusivo al neonato. Ma, se la coppia è basata su una solida alleanza e reciprocità affettiva questa fase fisiologica di stress va spontaneamente in remissione. E la coppia trova un nuovo equilibrio affettivo in cui siano bilanciati i ruoli di partner e di genitore. Quali energie può attivare la vostra coppia per superare questa fase di difficoltà? Ha fiducia nelle risorse della sua compagna? Come mai la sua compagna definisce la gravidanza un "trauma"? Era una condizione desiderata consapevolmente? Come vede, per risolvere la situazione è necessario approfondire questi come molti altri aspetti caratterizzanti la vostra coppia, in modo da impostare un piano di intervento che possa consentirvi di stare bene come coppia e come genitori. Se la situazione dovesse persistere e non riusciste a trovare insieme una soluzione, può valutare la possibilità di chiedere aiuto ad uno psicologo che saprà indirizzarvi verso la giusta direzione. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Dolore nascosto
Apri domandaBuongiorno Deborah, Dal suo racconto mi sembra di capire che l'episodio abbia attivato in lei una senso di colpa legato ad una sua esigenza di controllo. È come se la sua assenza in quel frangente possa mettere in discussione la sua adeguatezza di madre. Cosa significa per lei essere madre? Forse si sente "stupida" perché non viene compresa nella sua visione di madre che dovrebbe essere sempre presente nel momento del bisogno e sentirsi responsabile in ogni momento della sicurezza dei suoi figli. Il ruolo di madre è molto complesso e al di là di questo il modo in cui ogni donna può essere madre dipende molto dalla sua struttura di personalità e dai suoi principi. Forse nel suo caso, può esserle utile riflettere sul rapporto che ha lei con gli errori, intesi anche come mancanze/assenze. Si può concedere il perdono a Deborah? Ci pensi. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Paura di “defecare”
Apri domandaBuonasera F, Ciò che ha descritto è la manifestazione di un sintomo d'ansia più generale che le impedisce di sentirsi a suo agio al di fuori delle mura di casa sua. Quindi bisogna capire cosa significa per lei trovarsi fuori casa, a cosa attribuisce questo disagio e cosa teme possa accaderle. Che significato attribuisce all'igiene personale in generale. Inoltre, come mai questa sua difficoltà è diventata più insostenibile in questo momento della sua vita? Cosa sta succedendo?Come la percepisce e come si percepisce ora? Come si sente in generale? Infatti, per affrontare al meglio il sintomo da lei descritto è importante inquadrarlo in una cornice di significato più ampia che le consenta di riferirlo alla sua esistenza più in generale. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
L'ho tradito ma non capisco se devo lasciarlo
Apri domandaBuonasera Martina, Da ciò che narra mi sembra di capire che la sua difficoltà si collochi proprio nel momento in cui è chiamata a prendere una decisione definitiva. Descrive il suo compagno come l'uomo ideale, ma da ciò che ha narrato, sembra una perfezione ideale, distante, considerando che spesso è lontano anche fisicamente. Come vive questa cosa? Al di là dell'essere "perfetto" lo percepisce vicino affettivamente e affidabile? L'uomo con cui ha intrapreso la relazione "clandestina" anch'egli perfetto, quindi ha difficoltà a rintracciare in un'unica persona le qualità essenziali per lei. È come se fossero scisse su più persone. Come mai secondo lei? Le è già successo in passato? Cosa la lega di più al suo compagno e al suo "amante"? Concordo con lei riguardo alla decisione di prendersi del tempo per decidere cosa fare, perché è importante per lei fare chiarezza su queste questioni che se non risolte, si presenteranno in futuro in altre circostanze e con altri partner, ma le provocheranno ugualmente disagio. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Cuore o cervello?
Apri domandaBuonasera Barbara, La decisione più giusta per lei è quella in cui potrà riuscire a conciliare testa e cuore. Ossia quella derivante da una consapevolezza profonda di sé e della relazione che potrà renderla libera di decidere cosa sia meglio per lei: è questa la condizione in cui potrà sentirsi a suo agio ed in pace con se stessa. Per arrivare ad essa dovrà essere disposta ad avvicinarsi a se stessa e ascoltare le sue esigenze profonde, lavoro che può iniziare a fare da sé chiedendosi se e quali sono le risorse che ha lei ed il suo compagno per rendere più soddisfacente la vita di coppia. Come mai non può manifestare al suo compagno la sua insoddisfazione per il suo atteggiamento poco "decisionale"? Questa difficoltà nella comunicazione ha sempre caratterizzato la vostra coppia o si è manifestata solo ora? Consideri che è importante fare chiarezza su questi punti perché, anche se dovesse intraprendere una relazione con un altro uomo, le difficoltà si potrebbero ripresentare nuovamente. Ci pensi. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Depressione o ansia sociale?
Apri domandaBuonasera Manuel, Comprendo la sua difficoltà nel chiedere aiuto che forse deriva anche dalla paura di ricevere una diagnosi specifica e perentoria sui suoi sintomi. Dal suo racconto percepisco, infatti, una certa focalizzazione sulla possibile diagnosi da attribuire ai suoi sintomi. Consideri che rivolgersi ad uno psicologo può esserle di aiuto soprattutto perché viene preso in carico Manuel come persona in difficoltà, ma con le sue risorse da attivare per stare meglio. Quindi un eventuale percorso di psicoterapia è finalizzato a promuovere una maggiore conoscenza di sé, le motivazioni sottese alle sue difficoltà, quindi come funziona la sua mente, in modo da attribuire un significato ai sintomi descritti. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Sono sola, sto male
Apri domandaBuonasera Michela, Comprendo la sua sofferenza soprattutto perché il suo essere "solare" contrasta in modo stridente con il malessere profondo e pervasivo che ha descritto. Concordo con lei quando afferma che la sua sofferenza si è accentuata quando si è resa conto di non poter contare neanche sull'aiuto di sua madre, perché la percezione di essere sola acuisce il malessere. Quindi, può esserle utile rivolgersi ad uno psicologo che la accompagni e sostenga nel lavoro di accoglienza e comprensione del suo malessere, supportandola poi nella ricerca di quella solarità che le appartiene e che ora appare oscurata dal "nero" che vede attorno a sé. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Sentirsi derisi
Apri domandaBuonasera Luca, Non avendo altre info a disposizione è difficile pronunciarsi sulla sua situazione in modo specifico. Mi colpisce però, la sua frase "non vorrei un consulto psicologico", che racchiude in sé un ambivalenza riguardo alla possibilità di chiedere aiuto ad uno psicologo. Quindi, indipendentemente dalla natura del suo disagio, è prioritario che lei faccia chiarezza sulla sua eventuale propensione o no ad affidarsi ad uno psicologo. Infatti, se non matura dentro di sé la consapevolezza che rivolgersi ad uno psicologo può essere positivo per lei, richiedere un qualsiasi tipo di consulto potrà aiutarla solo parzialmente a risolvere la sua situazione, ed il lavoro psicologico non avrà l'efficacia che lei spera. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella (Roma)...
Come allontanarmi da un traditore recidivo
Apri domandaBuongiorno Patrizia, Considerando che risulta difficile confrontarsi e dialogare efficacemente con suo marito, è consigliabile che lei richieda un aiuto specialistico. Uno psicologo potrà supportarla in questa complessa condizione individuale e di coppia che ha descritto. Poi valutare col suo aiuto l'eventualità di intraprendere una terapia di coppia. Infatti, la relazione con suo marito, nonostante le difficoltà descritte, continua ad essere per lei un legame affettivo significativo e centrale per la sua vita, quindi, se desidera conquistare una condizione di serenità ed equilibrio psicofisico, è necessario affrontare la situazione è risolverla in un modo o nell'altro. La situazione di ambiguità ed instabilità in cui si trova ora, acuisce infatti il suo malessere perché induce in lei una sensazione di attivazione costante ed imprevedibilità controproducenti per il suo equilibrio emotivo. Le auguro in ogni caso di trovare la soluzione migliore per lei e soprattutto che possa giungere ad una condizione di maggiore serenità e benessere psicofisico. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ragazzino di 12 anni con problemi
Apri domandaBuongiorno Sara, Innanzitutto volevo rimandarle la mia impressione sul suo racconto: denota una sua grande sensibilità e acutezza nell'osservazione, nonché competenza didattica e formativa. Detto ciò, riguardo alla sua domanda, considerando che conosce bene la famiglia, può provare a sottolineare le sue impressioni sul bambino enfatizzando le potenzialità che ha riscontrato in lui. Percepisco dal suo racconto che lei sia dotata di buone capacità d'analisi che le consentiranno sicuramente di valutare cosa sia più opportuno dire nel momento in cui si troverà di fronte ai genitori. In ogni caso, può esserle utile riflettere sul significato che attribuisce a questo suo eventuale intervento in favore del bambino. Cosa ha attivato in lei la situazione in generale?Come mai percepisce la necessità di intervenire? Infatti, in questi casi, è importante mantenere un contatto anche con le proprie emozioni e sensazioni che, se opportunamente accolte e ascoltate, possono essere dei preziosi alleati nella valutazione di ciò che sia meglio fare o dire. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mia figlia di 2 anni ha comportamenti strani dopo averle tolto il ciuccio
Apri domandaBuonasera Bree Riri, il comportamento di sua figlia può dipendere sia dall'assenza del ciuccio che ha un effetto calmante per i bambini, che dalla sua condizione di gravidanza. Infatti, considerando che sua figlia ha quasi 3 anni, è in grado di intuire, seppur ad un livello parziale ed incompleto, che sta cambiando qualcosa sintonizzandosi con la sua nuova condizione di gravidanza. Anche se magari non ha esplicitato chiaramente la cosa, la bambina ha sicuramente percepito che succederà qualcosa. Quindi, è opportuno che questa novità sia manifestata con chiarezza rendendo la bambina partecipe della sua condizione di gravidanza, parlando della sorellina/fratellino che nascerà, coinvolgendola in attività (scegliere abitini o giochi per il nuovo nato, chiedere un parere sul nome da attribuire), sottilineando soprattutto che, nonostante il nuovo nato, la mamma sarà sempre accanto a lei e le vorrà sempre bene. E' normale e del tutto fisiologico che i primogeniti sperimentino un sentimento di gelosia/competizione con il nuovo arrivato, perchè viene messa in discussione la centralità della loro relazione con le figure di attaccamento. Ma si può sostenere il bambino in questo delicato processo di adattamento, enfatizzando gli aspetti positivi (un bambino con cui giocare ecc.) e ribadendo che la bambina sarà sempre importante per i genitori. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Situazione inaspettata, non so cosa fare
Apri domandaBuonasera Matteo, dal suo racconto emerge un sentimento di entusiasmo e trasporto verso la nuova ragazza che sembra aver risvegliato in lei sensazioni ormai assopite. Quindi, ciò che può fare ora è chiedersi come mai la sua attuale compagna non riesce più a "stregarla" nonostante sia una relazione in cui ha "combattutto e dato tutto se stesso". Forse vi trovate in una fase di noia e prevedibilità nella relazione? La percepisce come una situazione ormai scontata, un obiettivo raggiunto che non stimola più i suoi desideri di seduzione e conquista, così come invece accade con la nuova ragazza? E' soddisfatto e felice nella relazione con la sua compagna? Ci pensi. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come smettere di dire bugie?
Apri domandaBuonasera Giulia, il mentire rappresenta un meccanismo di difesa che consente di mostrare a sè e all'altro un'immagine diversa da quella reale, ma che in quella data circostanza viene ritenuta più opportuna o comoda per la persona che lo mette in atto. Cosa vuole nascondere di sè e cosa intende comunicare all'altro? Come mai non può essere autentica? Cosa tyeme nel momento in cui immagina di dover dire la verità? Ritengo che un consulto psicologico potrebbe esserle di aiuto per comprendere le motivazioni profonde che attivano questo suo comportamento che, a lungo andare, potrebbe indurre in lei un senso di confusione significativo. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Chiedo consulto per mia figlia di 3 anni
Apri domandaBuonasera Mary, Comprendo la sua preoccupazione derivante forse anche dal fatto che prendere decisioni riguardo ai propri figli può essere complesso, maggiormente se ci si trova da soli come lei. Percepisco comunque in lei una buona capacità organizzativa ed attenzione centrata sulle esigenze della bambina. Ciò che può fare per aiutarla è provare ad esplorare con lei queste sue "invenzioni" per cercare di capire cosa provi e quali aspettative nutra riguardo al padre. Per ogni bambino, indipendentemente dal fatto che abbia vicino uno o entrambi i genitori, resta fondamentale l'esigenza di essere ascoltato, accolto e compreso anche se non si è sicuri di dire o fare la cosa giusta. Quindi la prima cosa è avvicinarsi a questo mondo immaginario di sua figlia e, una volta conosciuto, sarà poi più semplice riportarla sul piano di realtà, perché sentirà che nulla può temere se ha la mamma vicina. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come affrontare l'ipocondria?
Apri domandaBuonasera, Sulla diagnosi di ipocondria non mi pronuncio perché un adeguato processo diagnostico che consenta di accertare una patologia, richiede diverse fasi e un'approfondita analisi della persona. Detto ciò, ogni disturbo, quindi anche l'ipocondria, si organizza in modo del tutto personale su ogni individuo, quindi non è possibile fare generalizzazioni tanto ampie che possano essere estese ad ogni soggetto. Per superare le sue "ansie e paranoie" è quindi necessario esplorare la sua esperienza personale, il suo mondo interiore, le sue emozioni, lavoro che si può impostare con l'aiuto di uno psicoterapeuta a cui possa affidarsi per conoscersi meglio. È disposto a fare ciò per stare meglio? Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Sospetto Burnout, da dove iniziare?
Apri domandaBuonasera Antonello, Sicuramente il test ha colto una parte del suo malessere riferibile al burn-out, fenomeno che si sviluppa e rinforza su motivazioni profonde di cui il burn-out può rappresentare il sintomo precursore più evidente nell'immediato. Quindi, non sapendo il tipo di lavoro che svolge, presumo sia in ambito sanitario, può iniziare a muoversi agendo sui sintomi del burn-out rivolgendosi magari ai colleghi psicologi in asl o privatamente. Una volta affrontati e risolti i sintomi del burn-out, può valutare se intraprendere un percorso di psicoterapia. Infatti, per risolvere in modo definitivo il problema del burn-out è necessario comprendere le ragioni profonde che lo attivano, allargando la prospettiva d'analisi sulla sua vita. Come si sente in generale?Cosa sta succedendo nella sua vita? può contare sul supporto emotivo di qualcuno? Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma,)...
Nessun rapporto completo con mia moglie
Apri domandaBuonasera Pasquale, Innanzitutto volevo sottolineare la sua sensibilità e capacità di comprensione verso le difficoltà di sua moglie, atteggiamento che mi induce ad ipotizzare come il vostro sia un rapporto basato sul rispetto e la reciprocità. Quindi, credo che con la stessa accuratezza e delicatezza che ha mostrato per 9 mesi, lei possa manifestare verbalmente a sua moglie questo disagio disponendosi al confronto e all'ascolto delle sue paure. Siete soliti confrontarvi sinceramente ed apertamente su queste come su altre problematiche nella coppia? Consideri che per sua moglie la possibilità di essere accolta ed ascoltata costituirà già di per sè un elemento favorevole in prospettiva di una risoluzione delle sue paure. Puo' provare ad esplorarle con lei, cercando di capire cosa significa per lei avere un rapporto sessuale e cosa teme possa accaderle. Non avendo altre info a disposizione su di voi, non so fornirle altre indicazioni. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Quando la malattia ti "butta fuori" dal giro.
Apri domandaBuonasera Giorgia, Leggendo il suo "papiro" mi ha colpito che lei, nonostante l'accurata descrizione della sua forza nel reagire alla malattia, non si riconosca oggi queste sue risorse che fanno di lei una persona molto resiliente, ossia resistente alle difficoltà comportate dalla patologia. Tende infatti, ad auto svalutarsi concentrando l'attenzione su ciò che non è riuscita a fare, mostrando una focalizzazione sulla performance. Immagino che questa prospettiva di sé sia antecedente alla malattia e che in seguito ad essa si sia accentuata. Giorgia si identifica esclusivamente con la riuscita professionale, c'è spazio per altro? Ad esempio: relazioni affettive, vita emotiva? Per riprendere in mano la sua vita ancora meglio di quanto ha già fatto è essenziale che lei si avvicini anche al suo mondo emotivo e che sia in grado di condividerlo con qualcuno. Solo così potrà guardare alla sua malattia come un'esperienza di vita in cui è stata vincente e non una colpa. In questo modo potrà utilizzare al meglio le potenzialità che ha attivato la sua patologia e modificare la percezione che ha di sé. Un percorso di psicoterapia le sarà di aiuto nell'acquisizione di questa nuova immagine di sé. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Solo sesso no amore
Apri domandaBuonasera Federica, Dal suo racconto mi sembra di capire che desideri costruire una relazione affettiva ma che, al momento, non disponga degli strumenti necessari per ricercare il partner adeguato alle sue esigenze. Per comprendere come mai ciò accada e agire di conseguenza, è essenziale che lei sia disposta a confrontarsi con se stessa. Inoltre, come mai questa sua difficoltà risulta più insostenibile per lei in questo momento? Cosa sta accadendo nella sua vita? Cosa significa per lei vita di relazione e quali aspettative ha riguardo ad un futuro partner? Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Neurodegenerativa progressiva ?
Apri domandaBuonasera Anastasia, Comprendo la sua difficoltà perché il non poter comunicare efficacemente con l'altro può essere frustrante ed indurre una sensazione di confusione, oltre al rischio di non essere riconosciuta e compresa dall'altro. È possibile che questa sua difficoltà di sia acuita nel tempo e che possa rinforzarsi se non viene adeguatamente compresa ed affrontata. Quindi, può provare a sperimentarsi con uno psicoterapeuta che saprà metterla a suo agio e capire con lei l'origine di questo disturbo per affrontarlo e recuperare la sua libertà espressiva e reciprocità comunicativa con l'altro. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ricaduta?!
Apri domandaBuonasera Gian, Percepire il senso del "dovere" ed agire di conseguenza, non rappresenta di per sè un problema. Può diventare motivo di disagio se diventa incombente ed urgente per la persona, una priorità assoluta a cui adempiere senza provare piacere o soddisfazione nell'attuarlo. In questo caso è essenziale comprendere come mai si attivi questo meccanismo. Nel suo caso, mi sembra di capire che il senso del dovere sia predominante nella sua vita e che si associ alla tendenza ad anteporre le esigenze/sofferenze dei suoi familiari alle sue. Immagino che questa propensione a concentrarsi sull'altro abbia contraddistinto da sempre la sua personalità e che forse non abbia avuto modo di affrontarla e comprenderne le motivazioni. Quindi, più che di "ricaduta" io parlerei di criticità non completamente risolte che attivano il suo malessere e attendono di essere accolte e comprese. Un percorso di psicoterapia può aiutarla ad avvicinarsi a sé e al suo mondo emotivo. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Aiutare un familiare depresso
Apri domandaBuonasera Valentina, Come lei già saprà se suo padre non è propenso a rivolgersi ad uno psicologo-psichiatra, non è consigliabile insistere, in quanto non è possibile impostare alcun tipo di intervento psicologico se il diretto interessato non è motivato. Piuttosto potrebbe valutare la possibilità di rivolgersi lei stessa ad uno psicologo che la aiuti a sapere come muoversi in questa situazione. Anche perché è proprio dalle sue sensazioni ed emozioni attivate dalla condizione di suo padre, che può partire per organizzare un aiuto efficace nei suoi confronti e diventare uno strumento di supporto emotivo e al contempo anche stimolo ad uscire dalla depressione. In molti casi, avviene infatti che la variazione di atteggiamento dei familiari percepita dal soggetto con disturbi, attivi in lui un comportamento più funzionale nella risoluzione dei sintomi e poi si convinca ad intraprendere anch'egli un percorso psicologico. Questa strategia, risulta inoltre utile per evitare che il soggetto si senta "giudicato" e costretto ad intraprendere un percorso perché individuato come l'unico componente disturbato della famiglia. Questa sensazione può acuire il senso di solitudine e la depressione stessa della persona, che sente la distanza emotiva creata da una categoria diagnostica (depressione) che può apparire lontana dalla sua esperienza emotiva. Ci pensi. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia (mia) e ripicche (ex fidanzato)
Apri domandaBuonasera Laura, Può iniziare chiedendosi cosa la lega a lui ed ancor prima com'è nato l'amore con lui. È probabile che le sensazioni di "ansia e terrore" che ha descritto, vengano attivate da contenuti emotivi non risolti nei confronti del suo ex fidanzato. Come mai, nonostante la sua "immaturità" più volte constatata nel corso della relazione, ha continuato il legame? Quale tipo di meccanismo si attivava in queste circostanze? Lei come si sentiva mentre sottolineava a lui questa immaturità? È successo anche con altri partner o solo con questo ragazzo? Comprendere questi meccanismi è essenziale se desidera "tornare a sorridere" e soprattutto incontrare uomini affidabili e maturi con cui possa costruire un "dialogo alla pari", inteso come relazione all'interno della quale nessuno dei due debba assumere atteggiamenti di censura nei confronti dell'altro, perché entrambi collaborano al raggiungimento della soddisfazione di coppia. Un percorso di psicoterapia individuale può aiutarla a comprendere come raggiungere questi obiettivi e successivamente creare una relazione stabile e soddisfacente. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Bambino con problemi
Apri domandaBuonasera Valentina, Nella mia esperienza clinica con pazienti psichiatrici ho avuto modo di visitare una paziente adulta che manifestava gli stessi sintomi che ha narrato lei. La paziente aveva un quadro molto complesso che comprendeva anche un ritardo mentale e credo che si possa ipotizzare anche per il bambino in questione. Detto ciò, per fornirle una qualsiasi indicazione su ciò che sia opportuno fare dal punto di vista psico-educativo è necessario innanzitutto sapere che tipo di relazione ha con lui: insegnante, baby-sitter, amica? In base al tipo di relazione si può impostare l'approccio che comunque va coordinato con le altre figure famigliari ed educative che si occupano del bambino. Inoltre, è importante attendere che ci sia una diagnosi specifica per orientare al meglio il comportamento da tenere. Mi aggiorni e le potrò dare indicazioni più specifiche. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come superare la paura di guidare?
Apri domandaBuonasera Carlos, Potrebbe essere una fobia specifica che si innesta su una condizione di ansia e/o stress più ampia. Dalle informazioni che ha riportato non è possibile avanzare altre ipotesi o proporre interventi specifici perché bisogna conoscere più a fondo lei e la sua vita, in modo da impostare un eventuale lavoro terapeutico che possa essere effettivamente utile per lei. Immagino che sia una paura che ha sempre contrassegnato la sua esperienza di guidatore, quindi sarebbe utile capire come mai ora è diventato un disturbo più insostenibile per lei, quindi ampliare la prospettiva d'analisi anche sulla sua vita in generale. Se è motivato a risolvere questo problema che limita fortemente la sua autonomia personale, può richiedere una consulenza psicologica che lo aiuti ad attivare le sue risorse in questa direzione. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Paura sociale e paura per il futuro
Apri domandaBuonasera Carlo, Comprendo la sua condizione di malessere e le sue paure che sembrano sorgere da una situazione per lei nuova: la possibilità di autodeterminarsi professionalmente ed affettivamente. Una svolta nella sua vita che seppure in senso positivo, può suscitare paure del tutto comprensibili legate alla condizione di cambiamento in generale. Mi sembra che l'idea di prendere in mano la sua vita coincida infatti, con la consapevolezza che il "il figlio unico" stia cedendo il posto ad un uomo maturo motivato a costruire una propria dimensione famigliare ed affettiva nuova. Come si immagina questo nuovo Carlo? Per comprendere come mai fino ad ora nella sua vita non c'è stato spazio per Carlo, la sua vita affettiva al di fuori della famiglia d'origine, può esserle utile un percorso di psicoterapia individuale che la aiuti ad avvicinarsi a Carlo sospendendo il giudizio sulle sue scelte passate, provando ad accogliere le sue paure e ritrovare i punti di forza che ora sono sommersi dall'ansia. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come superare la mancanza di intimità?
Apri domandaBuonasera Luisa, Da ciò che ha narrato, ciò che ha fatto finora per cercare di risolvere il problema mi sembra congruente, condivisibile e motivato da una grande sensibilità ed attenzione per l'altro. Quindi, poiché ha già constatato che è difficile affrontare il discorso con lui, può provare a ribaltare la prospettiva descrivendo a lui il suo stato d'animo proprio come ha fatto utilizzando questo spazio. In questo modo potrete valutare insieme la situazione che riguarda entrambi, evitando di focalizzare l'attenzione sulle sue difficoltà erettili. Solo così sarete sicuri di confrontarvi senza giudicare o colpevolizzare qualcuno, ma motivati a dire ciò che provate nell'interesse della coppia nella sua totalità. Qualora non dovesse riuscire a risolvere la situazione in questo modo, può valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo per un percorso individuale che può aiutarla ad approfondire la situazione e sicuramente a capire cosa sia più opportuno fare. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Problemi di coppia dopo 9 anni
Apri domandaBuonasera Cristina, Comprendo la sua difficoltà perché una relazione conflittuale è molto faticosa da portare avanti. Da ciò che ha narrato, mi sembra di capire che le difficoltà si siano acuite da quando convivete. È stata una decisione condivisa, desiderata da entrambi? Cosa si aspettava dalla convivenza? In passato, prima della convivenza, le liti come venivano gestite? È importante comprendere questi aspetti e soprattutto capire se lei ha trovato una possibile associazione con quanto è accaduto ai suoi genitori, dal momento che ha citato la loro separazione come un evento difficile da elaborare e forse ancora non del tutto superato. Può provare a confrontarsi con il suo compagno sulla situazione e nel caso in cui ciò non sia risolutivo, valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo per una consulenza individuale che la aiuti a fare chiarezza sulla situazione e capire cosa sia più opportuno fare. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ho bisogno di aiuto
Apri domandaBuongiorno Caterina, Da ciò che narra ritengo che il suo malessere possa dipendere da disturbi clinicamente significativi che si associano ad un comportamento impulsivo (abuso di alcool e tentativo di suicidio) e alla propensione a mostrare un falso Sé (dire bugie). Tale quadro clinico richiede un approfondimento psicologico che la aiuti a capire da dove originano i suoi disturbi e che promuova un contatto autentico con sé stessa e con gli altri. Infatti, la sua frase che descrive la "paura di sé stessa" mi fa ipotizzare che ora lei abbia perso il contatto ed il controllo su se stessa, non si riconosce più e quindi per stare meglio è necessario innanzitutto che si riavvicini a Caterina con l'aiuto di uno psicologo con cui possa fare un lavoro di reintegrazione del proprio sé che ora è scisso ("bella ragazza e intelligente" vs "buco nero"). Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Verginità maschile in età adulta
Apri domandaBuonasera Danny, Comprendo la sua rabbia e penso che lei possa utilizzarla incanalandola in modo positivo. Ossia, proprio a partire da essa, intraprendere un percorso di conoscenza personale che la aiuti ad affrontare al meglio la situazione. Quindi, comprendere come mai in questo momento della sua vita ne soffra maggiormente e che funzione abbia svolto il mantenimento della condizione di verginità nella sua vita. Infine, lei ha fatto riferimento alla possibilità di rivolgersi a delle "prostitute": ciò significa che potrebbe assimilare il rapporto sessuale e quindi la relazione con una donna, ad un mero soddisfacimento di impulsi fisici? Ciò mi sembra incongruente rispetto all'educazione che ha ricevuto, quasi una sorta di ribellione al l'apprensione-repressione dei genitori. Pertanto le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo per richiedere una consulenza che le possa consentire innanzitutto di fare chiarezza su questi aspetti. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Difficoltà di relazione
Apri domandaBuonasera Ada, Le info che ha fornito non sono sufficienti per rispondere in modo esaustivo alla sua domanda perché è necessario pervenire ad una maggiore conoscenza di lei e della sua vita. Ha parlato di "insicurezza" e ciò mi induce ad ipotizzare che lei attribuisca una buona parte dei problemi di coppia a ciò. Quindi, potrebbe valutare la possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale che la aiuti ad approfondire questi aspetti. Nel frattempo può esserle utile leggere i miei articoli che affrontano tematiche inerenti alle dinamiche di coppia. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Infatuazione di un ragazzo più giovane, che fare?
Apri domandaBuonasera Barbara, Ciò che può fare innanzitutto è chiedersi come mai non riesce più a "lasciarsi andare" con suo marito. È possibile manifestare a lui questo disagio? Dal suo racconto sembra infatti che questa difficoltà coniugale e l'infatuazione siano collegati. Che aspettative nutre riguardo al ragazzo? Come mai secondo lei, ha bisogno di "immaginare" lei ed il ragazzo in una dimensione lontana dalla sua realtà quotidiana-coniugale? Mi sembra che l'infatuazione somigli ad una fuga dalla sua realtà. Ci pensi. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Crisi dei 31
Apri domandaBuonasera Angela Maria, Considerando che si percepisce così da diverso tempo ("identità non definita"), è importante capire come mai in questo momento della sua vita sia diventata più intollerabile questa sua condizione. Che aspettative aveva nutrito riguardo al matrimonio, a suo marito e alla sua vita in generale? È possibile affrontare questo discorso con suo marito? Che significa per lei non avere figli a 31 anni e in cosa la maternità potrebbe influire sulla percezione di sé? Infine, riguardo al suo interrogativo finale relativo al "ritardo" le posso dire che se è motivata a conoscersi meglio, questo è il momento giusto, perché è quello che sta avvertendo lei ora. Il concetto di tempo è infatti, interno a noi, alle nostre emozioni, esigenze ed aspettative. Ora lei è disposta ad accogliere questa richiesta di Angela Maria, indipendentemente dal confronto con la vita e i tempi altrui? Mi sembra infatti di capire che lei utilizzi il confronto con gli altri per auto svalutarsi. E questo meccanismo le restituisce un'immagine di sé insoddisfacente. Pertanto, le consiglio di provare ad avvicinarsi ad Angela Maria, conoscerla e scoprire le potenzialità ancora non utilizzate. Un percorso di psicoterapia individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Problemi di coppia
Apri domandaBuonasera Federico, Da ciò che ha narrato mi sembra di capire che lei stia facendo il possibile per mantenere il contatto affettivo con la sua compagna. Tuttavia, se la sua compagna è così risoluta a ritornare dai suoi, potrebbe essere controproducente insistere ulteriormente. È possibile che la sua compagna desideri allontanarsi da lei perché non riesce ad affrontare i problemi di coppia per motivazioni che possono essere svariate. Quindi, ciò che può essere utile per lei ora è chiedersi se questa modalità distanziante utilizzata dalla sua compagna sia in qualche modo affrontabile e superabile in futuro. Infatti, anche se lei riuscisse a trattenerla ora, considerato che lei utilizza questa modalità nella gestione delle crisi di coppia, le difficoltà potrebbero presentarsi in futuro. Pertanto, è essenziale comprendere come mai la sua compagna utilizzi questo stile distanziante e se è disposta a modificarlo per entrare in contatto con lei. Questo lavoro può farlo proponendo alla sua compagna una terapia di coppia. Nel caso in cui questa prima opzione non sia praticabile, le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale che la aiuti a capire cosa sia più opportuno fare. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Dipendenza, isolamento, vittimismo di mio figlio quindicenne
Apri domandaBuongiorno Solidea, Concordo con la mia collega rispetto alla necessità di approfondire la situazione con l'aiuto di uno specialista. In alternativa può valutare la possibilità di rivolgersi lei stessa ad uno psicologo che la aiuti a capire cosa sia più opportuno fare in questa situazione. Nel frattempo può esserle utile riflettere su alcune questioni. Dal suo racconto mi sembra di capire che lei sia sola dal punto di vista educativo nell'accudimento dei suoi figli, è possibile coinvolgere suo marito/compagno? Consideri che per un figlio di sesso maschile è molto importante potersi identificare/confrontare con il proprio padre, ricevere da lui accoglienza e ascolto. L'atteggiamento mostrato da suo figlio può essere, infatti, una strategia messa in atto per attirare la vostra attenzione. Spero in ogni caso che riesca a risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come superare ansia e attacchi di panico
Apri domandaBuonasera Maria, Dal suo racconto mi sembra di capire che la sua attenzione sia focalizzata esclusivamente sul sintomo (ansia e attacchi di panico). Essi, indubbiamente costituiscono un disagio che è auspicabile affrontare e risolvere, ma il consiglio che posso darle per conseguire ciò, è interessarsi contemporaneamente anche a Maria, come sta, come si percepisce, può contare sul supporto emotivo di qualcuno? Immagino che trasferirsi a Dublino, seppur temporaneamente, possa presentare delle difficoltà ed indurre un senso di estraniamento poiché lontana da casa e dalle persone a lei care. Come ha reagito a ciò? È soddisfatta della sua vita? È felice? Cosa teme? Cosa sente di aver lasciato/perso in Italia? Consideri che affrontare i sintomi ansiosi prescindendo da questi aspetti della sua vita emotiva, significa risolvere il disagio solo parzialmente. Avvicandosi a Maria, potrà invece, sviluppare strategie efficaci che le consentiranno di padroneggiare l'ansia come una condizione emotiva di cui è consapevole, che conosce e che quindi non teme. Se è motivata a fare ciò, può valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo per lavorare su se stessa e riappropriarsi della sua vita. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Blocco sessuale del mio ragazzo
Apri domandaBuonasera Federica, può provare a confrontarsi con il suo ragazzo sull'argomento, nel senso che è importante esplorare con lui le sue paure, le sue aspettative circa il rapporto sessuale. Se lui sarà propenso a dialogare con lei, potrà invitarlo a parlare di come si sente. come percepisce il rapporto sessuale con lei? cosa significa per lui? Consideri che in molti casi, è proprio la grande attesa ed aspettativa riguardo al rapporto sessuale che inibisce il rapporto stesso. Magari teme di deluderla o non essere all'altezza dal momento che è vergine, e percepisce una condizione di disparità/inferiorità rispetto a lei (lei non è vergine, quindi forse percepita copme più competente e adeguata su questi aspetti). Queste sensazioni possono rendere il rapporto sessuale più simile ad una prova di abilità/adeguatezza che ad un piacere, e questa sensazione implica le disfunzioni erettili che lei ha notato, associate ad un atteggiamento di evitamento riguardo ai rapporti sessuali percepiti come frustranti. Infine, come si sente lei in questa situazione? cosa significa per lei stare insieme ad un ragazzo vergine che non riesce ad avere rapporti sessuali? è possibile manifestare le sue emozioni/aspettative a lui? un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Tra dubbi e paure con mio marito
Apri domandaBuonasera Laura, Dal suo racconto percepisco un certo timore nell'opporsi o manifestare un pensiero contrario a suo marito. Come mai accade ciò? Cosa teme possa accadere nel caso in cui manifesti a lui il suo disaccordo in questa come in altre circostanze?Essere svalutata ("pezza da piedi") da suo marito è un'esperienza che accade solo ora ed in questo ambito o ha sempre contraddistinto la vostra relazione? Come descrive la relazione con suo marito nell'ultimo anno? E' soddisfatta? Mi sembra di capire che suo marito sia centrato sulle componenti fisiche e sessuali della relazione, c'è spazio anche per la vita affettiva e la condivisione? Nel caso in cui il disagio dovesse persistere, può valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo per una consulenza individuale che la aiuti a chiarire questi aspetti. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ho bisogno di parlare con qualcuno
Apri domandaBuonasera Melissa, Comprendo il suo senso di colpa acuito dal fatto che non può più interloquire con sua madre. Quindi, la sensazione di non aver chiarito con lei, aver lasciato argomenti in sospeso inibisce il processo di elaborazione del lutto. Pertanto, affinché ciò avvenga, è necessario che lei sia motivata ad affrontare ciò nel contesto di una consulenza psicologica che possa aiutarla a chiarire questi aspetti e ad elaborare quanto accaduto con sua madre, focalizzando contemporaneamente anche l'attenzione su se stessa e sulla sua esperienza di vita attuale che ora mi sembra adombrata dalla sensazione di perdita e morte. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Esaurimento/depressione di un familiare
Apri domandaBuonasera Antonia, Comprendo e condivido la sua preoccupazione. Considerando che sua sorella è restia a richiedere e accettare aiuti, può provare ad interloquire con il suo compagno per renderlo più attivo e partecipe nell'accudimento dei suoi figli. Infatti, da ciò che ha narrato, immagino che sua sorella sia sola nell'accudimento dei bambini e questa condizione genera di per sè ansia e cattivo umore. Quindi, il primo passo sarebbe coinvolgere lui. È possibile che sua sorella rifiuti altri aiuti da voi, perché vorrebbe il sostegno del suo compagno, come è giusto che sia. Ma al momento, forse, non sa come chiederlo ed ottenerlo. Resto a sua disposizione per eventuali altri consigli e/o pareri sulla situazione. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Un amore a progetto 0
Apri domandaBuonasera Valentina Beatrice, Al fine di chiarire le vostre reciproche posizioni ed aspettative riguardo alla relazione, è necessario confrontarsi in modo ampio ed esplicito. Da ciò che ha narrato, mi sembra di capire che il suo compagno abbia difficoltà a stabilire la giusta prossimità affettiva con il partner a causa, forse, di difficoltà individuali (assunzione di psicofarmaci) che andrebbero analizzate in modo più ampio. Quindi, è comprensibile che lei si senta confusa. Ha provato ad esprimere queste perplessità a lui? Considerato che l'ha descritto come una persona premurosa e responsabile, credo che accetterebbe questo confronto e sarebbe motivato a comprendere il suo disagio. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Depressione da espatrio
Apri domandaBuonasera Elisabetta, Concordo con la mia collega circa l'utilita' rdi iniziare un percorso psicoterapeutico individuale. Nel frattempo, le può essere utile riflettere su alcune questioni: cosa significa per lei vivere negli Usa? E in Italia? A cosa associa queste due diverse condizioni? Di chi/cosa sente la mancanza mentre si trova in Usa? Consideri che le nostre emozioni suscitate dalle situazioni che viviamo sono collegate ai significati che attribuiamo a noi stessi e a ciò che ci circonda. Quindi è importante comprendere questi aspetti. Inoltre, è essenziale ampliare la prospettiva d'analisi anche su altri aspetti della sua vita: è soddisfa della sua vita familiare in generale? Come si percepisce nel ruolo di madre? Suo marito collabora nell'accudimento di vostra figlia? Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Scoprire un tradimento, cosa fare?
Apri domandaBuonasera Flavia, Comprendo il suo malessere perché sulle figure genitoriali viene spesso proiettato un ideale di perfezione ed infallibilità che può non corrispondere alla realtà. Questa scoperta mette poi, in discussione anche l'unione con sua madre, quindi l'alleanza genitoriale, una condizione rassicurante per ogni figlio. Quindi è essenziale per lei chiedersi come si senta rispetto a suo padre e ai suoi genitori. Cosa percepisce di poter perdere, quali timori ha? Considerando che vive con loro, mi sembra di capire che lei si senta in dovere di proteggere l'unione genitoriale. Cosa significa per lei tutto ciò? È, all'inverso, come si immagina la situazione in cui i suoi genitori siano divisi da un conflitto? In questo momento la sua immagine interiorizzata di familiaglia unita sembra in pericolo e mi pare che attribuisca gran parte della responsabilità a suo padre. Consideri che le dinamiche dei tradimenti sono molto complesse e determinate, anche se con funzioni diverse, da entrambi i partner. Se il suo disagio dovesse persistere, le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutarla ad approfondire questi aspetti e ritrovare la sua serenità. Un caro saluto. Dottore.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Relazione in cisi
Apri domandaBuongiorno Dario, comprendo il suo disagio, perchè da ciò che ha narrato sembra dover subire la situazione descritta. Nel senso che la sua compagna ha manifestato il malessere, ha avuto la relazione con un altro uomo e sembra più distante. Mi colpisce la frase: "pensa che non siamo più innamorati". Lei è d'accordo con questo pensiero? In base a quali elementi la sua compagna ha avanzato questa ipotesi? Sembra che la sua compagna l'abbia affermata senza confrontarsi con lei. Come mai avete deciso di trascorre vacanze separati? E' la prima crisi di coppia che attraversate? Lei ha parlato di terapia di coppia appena iniziata, quali aspettative nutrite verso questo tipo di lavoro? Il fatto che abbia scritto qui, nonostante la terapia in corso, mi fa ipotizzare due cose: ha difficoltà, del tutto comprensibili, a tollerare la pausa estiva nel percorso già iniziato. Oppure, in alternativa, ha vuto difficoltà a manifestare il suo disagio nel contesto di consulenza e ha bisongo di uno spazio suo, individuale, come questo per rielaborare la questione. In che modo avete deciso di avviare un percorso di coppia? é stata una decisione presa di comune accordo o subita da uno dei due partner? Consideri che per far sì che un percorso di terapia, sia esso individuale o di coppia, è necessario che i soggetti interessati siano pienamente consapevoli e motivati a svolgere il percorso, altrimenti qualsiasi tipo di lavoro perde efficacia. Inoltre, per quanto riguarda la terapaia di coppia nello specifico è necessario che la coppia sia concorde nell'obbiettivo da perseguire: ricostruire l'alleanza di coppia o all'inverso, acquisire competenze per svolgere in maniera adeguata il ruolo genitoriale senza essere coppia coniugale. Siete d'accordo su questo punto? Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Evitare crollo
Apri domandaBuonasera Perla, per quanto concerne la sua condizione psicologica, mi sembra di capire che sia necessario per lei intraprendere un percorso psicologico che le consenta di comprendere come mai lei abbia dei "crolli" in periodi "difficili", quindi acquisire strategie che le consentano di reagire in modo più costruttivo e sereno alle difficoltà. Solo in questo modo, sarà finalmente libera dalle sofferenze che ha descritto. Poi, per quanto riguarda la relazione con il suo attuale compagno, è essenziale chiarire con lui le motivazioni che tengono in vita la coppia. Mi sembra , infatti, di capire che non abbiate gli stessi obiettivi di vita e questo rappresenta un importante ostacolo per la soddisfazione e l'equilibrio nella coppia. Quindi, è fondamentale per lei chiedersi come mai non riesca a "staccarsi" da lui nonostante sia "clandestina", non riconosciuta da lui, non inserita nella vita del suo compagno. inoltre, cosa significa per lei diventare madre? Una consulenza individuale può aiutarla a risolvere questi problemi e a ritrovare la sua serenità. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mia madre ha atteggiamenti strani
Apri domandaBuonasera Jessica, comprendo il suo malessere che mi sembra congruente con la situazione che ha narrato. Non avendo altre info sulla sua vita, come ad esempio età sua, di sua madre, condizioni di vita e tipo di relazioni tra di voi in passato, è difficile avanzare delle ipotesi plausibili sul comportamento anomalo di sua madre. Si è già verificato in passato che sua madre si sia distanziata nelle relazione con lei? E' possibile che sua madre stia attraversando un periodo di difficoltà psicologica o abbia problemi di salute rispetto ai quali vuole mantenere un riserbo? Consideri che spesso, uno specifico atteggiamento (incoraggiare ad andare a convivere), può nascondere un sentimento opposto (deiderio di vicinanza) che non si riesce ad esprimere perchè crea troppa sofferenza e a cui si può reagire evitando il contatto proprio con la persona verso cui si prova più affetto. Quindi, sarebbe opportuno conoscere i sentimenti di sua madre rispetto alla sua convivenza, come la percepisce ed in che modo può aver modificato la relazione con lei. Ha provato a confrontarsi con suo padre riguardo a questa questione? potrebbe esserle di aiuto? Considerando che sua madre non desidera confrontarsi con lei, può esserle utile svolgere una consulenza psicologica individuale che la aiuti a capire come si sente in questa situazione e cosa sia più opportuno fare. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Madre oppressiva
Apri domandaBuongiorno Gloria, da ciò che ha narrato mi sembra di capire che sua madre sia centrata esclusivamente sulla performance, quindi sul raggiungimento di obiettivi di studio e/o professionali. Come mai secondo lei? Spesso questo stile genitoriale è motivato da ansie e paure rispetto al fuutro del proprio figlio, nel senso che in molti casi i genitori temono che costruire o investire tempo in relazioni interpersonali possa distogliere l'attenzione dal lavoro o dallo studio determinando esiti catastrofici. Che paure nutre sua madre in questo senso? Sua madre ha avuto modo di realizzarsi professionalmente o sta proiettando su di lei il suo ideale di realizzazione professionale? Se fosse così (proiezione), questa modalità "critica" che ha descritto, raprresenterebbe la modalità di cui dispone sua madre per proteggerla e mostrarle affetto. Appare contraddittorio, ma la condizione di genitore si costruisce anche sulla base delle precedenti esperienze di vita che ogni individuo porta dentro di sè. Considerando che sua madre intende colloquiare con lei solo su un registro di perfermance, può provare a dialogare con suo padre, in moda da avere una visione diversa e magari più ampia sulla posizione che assume sua madre. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
La nonna parla male di me a mia figlia
Apri domandaBuongiorno Carlo, comprendo la sua rabbia che mi sembra congruente con la sensazione di essere screditato o allontanato da sua figlia. Da ciò che ha narrato, mi sembra di capire che sia solo in questa "crociata" nei confronti di sua suocera, nel senso che sua moglie è "passiva", quindi non prende posizioni. Come mai secondo lei? Che timori nutre sua moglie rispetto ad un eventuale confronto con sua madre? Ha provato a manifestare queste sue sensazioni a sua moglie in modo da attivare la sua alleanza nella gestione di questa situazione? Consideri che dalla prospettiva di un bambino dell'età di sua figlia, è molto importante percepire che i genitori facciano fronte comune nell'affrontare una qualsiasi situazione. Quindi, è consigliabile che lei affronti sua suocera insieme a sua moglie in modo da evitare etichette come "ostile e paranoico". Per quanto concerne il rapporto con sua figlia, è consigliabile che lei mantenga le posizioni e lo stile genitoriale che ritiene più opportuno, evitando di menzionare sua suocera in senso dispregiativo. Si concentri sulla relazione padre-figlia, incoraggiando, come sta già facendo, l'esternazione dei sentimenti e le manifestazioni d'affetto. Può esserle utile un consulto psicologico individuale che la aiuti a comprendere meglio la situazione e ad orientare di conseguenza il suo comportamento. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia o panico?
Apri domandaBuongiorno Deborah, Sono contenta nel sapere che scrivere qui le abbia trasmesso maggiore tranquillità. Detto ciò, da quanto ha narrato, mi sembra di capire che nonostante la convivenza con i suoi suoceri molto premurosi, suo marito e sua figlia, lei si senta sola, incompresa nelle sue esigenze, condizione che acuisce la sua ansia. Come mai non può parlare apertamente con suo marito delle sue sofferenze? Che aspettative nutriva circa il matrimonio e la condizione di madre? Dal momento che non si sente compresa da suo marito, in che modo questa situazione potrà variare cambiando casa? Cosa significa per lei? Nel caso in cui il suo disagio persista, può considerare l'idea di affidarsi ad uno psicologo che la aiuti a capire come mai prova questo malessere e iniziare a lavorarci per gestirlo al meglio. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Problemi sul posto di lavoro
Apri domandaBuonasera Clelia, Il suo collega ha intuito il suo punto debole, ossia la tendenza ad autosvalutarsi ("perché sbaglio spesso") e vuole metterla in difficoltà provocandola. Può iniziare provando a chiedergli come mai si comporti in questo modo, che non risulta costruttivo per lei e neanche per il lavoro in generale. Consideri che spesso le persone tendono a criticare/svalutare come strategia di attacco verso qualcosa che percepiscono frustrante. Ad esempio, rimarcare il conseguimento della sua laurea in senso dispregiativo potrebbe significare l'esatto opposto: forse lui si sente inferiore rispetto a lei che studia e lavora. Magari avrebbe voluto studiare anche lui. Provi in ogni caso a conoscerlo meglio e vedrà che questo comportamento acquisirà un senso. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come trovare una donna?
Apri domandaBuongiorno Luigi, La sua domanda solleva inevitabilmente molti quesiti: che tipo di donna cerca? Cosa sta facendo attualmente per trovarla? Quali luoghi frequenta? Che approccio mostra di fronte a possibili donne a cui è interessato? Consideri che le caratteristiche fisiche hanno una loro importanza, ma per essere apprezzate al meglio dall'altro, devono associarsi a competenze relazionali che inducano nell'altro la spinta ad avvicinarsi e a costruire una relazione. Inoltre, come mai, questa ricerca è diventata "destabilizzante" in questa fase della sua vita? Come si sente? Quali funzioni assolverebbe ora la relazione con una donna nella sua vita? Che aspettative nutre a riguardo? Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Lutto e malattie degenerative
Apri domandaBuonasera Amalua, Per quanto concerne l'aspetto puramente medico della sua condizione, credo che sia opportuno per lei attendere la diagnosi definitiva, dal momento che ancora non è stata confermata. Nel caso in cui la diagnosi fosse confermata, allora sarebbe opportuno per lei seguire un percorso psicologico specifico che la aiuti ad elaborare il lutto relativo alla perdita della funzionalità manuale. Dalla mia esperienza clinica con malati cronici (dializzati) posso rassicurarla sull'efficacia degli interventi psicologici sul benessere della persona. Nel frattempo, penso che può trarre comunque giovamento da un percorso di psicoterapia individuale che la sostenga in questo difficile momento e la aiuti ad elaborare il lutto per la perdita di sua madre, questione che rappresenta un ostacolo significativo nell'attivazione delle risorse necessarie a conquistare una condizione di benessere. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Lasciare la vecchia via per la nuova...
Apri domandaBuongiorno Valentina, Dal suo ultimo quesito, mi sembra di capire che lei abbia risolto il dilemma famiglia vs amore, poiché chiede esplicitamente come "vivere una nuova relazione senza rimpianti e paure". Quindi sembra proiettata verso la nuova relazione,ma è bloccata da "paure e rimpianti". A cosa si riferisce? Cosa teme di perdere intraprendendo questa nuova relazione? Secondo lei è possibile affrontare la situazione con suo marito e risolverla? Sarebbe propensa a farlo? Che approccio mostra di fronte ai conflitti in generale? Consideri che per sentirsi libera di vivere al meglio la nuova relazione o qualunque altra possa essere, è essenziale che lei abbia risolto la situazione con suo marito. Nel senso che i nuclei irrisolti derivanti da altre relazioni precedenti, impediscono alle persone di godersi al meglio ciò che accade di nuovo. In ogni caso, è consigliabile per lei un consulto individuale che la aiuti a valutare la situazione coniugale e comprendere cosa sia opportuno fare. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Anni persi che non torneranno più
Apri domandaBuonasera Paoletta, Comprendo la sua frustrazione derivante dalla sensazione di aver perso delle opportunità nel suo passato. Come mai proprio ora questa sua condizione è diventata più insostenibile per lei? Come si percepisce, come si sente? Cosa in particolare pensa di aver perso e che influisce più negativamente nella sua vita presente e futura? Quando parla di "approcciarsi" si riferisce a sé o all'altro? Infine, immagino che oltre agli aspetti negativi di cui ha parlato, ce ne siano altri positivi nella sua vita passata e presente. Può esserle utile focalizzare la sua attenzione anche su di essi, per poter attivare le risorse necessarie a ridefinire un'immagine di sé più attiva e protagonista nei processi decisionali della sua vita. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Pornodipendenza di mio marito
Apri domandaBuonasera Sara, Comprendo il suo malessere derivante dalla sensazione che suo marito possa essere meno interessato a lei. L'atteggiamento di suo marito esprime inoltre un bisogno di fuga /evasione dalla relazione, di cui è importante indagare le ragioni. Una volta comprese queste ultime, si può lavorare per riavvicinare suo marito a lei e alla vostra relazione. Come mai secondo lei ha necessità di visitare siti porno? La vostra vita sessuale è soddisfacente per entrambi? È possibile impostare un confronto su questi argomenti? Suo marito potrà "guarire" nel momento in cui sentirà che lei è vicina ed è interessata a ritrovare una sintonia di coppia. Una consulenza di coppia può aiutarvi a capire come fare a risintonizzarvi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come risolvere problemi relazionali?
Apri domandaBuonasera Aurora, Da ciò che ha narrato, mi sembra di capire che il ragazzo si sia allontanato da quando è stato ricoverato in ospedale e non ha ricevuto da lei le attenzioni che si aspettava (non è andata in ospedale). Forse sarebbe opportuno ripartire da questo e cercare di chiarire le reciproche posizioni. Consideri che in una relazione/frequentazione con un altra persona, assumere posizioni che sottolineino un eventuale "problema" di uno o l'altro, è un meccanismo che rappresenta esso stesso il problema. Quindi, se desidera approfondire la conoscenza di questo ragazzo, è consigliabile avvicinarsi a lui, chiarire la situazione sospendendo eventuali giudizi ("depresso o altro") che creano distanza emotiva e diffidenza da parte dell'altro che non si sente accolto e compreso. Una consulenza psicologica individuale può esserle utile per aiutarla a capire in che modo orientare il suo comportamento. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia e attacchi di panico
Apri domandaBuonasera Venusia, Dal suo racconto percepisco il suo senso di sopraffazione generato dal sintomo ansioso. Quindi, è comprensibile che abbia perso la "serenità" e la sua libertà di movimento. Il suo racconto è focalizzato sui sintomi, e non avendo a disposizione altre info sulla sua vita in generale, è difficile avanzare ipotesi o fornire indicazioni, perché è necessario conoscere anche i suoi punti di forza. Inoltre, può contare sul supporto di qualcuno? Che tipo di vita conduce? Una consultazione psicologica può aiutarla a capire come approcciarsi al suo problema d'ansia e quali risorse attivare per riuscire in questo. Consideri, infatti, che i sintomi ansiosi appaiono sovrapponibili da una persona all'altra, ma poi ogni individuo ha una storia personale unica e irripetibile che va compresa in modo ampio al fine di capire il significato che acquisiscono i sintomi per quella specifica persona ed in quel particolare momento in cui insorgono. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Difficoltà ad urinare nei locali pubblici
Apri domandaBuonasera Marco, Dal suo racconto deduco che lei sia una persona molto analitica e propensa all'autoriflessione. Mi sembra, infatti, che abbia focalizzato l'attenzione su due aspetti centrali del suo disagio: la sensazione di essere "cronometrato" e l'eventuale cambiamento che ha generato il sintomo assente quando era 20enne. Per quanto riguarda la prima questione, può esserle utile esplorare la sensazione suscitata dal fatto che sia atteso da qualcuno. Cosa significa per lei in generale? Questo meccanismo si attiva anche in altre circostanze in cui lei è atteso da altri? Come si sente nel pensare che altri la attendano ed eventualmente giudichino i suoi tempi? Ciò che ha descritto sembra ricordare performance atletiche/sportive. C'È qualche connessione secondo lei? Inoltre, ritenere l'urina, sembra rimandare ad un maccanismo di ritenzione/repressione di aspetti di sé che lei non può manifestare all'altro poiché non si trova nelle condizioni ottimali. Quindi, forse si collega ad una sua più generale tendenza a trasmettere all'altro un'immagine di sé idealmente perfetta e corretta. Per quanto concerne invece il suo quesito relativo agli eventuali cambiamenti intercorsi in questi anni, è opportuno chiedersi come si sente ora e cosa è cambiato nella sua vita o nella percezione che ha di sè, da quando è comparso il sintomo. È possibile che sia più attento/interessato alla relazione con l'altro e quindi si preoccupi di proporsi nel migliore dei modi? Come vede, per affrontare e risolvere al meglio il suo disagio è indispensabile ampliare la prospettiva d'analisi. Se è interessato a fare questo lavoro, un consulto psicologico può essere funzionale. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Quale specialista scegliere per un disturbo bipolare?
Apri domandaBuongiorno Roberto, Considerando che la sua compagna assume psicofarmaci, è necessario che ricerchiate uno psicoterapeuta che possa concordare con lei un percorso di psicoterapia con incontri a cadenza settimanale. Se lo psicoterapeuta non è medico-psichiata, è necessario ricercare una figura professionale di questo tipo che possa supervisionare la terapia farmacologica e si coordini al percorso psicoterapeutico. Oppure può ricercare un medico psichiatra che sia abilitato anche allo svolgimento dell'attivita' psicoterapeutica. Può rivolgersi al consultorio della sua zona in modo da richiedere ulteriori consigli ed indicazioni a riguardo. Cordialmente Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Dimenticare e tornare a fidarsi
Apri domandaBuongiorno Francesca, Concordo con lei quando dice che forse avrebbe bisogno di uno psicologo soprattutto per fare chiarezza sul suo concetto di amore. Infatti, se lei identifica l'amore come una condizione che induce a sottomettersi all'altro in modo completo ("passare sopra a tutto"), si troverà in situazioni sentimentali in cui sara' difficile comprendere cosa accade nella coppia e perché, come nel caso descritto ora. Cosa significa per lei intraprendere una relazione sentimentale? Al contrario, cosa teme nel caso in cui dovesse rimanere da sola? È importante comprendere ciò, poiché sono proprio questi contenuti che si pongono alla base delle motivazioni che inducono a ricercare o ad evitare relazioni sentimentali. Da ciò che ha narrato, mi sembra di capire che una consultazione psicologica possa esserle utile anche per acquisire strategie più efficaci per relazionarsi al partner e definire le reciproche posizioni. Se lei è innamorata del suo attuale compagno, è consigliabile investire sulle energie della coppia per raggiungere una migliore sinergia di coppia e comprendere come mai lui abbia necessità di evadere/fuggire dalla relazione attraverso il sexting on line. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia e attacchi di panico: i fiori di bach funzionano davvero?
Apri domandaBuongiorno Alessia, Da ciò che narra, mi sembra che la sua prospettiva sia focalizzata essenzialmente sui sintomi ansiosi, e che non riesca a comprendere le motivazioni sottese ad essi. Assumere fiori di Bach rappresenterebbe semplicemente un modo per aggirare il problema, quindi evitare di confrontarsi con se stessa e capire cosa origina il suo malessere. Cosa è successo "ultimamente" nella sua vita? Come mai si vede "grassa"? Cosa teme qualora non riuscisse a raggiungere la sua forma fisica ideale? Non avendo altre info (età, stile di vita, eventuale lavoro), è difficile fornire altre indicazioni. Se è motivata a sentirsi meglio e risolvere i suoi problemi d'ansia in modo definitivo, può valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo che la aiuti ad affrontare la situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Nella mia vita manca qualcosa
Apri domandaBuonasera Francesca, Dal suo racconto emerge una buona capacità di analisi ed introspezione che l'ha indotta ad identificare il meccanismo alla base del suo disagio: l'impressione che manchi qualcosa. Questa sensazione si collega ad un vissuto depressivo di perdita che forse potrebbe associarsi al "grave lutto" che ha descritto. Ma bisognerebbe esplorare più ampiamente questi contenuti per accertare questa connessione. Ad ogni modo, può esserle utile riflettere su alcuni punti: la sensazione che manchi qualcosa può essere un meccanismo che contraddistingue la sua struttura di personalità, ma è importante capire cosa lo attiva di volta in volta, quindi quali eventi di vita concorrono a manifestarlo. Ad esempio, come si sente ora? Cosa sta accadendo nella sua vita? Cosa teme? Ci pensi e mi aggiorni. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Nuovo aspetto della sessualità
Apri domandaBuonasera Francesca, Dal suo racconto mi sembra di percepire un certo disorientamento, ma anche curiosità verso gli "impulsi" che ha descritto. La sua descrizione sembra centrata su aspetti eminentemente fisici che sembrano ricondurre il rapporto sessuale in generale (sia etero che omosessuale) ad un soddisfacimento di impulsi fisici. Quindi, sarebbe opportuno innanzitutto comprendere quale significato attribuisce alla relazione sessuale e di coppia. Quando parla di relazioni "soddisfacenti", si riferisce solo all'area fisica/corporea o anche all'appagamento emotivo determinato dall'incontro con il partner sessuale? Inoltre, è soddisfatta della sua vita in generale e della sua attuale relazione sentimentale? Come si sente in questo momento della sua vita? Cosa sta succedendo nell'attuale relazione di coppia? Come si percepisce lei all'interno di essa? Se il suo vissuto di "frustrazione" dovesse persistere, le consiglio di approfondire la questione in un contesto di consulenza psicologica che le consenta di esplorare i significati associati al sesso in generale e la sua idea di relazione di coppia. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come posso tornare a stare bene?
Apri domandaBuonasera Martina, Innanzitutto ritengo opportuno soffermarmi sulla questione relativa al percorso di psicoterapia che ha già intrapreso. Come mai, nonostante ciò, ha sentito l'esigenza di un ulteriore "parere" in questo spazio? Ha già rivolto al collega i quesiti che ha scritto qui? Ha interrotto il percorso o è in corso? Consideri che in un percorso di psicoterapia che possa risultare efficace, è necessario manifestare le proprie perplessità allo psicologo. Si fida del suo psicologo? Detto ciò, è possibile uscire dalla depressione anche restando soli e continuando la vita di sempre, attivando le proprie risorse personali, operazione che può svolgere all'interno di un contesto terapeutico. Come mai secondo lei il suo disagio si è manifestato un anno fa? Cosa è successo in quel periodo? È soddisfatta del suo lavoro? Infine, credo che sia opportuno, in ogni caso, affrontare le difficoltà relazionali con i suoi genitori, anche se non dovesse ritornare in Italia stabilmente. Nuclei conflittuali irrisolti con persone affettivamente significative, possono, infatti, contribuire ad acuire la sofferenza e la depressione, anche se non si hanno contatti diretti con loro. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Soffro di disturbi mentali?
Apri domandaBuonasera Giuseppina, Come già lei ha ipotizzato il datore di lavoro potrebbe interpretare questo suo ripensamento come una mancanza di stabilità e quindi inaffidabilità, quindi è un'operazione rischiosa in questo senso. Pertanto, forse sarebbe opportuno riflettere sulle motivazioni della sua titubanza ad accettare questo posto di lavoro. Cosa significa per lei questo nuovo lavoro?come mai non si è sentita pronta ad affrontarlo?Quali paure ha attivato in lei questa nuova prospettiva lavorativa? Quali aspettative nutriva verso di essa? Inoltre, consideri che sicuramente questa circostanza ha attivato il malessere che ha descritto, ma che esso trova la sua origine anche in altre motivazioni legate alla sua vita in generale. Come si sente? È soddisfatta della sua vita? Che posto occupa il lavoro nella sua vita? Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
A cosa è dovuto il mio comportamento a letto?
Apri domandaBuonasera Eleonora, Comprendo il suo malessere derivante dalla condizione di "amante" a tempo (incontri di "5 minuti") con un compagno che la svaluta ("si crede superiore a me"). Considerato questi presupposti, è comprensibile che il momento dell'orgasmo, associato al piacere e all'abbandono completo all'altro, possa essere evitato. Il raggiungimento dell'orgasmo dipende anche dal livello di complicità ed unione col partner, perché è una reazione psicofisica complessa e soprattutto determinata dalla coppia in toto. Quindi, è opportuno che si chieda cosa la lega al suo compagno e cosa significa per lei questa relazione. È d'accordo con lui rispetto all'idea che il mancato raggiungimento dell'orgasmo possa determinare la fine della relazione? Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Farmaci, utilizzo di paroxetina e sumatriptan
Apri domandaBuonasera Vanessa, concordo con lei rispetto alla preoccupazione circa effetti collaterali associati all'assunzione di farmaci. Considerando la categoria di farmaci che ha indicato, posso presumere che soffra di disturbi ansiosi e/o depressivi a cui si è aggiunta l'emicrania trattata appunto con sumatriptan. Le consiglio di rivolgersi ad un medico psichiatra che le possa supervisionare costantemente la posologia e valutare l'effettiva necessità della paroxetina. Non avendo a disposizione alre info, tipo da quando ha iniziato ad assumerla e chi gliel'ha prescritta, non posso fornirle indicazioni precise. Consideri che la terapia con psicofarmaci deve essere accuratamente programmata sia nella posologia che nella durata, proprio per evitare gli effetti collaterali che ha letto nel foglio illustrativo. Come mai, ora deve riassumere paroxetina? Come si sente? Forse l'emicrania è collegata alla sintomatologia ansiosa che in questo momento sta trattando con la paroxetina. E' disposta ad ampliare la sua prospettiva d'analisi su se stessa intraprendendo un percorso di psicoterapia che possa aiutarla ad affidarsi a sè stessa e a cessare gradualmente l'assunzione di farmaci? Ci pensi. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani...
Come fare a stare meglio?
Apri domandaBuonasera Valentina, è probabile che gli episodi luttuosi descritti abbiano attivato in lei angoscie e paure prima sopite. Comprendo e condivido il suo desiderio di stare meglio soprattutto per le sue figlie, e da ciò deduco che sia una madre molto attenta e dedita al loro accudimento. Mi sembra di capire che i sintomi ansiosi che ha descritto, possano interferire, in qualche modo, nel mantenimento di quella stabilità e sicurezza che intende trasmettere alla sua famiglia. Se così fosse, il senso di colpa derivante dal sentirsi meno adeguata come madre e moglie, potrebbe acuire i sintomi ansiosi che ha descritto e contribuire al loro mantenimento. Per affrontare al meglio la situazione, è consigliabile innanzitutto che possa condividere le sue preoccupazioni con suo marito. E' possibile richiedere il suo sostegno? Come definirebbe la sua vita famigliare e coniugale? Infine, può esserle utile chiedersi quali singnificari associa alla morte in generale e come ha gestito episodi luttuosi in passato. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mia moglie non mi stima
Apri domandaBuonasera Christian, dal suo racconto percepisco la sua fatica e frustrazione nel non sentirsi compreso ed apprezzato da sua moglie, vissuti che comprensibilmente fanno scattare la rabbia ed il desiderio di fuga (ipotesi del divorzio). Ha provato a manifestare queste sue sensazioni a sua moglie? In ogni caso, da ciò che descrive, mi sembra di capire che forse sua moglie non sia soddisfatta della sua vita in generale e che tenda ad attribuire a lei la colpa di questo. Infatti, il fatto che lei non lavori e che quindi non mostri una capacità di reazione rispetto alle sue insoddisfazioni, mi fa ipotizzare che sua moglie possa sentirsi proprio ciò che rimprovera a lei: "non mi impegno a cambiare la situazione". Ossia proietta su di lei la sua insoddisfazione e difficoltà a reagire, come se volesse provocare in lei una reazione, forse l'abbandono della vostra attuale situazione lavorativa e della città in cui vivete, ipotizzando che la soluzione delle sue difficoltà sia all'esterno di sè stessa. Quindi, se è motivato ad avvicinarsi a sua moglie e a confrontarsi con lei su ciò, può proporre una terapia di coppia finalizzata a chiarire la situazione e a trovare insieme una strada nuova da percorre per comprendersi. Nel caso in cui questa opzione dovesse essere impraticabile, può valutare la possibilità di richiedere un consulto individuale mirato ad esplorare queste dinamiche e a capire cosa sia meglio fare per lei. Spero in ogni caso che possa risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia, incertezze, egoismo e un figlio che stravolge la vita
Apri domandaBuonasera Ivana, dal suo racconto traspare una notevole tendenza ad autosvalutarsi e a focalizzare l'attenzione su ciò che non funziona in lei, sulle sue inadeguatezze. Come mai secondo lei è difficile per lei trovare dentro di sè i suoi punti di forza, i suoi pregi? Per far luce su questi contenuti che sembrano radicati nella sua struttura di personalità sarebbe opportuno un percorso individuale. In ogni caso, proverò ad utilizzare questo spazio per darle qualche spunto di riflessione sulla questione relativa alla possibilità di avere un figlio. Non conoscendo la sua età, non posso collocare in modo più specifico questo desiderio nel suo ciclo di vita. Consideri che il desiderio di avere un figlio, comporta anche nelle donne più motivate ed equilibrate, momenti di confusione e paura poichè, come giustamente ha detto lei "è un cambiamento grande". Quindi, è del tutto comprensibile avere paura. Questa paura in molti casi si attenua nel momento in cui la donna sente che può contare sul sostegno affettivo e anche pratico del suo compagno/marito, e dei suoi familiari più intimi. In paratica, quando la futura mamma sente che non sarà sola a prendersi cura del figlio. Qualora, invece, il pensiero della maternità dovesse associarsi alla perdita della propria autonomia o di un posto di privilegio nella coppia, i timori possono acuirsi. Nle suo caso, cosa sta accadendo nella coppia? Sente di poter contare sul suo compagno come padre di un eventuale figlio? E' possibile che il "lavoro particolare e pesante" svolto da lui non le induca sufficiente stabilità e sicurezza per affrontare la nascita e l'accudimento di un figlio? Infine, ricordi che essere madre è una condizione di vita che matura piano piano dentro ogni donna solo dopo che è diventata mamma, e questo posso riferirglielo sia come psicoterapeuta che come mamma. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia anche nel fare cose piacevoli
Apri domandaBuonasera Matteo, i sintomi ansiosi che ha descritto, di cui in parte già soffriva in passato (da 3 anni), si sono acuiti "ultimamente", cosa sta succedendo nella sua vita ora, a parte gli eventi che ha descritto? Come mai i sintomi sono più intollerabili ora? Quali significati associa allo stare fuori casa e al rimanere a casa? Come mai secondo lei le sue ansie si attenuano a casa? Può contare sul supporto emotivo del suo compagno? Per "uscire" definitivamente dalla situazione di sofferenza che ha descritto è opportuno approfondire questi aspetti e ampliare la prospettiva d'analisi dai sintomi alla vita affettiva di Matteo più in generale. Se è diposto a conoscere meglio Matteo, sarà proprio Matteo a rappresentare la "svolta", così come ha sempre fatto nella sua vita perseguendo gli obiettivi con "slancio e determinazione". Un percorso di psicoterapia potrà aiutarlo a trovare la "svolta". Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Tornare sui miei passi?
Apri domandaBuongiorno Leli, innanzitutto è importante sottolineare il suo atteggiamento attivo e orientato all'autonomia che ho potuto cogliere attraverso la richiesta di quali domande sia giusto porsi per capire come affrontare meglio la situazione. Ciò mi fa supporre che lei sia propensa ad affrontare i suoi problemi e ad autoesplorarsi, elementi che rappresentano fattori molto positivi nell'operazione di "sgarbugliare i pensieri" che desidera fare. Detto ciò, per poter affrontare al meglio la situazione, è utile iniziare da Leli: quindi cercare di capire a cosa si riferisce quando parla di "problemi d'ansia e problemi familiari", ha risolto queste difficoltà? perché vede, se non sussiste un equilibrio interiore-emotivo, portare avanti una relazione sentimentale è una questione alquanto difficile. Quindi, ora è importante per lei chiedersi come si sente, e quale funzione potrebbe assolvere nella sua vita la ricostruzione della relazione interrotta. Come si colloca questa relazione rispetto alla sua vita universitaria e alla sua carriera? E' soddisfatta della sua vita in generale? Ha raggiunto gli obiettivi che si era prefissata? Per approfondire tali questioni e comprendere in che modo risolvere la situazione, un consulto psicologico potrebbe essere per lei un valido aiuto. Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Sto male e non so come fare
Apri domandaBuongiorno Sara, il malessere che ha descritto merita un'attenta comprensione e valutazione che si può svolgere in Asl o presso il Consultorio della sua zona. I colleghi psicologi che lavorano lì sapranno sicuramente aiutarla a risolvere la situazione. Mi contatti pure se ha bisongo di ulteriori chiarimenti ed indicazioni sulla procedura da seguire per contattare le strutture pubbliche che le ho indicato. Intanto le auguro In Bocca al Lupo! Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Pensare negativo sempre
Apri domandaBuongiorno Lina, il consiglio che le posso dare è innanzitutto porsi qualche domanda circa il malessere che ha descritto: da quando ne soffre? può individuare un evento o situazione che secondo lei si associa al disagio che prova ora? Che tipo di vita conduce, lavora e/o studia? può contare sul supporto emotivo di qualcuno? Dal suo breve racconto, percepisco, infatti un senso di solitudine significativo che mi sembra essenziale esplorare. Un approfondimento psicologico può rappresentare un valido aiuto per approfondire la situazione e risolverla. Può valutare la possibilità di rivolgersi ad un Consultorio o ad uno psicologo privato se è motivata a capire come mai si sente così e desidera stare meglio. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Paura della macchina
Apri domandaBuonasera Emanuele, il suo quesito tocca un tema molto profondo che riguarda la possibilità di affidarsi all'altro. Cosa rappresenta l'altro per lei? Inoltre, come mai secondo lei, questa sua difficoltà sta emergendo in modo più eclatante in questa fase della sua vita? Come si sente? Cosa sta accadendo di nuovo nella sua vita che ha attivato i sintomi descritti? Se desidera affrontare in modo definitivo e completo il suo disagio ansioso, può considerare l'idea di rivolgersi ad uno psicologo che saprà aiutarla a gestire i sintomi e a comprenderne il loro singnificato più profondo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Capire il nome della mia fobia
Apri domandaBuongiorno Luca, Innanzitutto è importante chiarire cosa intenda lei per "stato di pavidita' e ansia" ed in che modo ci stia "lavorando". È un lavoro che sta svolgendo da solo o supportato da un terapeuta? È essenziale comprendere ciò perché è plausibile che tale malessere sia collegato alla difficoltà che ha descritto riguardo alle persone che entrano in stanza. Da ciò che narra, mi sembra che la sua prospettiva sia centrata esclusivamente sui sintomi. Cosa significa per lei ricevere una diagnosi psicologica? Potrebbe rassicurarla? In molti casi la diagnosi, se presa in senso assoluto, allontana la persona da sé stessa, e la imprigiona in una condizione di "malato" che inibisce la sua evoluzione. Consideri che per affrontare e risolvere definitivamente i sintomi che lamenta è necessario, invece, approfondire la conoscenza che ha di sè. In questo modo potrà sapere di quali risorse dispone per risolvere la sua situazione e si sentirà attivo e protagonista nella creazione del suo benessere. Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Sento che qualcosa dentro di me non va
Apri domandaBuongiorno Isabelle, Ciò che mi ha colpito maggiormente analizzando il suo racconto è la tendenza persistente ad autosvalutarsi ("il carattere non è dei migliori", "non è normale non riuscire a staccarsi..."ecc.). Come mai tende a criticarsi? E tende verso un comportamento normativo/standard? Come mai cerca di allontanare da sé il dolore della separazione dal suo ex? Consideri che interrompere una relazione significativa emotivamente induce sensazioni di perdita e lutto sovrapponibili a quelle descritte da lei. Esse possono diventare un problema se persistono e bloccano le attività che normalmente svolge la persona. Se ciò accade, è probabile che la separazione abbia attivato altri nuclei depressivi finora latenti. Perciò, una consulenza psicologica potrebbe aiutarla a capire meglio la situazione in modo da acquisire strategie più efficaci per affrontare le sue sofferenze. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Le donne incinta mi fanno paura!
Apri domandaBuongiorno Rovena, Come mai secondo lei questo suo malessere si è accentuato ora? Come si sente? È soddisfatta della sua vita? Inoltre, cosa significa per lei essere in gravidanza e portare dentro di sé un essere che si "muove"? A cosa associa la figura materna/procreativa in generale? Cosa teme possa accaderle nel momento in cui si trova in contatto con altre donne in gravidanza? È importante comprendere questi contenuti che si riferiscono ad un aspetto della femminilità molto profondo, legato strettamente alla vita. Una consulenza psicologica potrebbe aiutarla a contenere i sintomi che ha descritto e a comprenderne la loro origine. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Sono un istrione. Cosa fare?
Apri domandaBuongiorno Annarita, Potrei sicuramente consigliarle dei libri e/o riferimenti bibliografici sull'argomento, ma come lei già ha compreso, la sua difficoltà si può risolvere solo comprendendo la funzione che essa ha svolto e svolge nella sua vita. Ha compreso a pieno il risvolto pratico del suo problema: "mi fa allontanare dalle persone che amo". Come mai secondo lei una parte del suo Sé ha bisogno di eludere la relazione con l'altro, soddisfacendo un bisogno di approvazione e accettazione che sembra passare attraverso un canale seduttivo? Come si sente nelle relazioni sentimentali? Cosa significa per lei intraprendere una relazione affettiva? Da ciò che ha narrato, mi sembra di capire che in lei sia in atto una dinamica conflittuale che la vede divisa tra un bisogno di contatto autentico con l'altro e la necessità di fuga da ciò per ricevere conferme che forse non riesce a trovare nella relazione sentimentale intrapresa. Detto ciò, credo sia importante sia a livello professionale/studio che personale, approfondire la questione attraverso un consulto psicologico, accogliendola e comprendendo il senso e l'origine di essa. Solo così potrà risolvere il suo conflitto e trovare un equilibrio. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Consigli su ansia e panico
Apri domandaBuongiorno Mat, È apprezzabile che lei voglia risolvere la sua situazione da solo e consideri che l'obiettivo principale di qualsiasi percorso terapeutico (al di là dell'approccio) è proprio quello di rendere autonoma la persona ad autogestire le proprie emozioni e stati d'animo. Detto ciò, nel suo caso, è consigliabile che lei si rivolga ad un medico psichiatra che possa supervisionare la terapia farmacologica di cui ha parlato e valutare l'effettiva necessità di essa. I farmaci possono costituire un valido aiuto per affrontare la fase acuta di una psicopatologia, ma poi, è necessario attivare le proprie risorse personali, come lei già ha intenzione di fare, per giungere ad una condizione di benessere. La conoscenza e l'uso funzionale delle proprie risorse può essere efficacemente attuato con un percorso di psicoterapia. In questo modo sarà sicuro di promuovere il benessere di sé stesso e scalare gradualmente l'assunzione di farmaci. Mi aggiorni e mi contatti per altri eventuali chiarimenti e/o consigli sul da farsi. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Comportamenti bambina due anni
Apri domandaBuonasera Luana, Comprendo la sua preoccupazione derivante dal fatto che i comportamenti descritti non corrispondono all'immagine precedente che aveva costruito di sua figlia. Consideri che l'ingresso all'asilo può essere per i bambini un evento molto difficile da comprendere e può attivare emozioni di paura e senso di pericolo perché il bambino si trova lontano dalle persone familiari e a 2anni e mezzo dispone di pochi strumenti cognitivi ed affettivi per comprendere a pieno il senso dell'asilo, il ruolo delle educatrici ecc. Inoltre, potrebbe temere di essere abbandonata e da ciò l' insicurezza che ha notato e la minore propensione ad allontanarsi da lei per trascorrere del tempo con nonni o zie. In che modo è stata inserita all'asilo? Come è stata motivata la sua iscrizione? Viene identificato come un posto divertente e funzionale alla sua crescita o al contrario come un luogo in cui è costretta ad andare? Socializza con altri bambini? Come trascorre il suo tempo all'asilo (gioca, interagisce o si isola)? L'attendibilità testimoniale di bambini che non abbiano compiuto 6 anni è molto discutibile, quindi è difficile affermare con sicurezza che quanto riferisce la bambina corrisponda alla realtà dei fatti. Lei come madre ha questa sensazione? È plausibile secondo lei che la bambina abbia identificato una modalità relazionale diversa da quella familiare (quella adottata dalle educatrici) con una possibile violenza, confondendo le circostanze? Ciò che può fare è avvicinarsi alla bambina, rassicurarla rispetto al fatto che nonostante frequenti l'asilo, il vostro amore per lei è sempre forte e che non sarà mai abbandonata. Per poter analizzare più ampiamente e precisamente la situazione sono necessarie altre info sulla bambina e sulla relazione d'attacca mento costruita con lei e col papà. Resto a sua disposizione per eventuali altri chiarimenti. Un caro saluto a lei e alla sua bambina. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Non so come aiutare il mio compagno
Apri domandaBuongiorno Chiara, innanzitutto vorrei precisare che chiunque provi (al di là dei risultati) a stare vicino ad un altra persona sofferente è, al contrario, utile, non "inutile" come ha descritto lei. Immagino che lei si senta "inutile" perchè il suo compagno, nonostante i vostri sforzi, continua a percepire malessere, e questo è normale, comprensibile, un vissuto di frustrazione condivisibile. Ma consideri che lei sta facendo molto e può continuare a farlo per il suo compagno. Intanto, gli è vicino quando sta male ascoltandolo e cercando insieme a lui una strada da percorrere. Una strada utile per voi può essere quella di rivolgersi al consultorio della vostra zona o farsi prescrivere delle sedute di psicoterapia in asl dal vostro medico di base. In questo modo la questione economica non sarà più un problema e sarete sicuri di ricevere l'aiuto appropriato alle vostre problematiche. Può chiedere al suo compagno se preferisce essere accompagnato da lei o andare da solo. Nel caso in cui, nonostante la consulenza psicologica sia quasi gratuita, il suo compagno sia refrattario, le consiglio di richiedere un consulto per lei stessa, in modo da comprendere come sia più opportuno muoversi in questa situazione, anche perché lei ha fatto e sta facendo tanto per il suo compagno, ma di fronte all'ideazione suicidaria di cui ha parlato, è necessario intervenire in modo specifico ed articolato, quindi ha bisogno di supporto in questo. Sono a sua disposizione per eventuali altri suggerimenti e/o chiarimenti. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Relazione con un bipolare: dubbi, paure e speranze
Apri domandaBuongiorno Eleonora, concordo con molte delle cose che ha scritto ("stigma sociale", "pregiudizi", "non si può generalizzare" ecc.), contenuti che mi inducono a supporre come lei sua una persona molto analitica e sensibile verso le problematiche psicologiche. Ciò che ha letto sui forum in parte può essere corrispondente alla realtà e potrei descriverle qui un quadro diagnostico specifico del disturbo bipolare (a patto che sia effettivamente la diagnosi corrispondente ai disturbi del suo compagno), ma credo che lei non stia chiedendo un parere eminentemente tecnico, perchè sa già che "non si può generalizzare". Quindi, è importante ora per lei chiedersi cosa teme in particolare intraprendendo questa relazione. Consideri che, al di là della diagnosi specifica, la patologia può manifestarsi in fome diverse che dipendono molto anche dalla reazione delle persone più vicine affettivamente, lei in questo caso. Quindi, se è motivata a sentirsi ancora "importante ed amata" è essenziale che comprenda l'origine profonda delle sue paure, altrimenti non si sentirà mai libera e tranquilla nello stare con lui e questa sua condizione potrebbe influire negativamente anche sulla condizione emotiva del suo compagno. Pertanto, a cosa andrà incontro continuando la storia, dipende molto dalle vostre risorse personali e dalla gravità della patologia di cui soffre il suo compagno, questione su cui non posso pronunciarmi avendo a disposizione elementi esigui. Come mai non riesce a godersi la "gioia" che sta vivendo in questo momento? Cosa le fa pensare che questa condizione di "gioia" non possa perdurare e che sia una situazione al di fuori del suo/vostro controllo? Dalle sue parole, mi sembra di percepire, infatti, un sentimento di insicurezza rispetto alla possibilità di fronteggiare la malattia mentale. Se è motivata ad approfondire la situazione e acquisire strategie efficaci per affrontarla, le consiglio di richiedere una consultazione psicologica che la aiuti a compredere meglio la questione e a valutare cosa sia più opportuno fare. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Festa di compleanno e rapporto con la ex
Apri domandaBuonasera Roberto, Credo che la cosa più giusta da fare sia condividere queste sue preoccupazioni con la sua attuale compagna in modo che possiate trovare insieme una soluzione al problema. È possibile fare ciò secondo lei? Dal suo racconto, traspare una condizione di conflitto tra esigenze familiari(ex moglie e figli) e nuova compagna, quindi la sua nuova vita dopo la separazione con sua moglie. Forse è questo il nocciolo della questione, ossia ciò che crea difficoltà nel prendere questa come qualsiasi altra decisione in cui si sente costretto a scegliere uno a discapito dell'altro. Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Cosa mi sta succedendo?
Apri domandaBuonasera Alessia, Sa indicare da quanto tempo va avanti la situazione che ha descritto? Che tipo di vita conduce (studia e/o lavora)? Può contare sul sostegno affettivo di qualcuno? Dal suo racconto, mi sembra di percepire un senso di solitudine significativo. Inoltre, quando si rivolge a lei usando il termine "cretina", cosa pensa che possa significare? Forse l'altra parte del suo Sé sminuisce il suo malessere e vorrebbe negarlo, svalutando lei e ciò che prova. Come mai accade ciò secondo lei? Il suo malessere è in generale accolto dalle persone a lei vicine affettivamente o viene svalutato? Per affrontare efficacemente la sua situazione conflittuale è opportuno approfondirla adeguatamente in un contesto di consulenza psicologica. Se desidera stare meglio e accordare le due parti conflittuali di Sé, può valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo che la aiuti a conoscersi meglio e a comprenderne cosa sia più opportuno fare. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come affrontare le paure?
Apri domandaBuonasera Francesco, Attraverso specifiche terapie psicologiche è possibile superare queste sue paure e prendere l'aereo serenamente. Tuttavia, la fobia che ha descritto rappresenta la manifestazione sintomatica di un disturbo ansioso più ampio che, se non adeguatamente trattato, può emergere attraverso altre paure e/o disturbi. Quindi, è consigliabile affrontare il sintomo fobico e contemporaneamente impostare un lavoro più ampio e profondo sulla sua vita affettiva in generale. Come si sente al di là del sintomo che ha narrato? Cosa significa per lei avere paura di qualcosa e a cosa associa tale condizione? Cosa teme possa accaderle nel caso in cui non riuscisse a sconfiggere le sue paure? Ci pensi e mi faccia sapere. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Sono il frutto di tutte le mie scelte sbagliate
Apri domandaBuonasera Sara, Comprendo e condivido la sua paura rispetto ai suoi pensieri sulla morte. È probabile che non riesca a "staccarsene" perché intendono comunicarle qualcosa di profondo su di lei, su come sta, sulla sua vita. Lei ha parlato di "scelte sbagliate", ma è importante individuare per chi esse siano errate. Nel senso che mi sembra di percepire una certa discrepanza tra ciò che desidera lei e ciò che desiderano gli altri per lei. Come ha maturato la scelta della facoltà e la necessità di svolgere un lavoro? È soddisfatta di queste scelte, corrispondono a ciò che desidera realmente per la sua vita? È importante comprendere ciò, perché fare chiarezza su ciò che si è, consente di sapere ciò che si vuole realmente, in quanto ciò corrisponde alle nostre esigenze. Quindi, nel suo caso credo sia prioritario fare chiarezza su quest'ultimo aspetto. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Perché riesco ad avere un erezione solo con alcuni tipi di donne?
Apri domandaBuonasera Josh, innanzitutto sono contenta che abbia trovato il coraggio di condividere la sua difficoltà ricercando un aiuto che possa andare oltre il sintomo fisico. Nonostante le poche info a mia disposizione, proverò qui ad analizzare il suo quesito. In prima istanza, credo sia importante per lei chiarire la posizione sentimentale con la sua ragazza, ma questo immagino già lo sappia. E' importante sottolineare che il meccanismo erettile è attivato anche da componenti emotive che ne rappresentano proprio la spinta di base. Consideri che, l'instabilità affettiva e sessuale può rappresentare un elemento negativo nel raggiungimento dell'erezione. Inoltre, come mai è preoccupato di raggiungere l'erezione con qualsiasi ragazza, come se fosse un mero procedimento meccanico che desidera riparare e che debba funzionare in modo indiscriminato. L'erezione è un fenomeno che, al contrario, può essere molto selettivo proprio perché associato ad una particolare condizione emotiva evocata dal partner e dalla relazione che si crea con l'altro. Cosa significa per lei non raggiungere l'erezione con alcune donne? come si sente? Che immagine di sé le rimanda la scena della mancata erezione? Cosa rappresenta per una ragazza sua coetanea e al contrario una donna 30 enne? E' probabile che con le donne 30 enni si senta più tranquillo e a suo agio, condizione emotiva che facilita il raggiungimento dell'erezione, quindi bisognerebbe comprendere come mai accada ciò. Infine, è plausibile secondo lei, che la situazione non ancora definita con la sua ragazza, influisca negativamente nei contatti con altre ragazze coetanee come lei? Come vede, il suo quesito solleva altre questioni che è indispensabile esplorare per cercare di comprendere l'origine ed il significato del suo disagio, in modo da risolverlo. Può contattarmi per altri eventuali chiarimenti e/o riflessioni a riguardo. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Sminuita dal marito
Apri domandaBuonasera Claudia, Dal suo racconto percepisco la sua sofferenza e anche il suo disorientamento. Mi chiedevo se anche in passato avete attraversato periodi simili e, se e come sono stati superati. Domanda che può essere utile per avere un'idea sulle risorse di coppia e come attivarle ora. Detto ciò, l'atteggiamento svalutante di suo marito mi sembra carico di aggressività. Ci sono altri motivi di tensione o questioni irrisolte tra di voi oltre al suo aumento di peso? Che posto occupa nella vostra soddisfazione di coppia l'aspetto fisico e quale significato attribuite a ciò? Inoltre, da ciò che ha narrato mi sembra di capire che suo marito attribuisca solo a lei la responsabilità del suo attuale disagio e sembra che lei accetti questo. Ossia, si senta colpevole di aver aumentato il suo peso e di non riuscire a perderlo, situazione del tutto normale dopo una gravidanza. Il raggiungimento del suo peso-forma potrebbe costituire in sé la soluzione ai vostri problemi e incomprensioni? Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Non so come affrontare questo brutto periodo della mia vita
Apri domandaBuonasera Valentina, comprendo la sua preoccupazione per i sintomi che ha descritto e per il fatto che perdurino. Consideri che, se il malessere psicologico è profondo ed articolato, è molto difficile che si dissolva con il semplice passare del tempo. Per affrontarlo e risolverlo è necessario un intervento mirato a conoscerlo e comprenderlo, operazione che si può svolgere in un contesto psicoterapeutico. Con l'aiuto di uno psicoterapeuta potrà comprendere come approcciarsi alle "paranoie", che non possono essere risolte non pensandoci, ma elaborandole. Credo che lei possa fare molto per stare meglio proprio perchè ha la "voglia di superare tutto questo". Il metodo più efficace per conseguire questo obiettivo potrà trovarlo insieme ad uno psicoterapeuta che la accompagnerà in questo percorso di consocenza di Sè, in modo che possa riconoscersi e riappropriarsi di Sè. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Dire la verità a una persona malata?
Apri domandaBuonasera Cristina, alla sua domanda non può corrispondere una risposta che possa essere giusta o sbagliata in senso assoluto, perchè questo dipende da molti fattori ed elementi che non ha inserito nel suo quesito. Considerato che non ha aggiunto altro, posso ipotizzare che la conoscenza di questa diagnosi sia in questo momento per lei un aspetto centrale della sua vita, il focus della sua attenzione. Per sapere cosa sia meglio fare e/o dire in questa situazione, è opportuno esplorare le sue emozioni rispetto all'evento. Cosa le suscita questa diagnosi e in che misura modifica la sua vita? Come mai percepisce la necessità di dover dire/non dire questa cosa? che tipo di relazione ha con suo nonno e quanti anni ha lui? Ci sono altri familiari con cui può unirsi affettivamente per affrontare questa situazione o è sola nel portare il peso di questa responsabilità? Sono disponibile ad approfondire questi temi con lei. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Non sono più me stessa
Apri domandaBuonasera Valentina, analizzando il suo messaggio mi ha colpito inizialmente la descrizione della sua storia sentimentale attuale: nella fase iniziale viene descritta come idilliaca e ora si affaccia la prospettiva di "lasciarlo", quindi mi sembra di percepire una certa difficoltà a comprendere che le situazioni non sono perfette in senso assoluto, ma forse semplicemente nelle fasi iniziali di un rapporto si tende a notare solo alcune cose del partner. Cosa è successo 1 anno e mezzo fa che l'ha indotta a non "tollerarlo"? Inoltre, mi colpisce il fatto che tenda ad attribuire la responsabilità della crisi di coppia prima a lui e poi a se stessa. Consideri che quando una coppia non è soddisfatta la responsabilità è da ricercarsi in entrambi i partner, per motivi che possono essere svariati. Per quanto concerne la sua ultima intenzione di "lasciarlo", può essere utile per lei comprendere che, qualora realizzasse ciò senza aver elaborato la sua condizione emotiva, si troverà in difficoltà con qualsiasi altro uomo. Cosa significa per lei stabilire una relazione sentimentale con un uomo? Cosa si aspetta di realizzare e ottenere da ciò? Infine, che tipo di vita conduce, nel senso: è soddisfatta del suo lavoro? ha relazioni amicali significative? come si inseriscono le relazioni sentimentali nella sua vita, ossia che posto occupano? Come vede, ci sono diversi aspetti da esplorare per giungere ad un'analisi più completa della sua situazione e aiutarla a prendere la decisione più giusta per lei. Se vuole approfondire questi temi, sono disponibile. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Amicizia e gelosia
Apri domandaBuonasera Cesare, leggendo il suo suo messaggio percepisco e condivido l'urgenza di fare chiarezza sulla sua situazione. Considerato che studia Medicina, sono sicura che potrà comprendere la mia metafora: prima di parlare/chiarire qualsiasi cosa con il suo amico, quindi intervenire, è necessario che lei faccia chiarezza su di sè, ossia è essenziale arrivare ad una diagnosi, cioè capire come mai accade ciò. E' la prima volta che prova sensazioni simili nei confronti di un uomo? Cosa significa per lei l'amicizia con questo ragazzo? Ha svolto un ruolo importante durante il primo anno di università? E' stato un punto di riferimento affettivo per lei? Se così fosse, sarebbe del tutto comprensibile provare un sentimento di "gelosia" e/o delusione per essere stato messo da parte. Come si sente nel provare questi sentimenti? Una consulenza psicologica può esserle di aiuto per fare chiarezza su di sé e sulla specifica situazione che ha descritto. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mia moglie non mi ama più: cosa posso fare?
Apri domandaBuonasera Alessio, leggendo il suo messaggio molto denso e corposo, percepisco e condivido la sua urgenza nel risolvere la situazione. Poiché sua moglie non è propensa a rivolgersi ad uno psicologo, credo sia utile per lei rivolgersi ad uno psicologo per un consulto individuale. In questo modo potrà innanzitutto chiarire la sua situazione e contemporaneamente valutare cosa sia meglio fare con sua moglie. Anche perché, da ciò che ha narrato, mi sembra di capire che lei sia la parte più flessibile della coppia, ossia il partner più disposto al cambiamento per andare incontro alle esigenze dell'altro. Un percorso individuale le consentirà di comprendere come utilizzare al meglio queste sue potenzialità, sia a suo vantaggio, che per il bene della coppia. In ogni caso, beneficerà del lavoro che farà su di sé, considerando che ha un figlio per cui sarà un modello. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come parlare con mio marito?
Apri domandaBuonasera Arisa, Comprendo la sua rabbia causata dai numerosi rifiuti e distanziamenti di suo marito. Cosa è successo secondo lei che ha determinato il vostro allontanamento? La situazione affettiva e sessuale era la medesima anche prima del matrimonio e della gravidanza? Da quanto tempo state insieme e cosa vi lega di più, a parte vostro figlio? Puo' provare un'altra strategia per avvicinarsi a suo marito: gli chieda come sta e come si sente, al di là della vostra situazione di coppia. Consideri che il benessere della coppia si fonda anche sul benessere dei singoli partner, quindi è importante chiedersi come stia suo marito, come viva la sua condizione di marito e padre. È soddisfatto del suo lavoro e della sua vita in generale? Sono tutti aspetti che possono incidere negativamente sul benessere della coppia, e di cui si ha una consapevolezza solo parziale. Qualora, non riuscisse ad avvicinarsi a lui neanche in questo modo, può considerare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo per un consulto individuale che la aiuterà a capire cosa sia meglio fare in questa situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia e disagio: come alleggerire il macigno che sento dentro?
Apri domandaBuonasera Sara, È probabile che percepisca dentro di sé, l'esigenza di portare a termine il percorso di conoscenza che ha interrotto a "metà" perché non si erano create le condizioni più proficue affinché avvenisse. Ora si sente pronta a riprendere questo discorso? Quali aspettative nutre riguardo a ciò? È importante riflettere su ciò, perché da questi aspetti dipende buona parte dell'investimento emotivo che si può attivare nel contesto terapeutico, elemento essenziale affinché il percorso sia efficace. Se ora è propensa a lavorare su di sé, con l'aiuto di un terapeuta potrà capire come modificare la prospettiva che ha su di sé. In questo modo riuscirà a focalizzare l'attenzione sulle risorse di cui dispone per attivare un cambiamento funzionale ad una condizione di benessere. Potrà comprendere come il suo essere "introversa e sensibile" costituisce una forza, se ben direzionata, e non un tratto da eliminare e/o modificare. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Sorella in cerca di consigli
Apri domandaBuonasera Andrea, Comprendo e condivido la sua preoccupazione per i suoi nipoti. Ciò che può fare lei ora è confrontarsi con sua sorella sulla questione, esponendola proprio come ha fatto in questo messaggio. Consideri che la propensione di sua sorella a "giustificare" suo marito, può significare molte cose e in ogni caso rinforza i comportamenti che lei osserva in suo cognato. Come mai secondo lei sua sorella asseconda ciò? Che tipo di relazione esiste tra loro due? Come mai secondo lei sua sorella ha interiorizzato una figura maschile-paterna tanto diversa da quella che riferisce di avere lei? Cosa significa per lei stare "male" assistendo alle scene che ha descritto? Posso ipotizzare il suo vissuto di impotenza rispetto alla situazione,ma sarebbe utile per lei chiedersi cosa significa per lei tutto ciò. Che tipo di famiglia e partner immagina per lei? Come si sente in questo momento della sua vita? Un approfondimento su questi aspetti potrebbe rappresentare per lei un aiuto prezioso per conoscersi meglio e sapere cosa sia meglio fare nella specifica situazione che ha descritto. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Bambina 9 anni atteggiamenti strani solo a scuola
Apri domandaBuongiorno Maria, Da ciò che ha narrato mi sembra di capire che lei abbia fatto e stia facendo molto per aiutare la sua bambina a superare questo disagio, e da ciò deduco come sia una mamma molto sensibile e attenta. Comprendo la sua preoccupazione e il desiderio che sua figlia risolva quanto prima la situazione, ma consideri che a volte i bambini hanno bisogno dei loro tempi per affrontare al meglio i loro problemi. Ciò che può fare ora è cercare di comunicare con il maestro che, ignaro circa la cistite, ha sgridato sua figlia per il fatto che andasse sempre in bagno. Può essere utile sia per sua figlia che per il maestro chiarire l'equivoco e risolvere la situazione. E' importante, infatti, che chiarisca questa cosa con gli insegnanti che vede a ascuola, considerando che il disagio si manifesta prevalentemente a scuola. Quindi, se non l'ha già fatto, le consiglio di esporre la situazione al maestro e fare in modo che poi lui si confronti con sua figlia mentre sono a scuola e che la rassicuri rispetto al fatto che, nonostante l'episodio, viene accettata ed approvata. Da ciò che ha descritto, posso infatti, ipotizzare che sua figlia si vergogni di questo piccolo problema e che si senta inadeguata, quindi essere rassicurata circa la sua adeguatezza da una figura di riferimento come il maestro, può aiutarla a sentirsi più sicura e quindi tranquilla. Sono a sua disposizione per altri eventuali consigli su come muoversi in questa situazione. In ogni caso spero che sua figlia stia meglio ed anche lei. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Disturbo d’ansia o semplicemente periodo buio?
Apri domandaBuongiorno Sofia, da ciò che narra, mi sembra di capire che ci siano sintomi ansiosi associati a disforia ("piangere quasi ogni giorno e a non trovare niente di confortante") che forse si acuiscono nei momenti di maggiore stress per lei. Detto ciò, può essere utile per lei, al fine di risolvere la situazione, chiedersi in che modo si possa lavorare per sentirsi meglio, al di là del quadro sintomatico che ha descritto. I sintomi rappresentano, infatti, la manifestazione di un disagio più profondo di cui si è parzialmente consapevoli e proprio ciò determina la sensazione di disagio e gli sbalzi d'umore che ha descritto. Quindi, è opportuno che utilizzi i sintomi per approfondire la conoscenza di Sofia, di ciò che desidera, ciò che teme e come si sente. In questo modo diventerà competente nella gestione dei sintomi che ha descritto perchè ne riconoscerà il significato e non ne sarà più spaventata, saranno una parte di lei che potrà maneggiare e non qualcosa a cui essere soggiogata, come descrive ora. Se è motivata a svolgere questo lavoro e a risolvere definitivamente la sua situazione, può considerare l'idea di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che la accompagni in questo percorso e la renda autonoma nella gestione delle sue emozioni. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Padre?
Apri domandaBuonasera Raffaele, Se desidera assecondare la parte di sé interessata a sperimentarsi come padre è utile per lei tenere presente una cosa: concordare ciò con suo figlio, ossia avvicinarsi a lui gradualmente proprio come ha fatto il giorno del suo compleanno. È essenziale che chieda direttamente a lui cosa preferibbe che lei facesse con lui. In questo modo sarà sicuro che suo figlio avrà effettivamente piacere nello stare con lei, perché sarà proprio lui a proporre cosa e in che modo condividere. Consideri, in ogni caso, che interessarsi a ciò che fa suo figlio, alla sua vita, i suoi interessi, le potrà garantire di entrare nella sua vita senza essere percepito come invasivo. Infine può esserle utile chiedersi cosa significhi per lei essere padre e come mai secondo lei abbia avvertito tale desiderio in questo momento della sua vita, come si sente in generale? Esplorare questi suoi vissuti le sarà sicuramente utile per comprendere in che modo avvicinarsi a suo figlio. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Stress, ansia, difficoltà nell'apprendimento e nella scrittura
Apri domandaBuonasera Carlo, Del suo messaggio mi ha colpito il fatto che abbia descritto la sua vita come "molto monotona", nonostante la sua performance scolastica fosse molto buona. Cosa intende per "monotona"? Cosa significa per lei conseguire buoni voti e quale importanza riveste ciò nella sua vita? È possibile che ora abbia modificato la sua percezione di sé, del suo essere studente e avverta come sgradevole questa condizione di monotonia. Inoltre, essendo all'ultimo anno di liceo, immagino che sia chiamato anche a fare una scelta riguardo alla facoltà. Come vive ciò? Sono tutti aspetti che possono interferire con la capacità di concentrarsi e studiare, manifestandosi attraverso i sintomi che ha descritto. I sintomi, indicano, infatti che c'è qualcosa di non risolto o che crea tensione nella sua vita. Esplorare questi aspetti può aiutarla a comprendere come mai si senta così ora. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Perché accetto il suo tradimento?
Apri domandaBuongiorno Rossella, comprendo il senso di disorientamento che prova rispetto alla questione del tradimento. Inoltre, il fatto che si sia posta delle domande mirate ad autoanalizzarsi mi fa supporre che forse tenda ad autosvalutarsi ("sono io quella sbagliata?"). Che tipo di reponsabilità sente di avere in questa questione del tradimento? Ha provato ad approfondire ciò con suo marito? Consideri che il tradimento può rappresentare un momento di crisi per la coppia, ma allontanare il coniuge fedifrago non è la soluzione al problema, è invece una fuga da esso e dalle difficoltà della coppia. Quindi, il fatto che entrambi desideriate rimanere uniti, può significare che incosciamente desiderate risolvere il problema e che forse il tradimento non costiuisce un attentato così grave alla vostra unione, che persistono forti sentimenti e affetto tra di voi, di cui forse non siete completamente consapevoli. Pertanto, non mi sembra che lei o suo marito siate "sbagliati", semplicemente è accaduto un incidente di percorso spiacevole, ma che forse per voi non è insormontabile. Questo atteggiamento, si può rivelare molto prezioso e positivo se adeguatamente direzionato in un contesto di consulenza di coppia che vi aiuti a comprendere i motivi del tradimento e le strategie più funzionali per ripristinare la vostra alleanza di coppia. Sono a sua disposizione per eventuali altri chiarimenti a riguardo. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mi sento chiuso in un vicolo cieco senza soluzioni
Apri domandaBuongiorno Claudio, capisco il suo senso di scoraggiamento che sembra associarsi ad una notevole tendenza all'autocritica. Ora si sente "chiuso in un vicolo cieco" proprio perchè attribuisce solo a se stesso la causa di tutti i fallimenti descritti, e questo le impedisce di trovare dentro di sè le potenzialità necessarie ad uscire dalla situazione. Quindi mi sembra che il più grande ostacolo sia rappresentato dal severo giudizio che ha di sè, dal fatto che si sia definito "idiota" in modo irrevocabile ed inappellabile. Come mai, secondo lei, mostra un atteggiamento così severo verso se stesso? accade anche in altri ambiti della sua vita? Immagino che tale atteggiamento abbia accompagnato da sempre la sua vita, quindi è importante comprendere in che modo sia stato attivato ora e a cosa serva. Consideri che se questo modo di autopercepirsi rimarrà invariato, tutto ciò che accadrà sarà filtrato da questa prospettiva giudicante che le impedisce di ritrovare dentro di sè le energie per ricominciare. Quindi è essenziale per lei, affrontare questo aspetto di sè nel contesto di una consulenza individuale che la aiuti a comprendere cosa sia più opportuno fare per lei in questo momento della sua vita. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mi masturbavo da piccola, legame con sessualità odierna
Apri domandaBuongiorno Alice, credo che si possa stabilire una connessione tra ciò che le accadeva da piccoloa ed il vaginismo, considerando che anche attualmente, così come in passato, lei ottiene il piacere solo attraverso la stimolazione. Il vaginismo impedisce infatti la penetrazione o qualora essa avvanga, è percepita come dolorosa, quindi non piacevole. A questo punto, è importante per lei chiedersi come mai tenda ad evitare il contatto psicofisico dell'altro sostituito invece da una forma di masturbazione? Le info che ha fornito sono troppo esigue per avanzare altre ipotesi a riguardo, ma credo sia significativo per lei che sia riuscita ad esporre qui questa sua difficoltà. Come mai non è riuscita a parlarne con una psicologa? come si sente rispetto a questa circostanza che ha descritto? Se vuole approfondire, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Depressione e fase momentanea?
Apri domandaBuongiorno Elena, Da ciò che narra credo sia preferibile per lei approfondire la situazione in modo da capire da cosa possa provenire "il senso di solitudine" che percepisce ora. Potrebbe essere un disturbo depressivo, ma ciò che è importante per lei, al di là della diagnosi, è sapre come fare ad uscirne. Considerando che mi sembra motivata a farlo ("darmi una mossa"), penso che un consulto psicologico possa aiutarla efficacemente in questo. Sono a sua disposzione per altri eventuali chiarimenti e/o indicazioni sul da farsi. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Disoccupazione e depressione
Apri domandaBuongiorno Annalisa, il suo racconto è molto circostanziato e dettagliato, inoltre mi sembra sia dotata di una buona capacità di introspezione. Quindi, le chiedo come mai ha scritto qui piuttosto che rivolgersi direttamente ad un terapeuta a cui credo possa esporre con grande chiarezza e competenza le sue difficoltà? Detto ciò, credo che la condizione di frustrazione legata alla perdita del lavora possa aver attivato in lei un nucleo di rabbia ("ho iniziato ad avercela con chiunque") che forse prima era sopito. Questa mancanza di risposte, ora viene percepita da lei come un possibile attacco/screditamento della sua preparazione e professionalità. Quindi non si sente riconosciuta, apprezzata e per questo frustrata. Cosa significa per lei lavorare, nel senso che immagine di sè le rimanda la possibilità di lavorare? E' comprensibile percepire una sensazione di scoraggiamento rispetto alle attuali difficoltà lavorative, ma è importante riuscire ad attivare dentro di sè le energie per affrontare efficacemente la situazione. Quindi, penso che un consulto psicologico poss aiutarla a capire se sia necessario approfondire l'esplorazione dei suoi vissuti per acquisire strategie di gestione più efficaci, o se sia un "malessere passeggero". Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Parlare da soli inscenando dialoghi su argomenti della vita
Apri domandaBuongiorno Maria, il meccanismo che ha descritto può essere inteso come un tentativo di fuga dalla realtà quotidiana, in cui forse non riesce ad essere "la donna che vorrei", quindi si è costruita una realtà parallela che possa rassicurarla e in qualche modo riparare/consolare ciò che invece non riesce a fare nella vita reale. Pertanto, l'aspetto di maggiore importanza è rivesitito proprio dalla sua difficoltà ad essere, nella vita reale, come vorrebbe. Cosa le impedisce di mostrare "coraggio" nell'affrontare le persone? Come mai non è soddisfatta di sè? Considerando che i "dialoghi" che ha descritto hanno avuto inzio durante l'infanzia, credo che questa percezione di insoddisfazione di sè persista da molti anni ormai. Quindi, come mai oggi è maggiormente preoccupata di ciò? Cosa teme possa accaderle, nel caso in cui i "dialoghi" continuino? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Aiuto, difficoltà a fare amicizia
Apri domandaBuonasera Martina, Ciò che mi ha colpito del suo messaggio è il fatto che abbia formulato una richiesta di aiuto/consulto in uno spazio a cui hanno accesso solo psicologi e poi abbia affermato con sicurezza che non riuscirebbe mai a fidarsi di uno psicologo. Quindi, forse la prima questione da analizzare è relativa alla sua difficoltà nel fidarsi di qualcuno in generale. Come mai secondo lei accade ciò? Cosa significa per lei affidarsi a qualcuno e cosa teme possa accaderle nel momento in cui dovesse affidarsi a qualcuno. Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ho un problema con il mio psicanalista
Apri domandaBuongiorno Greta, comprendo la sua preoccupazione circa il comportamento del suo psicoterapeuta, quindi ciò che le consiglio è di esporre quanto ha scritto qui direttamente a lui. Le difficoltà economiche possono essere un ostacolo nei percorsi di psicoterapia, ma si può giungere ad un accordo se il paziente è realmente interessato a proseguire il percorso intrapreso. Come si è sentita quando il terapeuta le ha proprosto di farsi prestare i soldi da sua madre? Indipendentemente dall'episodio che ha descritto, come si trova con il suo terapeuta e soprattutto, come mai non ha ritenuto opportuno parlare direttamente con lui di questi suoi dubbi circa l'adeguatezza del suo comportamento ("é un comportamento lecito"?). Spero in ogni caso che risolva la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Insoddisfazione, genitori e lavoro
Apri domandaBuongiorno Roman, comprendo la sua rabbia nei confronti dei suoi genitori e il sentimento di "intolleranza" che ne consegue. Quindi, come ha già giustamente intuito lei, è importante elaborare questa sua situazione che definirei di "lutto" poichè, da ciò che narra, non ha percepito l'amore e l'accoglienza che avrebbe desiderato dai suoi genitori, pertanto è come se si sentisse un orfano a livello affettivo. Da ciò la spinta attuale nel definirsi autonomamente rispetto a loro. Ma come immaginerà, non è sufficiente allontanarsi fisicamente da loro per "prendere in mano" la sua vita. E' infatti necessario rielaborare la situazione che ha descritto e giungere a comprendere che, nonostante sia doloroso e difficile da accettare, i suoi genitori non potevano fare di più di ciò che hanno fatto. Il loro modo di mostrare affetto verso di lei passa, purtroppo, attraverso la critica ed il giudizio. Quindi, i "problemi psicologici" di cui soffrono hanno interferito in modo significativo nel loro essere genitori amorevoli, forse perché a loro volta, non hanno ricevuto accoglienza dai loro genitori. Il raggiungimento di una condizione di maggiore benessere per lei e di autonomia da suoi genitori si basa proprio sulla consapevolezza delle loro vulnerabilità ed imperfezioni, sulla capacità di sospendere il giudizio sul loro operato come persone e come genitori. Solo così sarà in grado di liberare sè stesso e il risentimento verso di loro, che le impedisce di concentrarsi efficacemente su se stesso. Questo percorso può essere agevolmente intrapreso nel contesto della psicoterapia di cui ha parlato. Infine, mi incuriosiva una cosa: poichè la situazione che ha descritto è ormai una condizione a cui è abituazto da anni, come mai proprio oggi la percepisce come più insopportabile? Cosa è successo oggi nella sua vita? Non avendo info sulla sua età anagrafica, non è possibile attribuire un significato più specifico al suo malessere inscrivendolo nella fase del ciclo vitale che sta vivendo ora. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Relazione malata
Apri domandaBuonasera Maria, Come mai continua la relazione nonostante la definisca "malata"? È la prima volta che sperimenta sensazioni di "terrore" nel corso di una relazione affettiva? Indubbiamente l'uomo con cui si sta relazionando ha delle difficoltà psicologiche, stando a ciò che ha narrato lei, ma la cosa più utile per lei ora è chiedersi che funzione svolge questa relazione nella sua vita e come mai non riesca a chiuderla nonostante sia consapevole delle difficoltà. Quindi, credo sia opportuno per lei richiedere un supporto psicologico specialistico che la aiuti a fare chiarezza sulle motivazioni che la legano a lui. Resto a sua disposizione per eventuali altri chiarimenti e/o indicazioni su come muoversi a riguardo Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Sono ritornati gli attacchi di panico e l'ansia
Apri domandaBuonasera Michela, Aver ripreso la terapia farmacologica è sicuramente positivo, ma è necessario associare ad essa la psicoterapia. Come mai non ha ricontattato la terapeuta con cui aveva già seguito un percorso? Il fatto che abbia espresso un dubbio circa la comprensione delle cause degli attacchi ("forse insieme alla dottoressa li abbiamo capiti"), mi lascia supporre che ci siano delle questioni irrisolte. Esse hanno attivato gli attacchi di panico di cui soffre ora. Pertanto è importante che affronti la questione per risolverla in modo definitivo e acquisire strategie più efficaci nel padroneggiare la sua ansia. Una consulenza psicologica può aiutarla a capire cosa sia meglio fare. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Perché non riesco a dire quello che penso?
Apri domandaBuonasera Valeria, Cosa teme possa accedere nel caso in cui dicesse ciò che pensa? L'inibizione di impulsi e/o comportamenti svolge per ogni persona una precisa funzione che dipende dalle esperienze di vita, dal temperamento ecc. Quindi, per giungere ad una condizione di equilibrio tra l'esprimere e il reprimere ciò che si pensa, è necessario comprendere come mai accada ciò. Solo così, sarà in grado di dosare le sue competenze inserendo questa come una sua prerogativa positiva e non come una parte del carattere da rieducare e/o modificare. Infine, come mai la percepisce come più sgradevole in questo momento della sua vita? Come si sente? Cosa sta succedendo nella sua vita ed in che misura questa sua difficoltà può influire negativamente? Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
L'ennesima discussione
Apri domandaBuonasera Sally, Dal suo racconto percepisco il suo dolore e scoraggiamento per una situazione in cui si percepisce impotente, quasi una condanna a cui non può sottrarsi. Come se fosse un'osservatrixe esterna di sé stessa e della relazione sentimentale che ha descritto. Da ciò che narra mi sembra che il suo compagno assuma un atteggiamento quasi provocatorio/adolescenziale nei suoi confronti ("commenta qualsiasi ragazza"). Come mai secondo lei? È possibile confrontarsi con lui esponendo le difficoltà che ha narrato qui? Non avendo altre info sulla relazione e sulla sua storia di vita è difficile esprimere un parere più ampio sulla questione. Credo che ci siano alcuni punti da approfondire, come ad esempio il suo vissuto rispetto al fatto che lui sia padre e condivida questa condizione di genitore con un'altra donna, esperienza preclusa a lei. Come mai? Cosa significa per lei tutto ciò? Ritengo sia opportuno per lei richiedere una consulenza psicologica individuale che possa far luce su questi aspetti ed aiutarla ad affrontare più efficacemente la situazione che ha descritto. In ogni caso, se desidera approfondire la questione può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Programmi per il futuro VS ragazze
Apri domandaBuonasera Lorenzo, Da ciò che scrive, mi sembra di capire che la dinamica conflittuale emersa ("andare via" vs "impegnarsi" con una ragazza), debba essere affrontata esplorando il significato che ha per lei stabilire una relazione sentimentale più in generale. Infatti, attribuisce ai legami affettivi il significato di un qualcosa che blocca la sua crescita professionale in quanto si configura come un "limite". Assumendo questa prospettiva, è possibile che abbia difficoltà a stabilire contatti affettivi anche nel caso in cui si trovi all'estero e abbia realizzato il suo sogno. Come mai secondo lei una cosa (legame affettivo) esclude l'altra (realizzazione professionale)? Inoltre, suppongo che tale visione abbia accompagnato da sempre la sua vita, quindi è importante per lei chiedersi cosa stia accadendo ora che ha contribuito ad incrinare, in parte, questa sua prospettiva esistenziale. Come si sente? Cosa teme? Solo esplorando questi contenuti, sarà in grado di prendere una decisione liberamente e serenamente. Se è motivato ad approfondire la questione può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Sogno infranto
Apri domandaBuongioro Lela, per cercare di fare chiarezza nella situazione di disagio che ha descritto è importante comprendere cosa singifica per lei la Laurea e a cosa associa il conseguimento di questo titolo. In che misura la laurea potrebbe migliorare la qualità della sua vita? Come mai in passato ha interrotto gli studi e ha "perso la determinazione di riuscire a prendere una laurea"? A quali cause ha attribuito l'interruzione delgi studi? Il titolo che ha attribuito al messaggio mi fa ipotizzare che lei possa associare la laurea ad un qualcosa di ideale, un "sogno" che sembra legato ad un suo bisogno di approvazione e accettazione da parte dell'altro, piuttosto che un obiettivo da utilizzare nel pratico, considerando anche che è "cresciuta" nell'ambito professionale. Forse è legato ad un'immagine ideale di Sè, associata all'interiorizzazione di un modello idealizzato, probabilmente evocato da una figura affettiva di riferimento per lei (figure genitoriali ecc). Infine, come mai secondo lei questo disagio è più insostenibile in questo momento della sua vita? E' soddisfatta della sua vita in generale? è felice? Queste ed altre domande sono finalizzate a facilitare l'esplorazione di Sè in modo da giungere ad una maggiore consapevolezza e chiarezza sulla questione, e successivamente padroneggiare la sua condizione emotiva. Se è interessata ad approfondire la questione può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Vorrei trovare uno psicologo che davvero mi aiuti a superare determinate situazioni
Apri domandaBuongiorno Jessica, se "ama" gli psicologi e crede che il loro lavoro sia utile, penso che non avrà alcun problema a cercarne uno che le ispiri fiducia nella sua zona. Ha definito il suo carattere "particolare", aggettivo a cui si può attribuire un'accezione positiva, quindi come mai desidera rinunciare a questa particolarità? Con l'aiuto di uno psicologo potrà comprendere meglio questa particolarità e orientarla meglio in base alle sue esigenze. E' comprensibile che non riesca ad "essere" come il suo ragazzo, perchè sarebbe una forzatura nella sua natura, quindi è consigliabile acquisire una maggiore conoscenza rispetto alla sua "timidezza" e poi valutare in che modo orientarla. Infine, può essere utile per lei chiedersi come mai ha preferito utilizzare questo spazio piuttosto che contattare direttamente uno psicologo per un colloquio vis a vis. In ogni caso spero che risolva la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come faccio a capire se la psicoterapeuta va bene per me?
Apri domandaBuonasera Silvia, Comprendo la sua difficoltà nell'approcciarsi alla nuova psicologa, soprattutto perché ha già sperimentato una relazione terapeutica che ha funzionato ("l'affinità fu quasi immediata"). Quindi, ora magari prova nostalgia per quel legame, sensazione del tutto normale, ed è consapevole che non sarà possibile ricostruire una relazione terapeutica simile a quella precedente. Proprio in considerazione di quest'ultimo aspetto, le consiglio di condividere queste sue titubanze con la sua precedente psicologa. Lei potrà aiutarla ad affrontare la cosa e ad esplorare i vissuti associati al distacco dalla precedente psicologa, che forse non è ancora del tutto elaborato. In questo modo potrà fare maggiore chiarezza su ciò che prova e in base a ciò orientare le sue decisioni. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Bassa autostima, invidia e ansia
Apri domandaBuonasera Elena, Da ciò che ha narrato sembra che il fulcro del suo disagio si possa collocare nella nuova dimensione della "responsabilità", associata alla frequenza della triennale. Quindi, bisogna comprendere cosa significhi per lei diventare responsabili, autonomi ed indipendenti dalla famiglia d'origine, così come hanno già fatto alcuni suoi amici. Cosa le suscita questa prospettiva di vita? Può contare sul sostegno affettivo di qualcuno? Consideri che il conseguimento della laurea e la successiva ricerca di un'occupazione rappresentano un momento di svolta nel ciclo di vita di una persona, quindi è comprensibile che possano insorgere sintomi, come quelli da lei descritti, che impediscono all'individuo di realizzarsi. I sintomi intendono comunicare che la persona, per qualche ragione, non è ancora pronta a fare quel salto verso il nuovo, che, come nel suo caso, è identificato come un "salto nel buio". Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
genitore figlio
Apri domandaBuongiorno Eliana, il consiglio che posso darle è questo: il confronto con sua madre può essere avviato, ma, in assenza di suo figlio, quindi la prima cosa da fare è spiegare a sua madre che potete parlarvi molto più agevolmente da sole e soprattutto che questo protegge suo figlio dall'eventualità di parteggiare con una o con l'altra. In questo modo, sarà sicura di poter impostare un rapporto da adulta con sua madre e soprattutto non sarà più considerata una figlia da rimproverare agli occhi di suo figlio. Questo è il primo passo da fare, poi, la relazione con suo figlio ne beneficerà di conseguenza. Inoltre, per evitare che sua madre possa diventare intrusiva nell'educazione di suo figlio, è importante che concordi con lei funzioni e ruoli che potete dividervi, considerando che anche sua madre sta assolvendo delle funzioni genitoriali. Le vostre competenze educative-genitoriali devono essere ben distinte soprattuto agli occhi di suo figlio. In questo modo si potrà evirare la spiacevole situazione in cui lei viene rimproverata: infatti ponendosi sullo stesso piano eduacativo-genitoriale di sua madre, sarete equiparate e dovrete confrontarvi in una relazione adulto-adulto che preserverà entrambe. Se desidera approfondire la situazione può contattarmi o scrivermi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia e lavoro
Apri domandaBuongiorno Daniele, del suo messaggio mi ha colpito il fatto che sia certo di ricevere un "aiuto" in questo spazio. Quindi, forse questo significa che sta valutando la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo in un contesto vis a vis. Dalle poche info che ha fornito è difficile pronunciarsi sulla sua situazione. Ciò che percepisco è una sensazione di affaticamento e solitudine in cui sembra imprigionato. E' possibile richiedere il supporto emotivo di qualcuno? Ha condiviso il suo disagio con qualcuno? Che tipo di vissuti attiva questo cliente? Come immaginerà, per affrontare in modo definitivo la sua situazione, si rende necessario un approfondimento di essa in un contesto di consulenza psicologica individuale che possa aiutarla a fare maggiore chiarezza. Resto comunque a disposizione qualora volesse approfondirla utlizzando questo spazio. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mangiarsi le unghie
Apri domandaBuongiorno Francesca, Il sintomo di cui parla è definito onicofagia ed è una manifestazione dell'ansia, come lei già saprà. Poiché si toglie "uno strato di pelle", potrebbe associarsi ad una forma di autolesionismo/punizione verso se stessa. Quindi, è importante comprendere quali meccanismi psicologici lo abbiano attivato e in che modo lo rinforzino. Considerando che è un disagio di cui soffre fin dall'età infantile, credo che ora sia un tratto distintivo della sua personalità. Nonostante ciò è possibile affrontarlo e risolverlo efficacemente in un percorso di psicoterapia individuale che la aiuti a comprendere il significato e la funzione di esso, nella sua vita. Ma, da ciò che scrive, mi sembra che lei sia intimorita dagli eventuali cambiamenti che un percorso di psicoterapia porterebbe in lei ("cosa chiamami poi?"). Quindi, la cosa più importante ora è cercare di capire cosa teme possa accaderle, perché è proprio questo il primo ostacolo nella riuscita di un percorso terapeutico. Cosa teme di perdere? Consideri che la sua sensazione è del tutto comprensibile poiché ogni disturbo, nonostante sia causa di disagio, rappresenta una parte di noi a cui poi ci si abitua e spesso si fa fatica ad immaginare sé stessi senza il disturbo. Una nuova identità che non si conosce e rispetto alla quale è normale avere delle titubanze. Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Violenze nella sfera sessuale
Apri domandaBuongiorno Federico, Il suo senso di colpa rispetto a ciò che è successo con la sua ragazza, è del tutto comprensibile. Dimostra che c'è spazio per un cambiamento di approccio nella sfera sessuale e nei confronti della sua ragazza. Tuttavia, mi sembra essenziale sottolineare che questo desiderio di cambiamento in favore della coppia ("cambiare per lei"), per essere realmente duraturo ed efficace, deve associarsi ad un desiderio di cambiare anche per stare meglio con se stesso e vivere la sessualità in reciprocità con la partner. Quindi, è possibile "superare" il disagio che ha descritto cercando, inoltre, di comprenderne il significato che assume nella sua vita. Come si sente in generale? Inoltre, è possibile confrontarsi liberamente su questi temi con la sua ragazza? Nel caso in cui il suo malessere dovesse divenire più insostenibile, una consulenza psicologica può costituire per lei un valido aiuto nell'elaborazione dei contenuti che ha narrato. Un caro saluto. Dotto.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Il mio problema è il passato del mio compagno
Apri domandaBuongiorno Tiziana, Comprendo e condivido il suo disagio, anche perché, da ciò che scrive, esso accompagna tutte le relazioni sentimentali che intraprende, impedendole di vivere al meglio il presente e la relazione col partner. Considerando che è diventato un suo stile relazionale, posso ipotizzare che la sua tendenza ad entrare in competizione con altre donne si associ ad una sensazione di insicurezza più profonda di cui vanno indagate le cause. Inoltre, mi sembra che tale disagio si polarizzi in primo luogo sull'aspetto fisico ("era sicuramente più bella"). Come mai secondo lei? Che peso riveste, secondo lei, la componente fisica-estetica in una relazione di coppia? È possibile condividere questo suo disagio col partner? Se desidera affrontare e risolvere definitivamente la sua situazione, è consigliabile che affronti la questione in un contesto di consulenza psicologica individuale, che le consenta di ampliare la prospettiva sul problema specifico e sulla sua vita più in generale. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come faccio a superare un abbandono
Apri domandaBuongiorno Mery, Cosa intende per "leggerezza" nel rapporto che ha descritto? Impostare la relazione in un modo diverso da quanto è accaduto fin'ora, può costituire una soluzione e un deterrente rispetto alla perdita del partner? Credo che la questione più essenziale da affrontare per lei sia chiedersi che funzione svolga questa relazione nella sua vita e come mai non riesca ad accettare la decisione che ha preso lui di "troncare". Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Essere in un limbo in Corea del Sud
Apri domandaBuongiorno Giulia, dal suo sintetico messaggio percepisco il suo senso di disorientamento e solitudine. Comprendo il suo desiderio di andare a fondo in questa "sensazione", ma per fare ciò in modo funzionale alle sue esigenze , è necessario approfondire la sua condizione di vita: come mai si è trasferita in Corea e cosa intende per "limbo". Poichè ha parlato di "pesce fuor d'acqua", immagino che sia stato difficile per lei inserirsi nella società coreana e bisogna comprendere come mai ciò sia accaduto e soprattutto come mai questo disagio si sia acuito in questa fase della sua vita. Cosa sta accadendo ora nella sua vita? Cosa intende per "meta", ossia si riferisce ad un obiettivo lavorativo o sentimentale? Come immaginerà, per affrontare efficacemente la sua situazione si rende necessario un approfondimento dei contenuti descritti. Ciò si può effettuare attraverso una video-consulenza che le sarà sicuramente utile per fare maggiore chiarezza su di sé. Ad ogni modo resto a sua disposizione qualora volesse approfondire la questione utilizzando questo spazio. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Trasferimento doloroso
Apri domandaBuongiorno Ju, credo che possa confortarla sapere che la nostra "felicità" dipende in massima parte da ciò che è dentro di noi, ed in seconda istanza dal luogo in cui ci troviamo. Esso assume singificati che possono variare in base al modo in cui lo percepiamo noi, quindi, nel suo caso è importante chiedersi ora cosa significhi per lei tornare in Italia e soprattutto come mai in Italia lei non si senta "libera di essere come sono", quindi se stessa? Cosa limita la sua libertà? e come mai non si sente in grado di affrontarlo efficacemente esprimendo le sue potenzialità? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come aiutare un bambino problematico?
Apri domandaBuongiorno Sabrina, comprendo la sua preoccupazione che può essere efficacemente utilizzata confrontandosi con suo figlio. Ossia: considerando che è un bambino "allegro, intelligente, spontaneo e curioso" sarà agevole avviare un dialogo con lui rispetto al suo "continuo bisogno di affermare la sua bravura". Come mai ha questa esigenza secondo lei? Consideri che questa sua propensione a ricercare l'approvazione dell'adulto lo induce ad allontanarsi dai coetanei perchè è impegnato ad interfacciarsi con adulti che sembrano rappresentare il suo fulcro di interesse. In ogni caso le relazioni con i coetanei presentano sempre qualche difficoltà soprattutto in fase evolutiva. In questi casi, il ruolo del genitore è proprio quello di promuovere una maggiore abilità relazionale proponendo al bambino di organizzare con i coetanei attività che possano coinvolgere ed interessare entrambi. Inizialmente si può pensare di organizzare con un solo bambino che risulta più simpatico a suo figlio, poiché la relazione uno a uno è più semplice da gestire. In ogni caso è opportuno avvicinarsi a suo figlio proponendo questa come altre strategie relazionali, verificando però che lui sia pienamente d'accordo e sicuro che, almeno nella fase iniziale dell'interazione, possa essere supportato da un genitore. Questo ultimo aspetto, lo aiuterà ad acquisire strategie più funzionali che possano sostituire il pianto, che generalmente viene stigmatizzato dai coetanei soprattutto a questa età e soprattutto se maschi. Infine, è sicuramente utile coinvolgere suo marito/compagno in queste attività di socializzazione e più in generale nella cura di suo figlio. Il ruolo del padre, soprattutto per i bimbi maschi, svolge sempre una funzione catalizzatrice fondamentale nell'avvio di questi processi e nell'acquisizione di una maggiore sicurezza derivante anche dall'identificazione con un modello adulto competente e presente a livello affettivo. Un caro saluto a lei e a suo figlio. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Non riesco a rapportarmi con le ragazze
Apri domandaBuongiorno Roberto, comprendo il suo disagio, acuito anche dalla frustrazione indotta dal non vedere risultati concreti dopo il "duro lavoro" che sta facendo su se stesso. E' possibile che il "lavoro" che ha svolto autonomamente non abbia raggiunto il fulcro della difficoltà di cui ha parlato, quindi si rende necessario il supporto di uno psicoterapeuta che la aiuti a fare chiarezza sulla sua situazione. E' disponibile a proseguire questo lavoro accompagnato da uno psicoterapeuta? Cosa significa per lei essere "rifiutato" e non avere ragazze? In che modo intraprendere una relazione affettiva potrebbe migliorare la sua vita, la sua sicurezza personale? Se è interessato ad approfondire la questione può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Una crema applicata solo una volta ha causato depressione in mia Zia?
Apri domandaBuongiorno Angelo, comprendo e condivido la sua preoccupazione acuita dal fatto che sua zia si è già sottoposta a diverse visite dermatologiche, senza riuscire a risolvere il problema. Proprio quest'ultimo elemento credo possa confermare la sua ipotesi relativa alla "fissazione mentale". Nel senso che, in generale, quando sono stati effettuati numerosi controlli medici che hanno dato esito negativo (come nel caso di sua zia), e dimostrano quindi che il corpo non mostra disturbi, le cause del malessere sono da ricercarsi nell'area mentale-psicologica. E', infatti, probabile che la causa del malessere di sua zia sia rappresentata da una fobia specifica, un disturbo d'ansia che si manifesta con il sintomo dei "lavaggi" ma che in realtà rimanda ad un malessere più profondo che va indagato in un contesto di consulenza psicologica o psichiatrica. Ecco perché i medici che l'anno visitata non le "credono", perché non ci sono basi fisiche che possano attestare il "dolore" di cui parla, in pratica il suo corpo è in salute. Quindi, ciò che può fare lei ora è consigliare a sua zia di rivolgersi ad uno psicologo o ad uno psichiatra che possa aiutarla a capire come si senta e da dove tragga origine il quadro sintomatologico che riferisce. Solo così potrà liberarsi dal "dolore" che l'affligge e potrà essere compresa nel suo malessere da un professionista che conosce bene i meccanismi mente-corpo. Resto a sua disposizione per altri eventuali chiarimenti sulla situazione. Un caro saluto a lei e a sua zia. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Amare due persone o nessuno dei due
Apri domandaBuongiorono Ana Maria, il suo messaggio denso e particolareggiato, mi ha comunicato fin da subito la sua necessità di fare chiarezza e risolvere la sua situazione. Essa può essere affrontata concentrandosi innanzitutto sul significato che assume per lei il tradimento: da ciò che narra mi sembra di capire che esso sia paragonabile ad una fuga dalla "noia e dalla pesantezza della vita". Quindi è importante che lei si chieda come mai non si sente in grado, invece, di affontare le difficoltà rimandendo nella situazione problematica (marito come "orco cattivo"). Inoltre, la questione relativa all'"illecito e la proibito" sembra innescare questa dinamica e indurla a mettere in atto comportamenti impulsivi come se non fosse in grado di prefigurarsi le conseguenze di essi nella sua vita. Perciò, è importante che lei faccia chiarezza su queste dinamiche che le impediscono di godersi a pieno una relazione affettiva e che stimolano in lei i sensi di colpa. Solo così, potrà capire fino in fondo cosa voglia e cosa sia meglio per lei. Se è motivata a stare meglio in questo senso, una consultazione psicologica individuale rappresenta per lei la soluzione più consona. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come aumentare l’autostima?
Apri domandaBuongiorno Laura, le difficoltà di cui ha parlato, come già ha ipotizzato lei, richiedono uno specifico approfonfimento nel contesto di una consultazione psicologica individuale che si può effettuare anche nell'ambito pubblico, aggirando il problema economico cui accennava. Credo però che il suo vero problema in questo senso sia un altro: "ho troppa vergogna". Cosa significa per lei rivolgersi ad uno psicologo? Che influenza ha il parere di sua madre a riguardo ("é un tabù?")? Consideri che nel suo caso, come in molti altri con cui abbiamo occasione di imbatterci noi psicologi, il più grande ostacolo alla risuluzione delle difficoltà menzionate dalle persone, è rappresentato proprio dalla resistenza nei confronti dello psicologo, condizione che impedisce all'individuo di aprirsi autenticamente e sinceramente e quindi rende inefficace l'eventuale lavoro psicodiagnostico e psicoterapeutico. Quindi, le suggerisco di esplorare questi contenuti e valutare quanto possano influire sulla sua decisione di rivolgersi ad uno psicologo per acquisire strategie più adeguate nella gestione delle frustrazioni ("professoressa che mi bullizzava") e conseguentemente nella costruzione di un'immagine di Sè più competente, aspetti essenziali nel rinforzare la sua autostima. Se è motivata ad approfondire l'argomento può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Bimbo infastidito dagli estranei
Apri domandaBuongiorno Giulia, Per agire efficacemente su questo comportamento è essenziale comprenderne meglio la dinamica. Quindi, può essere utile osservare se ci sono differenze tra gli adulti rispetto ai quali si manifesta e in quali luoghi avviene ciò (casa, parco ecc.). In questo modo potrebbe sapere se il comportamento è influenzato anche dal luogo e non solo dalle persone. Consideri in ogni caso che a questa età è comprensibile osservare disagio nei confronti di estranei, poiché il bambino sta acquisendo una maggiore consapevolezza dei legami familiari e potrebbe provare paura per l'estraneo, emozione perfettamente congruente con la sua fase evolutiva. Quindi, nel momento in cui si verifica ciò è importante per voi genitori mantenere la calma e rassicurarlo rispetto al fatto che non c'è nulla da temere per lui perché voi lo proteggete. È inoltre fondamentale che non venga bloccato o rimproverato per le "sberle", ma piuttosto tranquillizzato attraverso il contatto fisico. Se il bambino si sentirà accolto e compreso in questa sua difficoltà, il comportamento scomparirà spontaneamente anche perché con l'acquisizione di un linguaggio più articolato, sarà in grado di gestire al meglio la situazione. Un caro saluto a lei e al suo bambino. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Cerco un modo per riuscire a sbloccarmi
Apri domandaBuongiorno Simona, Per potersi pronunciare sulla sua situazione è necessario avere delle informazioni sulla psicopatologia che le è stata diagnosticata e contemporaneamente su come si sente lei. Il fatto che essa si manifesti sul posto di lavoro può rappresentare un aspetto di essa, ma poi bisogna approfondirne la dinamica emotiva che l'attivazione e la mantiene. Sta svolgendo un percorso di psicoterapia presso il csm oppure segue solo una terapia farmacologica? Consideri che in molti casi, è necessario associare le due forme di terapia per ottenere risultati apprezzabili. Se è motivata ad approfondire la questione può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Bugiarda compulsiva o personalita' multipla?
Apri domandaBuongiorno Stefania, Comprendo e condivido il suo disagio acuito anche dal fatto che si senta in colpa rispetto ai partner che frequenta ("casini irrimediabili"). Cosa attiva secondo lei la dinamica conflittuale che ha descritto ("mi affeziono genuinamente" vs "doppia vita")? Può concernere, in qualche modo, una sua più generale difficoltà a prendere decisioni, a scegliere tra diverse alternative? Questo disagio si manifesta solo in area affettiva o anche in altri ambiti? Come mai si identifica come la sola "carnefice" ed "artefice" della dinamica relazionale, condizione che rende l'altro vittima innocente di un qualcosa perpetrato solo da lei? Forse è proprio questa polarizzazione nei ruoli maschile (vittima) e femminile ("carnefice") ad impedirle di costruire relazioni affettive pienamente soddisfacenti. Se è motivata ad approfondire la questione può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Rapporto di coppia, non abbiamo più rapporti intimi
Apri domandaBuongiorno Laura, comprendo la sua frustrazione acuita anche dal ricordo relativo a momenti di intimità soddisfacenti ("amavo fare sesso con lui"). Da ciò deduco che molte delle attenzioni che riceveva dal suo compagno e che la rendevano soddisfatta, erano collegate alla vostra intimità. Quali sensazioni le suscita, ora invece, l'immagine del suo compagno "inattivo e sonnolente"? Quali aspettative nutre riguardo al vostro futuro di coppia e quale influenza crede possano avere le difficoltà piscologiche del suo compagno sull'equilibrio e stabilità della vostra coppia? Cosa teme? Inoltre, dal suo racconto emerge la sua notevole propensione al sacrificio verso la situazione di malessere psicofisico del suo compagno che sembra associarsi ad una tendenza a nascondere l'insoddisfazione ("non oso avvicinarmi a lui"). In genere, come si approccia ai sacrifici in generale e alla conseguente assenza di piacere che essi possono comportare? E' già capitato nella storia della vostra relazione sentimentale di dover gestire situazioni stressanti durante le quali dover attivare le risorse di coppia? Ciò che può fare ora è continuare a stare vicina al suo compagno proponendo attività in cui possa sentire maggiormente il contatto affettivo con lui, elemento che ora sembra mancare poichè associato in larga parte ai rapporti sessuali. Se è motivata ad approfondire la questione può scrivermi o contattarmi. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Amare la suocera
Apri domandaBuongiorno Raffaele, ciò che ha descritto non è "pazzia", quanto piuttosto una sensazione di attivazione fisica ed emotiva scaturita, credo, da un suo desiderio di soddisfare sessualmente sua suocera ("vorrei essere io a farle riscoprire la sua sessualità"). Intenzione questa, che sembra contraddire l'immagine iniziale che aveva tracciato di sua suocera ("donna meravigliosa che trasmette felicità e allegria"). Quidi, se il suo obiettivo principale è quello di "averla come amante", è essenziale che si ponga due domande: se ci sono evenutali carenze e/o insoddisfazioni nella relazione con la sua ragazza descritta come idilliaca, quasi scontata; e cosa significa per lei sedurre sessualmente una donna che, anagraficamente, è distante da lei. Come si immagina la vostra eventuale relazione e quali bisogni potrebbe appagare attraverso di essa? Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Paura di essere gay
Apri domandaBuona sera Ottavio, Comprendo il suo disorientamento e disagio, poiché l'episodio della disfunzione erettile sembra aver messo in discussione il suo rapporto con le donne piu' in generale. Al di là della questione puramente fisica e meccanica relativa alla disfunzione erettile, credo che in questo momento della sua vita stia modificando la sua percezione delle donne e del suo rapporto con esse. Forse il rapporto con le donne sta assumendo per lei una connotazione più complessa ed articolata che va al di là del "sesso perfetto" associabile alla mera performance fisica. È probabile che la disfunzione erettile le abbia rimandato un'immagine di Ottavio che può emozionarsi e "fallire", quindi non più esecutore meccanico di una performance sempre "perfetta". Considerando la questione da questa prospettiva, le sue preoccupazioni possono invece assumere un significato più ampio e indurla a porsi domande più profonde sulle sue relazioni sentimentali e sulla sua soddisfazione affettiva nel corso di esse. Ci pensi. Un caro saluto. Dottore.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Consiglio prima volta
Apri domandaBuongiorno Giulia, il primo consiglio che posso darle è chiarire la sua posizione con il suo ragazzo, esplicitando la questione relativa all'uomo che sta frequentando. In questo modo potrà tutelare se stessa, poichè se è realmente interessata all'uomo descritto, sarà libera di conoscerlo e valutare con calma la cosa. Inoltre, potrà rispettare la relazione con il suo attuale ragazzo, chiarendo fin da subito che ha altri interessi, in modo da affrontare efficacemente i "sensi di colpa" per un eventuale relazione parallela. Per quanto riguarda la sensazione di "spavento" a cui accennava, è consigliabile che approfondisca la conoscenza dell'uomo che ha descritto in modo da valutare con tranquillità cosa sia meglio per lei. In particolare, cosa la "spaventa" di più della circostanza descritta? Se è motivata ad approfondire la questione può scrivermi o contattarmi. un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Difficoltà a socializzare
Apri domandaBuongiorno Emanuela, dal suo messaggio percepisco il suo grande sforzo nel modificare il suo temperamento ("timida") per sentirsi parte di un contesto di socializzazione più ampio. Considerando la sua forte motivazione a perseguire questo obiettivo, credo che un consulto psicologico possa esserle di grande aiuto per comprendere i motivi soottesi alle sue difficoltà nel socializzare e, contemporaneamente organizzare strategie di relazione efficaci e soprattutto congruenti con la sua "indole". Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Lato femminile accentuato in un figlio maschio
Apri domandaBuongiorno Simone, comprendo la sua necessità di fare chiarezza sulla questione, e può essere utile per lei sapere che in ognuno di noi è presente una parte maschile e una femminile il cui equilibrio dinamico dipende in parte dalle esperienze e dal contesto familiare. Tuttavia, credo che la semplice conoscenza di questo contenuto, sia insufficiente per lei, ma che possa attivare una serie di interrogativi sulla sua vita più in generale, concernenti le relazioni familiari e sentimentali. Quindi, qualora attraverso questo sito o mediante altri mezzi, riuscisse ad ottenere delle risposte sualla questione, quale funzione esse potrebbero svolgere nella sua vita attuale? In che modo le userebbe? E' importante porsi queste domande poichè, in molti casi, il quesito iniziale pur sembrando lontano nel tempo ("sono cresciuto solo con mia madre", "non aver avuto una figura paterna di riferimento") affonda le radici in questioni più complesse che riguardano la vita affettiva attuale e che proprio da essa vengono attivate. Se è motivato ad approfondire al questione può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Sbalzi d’umore, come superarli?
Apri domandaBuongiorno Alessio, comprendo e condivido la sua preoccupazione relativa agli sbalzi d'umore che potrebbero essere solo parzialmente associabili al suo orientamento sessuale. E' importante che ne venga approfondita l'entità e la dinamica soprattutto in considerazione dell'ideazione suicidaria cui accennava ("pensieri suicidi") e degli atti di autolesionismo ("mi tagliavo le braccia"). Quindi, se è motivato ad affrontare efficacemente l'instabilità del suo umore, può rivolgersi ad un professionista nella sua zona per una consulenza psicologica individuale che la aiuti a risolvere la situazione. Le auguro in ogni caso di risolvere per il meglio. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Mi lascio troppo condizionare
Apri domandaBuongiorno Alessandro, è probabile che la causa del suo attuale malessere risieda nel fatto che la sua fidanzata tenda a "pilotare" la sua vita. Quindi, poichè questa situazione va avanti da tempo ("sto sempre a casa dei suoi"), è molto indicativo il fatto che oggi ne avverta maggiormente la pressione e che desideri essere lei stesso a prendere le decisioni. Se è questa la motivazione che sente dentro di sé, è essenziale incominciare a seguirla anche in modo graduale, come ad esempio fermarsi a ponderare le proposte di altri (fidanzata o amico), in modo da valutare se effettivamente esse corrispondano a ciò che desidera realmente per la sua vita. Infatti, accettare in automatico i consigli altrui, anche se del tutto plausibili in senso generale, può acuire la sensazione di estraniazione di cui ha parlato ("come se ci fosse qualcun altro a prendere le decisioni"). Inoltre, mi sembra di capire che questo suo malessere metta in qualche modo in discussione una dinamica relazione ormai consolidata con la sua fidanzata (lei decide e Alessandro accetta), che forse oggi sente la necessità di equilibrare in direzione di una sua maggiore autonomia decisionale. Quindi, in conclusione, questo malessere che avverte ora, seppur apparentemente nocivo per il suo umore, se orientato in questo senso, può essere un'ottima occasione per riorganizzare la sua vita in modo personale ed autonomo. Le auguro in ogni caso di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ss Anna Marcella Pisani (Roma)...
Disturbo ossessivo: come uscirne?
Apri domandaBuongiorno Antonella, Se il malessere che avverte corrisponde effettivamente ad un disturbo ossessivo specificamente diagnosticato da esperti, può essere utile per lei intraprendere un percorso di psicoterapia individuale che le consenta di comprendere come mai il disturbo persista da anni. Se è motivata a risolvere la situazione, è possibile affrontare efficacemente il disturbo anche con un eventuale supporto farmacologico temporaneo. Non avendo altre info sulla sua condizione di vita più in generale, non posso pronunciarmi oltre. In ogni caso, se desidera avere altre indicazioni o consigli a riguardo può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come capire se sono pronta a smettere di prendere la pillola?
Apri domandaBuonasera Virginia, Del suo messaggio mi ha colpito da subito l'autoattribuzione di "stupida" con cui ha esordito. Come mai pensa questo in relazione alla situazione che ha descritto? Ad ogni modo, cercherò di aiutarla a capire cosa sia meglio fare, facilitando l'esplorazione dei suoi stati d'animo. A tale scopo può essere utile per lei chiedersi cosa significa "fare figli". Cosa teme possa accadere qualora diventi madre? Consideri che la condizione di madre o anche solo l'ipotesi che ciò possa avvenire, può attivare nella donna emozioni contrastanti. Quindi, è probabile che questo eventuale "cambiamento" abbia motivato le sensazioni di "malinconia" e tristezza a cui accennava. Se è motivata a fare chiarezza su questi aspetti, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia da prestazione ed erezione
Apri domandaBuonasera Sofia, Una strategia efficace per aiutare il suo ragazzo e contemporaneamente la vostra coppia, è richiedere una consulenza di coppia. In questo modo il problema potrà essere affrontato attivando le risorse della coppia e il suo fidanzato non si sentirà l'unico responsabile/colpevole della vostra insoddisfazione di coppia. Consideri infatti, che autopercepirsi come l'unico responsabile di un problema, acuisce il problema stesso anche perché la persona si sente sola ed impotente. Quindi, è sicuramente vero che il problema lo manifesta lui, ma è importante considerare che all'interno di ogni coppia, il problema mostrato da un partner diventa una questione della coppia nella sua totalità, e come tale deve essere affrontato per essere risolto efficacemente. Ad ogni modo, le auguro di risolvere per il meglio la vostra situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Consiglio per mio figlio di 13 anni in difficoltà
Apri domandaBuongiorno Antonella, Comprendo e condivido la sua preoccupazione per Loris. La prima cosa che può fare per agire positivamente sulla situazione è esporre queste sue preoccupazioni alla psicologa che segue suo figlio, in modo da possiate chiarire la cosa e concordare strategie di intervento più efficaci. Un altro consiglio che posso darle è richiedere una consulenza familiare (anche parallela alla terapia individuale di Loris) con uno psicoterapeuta che possa aiutarvi a comprendere le dinamiche familiari in vivo e suggerire approcci educativi più efficaci con Loris. Consideri infatti, che in molti casi, i ragazzi mostrano un disagio che, se usato costruttivamente, può riequilibrare l'intero sistema familiare. Infine, ha avuto modo di confrontarsi su questi temi con suo marito? Condivide le sue preoccupazioni? Il ruolo di suo marito è fondamentale in questa situazione, poiché per un figlio di sesso maschile un padre presente affettivamente è funzionale a sviluppare un'identificazione con il modello maschile e, più in generale, con le regole. Se desidera avere altre indicazioni o consigli su come muoversi, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto a lei e a Loris. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Neomamma, decidono tutto gli altri. Di quale figura professionale ho bisogno?
Apri domandaBuongiorno Viola, Comprendo e condivido il suo disagio, sia come psicoterapeuta che come mamma. E concordo perfettamente con lei rispetto alla necessità di concedere ad una neomamma "tempi e spazi suoi". Può ottenere questo in due modi: Procedendo con il lavoro di psicoterapia individuale già in corso, che la aiuterà a comprendere le cause delle sue insicurezze che, mi sembra, vadano ricercate nella relazione d'attaccamento con i suoi genitori. Infatti, lo stile genitoriale che accompagna ognuno di noi, è largamente influenzato dalle nostre esperienze con i nostri genitori. Quindi, è importante che lei faccia chiarezza su questi modelli relazionali e che acquisisca una sua propria individualità di genitore. Inoltre, può affrontare la situazione proponendo nuovamente a suo marito una psicoterapia di coppia esplicitando le sue difficoltà individuali ed evitando di esprimere giudizi su sua suocera. Se lei focalizzerà l'attenzione su di sé e sulla vostra coppia, suo marito non potrà "inalberarsi" poiché non sta giudicando nessuno. Infine, posso rassicurarla sul fatto che l'attuale giurisdizione è nella maggior parte dei casi a favore delle madri, di cui si riconosce l'essenzialità per il bambino, quindi è molto difficile che le venga tolto il bambino. In ogni caso può preservarsi da questa eventualità continuando il suo percorso di psicoterapia individuale e lavorando sulla coppia. Sua suocera potrà diventare meno ingerente nella coppia solo se voi deciderete che lei lo sia e questo può iniziare a farlo già lei stessa, evitando di esprimere giudizi su di lei con suo marito. Se desidera ricevere ulteriori indicazioni o chiarimenti su come muoversi, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come superare un pensiero ossessivo?
Apri domandaBuongiorno Laura, Dal suo racconto noto come lei stessa abbia compreso a fondo l'importanza che ha il "cervello" nel guidare il nostro comportamento. I farmaci possono costituire un valido aiuto nella gestione di situazioni di disagio psicofisico, ma affinché il "cervello" funzioni al meglio, è necessario resettarlo attraverso un percorso di psicoterapia individuale che faccia luce sulle cause e le motivazioni sottese al comportamento che ha descritto. In questo modo, il suo cervello diventerà padrone di sé stesso in quanto consapevole di come funziona e perché, quindi potrà decidere liberamente di modificare i comportamenti disfunzionali. Pertanto, se è motivata risolvere definitivamente la sua situazione, è consigliabile che richieda una consulenza psicologica e valuti poi, cosa sia più opportuno per lei. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Assenza di Sesso, Amore e Relazioni
Apri domandaBuongiorno Mari, Innanzitutto mi sento di dirle che la situazione che ha descritto non sembra frutto di un suo "sbaglio", quanto piuttosto di un qualcosa che manca o che percepisce di non potersi concedere. Quindi, è importante che lei si chieda cosa significa per lei perdere la verginità, identificata come "un peso", quindi una circostanza del tutto sganciata dal piacere e dal coinvolgimento affettivo. Come mai secondo lei? Che tipo di esperienze familiari ed educative ha vissuto? Come veniva percepito il piacere e la sessualità nella sua famiglia? Inoltre, che immagine di donna porta dentro di sé? Queste domande possono indurla ad autoesplorarsi e stimolarla ad intraprendere un percorso di conoscenza su come funziona lei e perché, in modo da orientare in senso più costruttivo e soddisfacente la sua vita. Se è interessata ad approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Nipote non vuole più bene alla sua famiglia
Apri domandaBuongiorno Marika, Comprendo il vostro disagio, acuito anche dal fatto che la bambina sembra non riconoscere il ruolo fondamentale che avete svolto per molti anni. Consideri che per ogni bambino l'unione genitoriale rappresenta sempre una meta ambita, in quanto condizione rassicurante, quindi è comprensibile che sua nipote abbia proiettato sulla compagna di suo padre un'ideale di figura materna di cui forse ha molto bisogno. Consideri anche però, che presto farà i conti con la realtà, ossia il fatto che lei non è sua madre. Nel frattempo, ciò che potete fare voi è questo: chiedere l'intervento del padre, che dovrebbe aiutare la bambina a ridefinire il vostro ruolo e ricordarle cosa avete fatto per lei, sottolineando che la sua attuale compagna non è sua madre. Inoltre, potete anche provare a confrontarvi direttamente con la bambina focalizzando l'attenzione su come si senta, cosa provi e che idea si sia fatta del nuovo equilibrio familiare che si è creato. Se necessita di altri chiarimenti o informazioni sulla questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mi sono innamorata dello psicologo di mia figlia. E' un illusione?
Apri domandaBuongiorno Erica, Da ciò che ha narrato mi sembra di capire che il sentimento suscitato mediante il contatto con lo psicologo che ha in carico sua figlia, possa coincidere con una sensazione di accoglienza e comprensione profonda (paragonabile all'amore) che lei ha percepito dialogando con lui. È probabile infatti, che il contatto, anche solo sporadico, con un terapeuta "più che professionale", abbia aperto in lei la strada verso l'elaborazione dell'abuso che ha subito. È importante sottolineare che l'elaborazione completa di un siffatto evento richiede un lavoro molto più approfondito ed ampio. Quindi, se lei è disposta a farlo, può esplicitare allo psicologo ciò che ha scritto qui, in modo che possa ricevere da lui un parere su cosa sia meglio fare in questa circostanza. Se si fida di lui, al momento, è la persona più indicata a cui può rivolgersi per risolvere la questione dell'abuso e anche dei sentimenti "d'amore" che prova verso di lui. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Che senso ha andare avanti?
Apri domandaBuongiorno Damiano, Dal suo racconto percepisco una forte inclinazione all'autosvalutazione e all'autocritica, che mi sembrano i meccanismi di innesco della sua "depressione" e dell'ideazione suicidaria a cui ha accennato. Quindi, è importante comprendere come mai il suo modo di autopercepirsi si sia fondato sull'autocritica e quale funzione essa svolga nella sua vita. Infatti, anche se riuscisse a trovare una posizione lavorativa auspicabile o intraprendesse una relazione sentimentale, queste due circostanze rischierebbero di essere percepite e ritenute scarsamente soddisfacenti, in quanto analizzate sempre da una prospettiva critica e svalutante. Pertanto, se vuole risolvere definitivamente la sua situazione, è essenziale che affronti il suo modo di autopercepirsi nel contesto di una consulenza psicologica individuale che possa aiutarlo a capire cosa sia più opportuno per lei in questo momento della sua vita. Se desidera ricevere altre info o chiarimenti a riguardo, può contattarmi o scrivermi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Crisi universitaria, come superarla?
Apri domandaBuongiorno Tommaso, Comprendo il suo disagio, acuito anche dal conflitto tra ciò desidera essere/fare lei e ciò che desiderano per lei i suoi genitori. Quindi, è essenziale che affronti questo aspetto e lo risolva in modo funzionale alle sue preferenze ed esigenze professionali. Solo così potrà riprendere in mano la sua vita e orientarla nella direzione che desidera. Per fare questo è utile fermarsi e ridefinire il rapporto con le sue figure genitoriali, la loro influenza sul suo modo di percepirsi, il significato che assume per lei l'approvazione che loro mostrano rispetto ai suoi successi accedemici. Tutti questi aspetti, se irrisolti, influiranno sulle sue scelte, anche se dovesse "andare via di casa", lontano spazialmente e fisicamente dai suoi genitori. Una consulenza psicologica individuale, può aiutarla a fare chiarezza sulla situazione e valutare cosa sia meglio fare per lei. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Distruggo ogni relazione interpersonale e poi me ne pento
Apri domandaBuongiorno Lilia, Da ciò che narra, mi sembra di capire che abbia difficoltà a stabilire relazioni affettivamente profonde e coinvolgenti. Le motivazioni sottese a ciò possono essere molteplici: timore di entrare in relazione con l'altro, di sperimentarsi e/o scoprire parti di sé e dell'altro che potrebbero mettere in discussione l'immagine "idealizzata" della persona con cui si relaziona, paura di lasciarsi andare. Quindi, per poter agire efficacemente su questa sua difficoltà è necessario innanzitutto comprendere come essa sia sia sviluppata e quale funzione svolga nella sua vita. Approfondire perciò la conoscenza che ha di sé. Inoltre, è importante chiedersi come mai in questo momento della sua vita essa è percepita come più insostenibile, cosa sta succedendo? come si sente in generale? Cosa accadrebbe qualora non riuscisse a risolvere efficacemente la situazione? Non avendo altre info su di lei (ad esempio età, stile di vita, lavoro e/o studio), è difficile spingermi oltre nell'analisi della sua richiesta. In ogni caso, qualora volesse approfondire la questione può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
È nata prima l'anoressia o la delusione sentimentale?
Apri domandaBuongiorno Lucky, D a ciò che ha narrato, mi sembra di capire che lei si identifichi con il "mostro/carnefice" responsabile di aver "scatenato" l'anoressia in una partner con la quale aveva una relazione in precedenza. Innanzitutto, è importante precisare, come già aveva ipotizzato lei, che l'anoressia è una grave patologia le cui motivazioni profonde sono da ricercarsi nelle prime esperienze relazionali che la parsona ha fatto, le quali costituiscono appunto un modello, uno stile in base a cui la persona percepisce se stessa e gli altri. Pertanto, ciò che è accaduto tra di voi ("si fa soffrire una persona con cui si stava insieme"), costituisce la causa scatenante di un disagio ben più profondo, ma non può essere identificata come l'origine dell'anoressia. E' probabile che la persona a cui si riferisce, non abbia risolto del tutto le sue difficoltà con l'anoressia, e quindi, in una condizione di maggiore stress e sfrustrazione quale quella provocata dalla sofferenza sentimentale, abbia reagito mostrando i sintomi dell'anoressia. Quindi, la vostra relazione ha rappresentato un fattore scatenante dell'anoressia, ma non la causa originaria e primaria. Conseguentemente, un percorso psicologico può essere utile sia per il "mostro-carnefice" che per la persona identificata come vittima. Un obiettivo primario di questo percorso sarebbe proprio quello di liberarsi da questi due ruoli che rendono statica l'immagine che ognuno di voi ha di se stesso e soprattutto sbilanciano l'attribuzione delle responsabilità su un solo "carnefice", bloccando così la maturazione affettiva della coppia. Un percorso psicologico può aiutarla a capire in che modo poter stare vicino ad una persona con disturbi anoressici, ma la domanda che è essenziale porsi è: cosa la motiva ad intraprendere questa relazione? quali bisogni soddisfa? Ci pensi. Se desidera approfondire la questione può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come superare la paura di morire?
Apri domandaBuongioro Valeria, comprendo il suo disagio che probabilmente è stato innescato dagli eventi "traumatici" che ha descritto. Il fatto che la sua paura della morte si acuisca solo in determinate fasi della giornata ("la sera prima di dormire"), mi induce ad ipotizzare che essa sia associata alla condizione di buio e anche alla cessazione delle attività lavorative, quindi forse durante il giorno essa viene tenuta a bada/coperta dalle diverse attività che svolge. Può essere utile, in questo caso, provare ad accogliere questa paura anche durante il giorno mediante esercizi di scrittura o visualizzazioni di immagini: ossia può provare a scrivere riguardo alle sue paure, infatti portarle al di fuori di sè mediante la scrittura, può aiutare a gestirle più efficacemente anche perchè vengono organizzate meglio e appaiono più comprendibili. Poi, può provare a seguire le immagini che si associano alla sua paura e annotarle. Questi esercizi sono finalizzati a padroneggiare le sue paure, evitando che esse si impadroniscano di lei prima di andare a dormire. In questo modo le percepirà come più gestibili, una parte del suo sè che può controllare, così come le altre, considerando che è una persona con un buon funzionamento complessivo ("sono una persona ottimista e cerco di cogliere sempre il meglio"). Qualora non riuscisse nell'intento, può richiedere una consulenza psicologica individuale che la aiuti a comprendere le motivazioni profonde da cui ha origine questo suo malessere, in modo da risolverlo definitivamente. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come interagire in modo sincero con lo psicologo?
Apri domandaBuonasera Patrizia, la sua "vergogna" è del tutto comprensibile, ma più che concentrarsi sulla questione relativa alla normalità della cosa, credo sia più utile per lei porsi qualche domanda rispetto al significato che assume per lei la "storia stabile" e come mai sia restia a spiegarlo allo psicologo. Che idea ha dello psicologo in generale? Quali sono secondo lei gli argomenti più appropriati da esporre ad uno psicologo? Cosa teme di sbagliare? Come si autopercepisce? Considerando che ha usato l'avverbio "sempre", immagino che l'incontro con uomini "che non vogliono impegnarsi" sia una circostanza che si ripete da tempo nella sua vita. Ha vuto modo di avanzare delle ipotesi sulle cause di ciò? Ci pensi. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Paura di rimanere soli senza nessuno
Apri domandaBuonasera Leonardo, considerando che ha già seguito un pecorso di psicoterapia, immagino che abbia avuto modo di esplorare le cause sottese alla sua "paura di rimanere solo senza una compagna". Cosa significa per lei ciò? Quali bisogni può soddisfare attraverso il legame sentimentale? Inoltre, cosa teme possa accaderle qualora dovesse trovarsi a rimanere "solo", così come sta accadendo ora? Dalle parole che ha usato per descrivere la sua condizione ("oggi sono ricaduto in questo problema"), mi sembra di capire che la ricerca di una relazione sentimentale sia associata più ad una necessità/costrizione, quasi una sorta di dipendenza che comporta una "ricaduta", piuttosto che ad un piacere libero e spontaneo. Ciò che posso consigliarle è provare ad esplorare questi contenuti e chiedersi quale funzione possa svolgere una relazione sentimentale nella sua vita attuale. Inoltre, al di là della questione relativa alla sua "paura di rimanere solo", come si sente in questa fase della sua vita? è soddisfatto? può contare sul supporto affettivo di qualcuno? Se è motivato ad approfondire questi temi, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Lo amo ma non c'è una forte intensità sessuale
Apri domandaBuonasera Giada, dal suo racconto noto come abbia avuto modo di associare "trasporto sessuale" e percezione emotiva del partner ("carattere calmo, contenuto e introverso"), caratteristiche che sembrano riconducibili ad un concetto di "stabilità" che però può esitare nella noia e nel disinteresse ("importante calo del desiderio"). Quindi, forse il significato che attribuisce lei alla condizione di "stabilità e sicurezza" , comprende anche quello di insoddisfazione sessuale, mancanza di piacere qualora il partner non sia "arrogante". Questa dinamica conflittuale sembra affondare le sue radici nei significati che lei attribuisce al piacere, associato solo "all'istinto primitivo" e alla "sicurezza", che invece rimanda ad una condizione di "stabilità"-noia. Come mai secondo lei il piacere si può trovare solo in "rapporti malsani", quasi come se fosse una condizione fugace, proibita, che non si può "ripetere", quindi anche fonte di sofferenza. Una consulenza psicologica individuale può essere utile per ampliare la conoscenza di se stessa e di queste dinamiche, allo scopo di affrontare al meglio sia il rapporto con se stessa che con il partner. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Depressione o solamente un "brutto periodo"?
Apri domandaBuonasera Agnese, dal suo messaggio mi sembra di cogliere una condizione di frustrazione ed insoddisfazione prevalenti rispetto alla "depressione" a cui ha accennato. Forse questo senso di insoddisfazione che percepisce può ricondursi alla sua propensione a "provare cose nuove continuamente", una ricerca che sembra quasi una fuga da ciò che la circonda attualmente. Cosa la spaventa della routine? Come mai, secondo lei, non riesce a trovare più stimoli nelle situazioni quotidiane che affronta? Consideri che la nostra percezione rispetto a ciò che ci circonda e, quindi anche al concetto di "novità", è in gran parte riconducibile alla opinione che noi stessi ci costruiamo. Pertanto, può esserle utile chiedersi in che senso, in questo momento della sua vita, si è modificata la percezione che ha di sè e di ciò che la circonda. Cosa sta succendo nella sua vita, al di là dell'insoddisfazione lavorativa? Se è motivata ad affrontare efficacemente la sua situazione, puà valutare la possibilità di richidere una consulenza psicologica individuale. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Psani (Roma)...
Fobia di Pensare (irrisolvibile?)
Apri domandaBuonasera Corrado, Comprendo il suo disagio, acuito probabilmente anche dal fatto che studiare medicina attiva in lei una maggiore attenzione verso possibili condizioni di patologia/psicopatologia. Al di là di questa sorta di deformazione professionale, credo che la sua organizzazione mentale presenti diversi aspetti riconducibili ad uno stile ossessivo. Esso la induce a "dubitare di tutto", mandando in tilt il normale funzionamento cognitivo a cui era abituato. Questa condizione è risolvibile mediante una conoscenza più ampia su di lei: chi è Corrado al di là del sintomo descritto, come mai il suo funzionamento mentale è impostato in questo modo e come mai ciò si è acuito in questo momento della sua vita. Come si sente? È soddisfatto della sua vita? Se è motivato ad approfondire la questione e la conoscenza di Corrado al di là del sintomo, può valutare la possibilità di richiedere una consulenza psicologica individuale. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Lo amo ma per lui non è lo stesso
Apri domandaBuongiorno Sara, comprendo e condivido la sua sensazione di essere "calpestata" ed il conseguente desiderio di "staccarsi defintivamente da lui". Per fare questo, può iniziare chiedendosi a cosa serva e sia servita questa relazione nella sua vita, quale motivazione l'abbia spinta ad accettare "bugie e tradienti" che ora percepisce come inaccettabili. Il fatto che voglia predendere le "distanze" da lui mi induce ad ipotizzare che il suo Io sta cercando di far prevalere una parte sana e autoprotettiva che è consapevole delle sofferenze arrecate da questa relazione. Quindi, è importante chiedersi cosa abbia attivato in lei oggi questa consapevolezza per poterla rinforzare e farla prevalere su quella autodistruttiva che l'ha indotta a relazionarsi con lui per 10 anni. Non avendo altre info su di lei (età, occupazione, stile di vita ecc.) non posso pronunciarmi oltre. Comunque, le può essere utile la lettura di un mio articolo relativo a questi temi pubblicato su questo sito. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come gestire la rabbia incontrollata?
Apri domandaBuongiorno Angy, da ciò che narra, mi sembra di capire che nel corso degli anni lei abbia represso la sua energia aggressiva, che conseguentemente ora, essendo inconsapevole poichè repressa, emerge in modo incontrollato. Pertanto, bisogna capire come mai lei non abbia potuto manifestare l sua rabbia per molto tempo e come mai ora questo meccanismo di inbizione sembra essersi incrinato. Come si sente in generale, cosa sta accadendo nella sua vita? Cosa teme? Consideri che la rabbia è un'emozione di base ed in quanto tale contiene informazioni preziose per ognuno di noi, indica che percepiamo un ostacolo alla nostra autorealizzazione. Quindi, se opportunamente canalizzata ed orientata, costituisce una delle strade più proficue verso la soddisfazione personale. Se è motivata ad approfondire questi temi, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Consiglio per genitori
Apri domandaBuongiorno Rosi, da ciò che narra, mi sembra di capire che in questo momento percepisca che si sia ridotta l'alleanza di coppia con suo marito: infatti non siete pienamente d'accordo sullo stile educativo da adottare con i vostri figli (tv e manifestazion d'affetto di suo figlio). Forse avverte una certa distanza affettiva da parte di sua marito e una richiesta di contatto che ora suo marito sembra non riuscire a soddisfare ("Io finalmente mi vedevo sul divano con mio marito a godermi un film"). Quindi, la prima cosa da fare è concordare una linea comune con suo marito in modo che possiate agire compatti nell'educazione dei vostri figli. E' possibile avviare questo confronto con suo marito? Consideri che una buona alleanza di coppia, costituisce la base per avviare un piano educativo efficace con i propri figli e conseguentemente essere percepiti come genitori autorevoli. In merito, poi, alle questioni specifiche che ha sollevato, le posso dire che introdurre la tv in camera dei ragazzi è un'operazione fattibile, a patto che ne vanga supervisionato l'uso da voi. E', infatti, importante che la tv non venga demonizzata e paragonata ad un mezzo di corruzione educativa, ma è uno strumento che, come altri, per essere utile alla crescita dei bambini, deve essere opportunamente direzionato dai genitori. Per quanto concerne la seconda qustione relativa alle richieste di affetto di suo figlio, posso rassicurarla rispetto al fatto che rientrano perfettamente nella normalità e che sta facendo bene ad accoglierle. E' probabile, infatti, che si sia attivato in suo figlio il sistema d'attaccamento (ossia maggiore richiesta di contatto col genitore) poichè sta vivendo una condizione di stress comprensibile dovuta al trasloco. Quando, si sarà rassicurato, farà meno richieste a lei. Nel frattempo, può provare a confrontarsi con lui chiedendosi come si sente e cosa prova: questo può aiutarlo nell'elaborazione del suo disagio. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Disordine totale in figlio 23enne
Apri domandaBuongiorno Roberto, comprendo la sua preoccupazione acuita anche dalla contrapposizione tra "caos totale" e la descrizione molto positiva di suo figlio ("gentile, aperto, sereno" ecc.). In particolare, cosa teme possa significare il disordine di suo figlio? cosa suscita in lei la condizione di "caos" che osserva nella camera di suo figlio? Consideri che lo stato di disordine, viene spesso inteso solo in accezione negativa, ma sibolicamente rappresenta una condizione di cambiamento creativo che la persona sta attraversando, ed indica quindi, che suo figlio è in una fase attivamente dinamica della sua vita durante la quale sta utilizzando gli stimoli che ha a disposizione per dare una direzione alla sua vita. Pertanto è una condizione transitoria destinata ad esaurirsi nel momento in cui suo figlio avrà trovato la sua direzione nella vita. Nle frattempo, può provare ad avvicinarsi a suo figlio, chiedendogli come sta e cercando di dare un senso al "caos" che apparentemente sembra incomprensibile. Provi a rimanere con lui in camera e osservi in che modo lui si muove nel "caos". Così potrà avere una propsettiva del tutto nuova su ciò che ora le sembra "senza alcun minimo criterio". Un caro saluto a lei e a suo figlio. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Cosa comportarsi con mio figlio dopo la separazione?
Apri domandaBuonasera Fabiana, Comprendo la sua preoccupazione e penso che la prima cosa da fare sia condividerla con il suo ex marito in quanto anch'egli genitore di suo figlio. In questo modo, potrete ridefinire un nuovo equilibrio di genitori, anche se siete separati come coniugi. Nel momento in cui vostro figlio vi percepirà uniti come genitori nel prendervi cura di lui, si sentirà più rassicurato e inizierà ad accettare la vostra separazione. Nel caso in cui non ci riusciste da soli, potete rivolgervi ad uno psicoterapeuta che vi sostenega ed orienti in questa fase della vostra vita. Infine, aspetto più importante, come sta lei? Come si sente in questo momento? Come vive la separazione? Consideri che la sua condizione psicofisica rappresenta un fattore essenziale e decisivo nella risoluzione del disagio manifestato da suo figlio. Quindi, è sicuramente primario che lei si interroghi su questo e si concentri su se stessa nel caso in cui ci siano questioni irrisolte che potrebbero impedirle di sostenere a pieno suo figlio. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non so se voglio un figlio e mi sento in colpa.
Apri domandaBuongiorno Valeria, la dinamica conflittuale che ha descritto sembra riferirsi a significati più profondi che lei attribuisce al ruolo di madre e alla procreazione in generale. Quindi, per fare chairezza su ciò, può iniziare ponendosi alcune domande che facilitino la sua autoesplorazione: cosa significa per lei diventare madre e contemporaneamente cosa teme di perdere nel momento in cui potrebbe diventarlo? consideri che se mostra titubanza rispetto alla questione ("50 e 50") significa che la prospettiva di diventare madre è associata a qualcosa di positivo, ma suscita in lei anche paure e timori molto profondi che infatti la inducono ad esitare. Diventare madre significa perdere il ruolo di figlia e quindi una posizione di accoglienza da parte delle figure genitoriali di cui forse lei ha ancora bisogno. Inoltre, diventare madre coincide anche con l'assunzione di un ruolo di responsabilità e consapevolezza che il bambino, almeno per i primi anni, dipenda interamente dai genitori. Cosa le suscita pensare a questo? Come si pone lei di fronte alle resonsabilità? In che misura la nascita di un figlio potrebbe agire positivamente nella sua vita? Provando a rispondere a queste domande, riuscirà a fare maggiore chiarezza sulla dinamica conflttuale di cui ha parlato. Infine, ha avuto modo di confrontarsi col suo compagno sulla questione? Parlarne con lui può essere utile anche perchè si sentirebbe meno sola nel prendere una decisione che, in cincreto, riguarda la coppia in toto. Se è motivata ad approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Relazione con i genitori
Apri domandaBuonasera Monica, Comprendo e condivido il suo disagio che si può affrontare cercando un confronto con sua madre rispetto al ragazzo in questione. Considerato che lei è ritenuta la "figlia femmina e la più piccola", forse sua madre conserva il suo istinto protettivo nei suo confronti e vorrebbe mantenere la vostra relazione in una dimensione infantile adulto-bambina. È probabile che questo ragazzo venga percepito da sua madre come un pericolo potenziale, nel senso che potrebbe allontanarla da lei affettivamente. Quindi, è importante che si confronti con sua madre chiedendole esplicitamente come si sente quando sa che lei esce con questo ragazzo, cosa teme e cosa preferirebbe che lei facesse. Se lei desidera proseguire la relazione con questo ragazzo, può esserle utile condividere con sua madre questa scelta ponendola come un dato di fatto e non come una questione rispetto alla quale sua madre deve concederle il permesso. Questo dipende molto da lei, ossia da quanto lei si sente in grado di avvicinarsi a questo ragazzo e ridefinire i rapporti con i suoi genitori in una dimensione adulto-adulto e non più adulto-bambina. A questo proposito può esserle utile anche chiedersi come si sente lei in questa relazione e anche rispetto a sua madre. Se prova "stress" in questa circostanza, ciò può significare che forse non si sente totalmente libera di avvicinarsi a questo ragazzo. Come mai secondo do lei? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
La mia compagna e il suo ex
Apri domandaBuongiorno Giuseppe, da ciò che narra, mi sembra di capire che la sua compagna mantenga con il suo ex marito un contatto frequente e anche intenso. Quindi, è essenziale che si comprenda il motivo di ciò chiedendo esplcitamente alla sua compagna cosa provi per il suo ex marito e quale posto occupa Giuseppe nella sua vita. Infatti, dal suo racconto percepisco una certa titubanza nei confronti dei sentimenti che la sua compagna prova per il suo ex. Avere questo dubbio, ossia pensare di dover condividere l'amore della propria compagna con qualcun'altro, costituisce un motivo di forte insoddisfazione e stress ("vado in tilt"), come giustamente ha riferito lei stesso. E' anche essenziale che lei si interroghi sulla funzione che svolge la relazione con la sua compagna per lei, cosa significa per lei e quali aspettative nutre verso il futuro. Non avendo altre info sulla vostra condizione di vita (età, stile di vita, occupazione ecc.), non posso pronunciarmi oltre. Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Empatia con terapeuta, come valutarla?
Apri domandaBuongiorno Matilde, comprendo il suo disagio che si può affrontare efficacemente confrontandosi con la sua terapeuta. Infatti, esplicitando chiaramente queste sue difficoltà, potrà intuire il grado di empatia della sua terapeuta. Inoltre, le consiglio di chiarire anche le questioni reltive alle "domande" poste dalla terapeuta e anche al suo sentirsi "giudicata" da lei, aspetti che, se non adeguatamente elaborati, possono compromettere la relazione di fiducia che sta costruendo con lei e che quindi rallentano il vostro lavoro. Un caro saluto e buon lavoro. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non riesco più a sostenere gli esami
Apri domandaBuongiorno Laura, comprendo e condivido il suo malessere, acuito anche dall'idea che sia "indietro di 10 esami", quindi in ritardo, condizione che contribuisce ad incrementare il senso di insoddisfazione e l'ansia, alimentando il "circolo vizioso" cui accennava. Per risolvere efficamente il suo problema, è necessario comprendere come mai esso si sia acuito in questa fase della sua vita, cosa significhi per lei completare il ciclo di studi e conseguire la laurea e, qualora non ci riuscisse, quali aspettative tradirebbe. E' probabile che si senta "stupida", proprio perchè si percepisce visttima di questo "circolo vizioso", una condizione a cui non sembra essere in grado di porre rimedio. Tuttavia, quando avrà compreso il senso di questo malessere, sarà anche in grado di padroneggiarlo e quindi sentirsi competente e sicura di sè. Un consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Difficoltà nell'intraprendere nuove relazioni
Apri domandaBuongiorno Sabrina, per affrontare efficacemente la sua situazione è necessario conoscerla più a fondo e comprendere come mai avverta la necessità di "respingere" possibili partner. Consideri, che in ogni dinamica conflittuale ("ho la testa spaccata a metà"), ognuna delle parti in contrapposizione (avvicinarsi vs respingere) ha un valido motivo d'esistere e funge da meccanismo di protezione per l'Io che teme qualcosa e quindi, blocca l'azione ("non so come andare avanti"). Quindi, se desidera riconquistare la sua libertà di scelta, una consulenza psicologica indivuale può esserle utile. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ansia e depressione sono ereditarie?
Apri domandaBuonasera Alessandro, È stata attestata una familiarità per la depressione che predispone all'esordio del disturbo, come già ha scritto lei. Per quanto riguarda l'ansia, la ricerca ha dimostrato che si può parlare di stile ansioso, il quale può influire sul bambino (come nel suo caso) proprio perché la madre tende ad assumere un certo atteggiamento in base al quale viene impostata la relazione col bambino. A ciò si aggiunge il temperamento del bambino che può essere più o meno permeabile all'ansia che percepisce. Tuttavia, credo che la sua domanda non si riduca alla semplice acquisizione di queste come di altre informazioni sul tema. In che modo ritiene possano esserle utili queste come altre informazioni? Come si sente? Cosa significa per lei essere depresso o in ansia? Se desidera approfondire l'argomento può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Dipendenza da amicizie virtuali
Apri domandaBuonasera Lorenzo, Da ciò che narra, mi sembra di capire che ora lei stia vivendo una fase di dipendenza dal riconoscimento che può trarre da questi contatti virtuali. Essa viene rinforzata dal fatto che soddisfa alcuni suoi bisogni di considerazione ed ammirazione che forse non riesce a trovare mediante il contatto vis a vis con persone reali. Quindi, è del tutto conprensibile che non riesca a "privarsene", essa è una gratificazione molto forte per lei ed è reale affettivamente, nonostante provenga da contatti virtuali. Pertanto, la prima cosa da fare è comprendere come mai non riesca a trovare gratificazione e soddisfazione mediante contatti con persone reali ed esplorare ciò. Tale dipendenza si configura, infatti, come una sorta di fuga dalla sua realtà di vita concreta, quindi se non comprenderà da cosa fugge, la dipendenza sarà sempre alimentata dalla sua insoddisfazione e dal conseguente sentimento di gratificazione che può trarre dalle ragazze che la apprezzano con i messaggi. Come mai non si sente apprezzato anche nella vita reale? Quali difficoltà percepisce nelle interazioni umane reali? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
La fidanzata di mio figlio
Apri domandaBuongiorno Rosella, comprendo la sua preoccupazione e penso che, per affontarla efficacemente, sia utile per lei fare chiarezza sulle sensazioni che prova pensando che suo figlio possa prendere delle decisioni che per lei sono discutibili. Come mai pensa che suo figlio possa "tagliare i ponti con la famiglia" indotto da una ragazza? Consideri che se nutre questo timore rispetto a suo figlio, anche se lui dovesse relazionarsi con una ragazza percepita come più adeguata, la sua sensazione di perdita di un legame potrebbe affacciarsi comunque in lei mamma, come è comprensibile che sia. Quindi, la cosa più importante da fare per lei, è provare ad accettare ed alaborare a livello profondo il nuovo equilibrio relazionale creatosi da quando suo figlio ha intrapreso la relazione sentimentale con questa ragazza. Cosa prova nel pensare che suo figlio sia ormai entrato nell'età adulta e che possa fare delle scelte di vita in autonomia rispetto a lei? Come si sente nel ruolo di mamma in questa fase della sua vita? Inoltre, al di là della questione specifica della ragazza, come si sente nella sua vita? E' possibile confrontarsi con suo marito sulla questione e anche in generale? Non avendo altre info a disposizione, non posso spingermi oltre nell'analisi della sua domanda. In ogni caso, se desidera approfondire la questione, può contattarmi o scrivermi. Un caro saluto a lei e a suo figlio. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Lui e la sua famiglia: come gestire la situazione?
Apri domandaBuongiorno Beatrice, leggendo il suo racconto molto denso e particolareggiato, ho percepito la sua inclinazione a trovare con il suo ragazzo un confronto rispettoso ed autentico. Ma sembra che sia sola in questa ricerca affannosa. Nel senso che, dalla descrizione che traccia del suo ragazzo, mi sembra di capire che lui tenda a delegare molte cose a figure femminili di riferimento e tenda ad adeguarsi a ciò che gli viene richiesto, quindi opposto a lei ("sono una persona molto indipendente"). Pertanto, la prima cosa da fare per lei è chiedersi se questo nuovo "aspetto del carattere" del suo ragazzo possa corrispondere alle sue esigenze di vita e al tipo di uomo che ha in mente per essere felice. Compreso questo, se desidera in ogni caso, manifestare al suo ragazzo il suo dissenso rispetto ai comportamenti descritti, può farlo proprio come ha già iniziato: ossia cercare un confronto con lui e chiedergli come mai ritenga utile farsi accompagnare dalla madre per "comprare vestiti" e quali esigenze può soddisfare ciò. In questo modo, sarà sicura di non ferirlo e contemporaneamente acquisirà informazioni su di lui che potrà usare per fare maggiore chiarezza sulla vostra relazione. Quindi, sapere, ad esempio come intende lui la relazione sentimentale: è prioritaria rispetto alla famiglia d'origine oppure no? Questo, infatti, mi sembra un aspetto da approfondire, perchè, da ciò che ha descritto, mi sembra di capire che il suo ragazzo abbia ancora necessità di essere parte della sua famiglia d'origine, ma bisogna comprendere come mai questo accada. Se desidera approfondire la questione, può contattarmi o scrivermi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Problemi di convivenza
Apri domandaBuongiorno Anna, per sapere cosa sia meglio fare in questa situazione, è opportuno che lei si avvicini al suo compagno e si confornti con lui rispetto alle frasi che ha citato. Quindi, bisogna capire come mai lui "sente troppo la mancanza dei suoi genitori" e percepisce che "quello non è il suo posto". Cosa la lega alla sua famiglia d'origine secondo lei? Che posizione occupa la vostra relazione nella prospettiva di vita del suo compagno? Il progetto della convivenza è un'idea solo sua o un desiderio della coppia? Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Paura di rimanere sola
Apri domandaBuongiorno Beatrice, comprendo il suo malessere e credo che possa essere efficacemente affrontato ponendosi alcune domande autoesplorative concernenti la sua paura nel rimanere sola e al contempo la dinamica del confronto con le sue amiche che hanno "convivenza o progetti". Cosa la "terrorizza" della solitudine in particolare? In che modo una relazione sentimentale può renderla felice al "100%"? quali esigenze essa può soddisfare nella sua vita? Cosa significa per lei "rimanere indietro"? Se desidera costruire una relazione solida e soddisfacente con un ragazzo, la cosa più importante è fare chiarezza sulla quetioni irrisolte di cui ha parlato "sta diventando un'ossessione". Ossia, la ricerca di un ragazzo sembra più un dovere, un'esigenza finalizzata a mettere a tacere le sue preoccupazioni ed allinearsi ad uno standard sociale (le amiche) da cui può sentirsi esclusa, più che un piacere libero e spontaneo. Se desidera approfondire la questione, può contattarmi o scrivermi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Qual è il prossimo passo?
Apri domandaBuongiorno Elisa, innanzitutto mi sento di dirle che mi dispiace leggere che il suo disagio non sia stato accolto e riconosciuto ("secondo lei non c'è niente che non vada"). Ciò può rappresentare di per sè, un motivo di sofferenza che contribuisce ad acuire il disagio di cui parlava. Quindi, il passo successivo che è utile compiere, è trovare un professionista che possa accoglierla ed accompagnarla nella conoscenza di sè. Per quanto riguarda i test, posso dirle, anche in base all'uso che ne faccio io, che sono un valido strumento per la conoscenza della struttura di personalità del paziente, ma devono essere somministrati da un esperto per essere comprensibili, utili e affidabili. Inoltre, è essenziale, in ogni caso, che essi vengano inseriti solo dopo aver preso in carico la persona, con la sua ricchezza ed unicità esistenziale. Se desidera approfondire la questione, può contattarmi o scrivermi. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come capire se andare dallo psicologo è la soluzione giusta?
Apri domandaBuongiorno Alyson, per "capire se andare dallo psicologo è la soluzione giusta", può iniziare chiedendosi quali aspettative nutra riguardo ad un'eventuale consulenza e come si immagina le sedute psicologiche. Quali timori nutre rispetto alla possibilità o meno di "aprirsi davvero"? Cosa teme possa scoprire di se stessa affidandosi ad uno psicologo ("paura delle conseguenze")? Ci pensi. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Perché lo psicoterapeuta rinvia le sedute?
Apri domandaBuongiorno Emilia, concordo con lei quando afferma che sarebbe necessario parlare di questo atteggiamento al suo terapeuta, in modo da chiarire la questione. Considerando che è "sempre stato empatico gentile e professionale" credo che sia agevole stabilire un confronto con lui esplicitando le sue paure ("mi fa sentire ancora più insicura"). Questo comportamento all'interno del setting può assumere diversi significati, ma per sapere a quale possa essere associato è necessario chiederlo a lui. E' importante che lei espliciti a lui la sensazione che si sia "allontanato". Inoltre, ha manifestato a lui che in questo periodo "non sta benissimo"? Se lo percepisce come "empatico", come mai sta esitando nel confrontarsi con lui e, di contro, si è rivolta a questo sito? Cosa teme possa accadere confrontandosi con lui? Cosa è successo nella sua vita da un mese circa? Ritiene che il percorso che sta seguendo (farmacoterapia e psicoterapia) sia di giovamento per lei e si sente compresa ed accolta da loro? Se desidera approfondire a questione può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Crisi di coppia o depressione?
Apri domandaBuongiorno Luigi, da ciò che racconta, posso ipotizzare che il senso di colpa per il tradimento contribuisca a renderlo infelice e acuisca la "depressine", ammesso che sia effettivamente depressione. Forse tende ad autocolpevolizzarsi e a percepirsi come la causa della sua infelicità, quindi anche se sua moglie lo ha perdonato, è proprio Luigi, se stesso, che non riesce a perdonarsi. Pertanto, bisognerebbe comprendere come mai ciò accada. Una consulenza indivduale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Nausea e vomito in ogni occasione di intimità
Apri domandaBuonasera Lili, da ciò che ha narrato, mi sembra di capire che lei abbia difficoltà ad entrare in intimità con l'altro e immagino non solo in ambito prettamente sessuale. Cosa significa per lei entrare in intimità con un ragazzo e cosa prova quando ciò accade? cosa si aspetta dal contatto con l'altro e cosa teme possa accadere in questa circostanza? Infatti, la reazione di evitamento che ha riferito ("nausea e vomito") mi fa supporre che il contatto con l'altro attivi in lei timori di cui non è consapevole e che quindi si manifestano attraverso i sintomi che ha descritto. Questi sintomi, sembrano quindi, assolvere ad una funzione protettiva di cui va indagata la natura. Il permanere dei sintomi le garantisce di mantenere una distanza di sicurezza rispetto all'altro, ma, al contempo, questo le impedisce di giungere ad un contatto più profondo ed autentico con l'altro. Come mai secondo lei? Se desidera approfondire la questione, può contattarmi o scrivermi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Rapporto padre figlia conflittuale
Apri domandaBuonasera Laura, Il suo messaggio molto denso e particolareggiato mi induce ad ipotizzare che lei necessiti di uno spazio d'elaborazione dei contenuti emotivi espressi, forse inibiti per molto tempo. Detto questo, da ciò che narra, mi sembra di capire che sua figlia abbia intuito che la vostra allenza di coppia sia debole in questo momento. Come di solito accade in queste dinamiche conflittuali, si creano delle alleanze e sembra che sua figlia si sia "coalizzata" con lei, percepita forse come la parte più debole della coppia. Conseguentemente, suo marito appare solo nell'esercizio del ruolo genitoriale e normativo, e quindi si sente costretto ad irrigidirsi, proprio perché solo. Pertanto, la prima cosa da fare è lavorare per attivare la vostra funzione genitoriale educativa, in modo che Alice possa percepirvi come una coppia compatta, e quindi più autorevole. Una consulenza di coppia può esservi utile in questo. Qualora questa opzione non sia praticabile, può valutare la possibilità di richiedere una consulenza psicologica individuale che la aiuti a fare chiarezza su di sé e sulla vostra coppia, in modo che possa prendere la decisione più opportuna per lei in questo momento della sua vita. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Sono esagerata?
Apri domandaBuongiorno Erica, comprendo il suo disagio perchè, da ciò che narra, mi sembra di capire che la vostra coppia in questo momento, non abbia un progetto condiviso su cui investire, quindi forse lei si sente sola in questo. Ossia, il fatto che lei l'abbia descritto come "ragazzo", nonostante sia già adulto anagraficamente, mi fa supporre che sia in parte consapevole del fatto che lui ora sia molto impegnanto a costruire la sua identità lavorativa/professionale ("lavora sempre" e "in più studia"), quindi è plausibile che lei si senta "in colpa" chiedendo a lui attenzioni per la vostra coppia, che sottraggono tempo alle sue attività. Concordo con lei quando dice che "la quotidianità sia importante soprattutto tenendo conto che non siamo ragazzini", ma è importante condividere questa sua idea con lui e sapere se anche lui sia d'accordo e voglia investire in questo. Consideri che la soddisfazione in una relazione sentimentale, è fondata anche sulla possibilità di condividere un progetto di vita comune e sapere che entrambi i partner, seppur con tempi diversi, sono orientati verso la stessa direzione. Quindi, è importante chiarire ciò con lui. Inoltre, è essenziale che lei si chieda come mai fin'ora ha accettato questo tipo di frequentazione e in questo momento desidera stabilire maggiore contatto con lui? Cosa è cambiato nella percezione che ha di sè e della vostra coppia in generale? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Disturbo alimentare, problema legato al cibo
Apri domandaBuongiorno Cecilia, da ciò che narra, mi sembra di capire che sia in atto una dinamica conflittuale tra ciò che lei ritiene giusto ("cibo genuino") e funzionale ad una condizione di benessere fisicica, ed uno stile alimentare trasgressivo rispetto al quale sembra non riuscire a mantenere il controllo ("5 fette di pane") e che potrebbe causarle "problemi di salute". Quindi, è come se non si percepisse in grado di mantenere il controllo ("non sono abbastanza forte") su desideri che predominano sulla sua volontà razionale, la quale le suggerisce di seguire una "carreggiata" idealmente perfetta e "felice". Petanto, per risolvere efficacemente il problema ed integrare le due immagini contrapposte che ha di sè (alimentazione corretta vs alimentazione scorretta), è essenziale comprendere più in generale quali singificati lei associ al cibo, cosa sia accaduto da "circa 3 anni", momento in cui si è manifestato il sintomo, e in che modo si esprime la sua propensione al controllo negli altri ambiti della sua vita. Inoltre, al di là del sintomo descritto, come si sente, come definirebbe la sua vita? è soddisfatta? Consideri, infatti, che per affrontare efficacemente questo, come qualsiasi altro sintomo, è necessario inserirlo nel contesto di vita della persona e comprenderne il senso, la funzione più in generale che esso svolge. Se è motivata a conoscere meglio se stessa attraverso il sintomo, può valutare la possibiltà di richiedere una consulenza psicologica individuale che la aiuti a fare maggiore chairezza sulla situazione e a liberarla dalla sensazione di inesorabilità che ha descritto ("so che sto candendo in un fosso"). Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come devo fare? come posso aiutarlo?
Apri domandaBuongiorno Anna, comprendo il suo malessere, acuito anche dalla preoccupazione che lui "possa commettere un gesto disperato" e il fatto che non venga riconosciuto ed apprezzato il suo impegno nel comprenderlo e stargli vicino. Consideri che l'elaborazione di un lutto, peraltro di una persona così importante come la madre, può richiedere diverso tempo e non è sempre un percorso lineare. Da ciò che scrive, mi sembra di capire che lei stia facendo molto per stargli vicino, ma consideri che l'elaborazione del lutto è un processo che deve fare in primis lui stesso. Quindi, concordo con lei quando dice che "sente di non meritarlo", ossia, ha già fatto il possibile in una situazione molto complessa per chiunque, pertanto, poichè percepisco la sua stanchezza, del tutto comprensibile, è opportuno che ora si concentri su se stessa. Quindi, se lui non desidera rivolgersi ad uno psicologo per essere accompagnato in questo difficile momento della sua vita, è consigliabile che non insista. Può essere, invece, utile che lei stessa richieda una consulenza psicologica per riuscire ad elaborare il dolore che ha accolto per molto tempo e rispetto a cui ora mostra una reazione di rifiuto protettiva rispetto al mantenimento del suo equilibrio psichico ("sento di non meritarlo"). Una consulenza psicologica potrà aiutarla a capire cosa sia più opportuno fare o non fare in questa difficile circostanza e le restituirà un po' di quell'accoglienza e comprensione che fin'ora ha rivolto solo a lui. E' disposta a predersi cura anche di se stessa oltre che del suo fidanzato? Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mia moglie ha pensato ad un altro
Apri domandaBuongiorno Luca, comprendo il suo disagio determinato dal fatto che ha percepito l'invasione di un estraneo in uno spazio di intimità a cui ha accesso solo lei e sua moglie. Ed è comprensibile che percepisca ciò come un "tradimento", perchè è stato tradito il vostro patto di unione. La prima cosa da fare per affrontare ciò è esplicitare queste sue sensazioni a sua moglie, e confrontarsi con lei in modo da comprensere da dove possa nascere la sua esigenza di introdrre un terzo nella vostra coppia. Infatti, da ciò che ha narrato, mi sembra di capire che sua moglie abbia difficoltà ad esprimere ciò che desidera da lei, almeno in ambito sessuale ("pensava ad una situazione dolce") e quindi, è possibile che ricerchi in un altro, anche immaginario, la soddisfazione che non trova nella vostra coppia. E' essenziale, infatti, confrontarsi su ciò che si desidera, altrimenti può succedere che, piuttosto che confrontarsi col partner e richiedere ciò che si preferisce, ci si allontana utilizzando una via di fuga come quella di immaginare un altro uomo. Pertanto, la manfestazione di questo suo disagio, indica che lei abbia una sana e comprensibile motivazione ad avere una relazione di esclusività affettiva con sua moglie che va incoraggiata e rinforzata, nonchè condivisa con sua moglie. Se desidera approfondire la questione può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Psicologia positiva e bulimia
Apri domandaBuongiorno Daria, comprendo e condivido la sua preoccupazione per sua figlia e la necessità di vedere dei risultati quanto prima. Per quanto riguarda la sua specifica domanda, le posso dire che è possibile applicare la psicologia positiva ai protocolli di trattamento per i disturbi alimentari, ma ciò che risulta più efficace, stando alle ricerche, è l'uso di specifiche tecniche terapeutiche che possano implicare anche il coinvolgimento della famiglia di colei che manifesta il sintomo. Quindi, una terapia familiare associata ad un percorso individuale seguito dalla paziente con bulimia. Le è stata proposta la terapia familiare? Se sì, le consiglio di partecipare perchè solo attraverso questo tipo di lavoro sarà possibile affrontare efficacemente e più ampiamente il disturbo di sua figlia e, inoltre, si sentirà, anche lei mamma, parte attiva in questo percorso di aiuto a sua figlia. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto a lei e a sua figlia. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Lei si sente messa in secondo piano
Apri domandaBuongiorno Giacomo, da ciò che narra, mi sembra di capire che in questo momento della sua vita sia molto impegnato a rendere felici tutti ("genitori e fidanzata"), ottenendo il risultato opposto di creare in loro insoddisfazione, nonchè rallentando la sua crescita professionale lavorativa ("al lavoro non sempre rendo al 100%). E' probabile che ciò accada perchè non ha ancora riorganizzato la sua vita in base alle nuove esigenze di lavoro e alle richieste affettive. Quindi, la prima cosa da fare è cercare di capire quali siano le sue priorità attualmente e organizzare il suo tempo in base a questo. Mi sembra, infatti, che lei desideri riservare a tutto (lavoro, genitori, fidanzata) lo stesso trattamento, ma per vivere al meglio la nostra vita e le nostre relazioni, è essenziale fare delle scelte e differenziare i trattamenti da riservare alle persone a noi care. Quindi, può iniziare chiedendosi se attualmente desidera investire affettivamente più sulla sua fidanzata o ha necessità di mantenere rapporti molto frequenti con i suoi cari. Come mai sente l'esigenza di "trovare la migliore soluzione per tutti"? Come si sente quando viene rimproverato di non essere abbastanza presente da loro? Che ruolo svolge la sua presenza nella vita dei suoi genitori e in quella della sua fidanzata? Che aspettative nutrono loro verso di lei? In generale, posso ipotizzare che lei sia incline ad avere tutto sotto controllo (ossia fare tutto per bene per tutte le persone per lei significative) e che possa avere difficoltà, in generale, nei processi decisionali che le impongono scelte più definitive. Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come gestire la verità sul padre biologico?
Apri domandaBuongiorno Deborah, Se siete "concordi nel dirle tutta la verità", questa vostra alleanza potrà costituire un valido elemento protettivo nei confronti di eventuali "traumi". Consideri, infatti, che i bambini imparano ad accettare la realtà familiare che gli si presenta a patto che essa sia associata ad una sensazione di serenità, consapevolezza ed autenticità. Proprio come avete intenzione di fare voi. Inoltre, nel momento in cui la bambina continuerà a ricevere affetto da un altra figura identificata come quella paterna, sarà anche più sicura e tranquilla qualora volesse avere maggiori info sul padre biologico. Quindi, nel momento in cui voi riterrete opportuno che lei sappia la verità, potrete spiegarle tutto continuando a sottolineare il vostro amore per lei e contemporaneamente evidenziando i limiti e le difficoltà del padre biologico, fugando eventuali dubbi che potrebbero indurre in lei la sensazione che non sia stata desiderata dal padre biologico. Quest'ultimo aspetto è, infatti, molto delicato ed è importante che venga spiegato con semplicità e chiarezza senza mettere in discussione il fatto che lei sia degna d'amore, anche se il padre è andato via. In sintesi è essenziale sottolinerar che il padre biologico è andato via a causa di una sua difficoltà e limitazione nell'assumersi le responsabilità di padre. Se desidera approfondire l'argomento può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Devo continuare la mia vita o aspettare che si decida?
Apri domandaBuongiorno Alejandra, il consiglio che posso darle è quello di confrontasi più esplicitamente con lui, ossia richiedere a lui di chiarire la sua posizione nei suoi confronti, perchè concordo con lei rispetto al fatto che sia "ambiguo". Consideri che il "processo di separazione" dalla sua ex moglie, può avere una durata variabile e la vostra relazione "amichevole" potrebbe essere intesa da lui come un'ancora di salvataggio in questo delicato passaggio della sua vita. Quindi, è importante che lei si chieda se è ancora disposta a fungere da ancora e, qualora "il processo di separazione" si risolvesse positivamente per la vostra coppia, quali aspettative nutre verso la relazione con lui? che progetti ha in mente? si è confrontata con lui su questo, nel senso che ha avuto modo di verificare che lui abbia una prospettiva, anche se futura, di vita con lei? Infine, come si sente in questa condizione di "attesa"/sospensione rispetto alla decisione di lui? Infatti, da come ha esposto la questione, mi sembra di capire che, nonostante lui ancora non abbia deciso, al momento proprio questa sua titubanza governa la sua vita. Come si sente in questa posizione di dipendenza da una decisione altrui, rispetto alla sembra, ora, non avere possibilità di azione e quindi subire? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ansia nel lasciare la famiglia
Apri domandaBuongiorno Giulia, il distacco/separazione dalla famiglia d'origine è un passaggio delicato nel ciclo vitale umano, che può indurre esitazione soprattutto nei casi in cui i genitori "hanno insegnato i valori" come nel suo caso, che presumo riguardino anche l'importanza di dedicarsi alla famiglia d'origine. Quindi, è comprensibile che ora lei sia in difficoltà nel prendere questa decisione percepita come così drastica agli occhi dei suoi genitori. Consideri che la maturità affettiva di una persona sta anche in questo: prendere coscienza della sofferenza generata da una situazione e cercare di gestirla al meglio, proprio come sta provando a fare lei. Per fare ciò, può esserle utile porsi qualche domanda autoesplorativa finalizzata a comprendere meglio come mai lei sia "terrorizzata": come teme possano reagire i suoi genitori? e come si sente all'idea che loro possano disapprovare questa sua scelta? Ha parlato di un suo fratello maggiore che presumo abbia qualche difficoltà che cerca di fronteggiare anche lei, assumendo quindi un ruolo genitoriale/protettivo nei suoi confronti. E forse anche questo la trattiene lì a casa. Ma ciò che è essenziale che lei si chieda è quanto sia disposta ad investire affettivamente su questo ragazzo e sulla sua vita in generale, e cosa teme possa accaderle quando sarà lontana dalla sua famiglia d'origine. Il processo di seprazione dala famiglia d'origine può richiedere qualche tempo perchè oguno di noi, nel momento in cui decide di vivere autonomamente, acquisisce la consapevolezza che dovrà essere il genitore di se stesso e quindi ciò sancisce la nascita di una nuova parte di sè, una nuova fase della vita. Pertanto, quando avrà fatto chiarezza su questi punti, saprà come gestire il discorso con i suoi e anche l'elaborazione del lutto rispetto alla sua identità di figlia in favore della nuova Giulia che sta iniziando la sua vita da adulta. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Malessere per tutto
Apri domandaBuongiorno Clara, concordo con la parte del suo Sè che ritiene importante rivolgersi ad un professionista per fare charezza sui suoi "alti e bassi", condizione che mi sembra riconducibile ad un disturbo dell'umore, che merita una più accurata e completa valutazione. Da ciò che ha narrato, il suo malessere ha sempre accompagnato la sua vita, ma dopo la laurea, che è un traguardo importante nella vita di un persona, esso si è accentuato, forse perchè il conseguimento della laurea ha interrotto una consuetudine ("studio e amici") che in parte lo teneva a bada. Quindi, penso che richiedere una consultazione psicologica individuale possa aiutarla a fare chiarezza sul suo malessere e anche sulla sua vita in generale, liberandola dalle paure che ora limitano l'espressione del suo Sè. Le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Intanto che lui decide, che faccio?
Apri domandaBuonasera Licia, Da ciò che ha narrato, mi sembra di capire che lei abbia fatto e continui a fare molto per sostenere e accogliere suo marito, comprendendo e perdonando. Tuttavia, mi sembra che lei si percepisca come estranea alla situazione, ossia il problema del tradimento è qualcosa che deve risolvere suo marito (anche con un percorso psicoterapeutico), mentre lei non si sente parte di ciò che è accaduto e anche per questo si sente "in standby" mentre suo marito risolve il suo problema. Consideri che il tradimento è una questione che riguarda la coppia nella sua globalità, anche se con responsabilità diverse e ruoli diversi, e come tale deve essere affrontato, se si desidera riacquistare la serenità e la soddisfazione di coppia. Quindi, se è motivata a riavere la sua coppia e suo marito, è essenziale che si inserisca in questo processo e diventi alleata di suo marito nella ricostruzione della vostra coppia. In questo modo, suo marito si sentirà meno solo e più incoraggiato a superare le difficoltà che lo hanno allontanato da lei e dalla vostra coppia. E contemporaneamente lei si percepirà come parte attiva di questo rinnovamento di coppia e non più costretta ad attendere un cambiamento da parte di suo marito. Se è motivata a fare ciò, una consulenza individuale può esserle utile. Ad ogni modo, se è interessata ad approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
La mia ragazza si masturba, come affrontare la cosa?
Apri domandaBuongiorno Marco, da ciò che scrive sembra che desideri ricevere qui un consiglio convincente che la aiuti ad accettare e superare la masturbazione della sua fidanzata. Quindi, è come se volesse costringersi ad accettare la cosa eliminando i sentimenti negativi che essa attiva in lei. Perciò, la prima cosa da fare è cercare di capire meglio come si sente lei nel pensare che la sua fidanzata si masturba accedendo a "video porno lesbian", elemento che forse ha aggiunto in quanto può indurre un dubbio sull'orientamento sessuale della sua fidanzata. Consideri che, al di là dell'episodio che ha descritto, la masturbazione, se svolta in assenza del partner, è una partica che denota una certa solitudine nella persona che la attua e quindi il tentativo di costruire una realtà emotiva-sessuale laddove essa non c'è (come nel vostro caso a causa della lontananza) o non è percepita come soddisfacente. Quindi, ciò che può provare ad accettare lei in questo momento è proprio questo suo senso di insoddisfazione nei confronti della masturbazione e a partire da ciò, cercare di capire come si sente nella relazione con la sua fidanzata, a che livello evolutivo si trova la vostra coppia? come si sente in questa relazione "a distanza" e che prospettiva nutre per il vostro futuro di coppia? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come gestire un rapporto da amante?
Apri domandaBuongiorno Silvia, Comprendo il suo disagio e penso che ora lei possa cercare di capire meglio da lui cosa desidera per voi, per la vostra relazione, al di là del problema col figlio di cui ha parlato. Nel senso che, è importante capire che aspettative e/o progetti ha lui rispetto alla vostra relazione e se questi progetti sono condivisi con lei. Altrimenti le vostre dinamiche di coppia rimarranno bloccate in una condizione di sbilanciamento per cui il potere decisionale appartiene più a lui, come dimostrato dal fatto che le ha proposto di "allontanarla". Come si sente rispetto a questa proposta? Pensa che possa essere risolutiva per lui e per suo figlio? Non avendo altre info, mi è difficile pronunciarmi oltre nell'analisi della sua domanda. Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Sarei una figlia orribile se non intervengo più e scelgo di andarmene ?
Apri domandaBuongiorno Vanessa, Da ciò che narra mi pare di capire che si trovi in una condizione di "role reverse" ossia, fin dall'età di "9/10 anni" lei ha assunto il ruolo di genitore nei confronti dei suoi genitori, invertendo così i vostri ruoli. Infatti, il fatto che lei abbia fatto da "arbitro" nei loro "litigi" ha svolto un effetto cuscinetto- protettivo nei confronti della coppia genitoriale. Questa sua funzione di stabilizzatore della coppia genitoriale è molto faticosa e induce anche un senso di responsabilità verso un compito di cura che ora lei non riesce a modificare o abbandonare perché è come se fosse il genitore che abbandona i figli sapendo che non sono in grado di cavarsela da soli. Quindi, per uscire da questa empasse, è essenziale che lei si chieda cosa significa per lei mantenere unita la coppia genitoriale anche se conflittuale. Inoltre, è pronta ad occuparsi di Vanessa, oltre che dei suoi genitori? Nel senso che, a Vanessa è possibile concedere uno spazio di accoglienza e comprensione che la aiuti a concentrarsi su se stessa e sui suoi bisogni e desideri? Esiste Vanessa in questo senso? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non me la sento di prendermi questa responsabilità, come dirglielo?
Apri domandaBuongiorno Marco, il suo senso di colpa è comprensibile, ma sembra che il suo istinto di autoprotezione sia prevalente e del tutto naturale, ossia "non se la sente" ad affrontare questa "responsabilità"rappresentata proprio dal farsi carico di una malattia grave e che implica diverse fasi nel decorso e quindi anche cure. Il suo discorso è molto congruente ("avrei reagito differentemente se si fosse trattato già di una relazione in corso"), ma sembra che il vero nucleo del suo problema sia quello di comunicare ciò a questo ragazzo. Perciò, per risolvere l'empasse, è importante capire cosa significa per lei dire no a lui, e come si percepisce nel momento in cui rifiuta questo ragazzo. Inoltre, il fatto che abbia usato la frase "la nostra relazione, se così si può chiamare", mi induce a supporre che lei nutra dei dubbi anche sull'effettiva importanza e profondità della relazione, e che forse ciò sia in contrasto con ciò che prova l'altro ragazzo. Quindi, la prima cosa da chiarire con lui è proprio questa: come viene percepita la vostra relazione perchè è proprio a partire da questo che si prendono le decisioni, come ad esempio quella che ha manifestato lei riguardo alla difficoltà nel "prendersi la responsabilità". Spero in ogni caso che risolva la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come affrontare la fine di una relazione?
Apri domandaBuongiorno Francesco, dal suo racconto percepisco il suo dolore per la separazione del tutto comprensibile e congruente con quanto ha descritto. Consideri che l'interruzione di una relazione sentimentale, soprattutto quando è stata subita, come nel suo caso, induce una sensazione di lutto e sofferenza molto acuti. E' trascorso un mese da quando vi siete separati, quindi si trova nella fase acuta di questa elaborazione, e da ciò che narra posso ipotizzare che essa corrisponda alla fase di protesta ("senso di rabbia e odio"). Per far sì che la sua compagna diventi parte del suo passato e che non induca in lei malessere, è necessario passare attraverso questa fase di sofferenza accettandola e ridefinendola sulla base di ciò che è accaduto di recente. Ossia, sembra che lei fatichi ad associare un'immagine idealizzata della sua compagna e della vostra relazione con ciò che poi ha fatto lei (tradimento con il collega). Il tradimento può infatti indicare, come ha già anticipato lei, che nella vostra relazione c'era qualcosa che non funzionava e che non è stato chiarito, e forse lei per questo ha utilizzato una strategia di fuga dal problema, mettendo in atto il tradimento. Se il suo malessere dovesse persistere, può valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che la aiuti in questo processo di elaborazione. Nel frattempo, può esserle utile leggere un mio articolo, pubblicato su questo sito, che affronta proprio questo tema della separazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Depressione dopo la fine della relazione
Apri domandaBuongiorno Guglielmo, comprendo e condivido la sua preoccupazione circa l'assunzione di alcool ("ho paura di passare oltre"), che, al momento, mi sembra l'unica strategia che ha trovato per "far zittire il cervello". Immagino che questo tipo di strategia sia parte del suo repertorio psicologico, ossia che sia incline a sedare il dolore, cercare di sfugguire ad esso evitando di sentirlo, come avviene con l'alcool. Come mai accade ciò secondo lei? Cosa teme possa accaderle nel momento in cui prende contatto con la sua sofferenza emotiva? Come mai tende a fuggire dalle situazioni poblematiche? Mi spiego meglio: da ciò che ha narrato, dopo la fine della "relazione seria" ha intrapreso un'altro rapporto senza quindi concendersi il tempo di metabolozzare la separazione. Una convivenza che sembra dettata dalla necessità di voltare pagina e cancellare la "relazione seria". E' plausibile che proprio questo meccanismo di negazione e fuga rispetto alla "relazione seria" conclusasi, abbia attivato in lei una sensazione di non risolto che si manifesta attraverso la "speranza di poter recuperare il rapporto". Quindi, la futura maternità della sua ex, può rappresentare in questo senso, il dato di realtà che ha sancito dentro di lei la chiusura della storia, come se ne avesse preso coscienza all'improvviso. Perciò è comprensibile la sua sensazione di "destabilizzazione". Come avrà avuto modo di notare, ci sono diversi aspetti da approfondire e credo che ciò possa avvenire nel contesto di una consultazione psicologica individuale. Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Malessere e insicurezza
Apri domandaBuongiorno Francesca, comprendo il suo malessere, acuito anche dal suo tentativo di "uscire" da questi pensieri, quindi allontanrli da sè senza elaborarli. Consideri che, per risolvere efficacemente la sua situazione, è invece essenziale avvicinarsi a questi pensieri e accoglierli in modo da comprenderne il senso e la funzione nella sua vita. Solo così sarà in grado di padroneggiarli e gestirli senza che essi condizionino negativamente la sua vita. Se è motivata a stare meglio, una consulenza psicologica individuale può esserle utile in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Paura di deludere, come devo comportarmi?
Apri domandaBuongiorno Elena, da ciò che narra, mi sembra di capire che le cause del suo malessere risiedano nel suo desiderio di confermare le aspettative che gli altri (genitori e findanzato) hanno su di lei, trascurando ciò che desidera lei nel "profondo". Quindi, il primo passo è capire come mai i suoi progetti di vita siano focalizzati sull'approvazione altrui e come mai non si senta libera di esprimere e realizzare le sue aspirazioni. Sembra, infatti, che i suoi bisogni siano messi in secondo piano e questa condizione contribuisce ad acuire la sua sintomatologia ansiosa poichè il suo Io è sofferente, non essendo libero di manifestarsi pienamente. Pertanto, se desidera risolvere i suoi problemi d'ansia in modo definitivo, è essenziale che si avvicini ad Elena e cerchi di comprendere cosa desidera, cosa può renderla soddisfatta e felice. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Supporto a un compagno depresso
Apri domandaBuonasera Giulia, Concordo pienamente con lei quando riporta la sua perplessità e che non si voglia rassegnare rispetto alla condizione psicologica del suo compagno. Infatti, può essere utile per lei considerare che una psicopatologia come la depressione, a meno che non sussistano danni cerebrali o altre patologie concomitanti, può essere curata ed andare in remissione. Quindi, la terapia farmacologica può supportare nella cura dei sintomi, ma poi è necessario associare ad essa una psicoterapia per affrontare le cause della depressione e risolverla. Perciò, come mai secondo lei sia il suo compagno che la sua psicologa sostengono che non ci sia soluzione e che la depressione debba costituire per lui una condizione definitiva, una condanna? "Ignorarlo" potrebbe equivalere a dire che non esiste, ma lei sa perfettamente che, al di là della depressione, il suo compagno è una persona viva e degna di considerazione, nonché di cura. Pertanto, le posso consigliare di richiedere un altro consulto psicologico. Qualora, come è comprensibile, il suo compagno si rifiuti di richiedere un altro parere psicologico/psichiatrico, è auspicabile che chieda aiuto per lei stessa, in modo da sapere come muoversi in questa situazione. Le auguro in ogni caso di risolvere per il meglio. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Fine di matrimonio: come trovare il coraggio di divorziare?
Apri domandaBuongiorno Elena, comprendo il suo disagio ed il suo desiderio di fuggire da una situazione in cui non si sente più felice, ma è importante trovare il "coraggio" dentro di sè per affrontare le cause più profonde di questa sua insoddisfazione coniugale. Ossia, considerando che divorziare è una decisione molto drastica, è del tutto comprensibile che lei sia esitante ("mi sento in colpa"), forse ciò significa che ci sono alcuni aspetti della situazione non del tutto chiari. Quindi, per fare in modo che questa decisione sia effettivamente libera, consapevole e produttiva per lei e per la coppia, è necessario che abbiate il "coraggio" di analizzare la vostra coppia e ricercare ciò che funziona e ciò che non funziona, anche perchè, avendo un figlio, dovrà essere attivata la vostra alleanza genitoriale, anche nel caso in cui avvenga un divorzio. Pertanto, è consigliabile che valutiate con calma la strategia migliore per approcciarvi alla vostra condizione coniugale e genitoriale. Un consulto psicologico di coppia può esservi utile in questo. Qualora ciò non sia praticabile, è auspicabile che lei stessa richieda una consultazione psicologica individuale che la aiuti a prendere la decisione migliore per lei in questo momento della sua vita. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Incapacità di gestire le liti, aggressività verbale e paragoni sminuenti
Apri domandaBuongiorno Noemi, considerando che è stato possibile confrontarsi in modo "sincero" col suo compagno, credo che la vostra coppia disponga di diverse risorse che possono essere opportunamente attivate, se lei lo desidera, per migliorare la vita di coppia e ricostruire l'alleanza che c'era prima della morte di sua madre. E' comprensibile che l'elaborazione del lutto di una figura così significativa come la madre, possa comportare malumori ed influire negativamente su una relazione sentimentale. Ma, se i partner sono motivati a superare questi ostacoli, l'equilirio di coppia può essere pian piano ristabilito. Quindi, è importante che lei ora si chieda come mai abbia la sensazione di dover "chiudere" questa relazione e abbia affacciato l'ipotesi che non ci sia più speranza per la vostra coppia ("si sia guastato qualcosa irrimediabilmente")? è cambiato qualcosa nella percezione che ha di sè e della coppia, al di là del lutto che forse ha attivato contenuti affettivi prima latenti detro di lei. Cosa rappresenta e ha rappresentato questa relazione nella sua vita? Che aspettative nutre rigurado al vostro futuro di coppia? Cosa sta succedendo nella sua vita in generale? Come si sente? Nel caso in cui non riesca a trovare da sola una risposta convincente a queste domande che sono funzionali ad orientare i suoi processi decisionali, può valutare la possibilità di richiedere una consulenza psicologica individuale. Nel frattempo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ipocondria e paura di morire nel sonno.
Apri domandaBuongiorno Val, comprendo e condivido il suo disagio che forse è acuito dall'eventualità che si allontani da casa sua e da sua madre ("quando dormo fuori casa"), quindi, per risolverlo efficacemente bisognerebbe comprenderne le cause profonde, ossia capire a cosa serve e quale funzione svolge nella sua vita. Come mai secondo lei, questo timore investe anche sua madre? Cosa teme nel momento in cui lascia la sua casa e sua madre? Che significati attribuisce alla morte, più in generale? Consideri che queste paure, sono naturali e funzionali alla nostra sopravvivenza, perciò è importante capire come mai nel suo caso si sono accentuate fino a perdere la loro funzione originaria di attenzione e vigilanza. In ogni caso, al di là del sintomo che ha descritto, è essenziale valutare più ampiamente la sua vita, come si sente, è soddisfatta? Che tipo di vita conduce? Allargando la prospettiva d'analisi in questo senso, i sintomi che ha descritto potranno essere compresi a pieno poichè inseriti in un contesto di significati che le consentirà di accoglierli e non temerli più. Potrà scoprire come essi rappresentano il disagio di un parte di Sè che, per ora, non ha trovato altra strada di espressione se non il sintomo stesso. Se desidera appofondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come far smettere il mio bimbo di dire le parolacce?
Apri domandaBuonasera Paola, Comprendo e condivido il suo disagio rispetto al comportamento di suo figlio che forse utilizza il turpiloquio come manifestazione della sua libertà di esprimere se stesso. Mi spiego meglio: da ciò che ha narrato, suo figlio è in grado di modulare il suo comportamento in base alle situazioni imponendosi un norma di condotta che poi segue all'asilo o in altri contesti formali. Quando, invece è con voi, sentendosi più a suo agio, usa il turpiloquio, che sembra rappresentare una valvola di sfogo. Detto ciò, per evitare che esso diventi un'abitudine può iniziare modificando in parte la sua reazione al turpiloquio. Ossia: il bambino ha intuito che il turpiloquio vi innervosisce e che, per ora, non siete riusciti a trovare una strategia efficace per eliminarlo. In questo modo, lui può controllare il vostro stato d'animo e ciò lo rende vincente, coerentemente con il suo essere "orgoglioso". Se invece, provate a rimandare a lui , come già fate, l'inadeguatezza del comportamento, mantenendo però la calma e la giusta distanza, capira' che siete in grado di gestire la cosa. E che condannate il suo conportamento, non lui, a cui volete bene, cosa che è sempre utile ripetere. In questo modo la dinamica provocatoria che mette in atto, non avrà più ragione di esistere, perché vi percepirà come competenti nella gestione della situazione. Inoltre, può essere utile proporre al bambino la scelta di un termine alternativo alla parolaccia, ma ugualmente funzionale allo sfogo. Infine, è sempre importante, in questo, come anche in altri casi simili, evitare di affrontare la questione parolacce se non le pronuncia, rimarcando invece, i comportamenti positivi che ha lui e gratificandoli il più possibile. Se desidera approfondire la questione e ricevere altre indicazioni, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dotto.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Consigli su come vivere la personalità di mio marito
Apri domandaBuonasera Elisa, Può "aiutare" suo marito provando a modificare l'atteggiamento verso di lui. Ossia: può provare ad avvicinarsi a lui chiedendogli come si sente in questo momento della sua vita, come sta. Infatti, ciò che ha descritto, mi fa ipotizzare che suo marito stia vivendo un momento di tensione che si esprime attraverso reazioni sproporzionate rispetto agli eventi attivanti (" finestra aperta"). È possibile stabilire questo confronto con suo marito? Inoltre, al di là del problema specifico che ha descritto, come va la relazione con lui? È soddisfatta del matrimonio? Come si sente nel pensare che all'inizio suo marito "sembrava una persona tranquilla", mentre ora "entra in ansia"? Come sta lei in generale? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Innamorata dello psicologo
Apri domandaBuonasera Noemi, Comprendo il suo disorientamento e mi dispiace che non sia riuscita a chiarire con il suo terapeuta. Immagino che la sua decisione di interrompere il percorso terapeutico sia stata motivata da lui. Che impressione ha avuto lei durante il colloquio di chiusura? Consideri che forse, il suo terapeuta, come tutti noi, ha percepito che la situazione non fosse consona o adatta a lui, quindi ha preferito chiudere. E immagino che questo atteggiamento che mostra il limite insito in tutti noi, sia in contraddizione con l'immagine che si era creata di lui ("sempre professionale"). Come immaginerà, è difficile avanzare delle ipotesi qui relative al suo comportamento. E comprendo la sua sensazione di distanziamento e rifiuto da parte di lui. Ciò che posso consigliarle ora è accettare la decisione del terapeuta, visto che "non vuole rispondere" e richiedere un consulto con un altro psicologo che possa aiutarla ad elaborare i vissuti che sta percependo ora e la loro associazione con la sua vita più in generale. Come si sente? Cosa sta accadendo ora nella sua vita al di là dell'evento specifico che ha narrato? Cosa rappresentava e rappresenta per lei la relazione con il suo terapeuta? Spero in ogni caso che risolva la sua situazione. Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Instabilità, paura di svenire e ansia
Apri domandaBuonasera Viviana, Da ciò che ha narrato, mi pare di capire che il suo disagio emotivo si manifesti anche con sintomi fisici ("cervicale") e che induca in lei la sensazione di perdere il controllo sul suo corpo ("svenire, cadere"). A parte la condizione di neomamma di cui ha parlato, cosa è successo nella sua vita da quando sono emersi i sintomi d'ansia che la paralizzano? Come si sente in generale? E nel ruolo di madre? Può contare sul sostegno affettivo di qualcuno? Concordo con lei rispetto alla sua titubanza nell'attribuire in modo automatico i sintomi ad un disturbo d'ansia. Il disturbo d'ansia può, infatti, implicare questi sintomi, ma poi è necessario comprendere i meccanismi psicologici sottostanti i quali che presentano una loro complessità che non si può certo ridurre ad una mera diagnosi di disturbo ansioso. Pertanto, se desidera approfondire la conoscenza del suo malessere, è essenziale che vada oltre i sintomi e sia disposta a conoscere l'altra Viviana che ora si trova in disagio e che fin'ora non è stata compresa. È propensa a prendersi cura anche della nuova Viviana che è diventata mamma? Una consulenza psicologica individuale può aiutarla a fare chiarezza sulla sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
insonnia e ansia prenozze
Apri domandaBuongiorno Chiara, l'ipotesi che ha avanzato il suo medico di famiglia ("sovraccaricata di eventi") mi sembra plausibile e coerente con il suo racconto. E' infatti, comprensibile percepire una sensazione di agitazione ("non riesco a pegnere il cervello") come reazione rispetto agli eventi di vita cha ha descritto. Mi pare di capire che si trovi in una fase di svolta della sua vita affettiva e, in alcuni casi, i cambiamenti, anche se positivi e desiderati, inducono in noi un senso di malessere derivante dalla consapevolezza che la nostra vita si sta modificando, che l'equilibrio di vita a cui siamo abituati varierà. Come si immagina la sua vita da sposata? Cosa significa per lei il matrimonio? In quali aspetti il matrimonio modificherà la sua vita secondo lei? Facendo un'analisi della sequenza temporale in cui sono accaduti gli eventi (laurea e proposta di matrimonio), mi sembra che forse i ritmi sono stati un po' accelerati rispetto alle sue esigenze e questo forse implica una condizione di agitazione. E' probabile che avrebbe necessitato di un lasso di tempo maggiore per metabolizzare la laurea, il nuovo lavoro e poi il matrimonio. Immagino che si trovi in difficoltà anche in altre circostanze che implicano una certa accelerazione nei tempi. Che rapporto ha lei con la dimensione temporale in generale? Come mai non può concedersi di fermarsi e godersi ciò che ha perseguito? E' difficile pronuciarsi sulla questione relativa ai farmaci, non avendo altre info a disposizione. Ma come mai stava valutando questa ipotesi? Cosa significa per lei assumere psicofarmaci ed in che modo pensa potrebbero risolvere la sua situazione? Se il suo malessere dovessere persistere, una consulenza psicologica individuale potrebbe aiutarla a fare maggiore chiarezza sulla sua situazione e a decidere cosa sia più opportuno per lei in questo momento della sua vita. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Devo farmi curare? Voglio essere di nuovo felice
Apri domandaBuongiorno Giada, Da ciò che ha narrato, mi sembra di capire che fin'ora non ci sia stato spazio per lei e i suoi sentimenti, a cui è stato anteposto il suo grande e ammirevole senso del dovere (lavora anche per il mutuo). In questo modo è come se avesse sostituito suo padre nell'assumersi responsabilità lavorative e familiari molto significative, anche perché sua madre non lavora. Quindi, è comprensibile che provi malessere, considerando la condizione di sovraccarico in cui si trova. Mi colpisce il fatto che con la stessa impostazione doveristica, stia chiedendo qui "devo curarmi"? La domanda che può porsi è invece: voglio prendermi cura di Giada? E soprattutto per chi lo faccio, per me, per mia madre? È interessata a conoscere la Giada che si trova dietro i sintomi che ha descritto? Se desidera ciò, può valutare la possibilità di richiedere una consulenza psicologica individuale che la aiuti a fare maggiore chiarezza sulla sua situazione e a decidere cosa sia più opportuno fare. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Depressione e bassa autostima
Apri domandaBuonasera Davide, per orientarsi efficacemente nella scelta del professionista esperto in depressione e bassa autostima, le può essere utile, in prima istanza, verificare che sia uno psicologo o medico specializzato in psicoterapia, poi può appurare, mediante, l'analisi del curriculum se sia formato specificamente ed abbia esperienza nel trattamento della depressione. Ad ogni modo, il percorso di scelta di questo professionista, non può prescindere da un altro elemento, altrettanto importante, che è rappresentato dalla sensazione che percepisce lei nel momento in cui stabilisce un contatto con questo professionista, ossia se le ispira fiducia. Consideri, infatti, che al di là delle specializzazioni ed esperienze su una specifica psicopatologia, un elemento di fondamentale importanza per la riuscita di una consulenza e di un percorso terapeutico e la possibilità che tra paziente e terapeuta si stabilisca una relazione di fiducia. Essa rappresenta, infatti, il nucleo fertile di ogni processo di crescita personale poichè garantisce al paziente di stabilire un contatto umano diverso da ciò a cui è stato abituato fin'ora e questa relazione terapeutica innesca i cambiamenti maturativi necessari al raggiungimento di una condizione di benessere. Le auguro di trovare la persona giusta per lei. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Celiachia: come comunicare la notizia a mio figlio?
Apri domandaBuonasera Cristina, Nel caso in cui la diagnosi di celiachia fosse confermata anche per suo figlio, può mantenere lo stesso approccio che ha già adottato per sé stessa. Ossia, sottolineare che la nuova dieta da seguire gli porterà un giovamento, quindi è un cambiamento positivo. Se lei è pienamente consapevole e convinta di quanto spiegherà a suo figlio, anche lui ne sarà persuaso e accetterà la cosa con tranquillità. Quali paure nutre rispetto a questo "nuovo capitolo"? Come si immagina che possa reagire suo figlio in base alla conoscenza che ha di lui? Come sta lei, al di là della questione specifica della celiachia? Non avendo altre info su di lei e su suo figlio, è difficile pronunciarsi oltre sulla sua richiesta. Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come faccio a non diventare più rossa in viso?
Apri domandaBuonasera Laura, La sua domanda molto sintetica su un argomento molto circoscritto, mi fa supporre che desideri avere una risposta/soluzione altrettanto immediata e breve. Tuttavia, per modificare qualsiasi nostra reazione emotiva, è necessario sapere come mai essa si sia originata e perché. Altrimenti, l'eventuale soluzione che viene ricercata per affrontarla, può rappresentare una semplice ed automatica indicazione da mettere in pratica in modo impersonale. In questo modo, la reazione di imbarazzo di cui ha parlato lei viene solo inibita, bloccata, ma non gestita efficacemente, quindi, l'emozione di vergogna a cui essa è associata rimane dentro di lei creandole comunque disagio. Pertanto, può essere utile porsi alcuni interrogativi funzionali all'autoesplorazione e quindi ad una maggiore conoscenza di sé che è la strada più proficua nel padroneggiamento della nostre reazioni emotive. Come mai desidera perseguire questo obiettivo? Come si sente nel momento in cui diventa "rossa"? E come reagiscono gli altri? Cosa significa per lei essere in imbarazzo? Come mai desidera risolvere questa questione in questo momento della sua vita? Cosa o chi la induce ora a modificare/eliminare una reazione che immagino abbia caratterizzato da sempre la sua vita? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come gestire l'ansia da separazione di mia figlia?
Apri domandaBuongiorno Sonia, Considerando l'età di sua figlia e l'esperienza della separazione, la reazione della bambina è del tutto comprensibile. Inoltre, mi fa ipotizzare che sia una bambina con buone capacità di reazione allo stress proprio perché è propensa a condividere con lei le sue sensazioni ("mi mancherai molto"). Tale inclinazione potrà aiutarla ad elaborarle efficacemente con il supporto della mamma e del papà. Quindi, quando sua figlia manifesta il malessere che ha descritto può fare quanto segue: 1. Affermare che è dispiaciuta a sua volta per questo e che anche lei sentirà la sua mancanza, ma che è importante per la sua crescita, fare le cose previste durante le vostre separazioni 2. Rimandare a lei che comprende il suo malessere e che può accoglierlo, in modo che la bambina di senta capita 3. Rassicurazione rispetto al fatto che, nonostante la separazione, la mamma le vuole sempre bene, cosa che può accompagnare anche con gesti d'affetto (baci e abbracci), se la bambina lo desidera. 4. Nel caso in cui la separazione diventi più difficile per la bambina, può introdurre un altra opzione: la possibilità che la bambina possa contattarla telefonicamente quando siete separate. 5. Invitarla a fare un disegno in cui esprima come si sente, quando siete separate. 6. consentire alla bambina, se non lo fa già, di portare con sé un oggetto transizionale ( pupazzo o bambola) che associ alla mamma e che quindi possa rassicurala quando siete separate. 7. Chiedere sempre come si è sentita durante la separazione nel momento in cui vi rivedete. Questo racconto la aiuterà ad elaborare la cosa quando ormai è terminata ed è presente la mamma, soffermandosi quindi sulla prevedibilità della cosa: separazione e successiva riunione con mamma. Infine, è essenziale che lei sia convinta che le vostre separazioni, seppur dolorose, siano utili per la crescita della bambina e che quindi, possa trasmettere questa sicurezza a sua figlia. Consideri, infatti che i bambini percepiscono in modo molto netto e le nostre eventuali titubanze e manifestano disagio per questo. Un caro saluto a lei e alla sua bambina. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Malessere che non comprendo e dalla quale non riesco ad uscire
Apri domandaBuongiorno Mariarita, Comprendo la sua preoccupazione penso che lei possa affrontare efficacemente la sua condizione di malessere, convertendo questa preoccupazione in un sentimento di accoglienza e accettazione della parte di sé che soffre. Infatti, cercare di "combattere" il proprio malessere, è un'operazione che produce a sua volta altro malessere, poiché la parte sofferente rimane incompresa e si cerca di allontanarla da sé. Ma essa rimane attiva e induce malessere proprio perché non viene affrontata. Quindi, se desidera stare meglio, è essenziale avvicinarsi alla parte sofferente di sé, in modo da comprendere il significato di essa e cosa intenda comunicare a lei in questo momento della sua vita. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Difficoltà ad eccitarmi
Apri domandaBuongiorno Enrico, dal suo racconto percepisco la sua inclinazione ad autoattribuirsi la responsabilità delle difficoltà nello stabilire un rapporto sessuale soddisfacente. Ha riferito dei "diversi segni" e del "doc" della sua compagna che non mi sembrano dettagli trascurabili in una fase di eccitazione, nel senso che è comprensibile provare inibizione e quindi un calo del desiderio nel visualizzare mentalmente i "segni". Inoltre, il fatto che la sua compagna provi "vergogna", può costituire un ulteriore freno ad un'esperienza di condivisione sessuale libera e spontanea. Pertanto, mi sembra congruente che lei provi desiderio pensando a "qualsiasi altra donna", crcostanza che forse le induce tranquillità anche perchè non si sente pressato a dover soddisfare tutta una serie di richieste ("finestre socchiuse", "essere dominata") che possono influire negativamente nella percezione che si ha del rapporto sessuale. Come mai, secondo lei, il vostro equlibrio di coppia si è organizzato su una dinamica per cui lei si sente chiamato a dover soddisfare le richieste della sua compagna, ma non può esprimere le sue preferenze? Forse è anche per questo che non siete riusciti ad ottenere "risultati veri e propri" nel lavoro di coppia, proprio perchè lei è incline a percepirsi come l'elemento in difficoltà della coppia, mentre la sua compagna è percepita come fuori dal problema. Tuttavia, consideri che qualsiasi problema che si manifesta nella coppia, diventa un problema di entrambi i partner, anche se con ruoli e funzioni diverse. Può valutare la possibilità di richiedere una consulenza individuale che la aiuti a fare maggiore chiarezza sul suo disagio e anche sulle dinamiche della vostra coppia. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come staccarmi da questo ragazzo?
Apri domandaBuongiorno Sara, comprendo e condivido la sua preoccupazione, rispetto a cui può innanzitutto agire chiedendosi cosa la lega e l'ha legata in passato a questo ragazzo. Infatti, se desidera ridefinire il rapporto con lui e tutelarsi da eventuali fastidi ("tartassata da mille chiamate"), è importante che si chieda che funzione svolge questa relazione nella sua vita e da dove nasce l'esigenza di mantenere ora il contatto con lui. Una volta fatta chiarezza su questo, è essenziale comunicarlo a lui, se sarà possibile farlo, perchè da quanto racconta, mi sembra di capire che lui abbia un'idea di possesso su di lei molto forte ("intimidazioni"), forse rinforzata dal ricordo di ciò che è accaduto in passato ("breve relazione sessuale") e dal fatto che lei oggi le stia vicina. Ha avuto modo di capire come intende la vostra relazione lui oggi? Cosa si aspetta da lei? Se si sente in difficoltà, come è comprensibile che sia, nel fare questa comunicazione in cui manifesta la sua intenzione di prendere le distanze ("staccarmi"), può chiedere un supporto al personale del centro psichiatrico dove si trova lui ora. I colleghi sapranno sicuramente consigliarle cosa sia meglio dire o fare in base al profilo diagnostico che hanno di lui. Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Lieve Balbuzie
Apri domandaBuongiorno Roberto, da ciò che ha narrato, sembra che si tratti di una balbuzie definita di tipo clonico, in cui si verifica, appunto, la ripetizione di una parola o sillaba. Per capire "la natura di questa cosa" è necessario innanzitutto sapere se ne soffre fin dall'età infantile (di solito il disturbo compare tra i 2 e i 6 anni) oppure è insorta in età successive come conseguenza di paure e/o forti emozioni. A seconda dell'età di insorgenza, si possono proporre interventi diversi. In ogni caso, la balbuzie può essere efficacemente trattata in due modi: 1. Logopedia: una terapia che si fonda su esercizi di regolazione della respirazione e di rilassamento muscolare, oltre che sulla modulazione dell'espressione linguistica. In questo modo, si lavora sull'aspetto comportamentale della balbuzie. 2. Psicoterapia: al di là del tipo di balbuzie e dell'età di insorgenza, l'elemento comune a tutte le balbuzie è un disturbo d'ansia sottostante che si manifesta appunto nella difficoltà ad articolare le parole in modo fluido. Quindi, per andare alla radice del problema e risolverlo in modo definitivo, è necessario comprendere quali siano i meccanismi ansiosi che lo hanno innescato e lo mantengono attivo. Valuti le due opzioni e decida quale possa essere quella più adeguata a lei. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Gravidanza: cosa mi sta succedendo?
Apri domandaBuongiorno Marta, il suo racconto appare molto complesso ed articolato, sicuramente degno di un approfondimento diagnostico specifico, soprattutto perchè si è manifestato in gravidanza, condizione psicofisica in cui noi donne siamo più vulnerabili e sensibili. Detto ciò, mi sembra di capire che ci sia in atto un tentativo del suo Io di dissociarsi ("come se fossi spettatore") da ciò che sta accadendo al suo corpo ("sono così tanto donna") e dalla gravidanza che rappresenta appunto una prerogativa dell'essere donna. Quindi, pensare alla possibilità di essere uomo ("si nasconde un uomo") raprresenta forse una forma di non accettazione della gravidanza, anche perchè è proprio da essa che è partito il disturbo. Quindi, è necessario comprendere cosa abbia attivato in lei questa tendenza a fuggire dalla condizione di gravidanza in cui si trova ("la sento estranea"), cosa teme possa accaderle durante la gravidanza e dopo la nascita, come si immagina quando sarà madre? In che modo cambierà, scondo lei, la sua vita dopo la nascita? Pertanto, le consiglio di affrontare un problema alla volta, ossia: farsi sostenere nel portare avanti la gravidanza ed elaborare eventuali paure attivate da essa. Poi, una volta affrontata questa parte, può occuparsi dei dubbi relativi alla "disforia di genere" di cui ha parlato. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Tosse nervosa di mia figlia di 12 anni
Apri domandaBuongiorno Galina, Comprendo la sua preoccupazione, ma considerando che il disturbo si è manifestato da due mesi, è consigliabile attendere prima di parlare di "tosse nervosa" rispetto a cui impostare un qualsiasi tipo di intervento. Ciò che può fare lei ora per sua figlia è avvicinarsi a lei e chiederle come si sente, come sta, in modo da capire se effettivamente sia nervosa per qualcosa. Consideri, inoltre, che l'età di sua figlia coincide con la preadolescenza, una fase piena di cambiamenti per i ragazzi, quindi è comprensibile che possa manifestarsi qualche tipo di nervosismo o ansia. In ogni caso, mantenga sempre una vicinanza affettiva con sua figlia, ciò costituirà un fattore protettivo verso eventuali disagi di sua figlia, perché saprà che può contare sul sostegno della mamma. Un caro saluto a lei e a sua figlia. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Risentimento verso i miei genitori
Apri domandaBuonasera Alice, stando al suo racconto, il sentimento di "rabbia" nei confronti dei suoi genitori, è del tutto comprensibile e rientra nella normalità dell'esperienza umana. Mi spiego meglio: lei purtroppo non ha ricevuto dai suoi genitori una sensazione di sicurezza e affidabilità poiché è stata lei a dover sostenere loro dal punto di vista economico e anche emotivo immagino, visto che sono descritti come "nervosi e depressi". Quindi, ha svolto il ruolo di genitore nei confronti dei suoi, e questo le ha impedito di ricevere le cure adeguate che le avrebbero permesso di crearsi una sua autonomia, perché deve occuparsi di loro. Da ciò la sensazione di "trappola". Detto questo, la sua rabbia rimanda proprio a questa condizione di malessere. I nostri sentimenti di rabbia svolgono la funzione di comunicarci appunto che qualcosa nella nostra vita non sta andando nella direzione più giusta e consona alle nostre esigenze. Quindi è uno stimolo a modificare qualcosa che non va ed in questo senso è costruttiva per noi. Se, invece, il sentimento di rabbia permane dentro di noi, senza riuscire a convertirsi in una soluzione efficace per noi, per la nostra vita, allora può costituire un elemento pericoloso per il nostro equilibrio psicofisico, perché ci costringe ad uno stato di attivazione elevato. Nel suo caso, può essere utile per lei utilizzare questa rabbia per iniziare a ridefinire la sua vita e i rapporti con i suoi genitori, in modo da conquistare gli spazi di autonomia che si merita e che mi sembra competente nel crearsi. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Stress da nonni?
Apri domandaBuongiorno Iaia, cosiderando che è una "madre sempre presente ed attenta" può chiedere direttamente a suo figlio cosa accade, come si sente, perchè avendo quasi 3 anni è in grado di descrivere, seppur semplicemente, come si sente. Consideri, inoltre, che i bambini di questa fascia d'età possono manifestare "capricci" ed insofferenza anche per motivi che esulano dalla contingenza specifica dei nonni. Poi, è anche possibile che il bambino inizi a comprendere ed intuire la tensione che c'è tra lei ed i suoi suoceri e che non capisca come mai ciò accada visto che viene mandato da loro. Dal punto di vista del bambino ciò è contradditorio e può indurre confusione, sensazioni che non riesce ad esprimere con le parole e che quindi manifesta con i capricci. Nel caso in cui non dovesse riuscire a risolvere la situazione con i suoi ex suoceri in futuro, le consiglio di spiegare con semplicità la situazione a suo figlio quando avrà 5-6 anni, in modo da evitare che entri in confusione e manifesti la tensione con capricci. Un caro saluto a lei e a suo figlio. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Il mio compagno non mi desidera sessualmente
Apri domandaBungiorno Amelia, comprendo il suo disagio e la necessità di risolvere la situazione della coppia, che sembra focalizzata sulla questione "sesso". Ossia, da come ha posto la sua domanda qui, ho avuto l'impessione che ci sia una grande, quasi esclusiva, attenzione verso il "sesso", e non ha descritto altri aspetti o prerogative della vostra coppia. Se così fosse, è comprensibile che il suo compagno mostri "fatica ad eccitarsi", proprio perchè ha percepito che ci sono delle "aspettative" sul "sesso". Questa dinamica, può indurre in alcuni tipi di persone, proprio la reazione opposta, ossia il ritiro e quindi la difficoltà a rilassarsi e a stare bene durante il rapporto sessuale che viene percepito più come un compito che come un piacere. Può provare a confrontarsi con il suo compagno su questo tema, chiedendogli cosa significa per lui il "sesso", quale posto occupa secondo lui in una relazione di coppia e in che modo preferisce che venga inteso. Se desidera andare a fondo nella questione, può valutare la possibilità di richiedere una consulenza individuale che la aiuti a capire cosa sia più opportuno per lei in questo momento della sua vita. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Amore tra cugini di primo grado
Apri domandaBuongiorno Jessica, la sua domanda è molto complessa, solleva questioni teoriche e pratiche articolate e per alcuni aspetti insolute. E' probabile che voi associate il vostro legame a qualcosa che va contro le regole, un tabù, in quanto è classificabile come relazione incestuosa dal momento che c'è una relazione sessuale tra consaguinei. Quindi bisogna capire cosa significhi questo per ognuno di voi. Come vi sentite nel pensare questo? Quali "problematiche" vi ponete? Solo di natura teorica-culturale (tabù non rispettato) o anche pratica (possibili conseguenze ereditarie-genetiche nel caso in cui decidiate di mettere al mondo dei figli)? E' proprio a partire dall'analisi di queste "problematiche" che si può fare chiarezza sul problema e di conseguenza prendere delle decisioni. Pertanto, se siete motivati ad affrontare e risolvere la questione, può esservi utile una condulenza psicologica di coppia finalizzata proprio ad esplorare questi temi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Masturbazione con siti pornografici
Apri domandaBuongiorno Caterina, credo che una delle riposte alla sua domanda sia già contenuta nel suo testo. Ossia: "Forse più bassi che alti". Infatti, è possibile che la sua ricerca di evasione in siti porno o in fantasie con altri uomini e/o donne, sia innescata in primo luogo dal fatto che, pur amando il suo ragazzo, la vostra relazione non è soddisfacente per lei e penso che ciò si riconduca anche ai "traumi" che ha subito nei "primi 5 anni di relazione. Al di là dell'effettivo contenuto dei "traumi", è importante concentrarsi sul fatto che lei li abbia percepiti come "traumi", quindi un evento altamente stressante e che può mettere in pericolo l'equilibrio emotivo delle persone. Lei ha cercato di reagire adoperando strategie di autoterapia come la marijuna, che come ha già avuto modo di notare, non risolvono il problema, ma creano solo l'illusione che esso non ci sia. Pertanto, credo possa esserle utile esplorare questi vissuti associati alle relazioni sentimentali in generale e quindi cercare di capire in che modo essi poi siano collegati ai "pensieri" da cui si sente "perseguitata". Una consulenza psicologica individuale può esserle d'aiuto in questo. Un caro sauto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Vuoto dentro
Apri domandaBuongiorno Simone, dal suo racconto, sembra che il motivo di distrazione sia rappresentato in questo momento dal "buco" affettivo che avverte dentro di sè, sensazione del tutto comprensibile e condivisibile. Per comprendere in che modo approcciarsi al sentimento di "vuoto" che ha descritto, è opportuno approfondire la questione ed esplorarla più a fondo. Se desidera fare questo, una consulenza individuale può essere utile allo scopo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Approccio alle droghe
Apri domandaBuongiorno Valentina, le confermo che ha fatto bene a richiedere un parere qui rispetto alla questione, perchè la tossicodipendenza è un disturbo molto articolato e complesso, e richiede un intervento molto specifico e mirato. Nel senso che concordo con lei quando nutre dubbi rispetto alla possibilità di "fidarsi" di lui e della sua affermazione che non assumerà più cocaina. Il soggetto che assume sostanze psicoattive, anche se non in fase di dipendenza acuta ("circa una volta a settimana"), tende a mentire e questo lei lo ha già notato ed ha anche avuto modo di constatare quanto sia doloroso questo atteggiamento. Pertanto può fare due cose: 1. consigliare al suo ragazzo di rivolgersi al Sert di zona per fare una valutazione completa del suo diturbo e capire in che modo affrontarlo. 2. qualora lui rifiuti di rivolgersi al Sert (cosa prevedibile proprio perchè è ancora nella fase iniziale della dipendenza in cui è convinto di potercela fare da solo), le consiglio di richiedere un supporto psicologico per lei stessa che possa aiutarla capire cosa sia più opportuno fare per stare vicina al suo ragazzo ed aiutarlo a risolvere il suo problema. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Crisi nello sport
Apri domandaBuongiorno Riccardo, da ciò che ha scritto e soprattutto da come lo ha esposto, mi sembra che lei sia dotato di una buona capacità d'analisi della situazione e anche di un'inclinazione all'introspezione, caratteristiche che le hanno consentito di comprendere come il suo malessere nasca proprio da una mutata percezione che ha lei rispetto alla boxe. Quindi, il "conflitto interiore" che ha giustamente individuato lei viene alimentato dal suo timore di deludere tutti quelli che nutrono aspettative nei suoi confronti. Questo le impedisce di tirare fuori il nuovo Riccardo, ossia quello che ha compreso che la boxe non soddisfa più le esigenze di una volta e desidera esplorare altre strade di crescita personale. Pertanto, per risolvere il "conflitto" è necessario chiedersi come mai lei non possa esprimere le sue reali esigenze, circostanza percepita come una "delusione" per gli altri. E chiedersi anche come mai secondo lei, ora la boxe non corrisponde più alle sue esigenze, cosa sta succendo nella sua vita? Come mai prendere decisioni che possono essere diverse da ciò che altri si spettano da lei, viene percepito come un "rinnegare" gli altri e non come un'autoaffermazione di sè e dei propri bisogni? Cosa teme possa accadere nella relazione con l'altro nel momento in cui dovesse tradire le aspettative? Poichè sente che "non è più il suo posto" è importante continuare questo lavoro di autoesplorazione in modo da liberarsi dal peso attribuito alle aspettative cha hanno gli altri su di lei. Una consulenza individuale può accompagnarla in questo percorso di crescita personale e autoaffermazione di sè. Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Provo affetto per lui, ma non amore
Apri domandaBuonasera Melania, Più che darle un consiglio che sarebbe un sostituirsi a lei nelle decisioni che riguardano la sua vita, può esserle utile fare maggiore chiarezza su di sé in modo da sapere poi cosa sia meglio fare. Da ciò che ha scritto, mi sembra di capire che lei associ il concetto di "amore" ad una interazione in cui il partner "se ne frega e tradisce". Quindi, posta di fronte ad una relazione in cui viene trattata da "regina" non si sente a suo agio completamente proprio perché forse non è abituata ad essere trattata così. Pertanto la domanda principale che può porsi è questa: come mai non è completamente soddisfatta e non si innamora di un ragazzo che la tratta come una "regina"? Come mai non può accettare di essere trattata con gentilezza? La scelta del partner che desideriamo al nostro fianco è grandemente influenzata dal concetto che abbiamo di noi stessi e dal modo in cui concepiamo l'amore. Quando avrà fatto chiarezza su questi punti, potrà scegliere liberamente il partner più adatto a lei e che possa soddisfare le sue esigenze. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mia moglie non ha più desideri sessuali
Apri domandaBuonasera Daniele, Comprendo e condivido il suo discorso riguardo al concetto di "coppia unita" anche dal punto di vista sessuale. E da ciò che narra, mi sembra di capire che sia dotato di una buona capacità d'analisi e anche propenso a ricercare un confronto sincero e costruttivo con sua moglie. Tuttavia, se lei in questo momento è refrattaria rispetto all'argomento, è opportuno, anche se frustrante, rispettare questa sua decisione. Anche perché mi sembra che la vostra coppia sia piena di risorse ("chiacchierare, ridere") e che sia in contatto affettivo. Quindi, forse è una difficoltà relativa al sesso che riguarda in primo luogo sua moglie e sarebbe utile sapere come andava la vostra interazione sessuale prima che lei diventasse madre. Sapere inoltre cosa significa per lei essere diventata madre e che associazione lei fa tra sesso e ruolo di madre. Inoltre, può esserle utile chiedersi come si sente quando sua moglie rifiuta approcci sessuali e anche un eventuale confronto su di essi. Che significato attribuisce alla soddisfazione sessuale e quale posto occupa nella vita di coppia secondo lei? In ogni caso, se la situazione dovesse divenire più intollerabile per lei, può esserle utile un consulto psicologico individuale che la aiuti a capire cosa sia meglio fare rispetto a sua moglie e nella sua vita più in generale. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Pasqua con la ex di mio compagno
Apri domandaBuongiorno Anna, Innanzitutto mi sento di evidenziare come lei abbia inteso a pieno lo scopo di questo sito e anche di un eventuale consultazione psicologica più in generale: "aiutare a capire" e a valutare se ciò che accade sia "giusto o sbagliato" per il suo benessere. Detto ciò, comprendo e condivido il suo sentirsi "esclusa e messa da parte", reazione del tutto congruente con la decisione presa dal suo compagno e anche dall'atteggiamento di lui nei suoi confronti :"decide tutto senza prendermi in considerazione più di tanto", come se lei non esistesse o non fosse tanto importante da essere consultata. Come mai secondo lei, Anna accetta di essere trattata così, ossia "non tutelata"? Cosa significa per lei questa relazione e cosa si aspetta da essa? Comprendo che possa essere difficile e doloroso, ma per capire come si comporta lui è importante comprendere anche quali motivazioni la legano a lui e quali bisogni soddisfi questa relazione nella sua vita. Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Bambina di 3 anni e mezzo trattiene la pipì
Apri domandaBuongiorno Carolina, l'acquisizine del controllo sfinterico per i bambini è una tappa evolutiva molto delicata ed ognuno ha tempi e modalità diverse, quindi non credo che lei abbia "sbagliato" in alcun modo, è probabile che lei sia una madre desiderosa di rispettare i tempi di sua figlia ed incline ad evitare sofferenze, quindi è comprensibile che si sia creata un po' di confusione. Capisco che desideri raggiungere questo obiettivo, ma può esserle utile sapere che l'età in cui ci si attende l'acquisizione del controllo della minzione è entro 5 anni, mentre per le feci è fissato entro i 4 anni, quindi sua figlia rientra nel range della normalità. Detto ciò, da ciò che ha narrato, mi sembra di capire che sua figlia, considerando l'età e la frequenza all'asilo, possa essere aiutata ad acquisire questa competenza in altro modo: 1. Può provare a chiederle di acquistare mutandine che le piacciano, con personaggi dei cartoni che adora e che possano rendere la circostanza più gradevole per lei. 2. Chiedere un supporto alle maestre dell'asilo che, di solito, curano anche quest'aspetto nel progetto educativo più ampio riservato al bambino. In questo modo la bambina non potrà più confondersi perchè ci sarà la stessa linea educativa si a casa che all'asilo. 3. Invitare a casa amichette che abbiano già acquisito questa abilità e che possano fungere da esempio ed incoraggiamento per sua figlia. 4. Concordare con sua figlia un momento in cui si sente pronta ad indossare le mutandine che più le piacciono e avvisarla che il pannolino non può essere più indossato perchè è grande. E' importante associare l'idea che sia grande a qualcosa di piacevole e soprattutto al fatto che la mamma le starà sempre vicina e che può chiederle aiuto quando deve andare in bagno. 5. Continuare ad indossare la mutandina anche se la bambina non sembra in grado di tratternersi e si sporca. Qualora si sporcasse, è importante rassicurarla, ripetere che è stata brava ugualmente e che la prossima volta andrà meglio, anche se piange. Qualora dovesse intuire che, nonostante tutto, ciò provoca troppa sofferenza sia per sua figlia che per lei, è consigliabile che rimandi il tutto al periodo estivo, che come già saprà, è un periodo più consono e soprattutto la bambina avrà la possibilità di stare più tempo con la mamma, rassicurarsi e nel frattempo il suo sistema nervoso sarà più maturo per affrontare il compito. Quindi, come vede, è importante che entrambe vi concediate il tempo necessario ad affrontare questo importante passaggio evolutivo che richiede a lei mamma una buona capacità di tolleranza rispetto all'inevitabile disagio che prova sua figlia. Un caro saluto a lei e a sua figlia. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Accettare o separarsi?
Apri domandaBuonasera Giulia, Leggendo il suo racconto ho percepito il suo affanno nel cercare di fermare/bloccare suo marito e trattenerlo all'interno della famiglia ("lui parte per una settimana"). Questa dinamica in cui lei desidera investire sulla famiglia mentre suo marito ha bisogno di "divertirsi" allontanandosi fisicamente dalla famiglia, rappresenta di per sé un motivo di disagio coniugale, al di là del ricordo del tradimento che, ovviamente, acuisce il disagio e la sua sfiducia in lui. Tuttavia, anche se, stando al racconto, l'atteggiamento di suo marito può essere ritenuto non "maturo" e quindi non responsabile nei confronti della famiglia, penso che lei abbia già avuto modo di constatare che limitarsi a riferire ciò a suo marito, non sortisce alcun effetto positivo. Ossia, esprimere il suo dissenso sul viaggio non convince suo marito a rimanere, anzi è probabile che sortisca l'effetto opposto. Quindi, ciò che può fare lei ora è cercare di capire come mai suo marito abbia bisogno di allontanarsi da voi e soprattutto perché la famiglia non può essere per lui un luogo/ momento di divertimento visto che lo ricerca altrove. Può provare a confrontarsi con lui in questo modo, cioè cercando di capire come mai abbia un concetto di famiglia che si discosta in modo così netto dal suo. In questo modo non sarà costretta ad "accettare" o a "separarsi" , ma avrà la possibilità di conoscere e provare a comprendere suo marito, la sua idea di coppia, di famiglia. Solo allora avrà una maggiore chiarezza della vostra situazione e a partire da ciò potrà decidere più consapevolmente cosa sia più giusto per lei. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Restare ancora fidanzata oppure no?
Apri domandaBuongiorno Francesca, Da ciò che ha narrato, mi sembra che il nucleo del suo disagio si possa collocare nella difficoltà ad essere fedele ad un partner in generale, al di là della ragazza attuale di cui ha parlato. Come mai, secondo lei, avverte la necessità di conoscere e relazionarsi con altre ragazze? Cosa significa per lei essere "fidanzata"? Inoltre, come si sente nel pensare che la sua fidanzata l'ha apparentemente "perdonata" quando è stata tradita, ma poi "per ripicca" l'ha tradita a sua volta con un ragazzo? Come avrà notato, ci sono diversi punti di chiarire sul concetto di relazione sentimentale più in generale, questione essenziale se in questo momento della sua vita desidera costruire una relazione stabile con una partner. Ci pensi. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Figli: passaggio dall'infanzia all'adolescenza
Apri domandaBuonasera Ester, Comprendo e condivido la sua preoccupazione, anche perché menzionare il suicidio e poi passare ad un discorso diverso come se niente fosse, mi fa ipotizzare che nessuno dei due abbia realmente compreso il significato ed il peso del suicidio. Sembra più un modo per attirare l'attenzione reciprocamente e confermare, da parte di suo figlio, una profondità del legame, ossia intende comunicare che il loro legame è tanto forte da superare anche il suicidio. Come mai secondo lei suo figlio è attratto da questa ragazza e anche dalla questione relativa al suicidio? Ci sono altri comportamenti che destano la sua preoccupazione? È possibile stabilire con suo figlio un confronto più generale, al di là del suicidio, che possa aiutarla a capire come si sente? Infatti, affinché il comportamento di suo figlio sia considerabile effettivamente preoccupante, è consigliabile osservare anche altri aspetti della sua vita (rendimento scolastico, frequentazioni amicali ecc.). Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Gay non attratto da gay?
Apri domandaBuonasera Gabriele, da ciò che ha narrato, mi sembra di capire che la sua difficoltà ad accettare i "modi femminili" in altri gay possa essere ricondotto ad una dinamica conflittuale che ha come nucleo il rapporto con la femminilità più in generale, al di là della condizione di omossessualità. Parla, infatti, di "travestimento" da donna attraverso cui può entrare in contatto con uomini eterosessuali, che apparentemente le sembrano più maschili degli omosessuali. Ciononostante, questa soluzione "originale" non lo ha soddisfatto ed è comprensibile perchè tale tipo di contatto non favorisce la costruzione di relazioni sentimentali stabili e soddisfacenti. Pertanto, se desidera liberarsi da questa condizione di insoddisfazione e "paura di cadere in depressione", è utile che faccia chiarezza su di sè, sul concetto di femminilità e mascolinità, sulla sua vita in generale. Altrimenti la sensazione di "condannato alla solitudine" persisterà e la indurrà a ricercare al di fuori di sè, le risposte che in realtà può trovare solo dentro di sè, esplorando i suoi contenuti emotivi ed elaborando le questioni irrisolte relative alla relazione con altri omosessuali. Una consulenza psicologica può esserle utile in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Relazione con ragazza bipolare
Apri domandaBuonasera Massimo, dal suo racconto percepisco il suo coinvolgimento sincero e profondo verso questa ragazza, ma anche la grande e comprensibile fatica che comporta il tentativo di stare vicino ad una ragazza con un umore gravemente instabile. Innanzitutto, la diagnosi di "bipolare" è una sua ipotesi o è stata riferita da uno psichiatra/psicologo? Come mai, secondo lei, questa ragazza rifiuta ogni tipo di "consulto e/o trattamento"? Qualora, la ragazza persista nel rifiutare una consulenza psicologica/psichiatrica, le consiglio di richiedere una consulenza psicologica per lei stesso che possa aiutarla a capire come muoversi in questa situazione e comprendere quale motivazione lo abbia spinto a legarsi a questa ragazza, come mai abbia accettato fin'ora una situazione di "tira e molla" e cosa la induca ora a valutare di "lasciarla", cosa significa per lei questa relazione e questa ragazza. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Sensi di colpa ed ansia
Apri domandaBuonasera Seraph, da ciò che narrato, mi sembra che il suo disturbo d'ansia di cui soffre da "sempre" sia stato acuito dall'episodio del "tradimento" e riforzato dai "sensi di colpa" che lo hanno indotto a nascondere il tradimento. Quindi, penso che l'elemento più ansiogeno per lei, sia costituito dall'eventualità di "perderlo", ossia di rimanere da solo ("scenario terribile"), paura che infatti lo ha spinto a tacere sul reale motivo dell'interruzione della vostra relazione. Cosa significa per lei rimanere solo? Consideri che non è possibile scindere "ansia" e "sensi di colpa" proprio perchè sono due emozioni interconnesse e che si alimentano a vicenda. Quindi, una volta affrontato il suo disturbo d'ansia ed acquisite strategie più efficaci per gestirla, avrà la possibilità di elaborare in modo più costruttivo eventuali sensi di colpa e riuscirà ad essere autentico e sincero nelle relazioni interpersonali. Una consulenza psicologica individuale può essere funzionale al perseguimento di questi obiettivi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Periodo di forti decisioni
Apri domandaBuonasera Angelica, si definisce "insicura e molto emotiva" ma, da ciò che scrive, mi sembra che abbia una certa chiarezza rispetto a come si prefigura il suo futuro ("io dei figli li desidero tantissimo"). Infatti, mi sembra che si possa fare un'associazione tra il suo desiderio di maternità e l'eventualità che il suo ragazzo sia "sterile". Ha provato a confrontarsi con lui rispetto a ciò? Inoltre, come mai pensa che tutto debba "andare in frantumi"? In che modo ciò potrebbe accadere? Immagino che lei sia incline a percepire questo timore che possa "andare in frantumi" anche in altre circostanze che implichino un cambiamento/svolta e quindi novità nella sua vita. Cosa rappresenta per lei il "matrimonio" e quale funzione può svolgere nella sua vita? Che aspettative ha rispetto al "matrimonio"? Come avrà notato, per superare questo "momento abbastanza difficile", il primo passo è fare chiarezza su questi punti, in modo da prendere decisioni consapevoli e libere. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Vorrei capire cosa non va tra me e mio marito
Apri domandaBuonasera Annunziata, da ciò che ha scritto, mi sembra di capire che la vostra alleanza di coppia sia stata indebolita, fin dall'inizio, dalle intromissioni della famiglia d'origine di suo marito. Come mai secondo lei suo marito non "riesce a mettere i paletti" e proteggere la vostra coppia? Il primo passo da fare è proprio capire questo, ossia perchè suo marito ha bisogno di "difendere" la sua famiglia d'origine e non riesce a concentrarsi e ad investire affettivamente su quella che ha costruito con lei? Come mai lei accetta una situazione in cui "subisce e basta"? Poichè ama "da morire suo marito, può dimostrargli la forza del suo sentimento provando a comprendere le difficoltà che ha lui nel separarsi psicologicamente dalla sua famiglia d'origine. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla a gestire al meglio la conflittualità di cui ha parlato, in modo da risolverla e stabilire un'alleanza di coppia più salda con suo marito. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mi vuole bene ma non sa se sarà mai innamorata di me
Apri domandaBuongiorno Filippo, Ciò che può essere utile per lei è chiedersi come mai sia attratto da una donna che ha esplicitato chiaramente le sue difficoltà a gestire le relazioni affettive. Prima di agire o prendere qualsiasi tipo di decisione ("tentare di scappare"), è consigliabile che lei faccia chiarezza rispetto ai sentimenti che prova verso questa donna e che aspettative nutre riguardo alla vostra relazione. Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come combattere ansia e paura?
Apri domandaBuongiorno Cria, da ciò che narra, mi sembra di capire che "non essendo una persona con un'autostima elevata" lei non riesca a reagire efficacemente ai rimproveri dei suoi superiori, mantenendo così una relazione sbilanciata, in cui loro detengono un potere assoluto su di lei ("sgridata"). Quindi, è possibile che la sua "ansia" e "paura" derivino da questa sua convizione che non può fare nulla per manifestare le sue ragioni, essendo loro "sopra di me". Perciò, anche se riuscisse a trovare un altro tipo di lavoro, in cui inevitabilmente si creerebbe la dinamica superiore-sottoposto, la sua insicurezza potrebbe indurla a "sbagliare" anche lì. Quindi, credo sia essenziale innanzitutto affrontare questi suoi vissuti interni, in modo da acquisire più sicurezza e di conseguenza maggiore competenza in ambito relazionale e lavorativo. Può valutare la possibilità di richiedere una consuelnza individuale che la aiuti in questo. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Lui al momento non vuole figli
Apri domandaBuongiorno Luana, comprendo il suo disagio e credo che possa provare ad approfondire la quesione con il suo compagnao. Ossia cercare di capire con lui se la sua sensazione ("non volersi legare a me") sia effettivamente corrispondente a ciò che prova lui. Inoltre, avvicinarsi a lui, le consentirebbe di comprendere meglio il tipo e l'entità di questo "blocco", in modo da valutare se esso sia superabile o no. Pertanto, prima di prendere decisioni ("dargli tempo o lasciarlo") è utile fare chiarezza su questi aspetti e capire se effettivamente avete le stesse priorità nella realizzazione della vita di coppia. Cosa significa per lei avere un figlio? E per il suo compagno? Come mai la questione del "figlio" può mettere a rischio la vostra relazione ("lasciarlo")? E' soddisfatta, in generale, della vostra relazione? Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Matrimonio e figli
Apri domandaBuongiorno Matteo, il suo messaggio è molto denso e spero di aver inteso il significato di alcune parole perchè ci sono alcune imprecisioni nei caratteri e mancando la punteggiatura, posso ipotizzare che l'abbia scritto tutto d'un fiato come è comprensibile che sia, coerentemente con i contenuti esposti. Ad ogni modo, cercherò di rispondere alla sua richiesta, invitandola, innanzitutto ad autoesplorarsi, ossia porsi alcune domande circa la sensazione che prova nel momento in cui si prospetta l'eventualità del "matrimonio e dei figli". Cosa significa tutto ciò per lei? Quali paure nutre qualora ciò dovesse realizzarsi? In che modo pensa tali eventualità possano modificare il vostro equilibrio di coppia? Ha concluso definendosi "ansioso e un po' depresso", che associazione si può fare, secondo lei, tra i suoi timori verso il matrimonio e i figli ed il suo essere "depresso" e "ansioso"? Forse è proprio da questo che sarebbe utile inziare: ossia concentrarsi su di sè, sui suoi disagi ("depressione" e "ansia"), in modo da gestire più efficacemente la relazione con la sua compagna, e comprendere come mai sia "terrorizzato" dall'eventualità di "matrimonio e figli". Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non sono mai stata davvero fidanzata e ho 25 anni
Apri domandaBuonasera Ely, Del suo messaggio mi ha colpito innanzitutto il fugace riferimento al percorso di psicoterapia che sta già seguendo, rispetto a cui mostra una certa titubanza riguardo alla riuscita ("spero"). Come mai predilige questo spazio per riferire il suo disagio e non il terapeuta con cui svolge le sedute di psicoterapia? Il suo percepirsi diversa dalle altre ragazze e "impedita" nel momento in cui dovesse trovarsi in intimità con un ragazzo, è un aspetto associabile sicuramente alla "leggera fobia sociale e ansia" di cui ha parlato. Quindi, il consiglio che posso darle è cercare di affrontare la questione che ha esposto qui nell'ambito delle sedute in modo da comprendere come mai si sia strutturata e di quali risorse disponga per risolverla efficacemente. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Vuole lasciarmi, come recuperare il rapporto?
Apri domandaBuonasera Io, Da ciò che narra, posso ipotizzare che il suo fidanzato desideri dare una svolta alla vostra relazione e che chieda il suo contributo in questo. Ma di quale cambiamento si tratta? Ha avuto modo di confrontarsi con lui su questo? Come mai ora, lui non è più in grado di tollerare caratteristiche e/o limiti ("non sono autonoma") che hanno contraddistinto da sempre lei e anche la vostra relazione? La prima cosa che può fare è proprio avvicinarsi a lui e cercare di capire come mai la vostra relazione non sia più soddisfacente per lui, cosa desideri per il vostro futuro insieme, se ha progetti. Avete progetti di vita condivisi? Infine, che significa: "strani pensieri sulla vita, sono depressa"? Come si sente, al di là delle difficoltà con il suo fidanzato? Che ruolo svolge questa relazione nella sua vita? E cosa teme possa accaderle qualora non riuscisse a "recuperare il rapporto"? Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
amanti: relazione con un uomo sposato
Apri domandaBuonasera Federica, Penso che per uscire dall'empasse in cui si trova sia essenziale innanzitutto, chiedersi come mai accetti di non avere attenzioni esclusive da un partner. Il ruolo di "amante", infatti, la pone in un ruolo non centrale nella vita affettiva dell'uomo descritto. Questo può rappresentare un aspetto di autosvalutazione che si associa, probabilmente, al suo desiderio che sia lui a "chiudere", e quindi a subire una decisione. Come mai si trova in una relazione sbilanciata in questo senso? Forse anche quest'ultimo aspetto la induce a non "essere più così sicura" qualora si lasciassero. Al di là delle difficoltà legate al fatto di essere "amante", come si sente nella relazione con l'uomo descritto? Corrisponde al suo ideale di uomo? Che sentimenti prova per lui? Come sta in generale, al di là delle problematiche esposte nel messaggio? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dottore.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non riesco a portare avanti relazioni
Apri domandaBuonasera Midori Ame, Poiché mi sembra incline all'autoesplorazione, può provare a fare maggiore chiarezza dentro di sé, rivolgendosi alcuni quesiti: 1) come mai, secondo lei, la sua tendenza a mantenere una distanza dal partner è diventata, in questo momento della sua vita, una questione su cui riflettere? Come si sente in generale e nella relazione con l'attuale partner di cui ha parlato? 2) cosa significa per lei stare in relazione con un partner e cosa teme possa accaderle qualora il contatto diventi più profondo? Cosa teme di perdere avvicinandosi di più a lui? 3)cosa rappresentava per lei la relazione sentimentale chiusa tre anni fa e in che modo ha elaborato il lutto della separazione con il partner in questione? 4) cosa si è "rotto" secondo lei? Come vede, se desidera fare chiarezza sulla questione, l'analisi può ampliarsi sempre di più e restituirle informazioni molto preziose e concrete su di lei, sul suo modo di relazionarsi, in modo che possa prendere la decisione più giusta per lei. Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Marito passivo aggressivo
Apri domandaBuonasera Daniela, Comprendo la sua difficoltà nella gestione della relazione con suo marito e penso che possa efficacemente affrontare la situazione iniziando a confrontarsi con lui. Ossia cercare di capire come si senta lui e come mai abbia scelto questa modalità disfunzionale nella gestione dell'energia aggressiva. Consideri infatti, che generalmente, il soggetto che adotta questa strategia, ha difficoltà a manifestare direttamente ciò che prova. Questo accade per diversi motivi: 1. Timore di creare conflitti diretti 2. Difficoltà ad affrontare l'altro 3. Inclinazione provocare l'altro allo scopo di metterlo in difficoltà 4. Suscitare nell'altro l'aggressività aperta e manifesta che lui non riesce ad esprimere Quindi, bisogna capire cosa attiva questi meccanismi, ossia: secondo lei da cosa è infastidito suo marito che lo induce ad evitare di fare qualcosa sapendo che lei proverà un disagio per questo? Quali sono gli ambiti in cui l'aggressività passiva si manifesta maggiormente? Fin'ora come ha reagito lei all'atteggiamento di suo marito? Come definirebbe la vostra relazione, al di là della problematica qui descritta? Consideri che limitarsi a sottolineare che l'aggressività passiva sia negativa, non è efficace affinché suo marito cambi atteggiamento. In questo modo si sentirebbe giudicato e quindi potrebbe allontanarsi emotivamente da lei. È invece più utile fargli notare che lei soffre per questo, sa che soffre anche lui e che è motivata a risolvere i problemi insieme. Che le è vicina e desidera migliorare le cose, quindi è importante che gli chieda in che modo lei può aiutarlo per modificare atteggiamento. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ho cambiato orientamento sessuale?
Apri domandaBuonasera Antonino, Da ciò che scrive, mi sembra di capire che il suo disagio tragga origine da due ordini di fattori: 1. La donna sembra associata alla consumazione esclusiva di rapporti sessuali ("solo sesso, tanto sesso") in un'accezione eminentemente fisica. Sembra mancare la parte affettiva del rapporto sessuale che rappresenta il vero motore dell'attrazione. 2. Dubbi circa l'orientamento sessuale: secondo le teorie recenti e più accreditate l'orientamento sessuale si organizza su un continuum che va dall'etero all'omossessuale e ciò può dipendere da diversi fattori nella vita della persona. Quindi, sarebbe opportuno approfondire gli aspetti relativi alla sua vita di relazione in generale per potersi pronunciare a riguardo. Da ciò che ha narrato, mi sembra che i due fattori (concezione di donna e orientamento sessuale) possano essere associati. Ossia, poiché sembra che il suo focus attentivo sia rappresentato dalla componente fisica (sesso e pornografia) è possibile che l'attrazione si sia spostata ora su uno stimolo nuovo (donna trans) rispetto alle molteplici donne ("ne ho avute tante") con cui la relazione era forse percepita come monotona e ripetitiva, essendo centrata su un rapporto sessuale privo di coinvolgimento emotivo. Quindi, ciò su cui è importante per lei riflettere è la necessità di trovare stimoli nuovi rappresentata prima dalle innumerevoli relazioni con donne e ora dalla trans. Come mai, secondo lei, ha bisogno di novità per provare attrazione o interesse? Che significa per lei interagire con una donna e provare attrazione per lei? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Fare l'amore è sempre più un ricordo.
Apri domandaBuongiorno Luca, Dal suo racconto percepisco come lei sia incline all'analisi ed abbia individuato alcuni fulcri del suo disagio:"abbiamo tante cose per la testa" e "l'intimità di coppia non può essere scalfita". Ciò significa che lei è consapevole del fatto che nella vostra coppia l'intimità è un aspetto secondario rispetto a tutte le altre cose in cui siete impegnati. Ciò è acuito, come giustamente ha sottolineato lei, da "distacchi e silenzi", atteggiamento che immagino non vi aiuti ad affrontare il problema. Ma la mia domanda è: poiché le vostre dinamiche di coppia si sono strutturate così ormai da tempo, come mai ciò è percepito come un disagio ora? Posso ipotizzare che le sue preoccupazioni siano acuite dall'idea del matrimonio imminente. Poiché ha intuito il progetto condiviso che implica il matrimonio. Quindi, condivido le sue preoccupazioni e penso che essendo consapevole di esse, lei possa convertirle efficacemente in strategie a favore della coppia. Ossia provare a condividere i suoi timori alla sua compagna e confrontarsi più ampiamente rispetto alla vostra idea di coppia, di intimità, di matrimonio. Infine, al di là di ciò, come sta lei? Come si sente? Che aspettative ha risguardo al matrimonio? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Dovrei chiedere al mio compagno se ha la sindrome di tourette?
Apri domandaBuongiorno Margherita, Da ciò che narra, mi sembra di capire che il fatto che lui non faccia menzione del suo eventuale tic, possa rappresentare un elemento discrepante rispetto all'immagine di condivisione e complicità che si sta costruendo della vostra coppia ("grande affinità emotiva ed intellettuale"). Come mai, secondo lei, lui non ha condiviso questa cosa? Ha avuto modo di avanzare delle ipotesi a riguardo in base alla conoscenza che ha di lui? Consideri che se fosse confermata la sua ipotesi circa la sindrome di tourette, è possibile che ad essa sia associato un profilo di personalità con stile ossessivo-compulsivo e anche altri sintomi d'ansia riferibili al disturbo da tic. Quindi, se desidera affrontare questo discorso, è importante approcciarsi mostrando interesse per il suo stato d'animo più in generale, in modo da intuire se lui sia disposto ad aprire una conversazione con lei. Concordo, infatti, con lei quando dubita rispetto alla "paura di essere poco delicata". Perciò, è consigliabile valutare se e quando affrontare il discorso in base alla disponibilità che percepisce approcciandosi a lui. Ad ogni modo, se desidera apprpfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Adolescenti e casting
Apri domandaBuongiorno Patrizia, Comprendo la sua preoccupazione, acuita credo, anche dal fatto che non sia stata consultata da suo marito rispetto alla questione. Questo mi sembra il primo elemento su cui lavorare, ossia collaborare nell'accudimento e nella cura dei figli. Infatti, prendere decisioni individualmente, senza consultare l'altro genitore, rappresenta di per sé un ostacolo nella crescita del figlio. È importante che i figli percepiscano una buona coesione genitoriale affinché qualsiasi decisione presa sia utile alla loro maturazione psicologica e sia efficace educativa mente. Come mai secondo lei, suo marito non ha ritenuto opportuno consultarla? Come si è sentita lei dopo aver appreso questa notizia? Per quanto riguarda poi la specifica questione dei "sogni" è importante definire con sua figlia lo scopo di questo casting e le sue aspettative a riguardo. Inoltre, in questi casi, se entrambi i genitori sono concordi nel consentire alla figlia di intraprendere questa come qualsiasi altra strada, la cosa più importante è accompagnarla costantemente. Ossia supportarla nel percorso che intende seguire e nel caso specifico del casting aiutarla a prendere le decisioni giuste per lei, considerando che a 12 anni le capacità decisionali e l'autoconsapevolezza sono ancora processi immaturi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ossessionata da un personaggio famoso
Apri domandaBuongiorno Valentina, da ciò che ha descritto il "personaggio famoso" assolve ad una duplice funzione: una via di fuga dalla realtà quotidiana rinforzata da un meccanismo di idealizzazione del personaggio che la mantiene intrappolata in un' "ossessione" che lo rende perfetto, surreale. Questo ideale di perfezione irreale, lo rende più desiderabile e quindi alimenta l'ossessione. Pertanto, se desidera stabilire relazioni affettive con uomini che fanno parte della sua realtà concreta e quotidiana, è essenziale che comprenda la funzione di questa "ossessione" nella sua vita attuale. Ossia può iniziare chiedendosi: da cosa pensa debba fuggire? Quali aspetti della sua realtà attuale la inducono a distaccarsene spostandosi verso una dimensione ideale con un personaggio famoso, forse più rassicurante? Cosa significa per lei, relazionarsi con un uomo nella relatà? Quali aspettative nutre riguardo ad un eventuale relazione sentimentale? Ha avuto modo di elaborare il lutto creato dalla separazione avvenuta 4 anni fa? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Amo la mia terapeuta
Apri domandaBuonasera Mario, Concordo con lei quando dice che "questa cosa, oltre al mio disagio psicologico, complica molto la mia vita". Ossia, tenersi dentro un vissuto così complesso e profondo, può compromettere sia il percorso terapeutico, che il suo equilibrio emotivo più in generale. Quindi, se desidera risolvere i suoi "disturbi dell'umore", è essenziale condividere ciò che prova con la sua terapeuta. Infatti, credo che la collega, essendo "onesta, sensibile, premurosa ecc.", sarà sicuramente accogliente rispetto ai suoi vissuti che potranno essere efficacemente utilizzati ed inseriti nel vostro lavoro di terapia. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Divento padre e non lo vorrei. Come affrontare la situazione?
Apri domandaBuonasera Marcello, del suo messaggio mi ha colpito la parte iniziale in cui descrive in modo particolareggiato e circostanziato le difficoltà psicologiche delle sue compagna, le sue e quelle della coppia nella sua globalità. Stando a questa descrizione, sembra che nessuno dei due abbia risorse per affrontare la gravidanza, ma neanche le probematiche quotidiane. E' convinto che sia proprio così, o meglio, pensa che nessuno di voi disponga di strategie efficaci nella gestione di evento stressante in generale, al di là della gravidanza? Siete davvero senza speranze? Consideri che ognuno di noi dispone di diverse risorse per affrontare le difficoltà, ma disturbi come l'ansia eccessiva alterano questa percezione di noi stessi, restituendoci un'immagine di noi in cui ci sentimeno inadeguati. Quindi, penso che la prima cosa da fare sia acquisire strategie più adeguate nella gestione dello stress in generale, che aiuteranno lei ad affrontare la specifica situazione della gravidanza e anche la vita più in generale. Pertanto, credo che la circostanza della gravidanza possa rappresentare per lei e anche per la vostra coppia, una preziosa occasione di crescita personale. Affontare con "più lucidità questa situazione" è un obiettivo che si acquisisce predisponendosi a lavorare su se stessi, in modo da individuare i punti di forza e le risorse da attivare per approcciarsi al meglio alle difficoltà. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla a comprendere come perseguire questi obiettivi. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Limbo universitario
Apri domandaBuonasera Saverio, da ciò che narra, mi sembra di capire che si trovi in una fase di evoluzione di sè per cui il percorso di studi intrapreso non corrisponde alle sue aspirazioni più profonde, mentre vorrebbe seguire i "suoi sogni" che sembrano coincidere con la carriera musicale. Quindi, mi sembra che sia diviso tra due strade: una più concreta associata alla carriera universitaria legata anche al sostegno e all'approvazione dei suoi genitori, e un'altra, quella musicale, che sembra associata ad una dimensione ideale in cui lei sente che potrebbe autorealizzarsi, ma forse seguendola non avrebbe l'approvazione completa dei suoi. Pertanto sarebbe più solo nel perseguirla. Perciò, mi sembra che sia utile per lei, fare chiarezza su queste dinamiche, cercando di comprendere il peso e la funzione che ha l'approvazione ed il sostegno dei suoi genitori nella sua vita. Infatti, stando al suo racconto, mi sembra di capire che l'immagine di Saverio studente universitario sia associata all'approvazione genitoriale, mentre l'immagine di Saverio impegnato nella carriera musicale rappresenta un'aspetto di sè ancora inesplorato, una nuova possibilità di autorealizzazione personale che si sta affacciando dentro di sè. Cosa significa per lei seguire la carriera musicale o, al contrario, conseguire la laurea? Cosa si aspetta da queste due prospettive di vita molto diverse tra di loro? Cosa sta accadendo nella sua vita ora, al di là della questione universitaria che ha descritto? Come si sente? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi? Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Seduzione compulsiva
Apri domandaBuonasera Eleonora, da ciò che narra, mi sembra di capire che il suo "bisogno compulsivo di sedurre uomini" nasca da una dinamica competitiva con le altre donne ("vendicarmi dimio marito che chattava online con una donna") associata solo alla sua necessità di ricevere una conferma rispetto alla sua gradevolezza fisica ("quando ho l'impressione di averli conquistati non mi interessano più"). Come mai, secondo lei, sente la necessità di ricevere queste conferme relative alla sua gredevolezza fisica/seduttività? Come si autopercepisce dal punto di vista fisico/sessuale? Come si sente in generale, al di là del "bisogno compulsivo" che ha descritto? Lo stile "compulsivo" che ha descritto, in quali altre aree della sua vita si manifesta? Come va la relazione con suo marito e come mai secondo lei, lui ha avuto la necessità di "chattare on line con una donna"? Considerando che si definisce una "prof molto stimata", posso dedurre che abbia investito molto nella sua carriera e quindi nella parte professionale del suo sè, ponendo forse in sedìcondo piano la sua vita affettiva relazionale. Come mai, ora, la sua vita affettiva sembra volere emergere in modo prepotente ("la mia vita privata è ormai segnata") attraverso il sintomo del "bisogno compulsivo"? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Disturbi ossessivi
Apri domandaBuongiorno P91G, da ciò che narra, mi sembra di capire che il suo disagio richieda un'analisi approfondita e soprattutto vis a vis, quindi le sedute on-line potrebbero aiutarla nella fase iniziale, per inquadrare il problema, ma poi è consigliabile proseguire il lavoro in un setting individuale reale. Soprattutto perchè riferisce di aver avuto "esperienze deludenti con altri psicologici", elemento che suggerisce un'aspettativa pessimistica-fallimentare riguardo ad un eventuale lavoro psicologico. Quindi, se desidera "trovare quello giusto" è indispensabile che stabilisca un rapporto direttoe personale con lo psicologo e che possa percepire da ciò se sia effettivamente il professionista che fa al caso suo. Ci pensi. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Influenza di miei genitori
Apri domandaBuongiorno Valentina, leggendo il suo messaggio percepisco il suo affaticamento generato da una situazione in cui si sente oppressa e limitata nella sua libertà. Ciò che posso consigliarle è provare ad autoesplorarsi cercando di capire come si sente quando i suoi genitori le dicono "cose orrende" e quale dinamica viene innescata dentro di lei in seguito a ciò. Ossia, cosa significa per lei pensare di non ricevere più l'approvazione dei suoi genitori? Come si sente immaginando di trasgredire rispetto alle loro regole (ad esempio andare a "dormire" dal suo fidanzato). Infatti, le sensazioni coporee che ha descritto ("mi viene da vomitare...vengo assalita dall'ansia"), mi fanno supporre che dentro di lei ci sia un conflitto tra una parte del suo Sè che desidera conquistare più autonomia, e un'altra parte che invece vuole continuare a rispettare le regole dei suoi genitori. Quindi, se non sarà risolto questo suo conflitto interno, sarà difficile riuscire a gestire al meglio la relazione con i suoi genitori e fare in modo che loro accettino e apprezzino la nuova Valentina che desidera rendersi più autonoma da loro. Considerando che si tratta di un tentativo di acquisire un'autonomia affettiva (approfondire la relazione con il suo fidanzato), è probabile che i suoi genitori facciano fatica a lasciarla andare, perchè questo singificherebbe per loro riconoscere che è "ormai una donna adulta", mentre invece loro sono ancora focalizzati su una Valentina meno matura e sprattutto sono abituati alla "figlia modello". Quindi, forse oggi non riconoscono la Valentina che "lotta". Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ossessioni e pensieri strani
Apri domandaBuongiorno Anna, comprendo e condivido il suo malessere che, da ciò che narra, induce in lei una condizione di allarme costante che risulta intollerabile proprio perchè le impedisce di vivere la sua vita. Per risolvere efficacemente la situazione, può esserle utile richiedere una consulenza psicologica individuale che la aiuti a fare chiarezza sui meccanismi che sono all'origine di questa sua difficoltà a "staccarsi da alcuni componenti della famiglia più fragili" e comprendere come mai lei senta il dovere/necessità di assolvere a questo compito, se è possibile condividerlo con altri membri della sua famiglia. Inoltre, è importante capire cosa significhi "fragile", ossia come si esprime nel concreto questa condizione che ha descritto ed in che modo lei può aiutarli a superare questa fragilità considerando che percepisce anche lei un malessere ("disturbi ossessivi") che interferisce con la possibilità di sostenere al meglio i suoi familiari. Quindi, la prima cosa da fare è concentrarsi su Anna e comprendere come possa essere aiutuata a risolvere i "disturbi ossessivi" e a ristabilire un equilibrio psicofisico. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Conati invalidanti
Apri domandaBuongiorno Marianna, da ciò che narra, mi sembra di caire che il sintomo dei "conati" sia associabile ad un'instabilità del suo umore, considerando che "vanno a periodi" e concordo con lei quando afferma che potrebbero essere una manifesazione dell'ansia. Per risolvere il problema è necessario comprenderlo in modo più approfondito, ossia inquadrarlo nella sua vita più in generale in modo da capire come mai si manifesti e quale funzione esso svolga. Come si sente, a l di là del sintomo? Cosa si è modificato nella sua vita "qualche tempo fa", periodo in cui è esordito il sintomo? Consideri che questo, come altri sintomi di cui possiamo soffrire, svolgono la funzione di allarme rispetto ad una cndizione di malessere più generale di cui spesso siamo poco consapevoli. Quindi è importante dare acolto ai sintomi, perchè ci avvertono che qualcosa non va nella nostra vita, ci invitano a fermarci e a prenderci cura di noi. Pertanto sono un'occasione di crescita personale molto preziosa. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla a fare chiarezza su ciò e a restituirle la sua vita. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Non so più cosa fare
Apri domandaBuongiorno Antonio, leggendo il suo messaggio ho percepito il suo grande affaticamento ("sono giunto allo stremo"), nonostante la giovane età. Condizione che contrasta fortemente con l'impressione di sè che cerca di dare ai suoi colleghi ("spensierato"). Infatti, l'impossibilità di condividere il proprio malessere ed incontrare la comprensione di qualcuno, acuisce lo stesso malessere perchè ci si sente più soli e vulnerabili ("vedo il nulla"). Pertanto, la prima cosa da fare è ricercare un valido sostegno affettivo che possa aiutarla a ritrovare dentro di sè le cose per cui vale e per cui merita di essere apprezzato. Una consulenza psicolgica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
La paura della morte
Apri domandaBuongiorno Simona, Da ciò che scrive posso ipotizzare che la difficoltà nell'elaborazione di questi lutti ("credo di non aver mai accettato la perdita di queste persone") si sia associata ad un disturbo post traumatico da stress che le induce uno stato di attivazione costante ("non sono tranquilla...penso sempre al peggio"). È comprensibile che abbia queste difficoltà considerando l'investimento affettivo descritto sui familiari deceduti. Consideri che l'elaborazione del lutto è un percorso complesso e variabile da persona a persona. Quando diventa difficoltoso, come nel suo caso, è probabile che la morte della persona cara abbia attivato nuclei depressivi irrisolti in lei che le impediscono di elaborare la perdita. Come sta lei in generale? Che tipo di vita conduce? Non avendo altre info su di lei, tipo età anagrafica ecc., è difficile spingersi oltre nell'analisi della sua domanda. Ad ogni modo, è consigliabile intraprendere un percorso di psicoterapia individuale, qualora il suo malessere persista. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non riesco a comunicare come vorrei con i miei genitori riguardo ai miei sentimenti e a cosa provo.
Apri domandaBuongiorno Luca, considerato che i suoi genitori sono percepiti da lei come "fantastici" e pienamente rispettosi di ciò che lei desidera fare ("hanno sempre cercato di farmi fare quello che volevo"), credo che la difficoltà a manifestare ciò che prova ora sia riconducibile a qualcosa che teme possa accadere tra di voi nel momento in cui esporrebbe la questione. Come immagina che possano reagire loro qualora apprendessero delle sue difficoltà a Bologna? E cosa pensa che loro si aspettino da lei? In che modo pensa potrebbe esserle di aiuto avvicinarsi a casa cambiando sede universitaria? Inoltre, come si sente nel ruolo di studente universitario fuori sede, lontano da casa? Cosa significa per lei trovarsi lontano da casa e dai suoi? Come vede, per affrontar e risolvere efficamente la sua difficoltà è necessario fare maggiore chiarezza su se stesso, in modo da poter pendere poi la decisione più giusta per lei in questo momento momento della sua vita. Se desidera approndire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Quanto è importante la soddisfazione professionale?
Apri domandaBuongiorno Paola, Da ciò che narra, mi sembra di capire che il suo disagio rispetto alla realizzazione professionale possa essere stato attivato da una variazione nel modo in cui percepisce se stessa ora. Ossia, poiché è una dinamica conflittuale emersa già "da alcuni anni", posso ipotizzare che nella sua vita attuale sia accaduto qualcosa che ha reso più intollerabile la situazione. Come si sente, al di là del problema specifico che ha descritto? Come mai, ad esempio, oggi desidera "seguire le passioni", mentre ha costruito la sua vita professionale focalizzando l'attenzione su altri parametri ("impiego stabile")? Che aspettative nutre riguardo ad un eventuale cambio di lavoro orientato dalle passioni? Inoltre, come mai non ha potuto costruire la sua carriera lavorativa sulle passioni? Che significa per lei costruire una carriera seguendo le passioni e viceversa basandosi sulla stabilità economica? Da ciò che scrive, posso ipotizzare che seguire le passioni possa rappresentare per lei una dimensione ideale, quasi un sogno, un'strazione che difficilmente può conciliarsi con le richieste della realtà. Mentre, dal suo punto di vista, concentrarsi sul suo attuale lavoro le consentirebbe di soddisfare le "esigenze della sua famiglia" dal punto di vista pratico. Pertanto, decidere di seguire le passioni potrebbe significare per lei rischiare di sentirsi in colpa perché sta cercando di seguire una strada che ama, ma che potrebbe avere conseguenze negative dal punto di vista economico, per la sua famiglia. Quindi, è importante comprendere come mai fin'ora abbia deciso di mettere da parte le sue passioni e perché oggi questo sistema di vita sia messo in dubbio. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Transfert della mia compagna?
Apri domandaBuonasera Francesco, Comprendo il suo disagio per la situazione descritta, e credo che la prima cosa da fare, per affrontarla efficacemente, sia confrontarsi con sua moglie. Ossia, al di là dell'effettiva presenza del transfert, è importante che sia sua moglie ad esplicitare quali sentimenti prova per il medico e quale funzione svolga questa relazione nella sua vita. Consideri che questo, come altri tradimenti con dinamiche simili, possono svolgere una funzione di fuga/evasione per il partner coinvolto (cioè sua moglie) da una realtà quotidiana percepita come frustrante e rispetto alla quale non hanno ancora trovato strategie per affrontarla e risolverla. Nel caso di sua moglie, il trasferimento in una città più piccola, la cessazione del lavoro e i "problemi comportamentali" di vostro figlio, possono costituire degli elementi d'innesco nella scelta di evadere in una altra relazione affettiva. Pertanto, se sua moglie è propensa, può esservi utile una consulenza psicologica di coppia. In caso contrario, è consigliabile che lei richieda per sé una consulenza psicologica individuale, che la aiuti a capire cosa sia più opportuno fare per lei e per la coppia. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Si è separato, ma...
Apri domandaBuona sera Valentina, Credo che potrebbe esserle utile, al fine di risolvere la situazione, porsi una domanda apparentemente semplice: quale funzione svolge nella sua vita l'uomo descritto e la relazione con lui? Ossia, quali bisogni soddisfa mantenendo questo rapporto? E come mai, secondo lei, non riesce ad allontanarsi da lui? Quale tipo di legame interiore ha costruito con lui? Queste domande faciliteranno la sua autoesplorazione e quindi una maggiore autoconsapevolezza, elemento essenziale per poter prendere decisioni libere e congruenti con i suoi bisogni. Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Nausea inappenteza depressione
Apri domandaBuonasera Tiziana, Leggendo il suo messaggio percepisco la sua attivazione e malessere, che mi sembra possano collocarsi nella sfera psicologica, considerando che gli esami medici sono ok. Quindi si può muovere in questo modo: 1) richieda un'altra visita col dr che ha prescritto daparox ed esponga i sintomi che ha descritto qui, compresi gli incubi. 2) richieda una consulenza psicologica individuale che possa aiutarla a fare chiarezza su quanto le sta accadendo, e soprattutto, su come può fare a sentirsi meglio. Inoltre, la consulenza le potrà essere utile per l'interpretazione degli incubi che sono associati all'ansia di cui soffre ora e che possono fornire preziose informazioni per gestirla meglio. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Se una madre sbaglia e il bambino ne risente..
Apri domandaBuongiorno Giorgia, comprendo e condivido la sua preoccupazione e penso che lei possa provare ad utilizzarla in modo costruttivo confrontandosi con la madre del bambino. Ossia, può chiederle se è disponibile a confrontarsi con lei chiedendole innanzitutto come sta, come si sente sia come come donna che come madre. Infatti, solitamente, questi comportamenti di ipercontrollo vengono messi in atto quando ci si sente soli, quindi forse questa mamma è sola nell'accudimento del suo bambino, cioè il papà è poco presente affettivamente. Perciò la mamma manifesta la su ansia e frustrazione spostandola sul bambino. Se la madre vorrà conforntarsi con lei, può provare a chiederle come mai utilizzi questi stile di accudimento che è sicuramente associato a qualche sua forte paura nei confronti del bambino. Eviti, in ogni caso, di esprimere giudizi sull'operato della madre o cercare di darle consigli, ma si limiti ad approfondire la conoscenza di lei e di come la pensa in generale. Infine, ma non per importanza, come si sente lei mentre si trova a contatto con un bambino che viene sottoposto ad un simile controllo che sfiora anche l'ipostimolazione? Che effetto le fa tutto ciò? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non riesco a reagire
Apri domandaBuongiorno Riccardo, comprendo il suo malessere e penso che al momento, nonostante possa essere contrario alla sua inclinazione dinamica all'attività e al movimento, lei possa condersi una pausa rispetto a tutto ciò in cui è impegnato. Ossia, le può essere utile, concedersi un attimo di riflessione su quanto le sta accadendo cercando di riorganizzare le sue emozioni. Può facilitare questo percorso con alcune domande autoesplorative: 1. cosa significa per lei bloccare l'attività sportiva? 2. Quale immagine di sè associa all'attività sportiva e quali bisogni soddisfa attraverso di essa? 3. H avuto modo di capire di quale entità sia il "brutto male" diagnosticato a sua madre? E' infatti importante sapere questo, anche perchè, statisticamente, il tumore la seno è uno di quelli che si sconfigge di più, quindi c'è una buona aspettativa di sopravvivenza perchè le terapie sono molto mirate ed efficaci. 4. Può contare sul sotegno affettivo di amici e/o parenti? 5. A parte lo sport, ha qualche altra valvola di "sfogo"? Qualora al momento essa non ci fosse, è consigliabile che la trovi, ossia si impegni a cercare qualche altra attività di "sfogo" che possa sostituire, in qualche modo, lo sport. Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Fine della passione o della relazione?
Apri domandaBuongiorno Carmelo, da ciò che scrive, mi sembra di capire il la mancanza di "eccitazione" nei confronti della sua compagna si sia manifestata in concomitanza di due eventi: convivenza e tradimento. E' possibile che essi siano associati, ossia che il tradimento e il suo "interesse fisico" per altre ragazze, siano la mainifestazione di un suo disagio nei confronti di ciò che rappresenta la sua ragazza per lei. Cioè, la convivenza è un passo importante nella vita di coppia, sancisce in qualche misura, la stabilità affettiva ed il legame con il partner. Mentre, il tradimento rappresenta un elemento di rottura in questo processo evoltuvo della coppia e consente di rimanere nello status quo precedente, quindi costituisce una fuga da una situazione di maggiore coinvolgimento con il partner che si può creare convivendo. Quindi, per risolvere efficamente la sua situazione, è utile eplorare questi contenuti, perciò chiedersi se la convivenza è stata concordata da entrambi e cosa significa per ognuno dei due partner. Quali aspettative nutriva lei nel momento in cui ha deciso di convivere? Cosa significa per lei convivere? E' soddisfatto della convivenza? E' felice? Infine, come si sente lei, al di là della questione specifica descritta? Qualora volesse approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Nodo all’interno della mia gola.
Apri domandaBuonasera Roxana, Da ciò che scrive, mi sembra di capire che il "nodo" alla gola possa essere una manifestazione dell'ansia in generale e/o di un disagio psicologico più specifico attivato da eventi di vita accaduti in questo periodo. Non avendo altre info sulla sua vita, è difficile spiingersi oltre nell'analisi della sua domanda. Per risolvere efficacemente il sintomo, è opportuno, infatti, capire cosa sta succedendo nella sua vita, come si sente e di conseguenza, di quali risorse dispone per affrontarlo. Consideri che i sintomi raccontano molto di una persona, ma necessitano di un'accoglienza e comprensione che aiuti la persona a capire la loro "causa". Se è disponibile ad avvicinarsi al sintomo e a Roxana, una consulenza psicologica può aiutarla a risolvere il problema. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ansia attacco di panico ipocondria: come superarli?
Apri domandaBuongiorno Cla, leggendo il suo messaggio, colgo lo stato di ansia e preoccupazione circa la sua condizione psicofisica e la comprensibile necessità di risolverla al più presto. Per "uscirne" non è esclusivamente necessario assumere farmaci. Mi spiego meglio: innanzitutto è necessario stabilire se si tratti di attacchi di panico ed eventualmente se c'è un disturbo d'ansia associato. Fatto questo, si deve valutare se è necessario assumere farmaci o si può procedere con una psicoterapia che sia finalizzata a capire come si senta lei, come mai in qusto momento della sua vita l'ansia sia diventata più intollerabile e le abbia impedito di "partire per un viaggio". Quindi, capire come mai l'ansia abbia la necessità di trattenerla a casa e le imponga di non predere l'aereo. infine, rispetto alle "mestruazioni", bisogna capire se la dismenorrea (ciclo doloroso) di cui soffre sia associata anch'essa all'ansia oppure a disturbi organici (es. endometriosi, fibromi, infiammazione tube ecc.). Questo può appurarlo sottoponendosi ad una visita ginecologica. Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Depressione?
Apri domandaBuongiorno Rossana, comprendo e condivido il suo malessere che mi sembra sia originato, in primis, dal fatto che sia sola affettivamente nell'accudimento di suo figlio. Ossia non può avvalersi del sostegno e della protezione emotiva che rapppresetano aspetti essenziali nella costruzione dell'identità di ogni mamma. Infatti, da ciò che scrive, suo marito è assente emotivamente e, al momento, sembra non aver compreso le sue difficoltà, ma antepone ad esse "il quieto vivere". Conseguentemente, lei si trova in una posizione di fragilità emotiva che la espone alle "cattiverie" di sua suocera. Considerando il quadro descritto, è comprensibile che si senta "depressa" e che abbia "perso la voglia di fare tutto". Per risolvere la situazione, è innanzitutto essenziale che ristabilisca l'alleanza di coppia con suo marito, cioè che provi a rientrare in contatto emotivo con lui. Non avendo altre info a riguardo, non saprei darle consigli circa le modalità in cui realizzare ciò, perchè non so quali siano le risorse della coppia. Ad ogni modo, se la situazione dovesse diventare per lei insopportabile, le consiglio di richiedere una consulenza psicologica individuale che possa aiutarla a fare maggiore chiarezza sulla sua situazione e anche a ricostituire la sua famiglia insieme a suo marito e suo figlio. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Cosa mi consiglia per riprendere il mio sonno naturale?
Apri domandaBuongiorno Martina, da ciò che scrive, mi sembra che il suo disturbo del sonno sia la manifestazione di un'attivazione ansiosa più generale. Tale condizione sembra originata da una serie di eventi che preannunciano diversi cambiamenti nella sua vita: "lincenziamento" e "concorso pubblico". Come si sente rispetto a questi possibili cambiamenti di vita? Come sta al di là dell'insonnia descritta? Consideri che, se l'attivazione ansiosa non sarà risolta efficacemente, pur spostandosi in luoghi che ritiene più congeniali a sè ("vado a trovare i miei"), essa rimarra latente ed apparentemente in remissione, ma potrà esordire nuovamente nei momenti di maggiore stress psicofisico (es. cambi di lavoro). Pertanto, se desidera risolvere definitivamente il suo disturbo, è consigliabile prendersi cura anche di Martina, della sua vita, dei suoi bisogni e desideri. Questo spazio può trovarlo in una consulenza pscicologica individuale. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Problemi di coppia
Apri domandaBuongiorno Maria, Leggendo il suo testo, la prima cosa che ha colpito è che fin dall'inizio, sembra esserci nella coppia una difficoltà a sintonizzarsi rispetto a ciò che ognuno dei due desidera ("lui era entusiasta, io ho iniziato coi piedi di piombo", "ora mi dice che lui non mi vuole fissa a casa sua", "il mio desiderio di allungare i tempi di convivenza"). Ciò può significare che non è stato chiarito tra voi, il significato e la funzione che dovrebbe svolgere la convivenza nella vostra coppia. Pertanto, il consiglio che posso darle è in anzitutto fare chiarezza su ciò, in modo da stabilire insieme tempi e modi dell'eventuale convivenza. Inoltre, le possono essere utili alcune domande autoesplorative: quali sentimenti prova per lui? Come si immagina la convivenza? Nel racconto ha specificato le vostre età anagrafiche, quindi suppongo che esse abbiano un peso nella percezione che ha della relazione e riguardo a lui. Come si sente nel pensare che ci sia un divario di 30 tra di voi? Cosa significa per lei avere una relazione con un partner tanto più maturo di lei? È la sua prima esperienza o è già successo con altri partner? Come sta al di là della relazione descritta? Di cosa si occupa a Bari? Se desidera approfondire la questione, può contattarmi o scrivermi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Rapporto conflittuale madre-figlia
Apri domandaBuongiorno Chiara, da ciò che narra, mi sembra di capire che in parte, nella sua vita, si stia riproponendo il copione comportamentale di sua madre: "non ha mai avuto la possibilità di evadere" e lei "sono stata la figlia ubbidiente, esemplare, senza ribellarmi". Come se tra lei e sua madre ci fosse un'eredità da tramandare che prevede appunto il rispetto rigido dei dettami familiari. Poichè ha "già provato con la psicoterapia", immagino che avrà avuto modo di toccare questo nucleo affettivo e iniziare ad esplorarlo. Ha formulato qualche ipotesi a riguardo? Ossia, come mai secondo lei nella vostra famiglia le figure femminili devono osservare rigidamente le regole? E' lo stesso per le figure maschili? Come mai secondo lei le figure femminili non possono guadagnare una loro autonomia d'orientamento al di là della famiglia d'origine? Considerato che il percorso di psicoterapia che ha già svolto le è stato di aiuto "fino ad un certo punto", immagino che, come in tutti i setting terapeutici, lei ed il suo terapeuta siete arrivati al punto in cui potevate in quello specifico momento ed in quella specifica dinamica relazionale terapeuta-Chiara. Pertanto, se lei ora percepisce di avere una motivazione più forte ad autoesplorarsi e quindi risolvere le dinamiche conflittuali con sua madre, le consiglio di intraprendere un nuovo percorso di psicoterapia scegliendo un terapeuta che le ispiri fiducia, elemento essenziale nella riuscita del lavoro. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Dove sto sbagliando?
Apri domandaBuongiorno Chiara, da ciò che scrive, mi sembra di capire che lei abbia organizzato la sua vita intorno ad un principio di perfezione ideale ("ho sempre raggiunto il massimo", "principe azzurro") che, in quanto tale, è di difficile realizzazione e le induce una condizione di frustrazione costante. Inoltre, tale prospettiva ha contribuito ad allontanarla dagli altri percepiti come non perfetti e quindi "noiosi e banali". Pertanto, per costruire un'immagine di Chiara più sicura è indispensabile lavorare su questo nucleo, ossia consentire a Chiara di accettare le imperfezioni di sè e degli altri, in modo da percepirle come un elemento ineliminabile nella vita di tutti noi, una risorsa se considerato un limite con cui misurarci e quindi un'occasione per lavorare su noi stessi, non un difetto da condannare. Infatti, il vissuto di tensione che si associa alla sua idea di perfezione, induce in lei una condizione di attivazione eccessiva nel momento in cui affronta il "concorso" della sua vita. L'immagine di Chiara è identificata in modo rigido ed esclusivo con questo concorso ed il fallimento non è accettato. Questo pensiero, costituisce di per sè, un motivo di ansia perchè polarizza in modo esclusivo la sua attenzione su un unico obiettivo, privandola di una visione più ampia e articolata su Chiara, sui suoi bisogni e desideri. Da ciò che scrive, infatti, emerge un quadro di personalità in cui non c'è spazio per il piacere, inteso come gratificazione affettiva, ma la sua vita sembra ruotare solo attorno al dovere (studio, concorso). Come mai, secondo lei, Chiara non può condersi gratificazioni affettive? Consideri, che il nostro equilibrio mentale e quindi la sensazione di benessere psicofisico, si costruisce cercando di creare un equilibrio tra piacere e dovere. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Nuovo cammino ma ansia dei genitori
Apri domandaBuongiorno Francesco, Da quel che narra, mi sembra di capire che lei sia incline a proteggere i suoi genitori, necessità che forse sottende una sorta di sfiducia nei loro confronti. Ossia ritiene che loro non siano in grado di modulare autonomamente i loro stati emotivi, perciò lei si sente chiamato ad intervenire. Ciò evoca una dinamica in cui i vostri ruoli appaiono invertiti, quindi lei si trova ad essere il genitore nei confronti dei suoi percepiti come non in grado di gestire la loro ansia. Come mai, secondo lei, si è strutturata questa dinamica di controllo tra lei e i suoi genitori? Cosa teme possa accadere loro nel momento in cui la loro "ansia" non venisse gestita adeguatamente? E lei come si sente nel pensare questo? Consideri che, in linea più generale, se un individuo tende ad essere ansioso, qualsiasi cosa noi facciamo, la sua ansia si attiverà in ogni caso. Quindi, se i suoi genitori sono generalmente ansiosi, potrebbero soffrire di ansia per un altro ipotetico motivo futuro che è difficile da prevedere e/o controllare. Detto ciò, assumere questa prospettiva di pseudo protezione nei confronti dell'ansia dei suoi genitori rinunciando ai suoi progetti, può indurre in lei stesso ansia e frustrazione. Le è già successo in passato, di trovarsi in una situazione simile, che implica per lei la rinuncia a ciò che desidera per proteggere i suoi genitori? Infine, come si sente in questo momento particolare della sua vita? Se desidera approfondire la questione può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Problema nella relazione a distanza
Apri domandaBuongiorno Veruska, da ciò scrive, mi sembra di capire che la dinamica di controllo del suo compagno sia innescata proprio dalla vostra distanza fisica, spaziale e probabilmente lui è "geloso" proprio perchè non può avere il pieno controllo della situazione poichè siete distanti. Pertanto è possibile che le sue richieste di uno "spazio" per se stessa vengano percepite da lui come un ulteriore distanziamento affettivo tra di voi. Quindi la domanda è: come mai, al di là dei "problemi lavorativi", non potete concedervi una maggiore vicinanza e contatto affettivo, che potrebbe consentirvi di vivere e godere della vostra relazione? E' infatti contraddittorio l'atteggimento mostrato da lui: "non ha intenzione di trasferirisi" ma è "geloso", una posizione di ambivalenza che rende la vostra relazione poco soddisfacente affettivamente. Quindi, è importante che vi chiediate quale funzione possa svolgere nella vostra vita una relazione in cui manca il vissuto quotidiano e sembra che non ci sia la possibilità di fare un progetto di vita comune, poichè entrambi siete impegnati in altro ("non ha intenzione di trasferirsi" e "io pur volendo non posso trasferirmi da lui"). Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Dolore al petto e digrignamento denti
Apri domandaBuonasera Giulia, La sua domanda appare complessa poiché, come già ha intuito lei, connettendo "tutte le cose", ossia i sintomi che ha descritto, emerge un malessere psicofisico che merita un approfondimento medico e psicologico. 1) approfondire e risolvere la questione relativa all'amenorrea secondaria (assenza di mestruazioni) che in parte può determinare sintomi come "piangere spesso" e il calo del desiderio sessuale. Ha specificato che si allena 4 volte a settimana, circostanza che va indagata bene, nel senso che in alcuni casi l'attività fisica, se eccessiva per quel tipo di organismo, può concorrere a determinare l'amenorrea. 2) richiedere una consulenza psicologica individuale che la aiuti a capire come mai si manifesta il bruxismo che, come giustamente le ha detto il dentista, è associato all'ansia. Consideri, infatti, che funzioniamo in una dimensione psicofisica all'interno della quale sintomi fisici (es. amenorrea e bruxismo) sembrano apparentemente distaccati dalla sfera mentale-psicologica, ma in realtà rappresentano la manifestazione fisica di un disagio affettivo. Quest'ultimo, non avendo trovato altre strade per mostrarsi, spesso utilizza il nostro corpo per indicarci che qualcosa non va. Con l'aiuto di uno psicoterapeuta potrà capire le origini del suo malessere e da ciò trovare una soluzione per sentirsi meglio. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Distacco nipote e zia
Apri domandaBuonasera Annalisa, comprendo il suo disagio generato dalla "limitazione di tempo" nelle visite di sua nipote, circostanza che determinerà probabilmente una variazione nell'atteggiamento della bambina verso di lei. Ossia, il fatto che ora trascorre più tempo con la madre, modificherà la percezione che la bambina ha della madre che è più accessibile, ma questo non significa che "dimenticherà" ciò che ha condiviso con lei. Infatti, i bambini possono stabilire legami d'attaccamento singnificativi con coloro che se ne occupano (anche la zia, nel suo caso) e portarli dento di sè come esperienze affettivamente gratificanti. Quindi, anche se ora la bambina è meno presente a casa sua, l'immagine della zia è interiorizzata e costituisce un modello d'attaccamento significativo, considerato che se n'è occupata lei per diverso tempo e che era "affezionatissima". Pertanto, il vostro rapporto non è destinato ad "esaurirsi", ma a modificarsi nelle sua modalità, perchè l'equilibrio familiare della bambina è cambiato (la madre è a casa) e questo determinerà una variazione nei rapporti tra la bambina e la sua mamma che è la figura d'attaccamento principale. Ciò che può fare lei ora, è continuare a manifestare il suo affetto alla bambina e concordare con la madre delle visite, chiedendo sempre alla bambina una sua preferenza a riguardo. Come si è sentita lei quando ha appreso che la bambina sarebbe venuta da lei con minore frequenza? Come si sentiva mentre accudiva sua nipote e come si sente ora che ha meno contatti con lei? Che tipo di vita conduce, indipendentemente dalla questione specifica che ha descritto? Non avendo altre info su di lei, è difficile spingersi oltre nell'analisi della sua domanda. Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Problema familiare: Nipote con problemi non si fa aiutare.
Apri domandaBuonasera Sara, La soluzione alla sua domanda è già contenuta nel titolo che ha indicato: è un "problema familiare". Quindi, come tale, è prevedibile che sua nipote sia refrattaria a qualsiasi tipo di psicoterapia individuale, proprio perché i disagi manifestati dalla ragazza sono l'espressione di un disagio più ampio e profondo che ha origine nella famiglia, stando al suo racconto. Pertanto, la strategia più efficace in questi casi, è richiedere una terapia familiare che coinvolga tutti i componenti, compresi nonni e anche lei che è la zia in quanto riferimento affettivo. In questo modo, sua nipote, non si sentirà "giudicata" o ritenuta l'unica con disagi psicologici, proprio perché nella terapia familiare si riconosce la responsabilità di ogni membro nella determinazione delle dinamiche patologiche che si osservano nella famiglia. Quindi, ogni membro è chiamato ad offrire il suo contributo per fare funzionare meglio il sistema-famiglia. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Problemi ad arrivare all’orgasmo
Apri domandaBuonasera Anna, analizzando la descrizione del suo disagio, mi sembra di capire che il suo concetto di appagamento sessuale sia centrato su aspetti meramente fisici e che quindi non contempli la dimensione affettiva e psicologica, elementi essenziale nella determinazione di un'esperienza psicofisica tanto profonda ed articolata quale è quella che avviene in un rapporto sessuale. Pertanto, se ci ferma solo all'aspetto puramente fisico del rapporto sessuale, non si può comprendere la natura dell'atto stesso e quindi non è possibile analizzare e "spiegare" le dinamiche di cui ha parlato ("lui mi eccita tantissimo", "è una situazione parecchio frustrante"). Per fare chiarezza su di esse, è infatti necessario ampliare la prospettiva d'analisi e chiedersi, ad esempio, cosa intenda lei per "relazione senza impegno", la sua età angrafica e quella di lui, che posto e funzione svolge il sesso nella sua vita. Anche le altre relazioni in cui "arrivava sempre all'orgasmo" erano "senza impegno" oppure c'era un maggiore coinvolgimento? Come si sente in generale, al di là dello specifico disagio di cui ha parlato? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mi sento continuamente triste
Apri domandaBuonasera Alice, da ciò che narra, suppongo che "questi alti e bassi" possano essere riconducibili ad un disturbo dell'umore di cui va approfondita la natura, soprattutto perchè dalle sue parole si coglie una certa inclinazione all'autosvalutazione ("sono cosa da niente"). Credo, infatti, che sentirsi "avvilita" non possa essere ritenuta una "cosa da niente" e il primo passo che può fare lei per stare meglio è proprio concedere a se stessa la possibilità di riconoscere il malessere e prendersene cura. Non conoscendo la sua età anagrafica, è difficile esprimersi circa la sua ipotesi ("sarà l'età"), ma le posso confermare che alcuni disturbi possono essere acuiti in alcune fasi della vita, in concomitanza con una mutata percezione di sè che ha la persona quando si rende conto di avere una certa età in cui ci si attende che si raggiungano determinate tappe (esempio: costruire una famiglia, fare dei figli, raggiungere una posizione lavorativa soddisfacente ecc.). Come sta? Che tipo di vita conduce? Ha raggiunto gli obiettivi di vita che si era prefissata? Cosa intende per "volto non proprio simpatico" e che peso attribuisce ad esso nel raggiungimento della sua serenità? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Relazione extraconiugiale con un ragazzo più piccolo
Apri domandaBuonasera Giulio, leggendo il suo messaggio, mi sembra di capire che la sua situazione sentimentale presenti due aspetti di complessità: 1) Aver "sempre represso" la sua bisessualità può aver determinato una condizione di insoddisfazione affettiva proprio perchè si è imposto di rinunciare ad un aspetto di sè, inibizione che immagino venga simbolizzata dal termine "razionalità". Quindi, il "ragazzo" ventenne rappresenta, in un certo senso, l'appagamento di quella parte di sè a cui ha dovuto rinunciare, ossia il "cuore". 2) La questione relativa la tradimento: il tradimento, indipendentemente dall'orientamento sessuale, rapppresenta un momento di rottura, una via di fuga da qualcosa che viene percepito come intollerabile o frustrante nella relazione di coppia. Pertanto, se non si comprendono i meccanismi che lo alimentano, esso potrebbe verificarsi anche con il partner che si desidera di più, indipendentemente dal fatto che la relazione sia eterossessuale, omosessuale o bisessuale. Quindi, ciò che posso consigliarle è, in primis, comprendere come mai abbia "represso" la sua bisessualità, che funzione svolga nella sua vita la relazione con la sua compagna e quella con il ragazzo ventenne. Facendo chiarezza su questi ed altri aspetti della sua vita affettiva e relazionale, potrà decidere consapevolmente cosa sia meglio fare per lei coniugando "cuore e razionalità" in modo da risolvere efficacemente la posizione conflittuale che ha descritto e che le provoca, comprensibilmente, disagio e "paura". Una consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Sesso per sentirmi accettata
Apri domandaBuongiorno Mara, Da ciò che narra, immagino che la tendenza a stabilire "relazioni sessuali" sia già accaduta in passato, circostanza che induce in lei un atteggiamento tipo copione che la porta a reiterare la stessa scena, ossia conoscere ragazzi e stabilire un contatto esclusivamente sessuale. Per risolvere la situazione e concedersi la possibilità di conoscere l'altro anche al di là dell'area sessuale, è necessario chiedersi in primis come mai oggi percepisca come più intollerabile la situazione. Cosa è successo dentro di lei? Come sta? Inoltre, cosa intende, in generale, per sentirsi "accettata"? Che tipo di vita conduce al di là del disagio esposto qui? In che modo ricava l'apprezzamento di sé e degli altri negli altri ambiti della sua vita? Solo cercando di conoscere meglio Mara, sarà possibile risolvere la posizione conflittuale che ha descritto ("mi sento costretta da me stessa" vs "per rispetto di me stessa dovrei sparire"). Infatti, per potersi avvicinare all'altro trovando un equilibrio tra "sparire" e concedersi solo sessualmente, è essenziale avvicinarsi a Mara, ai suoi bisogni e alle sue necessità affettive che, al momento, sembrano soffocate da un comportamento ripetitivo che le sta facendo "solo del male". Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi? Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come superare un blocco emotivo?
Apri domandaBuongiorno Sofia, comprendo e condivido il suo disagio e penso che esso possa essere efficacemente affrontato e risolto, iniziando ad ascoltare quella parte di Sè che "sente la necessità di qualcuno sul quale poter contare". Per raggiungere ciò è essenziale capire come mai lei tema di "non essere all'altezza", quindi capire cosa la spaventi in una relazione sentimentale. Consideri, infatti, che se il nostro Io erge delle protezioni che ci tengono lontani da alcune situazioni, significa che si prefigura un pericolo da cui l'Io vuole preservarci. Pertanto, per superare la situazione di "blocco" che si genera, è essenziale comprendere il significato e la funzione del "blocco" e da lì iniziare a lavorare. Chiedendosi, ad esempio, cosa sia accaduto dentro e/o fuori di lei che la stia inducendo a mettere in discussione oggi un modus vivendi ("mi reputo una persona molto indipendente") che l'ha accompagnata per diversi anni. Come mai secondo lei questo approccio alla vita non funziona più? Come si sente nel pensare che a 25 anni non riesce ad "aprirsi in ambito affettivo"? Che effetto le fa questa immagine che ha tracciato di sè? che tipo di vita conduce? E' appagata in altre aree della sua vita (lavoro, studio ecc)? Come si immagina una relazione affettiva e quali aspettative nutre riguardo ad essa? Come vede, per potersi liberare da un "blocco" è necessario conoscerlo meglio ed utilizzarlo per avvicinarsi di più alla parte di noi che il "blocco" intende proteggere, costringendoci a rimanere in una situazione di stasi affettiva. Una consulenza psicologica può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Fobia sociale o disturbo evitante?
Apri domandaBuongiorno Emanuele, Il suo messaggio è molto denso e denota anche una buona capacità di introspezione che fin'ora però sembra essersi espressa solo in modo autoreferenziale, ossia non è riuscito a condividere con altri questi suoi vissuti, quindi non è stato possibile risolverli efficacemente. Per stare meglio ed evitare che il suo malessere possa assumere i contorni di una "fobia sociale", è consigliabile che si affidi ad uno psicoterapeuta con cui possa elaborare i vissuti qui esposti e lavorare sulla sua autostima. Ciò può aiutarla a non sentirsi più con "10 anni di meno degli altri". Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Problema con i genitori
Apri domandaBuongiorno Stefania, Da ciò che scrive, mi sembra di capire che sia difficile confrontarsi con i suoi poiché "sempre presi col lavoro". Quindi la sua ipotesi di "andare via di casa" sembra configurarsi quasi come una reazione/ribellione al fatto che loro siano poco vicini affettivamente e manifestino la loro presenza attraverso il controllo e la proibizione ("fanno di tutto per non farmelo vedere"). Quindi, qualora decidesse di fuggire di casa il senso di vuoto creato da questa situazione con i suoi la accompagnerebbe, impedendole di costruirsi una propria autonomia emotiva e perciò di vivere bene. Pertanto, è consigliabile che provi ad affrontare la situazione con i suoi. Se si rende conto che ciò sia difficile da fare da sola, può esserle utile richiedere una consulenza psicologica individuale che la aiuti a comunicare più efficacemente con loro. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Depressione, insicurezza, insoddisfazione
Apri domandaBuongiorno Mariapia, Leggendo il suo messaggio percepisco una marcata ed è incessante inclinazione all'azione che la induce ad impegnarsi costantemente in diverse attività (Asacom, ripetizioni, palestra). Come mai non può concedersi la possibilità di fermarsi per ponderare meglio la situazione in cui si trova ("sto anche iniziando a pentirmi")? Fermarsi può aiutarla a fare chiarezza su quanto ha fatto fin'ora e a comprendere in che modo sia meglio muoversi. Infatti, per realizzarsi e fare delle scelte efficacemente orientate nell'attuale mondo del lavoro, è essenziale sapere se esse corrispondano a ciò che desideriamo in modo che le energie psicofisiche che investiamo siano direzionate nel modo giusto e ci portino ad ottenere i risultati che vogliamo. Pertanto, credo che il disagio che percepisce ora possa essere l'occasione per affrontare l'ansia di cui soffre e superare la sua inclinazione all'autosvalutazione ("mi sento una sfigata" ecc), che, se non adeguatamente risolta, toglierà sempre luce e vigore agli obiettivi che realizzerà. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ragazza senza desideri in ambito sessuale
Apri domandaBuongiorno Michele, Comprendo il suo disagio poiché la soddisfazione sessuale rappresenta per la coppia una delle modalità più profonde per entrare in contatto emotivo con il partner. Quindi, se è motivato ad aiutare la sua ragazza e contemporaneamente anche la vostra coppia, può proporre alla sua ragazza di richiedere una consulenza psicologica accompagnandola. Magari sentendosi sostenuta da lei, può trovare la forza per aprirsi. Ad ogni modo, se desidera ricevere altre indicazioni su come muoversi, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Cybersex dipendenza? Cosa fare?
Apri domandaBuongiorno Mara, comprendo il suo disagio e concordo perfettamente con lei quando dice "quello che mi preoccupa è che questo possa continuare ad inficiare sulla nostra relazione". Ha centrato il punto della questione: Il cybersesso è infatti una nuova forma di dipendenza che implica l'isolamento di colui che lo pratica e l'allontamento emotivo dal partner. Per questo "non riece a venire": tutte le energie psicoficiche del suo compagno sono orientate verso un mondo virtuale che lo ha imprigionato in una dimensione sessuale lontana da quella reale. Pertanto, il primo consiglio che posso darle è evitare di essere il suo "controllore" attraverso l'impiego di password perchè questo atteggiamento può farlo sentire giudicato, "colpevolizzato" come ha già intuito lei e soprattutto non risolve la vostra situazione. Può muoversi in 3 modi: 1) Provare a confrontarsi con lui per cercare di capire insieme cosa lo induca a visitare siti porno, ossia da cosa fugge e come mai abbia la necessità di costruirsi un mondo virtuale distanziandosi da quello reale. Come percepisce il suo mondo reale? Come sta lui? Che tipo di relazione ha con lei e quali tipi di frustrazioni individuali e/o di coppia cerca di superare con il cybersesso. 2) Qualora si renda conto che confrontarsi con lui sia difficile, come è comprensibile che sia, può proporgli una consulenza di coppia: questa soluzione può essere utile perchè non lo colpevolizza in quanto consente di inquadrare il problema nell'ambito della coppia, in questo modo si può sentire accolto e rispettato nelle sue difficoltà. 3) Se lui rifiuta la terapia di coppia, può valutare la possibilità di richiedere una terapia individuale per lei stessa che la aiuti a capire in che modo muoversi. Nel frattempo può leggere un mio articolo pubblicato su questo sito che parla proprio di Cybersesso. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Confusione, lui è divorziato e ha 2 figlie dalla relazione precedente
Apri domandaBuongiorno Ambra, comprendo il suo malessere e credo che, da ciò che descrive, esso meriti di essere preso in considerazione in modo più approfondito. Infatti, mi sembra di capire che l'aver compreso che le due figlie del suo compagno hanno "doppia faccia" l'abbia indotta a percepire in modo diverso la relazione con lui, come se avesse realizzato di colpo che la vostra unione non corrisponde esattamente a ciò che desidera ("non potrò avere le cose che ho sempre sognato") e questa consapevolezza è fonte di frustrazione per lei ("mi fa stare molto male"), come è comprensibile che sia. Da ciò che scrive, mi sembra che su questo malessere sia mantenuto il riserbo, cioè non sia stato condiviso con il suo compagno. Se così fosse, il primo consiglio che posso darle per affrontare meglio la situazione, è provare a condividere i suoi "pensieri" con il suo compagno, manifestando a lui il suo disagio. Infatti, per superare efficacemente le frustrazioni che ha descritto (le figlie e la consapevolezza che non ci sarà un "matrimonio in chiesa") è indispensabile che venga attivata la vostra alleanza di coppia, elemento protettivo per la coppia, in quanto consente ai partner di rinforzarsi a vicenda e superare le difficoltà inevitabili della vita. E' felice col suo compagno? E' possibile, secondo lei, avviare questo confronto con lui? Qualora si renda conto che il confronto con lui risulti difficile da gestire per lei, è consigliabile richiedere una consulenza di coppia. Nel caso in cui, questa ultima possibilità non sia paraticabile, le consiglio di richiedere una consulenza individuale per lei stessa che la aiuti ad affrontare meglio la situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non posso perderlo, sto male
Apri domandaBuongiorno Marco, da ciò che scrive, percepisco una certa inclinazione all'autocritica e all'autosvalutazione ("se avessi lasciato prima il mio ex sarebbe tutto bello") che la induce ad attribuirsi una parte di responsabilità forse eccessiva nella relazione con il ragazzo conosciuto due anni fa ("penso sempre che sia tutta colpa mia"). Immagino che questo meccanismo si inneschi in lei anche in altre aree della sua vita e che si associ ad una certa difficoltà a gestire le attese più in generale ("è quasi una settimana che non ci sentiamo e io non so che fare"), ponendosi in una posizione di rassegnazione rispetto a ciò che l'altro deciderà ("mi ha chiesto un periodo di riflessione"). Come mai accade ciò secondo lei? Come mai tende a coprire con un velo di pessimismo una situazione che appare comunque aperta a risvolti positivi ("una possibilità di conoscerci e stare insieme c'è ancora")? Se desidera affrontare meglio questa situazione nello specifico e anche l'eventuale riavvicinamento con il ragazzo in modo da stabilire con lui una relazione soddisfacente e duratura, è indispensabile che utilizzi questo "periodo di riflessione" per prendersi cura di se stesso ed essere così preparato ad accogliere a pieno l'altro nella sua vita. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Essere definito "strana " o "mattoa" mi condiziona la vita
Apri domandaBuongiorno Elena, del suo messaggio mi ha colpito il fatto che, dopo la dettagliata descrizione circa il modo in cui gli altri la percepiscono, ha introdotto un'informazione relativa alla sua vita familiare-relazionale ("orfana di madre e sono cresciuta con un padre anziano"), come se volesse tracciare una connessione tra il suo essere "strana" e la mancanza di una figura materna. Che tipo di associazione si può fare secondo lei? Come ha vissuto l'assenza della figura materna nella sua vita? In che modo crede possa aver influito sulla sua struttura di personalità l'impostazione educativa di suo padre ("genitore premuroso, ma anche all'antica e severo")? Poichè afferma "Penso che se mi confidassi a qualcuno sembrerei davvero strana", immagino che non sia abituata e/o incline a confrontarsi con gli altri circa i suoi stati d'animo, circostanza questa che incrementa la sua autopercezione di "strana" proprio perchè non può avere un feedback dall'altro ed inoltre acuisce il suo senso di estraniamento e difficoltà a relazionarsi con l'altro ("ho più difficoltà a trovare un ragazzo che mi accetti a tutto tondo"). Se desidera fare maggiore chiarezza sulla sua situazione e fare in modo che alla sua età anagrafica ("sono una donna adulta ormai") corrisponda anche un'autopercezione di sè buona e soddisfacente, le può essere utile una consulenza psicologica individuale. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ho davvero bisogno di un supporto psicologico?
Apri domandaBuonasera Eleonora, da ciò che scrive, mi sembra di capire che si trovi in una condizione di sovraccarico psicofisico ("non sono libera di prendere nessun tipo di pausa") che può indurre una situazione di stress. Conseguentemente, quando il nostro organismo percepisce lo stress, può accadere che reagisca allentando la presa, ossia ridurre o annullare l'investimento emotivo e fisico verso ciò che produce stress ("mi rendo conto di non avere più un obiettivo"). Quindi è come se il suo corpo avesse bisogno di una pausa che però non è "libera" di prendersi ed inoltre, porta sulle spalle la responsabilità del ristorante ("se io non ci sono il ristorante è chiuso"), circostanza che può costituire una fonte di stress di per sè, perchè è come se fosse sola e per giunta non può fallire. Pertanto, stando alle sue parole, mi sembra che il ristorante non rappresenti per lei una fonte di gratificazione o piacere, ma piuttosto una frustrazione. Ciò che posso consigliarle è provare a fare chiarezza su questi aspetti cercando di capire come mai il suo malessere si è manifestato da un anno, cosa è successo in quel periodo dentro e fuori di lei che possa aver innescato il suo disagio. Inoltre, mi sembra che tenda ad attribuirsi una notevole quota di responsabilità sia rispetto al suo compagno che nel contesto del ristorante, qundi tenda ad autocolpevolizzarsi. Se così fosse, un supporto psicologico potrebbe aiutarla ad accogliere Eleonora, concederle una pausa per caire cosa le sta succedendo e poi decidere cosa fare. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Autolesionismo, perché?
Apri domandaBuongiorno Esse, comprendo e condivido il suo malessere soprattutto perchè l'autolesionismo è attivato e rinforzato da una parte sadomasochista del Sè che impone alla persona di soffrire quasi fino al punto di morire ("ideazioni suicidarie"). Quindi, se non viene compreso il motivo di ciò, è molto difficile che questi sintomi vadano in remissione spontanemente, ossia si risolvano per effetto della maturazione o del tempo che è passato. Come infatti, ha già avuto modo di constatare, nel momento in cui la persona è sottoposta ad un maggiore stress e frustrazione, i sintomi autolesionistici ricompaiono e si acuiscono soprattutto quando si percepisce il pericolo e/o si concretizza effettivamente la perdita di una persona cara ("il ragazzo mi ha lasciata"). Pertanto, se vuole risolvere in modo definitivo il suo problema, è indispensabile richiedere una consulenza psicologica individuale che la orienti sul da farsi e che soprattutto la aiuti a non aver "paura" di se stessa, elemento che rappresenta di per sè motivo di tensione e malessere. Può esserle, invece, utile pensare che è possibile stare meglio se vorrà affidarsi ad uno psicoterapeuta. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Inadeguata, non mi apprezza per quella che sono
Apri domandaBuongiorno Melania, Comprendo il suo disagio e anche la sua difficoltà a risolvere la situazione proprio perché forse una parte di lei ha accettato la svalutazione di suo marito. Per affrontare al meglio la questione e continuare ad amare suo marito essendone però rispettata, può iniziare compiendo un primo atto di rispetto verso sé stessa. Cioè iniziare a prendersi cura di Melania e poi della vostra coppia. Può agire in due modi: 1) richiedere una consulenza psicologica individuale che la aiuti a fare maggiore chiarezza su di lei 2) richiedere una terapia di coppia finalizzata a comunicare più efficacemente con suo marito. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Fuori luogo in ogni situazione
Apri domandaBuonasera Andrea, volendo trovare un qualcosa su cui "sbaglia", termine che posso intendere come una sorta di mancanza verso sé stesso, direi che ne posso individuare alcune: 1) "vorrei solo essere ignorato", immagino che con questa frase intenda il desiderio di evitare eventuali fastidi e/o preoccupazioni ai suoi cari, rinunciando a condividere il suo malessere con qualcuno, circostanza questa che incrementa il suo senso di solitudine e disagio 2) occuparsi dell"ideazione suicidaria, ossia mi sembra che tenda a sottovalutare questo aspetto del suo malessere, mentre esso merita un'attenta analisi e comprensione anche perché è strettamente connesso al senso di "inadeguatezza e depressione" di cui parla. Pertanto, se desidera uscire dal "limbo", può iniziare richiedendo una consulenza psicologica individuale che la aiuterà ad affrontare e risolvere efficacemente la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
La mia ragazza non si lubrifica
Apri domandaBuonasera Alessandra, Da ciò che narra, mi sembra che la vostra relazione sentimentale sia focalizzata in modo quasi esclusivo sull'area sessuale che rappresenta, indubbiamente, un elemento di soddisfazione e unione relazionale, ma per svolgere a pieno queste funzioni deve associarsi ad altro. Per altro intendo ad esempio: disposizione ad entrare in comunicazione verbale ed emotiva con il partner, condivisione di interessi comuni e attività, possibilità di concedersi uno spazio individuale al di là della coppia. Pertanto è importante ampliare il campo d'analisi per cercare di capire come mai l'area sessuale non sia più soddisfacente come prima. Quindi chiedersi come sta lei, come sta la sua compagna e che aspettative reciproche abbiate circa la relazione. Al di là del problema specifico che ha descritto, come va la relazione con lei? È felice? Cosa intende per "entrare in paranoia" e "entrare in crisi"? Quindi, se desidera risolvere la situazione, può esserle ed esservi utile avvicinarvi in modo che possiate comprendervi meglio. Non avendo altre informazioni a disposizione (es. età anagrafica, stile di vita ecc.), è difficile spingermi oltre nell'analisi della sua domanda. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
A scuola come anticipatario
Apri domandaBuongiorno Eloisa, Concordo con la collega circa la necessità di valutare con accuratezza un eventuale anticipo di suo figlio alla scuola primaria e aggiungo alcuni spunti di riflessione. Consideri che in età evolutiva le difficoltà legate ai processi di socializzazione con i coetanei, sono molto comuni. Quindi, come nel caso di suo figlio, può essere più utile alla sua maturazione emotiva e relazionale, affrontare invece le attuali difficoltà che prova con i coetanei, sostenerlo ed incoraggiarlo a trovare strategie alternative nella gestione di questo disagio. Al contrario, appoggiare la sua richiesta di allontanarsi da un contesto percepito come frustrante, potrebbe acuire le sue difficoltà relazionali in quanto si configurerebbe come una via di fuga. Come mai mette in dubbio le capacità di suo figlio nel gestire e superare le sue difficoltà con i coetanei, ipotizzando l'anticipo alla scuola primaria? Come percepisce suo figlio a livello emotivo e relazionale più in generale? Cosa rappresenta per lei la scuola ed un eventuale anticipo? Come è stato vissuto l'asilo da lei e da suo figlio? Infine, come sta lei e come si sente nel ruolo di madre? Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ansia e panico, come affrontare la situazione?
Apri domandaBuongiorno Filippo, Da ciò che narra, l'episodio, pur essendo "isolato", rappresenta la manifestazione di un disagio più profondo che non ha ancora trovato un'accoglienza e comprensione. Quindi, per ritornare a stare bene, è essenziale capire cosa sia accaduto dentro e/o fuori di lei " da circa 3 mesi". Come sta? Come si sente al di là dell'episodio che ha descritto? Che tipo di vita conduce? Consideri che per risolvere efficacemente il suo disagio è necessario inquadrarlo nella sua vita in modo da comprendere che funzione esso svolga e di quali risorse lei disponga per superarlo. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ho lasciato una persona che amo ancora e sono a pezzi
Apri domandaBuongiorno Gianfranco, Comprendo il suo malessere e posso ipotizzare che esso sia acuito anche da due cose: 1) la sua inclinazione a soffermarsi sulle cose e riflettere nonostante abbia già preso una decisione ("sono assalito dai dubbi"), propensione che forse può essere ricondotta a tratti ossessivi di personalità. Ciò le impedisce di prendere decisioni nette, contrariamente alla sua ex compagna. 2) sbilanciamento della relazione: la sua compagna viene descritta come più abbiente (guadagna molto) e anche aggressiva ("alzava le mani"), mentre lei non ha "mai reagito". Questo sbilanciamento ha determinato nel tempo una progressiva incomprensione tra di voi e quindi un allontanamento emotivo manifestatosi anche attraverso l'insoddisfazione sessuale ("sesso sporadico e insoddisfacente"). Pertanto, ciò che può fare lei ora è cercare di concedersi uno spazio per lei in cui possa comprendere come mai abbia accettato i comportamenti aggressivi che ha descritto e cosa la induca ora a desiderare di riavere accanto una donna che ha descritto come "incapace di ragionare". Solo comprendendo questi meccanismi, potrà stabilire una relazione di coppia soddisfacente con lei o eventualmente con un altra donna. Una consulenza psicologica individuale può esserle d'aiuto in questo percorso. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Genitori ed omosessualità. Come farmi accettare?
Apri domandaBuongiorno Chiara, leggendo il suo messaggio apparentemente sintetico, ho percepito subito il suo malessere legato alla profondità della questione che ha esposto. Consideri che per i genitori apprendere la notizia che un figlio sia omosessuale, può rappresentare una condizione paragonabile a quella in cui si elabora un lutto. Ossia, i suoi genitori devono fare i conti con un'immagine di Chiara che non corrisponde a ciò che si aspettavano, quindi devono rinunciare a quella Chiara che si erano immaginati di vedere. Pertanto, hanno bisogno di tempo per rielaborare la perdita di quella Chiara che non c'è. Inoltre, da ciò che scrive, mi sembra di capire che lei, come è comprensibile che sia, tenga molto alla loro approvazione e che non vorrebbe deluderli. Ma d'altrocanto percepisce che la sua strada diverga da quella indicata da loro. Ciò determina dentro di lei una condizione conflittuale che vede due poli opposti: disapprovazione dei genitori e desiderio di autorealizzarsi. Pertanto, ciò che può fare lei ora in concreto è questo: 1) cercare di lavorare sulla sua "paura" in modo che si senta di libera di esprimere ciò che sente 2) evitare di fare pressioni ai suoi, ma lasciare loro il tempo per accettare la cosa. Consideri, in ogni caso, che il grosso del lavoro spetta a lei, cioè Chiara è la prima persona chiamata ad accettarsi così com'è. Quando accadrà questo, tutte le persone significative per lei, la accetteranno anche se con tempi diversi. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Ansia e Università: come gestire i momenti di crisi?
Apri domandaBuongiorno Maria Chiara, Comprendo il suo malessere e anche la necessità di ricevere qui eventuali indicazioni su come gestire l'ansia e anche l'ansia da esame. Consideri però, che pur essendoci svariate tecniche per la gestione dell'ansia, lo strumento che risulta essere più efficace in questo lavoro è la persona stessa, ossia attivare le risorse che ognuno di noi ha per modulare l'attivazione ansiosa in base alle circostanze e ai diversi stati d'animo ad essa associati. Quindi, per risolvere efficacemente il problema, è necessario un programma di gestione dell'ansia specifico per quella persona. Esso si può ricavare nel contesto di una consulenza psicologica individuale che la aiuti a capire come si sente in generale, cosa significa per lei l'università e la situazione d'esame in generale, cosa accade dentro e/o fuori di lei nel caso in cui non superi l'esame, di quali risorse emotive dispone per superare questa fase della sua vita ecc. Poichè nel suo Ateneo, le liste d'attesa sono "infinite", può provare a rivolgersi ad un consultorio della sua zona o in alternativa ad uno psicoterapeuta privato. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Reazione a diagnosi tumorale
Apri domandaBuongiorno Tiziana, comprendo la sua difficoltà nel rapportarsi a sua suocera anche perchè, nonostante non abbia appreso "la natura" del tumore, quindi l'eventuale stadio di sviluppo e le possibilità di cura, una diagnosi di questo tipo destabilizza comunque. Pertanto, le reazioni apparentemente "inocntrollate", sono in realtà la manifestazione del profondo disagio e paura che sta vivendo sua suocera. Consideri inoltre, che apprendere una diagnosi di questo tipo, modifica radicalmente la prospettiva che si assume rispetto alla vita in generale, ecco perchè sua suocera sembra sminuire i problemi altrui ritenuti "inutili". Ciò che può fare lei per aiutare in primis se stessa e poi sua suocera è questo: 1) provare a soffermarsi sulle sensazioni che le induce l'idea che sua suocera abbia un tumore, come vive la cosa e soprattutto se è possibile condividerlo con suo marito, in modo da sentirsi meno sola in questa situazione e magari concordare con lui una strategia relazionale che vi aiuti a gestire insieme il tutto. 2) ambito lavorativo: immagino che sia difficile, ma qualora dovesse accadere nuovamente che sua suocera "tratti male" i colleghi, è consigliabile che lei non la giustifichi ulteriormente, ma può rimandare a loro la necessità di chiedere direttamente a lei quali difficoltà abbia in questo momento e come mai reagisca così. Infine, cosa apparentemente scontata, ma di fondamentale importanza, attendere la diagnosi aggiornata sul tumore, in modo da capire cosa sia più oppotuno fare. Non avendo altre info su di lei e su sua suocera, è difficole proseguire oltre nell'analisi della sua domanda. Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Sono in crisi
Apri domandaBuongiorno A., da ciò che narra, credo che sia plausibile approfondire l'ipotesi avanzata dal suo medico circa un eventuale "preoccupazione" da cui possano avere origine le somatizzazioni ("sono spassata, non dormo, ho un continuo peso sullo stomaco") e la vulnerabilità emotiva ("mi fa male tutto quello che mi viene detto e sul lavoro a volte ho degli attacchi d'ira") che ha descritto. Quindi, concordo con lei quando afferma che sia un "problema mentale" che determina uno stato di malessere generale di cui va approfondita la natura. Un primo passo che può fare per cercare di "migliorare le cose" è proseguire l'analisi di questo "problema mentale" che ha esposto qui, esplorarlo e provare ad avvicinarsi a A., come sta, è soddisfatta, come mai ha accettato di farsi "carico di tutto"? Come si sente nel trovarsi a mettere in secondo piano le sue "passioni" e di conseguenza A.? Pertanto, se desidera risolvere definitivamente la sua situazione, le può essere utile richiedere una consulenza psicologica individuale che la aiuti a capire come si sente e ciò di cui ha bisogno per tornare a stare bene, al di là di un eventuale diagnosi di "depressione" o altro. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ho paura ad attraversare la strada
Apri domandaBuonasera Andrea, Comprendo e condivido il suo malessere e mi dispiace apprendere che si sia già rivolta a tre psicologi senza esito positivo. Da ciò che narra, mi sembra di capire che la sua difficoltà ad attraversare sia stata acuita dalla consapevolezza che sia sola ("non mi sono sposata" e la morte di sua madre che era l'unica ad infonderle sicurezza), e dalla conseguente sensazione di insicurezza. Quindi, se desidera risolvere efficacemente il problema dell'attraversamento e riacquisire la sua "solarità ed indipendenza", può rivolgersi ad uno psicoterapeuta che la aiuti a capire cosa sia meglio fare per lei in questo momento della sua vita. Infatti, anche se la fase del ciclo vitale in cui si trova implica degli inevitabili "acciacchi", ciò non significa che lei debba soccombere a questa condizione e che non possa migliorare la sua qualità della vita, anche perché mi sembra che sia dotata di buone risorse ("laurea, lavoro, amici"ecc) per perseguire ciò. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non ho mai fatto e non riesco a fare sesso
Apri domandaBuonasera Mario, Dal suo racconto sembra emergere una difficoltà a sintonizzarsi emotivamente con il partner. Ossia, il non riuscire ad avere un rapporto sessuale completo con le diverse partner, può indicare timori e paure ad avvicinarsi all'altro sia a livello fisico che affettivo, aspetto che ha infatti descritto (" non saper gestire le relazioni"). È come se fosse rimasto bloccato ad una fase dello sviluppo psicosessuale nella quale predominano esigenze più individuali ("masturbazione"), che di condivisione del piacere con l'altro, da cui perciò mantiene una distanza. Quindi, per risolvere la situazione è essenziale fare chiarezza su alcuni punti: 1) quali significati attribuisce al sesso in generale e in che modo è stato inteso nella sua famiglia. 2) come si sente nel momento in cui la sua partner tenta un approccio sessuale con lei o lo propone, ossia quali emozioni avverte pensando a questa eventualità?Quale sensazione le impone di mantenere questa distanza con la partner? Inoltre, come si sente al di là della difficoltà descritta? È soddisfatto della sua vita più in generale? Se desidera risolvere efficacemente la sua situazione, una consulenza psicologica può esserle utile. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
senso di colpa
Apri domandaBuonasera Francesca, Mi sembra che il suo messaggio lasci trasparire alcuni aspetti importanti della sua condizione emotiva attuale: 1) una sensazione di solitudine ("in casa mia non c'è dialogo") e anche rabbia nei confronti di sua madre a cui attribuisce la "colpa" dei suoi "fallimenti". 2) sensazione di distanziamento da suo padre che vede raramente ma a cui si sente molto "simile e legata" e che vorrebbe aiutare economicamente, desiderio frustrato in questo momento della sua vita. 3) i soldi sono intesi come "un peso" che crea distanza affettiva con gli altri, una sorta di condanna a cui sembra non riuscire a sottrarsi. Pertanto, credo che il disagio da lei descritto, sia invece degno di approfondimento e non "futile" proprio perché rappresenta oggi la manifestazione di un suo malessere più profondo che, come ha già intuito lei, non può risolversi con "lavori o beneficienza". Ma va accuratamente analizzato e compreso anche perché sembra associarsi ad una tendenza all'autosvalutazione ("mi sento inutile e insoddisfatta") più ampia e profonda. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani ("Roma")....
Non voglio figli, lui sì
Apri domandaBuongiorno Cri, Il suo messaggio denota una profonda sensibilità rispetto al problema e anche abilità d'analisi di sé e dell'altro. La posizione conflittuale che ha descritto ("non riesco ad arrivare ad una decisione serena") suggerisce che ci sono nuclei irrisolti relativi all'immagine di donna-mamma , ossia difficoltà ad identificarsi e quindi realizzare questo aspetto procreativo della femminilità. È come se esso fosse stato rigidamente escluso dalla gamma di possibilità esistenziali che lei immagina per sé. Quidi, per risolvere efficacemente la sua situazione, è necessario comprendere come mai sia accaduto ciò. Perciò esplorare il rapporto che ha avuto con sua madre, primo modello di identificazione con la donna-mamma. Come mai il suo Io vuole privare lei di questo tipo di esperienza? Come si è sentita quando era bambina? Infatti, mettere al mondo un figlio o semplicemente contemplare questa possibilità, attiva anche la parte infantile di noi, i ricordi e i vissuti legati alla nostra infanzia. Quindi, se desidera capire come mai ora avverta questi vissuti contrastanti è importante esplorare questa area affettiva. Avendo fatto chiarezza su di essa, potrà acquisire la serenità e libertà decisionale che le consentirà di fare ciò che è più giusto per lei in questo momento della sua vita e non perché spinta dal senso di "colpa" attivato dalle aspettative dell'altro. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come posso aiutare a mantenere il nostro rapporto?
Apri domandaBuonasera Giuseppe, comprendo il suo disagio e, da ciò che narra, mi sembra di capire che il malessere di sua moglie presenti aspetti che vanno anche al di à della vostra relazione. Ossia, la decisione di effettuare un intervento di chirurgia estetica perchè "non si piaceva più fisicamente", mi fa supporre che sua moglie nutra nei confronti di se stessa un vissuto di insicurezza ed inadeguatezza profondo che poi si manifesta anche nella vostra relazione. E' ragionevole supporre che, la focalizzazione su aspetti eminentemente estetici, possa indurre in lei una sensazione di malessere, poichè cercare di ricavare la propria autostima e sicurezza personale solo attraverso un presunto miglioramento fisico, la espone al disagio dal momento che l'insicurezza ha radici più profonde che vanno al di là delle "labbra" o del seno rifatto. Infatti, la diagnosi di una depressione post-partum e il malessere che riferisce lei stessa oggi, fa intuire che non abbia risolto le sue difficoltà, le quali meritano un'attenta analisi, al di là di un eventuale diagnosi ("disturbo di personalità"). Pertanto, ciò che può fare lei in concreto è proporre a sua moglie una terapia di coppia finalizzata a capire come state in coppia e in che modo sia opportuno muoversi per stare meglio. Qualora sua moglie si rifiutasse, è consigliabile che richieda una consulenza psicolgica individuale per lei stesso, affinchè possa essere aiutato a capire cosa sia megio fare per lei. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non riesco ad essere felice
Apri domandaBuongiorno Valeria, leggendo il suo sintetico messaggio, ho percepito che la sua frase: "faccio tutto per gli altri e poco per me stessa", si sia concretizzata anche mentre ha utilizzato questo spazio. Ossia, sembra che abbia scritto di getto e che non si sia potuta concedere un maggiore lasso di tempo per descrivere in modo più accurato e dettagliato la sua condizione emotiva. Pertanto, per cercare di stare meglio e prendersi cura di sè, la prima cosa che può fare è innanzitutto cercare di ampliare il tempo che dedica a se stessa, proprio a partire da questo messaggio. Quindi, iniziare ad estendere la sua autonalisi, cominciare a fermarsi su se stessa. Come mai Valeria viene sempre dopo degli altri? Consideri che per ottenere la giusta considerazione ed attenzione dall'altro, è fondamentale che sia proprio Valeria a ritenere importante come sta Valeria e ciò di cui ha bisogno. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla a prendersi cura di Valeria e da lì partire per ritornare a stare bene. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Cuore diviso a meta'
Apri domandaBuonasera Elena, Leggendo il suo messaggio mi pare di capire che il coinvolgimento affettivo con il suo "amante" sia rinforzato dal fatto che riconosca in lui il suo "stesso carattere". Quindi, una sorta di rispecchiamento in lui che le ha consentito, forse, di entrare in maggiore contatto con questa parte del suo carattere, la quale sembra, invece, inibita nella relazione con suo marito. Pertanto, per uscire dall' empasse in cui si trova, può esserle utile fermarsi a riflettere su questa parte del suo carattere che emerge solo con il suo "amante". Come mai ha preferito inibirla fin'ora? Cosa teme qualora questa parte possa essere lasciata libera di esprimersi? Come sta al di là della specifica situazione che ha descritto? Una consulenza psicologica individuale può aiutarla a fare chiarezza su questo punti e conseguentemente a decidere cosa sia meglio fare per lei. Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
È giusto tagliare i ponti con mia madre?
Apri domandaBuonasera Serena, Considerando la complessità della questione che ha descritto, temo che un "consulto veloce", in questo spazio o in studio, non sia sufficiente per risolvere la sua situazione. Infatti, da ciò che narra, mi pare di capire che il concetto del "perdono" verso sua madre e verso sé stessa, risieda più nella sfera razionale e non in quella emotiva. Ossia, mi sembra che lei sia consapevole a livello razionale dell'utilità del perdono, ma che il processo non si sia realizzato completamente, che non pervade la sua vita emotiva fino in fondo. Perciò, sembra adoperare ora un meccanismo di distanziamento emotivo e anche fisico rispetto a sua madre ("costruire un muro tra me e lei"). Poiché ha già fatto un percorso di psicoterapia, credo possa comprendermi quando le dico che, pur allontanandosi fisicamente o emotivamente da sua madre, i nuclei irrisolti della vostra relazione, essendo dentro di lei, la accompagneranno dovunque vada, impedendole di essere libera e serena. Quindi, se desidera risolvere definitivamente la questione, può esserle utile riprendere il percorso di psicoterapia con l'obiettivo di sciogliere i "blocchi" relativi a sua madre. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come fare quando la depressione non è la causa ma la conseguenza di una situazione effettiva?
Apri domandaBuongiorno Laura, leggendo il suo messaggio ho percepito un grande vissuto di rabbia per ciò che le è successo, che immagino sia molto sgradevole e fonte di malumore. Detto ciò, mi preme precisare, innanzitutto, che anche in casi come il suo, in cui la vita pone ostacoli e difficoltà ardue, le risorse psicofisiche di ognuno di noi possono sempre essere attivate. Ossia, il nostro cervello è strutturato in modo tale che possa costruire e interpretare ciò che accade fuori e dentro di noi, quindi grazie a questo potere, è stato dimostrato che, anche di fronte agli eventi più traumatici, molte persone si mostrano resilienti, ossia in grado di reagire in modo positivo alle difficoltà. Pertanto, credo che, anche nel suo caso, si possa lavorare in questa direzione, ossia aiutarla ad attivare le energie pasicofiche di cui dispone, che al momento sembrano inibite, e da ciò iniziare a reagire in modo positivo e produttivo agli eventi di vita negativi. Immagino che possa essere difficile entrare nell'ottica di questo discorso, forse perchè ha un'idea di psicoterapia associata all"accettare" passivamente ciò che ci è capitato nella vita. Il lavoro di psicoterapia consiste, invece, nell'aiutare la persona a concentrarsi in modo proattivo e positivo su se stessa attribuendo il giusto peso agli eventi di vita accaduti, ossia non accettandoli passivamente, ma comprendendone il senso, la dinamica in un'ottica più globale e complessa. Una consulenza psicologica individuale può sicuramente aiutarla a fare charezza su questi aspetti. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ansia, amore, stress
Apri domandaBuongiorno Martina, da ciò che narra, mi sembra di capire che la "fine della relazione" sentimentale avvenuta da poco, abbia riattivato nuclei irrisolti legati all'ansia. Questo è un meccanismo del tutto comprensibile soprattutto perchè era una relazione molto significativa ("andava avanti da anni"), e il sintomo di depersonalizzazione ("sensazione come se fossi perennemente fuori dal mio corpo") assolve forse la funzione di allontanamento dell'Io da circostanze di vita percepite come frustranti. Pertanto, è consigliabile che lei richieda nuovamente una consulenza psicologica individuale che la aiuti a superare questa fase della sua vita e, soprattutto, a risolvere definitivamente i nuclei problematici che si attivano in condizioni di forte stress psicofisico, come quello che sta vivendo ora. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Potrebbe essere un problema in gravidanza?
Apri domandaBuongiorno Laura, dal suo messaggio privo di punteggiatura, traspare in modo chiaro la sua condizione di tensione emotiva e difficoltà a concedersi una pausa per fermarsi e avvicinarsi a se stessa. Quindi, è apprezzabile il fatto che abbia provato a fare questa pausa scrivendo qui. Consideri che, la gravidanza è una condizione psicofisica del tutto particolare che risente molto della condizione emotiva e fisica della donna, quindi, nonostante lei abbia avuto una precedente esperienza di gravidanza positiva, è possibile che oggi nella sua vita si siano modificati degli equilibri che non le consentono di portare avanti con serenità la gravidanza. La sua condizione di tensione emotiva viene percepita anche dal feto, cha a sua volta può rimandare a lei un vissuto di agitazione (es. eccessivi movimenti intrauterini, attivati dal cortisolo, l'ormone dello stress) che contribuiscono ulteriormente ad acuire il suo malessere in gravidanza. Quindi, è consigliabile che si rivolga al consultorio familiare della sua zona per essere supportata nella gestione della gravidanza. Ad esempio i corsi pre- parto, sono attivi in molti consultori, prevedono anche incontri con psicologi e quindi possono fornirle un valido aiuto a superare questa fase. In alternativa, può richiedere una consulenza individuale ad uno psicoterapeuta in sede privata, in modo che possa esporre con tranquillità ciò che sente. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Accettazione
Apri domandaBuongiorno Isabella, Credo che una delle maggiori difficoltà sia rappresentata proprio dalla sua percezione dei problemi: essi sono ritenuti da lei "insormontabili". Questa sensazione innesca i sentimenti di "rabbia e frustrazione" che poi inducono in lei atteggiamenti provocatori ("cercare il conflitto"). Quindi, è probabile che il "comportamento infantile" cui accennava si riferisce più che altro all'idea che Isabella non sia in grado di fronteggiare le avversità, per questo sembra che cerchi di evitarle, spostando la tensione sull'altro ("innescare un litigio con mia madre"). Come mai secondo lei Isabella non si sente in grado di affrontare le difficoltà? Cosa le suscita l'idea che possa trovarsi in una circostanza per lei difficile? Cosa teme possa accadere? Cosa è successo oggi nella sua vita che ha indotto in lei una maggiore intolleranza rispetto a questa difficoltà? Con chi innesca le "liti" oggi, dal momento che non vive più coi suoi genitori? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Problema che riguarda mia nuora ed il mio nipotino
Apri domandaBuongiorno Angela, da ciò che narra, ma soprattutto da come lo narra, percepisco che lei sia una persona molto sensibile e attenta a confrontarsi con l'altro in modo rispettoso e costruttivo. Detto ciò, credo che si sia mossa bene, incoraggiando suo figlio ad essere "più presente" come genitore. Può proseguire questo lavoro provando ad interagire direttamente con sua nuora, chiedendole come mai ritenga opportuno tagliare in modo frequente i capelli di suo figlio. Infatti, anche se le vostre esperienze di madre possono essere in parte sovrapponibili ("problema perché in un periodo della mia vita l'ho avuto anch'io"), è sempre importante restituire all'altro la sua unicità esistenziale. Ossia fermarsi a conoscere l'esperienza dell'altro che, anche se simile alla nostra, è inevitabilmente diversa su alcuni punti. Inoltre, le può essere utile, concedersi uno spazio per sé stessa in cui esplorare come si senta rivivendo il periodo di cui ha parlato in cui anche lei tagliava spesso i capelli. Che effetto le ha fatto riviverlo? Cosa significa per lei? Come sta in generale? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Insonnia?
Apri domandaBuonasera Marcella, Per affrontare il suo problema evitando di assumere farmaci può provare due strategie: 1) lavorare sul sintomo insonnia: addormentarsi e risvegliarsi ad orari regolari; quando si sveglia nel cuore della notte può provare ad alzarsi dal letto e fare altro, cioè sospendere l'attenzione che ha sul sonno evitando di imporselo; fare cose piacevoli prima di addormentarsi; dedicare uno spazio della giornata alla riflessione delle cose che deve fare "il giorno seguente" in modo da evitare che esse la mantengano sveglia durante la notte. 2) intraprendere un percorso di psicoterapia: in questo modo potrà risolvere definitivamente l'insonnia poiché comprenderà quale funzione essa svolga nella sua vita e cosa le stia indicando il sintomo rispetto a Marcella, ossia: come sta, cosa è successo "parecchi mesi fa" che ha attivato l'insonnia, come si sente al di là del sintomo. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Bimba e genitori separati
Apri domandaBuonasera Daniele, Da ciò che scrive credo che la chiave per risolvere il problema inizi proprio da ciò che lei ritiene non essere il "fulcro della domanda", ossia la relazione con la sua ex moglie. Mi spiego meglio: anche se siete separati, per fare funzionare la relazione con i vostri figli, è indispensabile costruire un'alleanza genitoriale che vi consenta di gestire più efficacemente la situazione con sua figlia. Infatti, se lei propone una soluzione e poi però la sua ex moglie ritiene, invece la cosa opposta ("continuare a dare alternative"), vostra figlia sarà in difficoltà nel decidere cosa fare, come è comprensibile che sia. Quindi, per fare in modo che sua figlia accetti serenamente la sua nuova situazione sentimentale ("la mia nuova compagna"), è indispensabile l'accordo ed il supporto della sua ex moglie. In modo che possiate scegliere insieme una strategia condivisa nella gestione di questa come di qualsiasi altra questione relativa ai vostri figli. Una consulenza di coppia può aiutarvi ad ottenere questo obiettivo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Confusione nella coppia
Apri domandaBuonasera Roberta, da ciò che scrive, mi sembra di capire che sia utile per lei e per la vostra coppia, concedersi uno spazio per fare maggiore chiarezza sulla vostra situazione. Infatti, la serie di eventi che ha descritto appare priva di una cornice di riflessione che vi aiuti a capire in che modo gestire la vostra conflittualità ("discutiamo per qualsiasi cosa") che sembra alimentare le vostre inclinazioni ad allontanarvi reciprocamente ("feci le valigie" e "lui ha dato la disdetta dell'affitto"). Pertanto, se desidera ricomporre i pezzi del puzzle della vostra coppia, è necessario fermarsi, capire come state entrambi e come mai la tensione della coppia si manifesti in due modalità opposte (alta conflittualità o allontanamento fisico). Per fare questo, può essere utile una consulenza di coppia o in alternativa una consulenza individuale attraverso cui lei stessa può riprendere il contatto con se stessa e decidere cosa sia meglio fare per lei in questo momento della sua vita. Infatti, uno dei presupposti fondamentali per far funzionare una coppia, è iniziare a fare chiarezza su di sè, sulla sua condizione attuale e più in generale. Ossia, come si sente, al di là della specifica questione che ha descritto? Che tipo di sentimenti la legano al suo compagno? Da quanto tempo è iniziata la vostra relazione e in che modo funzionava prima dei "messaggi non piacevoli"? Come si è sentita quando ha appreso ciò e ha provato a confrontarsi con lui rispetto all'episodio? Non avendo altre info a riguardo (es. età anagrafica, eventuale occupazione, stile di vita ecc.) è difficile spingermi oltre nell'analisi della sua domanda. Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Invaghirsi di un altro
Apri domandaBuonasera Veronica, Da ciò che scrive mi sembra che il fisioterapista assolva ad una funzione di evasione/fuga rispetto alle difficoltà relazionali con il suo compagno. Nel senso che, al di là dell'effettiva realtà di questi "segnali", credo sia utile per lei innanzitutto fare chiarezza su quanto sta accadendo col suo compagno. Infatti, solo quando avrà fatto chiarezza su ciò, potrà sentirsi libera di interpretare al meglio i "segnali" del fisioterapista senza provare sensi di "colpa". Può iniziare chiedendosi, ad esempio, quali altre difficoltà determinano i "problemi ginecologici" che le impediscono di avere una vita sessuale soddisfacente. Cosa ha significato per lei iniziare la convivenza? È stata una scelta condivisa? In che modo si è modificata la percezione di sé stessa e del suo compagno a partire dalla convivenza? Infine, come si sente al di là della specifica questione che ha descritto qui? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Cos'è che non mi permette di vivere felice?
Apri domandaBuonasera Elena, Il fatto che non sia riuscita a comprendere il "problema" da cui originano i suoi "alti e bassi", non significa che lei sia "incapace", quanto piuttosto che probabilmente è necessario che sia accompagnata da uno psicoterapeuta in questo percorso di conoscenza di sé. Da ciò che scrive, mi sembra che il suo disagio si possa collocare in una dimensione di instabilità emotiva, ma per comprenderne le cause e quindi agire di conseguenza, è necessario conoscere meglio la sua vita, la sua storia. Se è motivata a risolvere definitivamente la sua situazione, può esserle utile richiedere una consulenza psicologica presso uno psicologo- psicoterapeuta che le ispiri fiducia e verso cui senta di potersi affidare e condividere il suo malessere. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Sensazione di morire, paura
Apri domandaBuonasera Alessia, Considerando la concomitanza temporale che ha narrato tra ansia e diagnosi di leucemia mieloide acuta, è molto probabile che proprio questa diagnosi e la condizione di malattia in cui si trova, abbia contribuito ad attivare i suoi malesseri psicologici. Quindi, poiché si trova ora in ospedale, le consiglio di manifestare questi suoi disagi ai medici in modo che possano aiutarla a capire come si sente e valutare eventualmente una consulenza psicologica da svolgere lì in ospedale o altrove. Vedrà che trovare uno spazio in cui si senta accolta e in cui possa manifestare e condividere i suoi disagi, le sarà di aiuto sia per il disturbo d'ansia che per la gestione della sua malattia. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Quando lo psicologo da buca agli appuntamenti
Apri domandaBuongiorno Luciana, mi dispiace che si trovi in questa situazione di disagio proprio con la sua terapeuta. Consideri che, anche se dietro le "buche" ci fosse una strategia, sarebbe proprio compito e dovere della terapeuta motivare la cosa e utilizzarla in senso costruttivo per la vostra terapia. Pertanto, non sapendo altro, come ad esempio se è un contesto pubblico o privato, l'unico consiglio che posso darle è richiedere esplicitamente spiegazioni alla terapeuta circa il diradare delle sedute, anche perchè se esse sono troppo dilatate nel tempo e non c'è un progetto concordato con lei, la loro efficacia terapeutica è minima. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come posso aiutare la mia bambina?
Apri domandaBuongiorno Silvia, comprendo e condivido le sue preoccuapazioni circa gli episodi di aggressività verbale che ha subito sua figlia. Ma dal messaggio che ha scritto, mi sembra di percepire un atteggiamento quasi rinunciatario e pessimista rispetto ad un eventuale risoluzione positiva del conflitto tra le due bambine ("so che le cose andranno solo che peggiorando"). Consideri che, per superare efficacemente queste come le future conflittualità pre e adolescenziali, è importante che lei trasmetta a sua figlia un atteggimento proattivo e positivo. Ossia, aiutarla a comprendere come l'aggressività verbale della sua compagna sia, la manifestazione di un suo disagio ("problemi familiari alle spalle"), ma anche un desiderio di avvicinarsi a sua figlia, un desiderio di contatto, o di essere simile a sua figlia, in quanto più adeguata ed ammirata ("le maestre hanno fatto sempre commenti positivi su di lei"), che la compagna non riesce ad esprimere in modo costruttivo, ma distruttivo solo mediante gli insulti. Quindi, la prima cosa che può fare sua figlia è evitare di alimentare discussioni o confronti telefonici con la compagna, ma invitarla a confrontarsi con lei faccia a faccia, in modo da capire quali sentimenti motivino i suoi insulti. In questo modo sua figlia otterrà due vantaggi: inizierà a sperimentare diverse strategie nella gestione dei conflitti, competenza preziosa sia a questa età che in seguito, ed inoltre, cercherà di orientare in modo più positivo e costruttivo i 4 anni che ancora deve condividere con la sua compagna. Un caro saluto a lei e a sua figlia. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma....
Nervosismo senza apparente motivo
Apri domandaBuongiorno Deborah, da ciò che narra, mi sembra di capire che per "trovare il problema", che immagino sia identificato da lei come la causa dei suoi malesseri, sia necessario uno spazio ben più ampio di quello che ha dedicato a se stessa in questo sito. Ossia, per risolvere efficacemente la sua situazione, è necessario conoscerla meglio, in modo più accurato ed approfondito e per fare questo è indispensanbile che lei sia motivata ad avvicinarsi a se stessa. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla a trovare molte risposte e soluzioni al suo quesito, nonchè al suo disagio. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come aiutare mia figlia?
Apri domandaBuongiorno Angela, considerando la complessità della situazione che ha descritto, e la necessità di un supporto psicologico che mi sembra traspaia dalle sue parole, credo possa essere utile per lei richiedere una consulenza psicologica individuale attraverso cui possa essere aiutata a capire in che modo muoversi. Infatti, per poter aiutare sua figlia ed esserle di sostegno in questa circostanza difficile della sua vita, è essenziale, innanzitutto che lei sia sostenuta nella sua individualità e nella sua funzione di mamma. Solo così potrà sentire sdentro di sè in che modo gestire al meglio la situazione. Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Consapevolezza e paura di affrontare la realtà.
Apri domandaBuongiorno Alessandra, leggendo il suo messaggio ho percepito la sua sofferenza e il sentimento conflittuale da cui essa origina. Pertanto, poiché concordo con lei quando manifesta il timore che questo malessere possa "sfociare in qualcosa di sempre più grande e doloroso", credo sia utile che si conceda uno spazio per capire cosa sia meglio fare per lei. Ossia, provi ad ampliare l'esplorazione dei suoi stati d'animo con la guida di un terapeuta che possa aiutarla ad elaborare l'episodio del tradimento e tutto ciò che attiva in lei ciò. Consideri, infatti, che subire un tradimento può suscitare sentimenti contrastanti che vanno accuratamente analizzati ed elaborati sia nel caso in cui si decida di perdonare il partner, sia nel caso in cui si decida di interrompere la relazione. Una consulenza psicologica individuale, può aiutarla a superare questa fase difficile della sua vita. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Tira e molla
Apri domandaBuonasera R, Comprendo e condivido la sua necessità di placare la "sofferenza" indotta dalla relazione altalenante con la sua compagna. Ma, considerata la "complessità" della questione che già lei ha sottolineato, sarebbe riduttivo darle un consiglio qui. Consideri infatti, che anche qualora decidesse di iniziare un percorso psicologico, pensare che esso coincida con uno spazio in cui ricevere consigli/indicazioni su come condurre la sua vita, sostituendosi perciò a lei, sarebbe riduttivo e non corrispondente all'effettivo lavoro di psicoterapia. Esso coincide infatti, con la creazione di uno spazio di condivisione e riflessione sulla sua vita, che potrà aiutarlo a capire meglio, ad esempio, come mai si trovi a vivere una relazione affettiva instabile. Quindi, può iniziare chiedendosi, ad esempio, quali sentimenti la legano alla sua compagna, se è la prima volta che si trova in una situazione altalenante. Come sta più in generale, al di là della specifica questione che ha descritto? Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Perversioni in chat nonostante ho una relazione
Apri domandaBuongiorno Mario, Del suo messaggio molto denso ed articolato, mi ha colpito la lucidità e coerenza del racconto attraverso cui è riuscito ad individuare nessi critici ("nonostante io odiavo mio padre, i suoi stessi sbagli li sto facendo anch'io") e anche i punti di forza ("mi ha fatto credere nell'amore" e "vorrei riuscire a non fare più gli stessi errori"). Questo dimostra come lei, nonostante abbia trascorso un'infanzia ed un adolescenza "travagliate", sia dotato di diverse risorse che la inducono a ricercare una stabilità relazionale ("dovremmo sposarci"). Per rinforzare questa parte sana e vitale di sé, è consigliabile che lei si affidi ad uno psicoterapeuta che la aiuti ad elaborare quanto le è accaduto con i suoi genitori. Infatti, per evitare di commettere "errori" simili a quelli di suo padre, è essenziale che lei elabori e superi quanto è accaduto nella sua infanzia. In questo modo, acquisirà un'identità di uomo differenziata da quella di suo padre e potrà recuperare il contatto con il piano di realtà emotivo della sua partner, interrompendo così il contatto con la realtà virtuale delle chat. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
È una dipendenza?
Apri domandaBuongiorno Clementina, È apprezzabile da parte sua esplicitare il dubbio che utilizzare questo spazio possa coincidere con uno "sfruttare" gli psicologi che vi hanno accesso. Consideri che questo spazio può essere utile per indurre una maggiore analisi sul problema che viene descritto, ma non può sostituirsi ad una consulenza in studio o ad un percorso di psicoterapia. Detto ciò, in merito al problema che osserva nel suo compagno, le posso dire questo: 1) per stabilire se sia una dipendenza o no, lui deve sottoporsi ad una valutazione psicodiagnostica 2) al momento non saprei indicarle strategie di intervento su di lui, perché esse vanno organizzate su di lui, ossia concordate con lui e soprattutto in base alla valutazione che si ha di lui 3) se lo ritiene utile, può indirizzarlo verso uno psicoterapeuta che lo aiuti ad affrontare il problema, posto che lui lo percepisca come un problema da risolvere 4) può valutare di richiedere una consulenza psicologica per lei stessa che la aiuti a capire come interagire con il suo compagno. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mangiarsi la maglietta stress o altro?
Apri domandaBuonasera Ilenia, Comprendo e condivido la sua preoccupazione, che può essere efficacemente direzionata in favore di suo figlio, provando ad avvicinarsi a lui. Ossia, la prima cosa che può fare per aiutarlo è provare a chiedergli come si sente, cosa lo preoccupa, in modo da capire cosa abbia contribuito "da un annetto a questa parte", ad acuire un sintomo di stress e ansia che aveva anche in precedenza ("mangiare la maglietta"). Infatti, è possibile che sua figlio stia attraversando un periodo di stress a cui reagisce mostrando il sintomo che ha osservato lei ("mangiare la maglietta"). Il suo temperamento è sullo stile introverso? È possibile confrontarsi con lui? Cosa è successo secondo lei da "un annetto a questa parte"? Come sta suo figlio secondo lei, al di là del sintomo descritto? Come sta lei mamma? Cosa ne pensa il papà? Come vede, per aiutare suo figlio a superare questo momento di tensione, è necessario approfondire la conoscenza del malessere. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Separazione per via del sesso
Apri domandaBuonasera Ilaria, Da ciò che scrive, mi sembra di capire che nella vostra coppia non ci sia spazio per il confronto costruttivo volto a risolvere gli inevitabili problemi relazionali di ogni coppia. Ossia, mi pare che non vi stiate concedendo il tempo necessario a capire come mai i vostri incontro sessuali si siano ridotti, ma che siate orientati all'azione ("ci troviamo a separarci"). Quindi, lo "sbaglio", inteso come mancanza della coppia in toto, sta proprio nel non approfondire la vostra situazione. Chiedendosi ad esempio: cosa è successo che ha comportato una riduzione dei rapporti sessuali? Come mai questa riduzione, sembra intollerabile solo per suo marito ("a mio marito non gli è andato bene")? Come si sente lei in questa situazione? Come è andato il primo anno di matrimonio? Pertanto, il consiglio che posso darvi è questo: concedervi uno spazio per valutare la vostra situazione e decidere con calma cosa sia meglio fare. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Problemi relazione di coppia
Apri domandaBuonasera Valeria, Attraverso un percorso di psicoterapia è possibile acquisire maggiore fiducia in sé. Ma, mi sembra di percepire che lei nutra dei dubbi rispetto a ciò, come se il suo modo di essere e di gestire le relazioni fosse immodificabile ormai a "37 anni". Quindi penso che, se è motivata a conoscersi meglio per sentirsi più sicura di sé, una consulenza psicologica può aiutarla a capire che è possibile modificare i meccanismi che sono alla base dei suoi disagi relazionali. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Depressione post operazione
Apri domandaBuonasera Andrea, La prima cosa che può fare è rivolgersi ad uno psicoterapeuta che la aiuti ad affrontare la sofferenza che ha descritto. Inoltre, è opportuno valutare se ci sia qualche tipo di connessione a livello neurologico, tra la depressione e l'operazione a cui si è sottoposto. Quindi, le consiglio di richiedere anche un parere al medico e/o all'equipe medica che ha svolto l'intervento chirurgico. Ossia avere una valutazione globale della sua condizione psicofisica. Consideri, infatti che per fare una diagnosi di depressione, è essenziale eseguire tutti gli accertamenti necessari, cioè indagare sia l'area psicologica che quella cerebrale/neurologica, in modo da capire quale possa essere l'origine del malessere. È la prima volta che si sente depresso o è un'esperienza che ha già avuto modo di vivere in passato, indipendentemente dall'operazione? A quale tipo di operazione chirurgica si è sottoposto? Concretamente, il fatto che l'operazione non sia andata bene, quali conseguenze ha avuto nella sua vita? Può contare sul sostegno affettivo di qualcuno? Ad ogni modo, le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mio figlio di 14 anni balbetta
Apri domandaBuonasera Domenico, Comprendo e condivido la sua preoccupazione circa il comportamento di suo figlio. Per verificare se effettivamente suo figlio sia "molto indietro" rispetto ai suoi coetanei, la prima cosa da fare è manifestare questi suoi dubbi al medico di famiglia o al pediatra che segue suo figlio. In questo modo potrà avere un parere specialistico sulla questione. Come si sente lei nell'osservare questi comportamenti in suo figlio? Cosa ne pensa la mamma? Come mai secondo lei, suo figlio manifesta questi comportamenti, cioè che idea si è fatto sulle possibili cause di essi? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Dipendenza da cocaina e relazione di coppia
Apri domandaBuonasera Simona, comprendo la sua difficoltà nel prendere una decisione in una situazione tanto complessa come quella della tossicodipendenza. Ciò che posso consigliarle di fare per decidere liberamente cosa sia meglio per lei è iniziare a porsi delle domande: quanto conta per lei il parere e l'approvazione dei suoi genitori? Cosa potrebbe accadere, scondo lei, nel caso in cui dovesse decidere di dare un altra "possibilità" a lui, contravvenendo ai consigli dei suoi genitori? Infatti, da ciò che scrive, mi sembra di capire che si senta costretta a decidere tra lui e loro, una sorta di dilemma del tipo da che parte stare. Quindi, è essenziale chiarire questi aspetti relativi alla relazione con i suoi genitori, che, se non adeguatamente risolti, possono indurre in lei dubbi circa future eventuali valutazioni su partner o altro. Inoltre, per quanto riguarda la specifica relazione con l'attuale ragazzo, è importante che lei si chieda quali siano i sentimenti che prova per lui e come si è sentita quando ha scoperto che l'assunzione di cocaina contrastava con l'immagine che si era fatta di lui ("persona speciale"). Pertanto, considerando che lui ha iniziato il percorso da poco ("1 mese e mezzo"), le consiglio di valutare il suo andamento nel corso del tempo perchè la motivazione a smettere, per concretizzarsi in modo effettivo, deve essere testata su un periodo più lungo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Relazione con ragazza divorziata
Apri domandaBuonasera Alfa, conocordo con la collega circa la necessità di manifestare il suo stato d'animo alla sua compagna e chiarire con lei. Inoltre, le può essere utile chiedere a lei come mai da circa 10 mesi senta l'esigenza di frequentare il suo ex marito, è successo qualcosa che li ha indotti a condividere la loro funzione genitoriale? Come mai il vostro rapporto "si sta spegnendo"? è una sua sensazione o uno stato di cose condiviso ed esplicitato con la sua compagna? Come si è sentito lei quando ha appreso che la sua compagna stava con l'ex marito mentre lei era a lavoro? Inoltre, quali prospettive aveva quando ha iniziato la relazione con lei e come si prefigura oggi il vostro futuro? Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Genitori malati e violenti
Apri domandaBuonasera Paola, comprendo e condivido la sua preoccupazione circa il comportamento di suo padre che, a quanto scrive, potrebbe configurarsi come un atteggimento compensatorio rispetto alla situazione di fragilità psicofisica in cui si trova a causa del tumore. Quindi, ciò che posso consigliarle, poichè suo padre secondo lei non desidera un supporto psicologico ("non vuole farsi aiutare"), è di chiedere innanzitutto un parere ai medici che lo hanno in cura per avere delle informazioni sul suo stato di salute più in generale. Potrà manifestare a loro le sue perplessità e paure rispetto alla possibilità che diventi "violento". Consideri, infatti che questa eventualità può essere associata più ad alcuni tipi di tumori (es. quello che colpisce alcune aree cerebrali) che altri. Inoltre, è già successo in passato, prima del tumore, che suo padre fosse violento? é un tratto che fa parte della sua indole, secondo lei? Se il confronto con i medici non dovesse rassicurarla, le consiglio di richiedere una consulenza psicologica individuale che la aiuti ad affrontare questa delicata situazione, in modo da esplorare i suoi stati d'animo, come ad esempio: che emozione le suscita l'idea che suo padre abbia un tumore? che rapporto ha con lui in generale? come si sente in generale, al di là della questione specifica che ha descritto qui? Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Droga e chat online
Apri domandaBuonasera Matilde, Concordo con lei quando afferma la sua disapprovazione circa la dipendenza da cocaina, la cui saltuarietà non attenua certo i devastanti effetti sulle cellule cerebrali, né sulla vita di relazione in generale. Tuttavia, analizzando le sue parole, ho avuto la sensazione che lei, pur riconoscendo razionalmente che il comportamento di lui sia sbagliato, si stia sforzando, in qualche modo di accettare la dipendenza o comunque di attenuare la gravità di essa ("io purtroppo non riesco ad accettarlo" e "sono io che devo capire e cambiare"). Quindi, poiché ha già provato a manifestare a lui diverse volte il suo malessere generato anche dal timore delle chat, le può essere utile ora concentrarsi su di lei. Ossia iniziare a chiedersi come mai nella vostra coppia sembra che sia solo lei, la persona che cerca di avvicinarsi e provare a comprendere l'altro, mentre lui appare concentrato su se stesso e tende a sminuire la gravità della sua dipendenza, soprattutto considerando che si associa alle chat. Che tipo di sentimenti prova per lui? Come si prefigura il vostro futuro? Una consulenza psicologica individuale può aiutarla a chiarire questi punti e capire cosa sia meglio per lei. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come posso aiutare mio figlio?
Apri domandaBuongiorno Francesca, comprendo il suo malessere e da ciò che narra, la prima cosa da fare è cercare di capire cosa sia accaduto "da un po' di tempo" a suo figlio. Ossia, cercare di avvicinarsi a lui quando è più disponibile al dialogo e sereno, in modo da capire come si senta, cosa abbia attivato in lui quello che sembra essere un momento di difficoltà che manifesta attraverso la rabbia e l'autosvalutazione ("la vita è inutile ed era meglio se non nasceva"). Consideri, infatti, che le emozioni di tristezza possono essere vissute dai bambini in modo del tutto diverso da ciò che accade per gli adulti, perciò quando il bambino è triste può manifestare una reazione contraria come ad esempio la rabbia. Inoltre, le frasi relative all'inutilita' della vita mi sembrano più da adulto che da bambino, nel senso che avendo 6 anni e mezzo non credo possa essere pienamente consapevole del significato di ciò che ha affermato. Da chi crede possa averle sentite e poi ripetute? Cosa è successo a suo figlio secondo lei? È già andato a scuola e, se sì, come ha vissuto questa esperienza? Ha altri fratelli/sorelle? Ha avuto modo di confrontarsi con il papà su quanto ha narrato? Infine, come sta lei in generale e come mamma? Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Stress lavoro correlato
Apri domandaBuongiorno Christine, Da ciò che scrive, mi pare di capire che lo stress lavorativo, del tutto comprensibile in un reparto di psichiatria, abbia attivato in lei dei nuclei irrisolti di ansia ("gastrite cronica e insonnia") e "aggressività". Quindi, per affrontare efficacemente la sua situazione e risolverla, è essenziale innanzitutto capire come lei stia indipendentemente dal lavoro. Ossia concedersi la possibilità di avvicinarsi a Christine e a come si sente, cosa sta accadendo nella sua vita personale, oltre che professionale. Consideri, infatti, che svolgere una professione d'aiuto come ad esempio la sua, può implicare che ci si concentri molto sui pazienti, mettendo in secondo piano il proprio benessere psicofisico che, però, è fondamentale per poter svolgere al meglio il lavoro che si "ama". Quindi, una consulenza psicologica individuale, può aiutarla a ritrovare la sua serenità e a dedicarsi efficacemente al suo lavoro. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Io e mio marito non riusciamo a capirci
Apri domandaBuonasera Irene, Leggendo il suo messaggio percepisco il suo vissuto di tensione e sovraccarico emotivo generato dalla situazione di conflittualità con suo marito. Detto ciò, credo che la prima cosa che può esserle utile per migliorare le cose, sia provare a cambiare prospettiva verso di lui e verso sé stessa. Ossia, mi pare di capire che tenda ad attribuire una buona parte della responsabilità del malessere di coppia a suo marito ("i litigi partono tutti da lui") , meccanismo che, come ha già avuto modo di constatare, non costituisce un aiuto alla coppia. Può esserle, invece, più utile chiedersi ad esempio come mai si sia legata affettivamente ad un uomo che di fatto lei stessa critica a sua volta ("perfezionista, critico, polemico"). Immagino che abbia anche dei pregi, a parte i difetti che ha elencato. Come ha vissuto il primo anno di matrimonio, al di là dei litigi che ha descritto? Che aspettative nutriva riguardo al matrimonio? Che atteggiamento ha, in generale, rispetto alle situazioni conflittuali? Come si sente lei in una situazione conflittuale? Cosa teme possa accadere durante il conflitto? Qualora non riuscisse a risolvere la situazione con suo marito, le può essere utile richiedere una consulenza psicologica individuale o proporre a suo marito una consulenza di coppia. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Problemi di ansia e periodo difficile
Apri domandaBuonasera Diana, Concordo con lei quando riferisce un'associazione tra il suo essere "ansiosa" e la morte del suo amico, evento che ha probabilmente contribuito ad acuire lo stato di attivazione di cui ha parlato. Credo, però che sarebbe utile anche cercare di capire cosa sia accaduto nella sua vita "in questo ultimo periodo" che abbia accentuato le sue difficoltà. Come sta? Che tipo di vita conduce? Un supporto psicologico individuale può aiutarla a comprendere come mai si senta così, accompagnandola nell'accogliere ed affrontare il malessere di cui ora ha "paura" poiché è incompreso nel suo significato e lei si sente "sola" in questo complesso percorso di autoconoscenza, come è comprensibile che sia. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Genitori e figli disabili
Apri domandaBuongiorno Paolo, Leggendo il suo messaggio percepisco il vissuto di rabbia e frustrazione che prova rispetto alle limitazioni imposte dai suoi. Considerando l'atteggiamento iperprotettivo e controllante dei suoi, credo che, almeno per ora, una terapia familiare possa essere fallimentare, proprio perché loro non ritengono necessario o adeguato l'aiuto di personale esterno alla famiglia ("nessuno mi sa gestire"). Quindi, poiché lei fortunatamente è consapevole di non essere un "idiota", è consigliabile che si affidi lei stesso ad uno psicoterapeuta che lo aiuti a capire cosa sia meglio fare in questa fase della sua vita e, che lo sostenga nella gestione della relazione con i suoi. Se ha difficoltà ad uscire da casa, può optare, ad esempio, per una consulenza psicologica su Skype. In ogni caso, le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Se il mio ragazzo è depresso come posso aiutarlo?
Apri domandaBuongiorno Sara, Comprendo la sua preoccupazione nei confronti del suo ragazzo, ma, da ciò che scrive, insistere nel proporre una terapia psicologica può avere un effetto controproducente. Consideri, infatti, che se il soggetto a cui consigliamo la terapia psicologica non è propenso a farla, può sentirsi anche giudicato da questa prescrizione e quindi non motivato a seguirla. Ossia, può sentirsi considerato una persona disturbata, perciò temere la psicoterapia, che può essere percepita come un prendere le distanze dalle sue difficoltà, non un'alleanza per affrontarle. Pertanto, ciò che posso consigliarle di fare è provare a mostrare vicinanza emotiva al suo fidanzato sospendendo il giudizio sulla condizione psicologica di lui, puntando, invece, sulle sue risorse ed energie. Qualora, tale strategia non dovesse sortire i risultati da lei sperati, le consiglio di richiedere una terapia psicologica per lei stessa, finalizzata a comprendere come si sente lei più in generale, come si sente nella relazione con lui ed in che modo potrebbe agire per migliore le cose. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Dipendenza da internet
Apri domandaBuongiorno Tamara, Innanzitutto mi preme sottolineare che, proprio perché lei si sta occupando di sua figlia quasi esclusivamente da sola, non è "uno schifo di madre". È, al contrario, una madre degna di stima, e credo che il primo passo da fare per riprendere il contatto affettivo con sua figlia sia lavorare su questa sua tendenza all'autovalutazione che non favorisce, di certo, l'avvicinamento di sua figlia. Pertanto, le consiglio di richiedere una consulenza psicologica individuale per lei stessa che la aiuti ad utilizzare al meglio le sue energie e a riavvicinarsi a sua figlia. Consideri, infatti, che se desidera aiutare sua figlia a stare meglio, è essenziale che lei stia meglio come donna e come madre. Solo così, sua figlia potrà percepire in lei una base sicura a cui rivolgersi e su cui contare. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non so se sono transessuale
Apri domandaBuongiorno Andrea, Comprendo e condivido il suo malessere, ma per fare "chiarezza" nella sua situazione, è necessario svolgere una valutazione psicodiagnostica approfondita che non si può eseguire on line. Come immagino, già saprà, ci sono dei centri specializzati in questo tipo di psicodiagnosi in cui potrà essere aiutato a capire "cosa sia". Quindi, la domanda che si deve porre lei ora è questa: sono disposto a conoscere chi è realmente Andrea e prendere delle decisioni di conseguenza? Quando avrà, risposto a questa prima domanda, molte cose inizieranno ad essere più chiare e le indicheranno la strada verso l'autoconoscenza affidandosi ad uno psicoterapeuta. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Vado prima dallo Psicologo o prima dallo Psichiatra?
Apri domandaBuonasera Salvatore, Da ciò che scrive, mi sembra che lei abbia avanzato già alcune ipotesi ("ansia sociale" e "balbuzie come causa della mia insicurezza") sulla sua condizione emotiva attuale e che sia una persona propensa all'autoanalisi. Quindi, una consulenza psicologica individuale può esserle sicuramente utile per affrontare e risolvere le difficoltà che ha descritto. Tuttavia, analizzando le sue parole, mi sembra di cogliere una certa ambivalenza nei confronti dello psicologo che inizialmente è associato ad "un team di esperti", ma che non sembrerebbe completamente in grado di risolvere l'ansia ("vorrei andare anche dallo psichiatra"). A tale proposito, le posso confermare che in molti casi è necessaria la consulenza e supervisione di uno psichiatra, eventualità che potrà sicuramente valutare uno psicoterapeuta nel contesto di una consulenza psicologica individuale. Quindi, per rispondere alla sua domanda: la prima consulenza più appropriata al suo caso, può essere quella psicologica. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Problema di coppia
Apri domandaBuonasera Claudia, Leggendo il suo racconto mi sembra di cogliere una certa ambivalenza nella sua posizione rispetto alla "vita sessuale". Nel senso che da un lato tende a negare il problema sminuendone il peso ("problema superficiale"), e dall'altro parla di "impulso sessuali" che, essendo insoddisfatti, potrebbero indurla a perdere il controllo ("tradimento"). Quindi, è come se si stesse rendendo conto di essere priva di qualcosa di molto importante, cioè l'incontro sessuale, che può, infatti rappresentare un prezioso canale di scambio affettivo e vicinanza emotiva col partner. Perciò, può esserle utile chiedersi come mai fin'ora abbia cercato di accettare questa privazione ("non sia la cosa più importante a cui pensare"), mentre oggi la parte più vitale di sé stessa le sta suggerendo che questa inibizione/distanziamento è diventato "insostenibile"? Cosa è successo dentro di lei? Come si sente all'interno della coppia più in generale? Cosa si aspetta dalla convivenza e con quali obiettivi è stata organizzata? Che futuro si prefigura per la coppia? Una consulenza psicologica individuale può aiutarla a chiarire meglio la sua situazione e ad agire di conseguenza. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Apatia, ansia, a chi rivolgersi?
Apri domandaBuongiorno Alex, Da ciò che narra, mi sembra di capire che il suo malessere nasca da una sorta di crisi esistenziale più ampia ("anche il teatro sembra non avere più senso"), di cui i sintomi ansiosi ("attacco d'ansia") sembrano essere la manifestazione più immediata. Pertanto, se desidera fare maggiore chiarezza sulla sua situazione e risolverla, le consiglio innanzitutto di ricercare uno psicologo che sia specializzato in psicoterapia e che le ispiri fiducia. Consideri, infatti, che ci sono diversi indirizzi psicoterapeutici che propongono diverse strategie per la gestione dell'ansia, ma è stato documentato che uno degli elementi decisivi per la buona riuscita di un percorso terapeutico è la fiducia/legame con il terapeuta, definita anche alleanza terapeutica. Le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mia moglie si masturba, come affrontare la cosa?
Apri domandaBuongiorno Paolo, Comprendo il suo malessere, acuito forse dall'atteggiamento di negazione di sua moglie e anche dal suo essere sbrigativa rispetto alla questione della masturbazione ("è un pretesto per farle capire che sono alla ricerca di una relazione "), su cui lei stava cercando un confronto. Come mai, secondo lei, sua moglie mostra questo atteggiamento rispetto alla questione e pensa che lei voglia tradirla? Che atteggiamento ha rispetto al sesso in generale? Comprendo il suo timore nell'affrontare il discorso con lei, quindi, ciò che posso consigliarle di fare è provare a chiedere a sua moglie come stia, come di senta più in generale e come si senta nella vostra relazione. Infatti, poiché lei nega di masturbarsi, può significare che lei non sia pronta ad affrontare l'argomento in modo diretto, forse di sente giudicata da lei mentre glielo fa presente. Quindi, può agire provando a mostrare vicinanza emotiva a lei, in modo da cercare di capire insieme a lei come mai abbia bisogno di masturbarsi allontanandosi da lei. Infine, come si sente lei? Come sta nella relazione con sua moglie, al di là della specifica questione che ha esposto qui? Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Depressione durante ovulazione
Apri domandaBuongiorno Laura, Da ciò che narra, mi pare di capire che la sua domanda presenti due aspetti da analizzare: la questione della disforia mestruale e il posticipare la gravidanza da parte del suo compagno. Quindi, per essere più serena, è indispensabile che faccia più chiarezza su queste questioni, ponendosi ad esempio alcune domande: cosa significa per lei avere un figlio? Come si sente nel confrontarsi con le sue amiche che sono "madri"? Come si sente quando il suo compagno le dice che vuole rimandare il progetto della gravidanza? Cosa teme possa accadere qualora il progetto gravidanza venga ulteriormente posticipato nonostante lei avverta che il suo corpo sia "ormai maturo"? Consideri, infatti, che la sindrome premestruale e il suo desiderio di gravidanza insoddisfatto sembrano essere associati e reciprocamente influenti. Quindi, è possibile che i sintomi che ha osservato rappresentino la manifestazione di un suo malessere più generale che va accuratamente approfondito, se desidera risolverlo e stare bene. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Dubbio sull'entrata alla scuola materna
Apri domandaBuongiorno Manu, Comprendo la sua titubanza rispetto all'eventuale iscrizione alla scuola materna e credo che sia opportuno soffermarsi in primis su questa sua sensazione. Consideri, infatti, che l'ingresso alla scuola materna o un qualsiasi cambiamento di questo tipo, può essere fonte di tensione per ogni bambino, al di là della sua condizione di salute. Perciò è fondamentale che la mamma in particolare, sia convinta della necessità /utilità della scuola per il bambino e che gli infonda sicurezza nei momenti in cui può mostrare difficoltà ad inserirsi. Pertanto, ciò che posso consigliarle, è di valutare con attenzione la sua condizione emotiva rispetto alla situazione specifica della scuola e anche rispetto alla bambina. Quindi, considerare l'idea di prendersi un tempo per sé stessa che le consenta di metabolizzare il tutto ("tumore, casa nuova, casa dei nonni") e sentirsi pronta per iniziare una nuova esperienza di vita con sua figlia. Il fatto che abbia esposto i suoi dubbi sull'iscrizione, può infatti, indicare che lei non abbia recuperato del tutto le sue forse psicofisiche per gestire altri cambiamenti, come è comprensibile che sia, considerando il "tumore". Cosa significa per lei la scuola materna per sua figlia? Cosa teme possa accadere, qualora venga posticipata la sua iscrizione? Cosa ne pensa il papà? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Conseguenze di un trauma infantile
Apri domandaBuonasera Anonimo, Una risposta che possa essere altrettanto essenziale e puntuale come la sua domanda può essere: il bambino può diventare sospettoso e diffidente, in linea con l'esperienza fatta col padre. Ma, come lei già saprà, l'esperienza umana è fatta di mille sfaccettature, quindi è riduttivo pensare di poter chiudere la questione con una semplice risposta. Credo, infatti, che la sua domanda rappresenti un inizio di qualcosa, ossia un primo step introspettivo per fare una riflessione più ampia. Come sta il bambino oggi? Che rapporti ha col padre? Che rapporti ha con le persone più in generale? Come mai oggi si pone questa domanda? Cosa è successo nella sua vita attuale che lo ha indotto a ritornare indietro nel tempo? Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Contrasto sul nome del primo figlio
Apri domandaBuonasera Valeria, Comprendo e condivido il suo malessere, perché il nome che scegliamo per nostro figlio è una parte di noi, la proiezione di una nostra emozione, aspirazione. Quindi, poiché mi pare di capire che ormai non si possa più tornare indietro ed il nome sia ormai deciso, le consiglio di muoversi in due modi: 1) sospendere, almeno fino al parto, ulteriori discussioni sull'argomento, in modo da proteggere sé stessa ed il bambino da un'attivazione che può indurre malessere psicofisico. 2) una volta nato il bambino e riacquistate le forze psicofisiche, provare a riprendere il discorso col suo compagno, in senso più generale. Ossia sottolineando che, affinché il bambino e voi genitori siate sereni e in grado di superare gli inevitabili problemi della vita, è indispensabile che siate alleati e quindi con lo stesso potere decisionale, lavorare quindi sulla capacità di concordare. Qualora, il suo malessere dovesse divenire più insostenibile, le consiglio di richiedere un supporto psicologico, presso il consultorio della sua zona o presso uno psicoterapeuta in ambito privato. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Sono depressa?
Apri domandaBuonasera Alessia, Da ciò che scrive, mi pare di capire che si tratti di depressione, ma, al di là della categoria diagnostica, può esserle utile provare ad avvicinarsi ad Alessia. Quindi capire come sta, come mai i "cambiamenti" sono diventati più evidenti in questo "ultimo periodo", cosa è successo? Se desidera affrontare e risolvere la sua situazione, una consulenza psicologica individuale può esserle utile proprio perché può aiutarla a fare chiarezza su di lei aiutandola a riacquistare la speranza di stare bene liberandola così dal sentirsi "disperata". Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come superare l'pocondria?
Apri domandaBuonasera Luisa, I disturbi ipocondriaci che ha descritto sono la manifestazione di un disturbo d'ansia che, per essere efficacemente risolto, richiede un approfondimento ed un'analisi. Quindi, se desidera riprendere in mano la sua vita e riavvicinarsi a suo marito e ai suoi figli, può provare ad avvicinarsi a sé stessa. In questo modo potrà sapere come mai si sono originati i suoi disturbi ed in che modo gestirli. Una consulenza psicologica può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mio figlio chiede giochi da femmina
Apri domandaBuonasera Gianna, Comprendo la sua preoccupazione che, mi sembra capire, riguardi l'eventualità che suo figlio possa manifestare comportamenti o preferenze opposte al suo genere sessuale. Consideri che ognuno di noi porta dentro di sé una parte maschile e una femminile il cui equilibrio dinamico dipende da svariati fattori (familiari, sociali ecc.). È possibile che suo figlio stia venendo in contatto ora con la sua parte femminile per diversi motivi, come ad esempio: 1) curiosità verso il mondo femminile attivato anche dalla presenza della sorella minore o da un eventuale maggiore contatto/amicizia con qualche amichetta di scuola. 2) sentimento di competizione/rivalità con la sorella minore che si manifesta attraverso il tentativo di imitare o ricalcare giochi tipicamente femminili. 3) diffusione dell'approccio gender sensitive che, come ha già scritto lei, è diffuso a scuola e può aver indotto curiosità in suo figlio. Qualunque sia il motivo sotteso alle richieste di suo figlio, ci tengo a precisare che la vostra accoglienza rispetto ad esse non è "sbagliata". Consideri, infatti, che l'orientamento sessuale è un'organizzazione del sé che si costruisce nell'arco di diversi anni, quindi i due episodi che ha narrato sono esigui per poter affermare che abbiano "innescato" un diverso orientamento sessuale. Ciò che può fare lei, in collaborazione con suo marito, è provare a chiedere a suo figlio come mai sia interessato a questo tipo di giochi, cosa provi mentre gioca con essi. Inoltre, è essenziale osservare suo figlio da una prospettiva più ampia: come sta in generale, come si trova a scuola, quali sono i suoi compagni/compagne preferenziali. Come lo percepisce lei mamma? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Tradimento con collega sposato
Apri domandaBuonasera Alberto, Comprendo e condivido il suo malessere che, da ciò che scrive, mi sembra richieda una maggiore attenzione. Infatti, leggendo il suo messaggio, ho avuto la sensazione che lei sia focalizzato in modo quasi esclusivo su sua moglie e sulla coppia, per cui "ha dato tutto", ricavando però un senso di frustrazione derivante dalla distanza emotiva di sua moglie. Mentre, mi sembra che abbia riservato poca attenzione a se stesso, spazio che può essere molto prezioso per capire cosa sia meglio fare per lei in questo momento della vita. Consideri, infatti, che per poter investire efficacemente in una relazione di coppia, è essenziale ritrovare il proprio equilibrio interiore. Quindi, ciò che posso consigliarle, prima di prendere qualsiasi decisione, è concedersi uno spazio per sé in modo da fare maggiore chiarezza su Alberto e sulla coppia. Una consulenza individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Quando il problema è a letto
Apri domandaBuonasera Lucrezia, Per potersi pronunciare in merito alle cause del non riuscire ad avere un rapporto sessuale, è necessario conoscere meglio il problema. Ossia: 1) cosa accade mentre siete in intimità 2) è un disagio accaduto già in precedenza o è la prima volta per entrambi 3) che significato attribuite al rapporto sessuale e quale ruolo riveste nella relazione in generale 4) c'è qualcosa che, secondo lei, innesca maggiormente il disagio che ha descritto? 5) quali ipotesi avete avanzato circa le possibili cause del problema? Come vede, la questione che ha esposto qui richiede un attenta analisi di entrambi i partner per poter capire da dove si origini e agire di conseguenza. Ciò che posso consigliarle per ora, considerando anche che non potete vivere la quotidianità, è cercare di capire come lui stia più in generale, al di là dell'inibizione sessuale. Inoltre, come sta lei? Che aspettative nutre rispetto a questa relazione e come si prefigura il vostro futuro? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Depressione-distimia
Apri domandaBuonasera Lidia, Leggendo il suo messaggio ho percepito la sua necessità di narrare e narrarsi per trovare un significato più ampio ad eventi che ("vacanza studio a 17 anni", " cure farmacologiche", "anedonia"), pur essendo dislocati in fasi diverse del suo ciclo vitale, sembrano accomunati da un filo conduttore che si manifesta con i "sintomi ansiosi" da lei descritti. La stessa "ansia" che innesca i sintomi, le impedisce, inoltre, di seguire il suo istinto per ricercare un terapeuta che le ispiri fiducia. Comprendo i suoi timori, ma può esserle utile considerare che in un percorso di psicoterapia la competenza del terapeuta è indubbiamente essenziale, ma un altro fattore parimenti essenziale è la motivazione del paziente ad affidarsi e a farsi guidare nella scoperta delle risorse di cui dispone per risolvere i suoi problemi. Pertanto, se desidera risolvere definitivamente il suo malessere, una consulenza psicologica individuale può esserle utile. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Crisi di coppia
Apri domandaBuonasera Ciro, Da ciò che narra mi pare di capire che sua moglie alterni fasi dell'umore opposte ("affamata di sesso" e "brusco calo del desiderio sessuale"), rispetto a cui lei percepisce di avere scarsa possibilità di azione, come se sua moglie fosse l'unica a poter decidere cosa fare nella vostra coppia. Le soluzioni che prefigura lei (attesa della decisione di sua moglie o fuga da lei) mi sembrano entrambe controproducenti per il suo benessere psicofisico, poiché in entrambi i casi lei si troverebbe a subire una condizione in cui avrà aver deciso solo sua moglie. Più utile per lei e per la vostra coppia può essere, invece, provare a confrontarsi con sua moglie e arrivare ad una decisione comune sulla vostra coppia. Se sente che sia difficile per voi avviare questo confronto, può valutare la possibilità di richiedere una consulenza di coppia che vi supporti nella risoluzione di questo momento di crisi. Consideri, infatti, che i momenti di crisi possono costituire per la coppia una preziosa occasione di confronto, utile a negoziare un equilibrio relazionale diverso, più funzionale alle esigenze dei singoli partner. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mio figlio non vuole staccarsi da me
Apri domandaBuonasera Silvia, Leggendo il suo messaggio ho percepito il forte senso di affaticamento e sovraccarico emotivo a cui è sottoposta. È probabile che anche suo figlio, essendo magari particolarmente sensibile e reattivo, abbia avvertito il suo malessere e si agiti di conseguenza. Quindi, se desidera che lui diventi più gestibile e sereno, è indispensabile che lei mamma ritrovi la sua serenità in modo che possa, poi, trasmetterla a lui. Per raggiungere questo obiettivo può esserle utile: 1) fare delle cose piacevoli per lei mentre suo figlio è al nido 2) riscoprire le qualità positive di suo figlio, i suoi pregi e tutto ciò per cui lo ama che, al momento, mi sembrano oscurati dalle difficoltà che ha elencato qui. Pensare alle qualità positive del bambino la aiuterà, infatti, a trovare le energie e le strategie per occuparsi al meglio di lui. 3) Occuparsi del bambino in compagnia del papà e/o di qualcuno a cui possa affidarsi e condividere le sue fatiche. Qualora si trovasse in difficoltà nel fare ciò, le consiglio di richiedere un supporto al servizio materno-infantile che si trova nel consultorio più vicino a casa sua o, in alternativa, rivolgersi ad uno psicoterapeuta in ambito privato. In questo modo sarà sicura di poter salvaguardare sia il suo benessere psicofisico, che la "crescita" del suo bambino. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Adolescenti nel lettone, assecondarli o no?
Apri domandaBuonasera Erika, Da ciò che narra, mi pare di capire che suo figlio si trovi in un momento di transizione ("ha cominciato la prima media") che, come è comprensibile che sia, può aver indotto in lui delle paure o incertezze che hanno attivato il sistema di attaccamento, ossia la richiesta di una maggiore vicinanza con voi. Questo contatto con voi lo rassicura rispetto alle richieste che deve soddisfare e che forse teme possano allontanarlo da voi ("piccole autonomie"). Quindi, vi consiglio innanzitutto di provare a chiedere a lui come si senta, cosa ne pensi delle "autonomie" e di questo cambiamento indotto dalla prima media. Sottolineando sempre ed in ogni caso che, nonostante lui diventi grande ed autonomo, voi gli vorrete sempre bene e sarete sempre vicini affettivamente a lui provando magari a condividere qualche attività piacevole con lui. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Abortire o no?
Apri domandaBuongiorno Arianna, comprendo la sua "confusione", condizione che è del tutto congruente con lo stato di gravidanza. Consideri, infatti, che la condizione di gravidanza può associarsi ad una condizione di confusione generalizzata anche nel caso in cui la donna percepisca di essere assolutamante convinta di diventare madre. E' comprensibile porsi "mille domande" e provare "paure" perchè, come giustamente dice lei, è un cambiamento radicale nella vita di ogni donna. Quindi, prima di prendere qualsiasi decisione, le consiglio di richiedere un supporto psicologico presso il servizio materno-infantile del consultorio vicino casa sua o, in alternativa, ricercare uno psicoterapeuta in ambito privato. In questo modo, potrà essere sicura di prendere la decisione giusta per lei in piena consapevolezza e libertà. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
10 anni di attacchi di panico
Apri domandaBuongiorno Giulia, da ciò che scrive, mi sembra di capire che gli attacchi di panico che ha riferito, si associno ad un disturbo d'ansia più generalizzato che sembra delinearsi come una sorta di malessere di sottofondo nella sua vita. Perciò, è come se questo malessere divenisse più intollerabile in risposta a specifiche situazioni, come ad esempio la "promozione", la "donazione del midollo". Per riuscire a gestire al meglio i pensieri ossessivi relativi alla "morte", è, quindi, necessario approfondire la sua condizione emotiva, chiedendosi, ad esempio, come ha vissuto il suo trasferimento a Roma, la promozione, che tipo di relazione ha costruito con il suo compagno, è soddisfatta del suo lavoro? Come ha vissuto la diagnosi di leucemia formulata a suo padre? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Lasciare o continuare università?
Apri domandaBuonasera Maria, Da ciò che scrive, mi sembra di capire che lei sia più incline all'azione (laurea in lingue, psicologia ecc) che all'autoriflessione. Quest'ultima può rappresentare per lei uno spazio all'interno del quale entrare in contatto con sé stessa, con i suoi bisogni e desideri, al di là del giudizio altrui. Consideri, infatti, che una laurea in psicologia o in qualsiasi altra disciplina, può consentirle di "arrivare" dove lei sente di poter "arrivare". Per sapere questo è indispensabile approfondire la conoscenza di sè, ossia avvicinarsi a Maria, capire come stia al di là della questione specifica che ha descritto qui. Da cosa può originarsi, secondo lei, la sua paura del giudizio altrui che immagino abbia accompagnato da sempre la sua vita? Cosa teme possa accedere qualora dovesse contravvenire ai consigli/ indicazioni altrui? Una consulenza psicologica individuale può aiutarla a fare luce su questi aspetti consentendole di decidere in piena consapevolezza e libertà ciò che desidera essere e fare nella sua vita. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Confusione mentale e distacco dalla realtà
Apri domandaBuongiorno Alessandro, Considerando che mi pare lei sia dotato di una buona capacità di introspezione, il consiglio che posso darle è provare ad utilizzarla, in un contesto di psicoterapia, per riportare la sua attenzione sulla realtà esterna. Mi sembra infatti, che tenda a perdere il contatto con il piano della realtà, condizione che, come ha già intuito lei, può presentare dei pericoli ("chiunque potrebbe rubarmi il portafoglio"). Il suo distaccarsi dalla realtà può suggerire che lei si senta più al sicuro rimanendo nel suo mondo interiore, percepito anche come più interessante e gratificante rispetto a quello esterno. Quindi, se così fosse, è comprensibile che lei, al momento, faccia fatica a sintonizzarsi con il mondo esterno. Cosa significa per lei rapportarsi al mondo esterno? Cosa teme possa accadere qualora il contatto con esso diventi più profondo? Una consulenza psicologica individuale può aiutarla ad avvicinarsi ad Alessandro e a comprendere "chi sia", se lo desidera. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mia figlia fa spesso pensieri strani sul sesso, cosa fare?
Apri domandaBuonasera Annalisa, Una prima cosa da fare per poter gestire al meglio la situazione è provare ad approfondire la questione con sua figlia. Ossia: 1) in che modo ha avuto accesso a queste immagini "volgari"? 2) cosa la turba in particolare secondo lei? 3) il sesso è un argomento solitamente affrontato in casa oppure no? 4) è importante coinvolgere il padre in questa discussione, considerando che riguardano anche l' "organo maschile". Inoltre, ha notato altri motivi di tensione in sua figlia? Ad ogni modo, considerando che è preadolescente, è importante considerare che l'attivazione sessuale rappresenta un elemento costitutivo di questa fase evolutiva. Quindi, è opportuno aiutarla a capire che il sesso è un aspetto naturale della nostra vita e che va orientata a comprenderlo anche nella sua natura più profonda, emotiva, e non solo quella prettamente "volgare" che ha conosciuto lei. Se dovesse trovarsi in difficoltà, le consiglio di confrontarsi con le insegnanti poiché in genere a scuola si svolgono corsi di educazione sessuale. Qualora ciò non accadesse, le può essere utile rivolgersi al consultorio familiare della sua zona, all'interno del quale è sicuramente attivo un servizio di consulenza sessuale. Un caro saluto a lei e a sua figlia. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Storia extraconiugale e amore possessivo
Apri domandaBuonasera Raffaele, Leggendo il suo racconto, l'aspetto che non mi è chiaro è il seguente: una volta divorziato da sua moglie, la sua amante è disponibile ad intraprendere una relazione stabile con lei? Nel senso: c'è un accordo tra di voi su come evolverà la vostra relazione dopo il divorzio? Ha provato a chiedere alla sua amante come mai mostri questa aggressività verbale verso sua moglie, che, apparentemente, non sembra suscitare timori competitivi ("obesa, vive alle mie spalle"). Consideri, infatti, che l'aggressività verbale che assume toni provocatori come nel caso della sua amante, cela in realtà un timore/insicurezza che la sua amante cerca, forse, di coprire con l'atteggiamento ipercritico. Se non avesse nulla da temere rispetto a sua moglie, sarebbe "calma" come infatti, si aspettava lei. Quindi, il mio consiglio è: spostare il focus dell'attenzione sulla sua amante, in modo da capire come mai sia così aggressiva, come si senta in questa situazione e cosa si aspetta da lei, dalla vostra relazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mio figlio ha paura che io muoia
Apri domandaBuonasera Antonella, Da ciò che ha narrato, potrei ipotizzare che la paura di suo figlio nasca da un'esigenza più profonda di occuparsi di lei, prendersene cura, come se ci fosse qualcosa che lui teme possa dividervi o accaderle. Quindi, questa paura si innesta su una condizione di attivazione/preoccupazione più generale che riguarda lei mamma e/o la vostra relazione. Come se lui si sentisse chiamato a svolgere questo compito in modo urgente ed assoluto. In questa funzione sembra essere solo, sensazione che deduco dal fatto che abbia utilizzato "il ceffone" piuttosto che consigliarsi sul da farsi con un altro membro della famiglia, come ad esempio il papà. Dalle info che ha fornito, non è specificato da chi sia formato il vostro nucleo familiare, ma l'impressione che si coglie leggendo le sue righe e che forse avverte anche suo figlio, è che siate soli emotivamente ad occuparvi l'uno dell'altra. Se così fosse, è del tutto comprensibile che suo figlio sia in tensione per questo, dal momento che non sembra possa condividere questo compito con un altro membro della famiglia. Pertanto, se vuole aiutare suo figlio a gestire questa paura, è importante avvicinarsi a lui per chiedergli come si sente, cosa sta accadendo nella sua vita più in generale, considerando anche che la preadolescenza in cui si trova ora è una fase evolutiva di transizione, quindi densa di cambiamenti. Inoltre, come sta lei mamma? È possibile richiedere il supporto del papà nella gestione di questa situazione specifica e anche in generale? Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come e quando affrontare il tema morte con i bambini?
Apri domandaBuongiorno Eleonora, considerando l'età del bambino, è altamente probabile che abbia semplicemente ripetuto una frase ascoltata da adulti e di cui non abbia colto il singificato, come ha già avuto modo di constatare lei ("mi ha detto come nulla fosse"). Nel senso che a questa età, i bambini hanno un concetto di morte associato alla reversibilità, ossia pensano che la morte sia una condizione modificabile e che quindi poi la persona in questione ritorni in vita, come qualsiasi altra attività della vita. Lei ha motivo di pensare che qualcuno abbia spiegato la questione al bambino? Cosa teme possa accadere al bambino in seguito a ciò? Consideri che è possibile, se il genitore lo ritiene opportuno, parlare di ciò ad un bambino di tre anni, ma bisogna essere consapevoli che il bambino non ne coglierà il senso profondo e quindi, non potrà provare sofferenza o malessere nel modo che possiamo intendere noi adulti. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Bambina aggressiva e violenta
Apri domandaBuongiorno Jennifer, Una delle risposte/soluzioni per affrontare meglio la situazione con sua figlia è già contenuta nel suo messaggio: "mia madre si sta sostituendo a noi genitori". Infatti, come giustamente ha sottolineato lei, ciò inizia a creare difficoltà nella bambina, che forse è confusa rispetto alle figure che si occupano di lei e per questo reagisce mostrando aggressività. Ciò che può fare lei per trasmettere serenità a sua figlia e contemporaneamente anche a voi genitori, è cercare di ritornare ad essere le figure di riferimento centrali per la bambina. Ossia, compatibilmente con le vostre esigenze lavorative, ridurre i contatti con la nonna e incrementare, invece, i momenti di condivisione con la vostra bambina, in modo che possa rinforzare il suo sentimento di fiducia verso di voi. Qualora dovesse avere bisogno di supporto nella gestione di ciò, può richiedere un sostegno presso il consultorio della sua zona o, in alternativa, ad uno psicoterapeuta che la aiuti a superare questo momento di difficoltà. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Madre affetta da nevrosi, come ci si comporta con queste persone?
Apri domandaBuonasera Cristina, da ciò che narra, la situazione mentale e psicologica di sua madre sembra molto compromessa, quindi è del tutto comprensibile che lei sia in difficoltà nel relazionarsi a lei. Una prima cosa che può fare in tal senso è rivolgersi allo psichiatra da cui è seguita per avere maggiori indicazioni sulle condizioni di salute di sua madre e anche su come sia più opportuno che lei si comporti nei confronti di sua madre. Qualora ciò non dovesse essere sufficiente per lei, può esserle utile richidere un supporto psicologico individuale per lei stessa che la aiuti a comprendere in che modo porsi rispetto a questa complessa condizione in cui si trova e a ritrovare la sua "calma e tranquillità". Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Bisogna sempre dire la verità sul tradimento?
Apri domandaBuonasera Alessandra, La sua domanda estremamente concisa su un tema, così complesso ed articolato, stimola, al contrario, altre domande/riflessioni sui partner coinvolti, sulla loro vita, su come si sentano e sul significato del tradimento. Riflessioni che forse lei ora non desidera avviare, dal momento che non ha narrato altro della sua storia personale, che possa aiutarla a capire quale sia "la strada megliore". Consideri, infatti, che qualsiasi questione noi desideriamo risolvere, è necessario analizzarla nella sua complessità per comprenderne le sfaccettature e decidere, poi, con consapevolezza e libertà, la "strada migliore" per ognuno di noi. Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Parlare da sola in pubblico
Apri domandaBuonasera Sara, Leggendo il suo messaggio emergenza un'ambivalenza nel suo chiedere "consigli", poiché ha palesato le sue titubanze sui diversi "approcci" terapeutici e ha "escluso" autonomamente i "farmaci". È possibile che questa sua inclinazione all'autoreferenzialità, costituisca uno degli aspetti fondanti del suo soliloquio. Ma, per comprendere a pieno il suo malessere è necessario conoscere meglio Sara, come sta al di là del disagio descritto, quale funzione svolga nella sua vita il soliloquio, la sua età anagrafica ecc. Inoltre, come mai questo "problema" che si "trascina" da tempo, è diventato oggi per lei più intollerabile? Cosa è successo nella sua vita? Qualora non dovesse risolvere il suo "problema", cosa teme possa accaderle? Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come scegliere uno specialista per dipendenza dalla pornografia?
Apri domandaBuonasera Gemma, Da ciò che narra, mi sembra di capire che sia utile per voi, innanzitutto, modificare il vostro approccio al "problema". Ossia, è importante considerare che la "dipendenza" di suo marito, oltre a costituire un malessere per lui, è anche un "problema" della vostra coppia. Indica, infatti, che all'interno della vostra relazione c'è un disagio, una distanza emotiva che si manifesta attraverso il "problema" di suo marito. Quindi, è consigliabile che, in primis, richiediate una consulenza psicologica di coppia che vi aiuti a capire in che modo affrontare il vostro disagio per risolverlo insieme. Inoltre, come sta lei al di là del malessere qui descritto? Come va la relazione con suo marito? Ad ogni modo, vi auguro di risolvere la vostra situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Consigli su come aiutare a persona
Apri domandaBuongiorno Alessio, Comprendo e condivido la sua preoccupazione rispetto alla variazione nei comportamenti che ha osservato in sua madre. È probabile che il rifiuto di sua madre a rivolgersi ad uno psicologo, rientri nella sua attuale inclinazione ad evitare situazioni e/o persone, che ha già avuto modo di constatare lei ("non vuole uscire da sola"). Pertanto, può provare a proporle di accompagnarla durante la consulenza, ossia sottoporvi entrambi alla consulenza, in modo che sua madre possa beneficiare del suo supporto emotivo durante la visita. Spero, in ogni caso, che possiate risolvere la situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Perché non riesco a scegliere?
Apri domandaBuongiorno Riccardo, Al di là della ipotetica diagnosi di "dipendenza affettiva", nel caso in cui dovesse rivolgersi a "qualcuno" (presumo psicologo), la prima questione da porre è: per chi o cosa sto richiedendo "aiuto"? Nel senso che, leggendo il suo messaggio, mi sembra di cogliere una sensazione di pressione a cui è sottoposto nel sentirsi chiamato a decidere. Consideri però, che i processi decisionali, affinché siano soddisfacenti per chi li esegue, richiedono una consapevolezza e valutazione delle possibili conseguenze e vantaggi a cui si associano. Quindi, nel suo caso, è utile chiedersi, ad esempio, come si prefigura il futuro qualora decida di lasciare la sua compagna, cosa teme di perdere rinunciando a lei e, al contrario, come si immagina la relazione con l'altra donna? Inoltre, come si sente nel pensare che l'altra donna sta sollecitando in lei una decisione? Come si rapporta, più in generale, alle decisioni della vita? Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Rabbia di mio figlio in condizioni di difficoltà
Apri domandaBuongiorno Martino, Comprendo e condivido la sua difficoltà nel gestire la rabbia di suo figlio, ma per approcciarsi in modo più efficace a ciò, è essenziale avere più informazioni su di voi. Ad esempio: quanti anni ha suo figlio, come si comporta più in generale, l'aggressivita' verbale che ha descritto lei si manifesta anche con altre persone e/o in altre circostanze. Cosa ne pensa la mamma di tutto ciò? Come sta suo figlio? Come sta lei al di là della questione descritta qui? Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ci sto riprovando ma non riesco
Apri domandaBuongiorno Marco, Da ciò che narra, mi sembra di capire che lei sia una persona dotata di buone capacità di analisi rispetto alla sua situazione sentimentale ed individuale. Perciò, può esserle utile proseguire questo lavoro di introspezione ponendosi alcuni quesiti funzionali a chiarire maggiormente la sua situazione: 1) come mai secondo lei, nonostante si descriva come una persona "molto affettuosa", abbia accettato di condividere 20 anni della sua vita con sua moglie che, invece, è percepita come refrattaria in questo? Come mai ha rinunciato per 20 anni a queste gratificazioni affettive? 2) cosa è successo dentro di lei nel momento in cui si è accorto che sua moglie non era soddisfacente per lei? 3) come si prefigura un eventuale futuro con l'altra donna? È essenziale, infatti, che lei, faccia chiarezza sul meccanismo che ha descritto: ossia quello per cui tende a rinunciare ai suoi bisogni (affetto) che, poi, essendo inibiti, si manifestano attraverso un senso di insoddisfazione che la induce ad allontanarsi dalla persona percepita come frustrante (in questo caso sua moglie). Affrontare e risolvere questa sua dinamica interna, le garantirà di costruire relazioni affettive stabili e soddisfacenti, proprio perché sarà libero, fin dall'inizio, di esprimere ciò che sente e sintonizzarsi emotivamente con la partner. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come approcciarsi? Consigliate una terapia di coppia?
Apri domandaBuongiorno Ludovica, da ciò che narra, mi sembra di capire che l'opzione terapia di coppia non sia praticabile in questo momento proprio perchè il suo compagno appare molto più centrato su se stesso che sulla coppia ("è completamente staccato dalla relazione", "il solo vedermi lo fa sentire stretto"). Quindi, la cosa più utile per lei in questo momento è una consulenza psicologica individuale che la aiuti a capire come mai accetti di essere trattata come ha descritto ("mi riempie di parole orribili", "sembra non considerare minimamente il mio vissuto personale"), copione che rievoca lo stile d'attaccamento sperimentato da lui ("sembra sia diventato l'uomo che vedeva nel padre"), come giustamente ha già intuito lei. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Difficoltà ad accettarmi
Apri domandaBuongiorno Claudio, Comprendo il suo malessere poiché sente di non essere compreso, e quindi di non beneficiare del supporto che vorrebbe per risolvere la sua "difficoltà nello studio". Ciò che posso consigliarle di fare è, in primis, condividere con la sua psicologa questa sua sensazione in modo che possiate confrontarvi più ampiamente sugli obiettivi della terapia e concordarli. Qualora, neanche in questo caso dovesse percepire una piena comprensione da parte della sua psicologa, la invito a manifestare a lei le sue titubanze circa l'approccio terapeutico da lei utilizzato in riferimento alla sua specifica condizione emotiva. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mio figlio non socializza con nessuno e odia sua vita
Apri domandaBuongiorno Francesca, La condizione emotiva di suo figlio merita un'attenta analisi, soprattutto perché sembra che cerchi di scaricare la tensione su stesso ("mangiare", "odio la mia vita"). Tensione che potrebbe rimandare ad una forma di aggressività autodiretta la quale deve essere opportunamente indagata. Pertanto le consiglio, innanzitutto, di farsi indirizzare dalla scuola che ha già segnalato il disagio, in modo che possa trovare, insieme alle insegnanti, una strategia da seguire per affrontare al meglio la situazione. Oppure può richiedere una consulenza familiare che vi possa aiutare a comprendere e risolvere insieme il malessere di suo figlio. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ho bisogno di uno psicologo?
Apri domandaBuongiorno Mariaconcetta, Leggendo il suo messaggio ho percepito una sensazione di solitudine (" risolvere da sola"), autosvalutazione ("mi sento inutile") ed estraniamento ("mi sento fuori dal mondo"), che richiedono un'attenta indagine ed approfondimento. Se desidera riprendere il contatto con sé stessa e con il mondo, è essenziale che si avvicini a Mariaconcetta con il supporto di uno psicoterapeuta che la accompagni in questo viaggio in se stessa. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come superare la paura di guidare?
Apri domandaBuongiorno Simona, Comprendo e condivido la sua necessità di acquisire una maggiore "indipendenza" mediante la guida. E da ciò che narra, mi sembra di capire che la sua difficoltà sia la manifestazione di un disturbo d'ansia, una fobia la cui dinamica va opportunamente indagata al fine di risolverla al meglio. Perciò, se desidera trovare una soluzione definitiva a questo disagio, le può essere utile richiedere una consulenza psicologica individuale che la aiuti a capire come mai una parte di Simona le impedisce di diventare autonoma, cosa sta accadendo, inoltre, nella sua vita oggi che le rende più intollerabile una difficoltà che accompagna la sua vita da diversi anni. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non riesco a trovare la mia strada
Apri domandaBuongiorno Alessandro, Da ciò che scrive, mi sembra di capire che una delle motivazioni per cui ha stabilito contatti professionali con psicologi/psichiatri, sia associata ad una sorta di ammirazione/emulazione per il loro stile di vita ("frequentandoli anche io avrei potuto avere successo"). Quindi, la motivazione a concentrarsi su se stesso cercando i suoi punti di forza, è stata,forse, messa in secondo piano fin'ora. Ipotesi che avanzo riferendomi ad una certa inclinazione all'autovalutazione che sembra trasparire dalle sua parole ("sono io che sono tardo"). Pertanto, ciò che posso dirle, in base alla mia "casistica" è che, al di là dello specifico disagio che può avere la persona, un aspetto fondamentale nel processo terapeutico è rappresentato dalla possibilità di trovare, insieme al terapeuta, le risorse di cui ognuno dispone e attivarle per raggiungere il grado di autonomia desiderato. In questo modo potrà comprendere se sia più utile per lei "diventare uno psicologo" o concedersi la possibilità di avvicinarsi ad Alessandro e capire, ad esempio, cosa tema qualora si allontani dalla sua famiglia d'origine, cosa significhi per lei "autonomia". Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Paura delle novità
Apri domandaBuongiorno Andrea, Innanzitutto mi sento di sottolineare come il suo approccio al disagio descritto, mostri già una buona capacità d'analisi e consapevolezza rispetto alla strategia da seguire. Ossia: sa che fuggire dalla situazione motivo di tensione non costituisce una strategia risolutiva ("so che cambiando non cambierà la mia situazione mentale"). A partire da questa prima consapevolezza che sposta l'attenzione su Andrea, può esserle utile chiedersi: 1) come mai Andrea teme le novità? È un timore che prova da sempre o si è acuito in questo periodo? 2) come ha gestito la novità del matrimonio e del nuovo ruolo di padre? 3) cosa teme possa accaderle in una circostanza nuova più in generale? 4) cosa significano per lei le novità? Infine, come sta al di là del disagio specifico qui descritto? Una consulenza psicologica individuale può aiutarla ad avvicinarsi ad Andrea per capire meglio cosa lo spaventi ed in che modo gestire il tutto. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Indicazioni su psicoterapia da seguire
Apri domandaBuongiorno Silvia, Comprendo e condivido il suo malessere che sembra attivare il bisogno di una "guida". Ciò che posso consigliarle di fare è innanzitutto provare a confrontarsi con la sua analista circa quanto ha descritto qui e valutare con lei cosa sia più opportuno fare. Consideri infatti che, al di là dell'approccio terapeutico, un elemento fondamentale nella riuscita di un percorso psicoterapeutico è la creazione di una relazione di fiducia terapeuta-paziente, grazie alla quale il paziente percepisce che può condividere il suo malessere col terapeuta e che sono alleati nella risoluzione di esso. Le auguro, in ogni caso di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dort.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Discussioni e pianto
Apri domandaBuongiorno Sara, La soluzione al quesito da lei posto è già contenuta nel suo testo: "soffro da anni di ansia e depressione". Ossia: poiché è già consapevole di soffrire di questi disturbi, la cosa più utile da fare è affrontarli e risolverli, in modo che poi essi non si manifestino attraverso il pianto. Il pianto, infatti, non può essere affrontato pensando di "evitarlo" o reprimerlo, ma è necessario accoglierlo, comprenderne le cause. Solo così potrà acquisire una sua stabilità umorale che le consentirà di gestire i conflitti in modo costruttivo. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Sotto.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Gravidanza e depressione
Apri domandaBuonasera Anna, Comprendo e condivido il suo malessere che merita un'attenta analisi proprio perché le sta impedendo di godersi a pieno la sua gravidanza. Per superare questa condizione di disagio può provare a richiedere una consulenza psicologica individuale presso il consultorio più vicino a casa sua. Con l'aiuto di un collega riuscirà a sentirsi compresa e sostenuta, presupposti essenziali per una donna che si appresta a diventare mamma. Le auguro di riuscire a prendersi cura di Anna e di risolvere al meglio la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mio figlio prende insufficienze gravi a scuola ma studia sempre
Apri domandaBuongiorno Ketty, per affrontare al meglio la situazione può muoversi in questo modo: 1) provare ad avvicinarsi a suo figlio in modo diverso, ossia chiedergli come si senta più in generale, al di là del rendimento scolastico. Consideri infatti, che il rendimento scolastico è una delle manifestazioni delle condizioni emotive di suo figlio. La nostra capacità di apprendimento e attenzione è grandemente condizionata dal nostro umore, quindi è importante occuparsi, in primis, della condizione emotiva. 2) chiedere informazioni più specifiche ai professori: ossia farsi spiegare in che modo, secondo loro, suo figlio giunge alle insufficienze: è solo un problema di metodo sbagliato? e nel caso in cui il metodo sia sbagliato, quale suggeriscono i professori? E' consigliabile che questo tipo di confronto lo faccia coinvolgendo anche suo figlio, in modo da responsabilizzarlo e renderlo parte attiva della questione. 3) Come si sente lei nel vedere suo figlio che "passa tutto il giorno sopra i libri di scuola"? Che impressione le suscita? Accadeva ciò anche alle scuole medie? Ha avuto modo di confrontarsi con suo marito/compagno circa la questione? Se sì, cosa ne pensa lui? Le auguro in ogni caso di risolvere la sua situazione. Un caro saluto a lei e a suo figlio. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Problemi di ansia
Apri domandaBuongiorno Sonia, da ciò che narra, mi pare di capire che lei finora stia affrontando la sua "ansia" mettendo in atto strategie di fuga ("mi sono licenziata"). La strategia di evitamento (allontanarsi dalla situazione che innesca l'ansia) rinforza l'ansia stessa. Di contro, per affrontare e risolvere efficacemente un disturbo d'ansia, è essenziale fermarsi e concedersi un tempo per capire come mai quella specifica situazione (ad esempio "il datore di lavoro") inneschi il circuito dell'ansia. Solo così potrà diventare padrona della sua vita e delle sue scelte, in modo da non fuggire più dalla sua ansia e dalla sua "paura". Se è motivata ad interrompere questo meccanismo di paura, può richiedere una consulenza psicologica individuale che la aiuti a capire da dove origini tutto ciò e come affrontarlo per risolverlo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mio marito ha detto che non mi ama più
Apri domandaBuongiorno Non, Leggendo il suo messaggio ho percepito la sua sensazione di disorientamento rispetto alla situazione descritta che appare senza speranza ("una fine così"). Se, invece, desidera provare a fare maggiore chiarezza nella vostra relazione per capire poi se, effettivamente vi troviate, ad un punto "morto", è consigliabile che richieda una consulenza psicologica. Consideri, infatti, che qualsiasi decisione relativa alla vostra coppia, va presa di comune accordo. Invece mi sembra di percepire che a suo marito sia attribuito il potere decisionale, mentre lei si trovi a subire il fatto di "non essere più amata". Una consulenza psicologica individuale può aiutarla, innanzitutto, a capire che anche lei ha un potere decisionale all'interno della vostra coppia e, a partire da questo, trovare la strategia migliore per confrontarsi con suo marito. In alternativa, qualora suo marito fosse disponibile, può proporgli una terapia di coppia. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come aiutare mia figlia?
Apri domandaBuonasera Sonia, Da ciò che narra, credo che per aiutare sua figlia possa essere utile per lei focalizzare l'attenzione sull'immagine rassicurante che ha usato per descriverla: "la vedevo comunque serena e felice di frequentare la prima elementare". E associare ad essa alcune strategie funzionali a potenziare i processi attentivi: 1) invitarla a svolgere le attività che preferisce, ma sforzandosi di mantenere la posizione seduta e/o ferma, in modo da aiutarla a fissare meglio l'attenzione. 2) proporre attività extra scolastiche da svolgere con un compagno/a che la bambina ritenga più simpatico, in modo da aiutarla a potenziare le sua abilità relazionali. 3) affiancarla nello svolgimento di attività che la bambina ritiene meno interessanti, per aiutarla a gestire la noia. Considerando che la sua bambina è "creativa e vivace", credo che, seguendo queste indicazioni, dovrebbe osservare a breve un comportamento più funzionale alla scuola. Quindi si dia un tempo (2/3 mesi circa) per valutare insieme alle maestre l'andamento della bambina e nel frattempo si ricordi di valorizzare sempre i suoi punti positivi. Un caro saluto a lei e a sua figlia. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Quello che gli inglesi chiamano NPE...
Apri domandaBuonasera Z, Comprendo e condivido la sua posizione di "lasciar perdere" circa la questione descritta. Ma, se ha necessità o desiderio di comunicare la verità ai suoi figli, è essenziale che lei come figlio si senta pronto ad affrontare la questione. Altrimenti i suoi vissuti non elaborati potrebbero condizionare la prospettiva dei suoi figli, che perciò non sarebbero liberi di crearsi una loro opinione/visione della cosa. Perciò, le può essere utile prendersi del tempo per ponderare meglio la situazione e il da farsi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Paura di pensare
Apri domandaBuongiorno Pauline, da ciò che narra, mi sembra di capire che il suo disagio meriti un'attenta analisi ed approfondimento che, come lei immaginerà, non si può svolgere mediante questo sito. Pertanto, se desidera riprendere il controllo dei suoi pensieri e comprendere come mai si percepisca una "sconosciuta", cosa stia succedendo dentro e fuori di lei, le può essere utile richiedere una consulenza psicologica individuale. Consideri, infatti, che questo tipo di disagi può essere affrontato e risolto efficacemente con l'aiuto di un esperto che la accompagni nella conoscenza di sè e a comprendere le ragioni della "paura" per imparare a gestirla. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come darsi un senso?
Apri domandaBuonasera Stefano, Leggendo la descrizione che ha fatto di sé e della sua vita, percepisco un senso di solitudine ed ineluttabilità che richiedono una specifica analisi ed approfondimento. Mentre la strategia di "fuga" che ha prospettato, non può essere una soluzione utile per lei, proprio perché non le consentirebbe di trovare le risposte adeguate alla sua vita. Ossia quelle risposte che le consentono di comprendere in che modo lavorare su di sé per "darsi un senso". Il senso di sé può essere trovato solo avvicinandosi a noi stessi. Pertanto, se desidera affrontare e risolvere efficacemente il suo malessere, può provare ad avvicinarsi a Stefano mediante una consulenza psicologica individuale. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mio figlio ha problemi con gli altri bambini
Apri domandaBuonasera Giancarlo, La situazione che ha descritto per poter essere compresa e risolta efficacemente, richiede una specifica analisi e anche una conoscenza del bambino stesso. Poiché questo approfondimento non può essere condotto mediante questo sito, le può essere utile, nel frattempo, fare alcune cose: 1) coinvolgere la mamma nella situazione: ha parlato di "problemi" con la madre, che al di là di quali siano, presumo abbiano avuto e abbiano ancora oggi una influenza sul comportamento di isolamento del bambino ("8 ore in un angolo da solo"). Cosa ne pensa la mamma del comportamento del bambino? Consideri infatti, che per qualsiasi bambino, al di là del carattere e delle specifiche situazioni, percepire l'interesse e affetto di entrambi i genitori, rappresenta un fattore di benessere di per sé. 2) chiedere consiglio alle maestre sul da farsi: cioè chiedere a loro se ritengono opportuno che voi approfondiate la situazione di vostro figlio, rivolgendovi ad esempio, ad un consultorio familiare di zona. Infine, come sta lei papà? Come si sente nel ruolo genitoriale che mi sembra abbia assolto spesso da solo ? ("ho cercato di sopperire io") Le auguro in ogni caso di risolvere la sua situazione. Un caro saluto a lei e a suo figlio. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Cerco lo psicologo più adatto per questo problema
Apri domandaBuonasera Danilo, Come ha già avuto modo di constatare, sforzarsi di allontanare questi pensieri, non è la strategia risolutiva al suo malessere. Può esserle, invece, utile provare ad accoglierli dentro di sé per cercare di capire cosa intendano comunicarle su di lei, sulla sua vita, sulla relazione sentimentale in corso. Da come li descrive, sembrano essere pensieri intrusivi che irrompono nella sua mente determinando un allontanamento, seppur breve, dalla sua vita. Secondo lei, da cosa stanno cercando di allontanarla/distrarla? Che rapporto ha con il sesso in generale? Ha una vita sessuale soddisfacente? È soddisfatto della sua vita più in generale? Una consulenza psicologica individuale potrà aiutarla a risolvere il suo problema. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Perdita del controllo della propria vita
Apri domandaBuonasera Siria, Da ciò che narra, mi pare di capire che il nucleo del suo disagio possa collocarsi nella sua inclinazione ad attribuire a fattori esterni a sé stessa ("consiglio su come riprendermi la mia vita", "cannabis") la soluzione alla sua situazione. Meccanismo che innesca contenuti depressivi e autosvalutativi (" mi sento demotivata e annoiata"). Al contrario, per "riprendere in mano la sua vita" è essenziale che si conceda la possibilità di avvinarsi a sé stessa per capire, in che modo attivare le sue risorse, che al momento appaiono difficili da ritrovare ("mi sento insoddisfatta, incompleta"). Il senso di completezza di noi stessi, si può ricavare solo da noi stessi, cercando di capire come mai ci sentiamo in un certo modo e da qui lavorare su una strategia risolutiva. Le può essere utile auroesplorarsi proprio per capire come mai la sua capacità di "trovare soluzioni" un tempo efficace, oggi non lo sia più. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla a ricentrarsi su stessa per giungere alle soluzioni più adeguate a lei e alla sua vita. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Disagio inspiegabile con mio padre
Apri domandaBuonasera Lucia, Il "disagio" che ha descritto può essere generato, in buona misura, dalla distanza affettiva che ha percepito nella relazione con suo padre. Il distanziamento emotivo genera, infatti, estraniamento ("apparso come un'ombra"). Ciò che può essere utile per lei ora è porsi delle domande: 1) cosa è successo oggi che ha reso più intollerabile un "disagio" che ha provato "da sempre". Come sta più in generale? Come si relaziona agli altri uomini? 2) come mai ha ipotizzato "gli abusi sessuali"? Qualora tale dubbio diventi insostenibile per lei è opportuno indagarlo per poter stabilire se effettivamente abbia subito abusi. Questo accertamento può farlo con l'aiuto di uno psicoterapeuta. Consideri infatti, che il permanere di un dubbio così grave, rappresenta di per sé motivo di notevole tensione. Le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Psicologi che si occupano di disturbo Borderline?
Apri domandaBuongiorno Patrizia, Da ciò che ha scritto, mi pare di capire che sia prioritario concentrarsi sulla questione dell'astinenza da "droghe pesanti". Cioè, al di là della specifica diagnosi di disturbo di personalità ("borderline" o altro), è essenziale occuparsi della dipendenza da sostanze psicoattive. Per fare questo può rivolgersi al Sert di zona, un centro specializzato nella diagnosi e cura delle tossicodipendenze. Qualora non riuscisse a trovarlo subito, può farsi indirizzare dal suo medico di famiglia che saprà orientarla verso il contesto di cura più adatto a voi. E lei mamma come sta? Consideri che in questi casi, è prevista la possibilità di supportare anche i familiari di coloro che abusano di sostanze. Le auguro, in ogni caso di trovare l'aiuto che desidera per sé e per suo figlio. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Rapporto zio nipote: cosa fare?
Apri domandaBuongiorno Giorgia, da ciò che narra, mi sembra di capire che possa essere utile per lei muoversi in questo modo: 1) proporre a suo marito una strategia alternativa all'evitamento ("dire a mio fratello di non stargli troppo addosso"), che invece è strutturata in questo modo: lasciare che il bambino termini l'interazione ludica intrapresa con lo zio e subito dopo proporre un gioco da fare col padre. E' comprensibile e anche del tutto normale, che un bambino piccolo non gradisca essere interrotto mentre gioca. Quindi, se suo marito desidera acquistare un ruolo di primo piano nella considerazione di suo figlio, è essenziale che si avvicini al bambino in modo costante, quotidiano, al fine di stabilire una relazione affettiva preferenziale. In questo modo il bambino costruirà dentro di sè una preferenza autentica, spontanea e stabile. Suo marito gioca con suo figlio e in che modo? 2) Provare ad avvicinarsi a suo marito: ossia accogliere la sua frustrazione e sostenerlo nella promozione di interazioni di ogni tipo con suo figlio. Consideri, infatti, che il legame di attaccamento padre-figlio si costruisce anche attraverso cose pratiche, come ad esempio: fare una passeggiata al parco, preparare la pappa, fare il bagnetto. Quanto ed in che modo è presente suo marito nella vita concreta di suo figlio? Come ha vissuto il ruolo di padre e lei di madre? Che tipo di relazione c'è tra lei e suo marito? Sente che lei e suo marito siete alleati nella gestione della vostra coppia e della vostra famiglia? E' importante, infatti, rinforzare sempre l'alleanza di coppia, essenziale nel superamento dei "litigi" che indevitabilmente si creano trai i partner, in modo da evitare che il bambino sia coinvolto nel conflitto e/o sia indotto a schierarsi in favore di uno o l'altro genitore. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
A mia figlia non va più di andare a scuola, che faccio?
Apri domandaBuonasera Sofia, Comprendo la sua difficoltà nel prendere una decisione, poiché, accondiscendere alla richiesta di sua figlia ("homeschooling"), sembra un modo per aiutarla e venirle incontro. Ma, lasciare che sua figlia rimanga a casa, può rinforzare la sua tendenza all'evitamento di situazioni stressanti ("bullismo") che, invece, per essere efficacemente superate, richiedono la possibilità di confrontarsi in concreto con l'evento stressante e sperimentarsi per acquisire via via una maggiore sicurezza personale. Cioè, per aiutare sua figlia a superare questa fase delicata della sua vita, è essenziale che la supporti ad affrontare le difficoltà e la incoraggi ad uscire al di fuori di sé stessa. Per fare questo, può esservi utile, innanzitutto richiedere un consiglio agli insegnanti e poi un eventuale consulenza psicologica per lei e sua figlia. Cosa ne pensa il papà di questa situazione? In ogni caso può essere utile coinvolgere anche lui nella gestione della questione e in un eventuale consulenza psicologica familiare. Un caro saluto a lei e a sua figlia. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Piangere a lavoro
Apri domandaBuongiorno Cinzia, da ciò che narra, mi pare di capire che i frequenti cambi di lavoro possano rappresentare per lei l'illusione di fuggire da qualcosa che non la soddisfa. Pertanto, se non si ferma per comprendere cosa ci sia dentro di lei che la induce a "piangere", il meccanismo del cambio di lavoro rimane inalterato, ma lei non può trarne beneficio, perchè la condizione di malessere è generata dal modo in cui si percepisce lei e dal suo approccio al lavoro. Quindi, può esserle d'aiuto richiedere una consulenza psicologica individuale che la aiuti a capire cosa stia accadendo dentro di lei, come si senta ed in che modo affrontare e risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Bimba che non si ambienta a scuola
Apri domandaBuongiorno Polin, Il comportamento che ha descritto è una delle possibili reazioni dei bambini mentre si stanno inserendo a scuola. Quindi la prima cosa da fare per tranquillizzare la bambina è che lei mamma sia consapevole di ciò e, soprattutto, che sia convinta che possiate superarlo. In secondo luogo, può agire come segue: 1) confrontarsi con le maestre e cercare di capire se loro sono disponibili a fare questo: lasciare che lei mamma vada all'asilo quando la bambina piange, ma cercare di rassicurarla per farla restare lì fino all'orario d'uscita. Altrimenti la bambina apprende che attraverso il pianto ottiene l'allontanamento dall'asilo. Ma non sa come gestire il suo disagio per l'assenza della mamma che è del tutto normale e sano, ma va gestito affrontandolo, non evitandolo anticipando l'uscita. 2) proporre alla bambina merende o uscite extra asilo, con i bambini che le sono più simpatici, in modo da rinforzare l'alleanza con alcuni amichetti e il piacere di rivederli giorno per giorno. Costruire queste relazioni può essere utile a sua figlia per superare la frustrazione del distacco da lei. Se desidera approfondire la questione, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto a lei e a sua figlia. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non so come andare avanti
Apri domandaBuongiorno Leonardo, da ciò che ha narrato, mi pare di capire che lei sia una persona molto desiderosa di ragiungere al più presto gli obiettivi che si prefigge ("faccio antomia pratica") e che, per questo voglia, evitare le fasi intermedie ("tanta teoria") che, però, costiuiscono una parte essenziale nella formazione di qualsiasi identità professionale. Consideri, infatti, che qualsiasi corso di laurea prevede una fase/parte teorica proprio per consentire ad ogni studente di avvicinarsi gradualmente alle discipline, prendere confidenza con esse e poi decidere verso quale di esse specializzarsi. Perciò, nel suo caso, è possibile che il contatto, forse anticipato, con aspetti eminentemente pratici della medicina, abbia innescato preoccupazioni ("ipocondria") e dubbi ("dovrei purtroppo cambaire strada") che possono essere efficacemente affrontati e risolti concedendosi, invece, la possibilità di attendere l'evoluzione della sua figura professionale, cercando di sospedere i giudizi su di sè. E' del tutto normale, infatti, che molti studenti di medicina nella prima fase di studio sperimentino aspetti ipocondriaci o temano di non essere all'altezza della professione che hanno scelto. Quindi, il consiglio che mi sento di darle è di prendersi del tempo per fare mente locale sulla sua situazione e, solo dopo aver fatto chairezza su ciò, prendere una decisione. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla ad affrontare e risolvere questa delicata fase della sua vita. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Nipote di 11 anni: pipì a letto e paura di defecare
Apri domandaBuongiorno Donatella, Da ciò che narra, posso ipotizzare che suo nipote abbia mostrato queste difficoltà nel controllo sfinterico già in precedenza ("fa ancora la pipì a letto"). Quindi forse è un meccanismo che suo nipote utilizza per manifestare il suo disagio, la sua ansia. E bisognerebbe capire cosa stia succedendo ora nella vita di suo nipote che abbia acuito il disagio. Considerando che ha 11 anni, è importante considerare la fase di passaggio in cui si trova, cioè la preadolescenza. Essa può suscitare nei ragazzi degli sconvolgimenti emotivi che si mostrano in diversi modi, tra i quali anche atteggiamenti regressivi, ossia comportamenti che appartengono a fasi evolutive precedenti, come ad esempio l'enuresi notturna di cui ha parlato. In questi casi, qualunque sia il motivo che attiva il disagio del ragazzo, è importante supportare i genitori nell'adeguata gestione della situazione. I genitori possono muoversi in questo modo: 1) avvicinarsi al ragazzo per cercare di capire come si senta al di là del disagio descritto. 2) sospendere, almeno temporaneamente, l'attenzione rispetto al controllo sfinterico in modo da non enfatizzare la questione e/o colpevolizzare il ragazzo 3) sospendere la somministrazione del clistere che, oltre ad essere sgradevole poiché invasivo, può indurre nel ragazzo la convinzione che ha bisogno di un aiuto esterno e che quindi da solo non può farcela. Mentre è importante stimolare l'autoregolazione, anche utilizzando rimedi naturali (lassativi naturali, alimenti specifici ecc.). Infine, come si sente lei e i genitori del ragazzo nell'approcciarsi al disagio? Il vostro atteggiamento è molto importante perché condiziona anche quello del ragazzo. Perciò, nel caso in cui voi non vi sentiate abbastanza sereni e sicuri di poterlo supportare in questa fase della sua vita, è consigliabile che lei e i genitori vi rivolgiate ad uno psicoterapeuta che vi aiuti a capire come gestire al meglio la situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Confusione sul futuro
Apri domandaBuonasera Ele, da ciò che narra, mi pare di capire che i suoi percorsi di studio (superiori ed università) siano permeati da un senso di sacrificio che induce in lei la sensazione di perdere qualcosa di importante ("tantissime attività che avrei voluto fare"). Quindi, sembra che il dovere ("ho dovuto sacrificare") sia preponderante rispetto al piacere ("attività che avrei voluto fare"), e ciò determina in lei una sensazione di insoddisfazione e demotivazione. Pertanto, indipendentemente, dal corso di laurea che lei scelga, è essenziale che lei comprenda come mai si senta obbligata ad organizzare la sua vita sul sacrificio e la rinuncia di ciò che le piace. Cosa significa per lei accondiscendere o, al contrario, non accondiscere alle preferenze universitarie di sua madre? Se desidera trovare la "risposta" dentro di sè, le può essere utile richiedere una consulenza psicologica individuale mediante la quale potrà trovare un equilibrio tra dovere e piacere. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Una situazione ingestibile
Apri domandaBuongiorno Noemi, Da ciò che narra, mi pare di capire che la vostra famiglia necessiti di un intervento/terapia familiare, all'interno del quale coinvolgere suo padre. Comprendo che sia stato necessario allontanare suo padre perché "violento", ma se desidera aiutare suo fratello è necessario proporre la vicinanza del padre, predisponendo, ovviamente, un trattamento che aiuti suo padre a porsi come genitore adeguato e rassicurante. Consideri infatti, che il figlio maschio tende naturalmente a ricercare una figura di riferimento/identificazione con il padre, quindi è essenziale che il padre sia supportato ad esserlo, qualora non ci riesca, come nel caso di suo padre. La famiglia, in generale, è infatti un sistema all'interno del quale ogni membro svolge una specifica funzione, quindi quando uno di essi viene a mancare (come nel caso di suo padre), l'intero sistema ne soffre. E uno dei membri si fa carico di manifestare il disagio utilizzando, ad esempio, dei sintomi, come ha avuto modo di osservare in suo fratello. Spero, in ogni caso, che riusciate a risolvere la situazione e che lei possa prendersi cura anche di Noemi e "farsi una sua vita". Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Gestione della rabbia e della frustrazione bimbo di 3 anni
Apri domandaBuongiorno Maria Teresa, da ciò che scrive, mi sembra che lei abbia già centrato il punto della situazione: ossia mi pare di capire che sia sola nel processo educativo, perchè suo marito non è, al momento, disponibile ad imporre la sua autorevolezza. Quindi, come giustamente sottolinea lei, il bambino ormai abituato ad uno stile educativo "morbido", comprensibilmente, non accetta la severità. Pertanto, la prima cosa da fare è provare a confrontarsi con suo marito in modo da capire come mai non si conceda la possibilità di essere autorevole con il bimbo. Posso ipotizzare che suo marito abbia delle riserve a riguardo, nel senso che, in molti casi, chi ha ricevuto un'educazione autoritaria che non ha accettato, nel momento in cui diventa genitore, assume lo stile educativo opposto, quindi tende ad essere accondiscendente. Può spiegare a suo marito che ogni bambino ha bisogno di essere contenuto, ossia aiutato a gestire gli scatti d'ira in modo che non si manifestino attraverso comportamenti che poi risultano sgradevoli per il bambino (che si agita e si sente inadeguato) e anche per i genitori ("frustrazione e impotenza" a cui accennava lei). Nel caso in cui suo marito, non dovesse essere ancora pronto ad affrontare la questione, può iniziare lei stessa agendo in questo modo: 1) quando il bambino è stanco, può provare a rassicurarlo con il contatto fisico, ripetendogli che ha ragione ad essere stanco, e che può parlarne a lei, evitando di agire. Consideri, infatti, che spesso i bambini "alzano le mani" quando si sentono incompresi o giudicati dagli adulti di riferimento. Quindi, provare ad accogliere con un abbraccio contenitivo la sua stanchezza, può essere una prima strategia. 2) quando il bambino è sereno e propenso al confronto con lei, può invitarlo a rappresentare graficamente (disegni) i suoi momenti di disagio. Il disegno può essere un utile strumento di confronto e chiarimento con un bambino di 3 anni. Infine, come si sente lei nel ruolo di mamma? e in quello di moglie? é agevole per la vostra coppia trovare, in generale, delle strategie comuni nella gestione dei problemi familiari? Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Daparox compresse ed effetti positivi
Apri domandaBuongiorno Ciccio, Da ciò che narra, mi pare di capire che il suo disagio sia rinforzato dalla sua tendenza ad attribuire la causa ("eventi stressanti") e anche la soluzione (farmaci) all'esterno di Ciccio. Cioè: mi sembra che lei si senta in balia degli eventi ("eventi stressanti", farmaci, psichiatra) e che non si percepisca in grado di reagire ad essi. Questa autopercezione di sopraffazione rappresenta di per sé un motivo di ansia, al di là di ciò che accade. Perciò, la prima cosa che può fare per sentirsi più "tranquillo", che io intendo sentirsi sicuro di poter superare questa fase della sua vita, è concedersi la possibilità di conoscere meglio Ciccio. Mediante un percorso di psicoterapia individuale potrà, infatti, comprendere come mai alcuni eventi la turbano e come fare per gestirli meglio. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
A chi mi devo rivolgere per i Tic nervosi?
Apri domandaBuongiorno Paola, Innanzitutto mi sento da rassicurarla circa la possibilità di risolvere il suo problema: mediante un percorso di psicoterapia può "eliminare definitivamente" i suoi tic. Ma ciò che mi colpisce del suo messaggio è questo: oltre ai tic non ha aggiunto altro di Paola. Immagino che, al di là del disagio descritto, lei disponga di altre risorse e qualità positive che potranno essere opportunamente valorizzate ed utilizzate per affrontare e risolvere efficacemente il suo disturbo. Come sta al di là dei tic? È soddisfatta della sua vita? Cosa sta accadendo nella sua vita oggi che la induce ad affrontare più radicalmente un problema che l'accompagna fin da quando era piccola? Un percorso di psicoterapia la aiuterà ad avvicinarsi a Paola per accogliere il suo disagio, ma anche per trovare i suoi punti di forza. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non riesco a capire cosa mi succede
Apri domandaBuongiorno Giuseppina, Da ciò che narra, mi pare di capire che il suo umore risenta di alterazioni frequenti ("alterno mesi in cui mi sento molto bene a settimane..."), che richiedono un accurato approfondimento diagnostico soprattutto perché associati all'ideazione suicidaria ("sono arrivata a pensare al suicidio"). Quindi, è comprensibile che si senta disorientata ("non so più come comportarmi"). Per fare maggiore chiarezza su di sé e sul suo disagio le può essere utile una consulenza psicologica individuale, che la aiuti a comprendere come mai avverta un malessere, nonostante la sua situazione attuale sia descritta in termini quasi ideali ("famiglia amorevole, lavoretto, buona carriera universitaria, ottimo fidanzato"). Cosa potrebbe aiutarla a ritrovare la stabilità interiore? Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Bassa autostima dovuta alla bassa statura
Apri domandaBuonasera Kendrick, Comprendo e condivido il suo disagio poiché il nostro aspetto fisico rappresenta una parte importante dell'immagine che abbiamo di noi. Detto ciò, credo che, nel suo caso, il suo malessere legato all'altezza sia stato acuito dalla condizione di lontananza dai suoi luoghi d'origine. Quindi può essere anche una manifestazione del suo disagio nel trovarsi fuori casa ("mi sono trasferito per studiare"). Quindi, l'ipotesi di ritornare dove stava prima e anche di "non fare figli" si configurano come strategie di fuga e non come soluzioni rispetto ad un disagio che, invece, necessita di una più approfondita accoglienza e conoscenza poiché rappresenta una parte importante per la sua autostima. Pertanto, ciò che posso consigliarle, è concedersi uno spazio per dedicarsi a sé e a come si sente più in generale. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Possibile depressione post partum?
Apri domandaBuongiorno Federica, Per sentirsi più tranquilla e fiduciosa nel superare questa fase della sua vita, può essere utile chiedere aiuto al papà del suo bambino. Come mai non è stato citato da lei tra le persone a cui ha chiesto aiuto? Consideri, infatti, che per una donna che ha partorito da poco e che, come nel suo caso, deve affrontare difficoltà relative alla salute del piccolo, è essenziale sapere che può contare sul supporto emotivo e pratico del compagno/marito. Soprattutto in questi casi, è importante cementare l'alleanza di coppia e quella genitoriale, fondamentali per superare insieme le difficoltà del vostro piccolo e sentirsi uniti, non sola, come invece mi sembra si senta lei leggendo il suo messaggio. Perciò, prima di cercare aiuto altrove ("prendere qualcosa per calmarmi"), provi a chiedere maggiore vicinanza emotiva al suo partner. Un caro saluto a lei e al suo piccolo. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Fame nervosa a 74 anni
Apri domandaBuongiorno Serena, poichè in passato l'ansiolitico aveva sortito in sua madre effetti positivi, può essere utile ricontattare lo psichiatra in questione e sottoporre sua madre ad una visita in modo da capire in che modo gestire il sintomo che ha descritto. Nel caso in cui sua madre non sia propensa a sottoporsi alla visita, può essere utile che lei stessa richieda una consulenza in modo da descrivere il problema e ricevere indicazioni sulle modalità più adeguate per approcciarsi a sua madre. Come si sente nel sapere che sua madre abbia questo disagio? Che posto occupa nella sua vita il malessere di sua madre? Qualche altro membro della famiglia la supporta nella gestione dei sintomi di sua madre oppure è da sola? Come sta lei, indipendentemente dal disturbo di sua madre? Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Vertigini o altro?
Apri domandaBuongiorno Annalisa, Poiché ha già eseguito esami che hanno escluso una possibile origine organica del suo disturbo, le può essere utile richiedere una consulenza psicologica individuale. In questo modo potrà comprendere se i sintomi descritti sono una manifestazione di ansia, ipotesi plausibile. Consideri che l'accertamento psicodiagnostico condotto da uno psicoterapeuta può prevedere, oltre al colloquio clinico, anche la somministrazione di test psicologici specifici da cui si possono trarre informazioni molto precise sulla sua struttura di personalità, e quindi sapere come mai avverta questi disturbi. Un caro saluto. Dott.ssa. Anna Marcella Pisani (Roma)....
Paura di perdere il controllo
Apri domandaBiongiorno Raffaella, Per potersi pronunciare sulla sua situazione psichica, è necessario avere altre info, tipo: il medico che ha prescritto l'entact è anche specializzato in psichiatria? Se così non fosse, il primo consiglio che mi sento di darle è quello di rivolgersi ad un medico psichiatra che possa fare una diagnosi approfondita e che quindi, in base ad essa, possa valutare l'adeguatezza o meno del dosaggio farmacologico. Consideri, infatti, che se il dosaggio non è adeguato al disturbo che intende curare, il paziente non ne trae giovamento e può percepire la sensazione di una "ricaduta", come ha riferito lei. Inoltre, per poter risolvere definitivamente un disagio psicologico in generale, è necessario associare alla terapia farmacologica un percorso di psicoterapia individuale. Attraverso di esso è possibile, infatti, attivare le risorse necessarie a riprendere in mano la sua vita poiché conoscerà i suoi meccanismi mentali e il terapeuta la aiuterà a gestirli, in modo che non si senta più terrorizzata". Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Rabbia spesso incontrollabile
Apri domandaBiongiorno Adriana, Da ciò che narra, le sue "reazioni esageratamente rabbiose" possono suggerire la presenza di una tensione repressa di cui andrebbero approfonditi i meccanismi, in modo da comprenderla e gestirla efficacemente. Se desidera autoesplorarsi per risolvere la sua situazione, un percorso di psicoterapia può esserle utile. Se prende contatti con la sua ASL di zona, la questione economica cui accennava, sarà facilmente risolvibile. Ad ogni modo, può consultare il suo medico di base per sapere in che modo accedere al servizio pubblico di consulenza e terapia psicologica. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Aiuto per risolvere un dubbio
Apri domandaBuongiorno Valeria, la cosa più utile da fare al fine di "risolvere il dubbio" è cercare, innanzitutto, di capire come mai lei abbia accettato l'assenza emotiva di suo marito per tutti questi anni e si sia trovata in una condizione di monogenitorialità ("dimenarmi da sola tra bimba e lavoro"). Infatti, se non comprende la dinamica di questo meccanismo che la induce a pensare di doversela cavare da sola, potrebbe accadere, in momenti inevitabili di difficoltà con qualsiasi altro uomo, che lei si trovi in questa situazione. Quindi, è importante iniziare a fare chiarezza sulle sue modalità di gestione dei conflitti di coppia ("abbiamo avuto una crisi") che, al momento, mi sembrano orientate verso l'evitamento del conflitto stesso: la relazione con il suo collega si può configurare come una fuga dalla "routine" e dai conflitti coniugali irrisolti. Pertanto, il "dubbio" che lei si pone può essere un'ottima occasione per fermarsi ed affrontare i suoi vissuti relativi alle dianamiche di coppia più in generale. Quando avrà fatto chiarezza su ciò, il suo dubbio scomparirà lasciando il posto ad una decisione libera e consapevole, da cui trarrà soddisfazione. Una consulenza individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come valutare una psicoterapia. Quando chiuderla?
Apri domandaBuongiorno Astra, Comprendo il suo disagio, e penso che possa efficacemente direzionarlo e risolverlo affrontandolo col suo terapeuta. Ossia, può esserle utile manifestare al collega le sue perplessità in modo da valutare insieme l'andamento della terapia. E decidere magari una ridefinizione degli obiettivi terapeutici concordati. Consideri infatti che, un elemento cruciale nella riuscita di un percorso terapeutico, al di là delle tecniche/approcci adottati, è la sensazione di potersi fidare e affidare al terapeuta condividendo le perplessità, anche quelle relative alla terapia stessa. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come smettere di mentire?
Apri domandaBuongiorno Salvatore, Da ciò che narra, mi pare di capire che lei abbia già centrato il punto della questione: "cerco sempre di mostrarmi migliore di quello che sono". Ossia ha associato la sua inclinazione a mentire al desiderio di costruire un'immagine di sé migliore, forse idealizzata, lontana quindi dalla sua realtà emotiva e anche dall'altro. Pertanto, il primo passo che può fare per risolvere la sua situazione è iniziare a chiedersi perché non si senta adeguato e quindi accettabile per le persone così com'è, come mai debba ricorrere ad una maschera rappresentata dalle menzogne. Come mai questa sua propensione alla menzogna è percepita come più intollerabile in questo momento della sua vita? Cosa sta accadendo fuori e dentro di lei che la sta inducendo ad affrontare più sistematicamente il problema? Come si sente più in generale, al di là del problema qui esposto? Ad ogni modo, se desidera approfondire la questione e risolverla definitivamente, una consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Problemi con l'asilo
Apri domandaBuongiorno Gemmina, da ciò che narra, mi sembra di capire che le maestre dell'asilo adoperino uno stile educativo che sua figlia percepisce come intollerabile e quindi non presta loro ascolto. E' probabile che questo stile educativo si discosti dalle modalità a cui è abituata sua figlia in altri contesti (palestra e danza), dove, immagino siano meno intransigenti. Quindi, considerando l'atteggiamento di rifiuto che mostra sua figlia verso il contesto asilo più in generale (maestre e anche compagni), le sconsiglio di insistere nell'imporre i compiti anche perchè a 3 anni e mezzo i bambini hanno difficoltà a comprendere il significato profondo di un'attività come "la poesia". Può essere, invece, più utile, una volta ripresa la didattica, richiedere un confronto con le maestre spiegando loro la situazione così come l'ha descritta qui. Nel frattempo, può agire in questo modo: 1) eviti di menzionare l'asilo proponendolo come un luogo/momento di regole e compiti. 2) se la bambina non desidera parlare dell'asilo, rispetti questa preferenza in modo da lasciarla libera di elaborare una sua posizione sulla situazione. Spesso i bambini, soprattutto a questa età, decidono di renderci partecipi di una questione attraverso canali poco consueti per noi, tipo il disegno. Quindi è possibile che anche sua figlia, decida di fare questo. 3) Provi ad imporre le regole consuete (sedersi, usare i fazzoletti ecc) adoperando metodi diversi da quelli che ha usato finora, come ad esempio ironia o gioco. 4) Come si relaziona sua figlia al papà? Anche con lui è "ribelle"? consideri che i bambini hanno bisogno di ricevere la stessa regola da entrambi i genitori: ciò la rafforza e li induce a rispettarla maggiormente. Un caro saluto a lei e a sua figlia. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non riesco a fare l'amore
Apri domandaBuongiorno Angela, da ciò che narra, mi pare di capire che la sua inibizione sessuale sia riconducibile ad eventi traumatici subiti in passato ("molestie psicologiche e sessuali") che non hanno ancora trovato un'elaborazione completa, e quindi attivano dentro di lei una sorta di meccanismo di protezione. Questo meccanismo le impedisce di avvicinarsi al sesso poichè ancora associato ad eventi dolorosi, quindi è del tutto comprensibile e coerente con quanto le è accaduto, che non desideri avere un rapporto sessuale. Consideri che l'area sessuale rappresenta una aspetto fondamentale della nostra esistenza, è collegato al nostro istinto di vita, al piacere in generale e quindi, qualora non se ne avverta l'esigenza, può significare che sta prevalendo un aspetto inibitorio/depressivo molto forte che può interferire significativamente con l'equilibrio psico-fisico. In pratica affermare di "non volere il sesso nella vita" non può coincidere con una condizione di benessere ed equilibrio mentale. Pertanto, le consiglio di richiedere una consulenza psicologica individuale che la aiuti a fare maggiore chiarezza su questi aspetti in modo da restituirle la parte vitale e gratificante della sua esistenza. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ansia da coronavirus
Apri domandaBuongiorno Francesca, leggendo il suo racconto ho avuto la sensanzione che lei, nonostante la giovane età, abbia costruito un'immagine di sè destinata ineluttabilmente all'ansia ("soffro di ansia e attacchi di panico ormai da anni"). Come se fosse una condizione "ormai" cronicizzata rispetto alla quale lei forse, si sente impotente, quindi è percepita come immodificabile. Se così fosse, è proprio questo vissuto di immodificabilità che rinforza e mantiene attiva la sua ansia, che in questo periodo è stata attivata dall'emergenza coronavirus. Ma, se non affronta radicalmente il suo disturbo d'ansia, esso, una volta rientrata l'emergenza coronavirus, si manifesterà nuovamente utilizzando altri canali. Pertanto, se desidera spezzare definitivamente il circolo vizioso che attiva da anni la sua ansia, le può essere utile considerare l'idea di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale finalzzato, innanzitutto, a modificare l'idea che Francesca sia condannata all'ansia e che possa trovare giovamento solo attraverso "consigli o tecniche" che possono aiutarla a stare meglio, ma solo nel breve periodo. Consideri che si può imparare a gestire l'ansia e riprendere in mano la propria vita, credo che anche lei meriti questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mamma é depressa, cosa devo fare?
Apri domandaBuongiorno Mariarosaria, comprendo e condivido la sua preoccupazione e penso che possa orientarla efficacemente procedendo in questo modo: 1) proporre a sua madre una consulenza psicologica a cui partecipi anche lei figlia. In genere molte persone in difficoltà come sua madre, si rassicurano di fronte a questa proposta perchè non si sentono giudicate, ossia individuate come il solo malato della famiglia che si deve curare. E inoltre, percepiscono l'alleanza e vicinanza emotiva di un altro familiare durante la consulenza. Considerando che a causa dell'emergenza coronavirus, le sedute a studio sono evitate, una consulenza via skype potrebbe essere un'ottima soluzione per sua madre poichè potrebbe indurre in lei la sensazione di appartenenza e vicinanza alla casa, nonchè a lei figlia. 2) non ha parlato di suo padre. Vive con voi? è possibile coinvolgerlo nel menage familiare ed in un'eventuale consulenza psicologica familiare? 3) Nel caso in cui sua madre resti comunque refrattaria anche rispetto alla proposta di una consulenza psicologica con lei, le consiglio di richiedere un supporto psicologico per lei stessa, in modo da capire, con l'aiuto di uno esperto, in che modo approcciarsi a sua madre. Un caro saluto a lei e a sua madre. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mio figlio di 16 mesi è violento
Apri domandaBuongiorno Silvia, leggendo il suo racconto ho percepito una sensazione di solitudine nella gestione dell'aggressività di suo figlio. Nel senso che mi pare di capire che lei sia principalmente sola sia emotivamente che praticamente, nel momento in cui il bambino diventa aggressivo. Cosa fa il papà in queste circostanze? Cosa ne pensa di questi comportamenti manifestati dal bambino? Consideri, infatti che i bambini percepiscono, fin da quando sono molto piccoli, le nostre vulnerabilità e paure, perciò possono decidere di adoperarle per sfidarci e metterci alla prova. E' un meccansimo del tutto naturale che fa parte dell'evoluzione psicologica di ogni bambino. Perciò la funzione dei genitori è quella di contenere questi comportamenti attraverso un atteggiamento rassicurante, ma fermo. Ossia è consigliabile che lei proceda in questo modo: 1) Lavori innanzitutto sulla sua gestione dell'ansia, sforzandosi di mantenere la calma nel momento in cui il bambino si agita. Può perseguire questo obiettivo ripetendosi che il bambino è aggressivo non perchè vuole danneggiarla intenzionalmente, ma perchè forse cerca un contenimento affettivo, qualcuno che, ad esempio, lo prenda in braccio e lo abbracci rassicurandolo, evitando di parlare. Infatti i bambini così piccoli come suo figlio, possono benificiare di più del contatto fisico. Le parole rischiano di non essere comprese nel modo giusto e quindi potrebbero allontanarla emotivamente dal bambino. 2) Richiedere esplicitamente il supporto emotivo del papà non solo nella gestione dell'aggressività del bambino, ma anche nella conduzione della giornata più in generale. I bambini, infatti, necessitano della vicinanza emotiva di entrambi i genitori per giungere ad un'evoluzione emotiva completa. Può essere molto utile l'esempio del papà: ossia fare in modo che il bambino si abitui e viva una figura maschile-paterna che si comporta in modo rispettoso e accogliente verso la mamma, bloccando invece i comportamenti aggressivi nel caso in cui si manifestino. Quindi una figura maschile che possa mostrare a suo figlio quale sia il comportamento adeguato da tenere. Le auguro in ogni caso di risolvere la sua situazione. Un caro saluto a lei e a suo figlio. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Problemi tra figlio, padre e nuova compgana
Apri domandaBuonasera L., comprendo e condivido la vostra preoccupazione e credo che per affrontarla e risolverla efficacemente possa essere utile muoversi in questo modo: Concordare la funzione genitoriale tra i due ex partner: infatti, come già avete avuto modo di notare voi, la non frequenza dell'asilo sta producendo risultati negativi sul bambino ("rapporti conflittuali" e "atteggiamenti da adulto"). Quindi, come prima cosa il suo compagno, se desidera aiutare suo figlio e promuovere una crescita sana, a contatto con altri bambini, può manifestare alla mamma queste perplessità, nonchè la questione del vaccino che è, a mio parere, molto discutibile anche dal punto di vista sanitario perchè può mettere in serio pericolo la salute del bambino. In sintesi, il papà può aiutare il bambino a modulare meglio le sue richieste di attenzione, cercando di essere più presente nella gestione della vita quotidiana. So che non è facile, quindi, nel caso in cui la contrattazione tra i due ex partners sia difficoltosa, consiglio una consulenza familiare che li aiuti a riorganizzare in modo funzionale il loro ruolo genitoriale, anche se non sono più una coppia dal punto di vista sentimentale. E' di fondamentale importanza trasmettere al bambino una sensazione di coesione e accordo genitoriale, in modo da evitare comportamenti sgradevoli come quelli da voi descritti ("il bambino cerca di estromettere la ragazza"). Attraverso una consulenza psicologica familiare potrete infatti aiutare il bambino ad accettare la separazione e di conseguenza anche la "ragazza". In modo che essa abbia un nome ed una collocazione ben definita nella vita del papà e del bambino. Risolti questi problemi, si potrà creare uno spazio adeguato per una maggiore definizione ed evoluzione del vostro rapporto di coppia. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Routine neonata
Apri domandaBuongiorno Elena, Comprendo la sua preoccupazione circa l'instabilità dei ritmi vissuti da sua figlia, ma essendo lei ospite a casa dei suoi genitori, è difficile organizzare al meglio le esigenze di tutti. Se desidera impostare con maggiore autonomia e libertà i ritmi suoi e della bambina, è consigliabile che lei consideri la possibilità di trasferirsi con la bambina in un altro appartamento. In particolare, che tipo di "insicurezze" teme possano indurre gli "andirivieni" dei suoi? Come mai non è stato menzionato il papà della bimba, la cui assenza fisica ed emotiva può indurre nella piccola "insicurezze" ben più gravi dell'andirivieni dei suoi? Una consulenza psicologica individuale può aiutarla ad analizzare ed approcciarsi al meglio alla sua condizione di donna e madre. Un caro saluto a lei e alla sua bambina. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Aiutare mamma in depressione dopo lutto
Apri domandaBuongiorno Francesca, comprendo e condivido la sua preoccupazione circa la situazione di sofferenza che coinvolge sua madre. Pertanto, poichè sua madre è stata già visitata da diversi professionisti e segue una terapia farmacologica, per supportarla al meglio può essere utile che lei Francesca ritrovi uno spazio di serenità che la aiuti a metabolizzare la difficile situazione, in modo da evitare le reazioni di "rabbia". Consideri, infatti, che per sostenere emotivamente una persona in difficoltà come sua madre, è essenziale trasmetterle serenità, calma e stabilità emotiva funzionale a rassicurarla, condizione che può ottenere mediante una consulenza psicologica individuale. Attraverso uno spazio di condivisione con un terapeuta, potrà comprendere in che modo approcciarsi a sua madre e anche alla sofferenza che induce in lei il disagio di sua madre. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Università e genitori: non so più cosa fare dopo aver mentito
Apri domandaBuongiorno Roberta, da ciò che narra, mi pare di capire che il suo disagio legato all'ansia si manifesti nell'area accademica, quindi per cercare di risolvere la sua ansia è utile che lei ne comprenda i meccanismi, attivati in questo momento dai problemi all'università. Pertanto le consiglio di richiedere una consulenza psicologica individuale che possa aiutarla a comprendere come lei si senta più in generale, cosa significhi per lei conseguire una laurea, in che modo si ponga rispetto ai fallimenti ("ho perso due anni" e "mi faceva sentire continuamente una fallita"), e che tipo di rapporto abbia con sua madre, quindi come mai il rapporto con lei polarizzi il suo disagio accademico. Un percorso psicologico individuale può aiutarla a trovare le risposte a queste domande e da ciò compredere le sue difficoltà in modo da gestirle al meglio, e sbloccare le sue energie che oggi sono bloccate ("mi ha creato blocchi") a causa dell'ansia. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mi tengo tutto dentro
Apri domandaBuongiorno Paolo, da ciò che narra, mi pare di capire che la sua difficoltà ad "esprimere a parole" ciò che prova, si sia manifestata anche in questo spazio che è identificato da lei come l'"inizio". Quindi, credo che per iniziare a risolvere il suo disagio possa provare a seguire questo impulso inziale e rivolgersi ad un terapeuta con cui confrontarsi. Consideri, infatti, che già il solo sforzo di condividere il suo disagio con un terapeuta, può essere per lei un momento terapeutico e indurre in lei la fiducia che ha il potere di bloccare questo circuito per cui sta perdendo delle "occasioni" importanti per la sua vita. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Scatti di rabbia immotivata
Apri domandaBuongiorno Nicolò, innanzitutto le consiglio una maggiore cautela nell'autoattribuirsi diagnosi del tipo "disturbo borderline" che possono essere emesse solo dopo un'attenta psicodiagnosi condotta da un professionista che abbia avuto modo di sottoporre a colloquio clinico e/o test psicodiagnostici specifici. Detto ciò, mi sembra che lei sia incline a trovare una soluzione al suo disagio ("cerco spesso una riconciliazione") e che sia predisposto a prendersi cura di sè affidandosi ad un professionista ("vorrei davvero tanto intraprendere un percorso"). Perciò, le consiglio di scegliere uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia e a cui senta di poter affidare il suo disagio, in modo da essere guidato nella risoluzione dello stesso. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Da dove iniziare?
Apri domandaBuongiorno Enrico, il suo timore del "giudizio" è comune a molte persone che identificano il setting psicologico con una situazione quasi da tribunale, associando lo psicoterapeuta ad una figura che dall'alto della sua competenza ("pur certo della professionalità") emette sentenze. Consideri però, che il giudizio su qualcuno implica un distanziamento tra le due parti in gioco, situazione che è poco funzionale al lavoro psicoterapeutico che, invece, è fondata sulla vicinanza emotiva, sull'alleanza tra terapeuta e paziente per la risoluzione di una causa comune rappresentata dal disagio del paziente. In sintesi terapeuta e paziente lavorano insieme, ed il terapeuta si pone a fianco del paziente per accompagnarlo nel viaggio di conoscenza di sè, stimolando la sua autoriflessione e aiutandolo a districarsi nella sua mente ("la mia testa è un casino"). Detto ciò, si prenda un po' di tempo per valutare se si sente pronto a fidarsi e ad affidarsi a qualcuno con cui possa condividere il suo malessere, e quindi sentirsi meno solo nella gestione di queste "difficoltà". Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Pensare alle ex durante un momento intimo con la mia attuale ragazza
Apri domandaBuongiorno Ivano, da ciò che narra, mi pare di capire che lei e la sua ragazza non abbiate un rapporto sessuale completo e, per potersi esprimere circa la "normalità" o meno dei suoi "pensieri" sulle ex, bisogna acquisire altre info. Ad esempio: con le sue ex aveva rapporti sessuali? Come mai la sua ragazza ha bisongo di "aprirsi piano piano al sesso", cosa significa nello specifico? Come ha accolto lei Ivano questa gradualità richiesta dalla sua attuale fidanzata? Come si sente pensando che la vita intima con la sua fidanzata sia incentrata solo sulla "masturbazione reciproca"? Come va la vostra relazione, al di là dell'area sessuale che ha qui descritto? Non avendo ulteriori elementi sulla vostra vita (es. età, occupazione lavorativa, stile di vita ecc.), non posso spingermi oltre nell'analisi della sua domanda. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come aiutare un familiare che non vuole essere aiutato?
Apri domandaBuongiorno Lidia, comprendo e condivido la sua preoccupazione circa i comportamenti esplosivi di suo fratello ("molti oggetti di casa sono andati rotti") a cui potete approcciarvi seguendo questa strategia: proporre a suo fratello una consulenza familiare indirizzata quindi a tutta la famiglia. In questo modo lui percepirà che non vi ponete come giudici che impongono "una qualche cura", ma come suoi alleati nel ristabilire "la pace in famiglia". Nel caso in cui lui rifiuti di partecipare alla consulenza familiare, le può essere utile richiedere una consulenza psicologica individuale per lei stessa finalizzata a fare maggiore chiarezza sulla sua situazione individuale e familiare, e di conseguenza a sapere in che modo approcciarsi a suo fratello. Esplorando, ad esempio, queste aree: come sta lei più in generale? Che sensazione le suscitano i comportamenti di suo fratello? Che posto occupa nella sua vita "la pace in famiglia"? Come definirebbe la sua famiglia? E' soddisfatta della sua vita? In ogni caso, le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come superare il disturbo della dermatillomania
Apri domandaBuonasera Sofia, la prima domanda che mi sento di porle è questa: poichè sta già seguendo una psicoterapia con una collega, come mai ha sentito l'esigenza di scrivere qui? Si fida della sua terapeuta? Sente che il percorso terapeutico in corso potrà essere risolutivo per il suo "problema"? Consideri, infatti, che la "consapevolezza" dei nostri comportamenti disfuzionali, può non essere sufficiente ad attivare le risorse necessarie per superare ciò che ci blocca. Un elemento fondamentale nel favorire lo sblocco delle nostre energie in direzione di una risoluzione del sintomo (dermatillomania) è rappresentato dalla sensazione di potersi affidare a qualcuno con cui condividere il malessere e la speranza che ciò si possa risolvere insieme. Questa sensazione può incidere sensibilmente sul malessere e, nel suo caso specifico, favorire una riduzione dell'impulso a grattarsi, comportamento che, come lei già saprà, può andare in parziale remissione seguendo dei "consigli pratici", ma necessita di un lavoro emotivo più profondo per estinguersi del tutto. Si sente pronta e fiduciosa nel fare questo lavoro su se stessa? Come si sente più in generale? Come immagina la sua vita una volta risolto il "problema" e che peso occupa esso oggi nella sua esistenza? Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ipersessualità: come posso gestire queste pulsioni?
Apri domandaBuonasera Valentina, prima di analizzare la sua domanda è importante chiarire la questione relativa allo stato di "ipersessualità" da lei citato: è una condizione diagnosticata da uno specialista dopo essersi sottoposta ad una visita/colloquio psicologico o è una sua autoattribuzione? Consideri che per emettere diagnosi di questo tipo di disturbo è necessario rilevare specifici sintomi (es.: fantasie sessuali perisistenti in risposta ad eventi stressanti della vita, impegno ripetitivo in comportamenti sessuali senza considerarne il rischio di danno fisico ed emotivo per sè o per gli altri ecc.) a cui associare una più ampia analisi della condizione emotivo-affettiva della persona. Che tipo di vita conduce in generale e che influenza ha il sintomo sull'organizzazione della stessa? Ossia: il disturbo da ipersessualità le impedisce di avere una vita regolare (lavoro, studio ecc.)? Ad esempio, nel suo caso, per poter fornire indicazioni più precise sulla gestione di questa sua difficoltà nel controllo degli impulsi sessuali, è essenziale esplorare la questione relativa agli "abusi sessuali" cui accennava, che presenta un'associazione temporale rispetto al suo attuale disturbo. Pertanto, le consiglio di approfondire la questione mediante colloqui di consulenza psicologica magari su Skype, in modo da cercare di capire in che modo muoversi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Come affrontare la perdita della mia psicologa?
Apri domandaBuongiorno Davide, è desolante ciò che è accaduto a lei e alla sua terapeuta, mi associo al suo dolore. Detto ciò, mi sento di dirle questo: la relazione con la sua terapeuta non potrà mai essere sostituita da nessun'altro collega, poichè è stato un rapporto unico ed irripetibile, inoltre ha contribuito a costruire dentro di lei quello che si definisce "oggetto buono" ("era un grande punto di riferimento per me"), ossia la base sicura da cui è partito per autoesplorarsi e lavorare su di sè. Pertanto, qualora dovesse decidere di intraprendere un percorso di terapia con un collega, uno degli obiettivi sarà proprio quello di supportarla nell'elaborazione del lutto, in modo da ricollocare dentro di Sè l'immagine della sua terapeuta come modello relazionale su sui edificare un altro lavoro. Forse le può essere utile pensare questo: se ha stabilito una buona relazione con la terapeuta defunta, significa che è predisposto ad entrare in relazione e a farsi supportare nel lavoro di autoanalisi, quindi, seppur con le dovute differenze relazionali, credo che lei possa beneficiare ancora una volta dell'alleanza terapeutica con un nuovo psicologo. Si conceda del tempo per valutare il tutto e poi si affidi al suo istinto per iniziare l'eventuale ricerca di un nuovo terapeuta. In bocca al lupo! Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Relazione con una ragazza più giovane
Apri domandaBuonasera Francesco, comprendo la sua preoccupazione ("credete che una relazione del genere possa danneggiarla"?) circa le eventuali conseguenze affettive che potrebbe avere la vostra relazione sull'evoluzione emotiva della ragazza descritta. Non avendo però specificato l'età precisa della ragazza, non posso esprimere un parere più mirato sulla questione. E' necessario, infatti, fare le debite differenze tra le fasi che si alternano in adolescenza, in modo da valutare che tipo di impatto può avere un'esperienza relazionale per una ragazza ad esempio di 15 o di 18 anni. Ad ogni modo, in linea generale, una relazione sentimentale all'interno della quale ci sia un divario d'età significativo, può indurre nell'adolescente una sensazione di sottomissione. L'adolescente, infatti, non avendo completato la sua evoluzione cognitivo-affettiva, ha una minore capacità di analisi ed autonomia decisionale, proprio in ragione di questa immaturità evolutiva. Sarà quindi, più naturalmente incline, a sviluppare un sentimento di dipendenza verso il partner percepito come più forte, più autonomo. Fatta questa premessa del tutto generale, credo sia utile per lei concentrarsi anche su ciò che questa ragazza rappresenta per lei. Perciò chiedersi ad esempio: quali sentimenti attiva in lei? come mai è disposto ad "adeguarsi ai suoi tempi" e cosa singnifica in particolare? Inoltre, finchè la vostra relazione permarrà "a distanza", l'impatto della vostra relazione sulla ragazza sarà significativamente stemperato sia in termini di eventuali "danni", sia in termini di coinvolgimento affettivo generale. Quindi, le può essere utile prendersi del tempo per valutare che funzione svolga in questo momento della sua vita una "relazione a distanza" e che tipo di bisogni soddisfi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come gestire un momento d'ansia?
Apri domandaBuonasera Carmela, per superare l'insonnia iniziale ("difficoltà ad addormentarmi") di cui soffre è possibile agire lavorando su due fronti: sintomi e disturbo d'ansia associato. Trattamento dei sintomi dell'insonnia iniziale: 1) evitare di ripetersi "è tardi" oppure "devo dromire", poichè sono frasi coercitive del tutto controproducenti, in quanto non creano la sensazione di rilassatezza e calma necessaria a favorire l'addormentamento. 2) quando ha difficoltà ad addormentarsi si alzi dal letto e faccia altro che per lei sia piacevole (es. leggere, guardare la tv, ascoltare musica), in modo da distogliere l'attenzione dall'imperativo rappresentato dal dover dormire. 3) mantenere orari regolari di addormentamento e risveglio, in modo da stabilizzare l'organismo su uno specifico cliclo sonno-veglia che diventi poi routinario per il suo corpo e la sua mente. 4) Fare cose piacevoli prima di addormentarsi, evitando accuratamente di discutere coi suoi familiari o impegnarsi in confronti accesi che potrebbero influire negativamente sulla sua condizione emotiva. Detto ciò, per poter risolvere in modo radicale e definitivo la sua insonnia iniziale, è necessario associare alle indicazioni sopra elencate, un percorso di psicoterapia individuale finalizzato ad affrontare il disturbo d'ansia che mantiene attiva la sua difficoltà ad addormentarsi. Le auguro, in ogni caso, di riuscire a trovare la sua serenità. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Dermatillomania e ossessioni
Apri domandaBuonasera Anna, Da ciò che narra, concordo con lei quando riferisce di "sentire la necessità di un serio aiuto psicologico". Tuttavia mi sembra che lei abbia difficoltà ad affidarsi ad uno psicoterapeuta e farsi accompagnare in un eventuale percorso psicologico ("sono stata da uno psicologo cognitivo ma non ho seguito nulla di quello che lui mi ha detto"). Come mai è accaduto ciò secondo lei? Cosa significa per lei psicoterapia e cosa si aspetta da un percorso psicologico? Credo, infatti, che prima di iniziare la ricerca di un altro terapeuta, sia utile che lei si ponga alcune domande. Come ad esempio: sono pronta ad affidarmi? Come mai in questo momento della mia vita avverto maggiormente la necessità di risolvere le mie difficoltà? Consideri infatti, che se la motivazione ad affidarsi e a lavorare su di sé non è sufficiente, qualunque tipo di lavoro psicologico può essere poco efficace. Quindi, qualora decidesse di intraprendere un percorso di psicoterapia, sarebbe utile per lei soffermarsi innanzitutto sulla sua predisposizione alla sospettosita' e al controllo ("controllare Instagram"), che poi le impedisce di affidarsi profondamente a qualcuno e a trarre aiuto da ciò. Le auguro, in ogni caso, di riuscire a risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Perché la mia testa continua a dire di no?
Apri domandaBuonasera Maria, La sintomatologia che ha descritto sembra mettere in grave rischio la sua salute psicofisica ("rischio di strapparmi via i denti", "non mangio anche per intere settimane"). Quindi, la prima cosa da fare è richiedere una consulenza da un medico psichiatra che valuti la possibilità di prescrivere una terapia farmacologica, che la aiuti, in primo luogo, a mangiare per garantirle la sopravvivenza fisica. Poi, compensato questo aspetto, le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che la aiuti a capire cosa sta accadendo dentro di lei ed in che modo gestirlo per ristabilire il suo equilibrio psicofisico. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come avvicinare un genitore all'idea di aver bisogno di aiuto
Apri domandaBuonasera Giulia, comprendo la sua difficoltà nel relazionarsi alla sua famiglia ("la situazione non è davvero sana") e, di conseguenza, la necessità di proporre un intervento terapeutico. Da ciò che narra, mi pare di capire che lei attribuisca una maggiore responsabilità della situazione ("un disastro") in primis a suo padre, a cui vorrebbe proporre una psicoterapia. Tuttavia, l'assetto della sua famiglia d'origine è stato determinato da tutti i membri, quindi anche sua madre e sua sorella. Pertanto, proporre solo a suo padre un intervento di psicoterapia, oltre ad essere controproducente poichè sembra essere restio a qualunque tipo di indicazione terapeutica (episodio dell'infarto), non è efficace per l'intera famiglia, poichè è necessario lavorare su ogni membro del sistema famiglia se si desidera modificare la situazione efficacemente. Detto ciò, si può muovere in due modi: 1) proporre a tutti una terapia familiare in modo che tutti si identifichino come responsabili e allo stesso tempo attivi nel processo di cambiamento. In pratica, non ci sono capri espiatori, ma solo una famiglia in difficoltà che può funzionare meglio se tutti collaborano. 2) Nel caso in cui l'opzione terapia familiare non sia praticabile, può richiedere una consulenza psicologica individuale finalizzata a concedersi uno spazio di accoglienza per se stessa che, immagino, in questo periodo sia scarso, considerando il suo lavoro e l'emergenza coronavirus. Permettere a Giulia di concentrarsi anche su se stessa, sulle sue difficoltà, sulla sua vita, rappresenta un primo passo per osservare con più calma e lucidità la situazione, in modo da valutare in che modo muoversi. Come sta lei al di là del problema familiare qui descritto? Come sta reagendo all'emergenza in cui ci troviamo? E' soddisfatta della sua vita in generale? Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mancanza di fiducia e gelosia
Apri domandaBuonasera Milena, da ciò che narra, mi sembra di percepire in lei due dinamiche contrastanti: da un lato l'idealizzazione del rapporto ("siamo una bellissima famiglia allargata", "lui è stupendo", "insomma è tutto ok") e dall'altro la tendenza ad individuare possibili pericoli (conversazione con la barista) che forse rievocano questioni irrisolte legate al suo passato sentimentale. Mi spiego meglio: lei ha fatto un breve cenno alla sua precedente relazione in cui "ho sempre fatto i mie comodi e lui me li perdonava tutti" (relazioni con altri uomini immagino). Quindi da questa sua breve descrizione sembra emergere una sorta di vita parallela nella quale lei poteva fare "i suoi comodi", situazione che ha inevitabilmente determinato una sensazione di insoddisfazione di coppia a cui è naturalmente seguita l'interruzione della relazione. Pertanto, credo che l'episodio della barista possa aver attivato in lei la sensazione di "essere dall'altra parte", ossia la partner tradita. Questa sensazione dipende in larga misura dalla sua idea di coppia, ossia da come lei intende si debba condurre una vita di coppia, ad esempio: se prevale l'idea che inevitabilmente uno dei due possa "fare i suoi comodi" all'esterno della coppia oppure se, in alternativa, ogni partner si sente libero di manifestare ciò che prova all'altro provando ad esprimere la sua insoddisfazione, piuttosto che cercare una gratificazione all'esterno della coppia. Considerata la complessità di questo argomento e la necessità di affrontarlo in uno spazio ben più ampio di quello che è qui concesso, le consiglio di richiedere una consulenza psicologica individuale finalizzata a fare chiarezza su questi punti e da ciò capire in che modo muoversi per stare meglio sia nella sua individualità che nella relazione di coppia. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Perchè in tutti i miei rapporti non c'è reciprocità?
Apri domandaBuonasera Alex, da ciò che narra e anche dal modo in cui lo narra, mi sembra di capire che lei sia una persona incline a ricercare l'approvazione ed il riconoscimento da parte dell'altro in generale ("fatta questa analogia che spero abbiate apprezzato") che però, spesso gli altri non colgono. Ossia, in molti casi le persone che incontriamo non comprendono la necessità o l'importanza di questo riconoscimento e "reciprocità". Perciò, lei ha la sensazione di non essere in sintonia emotiva con loro e da ciò la sensazione di solitudine ("mi sento proprio solo"). Cosa intende lei per "essere amato da qualcuno"? Come mai pensa che nessuno la stimi? Posso ipotizzare, considerata la "rabbia così accesa" di cui ha parlato, che la questione degli "amici" qui descritta, rimandi ad altre situazioni relazionali in cui non si è sentito apprezzato, riconosciuto, amato e che, non essendo state risolte, oggi siano diventate il copione relazionale, ossia ciò che lei si aspetta di ricevere da qualunque relazione che costruisce. Perciò, le consiglio di mettere a frutto questa "rabbia" per resettare il suo mondo affettivo e concedersi la possibilità di sentirsi accolto e apprezzato in quanto persona, in quanto Alex, e non solo per ciò che fa. Una consulenza psicologica individuale può essere utile per fare questo. Le auguro in bocca al lupo. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Autoerotismo di mio marito durante la gravidanza
Apri domandaBuongiorno Giulia, poichè ha riferito di essersi già documentata sul'argomento ("so che questo argomento è stato trattato già svariate volte"), posso ipotizzare che i comportamenti di "autoerotismo" osservati in suo marito, evochino in lei sensazioni e significati ben più profondi dell'atto in sè. Proprio per questo "continua a stare male e non riesce a superarlo". E' possibile, infatti, che questa sua preoccupazione circa gli atti masturbatori solitari di suo marito, susciti in lei una sensazione di solitudine, perdita e distanziamento più ampia. Perciò, considerando che il parto è imminente ("tra qualche giorno dovrei partorire"), è consigliabile sia per la sua salute, sia per la salute del bambino, che lei ora si concentri sulla sua gravidanza ormai volta al termine. Capisco che possa essere difficile per lei, ma in questo momento della sua vita, è chiamata ad occuparsi in primis di Giulia e del bambino. Anche perchè nella condizione di gravidanza sia per questioni fisiche, che psichiche, qualunque tipo di intervento rivolto all'autoerotismo mostrato da suo marito, sarebbe inevitabilmente limitato. Quindi, è più utile rimandarlo ad una fase successiva (dopo il parto) in cui avrete maggiore possibilità di confrontarvi e venirvi incontro. Nel frattempo, può provare ad esplicitare a suo marito il suo rammarico determinato dall'assenza dei rapporti sessuali, sottolineando i sentimenti che prova per lui. Una volta nato il bambino, le consiglio in ogni caso di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per una consulenza psicologica individuale che la aiuti a comprendere il singnificato del meccanismo di controllo persistente che evoca in lei l'immagine di suo marito "che si chiude in bagno con il cell", una situazione da cui lei sembra essere irrimendiabilmente esclusa, inesistente per suo marito. Passando poi ad affrontare, in senso più generale, il ruolo che ricopre il sesso nella vostra relazione e quali sono le vostre risorse di coppia e le strategie per sentirvi vicini, a parte il sesso. Un caro saluto e in bocca al lupo per il parto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Cattivi rapporti con mia madre.
Apri domandaBuongiorno Chiara, da ciò che narra, credo sia del tutto comprensibile per lei avvertire la sensazione "come se non avessi nessuno o sempicemente come se mi mancasse una famiglia". Pertanto, una consulenza psicologica individuale può esserle utile nel rielaborare la sensazione di vuoto affettivo che ha descritto, nonchè la relazione di conflittualità con sua madre. Consideri, infatti che, se non affronta queste difficoltà di cui mi sembra sia profondamente consapevole, esse la accompagneranno dovunque lei vada, impedendole di essere completamente serena. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Crisi esistenziale?
Apri domandaBuongiorno Noemi, credo che il suo "sfogo" narrato qui possa rappresentare un primo step per uscire fuori da Noemi ("mi autopsicanalizzo") e provare a condividere il suo disagio con uno psicoterapeuta. Infatti, la sua inclinazione ad autonalizzarsi mi sembra stia esitando in una forma di autosvalutazione severa ("bassissima autostima, poco senso di autoefficacia ecc.") che, pur non inducendo ideazione suicidaria, provoca in lei tristezza persistente, rendendola insoddisfatta. Se desidera affrontare e risolvere questo meccanismo di inibizione delle sue energie vitali, in modo da decidere liberamente della sua vita ("sono fortemente in crisi con la scelta di studi"), una consulenza psicologica individuale può esserle d'aiuto. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Paura di essere gay
Apri domandaBuongiorno Matteo, per potersi pronunciare sulla sua "paura di essere gay" è necessario approfondire la sua storia mediante una psicodiagnosi accurata e completa che può eseguire uno psicoterapeuta esperto. Detto ciò, mi sembra che sia importante approfondire anche la sua tendenza alle "ossessioni" ("paura del suicidio, di fare male alla mia famiglia"), che sembrano rimandare ad uno stile di personalità dominato da preoccupazioni persistenti (come ad esempio il timore di essere gay), che le impongono comportamenti ripetitivi ("durante il giorno nn faccio altro che cercare su internet storie"). Pertanto, credo che una consulenza psicologica individuale potrà esserle utile, in primis, a comprendere le motivazioni di queste "ossessioni" in modo da gestirle efficacemente e "tornare ad essere spensierato". Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
La quarantena mi lascia sola con i miei pensieri e problemi
Apri domandaBuongiorno Cecilia, comprendo il suo "sconforto" nel pensare di dover riprendere lo stesso discorso con uno psicologo sempre diverso e non credo che "andare a tentativi" possa essere la soluzione efficace per lei. Ritengo possa essere utile per lei, prima di iniziare la ricerca di uno psicoterapeuta, fermarsi a riflettere sulle motivazioni che secondo lei hanno determinato il fallimento dei precedenti percorsi terapeutici e, soprattutto, come mai non è stato possibile creare il clima di fiducia essenziale per la buona riuscita di ogni psicoterapia. Quale immagine si è costruita del processo psicoterapeutico in generale? Come mai ipotizza di "non riuscire ad instaurare una relazione"? Cosa impedisce che accada ciò secondo lei? Consideri, infatti, che l'approccio del paziente nei confronti della psicoterapia (es. la terapia può funzionare o la terpia non può funzionare) determina in larga misura la riuscita della terapia stessa. Quindi, credo che sia essenziale per lei, affrontare, in primis, il meccanismo sotteso all'idea che ogni terapia non sia "efficace", inclinazione che credo mantenga attivi i suoi sintomi ("ansia, ipocondria ed emetofobia"), inducendo in lei la sensazione che nessuno sia in grado di aiutarla e fornirle il supporto di cui avrebbe bisogno. Quando avrà trovato delle risposte a queste domande, provi a contattare uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia e con il quale senta di potersi confrontare sulle questioni insite alle sue risposte. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Relazione e sessualità
Apri domandaBuonasera Ida, leggendo il suo messaggio, mi ha da subito colpito la presenza di una dinamica conflittuale nei confronti della categoria degli psicoterapeuti, che ritengo sia primaria rispetto all'analisi ed eventuale soluzione della domanda che ha esposto qui. Mi spiego meglio: poichè lei avverte un "grande disappunto verso la psicologia e la psicoterapia" del tutto comprensibile e generatosi nel contesto di percorsi terapeutici per lei fallimentari, come mai ora chiede supporto o consiglio su cosa fare ad un sito a cui hanno accesso solo psicologi/psicoterapeuti? Qualora lei ricevesse da me o dai miei colleghi consigli e/o indicazioni su cosa sia meglio fare, credo che la sensazione di "disappunto", quindi sfiducia, nei confronti degli psicologi le impedirebbe di attenersi alle eventuali indicazioni, e quindi di trarre qualsiasi tipo di giovamento da essi. Perciò, il consiglio che mi sento di darle è questo: concedersi un tempo per riflettere su tali questioni e valutare la possibilità di ricercare uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia e con il quale senta di poter affrontare il suo " grande disappunto". Risolto quello, avrà compiuto la parte essenziale e basilare per la riuscita di qualunque tipo di psicoterapia, ossia riuscire a fidarsi del terapeuta. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mi manca la mia psicologa e penso di esserne dipendente, cosa fare?
Apri domandaBuongiorno Dani, comprendo il suo dolore e mi dispiace apprendere che si senta "dimenticata" e "odiata" in un momento già di per sè difficile come questo in cui ci troviamo tutti. Perciò, penso che lei meriti, in ogni caso, di risolvere questa situazione e tornare a sentirsi "aiutata". Poichè ha già manifestato la sua difficoltà a richiedere alla sua psicologa delle sedute, essendosi sentita rifiutata da lei, le consiglio di ricercare un altro psicoterapeuta che la aiuti a fare maggiore chiarezza su quanto è accaduto e, soprattutto, ad affrontare la sensazione dell'abbandono e del rifiuto innescate nella relazione con qualcuno che si prenda cura di lei in generale. Consideri, infatti, che il transfert cui ha fatto cenno lei, è la manifestazione del nostro stile d'attaccamento, ossia del modo in cui percepiamo e ci relazioniamo alle nostre figure affettive di riferimento. Quindi, se desidera ritrovare la sua serenità, è essenziale che lei ripercorra le tappe di questo percorso di attaccamento con la sua psicologa, la quale ha rievocato dentro di lei conflitti irrisolti con le sue figure genitoriali da cui bisogna partire per rielaborare il tutto. Una consulenza psicologica individuale con uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia le sarà di aiuto in questo percorso. Le auguro in bocca al lupo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mia suocera soffre di depressione. La figlia può ereditare questa patologia?
Apri domandaBuongiorno Cristina, è stata dimostrata una familiarità per questi disturbi dell'umore, ossia una probabilità che sua figlia erediti questo corredo psicopatologico e ciò significa che: qualora sua figlia ereditasse la predisposizione a questo disturbo, non necessariamente il disturbo potrebbe manifestarsi (dipende molto dalle esperienze di vita) ed in ogni caso, anche se ciò avvenisse, sua figlia non potrebbe ricalcare le stesse caratteristiche di sua suocera, perchè fortunatamente ognuno di noi è diverso dall'altro. Mi spiego meglio: ogni psicopatologia presenta dei tratti comuni in ogni individuo, ma poi ogni persona è diversa, quindi, anche in base alle esperienze di vita che ha, si determina la sua organizzazione di personalità. Qundi, un pensiero che può esserle utile per gestire l'ansia che ha riferito, è questo: poichè lei mi sembra una mamma molto attenta e sensibile alla salute pscicofisica di sua figlia, può utilizzare al meglio questa sua inclinazione rimanendo vicina a sua figlia, ossia mostrando sempre interesse per le sue condizioni ed osservandole, rimarcando gli aspetti funzionanti di sua figlia e rinforzandoli. Perciò, indipendentemente dall'età di sua figlia, le può essere utile mantenere un contatto affettivo con lei, lavorando contemporaneamente anche sulla gestione della sua ansia che, se non adeguatamente elaborata, può rendere meno lucida la sua analisi delle situazioni in generale e, inoltre, la rende lontana da sua figlia. Come mai ora questa questione la preoccupa? Cosa è successo nella vostra vita? Come sta lei mamma in generale? Che idea si è fatta circa i disturbi mentali in generale? Ha notato in sua figlia comportamenti che l'hanno preoccupata? In ogni caso, un consulto psicologico indivividuale può aiutarla a fare maggiore chiarezza sulla questione e a capire come gestire al meglio la sua ansia. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
Separazione giudiziale in corso
Apri domandaBuonasera Mauela, poichè suo marito "non crede" nella "soluzione" terapia di coppia, non è conveniente insistere, quanto piuttosto provare a proporgli una psicoterapia individuale che lo aiuti a fare maggiore chiarezza su ciò che prova ("non sa descrivere la sua paura"). Come sta lei in questa situazione? Nel suo messaggio non descrive i suoi stati d'animo, ma sembra narrare quanto accaduto focalizzandosi esclusivamente sui fatti concreti che si sono susseguiti, come se fosse in balia di essi. Invece, per poter agire efficacemente sulla situazione che ha descritto, è utile iniziare a chiedersi come ci si senta e da lì partire per decidere cosa fare. Ad esempio, come si è sentita quando ha appreso che suo marito aveva "un'altra"? Come mai è accaduto secondo lei? Da ciò che narra e da come lo narra, ho avuto l'impressione che suo marito sia investito di un maggiore potere decisionale nella vostra coppia, ossia mi pare che Manuela sia in una poszione di attesa rispetto alle decisioni prese da lui ("dopo giorni mi bacia", "l'idea di un ritorno lo soffoca"). Una consulenza psicologica individuale può aiutarla a fare maggiore chiarezza sulla sua situazione in modo da decidere cosa sia meglio fare. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Quando la psicoterapia può aiutare e come scegliere lo psicologo "giusto"?
Apri domandaBuongiorno Ines, da ciò che narra, mi pare di capire che lei sia abituata a cavarsela da sola ("non mi sono mai rivolta ad uno specialista") e ad occuparsi della soffernza altrui ("infermiera"), pertanto credo che un percorso di psicoterapia individuale potrebbe aiutarla a concedersi anche uno spazio per Ines. La possibilità di sentirsi accolta e soprattutto di non essere sola ad affrontare gli "strascichi" cui ha accennato. Spesso, infatti, i contenuti emotivi non risolti che si manifestano attraverso gli "strascichi", possono essere efficacemente affrontati e gestiti proprio perchè la persona che ne soffre sente di essere supportata. Perciò, se desidera beneficiare di una relazione terapeutica e condividere i suoi "strascichi" per guadagnare una condizione di stabilità emotiva e benessere psicofisico, contatti uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia, sensazione essenziale per construire dentro di lei quell'immagine di "giusto psicoterapeuta" cui accennava. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Rapporto fra me e mio padre
Apri domandaBuonasera Pietro, per poter realizzare i suoi "sogni" ("diventare un buon imprenditore") è essenziale che lei stesso acquisti una "mentalità vincente". Nel senso che, poichè il progetto imprenditoriale parte da lei, è importante che sia proprio lei Pietro a prepararsi mentalmente a ciò, lavorando su di sè, ossia valorizzando le sue risorse e potenzialità. Contemporaneamente a questo lavoro, credo sia utile svolgerne un altro: affrontare l'immagine di uomo-padre che ha interiorizzato, poichè mi sembra che sia questa a bloccarla nella realizzazione dei suoi obiettivi. Solo dopo aver risolto ciò, sarà possibile per lei vincere lo "scoraggiamento" che proviene da suo padre e che sembra lei abbia fatto suo. Consideri, infatti, che dentro ognuno di noi si costruisce un'immagine di uomo-padre e donna-madre che risente in modo sostanziale delle esperienze che abbiamo vissuto con i nostri genitori. Quindi, se non si interviene su questa immagine interiorizzata, la nostra vita non può cambiare, neanche nell'eventualità che i nostri genitori decidano di fare una psicoterapia (come aveva prospettato per suo padre). In sintesi, se vogliamo cambiare in qualche misura la nostra vita, dobbiamo agire, in primo luogo, su noi stessi. Pertanto, il consiglio che mi sento di darle è quello di continuare ad investire su Pietro, renderlo sempre più forte e orientato all'autorealizzazione. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Troppo diversi, cosa fare?
Apri domandaBuonasera Lolo, da ciò che scrive, mi sembra di capire che lei sia razionalmente convinto dell'inadeguatezza della vostra relazione ("siamo davvero troppo diversi") e le può essere utile esplorare questo convincimento ponendosi alcune domande. Come mai tre anni fa si è legato ad una donna che oggi ritiene troppo diversa e quindi distante da lei? Si era già rivelata all'epoca nella sua natura ("perde solo tempo")? Cosa teme di perdere nel momento in cui dovesse interrompere la relazione? Cosa intende lei per "relazione stabile"? Cosa è successo in questo momento della sua vita che ha reso più intollerabili le vostre diversità? Rispondere a queste domande la aiuterà a fare chierezza sul suo processo decisionale e ad essere, quindi, più consapevole e libero nell'orientarlo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Sto male vedendo mia madre stare male!
Apri domandaBuongiorno Gabriella, comprendo e condivido il suo dolore, poichè la figura materna è in grado di evocare in noi sensazioni molto forti e indelebili, è l'origine di tutto. Pertanto credo che, per poter aiutare sua madre, sia necessario che, in primo luogo, lei aiuti Gabriella, si prenda cura della sua sofferenza e si conceda un tempo per rielaborare tutto ciò che ha descritto. Consideri, infatti, che se non si occupa di Gabriella, sarà difficile trovare la forza per supportare sua madre o accudire suo figlio. Un percorso di psicoterapia individuale può aiutarla ad apprendere strategie efficaci nella gestione della sofferenza e della tristezza, emozioni che vanno accolte e comprese per giungere poi ad una condizione di benessere psicofisico. Credo sia essenziale per lei questo tipo di lavoro su se stessa, soprattutto perchè anche lei è madre e quindi ricopre un ruolo fondamentale per la crescita di suo figlio, che merita una mamma vicina e accessibile emotivamente. Lavorando, infatti, sulla relazione con sua madre, attiverà anche le risorse di cui dispone essendo anche lei madre. Le auguro, in ogni caso, di riuscire a risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Gestire i rimproveri ed i loro effetti
Apri domandaBuongiorno Maria Stefania, Mi sento, innanzitutto di dirle che, se le "sculacciate" sono state sporadiche, è difficile che possano indurre nel bambino un "disturbo duraturo". Un disturbo perdurante si crea quando il bambino è sottoposto a comportamenti inadeguati in modo sistematico e per periodi molto lunghi. Quindi, da ciò che narra, questo non mi sembra sia il suo caso. Detto ciò, per evitare che ci siano altri episodi di "sculacciate", può seguire queste indicazioni: 1) Nel momento in cui avverte dentro di sé la sensazione di tensione crescente indotta dal bambino, si fermi e si conceda un breve lasso di tempo (10 secondi) per recuperare la sua lucidità. In questo modo eviterà di passare all'atto. 2) da ciò che narra, ho avuto l'impressione che sia abbastanza sola nell'accudinento di suo figlio. Se così fosse, questa circostanza incrementa la possibilità di avvertire tensione, quindi provi a condividere la funzione genitoriale in modo più ampio con il papà. Questo la aiuterà ad alleggerirsi psicologicamente e a guadagnare una visione più lucida sul bambino. 3) quando il bambino mostra comportamenti dirompenti (calci, pugni ecc), reagisca mostrandosi contenitiva, ossia provi a ricercare il contatto fisico con lui, evitando di esitare troppo nei rimproveri verbali, ma facendo sentire il suo abbraccio che deve essere proposto al bambino come il comportamento modello da imitare. Qualora desideri altre indicazioni, può scrivermi o contattarmi. Un caro saluto a lei e a suo figlio. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Bipolarismo: come aiutare mia mamma?
Apri domandaBuonasera Sonia, per aiutare sua madre, è innanzitutto essenziale emettere una psicodiagnosi accurata e precisa sulla struttura di personalità di sua madre, quindi capire se sia "depressione" e di quale tipo, "bipolarismo" e di quale tipo. In base alla diagnosi si può impostare l'intervento psicoterapeutico che può comprendere anche una cura farmacologica, almeno per un periodo inziale. Questo tipo di accertamento può essere condotto da uno psicoterapeuta e, per fare in modo che sua madre accetti, può muoversi in questo modo: 1) proporre ai suoi genitori una terapia familiare, in modo che sua madre non si senta ritenuta da voi l'unico componente della famiglia che ha problemi, ma il disagio riguarda tutta la famiglia. 2) consigliare a suo padre una terapia di coppia all'interno della quale entrambi i suoi genitori possano avvicinarsi uno all'altra in un modo più costruttivo e quindi risolutivo. 3) nel caso in cui le due opzioni precedenti non sia praticabili, le può essere utile richiedere una consuenza psicologica individuale per lei stessa, mirata a fare maggiore chiarezza sulla sua situazione e anche a capire in che modo rapportarsi a sua madre a e a suo padre. Credo che lei possa concedersi uno spazio dedicato anche a sè stessa, in modo che il "mezzo sfogo" narrato qui, possa essere appprofondito ed accolto in un contesto terapeutico più ampio e agevole. Le auguro, in ogni caso, di riuscire a risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Sentirsi sbagliata come madre
Apri domandaBuonasera Giorgia, poichè le frasi dei suoi suoceri inducono in lei autosvalutazione e autocritica ("mi fanno sentire una cattiva madre"), è possibile che lei stessa abbia dei dubbi circa la sua decisione di avere un solo figlio. Quindi le può essere utile porsi delle domande al fine di chiarire la sua posizione emotiva, come ad esempio: 1) Come si sente quando ascolta le frasi dei suoi suoceri? che effetto le fanno? 2) Cosa significa per lei avere un solo figlio e, al contrario, averne più di uno? 3) Che peso ha il parere dei suoi suoceri sul suo ruolo di madre e donna? 4) Cosa ne pensa suo marito di tutto ciò? Infatti, mi sembra che lei ponga la questione come se fosse una decisione che spetta solo a lei o ai suoi suoceri, mentre suo marito non viene menzionato in questo processo. Se così fosse, proprio l'idea di essere sola, ossia che suo marito non sia partecipe in questo processo decisionale, può acuire il suo disagio. Quindi, qualora non l'avesse già fatto, la prima cosa che può fare per alleggerirsi un po', è provare a condividere questa sua difficoltà decisionale con suo marito, in modo da spostare il focus nella vostra coppia e rinforzarla. In questo modo, la risposta ai suoi suoceri dovrà provenire dalla coppia che decide insieme come preferisce che sia la famiglia che sta costruendo. Infine, come sta lei in generale, al di là della questione descritta qui? E' soddisfatta della sua vita? Come si sente nel ruolo di madre? Un caro saluto a lei e alla sua bambina. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Confusa per la mia amica bisex
Apri domandaBuongiorno Alessia, Considerata la complessità della questione che ha esposto relativa al suo orientamento sessuale, il consiglio che mi sento di darle è concedersi un tempo per fare maggiore chiarezza dentro di sé. Consideri, infatti, che è necessario accertare con maggiore approfondimento ciò che lei ha descritto, per poter giungere a delle conclusioni che indichino effettivamente ciò di cui ha bisogno lei (ragazzo o ragazza). Per chiarire questo punto, le può essere utile richiedere una consulenza psicologica individuale che la aiuterà anche a capire come mai abbia "difficoltà ad aprirsi con gli altri" più in generale. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non voglio più vivere
Apri domandaBuonasera Rosanna, Il contenuto del suo messaggio ed anche la qualità emotiva che ne traspare ("non valgo nulla" e non voglio più vivere") mi sembra molto denso e profondo. E sicuramente questo spazio non può rappresentare il contesto d'accoglienza più idoneo per conoscerlo e prendersene cura. Detto ciò, mi sento di dirle che probabilmente il tradimento del suo collega e anche la sua svalutazione, abbiano attivato in lei un nucleo depressivo ("non voglio più vivere") che richiede un attenta analisi e approfondimento proprio perché richiama un'ideazione suicidaria. Pertanto, può provare a considerare l'interruzione della relazione con il suo collega, come un momento di crisi prezioso per occuparsi di Rosanna e aiutarla a stare meglio. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Bambino con difficoltà di deglutizione
Apri domandaBuongiorno Sofia, comprendo e condivido la sua difficoltà nella gestione del comportamento manifestato da suo figlio. La prima cosa da fare per aiutare suo figlio ad abbassare la sua attivazione che genera la difficoltà nel deglutire, è provare a rimanere più tranquilla lei come mamma. Consideri che, se suo figlio per sperimentare una condizione di serentità funzionale ad una normale deglutizione, necessita, in primis, del suo supporto, circostanza che può verificarsi se lei comunica a suo figlio una sensazione di calma. E soprattutto la convinzione che possiate superare questa difficoltà che è solo momentanea. Inoltre, per favorire questo processo è importante capire come mai la difficoltà si manifesti solo a cena. Come mai secondo lei? cosa c'è di diverso a cena rispetto alla merenda e alla colazione in cui suo figlio mangia senza problemi? Come sono organizzati i pasti, in generale, nella vostra famiglia? Sono identificati come un momento piacevole, di condivisione, oppure no? Consideri, infatti, che lo stato d'animo ed il significato attribuito al momento del pasto possono essere degli elementi fondamentali per comprendere come mai accada ciò a suo figlio. Il papà cosa ne pensa di tutto ciò? E se partecipa ai pasti, come si approccia a voi? Rispondere a queste domande può aiutarla ad ampliare la prospettiva d'analisi sul problema di suo figlio e a notare aspetti che le possono essere utili per capire come approcciarsi a lui. Qualora, non dovesse riuscire a risolvere da sola, può richiedere una consulenza psicologica individuale che la aiuti a fare maggiore chiarezza. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
37 anni e ancora senza una ragazza
Apri domandaBuonasera Marco, leggendo il suo messaggio, mi ha colpito un aspetto: non mi è chiara l'eventuale richiesta che lei vorrebbe rivolgere ad uno psicoterapeuta. Ossia, non viene esplicitato il motivo per cui le vorrebbe richiedere una consulenza psicologica, e per questo, forse ancora "non ha trovato il coraggio di rivolgermi faccia a faccia con un professionista". Quindi, se è motivato a farlo, le può essere utile porsi alcune domande finalizzate a chiararire la sua situazione: 1) Che obiettivo vorrebbe raggiungere nel corso di una psicoterapia? 2) Come mai, secondo lei, l'assenza di una donna è diventata una questione di cui occuparsi oggi? Cosa è successo in questa fase della sua vita che l'ha indotto ora a considerare l'idea di occuparsene? Come ha gestito ciò fin'ora? Cosa significa per lei non avere una donna? Cos'è per lei una donna e come si immagina una relazione sentimentale con una donna? 3) Cosa intende per "coraggio" nel rivolgersi ad un terapeuta, nel senso cosa si aspetta di dover affrontare nel setting terapeutico? Come vede, ci sono diversi aspetti da analizzare e approfondire, a partire dai quali si può giungere ad una visione più ampia sulla sua struttura di personalità e quindi valutare cosa sia più opportuno fare per lei. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Aggressività nelle relazioni
Apri domandaBuongiorno Maria Letizia, poichè sa già "come funzionano questi soggetti" inclini alla violenza e concordo con lei rispetto a questa sua comprensione, il consiglio che mi sento di darle è quello di rinforzare ed utilizzare a suo vantaggio questa consapevolezza, valutando la possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale. Mediante un percorso di conoscenza personale potrà, infatti, compredere come mai lei sia attratta da uomini violenti e in questo modo evitare di incontrarne altri in futuro. Consideri che, se non comprederà le motivazioni profonde sottostanti alla scelta di questo tipo di uomini, è molto probabile che si imbatta nuovamente in queste situazioni di violenza e che soffra. Perciò, se desidera una relazione stabile e un uomo rispettoso al suo fianco, il primo passo da fare è occuparsi di lei stessa. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Cambiare terapeuta per commenti inappropriati riguardo violenza sessuale
Apri domandaBuongiorno Elisa, mi dispiace apprendere che non si sia sentita supportata così come avrebbe voluto dalla sua terapeuta. Comprendo la sua rabbia e frustrazione a ciò conseguenti, nonchè il suo istinto iniziale di fuggire ("terminare bruscamente le sedute"). Ma credo che sia utile per lei, soffermarsi su questa faccenda dando seguito alla sua intenzione di manifestare alla collega che si è sentita "ferita". E' possibile che parlandone potrete chiarirvi o comunque spero che lei Elisa possa attribuire un altro significato a quanto è accaduto tra voi, ossia riesca a superare il vissuto di diffidenza ("non ptermi fidare più di nessuno") che ha attivato in lei la vicenda descritta. E' importante, infatti, elaborare questi vissuti in modo da integrare dentro di lei un'immagine più complessa e reale della sua terapeuta che corrisponda all'idea che anche la terapeuta, essendo umana, può commettere errori, e quindi accettare questo suo limite. E a partire da ciò lavorare insieme sulla capacità di Elisa nell'accettare la limitatezza intrinseca alla nostra natura umana più in generale. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come posso aiutare un familiare in difficoltà?
Apri domandaBuonasera Sara, Innanzitutto mi sento di dirle che il suo desiderio di aiutare sua sorella e anche il modo in cui ha descritto la situazione, denotano una sua grande sensibilità e vicinanza a sua sorella. Detto ciò, poiché mi sembra che lei abbia una visione d'insieme circa la situazione e che sia lucida nella sua analisi, può muoversi nei modi che seguono: 1) ricercare un medico-psichiatra abilitato anche all'esercizio della psicoterapia ed esperto in queste patologie. 2) ricercare uno psicologo specializzato in psicoterapia ed esperto in queste patologie. Se lo ritiene opportuno, può decidere di partecipare anche lei, almeno nelle prime sedute, in modo da spiegare più lucidamente la situazione. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Può cambiare un traditore seriale?
Apri domandaBuongiorno Alessandra, un "traditore seriale" può modificare il suo comportamento disfunzionale a patto che lo percepisca deleterio per se stesso e che sia diposto a mettersi in discussione in modo da comprendere le motivazioni sottese al suo impulso. Quindi, in questo caso, un percorso di psicoterapia può essere la strada risolutiva. Per quanto riguarda, invece i "sintomi", è difficile individuarne alcuni che possano essere descrittivi di tutti i soggetti inclini al tradimento, sicuramente ciò che ha già osservato lei ("devo dire che ho sempre saputo che sarebbe successo") ossia la consapevolezza che quel tipo di persona, avendo già tradito, può manifestare nuovamente quel tipo di comportamento, può essere un primo segnale d'allarme. Detto ciò, credo che possa essere utile per lei focalizzare la sua attenzione su un'altra questione che può costituire la chiave di volta del suo quesito. Ossia comprendere ed affrontare le motivazioni che inducono Alessandra ad essere attratta da questo tipo di ragazzi, come mai abbia sentito la necessità di "perdonarlo" e cosa intenda per "dipendenza affettiva". Consideri, infatti, che se questi quesiti resteranno irrisolti, la sua attuale condizione di non fiducia "non credo più a nessuna parola" può persistere e continuare ad indurle stati d'animo negativi ("è orribile"). Anche perchè la sua posizione di attesa nei confronti del suo ragazzo ("spero sempre che possa cambiare"), rinforza la sua "dipendenza" nei suoi confronti e sbilancia la vostra relazione in una dinamica all'interno della quale il suo ragazzo sembra investito di un potere decisionale maggiore rispetto al suo. Pertanto, un percorso di psicoterapia individuale può esserle utile per fare maggiore chairezza dentro di sè e decidere con consapevolezza e libertà cosa sia meglio per lei in questo momento della sua vita. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Covid19 e ossessione
Apri domandaBuongiorno Francesca, comprendo e condivido il suo bisogno di "tornare in parte alla normalità" e penso che il primo passo utile da fare sia questo: provare a confrontarsi con il suo compagno circa i comprotamenti "maniacali" che ha descritto qui. Ossia, l'opzione "andare via di casa" potrebbe costituire per lei, nell'immediato, un sollievo poichè potrebbe allontanarsi da lui e dalle sue "ossessioni", ma solo temporaneamente. Poichè allontanarsi fisicamente da lui, non le garantisce di aver risolto, dentro di lei, le motivazioni che l'hanno indotta fin'ora ad accettare un compagno incline all'ossessione (caratteristica che immagino abbia sempre contraddistinto il suo compagno e che sia stata acuita ora dall'emergenza coronavirus). Come va la vostra relazione al di là degli aspetti "ossessivi" qui descritti? E' felice con lui in altre aree delle vostra vita di coppia? Ci sono progetti di coppia? Cosa potrebbe perdere allontanandosi da lui? Come sta lei in generale in questo periodo, al di là della relazione con il suo compagno? Pertanto, il consiglio che mi sento di darle è quello di fermarsi e valutare con calma questi aspetti e, con l'iauto di uno psicoterapeuta, prendere poi la decisione più giusta per lei in questo momento della sua vita. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
I nostri figli soffrono il trasferimento, cosa fare?
Apri domandaBuongiorno Giuliano, capisco la vostra difficoltà e penso possa esservi utile provare a gestirla nel modo che segue: 1) rimandare ai bambini che comprendete la loro difficoltà e nostalgia per la Calabria , ma che siete disposti a sostenerli nella costruzione di nuove relazioni lì dove vi trovate ora. Ossia proporre ai bambini incontri con altri coetanei per favorire la socializzazione e quindi l'interesse a stare lì. 2) Provare voi genitori a creare una rete di conoscenze che aiuti i bambini ad inserirsi più facilmente. Detto ciò, un altro aspetto fondamentale è riuscire a mantenere una posizione di accoglienza e comprensione rispetto ai bambini: ossia aiutarli a tirare fuori il loro dispiacere, condividere le vostre emozioni in modo da gestirle a livello familiare, e comunicare ai bambini che anche voi soffrite, che è quindi un problema di tutti, ma che insieme, uniti, potete superarlo. Questo momento di sofferenza, può essere, infatti, un'occasione preziosa per tutti voi di attivare l'alleanza familiare, quel sentimento di condivisione del dolore che rappresenta, di per sè, un primo step per superare lo stesso dolore, proprio perchè tutti si sentono parte di qualcosa e percepiscono la vicinanza affettiva dell'altro membro. Nel caso in cui ciò, non sortisca gli effetti sperati, può considerare l'idea di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che vi aiuti a gestire la separazione ed la conseguente sensazione di lutto indotta dal vostro trasferimento. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Paura della contaminazione, come uscirne?
Apri domandaBuongiorno Liliana, comprendo e condivido il suo malessere poichè la rupofobia (paura dello sporco) può essere percepita sempre e comunque, al di là dell'attuale pandemia. A tale proposito, mi chiedevo, per aiutarla a comprederne le cause, cosa sia accaduto "un paio d'anni fa" nella sua vita che ha attivato il circuito d'ansia manifestatosi oggi. Come sta in generale nella sua vita al di là del disturbo qui descritto? I sintomi di evitamento che ha narrato si manifestano solo con gli estranei o anche con i suoi familiari? Cosa prova, in generale, mentre si trova in contatto con altri? Che significato attribuisce allo sporco? Cosa evoca in lei questa condizione? Può contare sul sostegno emotivo di qualcuno? Ad ogni modo, se desidera risolvere la rupofobia di cui soffre, le può essere utile richiedere una consulenza psicologica individuale inizialmente on line (in modo che non entri in contatto con lo psicoterapeuta), che possa aiutarla ad affrontare il nucleo ansioso che alimenta il suo malessere. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ansia che mi blocca dopo nuovo incarico lavorativo
Apri domandaBuongiorno Marco, concordo con lei quando afferma che quello da lei descritto sia "un problema che mi sembra particolarmente più serio di una semplice ansia", poichè, da quanto narra, il suo vissuto deriva da come lei si autopercepisce più in generale e dalle richieste/aspettative che ha costruito nel tempo su stesso. Autopercezione che può innescare l'ansia. Quindi, le può essere utile proseguire l'autosplorazione cercando di approfondire questi punti: 1) Come mai si è sentito in dovere di accettare il consiglio dei suoi colleghi, trascurando la sua sensazione circa il nuovo incarico di lavoro proposto? Che peso hanno, più in generale, i pareri di altri sui suoi processi decisionali? 2) Cosa intende per "non sentirmi all'altezza"? E, in genere, in situazioni in cui non si sente all'altezza, come gestisce questo vissuto? 3) Che influenza ha nella sua vita la parte razionale e quella emotiva nei processi decisionali? Come mai ha messo in secondo piano la sua sensazione emotiva slle sue nuove manzioni lavorative, in favore di processi razionali? Cosa teme le possa accadere nel contesto del nuovo lavoro? 4) Cosa le manca, secondo lei, in termini di capacità, per affrontare serenamente il nuovo incarico lavorativo? Come vede, per poter affrontare e risolvere efficacemente il suo "stato quasi di inettitudine" e valorizzare al meglio le sue capacità, è essenziale accogliere e compredere le sue paure. Qualora, desiderasse risolvere definitivamente questo meccanismo che sembra ostacolare il suo processo di autorealizzazione, un percorso di psicoterapia individuale può esserle utile. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come superare gli attacchi di panico?
Apri domandaBuongiorno Marica, Leggendo il suo messaggio mi ha colpito il suo sentimento di amorevolezza verso le sue figlie. Da questa forte motivazione a preservare le sue bambine ("non voglio fare loro del male") può partire per rivolgere anche a Marica stessa questa cura e attenzione. Quindi, un percorso di psicoterapia può aiutarla ad accogliere anche i suoi stati d'animo negativi che si manifestano con gli attacchi di panico e acquisire strategie più funzionali per gestirli. E quindi sentirsi meglio come donna e come mamma. Ricerchi uno psicoterapeuta verso cui senta di potersi affidare. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Aborto e crisi di coppia
Apri domandaBuongiorno Samantha, da ciò che narra, mi pare di capire che la circostanza dell'aborto e la conseguente crisi di coppia, abbia attivato in lei una parte autodistruttiva ("ho preso un coltello per ferirmi") che forse fin'ora era stata nascosta o repressa. Se desidera stare bene con se stessa e con il suo partner, è essenziale, in primis, che si occupi di questa sua grave modalità autoaggressiva che può mettere in pericolo sia Samantha che qualsiasi altro tipo di relazione sentimentale. Un percorso di psicoterapia individuale potrà aiutarla a compredere come mai senta la necessità di "ferirsi" e a partire da ciò elaborare gli stati d'animo che ha descritto ("tristezza, paura e sensi di colpa"). Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Depressione al lavoro
Apri domandaBuongiorno Alice, da ciò che narra, mi pare di capire che lei mostri difficoltà nella gestione di lassi di tempo dilatati (9 ore), mentre ipotizza che il part-time, essendo un orario ridotto, potrebbe essere più congeniale a lei. Come mai, secondo lei, avverte queste preferenza? Non sapendo quale sia il suo lavoro e le sue mansioni, non mi è possibile svolgere un'analisi organizzativa dell'eventule azienda che le possa essere utile. Ma, credo possa essere altrettanto opportuno per lei porsi delle domande autoesplorative: poichè è assunta già da due anni, come mai il disagio lo avverte in modo particolare oggi? Cosa è successo dentro di lei e nel modo in cui percepisce il suo lavoro e contemporaneamente lei stessa nel contesto del suo lavoro? Quali strategie adopera, in generale, nella gestione di situazioni in cui le è richiesto di fare meno di quello che lei si sentirebbe di fare? Come si sente quando accade ciò? Che significato assume per lei il lavoro nella sua vita? Al di là di ciò che accade in ambito lavorativo, come va la sua vita? E' soddisfatta, in generale, di come sono andate le cose? Una consulenza psicologica individuale, può aiutarla a fare chiarezza su questi aspetti e, di conseguenza, comprendere e gestire al meglio il vissuto di depressione che è attivato dall'ambito lavorativo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Gelosia retroattiva
Apri domandaBuongiorno Nicoletta, da ciò che descrive, mi pare di capire che il suo compagno sia stato identificato come l'unico polo problematico della coppia ("è lui che deve curarsi e rassegnarsi"), e che, in ragione di ciò, si senta giudicato e, comprensibilmente, accumuli tensione, che poi proietta su di lei ("cade in rabbia e mi tratta malissimo"). Pertanto, considerando che qualsiasi problema che nasce nella coppia, diventa un problema di entrambi i partner, le consiglio di proporre al suo compagno una terapia di coppia. Questa strategia di cura può essere utile ad entrambi per confrontarvi con l'aiuto di un esperto e bilanciare l'attibuzione di responsabilità , in modo che il suo compagno non si percepisca come l'unica parte della coppia che ha problemi, sensazione che può indurre solitudine, frustrazione e sensi di colpa. Mentre, è più utile per la coppia che entrambi i partner si percepiscano parte del problema della coppia e che si impegnino in un progetto comune di benessere della coppia. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Aiuto dermatillomania
Apri domandaBuongiorno, la sua autodescrizione mi sembra molto precisa e denota una consapevolezza razionale delle dinamiche ("disturbo ossessivo compulsivo" e "perfezionismo surreale") alla base dei suoi disagi ("mi sento sfinita"). Da quanto narra e da come lo narra, posso dedurre che lei sia una persona abituata a provare a cavarsela da sola ("ho sofferto di anoressia e dopo 4 anni sono riuscita a uscirne con le mie forze"). Questa condizione di solitudine e l'inclinazione a risolvere le difficoltà da sola, possono contribuire ad acuire il suo malessere. Di contro, se oggi sta considerando la possibilità di "intraprendere un percorso psicoterapeutico", singnifica che una parte di lei desidera condividere il disagio con un esperto ed esserne accolta, riconosciuta e supportata. Consideri che la propensione ad affidarsi ad uno psicoteraputa, rappresenta un primo step nella risoluzione dei disagi che ha descritto. Pertanto, le consiglio di ricercare uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia e attraverso il quale lei possa "iniziare a vivere serenamente". Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Paura di chiedere aiuto
Apri domandaBuongiorno Laura, comprendo la sua difficoltà e disagio nello scrivere qui ciò che prova. Da ciò che narra, mi pare di capire che la sua "paura di chiedere aiuto" sia più ampia e generalizzata, quindi non solo limitata alla figura dello psicologo e/o psichiatra. Essa sembra strutturarsi attorno al timore di allontanarsi dai suoi genitori, ossia affidarsi ad uno "sconosciuto" da cui essere accolta e compresa. Racchiude, quindi, la difficoltà a differenziarsi, cioè costruire un'identità di Laura autonoma rispetto ai suoi genitori. Questo processo di differenziazione può implicare sensi di colpa e ansia generalizzata, così come ha riferito lei, poichè sancisce l'ingresso nella vita adulta, all'interno della quale ognuno di noi è chiamato a fare scelte in autonomia, percependosi come il solo repsonsabile delle decisioni che prende. Pertanto, il consiglio che mi sento di darle è prendersi del tempo per trovare il coraggio di affrontare la nuova Laura che attende di ricevere da lei il permesso di essere adulta compiendo le scelte più giuste per lei e liberandola dall'ansia. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Paura a Relazionarmi con le donne
Apri domandaBuongiorno Pierantonio, da ciò che narra, il suo "blocco" mi sembra profondo e radicato nell'immagine che ha di sè ("non sono mai stato fidanzato"). Pertanto, per "sbloccarsi" e acquisire l'abilità nel relazionarsi alle donne, ritengo sia necessario affrontare il disagio dal principio, ossia cercare di capire come mai fin'ora lei non sia riuscito ad interagire con una donna. Come mai, secondo lei, è accaduto ciò nella sua vita? Come percepisce le donne in generale? Cosa significa per lei relazionarsi ad una donna e cosa si aspetta da un'eventuale contatto con quest'utlima? Come mai in questo momento della sua vita questa sua difficoltà è divenuta più intollerabile per lei? Cosa sta succendendo dentro di lei? Come sta al di là del disagio qui descritto? Una volta compresi i motivi di questa sua inibizione relazionale, potrà decidere liberamente come condurre la sua vita e il rapporto con le donne. Un percorso di psicoterapia individuale può essere utile in questo tipo di lavoro. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mi sento smarrito
Apri domandaBuonasera Gabriele, Leggendo il suo scritto, mi sono posta fin da subito un quesito: poiché il suo status socioeconomico è una condizione che sembra aver contraddistinto da sempre la sua vita, come mai oggi è divenuto per lei motivo di "ansia"? Cosa è successo, secondo lei, che ha attivato i meccanismi ansiosi che ha descritto? Cosa sta succedendo, più in generale, nella sua vita? Poiché ha parlato di una condizione di "soffocamento", posso presumere che il suo status le imponga ora di fare determinate scelte e/o abbracciare uno stile di vita in linea con i principi dei suoi genitori ("pensano al loro mondo dorato"). Se così fosse, la sensazione di costrizione a ciò associata, potrebbe implicare l'angoscia che ha descritto. Un percorso di psicoterapia individuale può aiutarla a recuperare il controllo su di sé, sui suoi stati d'animo mediante un'analisi del suo percorso di vita. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ho paura di avere una relazione e impegnarmi seriamente
Apri domandaBuonasera Jessica, da ciò che scrive, mi pare di capire che ci siano delle relazioni tra come lei si percepisce oggi ("una persona che se ne sta per conto suo e che se la cava da sola"), l'evitamento delle relazioni intime e la sua storia familiare. Quindi, per capire come risolvere i suoi "attacchi di panico" scatenati dall'eventualità di entrare in contatto con l'altro, è utile proseguire l'autoesplorazione e conoscenza di Jessica. In questo modo acquisirà maggiore auto-consapevolezza, condizione essenziale al fine di decidere cosa sia meglio per lei oggi nella sua vita. Infatti, se non comprende la natura della sua "paura" ad entrare in relazione con l'altro, non le sarà possibile prendere decisioni pienamemente appaganti per lei. E' disponibile a fare la conoscenza di Jessica e delle sue paure? Con il supporto di uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia troverà il modo per affrontare queste paure e avvicinarsi a Jessica, elemento fondamentale per avvicinarsi poi all'altro. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Cocaina e fine di una relazione
Apri domandaBuongiorno Andrea, da ciò che narra, mi pare di capire che sia utile per lei comprendere come mai il suo ex compagno attivi in lei "un senso di protezione" e un coinvolgimento che, al momento, le impediscono di legarsi ad altri partner. Quindi, capire che ruolo ha svolto il suo ex nella sua vita, che tipo di vuoto ha lasciato nella sua vita e quali aspettative/progetti aveva riguardo alla vostra relazione più in genrale. Inoltre, al di là di quanto ha descritto qui, come si sente? come va la sua vita in generale? Con l'aiuto di uno psicoterapeuta può iniziare a rispondere a questi quesiti e avere una visione più chiara e ampia sulla sua situazione interiore e sentimentale. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come superare la paura di guidare?
Apri domandaBuonasera Giovanni, Comprendo e condivido la sua necessità di superare questa paura. Può affrontarla seguendo due approcci: 1) lavorare sul sintomo: iniziare a guidare per brevi tratti (anche 5-10 minuti) nelle vicinanze di casa, in modo da provare a riprendere confidenza con l'auto rimanendo in un contesto più rassicurante, essendo vicino casa. Aumentare poi gradualmente il tempo trascorso in macchina e i percorsi. 2) intraprendere un percorso psicoterapia individuale che la aiuti a capire come mai questa paura sia nata e sia diventata così persistente nella sua vita. Che significati racchiude per lei l'abilità di guidare e conseguentemente l'autonomia che può trarre da ciò. Capire, inoltre, come mai non riesce a dare fiducia a Giovanni in questo ambito della sua vita. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Vorrei andare da uno psicologo per il mio DOC
Apri domandaBuongiorno Giulio, Per orientarsi nella scelta dello psicologo più adeguato alla sua richiesta, le consiglio di seguire alcuni criteri: 1) accertarsi che l'eventuale psicologo da selezionare sia anche specializzato in psicoterapia, in modo che possa svolgere un'analisi più globale della sua domanda. 2) affidarsi al suo istinto, ossia optare, tra i possibili candidati psicoterapeuti, quello che le ispira un senso di fiducia maggiore, e con cui senta di poter condividere i suoi vissuti. Consideri, infatti che, al di là dell'orientamento psicoterapeutico seguito dal professionista, la possibilità di stabilire una buona alleanza terapeutica psicologo-paziente, è un elemento di comprovata efficacia per il buon esito del processo psicoterapeutico. Ad ogni modo, le auguro di fare la scelta migliore per lei e risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come superare l'ansia quando i figli vanno via di casa?
Apri domandaBuonasera Gloria, Il suo racconto denota acutezza emotiva e anche abilità introspettive, inclinazione che le potrà essere utile per proseguire il suo lavoro di autoanalisi. Da ciò che scrive, mi pare di capire che il nucleo del suo disagio si collochi nel fatto che "Tutto cambierà", ossia nella sensazione che il suo ruolo di madre, nonché la sua vita più in generale, subirà una modifica inevitabile dal momento in cui suo figlio andrà via. Come si pone lei rispetto ai cambiamenti in generale? Come si sente quando è costretta ad affrontare cambiamenti inevitabili? Da ciò che narra, mi sembra infatti, di capire che la decisione di suo figlio sia percepita da lei come un evento rispetto a cui lei non ha possibilità di manovra/controllo. Come si sente quando non può agire direttamente sugli eventi gestiti da altri? Rispondere a queste domande può aiutarla a fare maggiore chiarezza sulla condizione di "ansia" che ha descritto, in modo da gestirla meglio. Qualora il suo disagio dovesse persistere, può beneficiare di un supporto psicologico con uno psicoterapeuta che possa aiutarla ad affrontare al meglio la sua situazione. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mia moglie mi proibisce di stare da solo con la bambina
Apri domandaBuonasera Alessandro, Da ciò che narra, la sua richiesta di contatto con la bambina, oltre ad essere assolutamente giusta, coincide anche con il benessere psicologico della stessa bambina. Ossia, è ormai dimostrato ampiamente il ruolo centrale svolto dal padre nell'evoluzione psicologica dei bambini. Detto ciò, come mai secondo lei, sua moglie le "proibisce" di stare con sua figlia annullando, di fatto, il suo ruolo di padre? Che timori nutre sua moglie? Come mai si è attenuto a questa proibizione fin'ora, mentre adesso sta, giustamente, mettendo in discussione questa modalità di gestione familiare? Immagino che abbia già provato a discutere la questione con sua moglie, ma dai pochi elementi che ha fornito non saprei in che modo indirizzarla per affrontare al meglio il problema. Intanto, può iniziare proponendo a sua moglie di condividere l'accudimento di vostra figlia, cioè organizzare attività in cui entrambi voi genitori possiate svolgere delle attività con la bambina. Qualora ciò non sia praticabile, le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta in modo da ricevere indicazioni più precise su come riprendersi il diritto e il piacere di essere padre. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Demotivazione da suocera malevola
Apri domandaBuongiorno Valentina, Mi sembra che lei abbia fatto una disanima molto precisa circa il rapporto tra il suo compagno e la madre, intuendo il loro legame di "dipendenza". Pertanto la strategia più efficace e risolutiva è continuare a concentrarsi sul suo compagno, ossia valutare quanto lui sia pronto a differenziarsi/emanciparsi dalla relazione madre-figlio per accogliere Valentina nella sua vita. Consideri, infatti, che se il suo compagno sarà convinto nel fare questa sua evoluzione interiore, saprà anche come porre la giusta distanza tra lui e la madre, proteggendo il vostro rapporto dalle sue ingerenze. Pertanto, se lui è disponibile ad intraprendere questo percorso di maturazione, consiglio a lei Valentina di attendere che lui faccia le sue mosse con la madre, evitando di giudicare e/o esprimere pareri sulla suocera, poiché potrebbero essere controproducenti, se il suo compagno non è pronto ad iniziare una nuova vita da adulto. Lei Valentina è disposta ad attendere lui e, ritiene che questa evoluzione sia praticabile nella vostra coppia? Ha fiducia nel vostro rapporto? Le risposte che formulera' a queste domande, potranno aiutarla a fare maggiore chiarezza nella sua situazione individuale e di coppia. Qualora desiderasse approfondire ulteriormente la questione, il supporto di uno psicoterapeuta le sarà sicuramente di aiuto. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ansia bimba 5 anni
Apri domandaBuongiorno Elisabetta, Comprendo e condivido la sua difficoltà nell'approcciarsi alla bambina. Da ciò che narra, mi pare di capire che la piccola manifesti ansia da separazione, condizione che può essere efficacemente superata solo promuovendo un contatto continuativo ed intenso con le sue figure di attaccamento. Cioè, se la bambina desidera stare con la madre e/o il padre, è opportuno organizzare le giornate in modo che il contatto con la madre e/o il padre la rassicuri. Infatti, le manovre di controllo che mette in atto ("ordinare" e rifiuto dell'asilo, "paranoie"), sono strategie che adopera nella speranza di mantenere il controllo della situazione che forse lei percepisce come instabile (la mamma "lavora molto spesso" e "è stata cresciuta da una zia"). In tutto questo, il papà che ruolo ha? In che modo si occupa della bambina? In situazioni come questa, in cui la bambina manifesta timori, è più utile fermarsi e trovare un modo di rassicurarla, facendole sentire la presenza dei genitori in modo costante e prevedibile. Altrimenti qualsiasi altra proposta (es. centri estivi), può risultare controproducente perché se la bambina non si sente tranquilla, potrebbe vivere queste attività come una situazione di ulteriore pericolo, in quanto inducono un'altra separazione dalle sue figure di attaccamento. Mentre la bambina desidera averle vicine. Perciò piange "con disperazione" e, come giustamente ha notato lei, "non sembrano normali capricci", ma la, manifestazione di un bisogno di attaccamento non soddisfatto. Può provare a consultarsi con i genitori e cercare di capire che tipo di strategia stiano seguendo insieme alla psicologa. Un caro saluto a lei e alla piccola. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Il mio compagno soffre di ansia
Apri domandaBuonasera Elena, Poiché il suo compagno sembra essere refrattario ad una psicoterapia, può valutare la possibilità di richiedere una consulenza individuale per lei stessa. Lavorare, infatti, sulla sua ansia e sulle sensazioni che le suscita il disagio del suo compagno, può aiutarla efficacemente a calmarsi, in modo che poi non si "innservosisca", come, peraltro è del tutto comprensibile che accada. L'ansia infatti, come già saprà, è una condizione che può trasmettersi da una persona all'altra perché ognuno di noi ha una quota di ansia che è chiamato a gestire. Se si è padroni della propria ansia, qualora ci si dovesse imbattere in una persona in ansia, la nostra capacità di autogestione ci consentirà di bloccare, fin da subito, il circolo vizioso che può innescare l'ansia. Perciò, se lei si prenderà cura della sua ansia, riuscirà anche ad assumere un atteggiamento adeguato e supportivo nei confronti del suo compagno, promuovendo inoltre, un processo maturativo nel vostro legame di coppia. Le auguro in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ha continui dubbi su di me dettati da errori passati
Apri domandaBuonasera Roberta, Per aiutarla a "capire" la situazione in cui si trova credo sia necessario contestualizzare l'"ossessione" del suo compagno all'interno del ciclo di vita della vostra coppia. Mi spiego meglio: poiché la vostra relazione è iniziata in una dimensione di ambiguità data dalla vostra condizione di "amanti", è importante oggi chiedersi come mai il suo compagno avverta la necessità di una condizione opposta, cioè in cui sia definita la vostra relazione. Consideri che in alcuni casi questo tipo di "ossessione" nasce da un'esigenza di costruzione e progressione nella coppia, cioè il partner ossessivo sta valutando la possibilità di approdare ad una soluzione più stabile e definitiva, quindi, nutre dei dubbi. Altra possibilità è che il suo compagno stia percependo l'importanza della vostra relazione e tema di perderla, perciò cerca di proteggerla con il controllo. Altra eventualità può essere che lui copra la paura di legarsi più intensamente a lei, spostando l'attenzione sui suoi comportamenti. Come vede, ci possono essere diversi motivi che spingono il suo compagno a dubitare di lei, quindi, per aiutarlo e aiutarvi a superare l'empasse è necessario accogliere i suoi dubbi, eplorarli con lui, affrontare le sue paure. Mostrarsi cioè disponibile ad accoglierlo e far passare il concetto che è una crisi che si può superare insieme. Può essere utile che lei chieda direttamente a lui in che modo preferisce essere supportato, in modo da elargire l'aiuto che lui desidera e quando lo desidera. Inoltre, nei momenti in cui non si manifestano le "ossessioni", può essere utile cercare di condividere attività piacevoli di coppia che possano rinforzare la vostra alleanza ed indebolire le "ossessioni". Qualora la situazione di stallo persistesse, può valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che la aiuterà ad orientarsi meglio e a prendere le decisioni più utili al suo benessere individuale e di coppia. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Madre depressa ed alcolista, come aiutarla?
Apri domandaBuongiorno Daniele, poichè le tarapie individuali non hanno sortito finora nessun riusultato apprezzabile sul comportamento di dipendenza mostrato da sua madre ("è stata più volte in clinica ma niente"), può essere utile proporle un incontro di terapia familiare in cui coinvolgere anche suo padre. Posso immaginare che ciò possa presentare delle difficoltà organizzative, dal momento che suo padre non è più in casa, ma credo che il "forte rancore", rappresenti per sua madre un ostacolo significativo nella risoluzione del suo disagio. E' possibile, infatti, che sua madre non abbia elaborato il lutto della separazione e che, quindi, sia necessario aiutarla nello svolgimento di questa operazione. Perciò, le consiglio di muoversi in questo modo: 1) contattare suo padre e spiegare la necessità della sua presenza. 2) proporre a sua madre questo tipo di terapia familiare o, in alternativa, una terapia di coppia con il suo ex marito. 3) qualora trovi difficoltà nella realizzazione delle due opzioni precedenti, le può essere utile richiedere una consulenza individuale per lei stesso, in modo che possa ricevere delle indicazioni più specifiche e dettagliate su come agire. La auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Dimostrazione affetto in pubblico
Apri domandaBuongiorno Adriana, da ciò che scrive, mi sembra di capire che la sua famiglia sia strutturata su un'alleanza padre-figlio da cui lei Adriana sembra essere esclusa, allontanata e giudicata ("mi dice che sono invidiosa"). Quindi, per poter intervenire efficacemente sui comportamenti di suo figlio, è innanzitutto necessario lavorare sull'equilibrio della vostra coppia in modo che lei e suo marito diventiate alleati, mentre suo figlio sia equidistante da entrambi. Come mai lei è identificata con "quella cattiva"? Che tipo di rapporto ha con suo marito? Al di là della gestione educativa di vostro figlio, riuscite a trovare un accordo nella gestione della coppia e della famiglia in generale? Cosa le desta maggiore preoccupazione del comportamento di suo figlio? Come vede, ci sono diverse questioni da analizzare, in modo da approcciarsi al meglio sia rispetto a suo marito che rispetto a suo figlio. Una psicoterapia individuale può esserle d'aiuto nell'elaborazione di questi contenuti e nell'orientare al meglio il suo comportamento. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Abuso di minore, come gestire la cosa?
Apri domandaBuonasera Davide, Comprendo la difficoltà della situazione e posso assicurarle che, se la persona abusata desidera parlare dell'accaduto, sarà garantita la sua privacy e non sarà obbligata a svelare niente e/o menzionare nessuno che non voglia. Consideri poi, che ogni professionista è strettamente tenuto a rispettare il segreto professionale, come immagino lei già saprà. Quindi, può consigliare alla persona abusata di scegliere uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia e valutare con lui/lei quale possa essere il percorso terapeutico più adeguato. Infine, mi sento di esprimere un apprezzamento verso lei Davide, che ha mostrato sensibilità verso una questione così complessa e profonda come l'abuso. Non avendo altre info su di lei e sulla persona abusata, non saprei in che modo indirizzarvi ulteriormente. In ogni caso, auguro ad entrambi di trovare le risposte che cercate alle vostre domande. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mio papà non vuole che vada avanti con gli studi
Apri domandaBuongiorno Sara, leggendo il suo scritto noto una certa indecisione nelle sue parole: "una mia grande passione che un giorno vorrei trasformare in professione" vs "disposta a rinunciare al posto in collegio". Pertanto, il primo consiglio che mi sento di darle è questo: fare chiarezza dentro di sè e giungere ad una posizione definitiva e stabile circa il suo futuro. Consideri che, se lei assumerà dentro di sè una posizione sicura e determinata, questa determinazione sarà percepita anche da suo padre e le darà la forza di affermare i suoi desideri. Compiuto questo primo step, le consiglio di rinforzare la sua posizione chiedendo a sua madre di intercedere in suo favore con suo padre. Ossia fare in modo che loro si confronti e giungano ad un accordo sul tema collegio. Un confronto con suo padre, beneficiando del sostegno e l'approvazione di sua madre, le sarà d'aiuto per esporre le sue ragioni, ritrovare il dialogo e, soprattutto, il contatto emotivo con lui. Provi a mettersi nei panni di suo padre che si trova contemporaneamente a dover affrontare due eventi forti ed imprevisti: lasciar andare sua figlia per la sua strada e fare i conti con il suo "orgoglio" ferito. La manifestazione esplicita a suo padre di una sincera comprensione di queste difficoltà che lui può provare, potrà avvicinarvi e aiutarvi a trovare un accordo ed una soluzione che sia ideale per tutti voi. In bocca al lupo! Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Desiderio incontrollato di avere un figlio
Apri domandaBuonasera Veronica, Leggendo il suo scritto mi ha da subito colpito il forte contrasto tra: "questo mio desiderio di avere un figlio è incontrollabile" vs "mia madre mi obbligherebbe ad abortire". Ponendo l'attenzione su queste due visioni opposte: Veronica vuole essere vitale e madre, mentre la madre di Veronica minaccia la morte (aborto), posso ipotizzare che una parte del suo desiderio di maternità nasca proprio come opposizione a sua madre. Come mai sua madre la "obbligherebbe ad abortire"? Cosa significa per sua madre essere madre? Che tipo di rapporto ha con sua madre? Inoltre, qualora lei Veronica diventasse madre, in che modo ciò modificherebbe la sua vita? Come si immagina Veronica da mamma? Le consiglio di fermarsi a riflettere su questi aspetti e provare ad autoesplorarsi, in modo da capire come mai il desiderio "normale" di diventare madre, sia per lei una necessità da attuare ora, oggi. Cosa sta accadendo oggi nella sua vita? Qualora sentisse la necessità di affrontare la questione in modo più ampio e articolato, una consulenza psicologica individuale può esserle utile. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Matrimonio: stare insieme per i figli o prendere strade differenti?
Apri domandaBuonasera Turbato, il primo commento che mi sento di porgere al suo scritto è: rassegnazione. Ossia ho avuto la sensazione che lei si trovi in una condizione di disillusione più ampia che copre una dimensione temporale molto ampia, immagino anche lontana da oggi ("approcciare alla vacchiaia"). Quindi, credo che, quando una persona avverta delle sensazioni di questo tipo, prima di concentrarsi sulla situazione matrimonio/moglie, sia essenziale fermarsi e prendersi cura di se stesso. Anche perchè, se permane la sensazione di costrizione e/o rassegnazione rispetto ad un eventuale dialogo con sua moglie, è inutile farlo, perchè lei stesso non crede nell'efficacia di questo confronto/scontro. Poichè sa già che non esistono "ricette magiche", il mio consiglio è rivolgersi a Turbato e inziare a capire come mai si definisca turbato, come si senta, al di là del matrimonio/famiglia, che potrebbe essere uno step successivo. Una consulenza psicologica individuale può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come aiutare con un ragazzo con disturbo borderline?
Apri domandaBuonasera Lucia, Poiché il ragazzo descritto "ha piena fiducia" in lei e nutre anche un "genuino attaccamento" verso di lei, se anche lei prova questi stessi sentimenti verso di lui, il suo ruolo potrebbe essere fondamentale nella gestione della psicopatologia da cui è affetto. Mi spiego meglio: se lei è interessata a costruire qualcosa di importante con lui, può agire nel modo che segue: 1) suggerire al ragazzo di intraprendere un percorso di psicoterapia costante. Solo attraverso l'assiduita' si possono ottenere risultati efficaci in ambito psicoterapeutico. Se il ragazzo si fida di lei, si fidera' anche dei suoi consigli. 2) qualora lui non sia disposto ad intraprendere la psicoterapia individuale, può proporgli di accompagnarlo, almeno nelle prime sedute, presso uno psicoterapeuta che magari, potrete scegliere insieme. Consideri che è importante per lui iniziare un percorso di psicoterapia individuale, poiché in quel contesto comprenderà anche la necessità di gestire la patologia mediante un supporto farmacologico che lo aiuti nella sua dipendenza da psicofarmaci. Perciò, non le resta che decidere se voglia investire in questa relazione oppure no. Si prenda un tempo per fare le sue valutazioni e, se lo ritiene opportuno, richieda una consulenza individuale per lei stessa che la accompagni in questo delicato processo decisionale. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Rapporto tra nonni genitori e figli
Apri domandaBuongiorno Rita, comprendo la sua difficoltà e fatica nell'accudire i bambini, soprattutto in questo periodo storico così particolare. Ciò che le consiglio di fare per cercare di gestire al meglio la situazione è questo: 1) Poichè i suoi genitori sono molto accoglienti e disponibili, credo sia utile per voi, innanzituto, prendervi uno spazio in cui concordiate una linea educativa comune. Ossia, nel momento in cui i bambini non sono presenti, è importante chiarirvi ed accordarvi su alcuni punti. Perchè questo è essenziale nella gestione dei capricci. E' scondigliato, infatti, che il bambino percepisca una differenza/divisione nell'approccio educativo tra nonni e genitori, poichè questo disaccordo acuisce i capricci e l'inclinazione alla disobbedienza. Quindi è importante discutere di questi aspetti, stimolando nei suoi genitori la parte genitoriale, che è sicuramente presente, ma che essendo ora nonni, è, come è comprensibile che sia, un po' sopita. L'obiettivo è che diventiate alleati. 2) Immagino che suo marito sia impeganto con il lavoro, ma nonostante ciò, nel momento in cui è a casa con voi, è indispensabile che anche lui faccia fronte comune con voi seguendo lo stile educativo che imposterete. 3) so che è difficile, ma è utile che lei, nel momento in cui il bambino fa i capricci e non ha intenzione di obbedire, conti fino a 10 e ritrovi la sua calma e lucidità che le consentirà di rimanere ferma, autorevole, ma evitando le "sculacciate" che possono suggestionare i nonni e indurli a prendere le distanze da lei. In queste cirocostanze di capricci, provi a ricordare ai suoi genitori cosa accadeva quando anche loro erano chiamati ad intervenire. Rievocare queste situazioni potrà servire per ristabilire l'alleanza tra di voi. Le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come affidarsi ad uno psicologo se odio parlare dei miei problemi?
Apri domandaBuonasera Sophia, comprendo la sua difficoltà, ma credo che le possa essere utile modificare la sua prospettiva riguardo ad un eventuale seduta di psicoterpia. Mi spiego meglio: identificare l'incontro con uno spicologo con una situazione in cui si debba necessariamente ed esclusivamente parlare dei suoi "problemi", immagino e comprendo, che non sia affatto una circostanza piacevole o che si può affrontare con tranquillità. Le può essere, invece, più utile pensare che parlare con uno psicologo può significare per lei sentirsi accolta e compresa, anche se non riesce a dire ciò che vorrebbe. Vedrà che il sentirsi accolta e compresa, la aiuterà piano piano a fidarsi dello psicologo e riuscirà ad esporre sia le sue difficoltà che i suoi pregi, le cose che funzionano in lei. Le consiglio di scegliere uno psicologo che le ispiri fiducia istintivamente e verso cui senta di poter affidare Sophia. In bocca al lupo. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Connessione cervello-bocca
Apri domandaBuongiorno Valentina, per poter attribuire questo sintomo ad una condizione di "stress", è necessario escludere altre cause di natura neurologica, come ad esempio interferenze tra i diversi centri nervosi deputati al coordinamento tra "cervello-bocca". Pertanto, le consiglio di spiegare la sua situazione al suo medico di base, in modo che possa valutare se e quali accertamenti siano necessari. Qualora sia esclusa una qualsiasi causa neurologica, allora potrà essere ritenuta una manifestazione di tensione psicologica che dovrà essere opportunamente valutata da uno psicoteraputa in modo da stabilirne le cause e le strategie di gestione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Cosa fare se un ragazzo rifiuta la scuola?
Apri domandaBuongiorno Lisa, comprendo e condivido la sua frustrazione, e credo che per affrontare efficacemente la situazione sia utile procedere in questo modo: 1) poichè suo figlio "esclude fermamente" lo psicologo, è sconsigliato inisitere su questo punto, poichè in genere, gli adolescenti, tendono a percepire un percorso psicoterapeutico consigliato da genitori e/o insegnanti, una sorta di intervento normativo a cui non vogliono addursi, coerentemente con l'inclinazione alla ribellione tipica dell'adolescenza. Pertanto, può valutare la possibilità di richiedere una consulenza psicologica individuale per lei stessa, finalizzata a comprendere in che modo approcciarsi a suo figlio. 2) Coinvolgere il padre di suo figlio, proponendogli di confrontarsi con lui sull'argomento. Consideri, infatti, che per un adolescente di genere maschile, il rapporto con il proprio padre è essenziale, poichè a partire da quello si costruisce il meccanismo di identificazione con la dimensione maschile, una parte fondamentale dell'identità di Sè. 3) proporre a suo figlio e al suo ex marito, una terapia famigliare che vi aiuti a comprendere in che modo supportare vostro figlio e che, quindi, renda più efficace la vostra alleanza genitoriale. Un caro saluto a lei e a suo figlio. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Comportamento della mia bambina di 4 anni
Apri domandaBuongiorno Maria, La sua descrizione di Mariapia è stata molto accurata e precisa, denota come lei sia una madre attenta e sensibile. Detto ciò, concordo con lei circa il dubitare sui comportamenti della bambina e, in questi casi, per fugare il dubbio, la prima cosa da fare è esporre la situazione al pediatra di base. È importante che sia il pediatra che conosce bene la sua bambina, che ha svolto l'anamnesi completa e che quindi possa discriminare i comportamenti di Mariapia. Il pediatra, poi, formulera' la sua ipotesi circa il comportamento di sua figlia e le suggerirà se e quali accertamenti diagnostici siano necessari. Un caro saluto a lei e a sua figlia. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Tra di noi le cose non vanno bene, come spiegare la situazione a mia figlia?
Apri domandaBuongiorno Antonietta, poichè la sua bambina è "molto sensibile ed intelligente", immagino, ponendomi dal punto di vista della piccola, che desideri una comunicazione chiara e precisa su ciò che sta accadendo, da entrambi i genitori. Ossia, il primo consiglio che mi sento di darle e di darvi è, innanzitutto, concordare una linea di confronto con il papà e decidere insieme cosa dire alla bambina. Una volta deciso questo, potrete esplicitare alla bambina le vostre decisioni di coppia e familiari. A tale proposito, credo che possa esservi utile, in primis, prendere una decisione circa il vostro rapporto di coppia, quindi capire insieme quale sia la strada migliore per voi. Consideri, infatti, che se voi genitori non vi sentite sicuri in un verso o nell'altro (insieme o separati), circa la vostra relazione, sarà difficile che possiate rassicurare la bambina. I bambini, per ritrovare la loro serenità ed adattarsi alle diverse circostanze di vita, hanno bisogno di informazioni chiare e definite su quanto accade intorno a loro, sia nel caso in cui i genitori stiano insieme, sia nel caso in cui decidano di allontanarsi/separarsi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Sono sessodipendente?
Apri domandaBuongiorno Massimiliano, Da ciò che scrive, mi pare di capire che il suo comportamento non si possa configurare come "dipendenza sessuale"/ipersessualita'. Consideri, infatti, che per formulare questa diagnosi, si dovrebbe osservare una compromissione della sua vita in generale, ossia il desiderio di fare sesso dovrebbe impedirle di svolgere le sue attività quotidiane (lavoro ecc.) ed inoltre, dovrebbe manifestarsi la difficoltà a controllarsi che induce i soggetti sesso-dipendenti a cercare partner in modo continuo ed indiscriminato. Perciò, da ciò che narra, non mi sembra che questo sia il suo caso. Piuttosto posso ipotizzare che questo suo desiderio sia innescato dal meccanismo di rifiuto e distanziamento della sua compagna. Quindi, si può configurare come una richiesta di contatto/affetto frustrata che, per questo, viene reiterata. Inoltre, bisognerebbe capire da quanto tempo la sua compagna ha "un forte calo del desiderio", cosa significa in concreto per la vostra vita sessuale soprattutto in considerazione del fatto che ha un "disturbo borderline", psicopatologia molto articolata che può mettere a dura prova la relazione con il partner, proprio perché è intrinsecamente instabile e oscillante tra una posizione di vicinanza e distanza emotiva. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Decisione difficile: trasferirsi lontano dalla famiglia per stare con marito o no?
Apri domandaBuonasera F., Da ciò che scrive, mi pare di capire che il nucleo del problema sia la sua difficoltà ad allontanarsi dalla sua famiglia d'origine (genitori e sorella). Condizione emotiva che non concede spazio alla creazione della nuova famiglia con suo marito e sua figlia. Quindi, prima di prendere qualsiasi tipo di decisione è importante interrogarsi sui seguenti punti: 1) cosa la lega a suo marito? 2) che tipo di rapporto avete stabilito in questi anni? 3) che funzione svolge il vostro matrimonio nelle vostre reciproche vite? 4) come si immagina un eventuale allontanamento da lui e quindi la possibilità di diventare una mamma single? 5) come si immagina la vita di sua figlia lontana dal padre? Quando avrà fatto chiarezza su questi punti, sarà più consapevole nelle sue decisioni. Nel frattempo, può provare a crearsi (covid permettendo), dei contatti amicali nella città in cui si trova ora, in modo da sentirsi meno sola. Anche perché la situazione di solitudine che percepisce ora, innesca il pensiero dei suoi genitori e della sua famiglia d'origine, che si configurano quasi come una sorta di evasione da suo marito e dalla città in cui vivete ora. Può provare, inoltre, a chiedere a suo marito di condividere maggiormente gli spazi e gli ambienti della città in cui vi trovate. In questo modo, se lo vorrà, potrà trovare in suo marito un alleato. Crede che sia possibile costruire/ricostruire un alleanza con suo marito e investire nella vostra famiglia? La risposta a questa domanda potrà orientarla nelle sue decisioni. Qualora ciò non dovesse esserle sufficiente, le consiglio di richiedere una consulenza psicologica individuale che possa aiutarla a prendere la decisione più giusta per lei. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Presentare la nuova compagna al bimbo
Apri domandaBuonasera Francesco, Leggendo il suo racconto ho, da subito, percepito la sua inclinazione a muoversi cercando di considerare e rispettare le esigenze di tutti. Aspetto che denota la sua sensibilità, prerogativa essenziale per agire al meglio in situazioni come quella in cui si trova lei. Detto ciò, concordo con lei, quando menziona la necessità di presentare la sua nuova compagna alla sua ex. Questo si configura, infatti, come il primo step affinché suo figlio accetti con serenità la sua compagna. Consideri che se la sua ex non accetta la sua compagna, questo potrebbe influire negativamente sulla percezione che il bambino ha del papà e della sua nuova compagna. Pertanto, le consiglio di confrontarsi, in prims, con la sua ex, in modo da concordare con lei una linea d'azione condivisa. Condizione quest'ultima, comunque indispensabile affinché lei e la sua ex possiate esercitare serenamente la vostra funzione genitoriale, al di là della contingenza specifica qui descritta. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ho perso mia madre per colpa di un tumore
Apri domandaBuongiorno Floriana, ciò che ha descritto, rientra nelle reazioni comprensibili ad una condizione di lutto come quella che sta vivendo lei. E soprattutto, ci tengo a sottolineare, che in particolare nelle prime fasi dell'elaborazione del lutto, percepirsi come una "bambina abbandonata a se stessa" è del tutto normale. La mancanza di una figura di riferimento così importante come la madre attiva il sistema di attaccamento, inducendo in noi la sensazione di essere "bambini". Quindi è importante, in primis, prendersi cura di questo "bambino" abbandonato che è presente in tutti noi, seppur in forme e misure diverse. In che modo lei si prende cura di Floriana nei momenti di stress o paura, più in generale? Come gestisce il dolore emotivo più in generale? Ha un modello di autorassicurazione a cui riferirsi? C'è qualcuno della sua famiglia a cui può chiedere sostegno o, generalmente, tende a rifersi a se stessa, evitando di chiedere supporto emotivo agli altri? Le info che ha riportato qui, non sono sufficienti ad orientarla in modo personalizzato e specifico sul percorso di elaborazione del lutto che, pur manifestandosi in fasi universali per tutti noi, è un cammino che varia da persona a persona, e dipende da moltissimi fattori (es. risorse personali, stile di vita, relazioni affettive di supporto, età anagrafica ecc.). Qualora il suo malessere dovesse persistere, le consiglio di richiedere una consulenza psicologica individuale finalizzata a prendersi cura della Floriana/bambina e ad attivare le sue risorse funzionali a ricollocare l'immagine di sua medre in un luogo del suo cuore all'interno del quale diventerà un modello di riferimento per la sua vita, quindi uno stimolo positivo per l'evoluzione di Floriana. Nel contesto della consulenza psicologica intuirà, inoltre, in che modo ne "verrà fuori" . Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Vivo la vita con monotonia. Ho bisogno di aiuto?
Apri domandaBuonasera Fede, credo che possa esserle utile chiedere un consulto psicologico soprattutto nel caso in cui questa percezione di sè e della sua vita perduri da molto tempo. Una consulenza psicologica può, infatti, aiutarla ad attribuire un significato ed un successivo piano d'azione per risolvere questa situazione, a cui mi sembra che lei ora non trovi spiegazione, condizione che, di per sè, acuisce il malessere. Dalla concisione del suo scritto, intuisco la sua difficoltà nel parlare di sè, quindi credo sia apprezzabile questo primo tentativo di aprirsi a sè, fatto utilizzando questo sito. Perciò, se è interessato/interessata (dalla sua firma non riesco a capire se a Fede corrisponda un uomo o una donna) a conoscersi meglio, le consiglio di ricercare uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia e con cui senta di poter condividere una narrazione più ampia di Fede. In bocca al lupo. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come risolvere i problemi di insonnia?
Apri domandaBuongiorno Antonella, da quanto scrive mi sembra di capire che fin'ora lei si sia attenuta ad una regola imposta dai suoi familiari (marito e suocera) che la "obbliga" a reprimere il dolore e il disagio in generale ("mi ha obbligata a non piangere" e "se ho delle discussioni con mio marito lei non vuole"). Quindi, la prima domanda che è necessario lei si ponga è questa: come mai Antonella ha acconsentito a rinunciare di esprimere i suoi stati d'animo? E come mai, scondo lei, ora questo schema è diventato per lei intollerabile tanto da manifestarsi con il sintomo dell'insonnia? Come mai ha accettato la proposta organizzativa di sua suocera circa le modalità di gestione dei pasti? Quanto si sente libera casa sua e con suo marito? Consideri che una consulenza psicologica individuale può aiutarla risolvere la sua situazione nella misura in cui lei si senta libera di esprimere ciò che sente, condizione che mi sembra ora le sia vietata e per questo è comprensibilmente "stanca". Al contrario, se la consuelnza psicologica viene intesa come un modo per mettere a tacere i familiari che gliela consigliano, difficilmente otterrà i risultati sperati. Perciò il consiglio che mi sento di darle è concedersi un temo per decidere questo: desidero avvicinarmi ad Antonella e renderla libera oppure desidero solo "tranquillizzarmi" e seguire le regole indicate dai miei familiari? In ogni caso in bocca al lupo! Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Problemi con figlio di 11 anni: tiene la mano nei pantaloni
Apri domandaBuonasera Marco, Concordo con lei quando scrive che "il problema deve essere affrontato al più presto" poiché un intervento precoce ha una maggiore probabilità di riuscita, dal momento che il cervello in età evolutiva è più plastico e quindi ricettivo. Detto ciò, penso che sia utile muoversi in questo modo: 1) richiedere una valutazione psicodiagnostica per suo figlio in modo che si comprenda come mai non riesca a controllare questi impulsi. 2) richiedere una consulenza familiare presso uno psicoterapeuta privato o presso il consultorio di zona. È importante, infatti, che entrambi i genitori siano vicini al bambino e lo supportino nella scelta dei comportamenti più adeguati da tenere. Lei ha scritto che la madre " tende ad essere poco coinvolta", ma per fare in modo che un bambino acquisisca una condizione di equilibrio psicofisico, sono indispensabili entrambi i genitori. Pertanto, se la mamma non è disponibile ad avvicinarci al figlio emotivamente, è essenziale che lei Marco si faccia supportare da uno psicoterapeuta che la aiuti a capire in che modo attivarla e creare un'alleanza genitoriale funzionale ad accompagnare vostro figlio nel percorso della sua crescita. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come posso aiutare mia figlia che ha 13 anni?
Apri domandaBuonasera Nely, Comprendo e condivido la sua urgenza nell'intervenire in favore di sua figlia poiché sembra molto disorientata su tematiche importanti e fondanti per l'evoluzione della sua personalità. E soprattutto in considerazione dell'ideazione suicidaria esplicitata ("mi parla sempre del suicidio"), che si configura come la manifestazione di un più grave disagio da approfondire e tenere in debita considerazione. Detto ciò, credo che vi possa essere utile muoversi come segue: 1) richiedere una consulenza individuale per sua figlia presso il consultorio di zona o un privato. 2) qualora sua figlia sia restia a svolgere le sedute di consulenza psicologica, le consiglio di richiederle per lei stessa, in modo da capire con un esperto quale sia la modalità più adeguata per aiutare sua figlia. 3) coinvolgere anche il papà, in modo che sua figlia percepisca una maggiore unione, e quindi forza della sua famiglia. Detto questo, non saprei indirizzarla oltre, poiché non ho elementi sufficienti relativi alla vostra storia personale che mi possano indurre ad approfondire meglio la sua richiesta. Ad ogni modo, in bocca al lupo a lei e a sua figlia. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Infedele cronica
Apri domandaBuongiorno Dalia, Poiché lei si definisce una "infedele cronica", quindi il suo comportamento la accompagna da molto tempo ormai nella sua vita, configurandosi come uno stile relazionale, le può essere utile chiedersi come mai oggi questa immagine di Dalia risulti più intollerabile per lei? Cosa sta accadendo nella sua vita in generale oggi? Come sta? E in che misura potrebbe aiutarla affrontare questo disagio? Ossia, che tipo di vita si aspetta qualora cessi di essere "infedele cronica"? Detto ciò, credo che per comprendere come mai lei necessiti di "attenzioni" continue, sia necessario approfondire meglio la sua storia per capire che funzione abbia svolto fin'ora questo comportamento e perché ora lei voglia sospenderlo. Che tipo di persona si immagina sarebbe Dalia se, per ipotesi, potesse eliminare definitivamente questo comportamento? Una consulenza psicologica individuale può aiutarla ad affrontare questi aspetti efficacemente. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ansia e paure di nostra figlia
Apri domandaBuongiorno Nicola, Da ciò che narra, percepisco il suo autentico desiderio di supportare sua figlia e soprattutto la sua apprezzabile disposizione a mettersi in discussione ("Siamo e siamo stati troppo protettivi, forse"). E mi dispiace apprendere che, nel corso di un precedente percorso terapeutico, tutto ciò possa essere stato frainteso ("il terapeuta non trovò di meglio che scatenarla contro padre e madre"). Quindi, il mio consiglio è, in primis, rivolgersi ad uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia e con cui senta di poter condividere la sua attuale difficoltà nello svolgimento della funzione genitoriale in favore di sua figlia. Pertanto, se anche sua moglie è propensa, può esservi utile richiedere una consulenza di coppia che vi aiuti ad orientare al meglio la vostra funzione genitoriale. Se ciò avrà un buon esito, vedrà che anche sua figlia potrà prendere in considerazione l'idea di riprendere una psicoterapia individuale con un terapeuta a sua scelta. Ad ogni modo, auguro in bocca al lupo a tutti voi e spero che possiate trovare la soluzione migliore per voi. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Madre malata, tanta rabbia e stress
Apri domandaBuonasera Elettra, Leggendo il suo racconto ho percepito da subito la sua condizione di solitudine e anche disorientamento nei confronti di una madre che non riconosce ("non è più lei perché la malattia l'ha resa diversa"). Questo ultimo aspetto, rende più intollerabile la malattia, perché ci allontana ancora di più dai nostri cari. Perciò, ciò che le consiglio di fare nell'immediato per gestire lo stress, è provare a guardare sua madre oggi pensando però a com'era prima, a tutto ciò che la lega a lei, al di là della malattia attuale che non potrà mai cancellare il vostro legame. Non avendo altre info su di lei, non saprei in che modo orientare ulteriormente la sua richiesta, fermo restando che, se la situazione di stress a cui è sottoposta dovesse aumentare, è consigliabile che si rivolga ad uno psicoterapeuta per un sostegno, anche on line. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Depressione/attacchi di panico di mio padre, come aiutarlo?
Apri domandaBuongiorno Carolina, Per potersi pronunciare sulla condizione di suo padre ("grave" oppure no) è necessario, innanzitutto, sapere se la depressione di cui soffre è stata diagnosticata da un medico psichiatra e/o da uno psicoterapeuta, se assume psicofarmaci per curarla, se si sottopone a visite di controllo, quanti anni ha. Consideri, infatti, che il termine depressione è molto articolato, nel senso che può racchiudere un'ampia varietà di situazioni psicologiche a cui si deve porre un'attenzione adeguata e costante. Pertanto, il modo migliore per aiutare suo padre è assicurarsi che sia preso in carico da un professionista e che segua il programma terapeutico concordato. Nel contesto di questo programma terapeutico è previsto anche il sostegno ai familiari dei pazienti depressi che, come è comprensibile che sia, necessitano di informazioni e indicazioni per la gestione dei congiunti depressi. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Interruzione di psicofarmaci
Apri domandaBuonasera Sophia, da ciò che narra, mi pare di capire che lei sia in difficoltà nel prendersi cura di Sophia in modo costante ("non facevo una cura assidua" e "ho fatto di rado psicoterapia ma mai un percorso continuo"), quindi la prima cosa da fare per gestire la sua sensazione di "confusione" che la "destabilizza del tutto" è porsi questa domanda: oggi io desidero occuparmi di Sophia in modo costante e continuativo affidandomi ad uno psichiatra che possa seguire l'area farmacologica (valutare se prescriverli nuovamente o no) e ad uno psicoterapeuta che mi aiuti a comprendere i motivi sottesi al mio maessere in modo da gestirlo autonomamente? Infatti, la modalità di gestione degli psicofarmaci e dei sintomi che ha descritto, mi induce ad ipotizzare una sua difficoltà ad affrontare in modo radicale e definitivo il suo malessere, una sorta di ambivalenza nei confronti della sua "ansia" che di per sè acuisce i sintomi stessi, poichè sono stati trattati in modo discontinuo. Questa discontinuità induce instabilità e quindi "angoscia". Non avendo altre info su di lei (età anagrafica, stile di vita, occupazione lavorativa ecc) è difficile spingermi oltre nell'analisi della sua domanda. Ad ogni modo, le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Tradimento e omosessualità
Apri domandaBuongiorno Marco, la prima cosa che può fare per aiutare sua moglie a superare quanto accaduto è iniziare a considerare la situazione un problema comune, che riguarda la coppia, non un'esclusiva difficoltà di sua moglie ("lei vuole conoscere le ragioni"), da cui lei Marco, mi sembra prenda le distanze ("sto decisiamente bene"). Mi spiego meglio: considerando che i suoi incontri con altri uomini si configurano come un tradimento e c'è la connotazione omossessuale reiterata ("uso compulsivo"), è del tutto comprensibile che sua moglie oggi desideri conoscere l'entità di questa sua inclinazione che, pur essendo parte del passato, non può essere sminuita nella sua portata in riferimento al patto di fiducia che contraddistingue ogni coppia. Nel senso che, anche se oggi lei "sta desisamente bene", comprensibilmente, sua moglie è disorientata da questa dissociazione ("demone" vs "angelo"), di cui va opportunamente indagata la dinamica soprattutto in riferimento al fatto che sembra avere un aspetto automatico ("mente annebbiata"), quindi appare esclusa in parte dal suo controllo razionale. Mentre, se desidera avere il controllo su di essa e condividere la sua vita con sua moglie, è essenziale che conosca i meccanismi che hanno attivato la ricerca di altri uomini da cui ha comunque ricavato un "piacere orgasmico", ricerca che potrebbe ricomparire, magari in altre forme. Quindi, può esservi utile richiedere una consulenza di coppia finalizzata ad elaborare il tradimento e stabilire un nuovo patto di fiducia in cui lei Marco rassicura sua moglie dimostrando di conoscere i motivi che l'hanno indotto in passato a tradire, prerogativa essenziale per giungere ad una piena gestione degli stessi, in modo da evitare che non si ripetano. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Amica di un narcisista o preda da conquistare?
Apri domandaBuongiorno Giulia, da ciò che narra, credo che sia utile per lei porsi alcuni quesiti essenziali: 1) in che modo ha concluso che il suo collega sia narcisista? Ossia, è una sua ipotesi o è una condizione accertata da esperti? Mi spiego meglio: il narcisismo è un disturbo di personalità molto complesso e pervasivo, e per formulare una tale diagnosi è necessario sottoporsi a visite specialistiche. Come lei immaginerà, non è assolutamente sufficiente confrontare la persona in questione con i criteri diagnostici che si trovano su internet per concludere che sia affetto da narcisismo. E' plausibile che abbia dei tratti narcisistici, ma quelli può averli ognuno di noi, senza che ciò si configuri in un disturbo di personalità. Perciò, il mio primo consiglio è sospendere il giudizio sull'assetto di personalità del suo collega, perchè potrebbe essere fuorviante. 2) Spostare il focus dell'attenzione su Giulia. Ossia chiedersi come mai oggi Giulia, essendo già "impeganta" in un'altra relazione, nutra questo interesse verso il suo collega? Cosa manca nella sua relazione che il suo collega potrebbe colmare, secondo lei? Come sta nella sua vita, più in generale, al di là della questione qui descritta? E' soddisfatta della sua vita? Le auguro in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Necessità di una diagnosi per la sindrome di Asperger?
Apri domandaBuonasera Susanna, Comprendo e condivido la sua necessità di ricevere una diagnosi che si configura, infatti, come un primo step terapeutico perché può restituire una visione più chiara della situazione alla persona. Detto ciò, l'iter da seguire per formulare una diagnosi di Asperger è il seguente: 1) sottoporsi ad una visita con uno psicoterapeuta esperto in questo disturbo che possa visitarla di persona e, contestualmente, la sottoponga a test psicologici specifici 2) sottoporsi ad una visita con un medico psichiatra che possa condurre ulteriori accertamenti diagnostici. Qualora la diagnosi fosse confermata, si concorda col paziente un programma terapeutico. Nello specifico, ad esempio, dopo aver seguito questo iter che le ho descritto, io seguo i miei pazienti con diagnosi di Asperger con una terapia individuale settimanale, a cui associo 1 seduta mensile di parent training (terapia con i genitori del paziente) per aiutare i genitori ad accettare e quindi gestire al meglio il proprio figlio con disturbo di Asperger. Se necessita di ulteriori info, può contattarmi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Togliere la pelle delle labbra
Apri domandaBuonasera Anna, Da ciò che narra, il comportamento che ha descritto si configura come un atto autolesionistico, una sorta di punizione nei confronti di Anna. Una punizione di cui lei conserva una traccia tangibile ("un foglio con il mio sangue"). Come mai, secondo lei, è necessario punire Anna? Di cosa o verso chi si sente colpevole? Una volta compresi questi aspetti, sarà possibile capire come mai ciò avvenga e da lì pianificare una strategia. Considerando che trae un "senso di calma" dal ferirsi, quindi è un atto autoterapeutico, è necessario conprenderne le motivazioni profonde per fare in modo che Anna possa rinunciare ad un comportamento che, di fatto, ha un esito positivo (cioè la "calma"). Detto ciò, comprende bene che la dinamica del suo comportamento è molto articolata. Perciò, se desidera risolvere la sua situazione, è necessario che si rivolga ad uno psicoterapeuta che la aiuti a fare maggiore chiarezza dentro di sé. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Misofobia, ho paura di entrare in contatto con la saliva degli altri
Apri domandaBuonasera Liliana, Comprendo il suo malessere generato dai "rituali estenuanti" che ha descritto. Se desidera risolvere la sua situazione, le può essere utile richiedere una consulenza psicologica individuale, non necessariamente cognitivo-comportamentale. Una delle maggiori garanzie di riuscita di un percorso psicoterapeutico, è infatti, la motivazione della persona a risolvere il problema che riferisce, al di là dell'orientamento terapeutico scelto. In un contesto di psicoterapia individuale potrà analizzare le cause che hanno generato il disturbo, le quali possono essere: educazione rigida sulle norme igieniche, che si può inquadrare, in generale, in uno stile di accudimento ansioso/controllante esercitato dai suoi genitori allo scopo di proteggerla. Questo stato di allarme, può aver generato, negli anni, lo stile ossessivo che ha descritto qui. Questo è un quadro eziologico molto generale, poi, come lei immaginera', è necessario approfondire ad personam l'anamnesi per potere ricostruire gli eventi causali determinanti. Non avendo altre info a disposizione (età anagrafica, stile di vita ecc), non mi è possibile spingermi oltre nell'analisi della sua domanda. Ad ogni modo, le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Genitori oppressivi: come gestire il tutto?
Apri domandaBuonasera Anna, Da quanto narra, il controllo decisionale dei suoi, in primis di sua madre, è un meccanismo che ha contraddistinto da sempre la sua vita. Quindi, un sistema di vita per lei che si fonde anche con la sua identità professionale ("azienda di famiglia"). Perciò, per potersi riappriopriare della sua vita, temo che non sia sufficiente allontanarsi fisicamente dai suoi. Poiché il sistema di controllo è parte della sua identità, quindi è necessario comprendere come mai lei fin'ora abbia concesso ai suoi questo potere e, di contro, come mai oggi ne voglia prendere le distanze. Perciò, le può essere utile intraprendere un percorso di psicoterapia individuale che la aiuti a trovare la giusta distanza dai suoi genitori, sottolineando i loro meriti relativi all'azienda che hanno costruito, a cui immagino lei sia riconoscente. E al contempo negoziare un nuovo ruolo di figlia adulta, ossia in grado di costruire la sua strada autonomamente. Un primo step verso la posizione adulta è proprio canalizzare la rabbia che sembra trasparire dal suo scritto, e usarla in favore di un nuovo patto con i suoi genitori. Questa rinegoziazione inizia, in primis, dentro di lei, riguarda il suo modo di percepirsi donna, figlia, fidanzata ecc. Ad ogni modo, le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Fantasie sessuali e confusione
Apri domandaBuonasera Daniele, Leggendo il suo scritto mi ha colpito molto la frase che lei ha posto in secondo piano, nelle parentesi : "credere che il suicidio possa essere una via di fuga". Questo pensiero, dal mio punto di vista, merita un'attenta ed accurata analisi che ha priorità assoluta e precede, quindi, quelli relativi alle fantasie sessuali. Denota, infatti, un malessere più profondo, probabilmente attivato dalle fantasie sessuali. Pertanto, il mio consiglio è quello di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che possa aiutarla a prendere contatto con l'ideazione suicidaria qui descritta e affrontarla. Prerogativa essenziale e necessaria per affrontare altri eventuali malesseri, come ad esempio le fantasie sessuali che ha narrato. Le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Paura, Ansia, Stress, Panico, sono a pezzi.
Apri domandaBuongiorno Alfonso, Leggendo il suo scritto, ho notato una contraddizione che, a mio parere, è di primaria importanza: mostra sfiducia nei confronti degli psicologi ("sono stato da una psicologa, ma non mi è stata d'aiuto, penso che sia solo una spesa di soldi inutile"), ma si rivolge a questo sito a cui hanno accesso solo psicologi chiedendo un parere. Questa posizione ambivalente nei confronti degli psicologi, mi fa ipotizzare che lei abbia, in generale, difficoltà ad affidarsi, circostanza che compromette qualsiasi eventuale indicazione/consiglio che possa provenire da psicologi o altre figure. Consideri, infatti, che la difficoltà ad affidarsi acuisce i sintomi d'ansia in generale, poiché la persona si sente sola, incompresa, condannata a portare il peso della sua sofferenza da sola. Pertanto, le consiglio, se desidera stare meglio, di ricercare uno psicoterapeuta che ispiri fiducia, a cui senta di potersi affidare. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
È sbagliata la strada intrapresa?
Apri domandaBuongiorno Giorgia, da quanto marra, mi pare di capire che uno dei nuclei attorno a cui si organizza il suo attuale malessere sia la sua inclinazione a dubitare ("i miei dubbi"), quindi a mettere in discussione ciò che fa nella sua vita, più in generale. Come mai accade ciò secondo lei? é un tratto che ha caratterizzato da sempre la sua vita o è emerso in concomitanza con l'ingresso all'Università? Negli altri ambiti della sua vita, il processo decisionale è agevole o risente, allo stesso modo, dei meccansimi ossessivi qui descritti? ("Non sono sicura che questa sia la strada"). Se fosse in consulenza da me, la aiuterei a comprendere come mai Giorgia ha scelto Medicina e come si immagina la sua futura eventuale attività professionale. Al contrario, nel caso in cui non dovesse laurearsi, chi, in particolare potrebbe risentire della cosa? A chi o cosa dedicherebbe eventualmente il conseguimento della sua laurea? Che peso ha nella sua vita la realizzazione professionale? Quindi, prima di agire in qualsiasi senso ("un segno di dover cambiare"), le consiglio di prendersi del tempo per valutare la sua condizione emotiva più in generale, facendosi supportare da uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia e che la aiuti a trovare dentro di sè cosa desidera realmente per stare bene nella sua vita ("la sua strada"), acquisizione che le consente di uscire dalla posizione conflittuale in cui si trova ora ("punto morto"). Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)...
ADHD o stress?
Apri domandaBuongiorno Marina, da ciò che narra, mi pare di capire che il suo compagno presenti una sintomatologia ansiosa significativa che può generare episodi dissociativi, come giustamente ha intuito lei riferendo l'ipotesi relativa al "distaccarsi" della nostra mente, qualora sia sottoposta a stress psicofisico. Questo quadro sintomatologico mi sembra del tutto coerente con lo stile d'attaccamento sperimentato nel suo nucleo familiare ("genitori estremamente violenti verbalmente ed anche fisicamente"), che mi fa ipotizzare nuclei di disorganizzazione emotiva creati proprio dalla relazione "violenta" con i suoi genitori. Se così fosse, è assolutamente plausibile che il suo compagno abbia difficoltà a mantenere il contatto con alcuni aspetti della realtà e ciò possa essere confuso con un disturbo Adhd, che richiede, peraltro, una diagnosi specifica formulata da figure professionali specificamente formate in questo (neuropsichiatri, psicoterapeuti ecc.). Pertanto, il mio primo consiglio è appurare con certezza il quadro diagnostico del suo compagno, perchè se non si conosce a fondo l'organizzazione di personalità della persona in questione, qualsiasi tipo di intervento/supporto può essere inutile poichè non efficamente direzionato verso le esigenze reali della persona. Vi auguro, in ogni caso, di risolvere la vostra situazione. Un caro saluto a lei e al suo compagno. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Informazioni sul primo consulto con uno psicologo
Apri domandaBuongiorno Giulia, da quanto narra, mi pare di capire che uno degli ostacoli maggiori nell'intraprendere un percorso di psicoterapia è la sua difficoltà a cedere/modulare il controllo in una relazione con l'altro, difficoltà che si estrinseca nella frase: "non sono completamente certa di sapere come funzioni effettivamente la pratica". A partire da questa considerazione, può esserle utile, prima di un'eventuale consulenza psicologica, chiedersi chi sia, secondo lei, uno psicologo e in che modo possa aiutare le persone, quesito essenziale soprattutto in relazione al fatto che è lei stessa laureata in Psicologia. Quindi, è opportuno inizialmente chiedersi come mai Giulia abbia scelto questo percorso professionale e come mai oggi nutra dei dubbi nei confronti di esso, dubbi che mi sembra lei ora proietti su un'eventuale consulenza psicologica, mettendone in discussione l'utilità. Per quanto riguarda poi, l'aspetto pratico/economico, come lei già saprà, questo tipo di ostacolo può essere agevolmente superato rivolgendosi al servizio pubblico, contesto che però potrà risolvere solo parzialmente il suo dubbio che, riguarda la figura dello psicologo in generale, sia esso inserito in un contesto pubblico o privato. Le auguro, in ogni caso, di riuscire a risolvere la sua situazione e trovare la sua strada personale e professionale. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Coppia: forse arrivato al capolinea?
Apri domandaBuongiorno Olset, concordo con lei quando scrive di sentirsi "arrabbiato" nel momento in cui sua moglie "banalizza" il discorso relativo al sesso, reazione che si configura come un rifiuto dell'area del piacere da parte di sua moglie e anche del suo ruolo coniugale che, sembra essere stato messo in secondo piano dal suo ruolo di madre. Questo meccanismo è comune a molte donne che proiettano sul ruolo di madre un senso di responsabilità persistente, forte ed esclusivo, da cui può essere estromesso chiunque, anche il marito. Detto ciò, il primo consiglio che mi sento di darle è rivolgersi ad uno psicoterapeuta per richiedere una consulenza individuale che la aiuti a gestire la sua "rabbia", emozione assolutamente congruente con il rifiuto di sua moglie e che richiede un'attenta elaborazione al fine di evitare che possa compromettere la relazione con sua moglie e con suo figlio. Inoltre, come si sente lei nel ruolo di padre? Condivide con sua moglie la funzione genitoriale, nel senso che concordate insieme un progetto educativo su vostro figlio? Nel contesto della consulenza individuale, potrà, inoltre, comprendere in che modo approcciarsi a sua moglie e a suo figlio, valutando insieme al terapeuta eventuali strategie di confronto/contatto con sua moglie. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come comportarsi con nostro figlio?
Apri domandaBuonasera Immacolata, il consiglio che posso darvi è provare a parlare con vostro figlio cercando di capire, in generale, evitando domande troppo dirette, chi sia questa ragazza e come mai abbia bisogno di soldi. Quindi concentrare l'indagine sul come mai ciò accada (problemi economici, di salute di lei? è un prestito che lei restituirà?), sospendendo il giudizio su di lei, altrimenti vostro figlio, percependo i vostri sospetti nei confronti di lei ("l'unica colpevole poteva essere solo lei"), potrebbe reagire ergendo una barriera protettiva verso la fidanzata. Come mai vostro figlio ha concesso questi soldi a lei secondo voi? Come mai la difende? Se ciò è accaduto i reponsabili sono entrambi poichè vostro figlio "la difende". Perciò, la prima cosa da capire è come mai lui abbia questo comportamento protettivo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non riesco a capire se voglio avere un figlio
Apri domandaBuongiorno Eleonora, Da ciò che narra mi pare di capire che lei nutra dei dubbi circa la sua adeguatezza qualora diventi madre. Sensazione che probabilmente sottende un meccanismo di autocritica che spesso rivolge a sé stessa, anche in altri ambiti della sua vita. Detto ciò, le può essere utile sapere che il ruolo di madre, implicando uno sconvolgimento nella vita di ogni donna, si accompagna ad un sentimento di ambivalenza. Cioè ogni donna, come è naturale che sia, può sperimentare momenti di dubbi e paure immaginandosi come madre. Perciò le sue perplessità sono comprensibili. Consideri poi che ogni mamma per poter esercitare davvero bene il suo ruolo, ha bisogno del supporto emotivo e pratico delle figure relazionali di riferimento (marito, nonni, fratelli ecc.). Da questo punto di vista lei mi sembra una futura mamma fortunata perché ha accanto a sé un uomo che "ama e stima". Resta da capire quali siano le sue specifiche paure una volta diventata mamma (ogni mamma le ha). Affrontate quelle vedrà che potrà concedersi questa esperienza di madre, la cui peculiarità sta proprio nel fatto che è un'abilita' dinamica, ossia che si acquisisce pian piano e si modifica in base alle diverse età del bambino. Un consulto psicologico, anche breve, potrebbe esserle utile per superare questa fase di empasse e stare meglio. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione e vivere la meravigliosa esperienza della maternità. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Rabbia repressa o depressione
Apri domandaBuonasera Marco, Leggendo il suo scritto, la prima considerazione che mi sento di fare è relativa al titolo: la depressione non è altro che una forma di rabbia che, essendo repressa, si rivolge contro il sé. Quindi direi che, nel suo caso, le "fantasie violente" potrebbero essere la manifestazione di questa rabbia repressa che, magari, lei, al momento, non trova il modo di esprimere nel quotidiano ("non sono un tipo violento, tutt'altro"). Detto ciò, per poter affrontare e risolvere efficacemente la sua situazione, è consigliabile indagare più a fondo questi aspetti legati alla rabbia. Questo approfondimento diagnostico può essere condotto da uno psicoterapeuta. Perciò le consiglio di contattare uno psicoterapeuta con cui senta di poter condividere le sue "fantasie violente" e che la aiuti a riprendere in mano la sua vita. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ho perso la fiducia in me stesso
Apri domandaBuonasera Luca, innanzitutto mi sento di dirle che un elevato livello di ansia può fuorviare la valutazione che si ha di sè, inducendo a pensare che ci sia qualcosa che non va ("proprio sono stupido"). Infatti, un elevato di livello di attivazione generato dall'ansia impedisce ai processi mentali di fluire in modo funzionale, restituendo alla persona un'immagine di Sè alterata ("tanto faccio schifo"). Pertanto, il consiglio che mi sento di darle è provare ad accogliere e comprendere questa fase di difficoltà facendosi supportare da uno psicotarapeuta che la aiuti a capire come mai Luca ritiene che "non servirà mai a nessuno" o "un fallito", pensieri estremamente autosvalutanti che mi sembra soffochino quel Luca vitale e competente che di fatto esiste, dal momento che ha già superato diversi esami. Questo percorso di conoscenza di Sè è, a mio parere, essenziale per approfondire anche la sua immagine di Luca futuro ingegnere: come si sente in questo ruolo? Come mai ha scelto questo percorso di studi? Che rapporto ha con la dimensione temporale, più in generale, e con il sentirsi in ritardo rispetto a qualcuno o a qualcosa? Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione e di trovare la sua strada personale e professionale. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Marito depresso: come aiutarlo?
Apri domandaBuonasera Arianna, Da quanto scrive, mi sembra di capire che suo marito mostri difficoltà a trovare un equilibrio rispetto alla vostra famiglia ("si è allontanato da noi" Vs "gli manca la famiglia"). Questa posizione ambivalente è comprensibile quando ci si trova ad essere genitori in tempi brevi. Per uscire dal "tunnel", è necessario che suo marito richieda una consulenza psichiatrica/psicologica per sé stesso, a cui va associata una consulenza di coppia in cui sia coinvolta anche lei Arianna. Questa strategia è funzionale a identificare il disagio di suo marito come una difficoltà della coppia nella sua globalità, alla cui risoluzione dovranno contribuire, sebbene con ruoli diversi, entrambi i partner. In questo modo suo marito si sentirà meno solo e sarà possibile avviare un confronto tra voi che vi aiuti a capire come mai olui ora nutra questo sbisogno di allontanarsi ed, eventualmente, come riavvicinarlo. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
emotofobia
Apri domandaBuongiorno Iris, da quanto scrive, oltre ai "dubbi constanti" di matrice ossessiva, suppongo, mi sembra che lei abbia una forte tendenza a colpevolizzarsi ("ho paura di aver già rovinato tutto"), aspetto che sembra innescare la sua paura di perdere l'unica persona che l'ha "salvata". Perciò, le consiglio di esporre nuovamente questa questione alla sua terapeuta e nel caso in cui non si senta compresa o accolta come desidera, farlo presente alla collega. Anche perchè, il fatto che abbia scritto qui, nonostante sia già in terapia, mi fa ipotizzare che lei non sia ancora riuscita a fidarsi completamente della sua psicologa, circostanza coerente con la sua tendenza a dubitare in generale e che le consiglio di risolvere quanto prima, altrimenti può compromettere il suo percorso di guarigione. Le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Bambina di 8 anni nervosa
Apri domandaBuongiorno Ilaria, facendo un'analisi della sequenza temporale degli eventi che ha narrato, credo che una buona parte del disagio mostrato da sua figlia sia attribuibile alla morte della nonna e al fatto che ci sia stato un trasloco: due eventi che possono indurre molto stress nelle persone. E' stato affrontato questo lutto con la bambina, nel senso che in casa ci si è confrontati rispetto alla perdita della nonna, si è liberi nell'esprimere il dolore, la nostalgia in generale? Anche se ciò non avvenisse, può comunque provare ad avvicninarsi a sua figlia, rivolgendole domande generiche (es.: Come stai? come ti senti?) che possano aiutare la bambina ad esternare ciò che prova, poichè, da quanto narra, posso ipotizzare che sua figlia tenda all'introversione ("tic", "telefonino"), inclinazione che può indurre maggiore tensione in un momento di transizione come quello che ha descritto lei. Infine, lei mamma come sta? come ha elaborato il lutto e il trasloco? Le chiedo questo perchè i bambini sono estremamente sensibili e in grado di percepire il disagio degli adulti che li circondano, e spesso possono reagire ad esso mostrando ulteriore tensione se questo malessere non è condiviso. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto a lei e a sua figlia. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Depersonalizzazione?
Apri domandaBuongiorno Claudia, i disurbi di depersonalizzazione e derealizzazione fanno parte di un quadro diagnostico definito in psichiatria Dissociazione, condizione che merita un'attenta ed accurata analisi psichiatrica e psicologica. Dalla mia esperienza clinica questo tipo di disturbi può essere efficamente trattato associando una psicoterapia mirata e un supporto farmacologico adeguato. Quindi, la prima cosa da fare è richiedere una valutazione psichiatrica che le consenta di confermare o escludere questo tipo di quadro che non va in remissione con il tempo, ossia non migliora se non si interviene. Consideri, infatti che, in questo tipo di condizioni i tempi di intervento sono fondamentali per poter evitare che tutto ciò si cronicizzi o esiti in un quadro psicotico di più grave entità. Nel suo caso, considerando la sua giovane età, i margini di miglioramento sono molto elevati poichè il nostro cervello è molto più plastico e ricettivo nella prima età adulta. Perciò, se vuole scongiurare l'idea di "essere pazza" e riprendere in mano la sua vita, le consiglio di rivolgersi, quanto prima, ad uno psichiatra o ad uno psicoterapeuta esperto in questo tipo di disturbi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Vorrei iniziare un terapia, ma non so come.
Apri domandaBuonasera Ilaria, Concordo perfettamente con lei quando dice: "non voglio che in futuro mio figlio abbia problemi nell'avere una madre disturbata". Frase molto profonda e che invita a riflettere su quanto lei sia già consapevole della necessità di prendersi cura della parte bambina di Ilaria ("bullismo" ecc.). Quindi credo che il vero ostacolo nell'intraprendere un percorso di psicoterapia sia la sua parte "problematica" che induce Ilaria a dubitare circa la possibilità di meritarsi (e quindi investire anche economicamente) un accudimento, un ascolto, una cura da parte di un professionista. Perciò le consiglio di ascoltare l'altra parte di Ilaria, quella "che vorrei essere" e affidarsi ad essa nella scelta di uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia. Anche on line, visto che si trova all'estero. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Feticismo e masochismo esclusivi
Apri domandaBuongiorno Giovanni, Le dico subito che, a partire dalla mia esperienza clinica, è possibile risolvere questa sua inibizione. È necessario sottoporsi ad un percorso di psicoterapia individuale che, rispetto all'ipnosi, aggiunge alla consapevolezza dei meccanismi patologici, delle strategie pratiche per uscire fuori dal problema. Quindi, le consiglio di ricercare uno psicoterapeuta esperto in questi disturbi (anche on line) e che le ispiri fiducia. Un terapeuta a cui parlare apertamente e direttamente così come ha fatto qui, scrivendo il messaggio. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Se non c'è niente nella mia vita di cui mi sento soddisfatta, il problema sono io?
Apri domandaBuonasera Antonella, poiché il "sentimento di insoddisfazione" che ha descritto è "profondo", e immagino accompagni la sua vita già da tempo, credo sia necessario provare ad occuparsene per risolverlo. Questo, come lei immaginera', implica la creazione di un contesto terapeutico in cui lei Antonella possa concedersi uno spazio per capire come mai percepisca questa condizione e in che modo "sovvertire le dinamiche", come giustamente ha scritto lei. La "pazienza" per fare questo lavoro potrà avvertirla nel terapeuta che sceglierà e a cui si affiderà. Questo modello di cura è "pazienza" nei confronti di Antonella sarà per lei l'esempio che poi userà per rivolgersi a se stessa. Pertanto, le consiglio di selezionare un terapeuta che le ispiri fiducia ed iniziare un percorso di psicoterapia individuale (anche on line). Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Una grossa bugia e un grosso errore
Apri domandaBuonasera Francesca, Leggendo il suo scritto mi ha colpito il fatto che tutti i protagonisti della vicenda (Francesca, genitori e anche il suo psicologo), abbiano difficoltà ad affrontare la verità, che è poi la realtà. Questo mi sembra un ostacolo significativo nella risoluzione della sua situazione, poiché consideri che il dover trattenere dentro di noi dei segreti è esso stesso motivo di tensione. Pertanto, le consiglio di valutare, in primis, una cosa: come mai non riesco a dire la verità al mio psicologo? Non avendo info sulla vostra relazione terapeutica (es: da quanto tempo è iniziato il percorso) è difficile esprimermi o darle indicazioni in modo più specifico a riguardo. Ad ogni modo, ci tengo a sottolineare che sentirsi liberi di confidare i propri segreti allo psicologo a cui ci si è affidati, è fondamentale per stabilire la fiducia a partire dalla quale impostare un percorso terapeutico. Si fida del suo psicologo? Come mai, secondo lei, Francesca teme di dire la verità alle persone affettivamente significative (genitori e anche psicologo, immagino)? Cosa teme possa accadere alla relazione significativa nel momento in cui si dovesse scoprire la verità, gli errori commessi? Che rapporto ha lei con gli errori? Qualora non dovesse riuscire a "sbloccarsi"con il suo psicologo, le consiglio di esplicitare chiaramente anche a lui queste sue difficoltà. Credo che il collega saprà accogliere questa sua difficoltà. In caso contrario, le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo che le ispiri fiducia e a cui senta di poter confidare tutto ciò che le induce tensione. Le auguro, in ogni caso, di rivolgere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Educazione figli e aiuto psicologico
Apri domandaBuonasera Silvia, Mi sento di rassicurarla fin da subito, dicendole che un percorso di supporto alla genitorialità e/o una terapia familiare, possono risolvere molti problemi familiari e ristabilire l'equilibrio nel sistema famiglia. Quindi, concordo con lei circa l'idea di richiedere un supporto psicologico e le consiglio di coinvolgere, per quanto possibile, anche il padre dei suoi figli, poiché ciò che sente di aver "sbagliato" lei è una difficoltà genitoriale che riguarda entrambe le figure parentali, perciò anche il papà. Non avendo altre info rispetto alla sua situazione, mi è difficile spingermi oltre nell'analisi della sua domanda. Le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Problemi comportamentali
Apri domandaBuongiorno Maria, Poiché ha già intrapreso un percorso psicologico con una collega, le consiglio, in primis, di riferire questo suo disagio ("non sento nessun tipo di aiuto o consiglio") alla psicologa. In questo modo potrà capire meglio come mai accada ciò è, contestualmente, comprendere se il percorso sia quello giusto per le vostre esigenze. Dal mio punto vista teorico e clinico, la situazione da lei descritta può essere affrontata proponendo a lei mamma uno spazio individuale per aiutarla a sintonizzarsi con le esigenze di sua figlia e, successivamente, impostare incontri tra lei, la bambina e il papà, quindi una terapia familiare. Consideri, in ogni caso, che lei si è mossa presto e che qualunque difficoltà stia attraversando la bambina, essendo in una fase evolutiva così precoce, le possibilità di remissione dei sintomi sono molto elevate. Inoltre, ricordi sempre che lei Maria, essendo la mamma, ha un grosso potere positivo sulla bambina, quindi se verrà indirizzata adeguatamente a livello terapico, potrà fare molto per rasserenare sua figlia. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto a lei e a sua figlia. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ansia: devo fare qualche visita da uno psicologo?
Apri domandaBuongiorno Ludovica, per poterla aiutare e sostenere adeguatamente in questa fase della sua vita, è necessario vederla di persona oppure on line per confrontarsi e capire meglio in che modo si sia organizzato il disturbo ansioso che ha descritto. Consideri, infatti, che poter essere accolti e compresi è una sensazione che contribuisce in modo significativo a ridurre l'ansia. A partire da ciò, si può, poi, compredere quale funzione assolvano i sintomi e come affrontarli per gestirli. Se desidera risolvere la sua situazione un colloquio psicologico individuale di persona o online può aiutarla a stare meglio e a riprendere in mano la sua vita. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Relazione tossica
Apri domandaBuongiorno Alessio, da quanto narra, mi pare di capire che l'interruzione di questa relazione abbia innescato dentro di lei meccanismi di autosvalutazione, forse latenti ("inadeguatezza"), che la inducono, probabilmente a porsi domande più ampie su di sè, sulla sua vita. Quindi credo che, osservata da questa prospettiva, la chiusura della relazione, sia l'apertura verso Alessio, verso una conoscenza e comprensione più ampia di Sè. Le consiglio, pertanto, di scegliere uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia con cui intraprendere un percorso psicologico individuale di persona oppure online. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Emofobia o ansia?
Apri domandaBuongiorno Ilaria, da quanto narra, mi pare di capire che i due eventi descritti ("mi sono sottoposta ad un intervento" e "sto vivendo un periodo di forte stress nella mia sfera personale"), possano aver contribuito ad innalzare il suo livello generale di attivazione, generando il disagio lavorativo ("mi impressiono"). Quindi, dal mio punto di vista, affinchè questa resti una fase "momentanea" di difficoltà, è necessario che lei possa comprendere da dove nascano questi "stati d'animo", per poi riscire a controllarli. Una consulenza psicologica individuale in presenza oppure on line può aiutarla in questo scopo, fornendole, in primis, degli strumenti pratici mediante cui gestire, ad esempio, la "sensazione di svenimento", ed in sencondo luogo, lavorando più a fondo sull'origine di tali stati emotivi. Pertanto, le consiglio di ricercare uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia ed affidarsi a lui. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non riesco a gestire la rabbia
Apri domandaBuongiorno A., Comprendo e condivido il suo malessere, anche perché, da come lo narra, sembra che il fulcro del problema nella vostra coppia sia addebitato in primis ad A. A., infatti, è descritto come "buono a niente" e tende a rivolgere l'aggressività verso se stesso ("pugni sul petto"). Ma le può essere utile considerare che la tensione è il disagio espresso dalla sua compagna mediante atteggiamenti provocatori ("mi accusa"), sugerisce che entrambi i partner stiano vivendo un momento di disagio. Invece sembra che A. sia il partner a cui si attribuisce maggiore responsabilità di tutto ciò. Quindi, per affrontare al meglio la situazione, le consiglio di richiedere una consulenza psicologica individuale mediante la quale possa comprendere come mai ora nella vostra coppia il canale di contatto preferenziale sia diventato l'aggressività verbale, e quale disagio relazionale più ampio essa nasconda. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Aumento libido
Apri domandaBuongiorno Manuel, da quanto scrive e dal modo in cui racconta il suo disagio, posso dedurre che lei sia una persona incline all'introspezione e alla riflessione, prerogative essenziali per poter affrontare efficacemente la situazione descritta. Credo, infatti, che le ipotesi avanzate da lei ("abbiamo vissuto problemi esterni, cose molto brutte che in fondo un po' sono rimaste") siano plausibili e possano, in parte, spiegare il suo desiderio di essere "spensierato". Una consulenza psicologica individuale, anche on line, può aiutarla ad approfondire l'analisi circa questi contenuti e, contemporaneamente, comprendere e gestire la funzione dei suoi "pensieri" riferiti ad altre donne. Con l'aiuto di uno psicoterapeuta, potrà, infatti, acquisire la capacità di gestire questi "pensieri" ricorrenti che sembrano essere fuori dal suo controllo razionale e che forse sono attivati da una parte narcisistica del suo Sè ("desidero appagare altre donne"), intesa come conferma circa la capacità di sedurre, essere apprezzato di Manuel. Quindi, bisogna comprendere come mai Manuel nutra questo bisogno di essere riconosciuto, apprezzato. Pertanto, le consiglio di ricercare uno psicoterapeuta a cui senta di potersi affidare per superare questo momento di empasse. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Psicologo o psicoterapeuta?
Apri domandaBuongiorno Cassandra, La decisione di rivolgersi ad uno psicologo oppure ad uno psicologo che sia anche psicoterapeuta, dipende dal tipo di lavoro che desidera intraprendere su di lei. Ossia: lo psicologo è abilitato a svolgere consulenza psicologica e un primo inquadramento diagnostico del caso, se somministra test psicologici. Mentre lo psicologo specializzato in psicoterapia può, dopo aver svolto consulenza e diagnosi, impostare un intervento terapeutico che aiuti la persona a risolvere il suo disagio. Quindi, lo psicologo psicoterapeuta può curare, lo psicologo non è abilitato a farlo. Detto ciò, se si fida della sua precedente psicologa, può valutare la possibilità di rivolgersi comunque a lei per una consulenza o per farsi indicare uno psicoterapeuta, qualora lei stessa non fosse abilitata all'esercizio della psicoterapia. Ad ogni modo, spero che risolva la sua situazione. In caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Gli anni passano, ma il dolore resta
Apri domandaBuongiorno Massimo, Innanzitutto mi sento di dirle che non è "condannato a questa perenne malinconia", nel senso che, può elaborare il lutto provocato dalla separazione affidandosi ad uno psicoterapeuta esperto in questo ambito. Questo perché, come giustamente ha sottolineato lei, può capitare che le persone a noi vicine "banalizzino" l'accaduto con l'intento, magari, di aiutarci, allegerirci. Ma, da ciò che narra lei, mi pare di capire che l'interruzione della relazione abbia attivato dei nuclei irrisolti ("un vuoto enorme"). Questi ultimi, poiché inducono ancora oggi dei vissuti di malinconia e tristezza, necessitano di un'accoglienza e comprensione più profonda di quella amicale. Pertanto, le consiglio di selezionare uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia e con cui senta di poter condividere il "vuoto" per elaborarlo. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non accettazione scelte di mia madre
Apri domandaBuongiorno Alice, Leggendo il suo scritto, mi ha colpito da subito la dinamica relazionale emergente tra lei e sua madre: Alice sembra conservare un'influenza molto forte sulle scelte affettive della madre, in una relazione che sembra quasi a ruoli invertiti. Ossia Alice sembra svolgere un ruolo genitoriale di controllo e censura sulle decisioni della mamma. Quest'ultima, sembra, per questo, eludere il controllo nascondendo le informazioni ("me l'ha comunicato a cose già fatte"). Quindi, può esserle utile chiedersi come mai Alice avverta questa necessità di controllo/protezione nei confronti della madre e come mai non accetti l'evoluzione delle cose successiva alla morte di suo padre, ossia che sua madre possa desiderare di introdurre un'altra persona nella sua vita. Cosa racchiude l'immagine di suo padre? Cosa prova oggi pensando che lui non ci sia? Una consulenza psicologica individuale può aiutarla a comprendere questi aspetti e stare meglio. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mio figlio non ha più il coraggio di entrare in macchina
Apri domandaBuonasera Tina, Ciò che le posso consigliare è sottolineare a suo figlio la necessità di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale al fine di risolvere la sua situazione e riprendere a guidare. Anche perché se non affronta i problemi sottesi al sintomo ("svenimento"), la sua condizione potrebbe cronicizzarsi e indurlo ad evitare anche altre situazioni, così come è ampiamente documentato dalla letteratura scientifica relativa a questi tipi di disagi. Pertanto, le consiglio di ricercare insieme a suo figlio uno psicoterapeuta che vi ispiri fiducia. Una volta selezionato lo psicoterapeuta concordi con suo figlio se è più opportuno che vada da solo o insieme a voi genitori. In entrambi i casi, può esservi utile per capire come approcciarsi al problema e risolverlo. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Comportamento differenti in base al contesto
Apri domandaBuonasera Lorenzo, Da quanto narra, posso ipotizzare che i due differenti comportamenti descritti, possano dipendere dal fatto che con i suoi familiari la relazione non sia in discussione. Nel senso che, al di là degli screzi, lei sa in cuor suo che i suoi familiari, in quanto tali, soprassederanno e tutto ritornerà come prima. Mentre, in ambito lavorativo, dove immagino ci sarà maggiore formalità e distanza emotiva, lei probabilmente si impone un atteggiamento più "politically correct". A casa, invece, si potrebbe dire che si rilassa e quindi emergono i comportamenti descritti. Inoltre, il fatto che le scuse rivolte ai familiari avvengano solo nella sua "mente", mi fa ipotizzare che nella vostra famiglia sia poco frequente manifestare le emozioni, gli stati d'animo e/o la vicinanza emotiva. Ad ogni modo, se desidera approfondire maggiormente questi aspetti e, soprattutto, risolvere il "turbamento" che le inducono, una consulenza psicologica individuale, anche on line, può esserle utile. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Senso di attaccamento verso donne autoritarie e dolci
Apri domandaBuongiorno Roberta, Da quanto narra, mi pare di capire che lei nutra un bisogno di attaccamento verso una figura femminile che forse evoca un legame materno, esclusivo di cui lei ora avverte la necessità perché insoddisfatto in età infantile o non corrispondente alle sue esigenze. Quindi il sistema di attaccamento, che è una nostra dotazione naturale, si attiva nel momento in cui lei avverte queste sensazioni di "protezione" evocate fa figure femminili/materne. Che rapporto ha con sua madre? Come va la sua vita, al di là del disagio che ha qui descritto? Ad ogni modo, se desidera risolvere la situazione, è consigliabile che affronti ciò con uno psicoterapeuta. La relazione terapeutica la aiuterà a dirimere la questione, aiutandola a modulare le sue emozioni. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Problema relazione di coppia
Apri domandaBuongiorno Jennifer, Leggendo il suo scritto, mi ha colpito molto la dinamica per cui il suo compagno è consapevole di "essere lui il problema", ma di fatto, la richiesta di aiuto/consulto ora parte da lei Jennifer che sta scrivendo qui. Come mai accade ciò secondo lei? Detto questo, credo che per risolvere efficacemente la vostra situazione, sia utile richiedere una consulenza di coppia. In questo modo, ognuno di voi potrà analizzare con calma le rispettive posizioni e responsabilità nel determinare la situazione, confrontandosi ed elaborando, in un contesto protetto, le "paranoie" che ha descritto. Qualora questa prima opzione non fosse praticabile, le consiglio di richiedere una consulenza psicologica individuale finalizzata ad ampliare la sua prospettiva sulla coppia e su Jennifer. Consideri, infatti, che cercare di "venirne a capo" da sola può essere non risolutivo, oltre che indurre ulteriori eventuali "paranoie", come ad esempio "il non sentirmi apprezzata dal mio compagno". Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Anaffettività o altro? Problema a mostrare affetto ai parenti
Apri domandaBuonsera Giada, Da quanto scrive e da come lo scrive, sono d'accordo con la sua autodefinizione di persona "introspettiva". A cui sento di aggiungere anche diverse capacità di autoanalisi. Mi riferisco, in particolare, alla sua riflessione relativa al fatto che il non aver frequentato l'asilo e l'essere stata accudita, in primis, da sua nonna, descritta come "burbera", possa aver influito in modo significativo sulla sua attuale difficoltà relazionale. Quindi, per superare la posizione conflittuale in cui si trova ora ("a me dispiace ma allo stesso tempo non mi importa nulla"), le può essere utile ricercare uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia e con cui possa sperimentare quella condizione di reciprocità e contatto affettivo che sente di non aver ricevuto nella sua infanzia, e di cui ha tutto il diritto, a mio avviso, per approdare ad una condizione di benessere individuale e relazionale. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Bimba rifiuta di assaggiare il cibo che non conosce
Apri domandaBuonasera Roberta, Nel caso di bambini in età prescolare, come sua figlia, può essere molto utile condividere il pasto con altri bambini coetanei che mangino in tranquillità diversi tipi di cibo. Consideri, infatti, che per sua figlia, osservare concretamente altri bambini che mangiano e a cui non accade nulla di male, può essere rassicurante e anche un incentivo per la bambina. Quindi, le consiglio di affidarsi alla scuola dell'infanzia. Ossia, lasciare che sua figlia sperimenti all'asilo diversi tipi di cibo in compagnia di altri bambini, con il supporto delle maestre ovviamente. Poi, una volta iniziato l'asilo, può proporre a sua figlia di invitare alcuni amichetti anche per una semplice merenda, che è un'ottima occasione per condividere un pasto e superare piano piano questa paura rispetto ad alimenti nuovi. Vedrà che col tempo la bambina diventerà più flessibile, soprattutto se condividerà il più possibile i pasti con i suoi amichetti. Un caro saluto a lei e alla sua piccola. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Cosa mi succederà se vado in terapia?
Apri domandaBuongiorno Anonima, Da quanto scrive, mi pare di capire che la non condivisione dei suoi pensieri con qualcuno che possa aiutarla a comprenderli meglio, renda gli stessi più temibili e preoccupanti. Quindi, credo che, se desidera affrontarli e risolverli efficacemente, una consulenza psicologica individuale possa esserle utile. Una volta arrivata in consulenza psicologica, ne parlerà con lo psicologo che la aiuterà a capire se e quale percorso di terapia sia più appropriato a lei. Se si rivolgerà ad uno psicoterapeuta non medico, non potrà prescrivere alcun farmaco. Può, valutare insieme a lei, la possibilità di consultare un medico psichiatra che può prescrivere farmaci. Infine, ci tengo a sottolineare che né lo psicoterapeuta, né il medico psichiatra possono inviarla in un istituto senza avere il suo consenso. In conclusione, la posso rassicurare circa il fatto che qualora si rivolga ad uno psicoterapeuta o ad un medico psichiatra, conserverà il suo potere decisionale su quanto le consiglieranno e/o prescriveranno. Le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come posso aiutare il mio ragazzo a superare l'isolamento?
Apri domandaBuonasera Lucia, Innanzitutto la ringrazio per aver manifestato il suo apprezzamento nei confronti del nostro lavoro. Detto ciò, credo che, se la famiglia del suo ragazzo sia "disfunzionale e tossica", nonché intrusiva, possa essere utile proporre una consulenza on-line o in presenza a tutto il nucleo familiare. Consideri, infatti, che se il suo ragazzo vive un "isolamento" così forte ed è sottoposto ad un controllo così serrato, temo che qualsiasi tentativo di emancipazione da loro, sia difficile. Mentre, provare a manifestare loro il disagio e coinvolgerli in una consulenza di famiglia, può aiutare tutti i membri a fare chiarezza, a confrontarsi in modo autentico. Qualora queste modalità di approccio al problema non risultino praticabili, le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, anche on-line, a cui spiegare più ampiamente la situazione e capire insieme in che modo sia opportuno muoversi. Le auguro, in ogni caso, di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Scelte sbagliate, come andare avanti?
Apri domandaBuonasera Maria Giovanna, Leggendo il suo scritto, ho avuto la sensazione che lei abbia un'immagine di sé in cui prevale l'idea di evitare lo stress ("non volevo stressarmi") e di accedere ad una dimensione di comfort ("pensavo allo stipendio, all'orario, alle vacanze"). Quindi, il primo quesito da porsi è: come mai Maria Giovanna non può compiere scelte dettare dalla passione, mentre si sente costretta ad optare verso soluzioni apparentemente più comode, prime di fatica almeno in teoria? È questo, a mio parere, il nucleo del suo disagio che credo si manifesti anche in altri ambiti della sua vita. Pertanto, se desidera risolvere la sua situazione, può esserle utile richiedere una consulenza psicologica individuale, anche on-line, mediante la quale rielaborare questi contenuti e attribuire un altro significato al suo attuale lavoro, ricercando gli aspetti che possono renderlo fonte di gratificazione per lei. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Lutto paterno e bisogno di parlarne
Apri domandaBuongiorno Angela, Comprendo la sua difficoltà ed esigenza di essere "ascoltata", condizione essenziale per poter elaborare il lutto. Quindi, le consiglio di richiedere una consulenza psicologica individuale finalizzata a trovare uno spazio di ascolto all'interno del quale Angela possa sentirsi libera di piangere, ma, al contempo, sicura che la tristezza possa poi essere convertita in accettazione della perdita. Consideri, infatti, che l'elaborazione del lutto prevedere alcune fasi in cui si alternano diversi stati emotivi attraverso i quali ogni persona può gestire la sofferenza contando sul supporto psicologico di un terapeuta esperto. Dalla mia esperienza clinica, il percorso di elaborazione del lutto in psicoterapia dura generalmente alcuni mesi. Perciò, le consiglio di selezionare un terapeuta che le ispiri fiducia e a cui senta di potersi affidare per superare questa fase della sua vita e ricollocare la figura di suo padre in una area del suo sé dalla quale possa continuare a sentire l'affetto che vi ha legati e che la accompagnerà sempre. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come riuscire a portare a termine una dieta?
Apri domandaBuongiorno Vanessa, Per potere risolvere la sua situazione, una strategia molto efficace può essere quella di far dialogare le due parti in conflitto tra sé, ascoltarle e trovare una soluzione di compromesso. Questo tipo di lavoro può essere svolto in un contesto di psicoterapia individuale, all'interno del quale Vanessa potrà esplorare più a fondo i significati associati alla dieta, all'immagine corporea e ritrovare un equilibrio decisionale, elemento che è essenziale anche in altri ambiti della sua vita. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Consiglio sul proseguimento degli studi
Apri domandaBuongiorno Eugenio, Leggendo il suo scritto, mi ha colpito un aspetto: il suo iniziale "entusiasmo" nell'intraprendere l'attuale percorso di studio, a cui è succeduti poi una fase di demotivazione. Un meccanismo che, dalla mia esperienza teorica e clinica, va opportunamente approfondito, anche perché non credo sia imputabile a difficoltà oggettive nello studio, poiché inizialmente lei sosteneva gli esami senza difficoltà. Mi sembra di capire che poi siano intervenuti altri fattori interni che vanno esplorati, altrimenti, qualora lei si iscrivesse ad un'altra facoltà, questo meccanismo di demotivazione potrebbe ripresentarsi. Quindi, il mio consiglio è questo: prima di prendere qualsiasi decisione ora che sarebbe, in ogni caso, compromessa dalla sua attuale condizione disforia, quindi non lucida, la invito a riflettere su questa sua dinamica di autosabotaggio che la induce ad interrompere le attività intraprese. Analizzi questo punto è vedrà che supererà l'empasse attuale. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Negli ultimi mesi sto avendo delle crisi e non capisco il perché
Apri domandaBuonasera Vittorio, Da quanto narra, mi pare di capire che, in primis, ci sia una difficoltà nella gestione della rabbia ("iracondo, ansioso") che credo, sia accentuata dal fatto che non abbia relazioni affettive significative. Quindi, il suo senso di "vuoto" è comprensibile, perché pare essere, innanzitutto, un vuoto emotivo, il quale amplifica gli sbalzi d'umore che ha riferito ("cambi di umore improvvisi"). Pertanto, credo che le possa essere utile richiedere una consulenza psicologica individuale, anche on line, per fare chiarezza dentro di sé e ritrovare la lucidità anche perché, dal mio punto di vista sarebbe un vero peccato "abbandonare tutto". Soprattutto perché immagino che lei sia molto giovane e, dalla mia esperienza clinica e teorica, in questa fase del ciclo vitale un buon percorso di psicoterapia individuale può modificare sensibilmente la percezione che ha di sé e aiutarla a ritrovare la sua serenità. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Rapporto nonni/nipoti
Apri domandaBuonasera Laura, Se la richiesta di sua madre è effettivamente limitata a "qualche ora" da trascorrere con la sua figlia maggiore, credo che si possa concedere alla nonna. Anche perché il rapporto nonni-nipoti, come lei sicuramente già saprà, è molto importante per i bambini. Detto ciò, al di là di questa considerazione di carattere generale, ritengo che per risolvere efficacemente dentro di lei la questione decisionale esposta, sia essenziale provare ad affrontare il rapporto "molto conflittuale" che ha con i suoi genitori. Consideri, infatti, che se questa situazione persistera', indurra' stress sia a lei che a sua figlia, la quale potrebbe sentirsi tirata dentro ad una posizione di attrito che non ha soluzione. Nel senso che la bambina, ovviamente, non può decidere se e con chi stare liberamente, condizione di per sé motivo di tensione. Una consulenza psicologica individuale, anche on line, può aiutarla a fare maggiore chiarezza su questi aspetti, in modo da prendere una decisione libera e consapevole. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Università, ansia e genitori
Apri domandaBuonasera Chiara, Credo che per "uscire da questo pantano" la prima cosa da fare sia preoccuparsi di non "ferire" Chiara. Questo si può ottenere lavorando sull'immagine che ha di sé, la quale, coincidendo con un "fallimento", inevitabilmente la induce a commettere errori. Consideri, infatti, che "ferire" costantemente Chiara con affermazioni come queste, non aiuterà Chiara a fidarsi di sé e a compiere le scelte giuste. Pertanto, le consiglio di affidarsi al suo istinto e ricercare uno psicoterapeuta a cui senta di poter affidare Chiara, in modo che la aiuti ad elaborare il forte senso di autosvalutazione che ho avvertito leggendo il suo scritto. Vedrà che risolto quello, tutto sarà più agevole per lei. Un cat saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non so quale passo fare e dove andare a vivere
Apri domandaBuonasera Maria, Concordo con lei quando afferma che ricercare uno psicologo in Sardegna potrebbe essere poco utile, dal momento che potrebbe lasciare l'isola. Pertanto, le consiglio di selezionare uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia e con cui possa iniziare un percorso on line, soluzione che le consentirebbe di continuare il lavoro su di sé da qualunque parte dell'Italia o del mondo si trovi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Crisi esistenziale? a chi rivolgersi?
Apri domandaBuongiorno Tommaso, L'immediatezza del suo messaggio rimanda al l'urgenza che percepisce dentro di sé. Pertanto le consiglio di seguire questa sua sensazione e ricercare uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia e con cui condividere la sua attuale condizione. Anche on line, se può esserle più congeniale. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Paura di non farcela
Apri domandaBuonasera F., Leggendo il suo scritto ho percepito da subito una sensazione di intensa solitudine ("a casa mia mi sento sola") all'interno della quale, la figura del suo compagno appare sfocata. Nel senso che, mi sembra che lei stia provando a risolvere la sua situazione da sola, ma la questione sembra essere relativa alla vostra coppia. Ossia, se desidera ritornare a casa col suo compagno, è necessario confrontarsi con lui, capire in che modo rimodulare la convivenza, affinché non si identifichi soltanto con il doversi occupare della casa. Che tipo di legame ha con suo compagno? È una persona con cui sente di poter dialogare? Si sente compresa da lui? Questi ed altri interrogativi potranno aiutarla a fare maggiore chiarezza su di sé e sulla vostra relazione per capire cosa sia meglio fare. Una consulenza psicologica individuale, anche on line, può aiutarla in questo e risolvere la sua situazione. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Sono costantemente rabbioso
Apri domandaBuonasera Andrea, Il suo scritto é molto denso a livello emotivo, nel senso che ci sono molti aspetti da approfondire e rielaborare. E da come lo ha articolato, mi sembra di intuire che lei possa trarre vantaggio dal confronto con uno psicoterapeuta che possa aiutarla a comprendere cosa sia accaduto, andando a ritroso negli anni (es. "trauma" all'asilo). Ritengo che questo tipo di lavoro possa esserle molto utile soprattutto per gestire al meglio la rabbia e la relazione con la sua attuale compagna che viene indicata come una persona di riferimento, mentre alcuni suoi familiari sembrano distanti emotivamente da lei ("certi componenti non riescono a capire"). Pertanto, le consiglio di selezionare uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia, da cui si senta compreso, anche on line. Vedrà che tutto ciò che ora le sembra confuso, le sarà più chiaro e quindi gestibile. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Inadeguatezza
Apri domandaBuongiorno Alma, concordo con lei quando scrive di volere continuare l'università e riferisce che conseguire una laurea "possa servire". Consideri infatti, che "lasciare tutto", ossia interropere gli studi mentre lei invece pensa che sia utile farlo, può incrementare il suo senso di "inadeguatezza" e "fallimento". Pertanto io le consiglio di affrontare un problema per volta, quindi, in primis, il conseguimento della laurea, che è la cosa la fa "stare più male". Poi, una volta raggiunto questo obiettivo, può focalizzarsi sugli altri che ha già individuato ("fidanzato" e "lavoro"). Qualora si rendesse conto, di aver bisongo di un supporto emotivo e motivazionale, credo che rivolgersi ad uno psicoterapeuta esperto in queste dinamiche, possa esserle di grande aiuto (anche on line). Vedrà che in questo modo riuscirà a superare l'empasse in cui si trova ora e a ritrovare la sua serenità e soddisfazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Esiste una terapia per la sindrome pre mestruale se mi invalida le giornate?
Apri domandaBuonasera Ilaria, La prima cosa da fare in questo caso è sottoporsi ad una visita ginecologica e valutare la necessità di svolgere esami che possano evidenziare i dosaggi ormonali. Consideri infatti, che gli squilibri ormonali a cui ogni donna è sottoposta per effetto del ciclo mestruale, possono essere maggiori a causa di alterazioni ormonali eccessive. Ciò può determinare sbalzi umorali più intollerabili. Quindi è necessario escludere qualsiasi tipo di problematica ormonale prima di svolgere eventuali esercizi o tecniche di rilassamento. Le quali sarebbero comunque destinate ad avere benefici poco significativi poiché l'equilibrio ormonale è molto determinante sul nostro umore e per questo può orientarlo in senso disforico (ansia, stress ecc). Le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non sopporto più mio marito
Apri domandaBuonasera Azzurra, In primo luogo mi sento di sottolineare che qualsiasi tipo di test lei abbia fatto on line, non è scientificamente validato, quindi i risultati non sono attendibili. Il test di intelligenza che può fornire il Q. I. Si chiama Wais e deve svolgerlo uno psicologo opportunamente formato in questo. Questo glielo posso assicurare perché rientra nella mia prassi quotidiana. Pertanto, dalla mia prospettiva psicodiagnostica credo che lei, così come accade a noi donne dopo aver partorito, stia attraversando una fase di vulnerabilità emotiva che le impedisce di approcciarsi al meglio al suo compagno. Il quale comunque non sembra propenso a venirle incontro, quanto piuttosto a denigrarla ("autistica, stupida, ignorante ecc). Quindi le consiglio di muoversi in due modi: 1) proporre al suo compagno una consulenza si coppia che vi aiuti a comunicare più efficacemente. 2) qualora la prima opzione non fosse praticabile, le consiglio di richiedere una consulenza psicologica individuale che la aiuti a fare maggiore chiarezza sulle questioni che ha qui esposto. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Cambio psichiatra?
Apri domandaBuonasera Andrea, Partendo dalla mia esperienza clinica e teorica, non stento a credere che lei sia stato vittima di omofobia. Nel senso che ci sono ancora diversi tipi di pregiudizio che imprigionano le persone. Perciò mi sento di manifestare il mio dispiacere e sostegno per quanto le è accaduto. Detto ciò, senza entrare nel merito delle tecniche o dei contenuti affrontati dal suo Terapeuta, le posso dire che se lei avverte che non si sia creato "alcun feeling", elemento essenziale per la creazione dell'alleanza terapeutica, credo sia opportuno esplicitarlo allo psichiatra. Qualora ciò non fosse praticabile o desse un esito negativo per lei, le consiglio di considerare di scegliere un altro terapeuta con cui senta di poter instaurare un rapporto di fiducia. Se non si crea quello, il processo terapeutico non si avvia. Le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come posso aiutare il mio ragazzo che soffe di Doc?
Apri domandaBuonasera Veronica, Da quanto narra, è comprensibile che il suo ragazzo sia restio a rivolgersi nuovamente ad uno psicologo o psichiatra. Ma c'è una strada che potete seguire e che, dalla mia esperienza clinica, può aprire degli scenari risolutivi molto utili. Ossia proporre al suo ragazzo di andare in consulenza psicologica insieme. In questo modo lui non avvertirà il pressing della terapia, e quindi non si sentirà il paziente designato che porta il peso della sofferenza da solo, e al contempo lei Veronica potrà ricevere delle indicazioni pratiche su come muoversi in questa situazione. Qualora questa opzione non fosse praticabile, le consiglio di richiedere una consulenza psicologica, anche on line, per se stessa, che possa aiutarla a fare maggiore chiarezza sula situazione. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Si può guarire dalla pornodipendenza?
Apri domandaBuongiorno Alessandro, La dinamica di dipendenza che descrive si può affrontare mediante un percorso psicologico on line ad hoc. Ma, dalla mia esperienza clinica in questo ambito, posso dirle che concordo con lei quando avanza l'ipotesi di assumere "farmaci". Eventualità questa che deve essere valutata da un medico psichiatra che può considerarla solo durante una visita in presenza, almeno in fase anamnestica, iniziale. Quindi le consiglio, in primis, di ricercare in Terapeuta che sia esperto in questi disagi e con l'aiuto di quest'ultimo trovare la strada migliore per lei. Consideri che in questi casi un approccio integrato (psicoterapia e farmaco terapia) si è dimostrato essere quello più efficace. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Bambina 12 anni che nasconde le carte e i rifiuti in stanza
Apri domandaBuonasera Nicolò, Il comportamento messo in atto da sua figlia mi sembra congruente con il dsa che le è stato diagnosticato. Consideri infatti, che i dsa sono un disturbo del neurosviluppo, condizione che può implicare difficoltà nel ricordarsi di fare qualcosa (es buttare i rifiuti), proprio a causa di alcuni deficit neurologici associati. Poi, è importante considerare che ricevere questa diagnosi, può rappresentareper il bambino un momento critico, qualcosa che induce in lui autosvalutazione, rinforzando così i disturbi che già sono presenti. Pertanto, posso comprendere l'affermazione di sua figlia quando dice di non sentirsi "amata". Pertanto vi consiglio, qualora sia possibile, di richiedere un ulteriore accertamento diagnostico dall'equipe che ha già formulato la diagnosi di dsa. Nel caso in cui ciò non sia possibile, è consigliabile rivolgersi ad un terapeuta esperto in questo ambito a cui esporre la situazione e valutare l'eventualità di un supporto psicologico a sua figlia. Il Terapeuta può inoltre fornire indicazioni specifiche a voi genitori su come relazionarsi a vostra figlia. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come convincere una persona a fare una terapia di coppia?
Apri domandaBuonasera Simone, L'essenzialità del suo scritto, mi consente di analizzare la sua domanda solo su un livello puramente teorico/generale. Nel senso che, dalla mia esperienza clinica, le posso dire che cercare ci convincere qualcuno ad entrare in terapia può essere sconveniente oltre che controproducente, nel caso in cui la persona sia decisamente contraria o restia. Diverso è, invece, se la persona è indecisa o titubante. In questo caso c'è più spazio di manovra. Nel caso in cui sua madre appartenesse a questa seconda categoria di persone, le consiglio di proporle una consulenza psicologica, ma individuale, poiché quest'ultima viene percepita, generalmente, come meno invasiva. Qualora sua madre rimanga comunque refrattaria a qualunque tipo di consulenza, le consiglio di richiedere una consulenza psicologica per se stesso, in modo da affrontare più approfonditamente la questione con un terapeuta che potrà aiutarla a gestire al meglio la situazione. Un caro saluto Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Depressione?
Apri domandaBuongiorno Luca, da quanto narra, si potrebbe ipotizzare una condizione depressiva, suggerita appunto dal calo del desisderio sessuale e dallo scarso interesse verso le relazioni interpersonali. Ma, come lei immaginerà, per formulare una diagnosi psicologica è necessario avere un quadro anamnestico completo della persona e valutare più ampiamente anche altre aree di fuznionamento. Detto questo, al di là della diagnosi in senso stretto, credo che sia opportuno occuparsi di quanto sta accadendo dentro di lei, anche perchè , qualora fosse depressione o un qualsiasi altro disturbo psicologico, essendo lei così giovane, le possibilità di intervento e di risoluzione, sono molto ampie. Pertanto le consiglio di selezionare uno psicologo specializzato in psicoterapia che le ispiri fiducia e a cui senta di potersi affidare. Le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Sentimento di mancanza del terapeuta, è normale?
Apri domandaBuonasera F., Come mai non rivolge questi dubbi al suo terapeuta? Se lei avverte che sia la persona che maggiormente la comprende, sono sicura che saprà accogliere e dipanare queste sue perplessità. Detto questo, posso confermarle, in linea del tutto generale, che è normale, soprattutto in alcune fasi del percorso terapeutico, avvertire queste sensazioni verso il terapeuta. Rapresenta parte integrate del lavoro terapeutico. A patto che il paziente lo esterni al terapeuta. Pertanto, se desidera che la sua terapia evolva sempre di più, le consiglio di condividere questi stati d'animo col suo terapeuta. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Pensieri sulla mia terapeuta
Apri domandaBuonasera Alice, Se desidera risolvere ed affrontare efficacemente il disagio che ha descritto, il modo migliore è parlarne con la diretta interessata, ossia la sua terapeuta. Immagino e comprendo che questo sia difficile per lei, ma se desidera ricollocare la sua figura in modo che sia più gestibile per lei, è necessario affrontare con lei il meccanismo dell'idealizzazione da lei descritto. Consideri, infatti, che solo avvicinandosi a lei autenticamente, quindi parlando di ciò che prova, della sua "dipendenza" eventuale, potrà sentirsi nuovamente accolta da lei e proseguire la sua vita. Ciò che ha descritto lei è un sentimento del tutto normale e, poiché ha costruito un buona alleanza terapeutica con la collega, sono sicura che la sua terapeuta saprà indicarle le strategie più adeguate a lei per risolvere la situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Si può eliminare una parafilia?
Apri domandaBuongiorno Gianluca, nell'analisi della sua domanda è essenziale approfondire alcune questioni: 1) Disturbo ossessivo: al fine di impostare un efficace intervento nell'area sessuale, è importante, in primis, capire il tipo e la gravità di disturbo ossessivo a cui ha accennato. Chi ha formulato questa diagnosi? Assume dei farmaci per curarlo? Considerare questi aspetti è essenziale perchè il disturbo ossessivo, se non opportunamente trattato, può avere gravi conseguenze sulla sfera sessuale. Quindi è prioritario trattare prima questo e poi procedere con un progetto di intervento sui disturbi sessuali. 2) Fantasie sui piedi: da quanto descrive, mi pare di capire che lei intenda il percorso terapeutico come un intervento di normalizzazione, ossia di conduzione ad una "vita normale", che però sembra associata più a questioni eminentemente meccaniche ("penetrazione senza orgasmo e con viagra"). Posto così, è comprensibile che le fantasie sesuali sui piedi ritornino prepotentemente, poichè esse rappresentano una parte importante del suo piacere sessuale che può essere assolutamente inserita nel rapporto con penetrazione. Intendo dire che le due cose possono compendiarsi, una non esclude l'altra. Il rapporto sessuale non può essere inteso secondo un copione rigido di comportamenti standard. Se lo si riduce a questo si perde il piacere che è, invece, una componente essenziale dell'incontro sessuale con qualsiasi altra persona e nel contesto di quansiasi relazione. Quindi, secondo la mia prospettiva e la mia esperienza clinica, è importante per il suo benessere psicofisico, ricercare un terapeuta che la aiuti a fare questo lavoro di integrazione di quella che lei definisce "parafilia" e che desidera "eliminare". A mio avviso questa eliminazione non può avvenire, perchè un untevento di questo tipo andrebbe a modificare la sua natura, che invece, va rispettata e compresa, esplorando queste fantasie senza demonizzarle o temerle. Resto a sua disposizione per eventuali chiarimenti. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Aiutare una persona cara che è in lutto
Apri domandaBuonasera Vincenzo, Comprendo e condivido la sua preoccupazione nei confronti della sua fidanzata. I sintomi descritti sembrano, in effetti, ascrivibili ad un esordio depressivo, come già sottolineato dalla collega a cui si è rivolta, ma questo non significa che sia una condizione inesorabile o immodificabile. Tutt'altro: ricevere una diagnosi o un'ipotesi diagnostica rappresenta, in realtà, la prima vera speranza che i sintomi regrediscano proprio perché riconosciuti e trattati. Detto ciò, una strategia dimostratasi efficace in casi simili alla sua fidanzata é questa: ricercare uno psicoterapeuta e accompagnarla in seduta. In questo modo si sentirà supportata da lei e sicuramente meno giudicata dalla psicologo, dal momento che non è sola. Una prima consulenza in modalità on line, può essere, inoltre, percepita come meno invasiva e quindi essere accettata maggiormente dalla sua fidanzata. Ad ogni modo, le auguro di risolvere la situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Cosa mi sta succedendo?
Apri domandaBuonasera Simone, È possibile che provi "vergogna" nel contattare uno psicologo, una condizione molto comune e, direi, del tutto comprensibile. Perciò, se desidera risolvere la sua situazione, le consiglio di ricercare uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia e a cui senta di potersi affidare. Una consulenza psicologica on line può aiutarla sicuramente ad abbattere il blocco creato dalla "vergogna". Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Alla ricerca della persona che non esiste
Apri domandaBuongiorno Vale, da quanto narra, mi pare di capire che ci siano delle questioni che inibiscono la sua evoluzione, mantendendola in una condizione indefinita ("ragazza"), che le impedisce di accedere ad una posizione adulta dal punto di vista relazionale. Posso ipotizzare che tali questioni inibenti siano in parte riconducibili alla "malattia degenerativa" che ha colpito sua madre e di cui lei ha fatto cenno. Pertanto, qualora lei desideri risolvere il suo "problema" nel creare una relazione sentimentale soddisfacente e duratura, ritengo le possa essere utile approfondire "quel poco" che ha scritto qui, in modo da comprendere come mai la sua vita si sia bloccata 6 anni fa. Una consulenza psicologica individuale, anche on line, può aiutarla efficacemente in questa operazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non so che fare dopo il vaccino
Apri domandaBuonasera Stefano, Comprendo come lei non riesca "a vivere bene" stando "tutti i giorni a casa buttato su un letto" e mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo. Da quanto narra, mi pare di capire che si trovi in una fase di grande difficoltà con sintomi ansiosi e depressivi che meritano sicuramente un accurato approfondimento diagnostico. Detto questo, poiché le è difficile uscire di casa, può provare, almeno in una fase iniziale, a contattare uno psicoterapeuta per svolgere una consulenza psicologica on line. Riuscire ad esprimere questo suo malessere a qualcuno che sappia comprenderlo, rappresenterà già un primo passo verso la risoluzione della situazione. Ad ogni modo le faccio in bocca al lupo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ansia problemi affettivi e relazionali
Apri domandaBuonasera Davide, Leggendo il suo scritto mi ha colpito molto la frase: "non voglio niente se non scomparire" che merita, a mio parere, un'attenta valutazione poiché sembra riconducibile ad un'ideazione suicidaria. Se così fosse, la prima cosa importante da fare, sarebbe richiedere una consulenza psichiatrica e valutare un trattamento farmacologico adeguato, che possa favorire una remissione dei sintomi di grande malessere da lei descritti. Detto questo, credo che il secondo importante passo da fare in ambito psicoterapeutico sia per lei lavorare sulla frase: "non credo possa uscirne perché vedo tutto nero". Questo vissuto di sfiducia, se non opportunamente elaborato, può compromettere qualsiasi tipo di psicoterapia lei intraprenda (psicoanalitica, cognitiva ecc). Pertanto, il mio consiglio è quello di richiedere un secondo parere psichiatrico e proseguire parallelamente il percorso di psicoterapia con l'attuale Terapeuta o con un altro, anche in base alle indicazioni del medico psichiatra. Ad ogni modo le faccio in bocca al lupo e rimango a sua disposizione per eventuali altri chiarimenti. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Attacchi di panico che mi stanno rovinando la vita
Apri domandaBuongiorno Federica, da quanto narra, mi pare di capire che i sintomi siano riferibili ad una depressione post-partum non diagnosticata e di conseguenza non adeguatamente trattata e risolta. Consideri, infatti, che ogni donna, dopo aver partorito, attraversa una fase di tristezza, malumore che vengono definiti post partum blues. Questa fase può essere più o meno persistente o intensa a seconda delle risorse individuali e del supporto emotivo che riceve la neo-mamma. Quindi, nel suo caso, poichè sono intervenuti poi altri eventi negativi ("aborto volontario") e il disagio precedente non è stato risolto, lei ora si trova in una condizione di panico acuta. Perciò, le consiglio di rivolgersi al consultorio più vicino a casa sua oppure ad un professionista privato che possa aiutarla ad elaborare quanto è successo dentro di lei negli ultimi 3 anni. Un percorso di psicoterapia individuale può aiutarla a risolvere agevolmente la sua situazione e a riprendere in mano la sua vita. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Psicoterapia e blocco
Apri domandaBuonasera Claudia, Da quanto narra, mi pare di capire che il percorso terapeutico interrotto abbia determinato l'emersione di questa parte di lei definita "bambina interiore" che forse risulta estranea, dissociata dal resto della personalità. Se così fosse, si potrebbe parlare di un sintomo dissociativo che la terapia ha fatto emergere. Ma questa è solo un'ipotesi, perché per poter esprimere un giudizio su questo meccanismo, è necessario studiarlo più a fondo parlando con lei vis a vis. Detto questo, un altro aspetto che mi ha colpito leggendo il suo scritto e che, a mio parere, riveste un ruolo fondamentale in qualsiasi tipo di percorso terapeutico lei potrà intraprendere, é quello racchiuso dalla frase: "era una delle tante terapie fatte". Questa affermazione sembra denotare una certa sfiducia nei confronti della terapia, associata forse ad una sorta di meccanismo in cui si procede per tentativi. Se così fosse, al di là di un eventuale diagnosi e/o comprensione dei suoi malesseri, attribuire questo significato alla psicoterapia, determinerebbe un fallimento della terapia stessa e quindi la necessità di provare, fare tentavi. Come mai accade ciò secondo lei? Come mai ha intrapreso diversi percorsi di psicoterapia e quali risultati ha ottenuto? Cosa significa per lei intraprendere un percorso di terapia? Rispondere a queste domande può aiutarla a fare chiarezza su alcuni aspetti. Una consulenza psicologica può sicuramente aiutarla ad ampliare la sua conoscenza su questi meccanismi e a padroneggiarli. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non riesco a trovare la motivazione nel lavoro
Apri domandaBuonasera Emma, Per rispondere alla sua domanda relativa alla ricerca della motivazione, come lei immaginera', serve una conoscenza più approfondita di Emma. Solo così si può impostare un programma basato sulle risorse di Emma. Detto questo, leggendo il suo scritto, mi ha colpito la frase "mi sembra di essere invisibile". Le capita di avvertire questa sensazione anche in altri ambiti della sua vita? E se ciò capita, come la gestisce? Quanto conta per lei essere percepita dall'altro e cosa significa più in generale? Inoltre, ha provato a confrontarsi con altri colleghi circa queste criticità? Se non lo ha già fatto, le consiglio di farlo poiché, a partire dalla mia esperienza clinica, le posso dire che la condivisione con qualcuno che ha problemi simili ai nostri può essere uno spunto di riflessione, uno scambio di idee molto proficuo. Qualora, questa strategia non dovesse essere sufficiente, le consiglio di ricercare un terapeuta che le ispiri fiducia e rispetto a cui senta di essere "visibile", che possa percepire realmente Emma. Un caro saluto Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come gestire i pensieri ossessivi?
Apri domandaBuonasera Camy, La portata dei contenti che ha riferito qui (ideazione suicidaria, contatti intimi con sua sorella) rende, a mio vissuto, difficile e anche inappropriato una eventuale indicazione che potrebbe richiedere su questo portale. È necessario, invece, che lei riprenda le sedute già iniziate a novembre con il precedente psicologo o con un altro con cui senta di poter condividere gli stati d'animo che ha descritto qui e che, come è comprensibile che sia, attivano i pensieri ossessivi che lei avverte. In bocca al lupo Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Dubbio sulla psicoterapia seguita
Apri domandaBuonasera Catiuscia, Io credo che, in primis, sia utile per lei condividere queste perplessità, circa gli esiti della terapia, con la sua terapeuta. In base a come, poi, avvertirà la risposta della collega, ossia se si sentirà compresa e se noterà una variazione negli obiettivi terapeutici e nelle strategie terapeutiche, deciderà se cambiare psicologo oppure no. Ad ogni modo le auguro buon lavoro. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Bugie continue su tutto
Apri domandaBuonasera Mariateresa, Io credo che lei abbia necessita' di essere "presa per mano" e che questo bisogno, presumo non soddisfatto dai suoi genitori come lei avrebbe voluto, si è oggi trasformato in bugia. Nel senso che, da ciò che narra, mi pare di capire che lei utilizzi la bugia per innescare una qualche reazione nei suoi, come se avesse bisogno di essere al centro della loro attenzione. Come se volesse in qualche modo provocarli e mostrare loro che in realtà non sta facendo tutto ciò che loro credono. Come mai secondo lei è necessario rifugiarsi in una dimensione di bugie? Quali aspetti della sua realtà attuale vorrebbe modificare e a cui cerca di sfuggire con le bugie? In che modo cambierebbe la sua vita se smettesse di dire bugie? Questi ed altri quesiti autoesplorativi da condividere con uno psicoterapeuta la aiuteranno a comprendere la funzione della menzogna nella sua vita e a partire da ciò imparare a gestirla. Pertanto, le consiglio di selezionare un terapeuta da cui le voglia essere "presa per mano" e iniziare a capire cosa sia accaduto per risolverlo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Al centro di un caos
Apri domandaBuongiorno Rebecca, Se sua madre ha un "deficit mentale" certificato, ha diritto ad un supporto assistenziale, in termini di invalidità intendo, oltre al diritto alle cure/visite erogate dalla ASL. Qualora sua madre non abbia ancora ricevuto questa diagnosi, le consiglio, in primis, di richiedere una valutazione alla ASL di competenza. In questo modo, sarà possibile valutare una terapia farmacologica che aiuti sua madre ad essere più collaborativa e stabile a livello umorale. Inoltre, una volta presa in carico dalla ASL, avrete un supporto anche voi familiari, in termini di indicazioni utili per la gestione di sua madre. Le auguro di risolvere la sua situazione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non riesco a parlare con nessuno dei miei problemi
Apri domandaBuonasera Ilaria, Da quanto narra, mi pare di capire che proprio la questione di cui ha fatto cenno in chiusura ("orientamento sessuale"), sia l'aspetto che può provocare maggiore malessere in lei ora. Pertanto, credo che lei debba, in primis, ricercare un terapeuta con cui senta di poter affrontare questo tema. Consideri infatti che, se non sappiamo chi siamo e cosa desideriamo realmente, in che modo possiamo attivarci per stare bene? Nel senso che, sapere cosa ci fa stare bene è un aspetto imprescindibile nella ricerca del benessere psicologico. Quando capirà chi è Ilaria e successivamente di cosa ha bisogno, potrà organizzare un piano d'azione per ottenere ciò e stare bene. Le faccio in bocca al lupo. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Madre dominante - padre succube /assente
Apri domandaBuonasera Laura, Da quanto narra, il "percorso di introspezione" che ha fatto fin'ora l'ha portata al primo step, ossia inquadrare un eventuale ostacolo nella definizione di sé, individuato in sua madre. Poiché questo "percorso" non è stato poi supervisionato da uno psicoterapeuta, il lavoro è rimasto a metà, lasciando dentro di lei delusione e, immagino, rabbia verso sua madre. Ora, per rielaborare il tutto, è consigliabile che la parte restante del "percorso" la svolga accompagnata da uno psicoterapeuta. In questo modo potrà ridefinire il rapporto con sua madre ed elaborare il senso di colpa cui ha accennato. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come aiutare mio marito con ansie e manie?
Apri domandaBuonasera Anna, Non avendo info più specifiche sul tipo di relazione che vi lega, posso darle indicazioni del tutto generali su come muoversi nella situazione descritta. Nel caso in cui suo marito sia propenso ad accettare un suo aiuto o confronto, può, in primis, proporgli di ricercare insieme uno psicoterapeuta a cui, poi, lui potrà rivolgersi individualmente. Qualora questa opzione non sia praticabile, le consiglio di proporgli una consulenza psicologica individuale a cui parteciperà anche lei, situazione che fara' sentire suo marito più sostenuto e meno giudicato come colui che ha un malessere, sensazione che potrebbe rinforzare l'inclinazione alla sospettosita' che ha descritto ("tutti agiscano contro di lui per boicottarlo, ingannarlo"). Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Perché studio e non passo gli esami?
Apri domandaBuonasera Diana, Dalla mia esperienza clinica in questo tipo di difficoltà, le posso dare due tipi di indicazioni: 1) Cercare, per quanto le è possibile, di studiare con qualche collega per condividere le fatiche e scambiare opinioni sul metodo di studio. Questo perché isolarsi nello studio, come mi sembra stia accadendo a lei, può avere un impatto negativo sull'umore, che è un fattore importante nella motivazione allo studio. 2) richiedere una consulenza psicologica individuale poiché l'ideazione suicidaria cui ha fatto cenno ("vorrei ammazzarmi") costituisce di per sé un fattore inibente rispetto alle capacità di concentrazione che richiede lo studio. Ed è possibile che le difficoltà nello studio rappresentino un campanello d'allarme rispetto ad altre criticita' che ancora non sono state risolte. Ad ogni modo, le auguro di risolvere la sua situazione. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Psicologia e Social
Apri domandaBuonasera Ioan, Per rispondere efficacemente alla sua domanda è necessario porgere a lei altri quesiti: 1) cosa intende per "stati di depressione minori"? Consideri infatti che questo tipo di esperienze gruppali, siano esse virtuali o in presenza, necessitano di una ratio ben precisa affinché siano utili ai possibili fruitori. Ogni tipo di disturbo psicologico richiede un tipo di setting specifico (individuale o gruppale). Quindi la prima cosa è individuare con precisione il target a cui è rivolto il servizio e costruire il progetto su ciò. 2) affrontato questo primo step organizzativo, le consiglio di sondare, in primis, le preferenze dei fruitori ossia sapere quale tipo di canale prediligano (virtuale o in presenza). Anche in considerazione del fatto che le piattaforme on line presentano una comprovata efficacia terapeutica, ma, ovviamente, il loro impatto emotivo è ridotto, quindi risultano meno potenti. Per questo si potrebbe pensare di alternare le due modalità (in presenza e on line) in modo da riequilibrare il tutto. Questi sono alcuni spunti di riflessione a partire dai quali può impostare il suo progetto e reperire altre informazioni. Le auguro in bocca al lupo. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Diagnosi ADHD negli adulti
Apri domandaBuonasera Martina, Dalla mia esperienza clinica, le posso confermare che è possibile formulare diagnosi di Adhd in età adulta. È possibile farlo mediante un colloquio psicologico, la somministrazione di test psicologici specifici e una successiva visita psichiatrica attraverso cui valutare il piano farmacologico da prescrivere. Inoltre, le posso confermare che ricevere questo tipo di diagnosi in età adulta, ha aiutato molte persone a ritrovare un senso ad un quadro sindromico incomprensibile e quindi anche più spaventoso. Pertanto, le consiglio di ricercare uno psicoterapeuta o uno psichiatra che si occupi di questo nella sua zona. Vedrà che il parere di un esperto potrà fugare i suoi dubbi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Perché mia madre si comporta così?
Apri domandaBuonasera Antonio, Da quanto narra, mi pare di capire che nel suo modo di rapportarsi a sua madre non ci siano questioni in cui "sbagli". Sembra piuttosto che la decisione, ormai lontana nel tempo, di affidare Antonio ai nonni, sia molto probabilmente motivo di tensione per sua madre. Ipotizzo questo poiché è sempre molto difficile e costoso emotivamente per una madre rinunciare al proprio figlio, circostanza che può generare frustrazione, a cui forse sua madre reagisce proiettando su di lei stati emotivi negativi come ad esempio il fallimento che attribuisce a lei ("sono un fallito"). Pertanto, poiché prova molto affetto per sua madre ("amo molto mia madre"), le consiglio, in primis, di richiedere un supporto ai suoi nonni nella gestione del rapporto con sua madre. La creazione di un'alleanza mamma/nonna può essere utile a sua madre per sentirsi in parte attiva nel processo di accudimento di Antonio. Inoltre, può provare a creare circostanze di incontro con sua madre che esulino dal contesto abituale casalingo, in cui magari, non c'è l'intimità che sua madre cerca, poiché ci sono i nonni. In una situazione uno ad uno con sua madre può trovare lo spazio per manifestare l'affetto che prova per lei e avviare un contatto emotivo più profondo. Le auguro di trovare la sintonia che desidera con sua madre. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come gestire la mia sofferenza interna?
Apri domandaBuongiorno Martina, Da quanto narra, mi pare di capire che il suo disagio sia attivato, in primis, dalla condizione di solitudine ("quando mi trovo sola senza alcuna altra compagnia fisica soffro"). Questa frase mi induce ad ipotizzare che per lei, la presenza fisica di qualcunaltro, sia essenziale per mantenere il suo equilibrio affettivo. Come mai, secondo lei, Martina non è sufficiente da sola a rassicurarsi? Che timori attiva lo stare sola? E, al contrario, in che modo, secondo lei, avere qualcuno vicino può lenire la sua sofferenza? La risposta a questi quesiti può segnare l'inizio di un processo autoesplorativo finalizzato a comprendere le cause della sua sofferenza. Questo percorso può svolgerlo facendosi accompagnare da un terapeuta che le stia vicino e la aiuti a comprendere la connessione mente-corpo, aspetto fondamentale su cui lei ha, giustamente, focalizzato il suo scritto e che va approfondito. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Che tipo di problema ho?
Apri domandaBuonasera Silvia, Da quanto narra, mi pare di capire che uno dei principali "problemi" rilevabili è che lei sia sola. Intendo dire che al di là della questione relativa al fatto se "il rumore della provinciale" sia un problema o no, sembra che il suo compagno si percepisca fuori dalla questione ("mi ha rinfacciato di avermelo fatto presente"). E che un suo eventuale o presunto errore di valutazione ("non avevo dato peso"), sia la causa del suo attuale malessere, quindi la conseguenza di una sua disattenzione. Se così fosse, posto che il rumore sia "realmente un problema", sembra che lei sia sola in questa situazione. Percepirsi soli nella interpretazione di un problema, può ingigantire il problema stesso proprio perché diventa qualcosa che non è condiviso, un disagio rispetto a cui l'altro prende le distanze. Questo meccanismo può generare stress che, a lungo andare, può trasformarsi in apatia ("le crisi depressive"). Inoltre, consideri che il trasloco è uno degli stressor più intensi e pervasivi. Quindi, credo che una consulenza psicologica individuale, anche on line, possa aiutarla a fare chiarezza su tutti i cambiamenti che sta attraversando ora (lavoro, casa). In questo modo le "crisi depressive" di cui parlava avranno un significato ben preciso e acquisirà degli strumenti per gestirle. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Cosa sbaglio nell'essere mamma?
Apri domandaBuongiorno Rosa, leggendo il suo racconto, posso avanzare due ipotesi sullo stile di attaccamento tra lei e sua figlia: 1) la bambina, essendo peraltro ancora molto piccola, non ha sviluppato un attaccamento preferenziale verso lei mamma. Se ciò fosse vero, bisognerebbe capire come mai sia accaduto, quindi chiedersi se la bambina è stata allevata da molte figure di riferimento per cui ha appreso che si occupano di lei diversi caregiver. Da ciò non ha un attaccamento preferenziale per la mamma. L'inserimento al nido quando è avvenuto? E chi lo ha gestito: solo lei mamma, oppure anche altre figure di riferimento? 2) La bambina ha un temperamento tale per cui è naturalmente incline ad interagire con estranei, è curiosa rispetto al mondo circostante. Questo potrebbe significare che la bambina è tranquilla nella sue relazioni di attaccmaento e quindi può concedersi di esplorare il mondo. Consideri che queste sono solo ipotesi che andrebbero verificate osservando accuratamente l'interazione tra lei e sua figlia, aspetto a cui vanno poi aggiunte altre informazioni anamnestiche che consentano di ricostruire la storia del vostro legame di attaccamento dalla nascita fino ad oggi. Detto ciò, ci tengo a precisare che il legame di attaccamento è un sistema dinamico, varia nel corso del tempo, quindi, qualsiasi cosa sia accaduta fin'ora, può essere ampiamente modificata nel suo corso di sviluppo. Lei si sente sintonizzata emotivamente sulla bambina? Quando sta con lei quali sensazioni avverte? Come si sente nel ruolo di madre più in generale? E' possibile condividere rilfessioni e sensazioni di questo tipo con il papà? Se desidera approfondire questi aspetti, una consulenza psicologica può aiutarla in questo, fornendole inoltre, utili spunti e strumenti per gestire la relazione con sua figlia. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Cosa comportarmi con il mio parente?
Apri domandaBuonasera Sabrina, leggendo il suo scritto, ho percepito da subito una sensazione di solitudine ("non so a chi rivolgermi") che immagino possa acuire il suo disagio rispetto ai comportamenti di sicuro discutibili del suo parente. Non ha indicato la sua età, ma posso ipotizzare che sia molto giovane, quindi sicuramente ha bisogno di confrontarsi con un altro adulto che possa, innazitutto, convadidare il suo disagio, riconoscerlo e aiutarla ad acquisire strumenti efficaci per tutelarsi dalle affermazioni del tutto sconvenienti del suo parente ("Che coscione"). Mi sento di dirle, prima da donna e poi da psicologa, che non è giusto e rispettoso verso Sabrina il compotamento del suo parente. Pertanto, escludendo che lei sia "pazza", le consiglio di condividere queste sensazioni con uno psicoterapeuta che la aiuti a capire come tutelarsi da uomini che assumo tali atteggiamenti. Consideri infatti, che questo tipo di uomini avverte l'insicurezza delle giovani donne come lei e può sentirsi, perciò, incoraggiato a cercare tali contatti che, anche se solo verbali, possono, a mio avviso, ledere fortemente la dignità della donna, così come ha già avuto modo di notare su se stessa ("tutto questo mi mette molta ansia e a volte ho incubi"). Si prenda cura di lei. In bocca la lupo. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ansia incondizionata da giorni
Apri domandaBuonasera Giada, Capisco che possa essere difficile da fare, ma parlare apertamente ai suoi genitori riguardo a quanto le sta accadendo, può essere un grande sollievo. Condideri, infatti, che sforzarsi di celare ciò che ci fa soffrire, ci rende tesi perché è un'operazione contraria a ciò che percepiamo. Sentirsi soli nella difficoltà, può darci l'impressione che questa difficoltà sia ancora piu grande. Cosa teme possano provare o pensare i suoi genitori nel vederla sofferente? Generalmente, quando è in difficoltà chiede aiuto e, se sì, a chi? I suoi genitori sono disponibili ad ascoltarla secondo lei? Detto ciò, il consiglio che mi sento di darle è provare ad esternare le sue attuali difficoltà a qualcuno di cui si fidi, situazione che potrebbe facilitare, poi, un confronto con i suoi genitori. In bocca al lupo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Depressione o altri disturbi? Ho bisogno di un parere professionale
Apri domandaBuongiorno Antonino, Mi dispiace molto nel leggere che i suoi genitori disapprovino e giudichino negativamente il suo orientamento sessuale. Immagino quanto possa essere difficile sentirsi solo in una fase così importante della sua vita. Detto questo, da quanto narra, i sintomi depressivi sembrano presenti, rappresentati, in primis, dall'ideazione suicidaria, che va tenuta in debita considerazione. Pertanto, le consiglio di contattare al più presto un terapeuta che possa aiutarla a trovare la sua strada ed il suo posto nel mondo. Anche perché, ci pensi, non mi sembra affatto giusto che Antonino rinunci a vivere liberamente la sua vita, il suo orientamento sessuale, per appiattirsi su un pregiudizio omofobo. Si prenda cura di Antonino. In bocca al lupo. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Da qualche giorno che mio figlio ha deciso di non mangiare più
Apri domandaBuonasera Marta, Che lei sappia, è successo qualcosa a scuola o a casa che ha modificato, in qualche modo, l'equilibrio emotivo di suo figlio? Come mai ha la sensazione di non riuscire a deglutire bene? Ha avuto difficoltà con qualche cibo e si è spaventato? Ha mostrato questi sintomi in passato? Il disagio si manifesta solo a casa o anche in altri posti e con altre persone al di là del suo nucleo familiare? Avendo queste info a disposizione, l'unica strategia che mi viene in mente per "tamponare" è chiedere a lui dove preferirebbe mangiare, cosa mangiare e con chi. Questo per rendere più piacevole il momento del pasto. Ma, come lei immaginera', è un'indicazione del tutto generale che va poi integrata con un piano di intervento specifico concordato con un terapeuta che possa conoscere approfonditamente voi genitori e vostro figlio. In bocca al lupo. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Scalaggio Cipralex
Apri domandaBuonasera T., Per quanto riguarda la gestione della terapia farmacologica le consiglio di rivolgersi ad un medico psichiatra, se non l'ha già fatto. Ha scritto di essersi rivolto al suo "medico", intende dire quello di base? Se cosi fosse, le consiglio, invece, di rivolgersi ad un medico specializzato in psichiatria che saprà indicarle se l'attuale terapia farmacologica è indicata per lei e anche come scalarla. Processo quest'ultimo che deve avvenire sotto la supervisione dello psichiatra. Da ciò che narra, mi pare, invece, di capire che lei sia solo in questo processo e questa condizione contribuisce ad alimentare il suo disagio. Inoltre, per quanto riguarda l'associazione psicoterapia-farmacoterapia le posso dire che è un tipo di procedimento molto usato e dalla comprovata efficacia, a patto che, ovviamente, sia stata formulata la diagnosi giusta e che il medico psichiatra valuti costantemente le condizioni di salute del paziente. Un buon piano farmacologico può essere propedeutico alla psicoterapia. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Senza figli e soffro
Apri domandaBuonasera Martina, Innanzitutto mi sento di esprimere il mio dispiacere per quanto ha narrato, per l'impossibilità di realizzare il suo sogno di diventare madre. E mi sembra che questa ferita, nonostante i percorsi terapeutici già svolti, bruci ancora molto dentro di lei, deturpando anche l'immagine di Martina ("mi sento inferiore"). Pertanto, dal mio punto di vista di donna e psicoterapeuta, le consiglio di occuparsi di Martina in modo da aiutarla ad accettarsi anche se non è madre, con l'aiuto del suo marito/compagno. Alleanza quest'ultima, fondamentale in questi casi, e che dalle righe qui riportate, non sono riuscita a cogliere. Mi sembra infatti, che Martina ora sia sola con il suo sogno infranto e questa condizione acuisce, di sicuro, la comprensibile sensazione di frustrazione che accompagna chiunque tenti di diventare genitore senza riuscirvi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Madre depressa
Apri domandaBuonasera Michela, Concordo assolutamente con lei quando afferma di non riuscire a "prendere il carico della sua depressione" perché "non sto ancora abbastanza bene". Ma capisco e condivido anche la naturale spinta ad aiutare la propria madre. Pertanto, ciò che le posso consigliare di fare è questo: selezionare insieme a sua madre un terapeuta da cui poi andrete. In questo modo sua madre avvertirà la sua vicinanza emotiva, il suo interesse e il fatto che lei Michela possa accompagnarla nel suo percorso di cura. Vedrà che in questo modo vi riavvicinerete e riuscirete a comunicare efficacemente. Auguro un grande in bocca al lupo ad entrambe. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Disturbo ossessivo compulsivo
Apri domandaBuonasera Roberto, Se suo fratello si rifiuta di andare in terapia, le sconsiglio di insistere, quanto piuttosto può richiedere una consulenza psichiatrica per lei stesso. In questo modo potra' capire come comportarsi con suo fratello. La soluzione più auspicabile in casi come il vostro è richiedere una consulenza psichiatrica/psicoterapeutica famigliare, in modo che lei Roberto non si senta sovraccaricato in questa situazione e ogni membro della famiglia dia il suo supporto affinché la situazione si risolva. Non avendo altre info più specifiche sulla vostra situazione, non posso procedere oltre nell'analisi della sua domanda. Rimango a sua disposizione. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come diminuire il bisogno del sesso?
Apri domandaBuonasera Alessandro, L'idea di trovare una terapia che possa "raffreddare" un'instinto del tutto normale come il sesso è un aspetto che, a mio parere, dovrebbe essere attentamente analizzato. Nel senso che la sua richiesta di "togliere la voglia del sesso" oltre che non praticabile a meno che non sia associata ad una psicopatologia accertata, non è rispettosa verso Alessandro. Ossia non tiene conto del fatto che Alessandro, come tutti noi, ha un normale desiderio di "contatto". Pertanto, ciò che le consiglio di fare è ricercare uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia e richiedere una consulenza individuale che la aiuti a capire in che modo affrontare la situazione. Quindi capire in che modo crearsi nuovi contatti e come mantenerli al fine di acquisire nuove conoscenze e possibili partner. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Perché vedo cose disturbanti?
Apri domandaBuongiorno Maria, La sua domanda è troppo complessa per poter ricevere una risposta univoca o esauriente su questo sito. Nel senso che servono molte altre info (età, condizione fisica, neurologica ecc.) per poter formulare un'ipotesi sulla causa del disagio che ha descritto. Quindi le consiglio, in primis, di rivolgersi al suo medico curante che le saprà consigliare a chi rivolgersi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mi sembra di avere così tanti problemi da non avere la forza di alzarmi la mattina
Apri domandaBuongiorno Giacomo, Da quanto narra, mi pare di capire che lei abbia già intuito quale sia la "risposta" alle sue domande: "ho scoperto che posso uscirne parlando con qualcuno". Ossia, il disagio che ha descritto necessita di uno spazio di accoglienza e approfondimento adeguato che possa aiutarla a comprenderlo per gestirlo. Questo spazio, come ha già avuto modo di notare lei, può essere creato insieme ad uno psicoterapeuta che la aiuti a capire come mai lei sperimenti un'alternanza di stati umorali. Pertanto le consiglio di ricercare uno psicoterapeuta che le ispiri fiducia e con cui senta di poter condividere e affidare la sua esperienza emotiva. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ansia o depressione?
Apri domandaBuongiorno Christian, innazitutto è importante capire chi e quando abbia prescritto a lei Zoloft e Xanax. Le chiedo questo perchè, dalla mia esperienza clinica e terapeutica, le posso dire che la terapia farmacologica può avere dei buoni effetti sui sintomi, come ad esempio i "pensieri ossessivi" di cui parla lei, ma deve essere associata ad un pecorso parallelo di psicoterapia individuale. Solo così, i "pensieri oessessivi" potranno essere gestiti al meglio e soprattutto essere tenuti sotto controllo al fine di scongiurare ulteriori disagi o esiti estremi come quelli prospettati da lei ("morte"). Quindi, se desidera rasserenarsi concretamente, è necessario che lei si affidi ad un terapeuta con cui possa condividere il suo disagio, imparare a gestirlo e stare progressivamente meglio. Vedrà che al termine della terapia, i "pensieri ossessivi" attuali saranno solo un ricordo. Un caro saluto. Dott. ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
La mia ragazza vuole un figlio e io no
Apri domandaBuongiorno Anonimo, concordo con lei quando afferma che sia "prematuro" affrontare l'argomento "figlio", considerando che la relazione è iniziata 4 mesi fa. Pertanto, credo che la cosa migliore e costruttiva per il vostro rapporto sia concentrarsi sul presente, evitando di proiettarsi su una dimensione futura su cui ancora non siete sintonizzate, come è comprensibile che sia. Qualora dovesse ripresentarsi l'occasione di discutere di questo argomento, il mio consiglio è quello di essere autentica così come lo è stata qui: riportare che al momento non avverte questa necessità, ma che non si può assolutamente sapere a priori quali saranno le esigenze di qui a 5/6 anni ad esempio. Quindi, nel frattempo, le consiglio di investire su questa relazione cercando di comprendere, col tempo, se effettivamente la sua fidanzata corrisponda al suo ideale di ragazza e se avete altri punti di contatto, al di là della questione figlio. Anche perchè mettere al mondo un figlio è una decisione che presupppne una serie di valutazioni molto ampie sul partner, che possono essere acquisite su un orrizzonte temporale che è sicuramente più ampio di quello che ha avuto a disposizione finora. Si conceda del tempo e vedrà che maturerà le decisioni più giuste per lei. In bocca al lupo. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Sessualità spiccata nei bambini (5 anni)
Apri domandaBuonasera Lena, Da quanto ha narrato, mi pare di capire che suo figlio ricerchi il contatto, l'affetto dell'altro usando il canale sessuale che è molto intimo e profondo. Quindi, posso ipotizzare che le richieste di contatti con i suoi amichetti siano addebitabili ad un desiderio più ampio di entrare in sintonia, comunicazione con l'altro che forse suo figlio non ha ancora trovato la giusta canalizzazione. Ma se contestualizziamo il tutto nell'attuale situazione pandemica, sarà più facile comprendere come suo figlio, insieme a tutti i bambini di questa epoca, abbia risentito di queste restrizioni nei contatti interpersonali e che, probabilmente, questo bisogno emerga ora manifestandosi in modo molto diretto ed intenso. Pertanto, il mio primo consiglio è quello di coinvolgere anche il papà, fondamentale perché è il suo modello di riferimento maschile, richiedendogli di spiegargli nuovamente quello che ha già fatto lei circa l'inadeguatezza di alcuni contatti intimi. Qualora ciò non dovesse essere sufficiente, le consiglio di richiedere una consulenza psicologica finalizzata ad aiutare suo figlio nell'acquisizione di strategie di relazione più efficaci. Anche perché è fondamentale che suo figlio interagisca con gli altri bambini e d'altrocanto capisco la sua preoccupazione a riguardo. Un caro saluto a lei e a suo figlio. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ansia ed extrasistole
Apri domandaBuongiorno Andres, innanzitutto le sconsiglio caldamente di leggere alcunchè su Internet circa la sua condizione psicofisica poichè le info che si traggono dalla rete possono essere fuorvianti in quanto molto generiche, non provienti da fonti accertate scientificamente, quindi possono indurre maggiore ansia. Detto questo, credo che per risolvere efficamente il suo "problema enorme" ed iniziare a percepirlo come un "problema" più alla sua portata, ridurne quindi le dimesioni, sia necessario che lei provi ad andare oltre i sintomi fisici (tachicardia e insonnia), i quali rappresentano solo un aspetto superficiale di un disagio psicologico che richiede un approccio più ampio. Ossia occuparsi di Andres a 360 gradi, quindi capire come mai accade ciò ora, cosa sta ccadendo nella sua vita che attiva la "paura di morire", su chi può contare e a cui può chiedere un eventuale aiuto, come va la sua vita al di là del disturbo ansioso qui descritto. In questo modo l'ansia acquisirà un altro singificato nella sua vita e a partire da esso sarà più semplice gestirla. Pertanto, le consiglio di ricercare uno psicoterapaeuta che le ispiri fiducia, in presenza oppure on line. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mi infastidisce la presenza di mio padre
Apri domandaBuonasera Mariasole, è del tutto comprensibile che lei provi "disgusto o distacco" nei confronti di suo padre, poichè il solo fatto di dubitare circa l'effettiva realtà di un accaduto ("non riesco a capire se effettivamente è stato solo un sogno"), può turbare molto. Quindi comprendo il suo disagio e credo che questi "sentimenti contrastanti" verso suo padre, necessitino di uno spazio d'analisi più intimo e ampio di ciò che può avvenire mediante questo portale. Inoltre, la dinamica di controllo che mette in atto suo padre verso di lei ("E' entrato nella mia camera") senza rispettare la privacy, è un aspetto che va opportunamente considerato ed affrontato perchè non mi sembra giusto che lei debba stare "sempre sull'attenti" quando non c'è sua madre. E' una condizione di attivazione che, qualora si protragga ancora, può innalzare il suo livello di ansia fisiologico, acuendo la sensazione di malessere che ha già descritto qui. Considerando la profondità e delicatezza dell'argomento, immagino che non abbia avuto modo di confrontarsi più ampiamente con nessun'altro. Se così fosse, le consiglio, di proseguire sulla strada già imboccata scrivendo questo messaggio e di provare a condividere queste sensazioni con uno psicoterapeuta di cui si fidi e a cui senta di poter affidare queste emozioni così intime e preziose. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Atteggiamenti maliziosi di mio nipote
Apri domandaBuonasera Riccardo, Comprendo e condivido la sua difficoltà nel gestire una situazione così delicata e complessa. Poiché lo stile educativo di sua cugina non prevede "vincoli" (mi pare di capire neppure riguardo alla sessualità), presumo che non intenda confrontarsi piu ampiamente con lei circa l'accaduto e concordare una linea comune di interazione tra i vostri figli. Pertanto, poiché sua figlia è molto piccola, sarebbe difficile organizzare un discorso sulla sessualità che lei possa comprendere a pieno. È preferibile, perciò, che lei si prenda un tempo per metabolizzare l'accaduto e organizzare una strategia, evitando di incontrare sua cugina e il bambino. A tale proposito è importante sottolineare che una bambina di 2 anni non può avere provato un piacere sessuale, nell'accezione in cui lo intendiamo noi adulti. Non è sufficientemente sviluppata per questo, e soprattutto, cosa fondamentale, non è in grado di scegliere liberamente cosa accade sul suo corpo, non può autodeterminarsi essendo in una fase così precoce del suo sviluppo. Di conseguenza non è opportuno che sia sottoposta a contatti intimi di cui non può comprendere il senso poiché sono precoci. Quando sarà più grande (3 anni mezzo/4) potrà spiegargli che nessuno può accedere alle sue parti intime senza il suo permesso e che comunque è un'area del corpo che va preservata e protetta. In questo lavoro, può farsi supportare dalla mamma della bambina. Cosa ne pensa la mamma di tutto ciò? Una consulenza psicologica/sessuologica potrebbe aiutarvi a capire in che modo indirizzare vostra figlia più in generale nell'ambito della sessualità, dimensione alquanto complessa e su cui ci sono diversi pregiudizi e informazioni scorrette. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Si tratta di permalosità?
Apri domandaBuonasera Vittorio, Da quanto narra, mi pare di capire che le affermazioni di suo padre non siano riferibili ad un atteggiamento razzista, quanto piuttosto ad uno stile colloquiale a cui suo padre è ormai abituato. E quindi, come giustamente osserva lei, avendo 70 anni, è difficile scardinare certi meccanismi. Piuttosto è più utile provare a spiegare alla sua ragazza che sicuramente ci sono persone razziste, ma fortunatamente non lo siamo tutti! Inoltre, può aiutarla molto, come presumo già stia facendo, invitandola a condividere le sue paure e la sua solitudine ("ha pochissimi amici"), condizione che può condizionare negativamente il suo giudizio degli altri, inducendola a credere che siano tutti razzisti, ed io voglio credere/ sperare che non sia così! Inoltre, al di là di questo specifico aspetto qui descritto, come va la vostra relazione? È soddisfatto? Avete dei progetti di coppia? Secondo lei, la sua ragazza sarebbe disponibile a discutere di questi aspetti in un setting terapeutico di coppia?Rispondere a queste domande può fornirle degli spunti utili a capire se è opportuna una consulenza di coppia, oppure se preferisce una consulenza individuale. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Soffro di doc da relazione?
Apri domandaBuonasera Giusy, Per uscire dalla situazione di empasse in cui si trova è fondamentale, a mio parere, esplorare l'affermazione: "io non mi meritavo tutto il suo amore". Come mai, secondo lei Giusy non può godere di queste attenzioni e amore? Questo tipo di autovalutazione non le consente di dedicarsi al 100 per 100 e liberamente a lui ne' a qualsiasi altro eventuale ragazzo che manifesti interesse per lei. Perciò è importante capire da cosa nasca questa sorta di autosabotaggio che la induce a far fallire una relazione da cui ha ricavato molte emozioni positive ("mi sono sentita completa"). Come mai Giusy è costretta a prendere le distanze da una persona "perfetta", quindi da una condizione ideale, di felicità? Cosa accadrebbe se, per ipotesi, potesse tornare insieme a lui? In che modo evolverebbe la vostra relazione? Una consulenza psicologica individuale può aiutarla a sciogliere questi nodi e a renderla libera di accogliere l'amore e l'affetto nella sua vita. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Consiglio per quanto riguarda gli studi
Apri domandaBuongiorno Simone, Per "riuscire a studiare bene" è essenziale stare bene, ossia sentirsi sereni e tranquilli, altrimenti i processi attentivi e la concentrazione non funzionano al meglio. Perciò, le consiglio di richiedere un supporto psicologico per superare l'empasse in cui si trova ora, che sembra presentare sintomi depressivi, da tenere in grande considerazione ("pensieri di suicidio, non riesco ad alzarmi dal letto" ecc.). Quando supererà questa empasse, vedra' che sapra' prendere le decisioni universitarie giuste per lei e riprendera' i rapporti con i suoi coetanei, aspetto quest'ultimo essenziale per il nostro umore. Le auguro in bocca al lupo. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Da che psicologo andare?
Apri domandaBuonasera Stefano, Mi dispiace per quanto ha dovuto soffrire già in tenera età. Comprendo e condivido il suo disagio nello stare solo, e il suo desiderio di "avere una ragazza". Un percorso di psicoterapia individuale può esserle di aiuto nel perseguire questo obiettivo poiché le consente di esplorare i suoi bisogni e capire come raggiungerli. Le auguro di trovare tutto ciò che cerca. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Mia moglie e l'ex
Apri domandaBuongiorno Enrico, La sua modalità narrativa mi ha colpito molto e mi sembra denoti la sensazione che sua moglie e, la situazione familiare in generale, le stia sfuggendo di mano. Per evitare che ciò accada, dal mio punto di vista, è essenziale che lei ora si concentri su sua moglie e sulla vostra famiglia, ponendo in secondo piano, anche se comprendo quanto possa essere difficile, la questione dell'ex. Perciò le consiglio di proporre a sua moglie una consulenza psicologica di coppia che vi possa aiutare a capire, in primis, come va la vostra relazione e come migliorarla. Qualora sua moglie non fosse disponibile a ciò, le consiglio di richiedere una consulenza psicologica individuale per lei stesso (anche on line), finalizzata a capire come sia meglio muoversi per cercare di riprendersi sua moglie e fare in modo che lei riesca a percepire il sentimento che la lega a lei (io l'ho avvertito leggendo il suo scritto, ma non è sempre facile saper comunicare all'altro quanto lo amiamo). Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Depressione e gravidanza
Apri domandaBuongiorno Valentina, Il modo in cui la nostra mente interpreta e poi reagisce ad un determinato evento (nel suo caso aborto) è sempre determinato da più fattori. Quindi il solo "fatto ormonale" può aver attivato alcune sensazioni, ma da solo non può generare cambiamenti di umore. I nostri cambi di umore sono, invece, determinati anche da molti altri fattori, come ad esempio, nel suo caso, il ricordo di una gravidanza spiacevole che sembra averla segnata condizionando il presente. Pertanto, poiché è già stata supportata da una collega in passato e con buon esito, le consiglio di rivolgersi nuovamente alla collega o anche a contattarne un altra, se preferisce. Le consiglio questo perché ha scritto che desidera un bambino e, dalla mia esperienza, le posso riferire che un supporto psicologico può aiutarla a risolvere la posizione conflittuale in cui si trova ora. In bocca al lupo. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Masturbazione patologica bambino
Apri domandaBuongiorno Emilia Anna, Leggendo il suo scritto, mi ha colpito innanzitutto una frase: "passa molto tempo a giocare". Non ha specificato a quanto cio' corrisponda in termini temporali, ma immagino che siano alcune ore al giorno, circostanza che può rinforzare il comportamento di masturbazione che ha notato. Nel senso che trascorrere molto tempo on line determina la tendenza a perdere la cognizione del tempo, dello spazio e può indurre anche comportamenti automatici, di cui si ha poca consapevolezza in quanto il focus è lo schermo. Quindi, intanto credi sia opportuno e utile, soprattutto per la corretta evoluzione neurologica e mentale di suo figlio, iniziare a ridurre il tempo trascorso on line, e poi vedere cosa accade per quanto riguarda la masturbazione e più in generale il suo comportamento. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Sono indeciso se lasciare medicina, cosa fare?
Apri domandaBuongiorno Lorenzo, Credo che lei sappia molto bene cosa desidera ("l'unica cosa che voglio è non fare il medico"), ma che, al contempo, abbia timore che il suo contesto di riferimento (famiglia e amici), disapprovi questa decisione. Come mai è così importante per lei l'approvazione o meno degli altri? La necessità di incontrare l'apprezzamento dei suoi genitori, ad esempio, può realmente indurla a rinunciare a ciò che desidera? Io credo che i suoi, come tutti i genitori, abbiano un solo desiderio, cioè vedere che il proprio figlio sia felice nella strada che ha intrapreso. Quindi, credo che, se lei sia realmente convinto di trasferirsi e cambiare facoltà, l'unica cosa da fare sia parlare autenticamente con i suoi genitori e seguire la sua strada. Ad ogni modo le auguro in bocca al lupo. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Rifiutato da una ragazza, perché me la sono giocata male
Apri domandaBuongiorno Ivan, Leggendo il suo scritto, ho percepito una certa tendenza ad essere severo verso Ivan. Mi spiego: forse è plausibile che lei non sia riuscito a cogliere dei "segnali" inviati dalla ragazza, ma l'aspetto che mi ha colpito maggiormente è che la ragazza abbia concluso, sulla base di poche ore di contatto interpersonale, che Ivan non sia la persona giusta. Mi sembra un giudizio molto perentorio, molto semplicistico e anche affrettato perché decidere che una persona non sia quella giusta solo sulla base di pochi scambi, è riduttivo. E denota anche una certa superficialità relazionale/emotiva da parte della ragazza. Che forse si era creata un'immagine ideale di Ivan attraverso i social e poi non è riuscita a connetterla all'aspetto reale, concreto di Ivan. Detto questo, comprendo il suo vissuto di rabbia suscitato dal non essersi sentito "intraprendente" come avrebbe voluto. Ma l'acquisizione di una certa intraprendenza passa necessariamente attraverso alcune situazioni in cui si "sbaglia", o meglio non ci si sintonizza con l'eventuale partner. Non ha indicato la sua età, ma immagino sia giovane, circostanza che ci può rendere goffi a volte, ma è sempre importante pensare che la ricerca di contatto fisico/sessuale nasce da un desiderio reciproco, da una sintonia emotiva. Quindi forse è utile per lei riflettere anche sul fatto che magari la dinamica con questa ragazza non ha fatto scattare in lei la spinta ad agire. Se così fosse, non sarebbe certo possibile attribuire la responsabilità di cio che non è accaduto né ad Ivan, né alla ragazza. Ci pensi. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Perché a mia moglie dà fastidio che io veda mia madre?
Apri domandaBuongiorno Massimiliano, comprendo la sua difficoltà nel capire cosa desideri sua moglie. Immagino che abbiate già provato a parlare di ciò. Se così non fosse, può provare a chiederle se vuole affrontare l'argomento. Qualora ciò non dovesse essere fattibile, provi a proporre a sua moglie di andare insieme in visita da sua madre. In questo modo sua moglie non si sentirebbe esclusa dal vostro rapporto e contemporaneamente potrebbe rendersi conto delle effettive condizioni di sua madre. Al di là di questo specifico aspetto che ha descritto, il rapporto con sua moglie come va? È agevole parlare tra di voi? È soddisfatto del vostro rapporto? Le chiedo questo perché a volte, le persone, non riuscendo a parlare apertamente delle proprie insoddisfazioni, possono utilizzare un evento apparentemente privo di particolari implicazioni pratiche (es. la visita a sua madre), per manifestare il loro disappunto che magari è di più ampio raggio, nel senso che riguarda aspetti dell'esistenza più complessi, ma difficili da esprimere. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Voglio abbandonare Medicina, cosa fare?
Apri domandaBuongiorno Gaia, Mi dispiace leggere che una ragazza di 22 anni si percepisca già "vecchia, fallita, depressa", condizione forse acuita dalla mole di studio che implica medicina, ma che merita sicuramente un'attenzione al di là di ciò. Mi spiego meglio: il fatto che lei sia "completamente sola" e che non abbia avuto un po' di quella "spensieratezza" tipica degli anni universitari, mi fa ipotizzare che già in precedenza, lei avesse difficoltà ad interagire con i suoi coetanei, aspetto che acuisce le criticità nello studio di qualsiasi facoltà. Perché anche se lei cambiasse facoltà, senza però modificare l'approccio alla vita in generale, la fatica nello studio permarrebbe ugualmente. Una ragazza che si definisce "depressa" a mio avviso, ha come priorità quella di capire come fare a stare meglio con sé e con gli altri. Risolto quello, la prospettiva sullo studio sarà diversa, anche perché i disturbi dell'umore condizionano in modo molto significativo le nostre capacità di concentrazione e attenzione, rendendo quasi impossibile un'operazione come lo studio. Pertanto le consiglio di consultare uno psicoterapeuta, anche on libe, che la aiuti a capire cosa sia meglio fare in questa fase della sia vita. La relazione terapeutica la aiuterà a non sentirsi sola. Quando ci sentiamo soli, i nostri problemi possono apparirci più grandi e difficili. Le auguro in bocca al lupo. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Voglio stare con lei ma avere rapporti anche con altre donne
Apri domandaBuongiorno Vincenzo, Lei ha scritto "è un po' di tempo che provo assuefazione fisica nei confronti della mia ragazza" e io le chiedo: potrebbe quantificare questo a livello temporale? Nel senso è successivo e/o concomitante rispetto agli 8 mesi da cui convivete? Le chiedo questo perché l'aspetto temporale è importante per capire se e in che misura la convivenza abbia influito sul suo interesse sessuale verso la sua compagna. Quindi, capire cosa significa per lei Vincenzo la convivenza in generale, se è soddisfatto di ciò, chi ha proposto la convivenza e perché. Tutte questioni che possono interferire nell'area emotiva/relazionale e poi avere un impatto in ambito sessuale. Ovviamente, come lei immaginera', è necessario un approfondimento di questi aspetti per aiutarla a gestire l'ansia che prova ora. Una consulenza psicologica individuale, anche on line, può esserle di aiuto. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Psicoterapeuta non abilitato?
Apri domandaBuonasera Marco, Comprendo che lei si sia sentito "in allarme" una volta appreso che lo psicologo a cui si è rivolto non è abilitato alla psicoterapia. Io credo che lei semplicemente possa condividere questi pensieri con lui, anche perché se lei desidera svolgere un lavoro di psicoterapia, con l'attuale psicologo ciò non può avvenire. Inoltre, io credo che il lavoro svolto finora con lo psicologo possa essere utile per lei e che da lì possa proseguire un lavoro di psicoterapia più profondo. Magari con uno psicoterapeuta abilitato, se ne sente la necessità. Capisco le sue difficoltà nel rivolgersi ad un eventuale psiterapeuta a cui narrare la sua storia fin dall'inizio, ma le posso garantire che un terapeuta esperto è in grado di cogliere i nessi fondamentali fin dalle prime sedute. Ad ogni modo, le auguro in bocca al lupo. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Accettare la ex moglie
Apri domandaBuonasera Stefania, Innanzitutto mi sento di manifestarle la mia vicinanza e il mio dispiacere per il bambino che ha perso nel 2021. Posso ipotizzare che questo evento abbia determinato tutta una serie di pensieri ed emozioni molto complesse che lei ha ben esemplificato nella parola "peso" . Quindi, io credo che per affrontare al meglio anche la situazione della ex moglie del suo compagno, sia essenziale affrontare, in primis, questo "peso". Quando percepiamo già dentro di noi un "peso", tutto il resto, assume una connotazione ancora più faticosa proprio perché siamo già stanchi del nostro "peso". Perciò, io le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che la aiuti a gestire questo "peso". Le posso garantire che condividere questo tipo di pesi con un terapeuta esperto può darle molto sollievo perché la aiuta a gestirlo al meglio. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Lei ha 15 anni piu, mi ha mentito sull'età
Apri domandaBuonasera Federico, Comprendo e condivido la sua confusione avvertita nello scoprire una verità così sostanziale sulla donna a cui è legato ormai da 3 anni. Detto questo, io credo che sia importante, se desiderate che la storia prosegua, stabilire un rapporto di fiducia reciproca. Nel senso che è importante, a mio avviso, parlare apertamente alla sua compagna di quanto accaduto dentro di lei in seguito a questa scoperta casuale e al discorso relativo alla sua perdita di "fiducia". Che progetti di vita ha con la sua compagna? E che tipo di impatto ha avuto questa scoperta sui progetti eventuali? Cosa significa che la guarda con "occhi diversi"? Una consulenza psicologica individuale, anche on line, può aiutarla a fare luce dentro di sé e contemporaneamente anche sulla vostra storia, in modo da capire cosa sia meglio fare. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Lui non vuole passare troppo tempo con me
Apri domandaBuongiorno Eleonora, Comprendo e condivido il suo malessere, poiché non essere "quasi mai soli" rappresenta un ostacolo per l'evoluzione del vostro rapporto. Significa che non potete stabilire un contatto abbastanza intimo ed esclusivo. Il fatto che assuma antidepressivi e che soffra di insonnia ormai cronica, mi fa dedurre che non sia, al momento, in grado di accogliere Eleonora nella sua vita. Nel senso che forse il suo livello di sofferenza personale non gli consente di percepire, attualmente, il disagio di Eleonora. Ma, le posso dire, in base alla mia esperienza clinica, che nonostante la presenza di una psicopatologia, le persone possono essere aiutate a capire e a scegliere se proseguire o no una relazione sentimentale che, anzi, in molto casi, può essere un elemento motivante ai fini della guarigione. Quindi bisogna capire se lui ha realmente intenzione di stabilire un legame sentimentale con qualcuno e se sia disposto a porre in secondo piano amici e famiglia, inclinazione che potrebbe permanere anche qualora riuscisse a risolvere i suoi disagi psicologici, perché forse è "infantile" come suppone lei. Quindi è importante che lei si chieda in che misura desideri interagire con una persona che mostra difficoltà nell'entrare in contatto emotivo con l'altro e che, dal mio punto di vista, potrebbe essere uno dei motivi per cui soffre di depressione. Ci pensi. Resto a disposizione per eventuali chiarimenti. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Nipoti che dicono: "la mamma è più bella di te"
Apri domandaBuongiorno Valeria, Concordo con la collega nel sostenere che lei non sia affatto "stupida". Quanto piuttosto, leggendo il suo scritto, ho la sensazione che lei, forse, tema di essere considerata "stupida" e/o "brutta", quindi il parere dell'altro pare essere un aspetto fondamentale per lei, superiore magari a ciò che lei stessa pensa di lei. Come mai attribuisce questa importanza al giudizio altrui su Valeria? Che rapporto ha con sua sorella in generale? C'è rivalità/competizione tra voi? Al di là di ciò, mi sento di darle un'indicazione pratica ed immediata per provare a gestire il rapporto con i suoi nipoti: quando avrà modo di parlare con loro, cerchi di capire come mai utilizzino questa modalità di interazione provocatoria nei suoi confronti e provi a spiegare che è sgradevole, inadeguata ed anche infantile da parte loro. Sono abbastanza grandi per essere aiutati a capire che curare la comunicazione è una forma di rispetto molto alta nei confronti dell'altro. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Perdita di interesse per tutto
Apri domandaBuongiorno Patrizia, Mi dispiace leggere che ora lei non riconosca più la Patrizia che si "rimboccava le maniche", quindi una persona reattiva e resiliente ("ha risolto i propri problemi"). Mentre oggi Patrizia sembra non avere più la forza per essere quella di un tempo, quindi, a mio avviso, bisognerebbe chiedersi come mai questo meccanismo si sia interrotto. La quarantena è sicuramente un fattore scatenante del disagio attuale, ma è importante anche allargare la prospettiva sulla sua vita più in generale. Cosa sta accadendo nella sua vita? Studia o lavora? Ha una relazione sentimentale? Non avendo altre info sulla sua vita, non saprei fornirle indicazioni più specifiche sulla sua situazione, che merita sicuramente un approfondimento. Questo può farlo richiedendo una consulenza psicologica individuale on line o in presenza. Le consiglio di selezionare lo/la psicoterapeuta che le ispira più fiducia, ad istinto, e vedrà che sarà quello/a giusto/a. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Finire quello che si inizia?
Apri domandaBuongiorno Emma, Leggendo il suo scritto, ho notato che sta già svolgendo un percorso di psicoterapia. Come mai ha chiesto un ulteriore parere a psicologi su questo sito? Ha condiviso queste sue difficoltà con il suo attuale terapeuta? Io credo che se lei si fida del collega, cioè se ha costruito con lui/lei una relazione terapeutica stabile, la cosa migliore sia confrontarsi con lui/lei. Altrimenti, ricevere eventuali consigli/indicazioni, da altri psicologi potrebbe indurre in lei ulteriore confusione decisionale, andando così ad acuire proprio il meccanismo che le crea disagio, cioè aprire più possibilità e non concluderne nessuna. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Pensieri percepiti come realtà
Apri domandaBuonasera Margherita, Da quanto scrive, posso ipotizzare che si tratti di un disturbo ossessivo compulsivo poiché la sua mente sembra sia ostaggio di pensieri pervasivi che possono alterare anche la sua percezione della realtà ("è come se non distinguessi la realtà dell'immaginazione"). Detto questo, anche se fosse confermata la mia ipotesi diagnostica, sarebbe comunque necessario un ulteriore approfondimento su Margherita, sulla sua vita, su come sta in generale. Questo è necessario per conferire un significato e una spiegazione al suo sintomo ("immagino di vomitare") che, per essere efficacemente affrontato e risolto, richiede un approccio più ampio e complesso. E soprattutto richiede un confronto con un terapeuta esperto che la aiuti a gestire i pensieri "invalidanti", in modo che lei possa ritrovare quella "spensieratezza" che merita. Una consulenza psicologica individuale, anche on line, può aiutarla in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Decisione cambio università
Apri domandaBuonasera Michela, Leggendo il suo scritto, ho percepito una notevole inclinazione a proiettarsi su una dimensione futura che è lontana da oggi ("seconda laurea") e che mi sembra offuschi la sua visione su oggi. Nel senso che, per poter valutare con calma e attenzione cosa fare oggi ("cambio università"), credo sia più utile focalizzare l'attenzione sul primo corso di laurea, quindi decidere se proseguire o no infermieristica. Detto questo, mi sembra di capire che lei in realtà già sappia cosa desidera oggi ("non voglio fare questo lavoro"), ma sembra tema di seguire questo desiderio. Come mai secondo lei? Se prevede che sarà "insoddisfatta" completando gli studi di infermieristica, io credo che non sia consigliabile per lei proseguirli. Credo che sia più utile per lei fermarsi e riflettere su ciò che desidera, in modo da trovare la forza e il coraggio per seguirlo. Si prenda il tempo che le serve, il tempo impiegato per prendere questo tipo di decisioni è sempre ben speso perché riguarda Michela. E Michela, per stare bene, ha bisogno di fare ciò che desidera realmente. In bocca al lupo. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Come far capire ai genitori che non si tratta di un problema al cuore ma di un attacco di panico?
Apri domandaBuongiorno Valentina, A volte per essere ascoltati e compresi dall'altro, bisogna fare un piccolo sforzo per avvicinarsi all'altro, paradossalmente. Intendo dire questo: forse per convincere i suoi genitori del suo disturbo d'ansia è sufficiente sottoporsi agli esami cardiaci che propongono loro. Quando questi esami daranno esito negativo, confermando l'ipotesi di attacchi di panico e il parere del medico escludera' problematiche cardiache, allora i suoi genitori dovranno fare i conti con la realtà. Si faccia accompagnare da loro in questo percorso diagnostico, perché coinvolgendoli riuscirà a far capire loro, nel concreto, la sua condizione psicofisica. Le auguro il meglio. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Genitori anziani e figli unici
Apri domandaBuongiorno Alessandra, Io credo che per andare incontro alla vita "la fuori", sia necessario iniziare dalla vita che avverte dentro di lei. Nel senso che, il susseguirsi di malattie e sofferenze nella sua famiglia, sembra aver gettato, come è comprensibile che sia, un velo di cupezza e "tristezza" di cui occuparsi in modo profondo. Pertanto, le consiglio di richiedere una consulenza psicologica individuale, anche on line, che possa aiutarla ad elaborare il dolore indotto dalle malattie del suoi genitori. Anche perché lei, essendo figlia unica, non può condividere preoccupazioni e/o riflessioni sui suoi genitori con altri fratelli/ sorelle. Condizione che, immagino, contribuisca ad acuire il suo sovraccarico emotivo e il suo senso di "solitudine". Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Marito svalutante
Apri domandaBuongiorno Alice, Leggendo il suo scritto, sorge una, tra le tante domande che vorrei porle se fossimo in consulenza: come mai ha sposato suo marito e cosa l'ha fatta innamorare di lui? Cosa vi lega oggi? Come mai accetta di essere trattata nei modi svalutanti che ha narrato? Questi e altri quesiti sono essenziali per aiutarla a comprendere cosa sia meglio per lei e per il suo bambino oggi e anche per valutare se sia effettivamente sottoposta a violenza psicologica. Pertanto le consiglio di richiedere una consulenza psicologica individuale, anche on line, al fine di fare maggiore chiarezza. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Approccio con le donne e paura di mettersi in gioco
Apri domandaBuongiorno A. Per "porre rimedio" alla sua situazione e iniziare ad avere relazioni sentimentali, è essenziale comprendere, in primis, come mai lei sia "schivo" e avverta il "blocco" che ha descritto. Capire questi aspetti consente, infatti, di trovare una spiegazione/risposta ai quesiti che lei ha posto sul suo comportamento. A partire da ciò, decidere poi cosa sia meglio fare. In sintesi, è un lavoro step by step che può aiutarla a conoscersi meglio per fare ciò che la fa stare meglio. Una consulenza psicologica individuale, anche on line, può esserle utile in questo. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Si devono dimenticare gli sbagli dei figli?
Apri domandaBuongiorno N., Leggendo il suo racconto, mi sorge istantanea una domanda: come è stato lei mentre accudiva da solo sua moglie? Ha svolto un'importante funzione di caregiving che essendo, così impegnativa, poiché sua moglie non era autonoma, può averla affaticata molto. Di contro, sembra che sua moglie sia "acida" verso di lei, quindi pare che non abbia compreso a fondo o non sia in grado di manifestare a lei gratitudine per aver svolto questa sua funzione di sostegno e supporto. Come mai accade ciò? Avete parlato di tutto questo con sua moglie? Come mai era solo nell'acccudirla? Che tipo di relazione ha con lei? E con i suoi figli? Come vede, per approcciarsi al meglio alla situazione, è necessario conoscerla in modo più approfondito. A tal fine, una consulenza psicologica individuale può esserle di aiuto. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Non riesco a vivere ma non mi sento libera di morire
Apri domandaBuonasera Gaia, Io credo che potrebbe esserle utile sospendere, almeno temporaneamente, il pensiero che lei possa far "soffrire" i suoi cari. Mi spiego meglio: se lei desiderasse comprendere i motivi che hanno generato la "scura ombra" in cui si trova ora, potrebbe anche trovare il modo di uscirne, con il supporto di un terapeuta. Lo stesso terapeuta potrebbe aiutarla a comunicare nel modo migliore come si sente ai suoi. Quindi, a questo punto il quesito da porsi è: posso chiedere aiuto per risolvere la mia situazione e uscire dalla "scura ombra"? Cosa accade nella sua "scura ombra"? Una consulenza psicologica individuale, anche on line, può aiutarla a stare meglio "senza fare male a nessuno"! Le auguro il meglio Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....
Ansia: sto avendo delle reazioni molto strane dal mio corpo
Apri domandaBuongiorno Giorgia, leggendo quanto ha scritto, mi sembra di capire che lei avverta al necessità, a livello razionale, di essere "felice" al di là di qualsiasi dubbio circa la sua vita. Nel senso che mi pare senta il dovere ("dovrei") di essere "felice" a priori, mentre il suo corpo mi pare sia in disaccordo con questa visione, direi quasi perfetta che lei ha tracciato della sua vita. Quando accade ciò, può significare che, in realtà, nonostante lei si imponga di essere "felice", qualcosa non si allinea a questa condizione e ciò è manifestato dal suo corpo. Consideri, inoltre, che spesso, proprio imporsi di essere in una condizione emotiva, anche positiva, può essere costrittivo per noi, perchè magari avvertiamo le aspettative degli altri, vogliamo allinearci ad un modello ideale che propone determinati stati d'animo in risposta a specifiche condizioni di vita. Ma, a volte, anche le cose che consideriamo positive, possono indurre un senso di agitazione in noi, dettato proprio dal fatto che ci imponiamo una reazione specifica, non siamo liberi di viverle come vorremmo. Mentre forse il suo corpo le sta indicando che è necessario fermarsi, riflettere e osservare con calma quanto sta accadendo nella sua vita. Per fare il punto della situazione. Magari il suo corpo avverte che ora Giorgia si trova in una fase di passaggio su cui è necessario riflettere. Come vede, ci sono diverse spiegazioni possibili da attribuire ai sintomi che ha descritto. Pertanto, le consiglio di provare ad occuparsene in compagnia di un terapeuta che la aiuti a comprendere quale messaggio essi vogliano inviarle. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Marcella Pisani (Roma)....