Sono psicologa psicoterapeuta psicoanalista, iscritta alla sezione A dell’Albo Nazionale degli Psicologi (iscrizione numero 1962, Ordine degli Psicologi dell’Abruzzo).
Ricevo privatamente a Bologna centro.
Dopo gli studi classici e la laurea di primo livello, ho conseguito la laurea specialistica in Psicologia Clinica e Dinamica presso la Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi dell’Aquila, e mi sono successivamente specializzata in Psicoterapia Psicoanalitica ad orientamento relazionale-interpersonale presso l’Istituto di Psicoanalisi neofreudiana Erich Fromm di Bologna, Scuola di Specializzazione quadriennale riconosciuta in ambito scientifico nazionale (MUR) ed internazionale (conforme alle norme di training dell’IFPS International Federation of Psychoanalytic Societies), conseguendo il titolo di Psicoterapeuta e Psicoanalista.
Ho approfondito la mia formazione anche presso il Centro Italiano di Psicoterapia Psicoanalitica per l’Infanzia e l’Adolescenza di Bologna (C.I.PS.PS.I.A.).
Qual è il mio metodo di lavoro?
Il mio approccio clinico e terapeutico è psicoanalitico relazionale.
La psicoterapia psicoanalitica permette di sperimentarsi come efficaci rispetto alle proprie emozioni, di far evolvere le capacità di autoriflessione, e di interrompere la rigida ripetizione di quelle dinamiche che si sono rivelate di ostacolo alla piena espressione e alla realizzazione di sé.
La psicoterapia psicoanalitica si caratterizza come un percorso di conoscenza di sé e di cambiamento in direzione di più piene e soddisfacenti modalità di vivere e di essere in relazione con gli altri.
L’approccio teorico-clinico psicoanalitico relazionale prevede una modalità di lavoro vis-à-vis.
A partire dalla condivisione quanto più possibile libera e spontanea di pensieri, emozioni, fantasie, e dei sogni da parte del paziente, si lavora sulle dinamiche inconsce emergenti ricorrenti.
Il lavoro psicoterapeutico evoca nuove esperienze emotive, che aiutano a riconfigurare la “cornice narrativa” all’interno della quale il paziente è abituato a inquadrare i propri vissuti.
La psicoterapia non ha un andamento necessariamente lineare, o del tutto prevedibile e pianificabile, perché paziente e psicoterapeuta, lavorando insieme, alimentano il percorso di sempre nuovi contributi, consci e inconsci, che emergono dal trasformarsi e dall’evolversi della relazione terapeutica stessa.
Ciascun percorso psicoterapeutico è, per molti aspetti, diverso dall’altro, perciò non è possibile indicare una durata del trattamento valida per tutti i pazienti. Anche questo aspetto viene discusso da paziente e psicoterapeuta, in relazione all’andamento delle sedute e all’evolversi del percorso stesso.
Quando e perché?
- Per maturare una più profonda consapevolezza rispetto al proprio mondo emotivo, che permetta di migliorare la propria esperienza di sé e le relazioni con gli altri.
- In situazioni di disagio profondo, di difficoltà emotiva ed esistenziale.
- In presenza di sintomi, cioè di manifestazioni psichiche e somatiche: che arrecano sofferenza e disagio; per le quali sembra impossibile trovare una spiegazione, o alle quali è difficile attribuire un senso; che costituiscono un impedimento allo svolgimento delle attività quotidiane; che insorgono come momenti di rottura rispetto all’equilibrio psicologico (emotivo, relazionale, di conoscenza di sé) esistente.
- In momenti cruciali e particolarmente importanti della propria vita, per affrontare i quali si avverta la necessità di ricevere supporto.
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