Ludopatia: quando il gioco ci rovina la vita

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ludopatia e gioco d'azzardo


Cos’è la ludopatia?

La ludopatia (dal greco ludo “gioco” e patia “malattia”, letteralmente “malattia del gioco”), nota anche come gambling, disturbo da gioco d'azzardo o dipendenza da gioco, è un disturbo mentale che si caratterizza per un comportamento problematico di gioco d'azzardo ricorrente, persistente, e compulsivo.

Il gioco d’azzardo è definito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come una sindrome da gioco con vincita in denaro, cioè, implica la scommessa di denaro o di oggetti di valore sui risultati di un gioco d’azzardo, una gara o un altro tipo di evento il cui esito è incerto e attribuibile al caso, e non all’abilità del giocatore. Per questo, altri tipi di gioco, come il gioco di competizione, non rientrano negli oggetti della ludopatia.

Chi soffre di ludopatia, non riesce a gestire e resistere all’impulso di giocare elevate quantità di denaro. Si tratta di una condizione seria che può impattare gravemente la salute mentale di chi ne è affetto e inficiarne il funzionamento in diversi aspetti della vita, come le relazioni familiari e sociali, il lavoro e le finanze personali.


Dati epidemiologici e statistiche

Negli ultimi anni, purtroppo, i casi di ludopatia sono notevolmente aumentati su scala globale, per via del facile accesso al gioco d'azzardo, alla legalizzazione dei casinò e all'intensificazione della pubblicità che invita a giocare e scommettere su tutti i mezzi di comunicazione.

Secondo l’OMS, la prevalenza globale del disturbo da gioco d'azzardo nella popolazione adulta è del 2,9%, con milioni di adolescenti coinvolti. In alcuni paesi, come in Messico, la prevalenza è ancora maggiore, superando il 5%.

In Italia, secondo delle statistiche del 2022 dell'Istituto Superiore di Sanità, la prevalenza della ludopatia è del 3,2%, ed è più comune e dall’esordio più precoce negli uomini di giovane età con un basso reddito o basso livello di istruzione. La popolazione più a rischio sarebbe quella degli adolescenti e dei giovani adulti, con un tasso di prevalenza stimato fino all’8%.


Caratteristiche e sintomi

Chi soffre di ludopatia continua a giocare d’azzardo nonostante gli sforzi che mette in atto per tenere sotto controllo il comportamento. Come in altre dipendenze, la persona cerca avventura ed eccitazione e finisce per intensificare gradualmente il comportamento di gioco. Per recuperare il denaro perduto, lo intensifica ancor di più, mettendo a rischio le sue finanze e la sua vita personale o persino mettendo in atto condotte antisociali come la truffa o il furto.

Nella ludopatia e negli altri disturbi da uso di sostanza si possono distinguere sintomi specifici e aspecifici.

I sintomi specifici sono:

  • Craving: è il desiderio impulsivo per un oggetto o comportamento gratificante, in questo caso il gioco, che fa sì che si continui a giocare, cioè, sostiene la dipendenza

  • Assuefazione: l’organismo si abitua gradualmente agli effetti del gioco e riduce la risposta

  • Tolleranza: si sente la necessità di giocare di più o somme di denaro più elevate

  • Astinenza: compaiono sintomi fisici o psicologici quando si smette di giocare.

I sintomi aspecifici sono invece l’ansia, la depressione, l’irritabilità, la suscettibilità, i cambi bruschi dell'umore, l'impulsività e la propensione alla scaramanzia. Possono anche presentarsi disturbi delle funzioni cognitive, somatizzazioni e disturbi del sonno.


Comorbilità

Chi soffre di ludopatia è più propenso a soffrire di altre patologie psichiche.

Esiste una associazione ben consolidata tra ludopatia e uso di sostanze. Negli Stati Uniti, si stima che fino al 63% della popolazione affetta da ludopatia va incontro a dipendenza da sostanze in almeno un momento della vita. Allo stesso modo, il 9-16% dei pazienti con disturbi legati all'uso di sostanze sono giocatori d'azzardo patologici.

Un'altra comorbilità particolarmente elevata è stata osservata tra il gioco d'azzardo patologico e i disturbi dell'umore. Si stima che fino al 76% dei pazienti ospedalizzati che soffrono di ludopatia soddisfino anche i criteri per il disturbo depressivo maggiore. Un dato molto preoccupante è che fino al 97% dei giocatori d'azzardo patologici adulti è a rischio di suicidio, con il 27% che mette in atto un tentativo suicidario.

Altre malattie riscontrate in associazione con la ludopatia includono i disturbi della personalità, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), i disturbi alimentari e l’ansia generalizzata, con sintomi fisici associati quali tremori, palpitazioni e sudorazione.


Ludopatia: disturbo compulsivo o dipendenza?

Il disturbo da gioco d'azzardo è ora classificato nel DSM5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) tra i disturbi da uso di sostanze.

Ma non è stato sempre così. Infatti, in passato, apparteneva ad un’altra categoria: quella dei disturbi del controllo degli impulsi. In effetti, nella ludopatia esiste una certa compulsione nei comportamenti di gioco, con un’incapacità a interromperli. Tuttavia, nella ludopatia l’impulso del gioco è più simile a una dipendenza, per l’effetto di eccitazione e gratificazione derivato dal comportamento. Il motivo per cui è classificata tra i disturbi da dipendenza è che nei disturbi compulsivi si mette in atto un comportamento per limitare l’ansia e altre emozioni negative, mentre nelle dipendenze lo si fa per sperimentare emozioni positive, ed è quest’ultimo il caso della ludopatia.

La ludopatia è considerata una dipendenza comportamentale e fa parte delle cosiddette nuove dipendenze o “dipendenze senza sostanza”, di cui fanno parte anche altre condizioni emergenti, come lo shopping compulsivo e la dipendenza dal lavoro o workaholism.


Tipi di giocatore e di gioco

Robert Custer, uno dei principali studiosi della dipendenza da gioco d'azzardo, ha descritto 5 tipologie di giocatori d’azzardo:

  1. Professionisti: il gioco è la loro professione e lo considerano un lavoro per mantenersi. Sono capaci di controllarsi e non sono davvero dipendenti.

  2. Antisociali: pur di ottenere un guadagno in denaro, giocano illegalmente barando (come corse di cavalli truccate o carte segnate).

  3. Sociali occasionali: detti anche giocatori adeguati, giocano d’azzardo per divertirsi e socializzare e il gioco non interferisce con la loro vita personale.

  4. Per fuga e per alleviamento: definiti giocatori inadeguati senza sindrome da dipendenza, giocano per scappare dalle difficoltà, come rimedio per ansia, depressione, noia o solitudine. Il gioco funge come un analgesico in questo caso.

  5. Compulsivi: incapaci di controllare il gioco, questo diventa per loro un pensiero fisso e l’unica priorità nella vita. Giocano perché sono dipendenti e non riescono a smettere nonostante i tentativi, con conseguenze disastrose sulle relazioni familiari, sociali e lavorative.

Secondo Custer, la ludopatia segue una lenta evoluzione: si parte dal gioco sociale, progressivamente il profilo del giocatore diventa sempre più problematico, per poi sviluppare la dipendenza e diventare giocatore compulsivo.

Tra le modalità di gioco più comuni nella ludopatia sono le macchinette e le slot machine, i casinò, il bingo, il gioco online e le scommesse (come sulle partite di calcio). Una tipologia di ludopatia emergente è la dipendenza da videogiochi (o gaming disorder) che è stata ufficialmente riconosciuta dall'Oms come patologia mentale.


Cause

Le cause dello sviluppo della ludopatia comprendono un insieme di fattori genetici, biologici, psicologici, sociali e ambientali.

È stato osservato che le persone propense a sviluppare dipendenze, compresa quella del gioco, hanno delle vulnerabilità neurobiologiche connesse a specifiche disfunzioni nei sistemi di alcuni neurotrasmettitori, in particolare dopamina, serotonina e noradrenalina. Questi circuiti cerebrali giocano un ruolo chiave nella regolazione di gratificazione e motivazione e sono responsabili delle dipendenze. Recentemente sono stati identificate delle alterazioni nei geni dei recettori della dopamina D1, D2, D4 che sembrano avere una relazione con la gravità e l'incidenza della ludopatia, in relazione a compulsività, impulsività e dipendenza.

Inoltre, diversi studi condotti sui gemelli hanno dimostrato che all’interno della stessa famiglia esiste una probabilità di 4.7 volte maggiore di sviluppare ludopatia.

Queste evidenze scientifiche supportano l’ipotesi che la ludopatia possa attribuirsi in parte a delle irregolarità genetiche dei neurotrasmettitori.

Tuttavia, vi sono numerosi fattori predisponenti e precipitanti che contribuiscono all’esordio e allo sviluppo della ludopatia, come storia familiare, distorsioni cognitive, forti stress (come licenziamento o divorzio), problemi economici, traumi, etc.


Conseguenze

Il disturbo da gioco d'azzardo può comportare gravi conseguenze sulla salute di chi ne è affetto. Le più comuni sono:

  • Problemi economici, o esaurimento assoluto delle proprie disponibilità economiche

  • Problemi legali, come condanne o denunce

  • Danneggiamento delle relazioni personali e familiari, come isolamento sociale o divorzio

  • Disturbi mentali, come depressione, ansia, abuso di sostanze e aumento del rischio suicidario.


Come affrontare il problema?

La ludopatia è un disturbo cronico e recidivante e va affrontato con un intervento precoce e appropriato.

La famiglia e le persone care giocano un ruolo cruciale nell’identificare i segnali di dipendenza e nel fornire supporto all’individuo. Anche l’assistenza del medico di famiglia può essere importante nella prevenzione o nella diagnosi precoce della ludopatia, così come nel coinvolgimento dei familiari e nella gestione del percorso terapeutico.

Quando si sospetta un caso di ludopatia, è fondamentale intraprendere un percorso psicologico con uno specialista. Diversi studi hanno stabilito che la terapia cognitivo-comportamentale è il trattamento più efficace per il disturbo da gioco d'azzardo, in quanto consente una correzione dei pensieri e dei comportamenti disfunzionali e un’analisi delle cause sottostanti, insieme all’elaborazione di strategie per uscire dalle situazioni difficili, come i debiti. In alcuni casi lo specialista potrebbe aggiungere anche una terapia farmacologica.

Inoltre, esistono diverse associazioni, centri di cura e gruppi di auto-aiuto dedicati specificamente alla cura del gioco patologico, che possono fornire supporto e incoraggiamento a chi sta cercando di superare il disturbo da gioco d'azzardo.


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