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Rapporti tra ex
Salve,
la mia domanda verte su una situazione, non all'ordine del giorno, che si è venuta a creare con la mia ex moglie.
Siamo separati da quasi 2 anni e abbiamo due figli che oggi hanno 14 e 8 anni. La loro gestione è alla pari, mangiano e dormono tanto da me quanto dalla madre e, a parte alcune esigenze lavorative e non, siamo molto morbidi sui "turni". La separazione è stata consensuale e molto serena, tanto che i nostri rapporti sono molto buoni, con questo intendo che, non solo c'è molta comunicazione riguardante soprattutto i nostri figli, ma abbiamo mantenuto vive alcune abitudini che avevamo in costanza di matrimonio: quando mio figlio non dorme da me,vado tutte le mattine a casa della mia ex moglie a prenderlo per accompagnarlo a scuola e così per riportarlo a casa. Natale, Pasqua e Capodanno si sta insieme. Capita che si mangi tutti insieme dai nonni, che si esca per cenare con altre famiglie di amici comuni o che si trascorra insieme una giornata fuori porta.
Tra noi c'è ancora stima e affetto ma niente di più e nessuno dei due ha intenzione di riallacciare una relazione, il mio dubbio riguarda invece ciò che questa situazione può far arrivare ai nostri figli: è per loro positiva o può generare delle aspettative di ricongiungimento che, non concretizzandosi, possono sfociare in frustrazione? In sostanza, è giusto continuare così o è forse meglio mantenere sempre buoni rapporti ma rallentando la frequentazione?
Grazie.
Problemi di autostima, ansia e problemi con mamma
Salve. Parto dicendo che sono una studentessa di psicologia, ho 24 anni e vivo con mia madre. Non mi sono mai lamentata del rapporto con lei. La ricordo da sempre una madre amorevole, affettuosa, ma molto insicura. Non ha avuto una vita facile in famiglia, mi ha raccontato cose tristi della sua infanzia, e mia nonna non è mai stata un grande esempio di tenerezza.
Le mie ansie iniziano dopo il diploma. Ho iniziato a cercar lavoro, non ero sicura di voler iniziare l'università, ma mi sono sempre capitati lavori un po' discutibili; call center (che odio. sono introversa e lo trovavo un lavoro umiliante, la gente mi insultava per telefono e questo mi metteva ancora più ansia, quindi ho mollato, anzi, mi hanno mandata via perché non chiudevo abbastanza contratti). Ho lavorato come venditrice porta a porta, lavoro che lascia il tempo che trova, perché mi pagavano a provvigioni. Ho mollato io. Ho lavorato come cameriera, ma dopo una settimana mi hanno mandato via perché non ero adatta. Voglio specificare che non mi hanno mai "formato" a fare quel lavoro, o aiutato. Sono consapevole di non essere la cameriera migliore del mondo, ma imparo, e credo sia quasi dovere di un direttore formare il proprio personale e aiutarlo nei propri errori. Invece no, mandata a casa. Insomma, col tempo ho capito che volevo fare qualcosa che mi piacesse e mi sono iscritta all'università. Amo quello che studio, ma tutte queste esperienze lavorative mi hanno messo molta pressione. Mi sento molto insicura, ho paura a inviare un qualsiasi curriculum per paura di non essere capace. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata una frase di mia madre che mi ritorna in testa ogni volta ed è "ti hanno mandata a casa perché non sai fare niente."
Io non penso che mia madre sia cattiva, ma mi fa ancora male pensare a quelle parole, e secondo me le pensa davvero. Quando è arrabbiata dice spesso cose molto pesanti. Una volta mi ha detto "avrei dovuto morire io al posto di tuo padre" o "è colpa mia se sei cresciuta così". Studio, cerco di farla contenta, mi sento in colpa quando smetto di studiare perché non voglio farmi vedere da lei senza far niente e mi sembra sempre come se non fosse fiera di me.
Mi sembrano tutti più bravi di me. Non vedo l'ora di andare via di casa e vivere per conto mio, senza dar conto a nessuno di quello che faccio o di quello che mi succede.
Paura dell'amnesia?
Buongiorno,
20 anni sono sempre stato un soggetto molto ansioso ma ultimamente è arrivata questa nuova cosa: noto di dimenticarmi delle cose a breve termine e ora che continuo a pensarci e ho paura di perdere la memoria sembra che veramente mi inizio a scordare spesso. Credo sia una cosa psicologica ma ho paura che peggiori la parte della memoria.
Ho un blocco nel relazionarmi con gli altri
Buonasera sono una donna di 33 anni, vado già in terapia da un po’ ma nonostante tutto continuo ad avere un blocco nel relazionarmi con gli altri, credevo di aver migliorato questa cosa ma proprio oggi mi è stato detto da una delle persone a cui tengo di più e con cui credevo di non essere così “sei una cassaforte con le tue emozioni non permetti a nessuno di poterci entrare in contatto, per me sei un posto sconosciuto” . Più di ogni altra volta questa cosa mi ha fatto stare male perché vorrei tanto riuscire a parlare liberamente senza aver paura, paura di mostrarmi nel profondo, senza passare per quella silenziosa, senza sentirmi sbagliata per quello che sento e vivo. Mi blocco anche in terapia ed è frustrante, sono stanca. Come posso cercare di migliorare in questo?
1 risposte - LeggiPenso la mia ragazza soffra di un disturbo alimentare ma rifiuta l’aiuto
è da ormai un paio di mesi che capitano episodi in cui la mia ragazza di sfoga con me a riguardo di una sensazione che prova: dice che si sente male e in colpa quando mangia. Quasi contemporaneamente ha iniziato a fare tantissimo sport e a seguire una dieta stretta. Si ripetono spesso momenti in cui salta alcuni pasti (anche più di due di seguito) o mangia pochissimo, e con poi sensi di colpa.
durante questi pochi episodi di sfogo ho percepito che questa cosa le faccia provare molto dolore e paura, ma oltre questi sporadici momenti di apertura e sfogo, è molto difficile parlarne con lei.
Ne abbiamo riparlato oggi e lei ha confermato delle cose che mi disse tempo fa, ovvero che lei non vuole uscire da questa situazione, non vuole vederla come un problema, non vuole fare nulla perche le cose cambino, dicendo che non mangiando lei sta bene e che vuole perdere peso sfruttando questa cosa. (Non penso minimamente che lei debba perdere peso, è gia in forma ottima)
Mi sembra quasi che neghi completamente il problema, dicendo che non la fa stare male e non so come aiutarla perchè quando provo a parlarne mi respinge anche in modo aggressivo.
Cosa dovrei fare? Pensate che sia io a crearmi dei problemi o effettivamente sia necessario intervenire? Grazie
Ex e scenate di gelosia
Buongiorno, ho da 4 mesi una relazione con un uomo che prima di me ha avuto una storia durata 10 anni. Mi ha sempre parlato molto di lei, già prima che la nostra relazione iniziasse, ma anche adesso la situazione non è cambiata. Lei entra spesso nei suoi discorsi, perché ricorda aneddoti vissuti con lei o per altri motivi. Io nel corso del tempo ho provato un crescente fastidio per questa sua abitudine, ma ho sempre evitato di parlargliene, per non discutere e per fargli sentire che con me era libero di parlare di tutto, anche delle sue ex.
Pochi giorni fa però non sono riuscita a trattenermi e gli ho fatto una scenata di gelosia, corredata di lacrime (mie) e di parole sgradevoli nei confronti di lei.
Lui si è detto stupito di questa mia reazione ma mi ha rassicurato dicendomi che non prova più niente per l'altra e che vuole stare con me...e che ne parla perché è inevitabile in quanto facente parte del suo passato. Io però non sono convinta e ho molta paura che questo comportamento nasconda una nostalgia che a me non confessa, e forse neanche a se stesso.
Inoltre ho paura di aver rovinato qualcosa, intaccando la mia immagine di donna dalla mentalità aperta e per niente gelosa, che, in effetti prima di lui mi calzava a pennello.
Grazie in anticipo a chi vorrà rispondermi.
Perché mia moglie ha bisogno di questa fantasia?
Buongiorno
Mia moglie ed io siamo sposati da 21 anni.
Io no ho 47 e lei 42, abbiamo due figli.
La nostra vita matrimoniale è tutt'ora serena, solo qualche litigio qua e là, i figli crescono e noi stiamo bene insieme.
Sul fronte del sesso ho un dubbio.
Qualche mese fa ho scoperto sul suo cellulare un'applicazione, un po' nascosta, che so essere usata per chattare, la cui presenza mi è parsa strana.
Voglio chiarire che non si è trattato di un controllo motivato da dubbi, mi ha chiesto di tentare di sistemare il suo cellulare in quanto crashava in continuazione.
Senza voler approfondire la questione informatica vi dirò che ho aperto questa app.
Ebbene ho contato una decina di contatti, tutti uomini intorno i 45 anni circa, con i quali scambia frasi molto spinte, erotiche ma anche estremamente "porno".
Dopo la prima gelata di sangue ho cercato di ragionare e pormi domande.
1) Se nascondesse una tresca non sarebbe così ingenua da darmi il suo cellulare rischiando di essere scoperta.
2) Se invece lo avesse fatto apposta per mettermi sotto il naso le mie corna non sapendo in quale altro modo fare?
3) Perché a questi uomini non menziona nessun problema di coppia col quale giustificare il suo comportamento? Perché nelle sue frasi parla solo di sesso spinto fine a sé stesso?
..... è così via.
Non riuscendo a trovare un senso logico apparente in nessuna ipotesi, in quanto non stiamo attraversando nessuna crisi matrimoniale, ho deciso di guardarla negli occhi e chiederle spiegazioni..... tra un misto di sgomento, rabbia e terrore di averla persa senza essermene neppure accorto.
Attimo di sguardi.... poi la spiegazione mi ha lasciato di stucco.
"Non ti sto tradendo... è una mia fantasia, solo una fantasia.... che non avevo il coraggio di dirti".
Una fantasia inconfessabile.
Ovvero si eccita a chattare con perfetti sconosciuti recitando la parte della moglie fedifraga.
Devo dire che, tornando indietro con la memoria, non ha mai cambiato abitudini, non si cura più di prima, non si chiude in bagno per chattare.... non fa tutte quelle cose tipiche dei traditori, tranne usare parecchio il cell.
Ha voluto dimostrarmi che non mi tradisce davvero.
Ha voluto che leggessi integralmente tutte le chat,
ho letto cose molto spinte, cose che facciamo io e lei, non sono un puritano bacchettone.
Ma leggere certe cose rivolte ad altri uomini mi ha turbato molto.
Però devo ammettere che in mezzo a tutte quelle frasi non ho letto nulla che indicasse un suo scontento nei miei confronti, anzi, mi ha più volte descritto come passionale, ma che nonostante questo lei aveva bisogno di tradirmi comunque per dare sfogo alla “moglie troia” che è in lei ( parole scritte da lei).
Ma alle insistenze di questi uomini per incontrarla, lei rispondeva sempre con frasi indefinite che lasciavano in sospeso il discorso, senza dire di no e senza dire di si.
Ad un paio di questi, i più insistenti, mesi fa ha scritto che io l'avevo sorpresa e quindi doveva troncare.
È così è stato, vedendo la cronologia ho potuto constatare che con questi due non ha più scritto in effetti.
Insomma, tutto lascia intendere che non mi stia mentendo quando mi dice che è solo un gioco virtuale.
Ovvero che trovi eccitante recitare la parte della fedifraga ma senza esserlo davvero.
Ma adesso mi ritrovo in una condizione stranissima:
Mia moglie vorrebbe il mio benestare per continuare a chattare recitando un ruolo che la eccita e alimenta le sue fantasie virtuali, sostiene inoltre che tale pratica la “accende” e proprio per questo a letto è molto calda con me.
Io mi ritrovo a 47 anni a dover fare i conti con dubbi sulla sua onestà, anche se sembrerebbe tutto vero, ma la gelosia è irrazionale.
Insomma... ho diversi elementi per crederle ma mi sento agitato, come posso non temere che prima o poi tutte queste chat le facciano fare la sciocchezza?
Temo che impedirglielo faccia solo danno.
Grazie mille
Lui ha tratti narcisistici, esiste un alternativa alla parola fine?
buongiorno,
ho una relazione con un uomo che presenta alcuni tratti narcisistici della personalità.
Non credo rientri in un totale disturbo di personalità, in quanto presenta sensi di colpa, empatia e attenzione vera nei confronti delle persone con cui si relaziona e nei miei confronti. Ma non riesce a costruirsi una relazione umana che sia vera e stabile, soprattutto non permette più di tanto che gli si avvicini. O meglio, ha amicizie durature e di lunga data, ma solo se l'altro è disposto a darsi da fare pur di tenerla in piedi, cercandolo, standogli vicino. Lui non fa assolutamente nulla parte sua perché il rapporto stia in piedi. Con me alterna momenti di presenza totale, vicinanza, e manifestazione di amore ed affetto, a fughe repentine, senza apparente ragione se non appena mi avvicino troppo, e lunghi ed infiniti silenzi. In seguito ai quali, una volta riallacciato il contatto è come se nulla mai fosse accaduto. Alcuni tratti del narcisista mi pare li possieda appieno, il bisogno di essere sempre al centro, di essere lodato ed ammirato, la consapevolezza che questo malsano gioco di allontanamento e vicinanza mi leghino sempre più a lui. Prova stima nel riconoscere che con lui la vita è una roulette russa. Si vola e ci si schianta. Va molto fiero di questo suo aspetto caratteriale. Solo i coraggiosi ed i temerari osano... a suo dire... Si riconosce come un premio, un trofeo che raggiungo se mi do da fare, se mi impegno. Sarò ricompensata... questo è il suo modo di vedere se stesso. Io e tutte le persone che con lui si relazionano siamo considerate valide e di valore solo e se disposte a farsi in quattro per lui. Al contrario suo, che nulla fa pur di tenere vicino a sé chiunque. Sola eccezione la madre. Si giustifica dicendo di non avere bisogno di manifestare il suo affetto, tanto coloro che lo amano lo sanno, ma allo stesso tempo si aspetta e pretende che chi lo ama faccia di tutto pur di stargli vicino. Si aspetta il massimo dando il minimo se non il nulla. Ora, sono combattuta tra il gettare la spugna e abbandonare la nave, ma la consapevolezza che non sia del tutto così, mi spinge a convincermi che non sia del tutto irrecuperabile. E' una persona molto sensibile, soffre lui stesso del suo modo di essere, ed in fondo è consapevole di quanto sia lui stesso la causa per cui tutti finiscano inevitabilmente per allontanarsi. Questo fa si che si crei un effetto a catena, gli altri vanno via e lui fa sempre meno per trattenerli. Io so che è una persona buona, distante molto, rispetto ad alcuni aspetti che descrivono il narcisista patologico come un individuo senza speranza dal quale scappare a gambe levate. La verità è che gli voglio molto bene, ma ne voglio anche a me stessa. Ora, sono arrivata a soffrire sempre meno le sue assenze e le sue sparizioni, ma non vorrei abbandonarlo. E' palese che soffra quando qualcuno a cui tiene prende le distanze, e lo manifesta, nei gesti, nelle parole, negli stati d'animo. Eppure finisce per convincersi che la solitudine per lui sia la miglior soluzione, almeno questo è quello che si dice, quello che sente, io sono certa, è l'esatto opposto. Avrei piacere di avere un consiglio se possibile. grazie Chiara
Felicemente fidanzata ma pensare all'ex
Sono una ragazza di 22 anni e da quasi 7 mesi sono fidanzata con un ragazzo stupendo. Con lui c'è molta complicità mentale, è bello intelligente e non litighiamo praticamente mai. Tuttavia sempre più frequentemente mi ritrovo a pensare al mio ex, a sognarlo e a addirittura sperare di incrociarlo. Con il mio ex siamo stati insieme 2 anni, una relazione super intensa ma piena di alti e bassi ed è finita perchè in un periodo litigavamo troppo (non perchè non c'erano i sentimenti). Ci siamo lasciati un anno fa, ho passato i primi mesi con la rabbia dentro ma ora che mi è passata sono curiosa a voler capire come è diventato ora e come staremmo insieme, anche se ho paura di rovinare tutto.Le poche volte che l'ho sentito (perchè anche a lui manco e a volte mi cercava) avrei voluto raccontargli un sacco di cose, ma so che ora sono fidanzata e non è il caso.
Fino a che punto è normale pensare ad un ex? è normale essere felicemente fidanzata e a modo mio amare la persona con cui sto ora ma pensare all'ex che si aveva amato con tutta se stessa? Cosa faccio?
freno inibitorio: cosa significa?
Salve buonasera volevo sapere cosa significa non avere freni inibitori
3 risposte - LeggiMangiarsi continuamente le pellicine dalle labbra
Salve! Ho un problema con le labbra: mi tolgo continuamente le pellicine dalle labbra fino a sanguinare. Passo buona parte della giornata con le mani sulla bocca, spesso neanche me ne accorgo, è diventato automatico. Quando tolgo le pellicine lo faccio quasi con "cattiveria" non sono delicata a farlo, arrivo fino a sanguinare e a provare dolore tant'è che a volte non riesco a muovere le labbra per sorridere o per parlare che mi si spaccano e sanguinano ancora. Quando arrivo a sanguinare, non mi fermo se c'è a cora la pellicina la devo strappare sangue o non sangue. Quando però arrivo al dolore, si mi fa male, ma un è male direi quasi piacevole ormai. Se provo a non farlo o mi mangio le unghie o dirigono i denti.
Ho questo problema da un po' di anni ormai; per un certo periodo se c'era un capello in mezzo al viso o in giro da solo lo strappavo quasi sempre, ora mi capita meno spesso. Fino ad un paio di anni fa se avevo crosticine o brufoletti in viso li grattavo via mente ora lo faccio con quelli sulla schiena.
Per un periodo di quasi tre mesi, circa cinque anni fa sono caduta nell'autolesionismo fino ad arrivare a preparare un suicidio che però, fortunatamente non sono mai riuscita a fare, anche se allora volevo.
Adesso ne sono uscita da sola, nessuno sa nulla.
Ad oggi mi capita di avere alcuni momenti in cui sono stesa sul divano a fare nulla o a scuola o comunque in situazioni "normali" e avere attacchi d'ansia suppongo siano, mi batte forte il cuore e respiro un po' corto
Spesso mi capita di pensare ancora al suicidio, a come sarebbe se fossi morta o come starebbero meglio gli altri; in stazione a volte quando sta per arrivare il treno lo fisso e mi avvicino alla linea gialla anche superandola senza però mai buttarmi.
Ho scoperto di avere una amica che è caduta in una lieve depressione e questo mi blocca ancora di più nel parlarne con qualcuno.
Essendo sia alle elementari che alle medie e a volte anche alle superiori, stata presa in giro per diversi motivi, sono molto chiusa ci vuole molto tempo prima che qualcuno riesca ad avere la mia fiducia, e per questo in tutta la vita non ho mai avuto una migliore amica, o un fidanzato o comunque qualcuno che restasse nella mia vita. Tutto ciò mi porta a sentirmi molto spesso sola e non cercata, come non amata e praticamente inutile.
Tra l'altro ho anche un rapporto molto difficile con i miei genitori, diciamo che se dovessi dire che gli voglio bene, non sarebbe un bene da figlio, ma un bene da conoscenti diciamo; non li sento molto genitori, non sono mai stato molto presenti nella mia vita e nonostante mi abbiano dato tutto non mi hanno mai dato l'amore di cui necessitavo.
Con loro non voglio tassativamente parlargiene.
La mia domanda è: la cosa a cui sto pensando è fare diverse vistie quando mi trasferisco tra un po' di mesi, ma fino ad allora come dovrei comportarmi? Cosa devo fare? Cosa mi consiglia? Grazie mille per la vostra risposta
Perchè vivere?
La domanda di questi giorni è : Perché Vivere?
Non riesco a trovare qualcosa per la quale valga la pena vivere, l’unica cosa che mi tiene qui sono i miei genitori e mia sorella, loro non meritano un dolore così grande, non meritano di perdere una persona alla quale vogliono tanto bene. Tutti gli altri se ne farebbero una ragione, starebbero male un pochino, ma poi passerebbe tutto. Io perché devo continuare a “vivere” una vita che non mi porta da nessuna parte ? Perché devo vivere? Non vedo un futuro, non mi piace studiare, non mi fiderò mai di nessun ragazzo. So per cosa devo vivere ma non so per cosa VOGLIO vivere.
Tutto ciò che faccio lo faccio per impiegare il tempo, è solo un palliativo, nell’attesa che il giorno finisca. Il problema è che quando un giorno finisce, ne inizia un altro e tutto si ripete come il giorno prima.
Non ho la forza di andare avanti, non ho la forza per fare niente, non ho la forza di studiare, di leggere, di amare la vita. Amare la vita…ma poi perché? È qualcosa che ho voluto io?
No, io non volevo nascere.
Se non fossi nata adesso non avrei nessun problema, se non fossi nata, nessuno piangerebbe per la mia morte.
E invece devo stare qua, costretta, per far giocare qualcuno che si annoiava e ha deciso di creare il mondo. Sempre se questo qualcuno esiste. Se non esistesse sarebbe ancora peggio. Sarei qui per pura casualità.
Il mondo è cattivo, le persone sono cattive, è tutto pieno di sofferenza, soffriamo tutti e non abbiamo il coraggio di porre fine a tutto ciò. Vorrei che il mondo finisse e si portasse via tutti i dolori e la cattiveria dell’umanità. Sarebbe meglio per me, per tutte le persone che vivono adesso e che vivranno in futuro. Smettiamola di fare figli, smettiamola di mettere al mondo persone che soffriranno, spezziamo questo cerchio, finiamola di essere stupidi ed egoisti. Noi soffriamo e cerchiamo di stare meglio giocando con la vita degli altri. Dovrebbe essere illegale favoreggiare il proseguimento della vita sulla terra.
Qual è il senso di tutto ciò?
Tutto ciò che facciamo è un modo per impiegare del tempo dato che abbiamo avuto la sfortuna di nascere.
Mi sento vuota, mi sento senza uno scopo, mi sento triste, depressa. Prima non ero così, prima apprezzavo qualsiasi cosa…che stupida! Adesso ho aperto gli occhi, ho capito che razza di fregatura è la vita.
Che cattiveria immensa.
Non me la sento di avere figli ma paura del futuro
Ho sempre avuto disturbi psicologici, da sempre in terapia e con psicofarmaci. Ho sempre rimandato l'idea di avere figli a quando sarei stata meglio.
Ho sempre saputo di volere figli, i bambini mi piacciono e sono brava con loro. Quando però ho deciso che era arrivato il momento di averne ho iniziato ad avere dubbi.
Quando avevo il dubbio che fossi incinta una paura enorme mi ha preso e non volevo esserlo. Mi si sono riacutizzati anche i miei problemi.
Purtroppo vista l'età, o ora o mai più. Allora ho deciso di abbandonare l'idea di diventare madre. Non sono sicura che al momento ne voglio anzi sono sicura che al momento non ne voglio.
Ma la natura in questo è crudele e non posso aspettare più. Addirittura vista l'età non so nemmeno se arriverebbero.
Al momento quindi non ne voglio, ma vedo mamme e bambini ovunque, soffro e mi chiedo in continuazione se ne voglio o no.
Sono entrata in un loop mentale. Il futuro senza figli mi preoccupa, ne ho paura, mi pare senza senso.
Paura dell'amnesia?
Buongiorno,
20 anni sono sempre stato un soggetto molto ansioso ma ultimamente è arrivata questa nuova cosa: noto di dimenticarmi delle cose a breve termine e ora che continuo a pensarci e ho paura di perdere la memoria sembra che veramente mi inizio a scordare spesso. Credo sia una cosa psicologica ma ho paura che peggiori la parte della memoria.
Rapporti tra ex
Salve,
la mia domanda verte su una situazione, non all'ordine del giorno, che si è venuta a creare con la mia ex moglie.
Siamo separati da quasi 2 anni e abbiamo due figli che oggi hanno 14 e 8 anni. La loro gestione è alla pari, mangiano e dormono tanto da me quanto dalla madre e, a parte alcune esigenze lavorative e non, siamo molto morbidi sui "turni". La separazione è stata consensuale e molto serena, tanto che i nostri rapporti sono molto buoni, con questo intendo che, non solo c'è molta comunicazione riguardante soprattutto i nostri figli, ma abbiamo mantenuto vive alcune abitudini che avevamo in costanza di matrimonio: quando mio figlio non dorme da me,vado tutte le mattine a casa della mia ex moglie a prenderlo per accompagnarlo a scuola e così per riportarlo a casa. Natale, Pasqua e Capodanno si sta insieme. Capita che si mangi tutti insieme dai nonni, che si esca per cenare con altre famiglie di amici comuni o che si trascorra insieme una giornata fuori porta.
Tra noi c'è ancora stima e affetto ma niente di più e nessuno dei due ha intenzione di riallacciare una relazione, il mio dubbio riguarda invece ciò che questa situazione può far arrivare ai nostri figli: è per loro positiva o può generare delle aspettative di ricongiungimento che, non concretizzandosi, possono sfociare in frustrazione? In sostanza, è giusto continuare così o è forse meglio mantenere sempre buoni rapporti ma rallentando la frequentazione?
Grazie.
Problemi di autostima, ansia e problemi con mamma
Salve. Parto dicendo che sono una studentessa di psicologia, ho 24 anni e vivo con mia madre. Non mi sono mai lamentata del rapporto con lei. La ricordo da sempre una madre amorevole, affettuosa, ma molto insicura. Non ha avuto una vita facile in famiglia, mi ha raccontato cose tristi della sua infanzia, e mia nonna non è mai stata un grande esempio di tenerezza.
Le mie ansie iniziano dopo il diploma. Ho iniziato a cercar lavoro, non ero sicura di voler iniziare l'università, ma mi sono sempre capitati lavori un po' discutibili; call center (che odio. sono introversa e lo trovavo un lavoro umiliante, la gente mi insultava per telefono e questo mi metteva ancora più ansia, quindi ho mollato, anzi, mi hanno mandata via perché non chiudevo abbastanza contratti). Ho lavorato come venditrice porta a porta, lavoro che lascia il tempo che trova, perché mi pagavano a provvigioni. Ho mollato io. Ho lavorato come cameriera, ma dopo una settimana mi hanno mandato via perché non ero adatta. Voglio specificare che non mi hanno mai "formato" a fare quel lavoro, o aiutato. Sono consapevole di non essere la cameriera migliore del mondo, ma imparo, e credo sia quasi dovere di un direttore formare il proprio personale e aiutarlo nei propri errori. Invece no, mandata a casa. Insomma, col tempo ho capito che volevo fare qualcosa che mi piacesse e mi sono iscritta all'università. Amo quello che studio, ma tutte queste esperienze lavorative mi hanno messo molta pressione. Mi sento molto insicura, ho paura a inviare un qualsiasi curriculum per paura di non essere capace. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata una frase di mia madre che mi ritorna in testa ogni volta ed è "ti hanno mandata a casa perché non sai fare niente."
Io non penso che mia madre sia cattiva, ma mi fa ancora male pensare a quelle parole, e secondo me le pensa davvero. Quando è arrabbiata dice spesso cose molto pesanti. Una volta mi ha detto "avrei dovuto morire io al posto di tuo padre" o "è colpa mia se sei cresciuta così". Studio, cerco di farla contenta, mi sento in colpa quando smetto di studiare perché non voglio farmi vedere da lei senza far niente e mi sembra sempre come se non fosse fiera di me.
Mi sembrano tutti più bravi di me. Non vedo l'ora di andare via di casa e vivere per conto mio, senza dar conto a nessuno di quello che faccio o di quello che mi succede.
Ho un blocco nel relazionarmi con gli altri
Buonasera sono una donna di 33 anni, vado già in terapia da un po’ ma nonostante tutto continuo ad avere un blocco nel relazionarmi con gli altri, credevo di aver migliorato questa cosa ma proprio oggi mi è stato detto da una delle persone a cui tengo di più e con cui credevo di non essere così “sei una cassaforte con le tue emozioni non permetti a nessuno di poterci entrare in contatto, per me sei un posto sconosciuto” . Più di ogni altra volta questa cosa mi ha fatto stare male perché vorrei tanto riuscire a parlare liberamente senza aver paura, paura di mostrarmi nel profondo, senza passare per quella silenziosa, senza sentirmi sbagliata per quello che sento e vivo. Mi blocco anche in terapia ed è frustrante, sono stanca. Come posso cercare di migliorare in questo?
1 risposte - LeggiEx e scenate di gelosia
Buongiorno, ho da 4 mesi una relazione con un uomo che prima di me ha avuto una storia durata 10 anni. Mi ha sempre parlato molto di lei, già prima che la nostra relazione iniziasse, ma anche adesso la situazione non è cambiata. Lei entra spesso nei suoi discorsi, perché ricorda aneddoti vissuti con lei o per altri motivi. Io nel corso del tempo ho provato un crescente fastidio per questa sua abitudine, ma ho sempre evitato di parlargliene, per non discutere e per fargli sentire che con me era libero di parlare di tutto, anche delle sue ex.
Pochi giorni fa però non sono riuscita a trattenermi e gli ho fatto una scenata di gelosia, corredata di lacrime (mie) e di parole sgradevoli nei confronti di lei.
Lui si è detto stupito di questa mia reazione ma mi ha rassicurato dicendomi che non prova più niente per l'altra e che vuole stare con me...e che ne parla perché è inevitabile in quanto facente parte del suo passato. Io però non sono convinta e ho molta paura che questo comportamento nasconda una nostalgia che a me non confessa, e forse neanche a se stesso.
Inoltre ho paura di aver rovinato qualcosa, intaccando la mia immagine di donna dalla mentalità aperta e per niente gelosa, che, in effetti prima di lui mi calzava a pennello.
Grazie in anticipo a chi vorrà rispondermi.