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Interferenze nelle decisioni di coppia
Buongiorno,
scrivo per provare ad analizzare la situazione con il mio compagno, perché credo che ci siano dei problemi che se non snocciolati nella maniera giusta, porteranno alla creazione di muri tra di noi, con inevitabile deterioramento della nostra relazione.
Abbiamo entrambi 29 anni e stiamo insieme da sei anni. Da un anno e mezzo conviviamo.
Premetto che io a lui tengo moltissimo, è la persona che vorrei accanto tutta la vita e vorrei creare il nostro futuro insieme. Ho però avuto fin dai primi mesi di frequentazione la paura che un giorno, che oggi vedo prossimo, dovessimo lasciarci, a causa di condizionamenti dettati dalla famiglia di origine. I miei timori sono nati dopo 6 mesi, ad appena 23 anni, quando sono venuta a conoscenza del fatto che i suoi genitori stessero sistemando una casa per lui e per il fratello più grande di 12 anni. Ma noi stavamo ancora frequentando l’università (entrambi ingegneri) e non era chiaro dove poi si andasse a lavorare.
Io ho espresso i miei timori e ho spiegato fin da subito che mi sentivo esclusa nella scelta della abitazione, ma sono sempre stata rassicurata sul fatto che non saremmo stati obbligati ad andare a vivere li e che neanche a lui piacesse la casa.
Contemporaneamente però, parlando insieme a lui, sentivo che i lavori procedevano, i suoi genitori, quando parlavano ai figli, davano per scontato che andassero li ad abitare e soprattutto c’era un diktat loro, che vieta ai figli di vendere o affittare quella casa. Il mio ragazzo non era molto convinto neanche lui di volere abitare li, ma io non riuscivo ad avere la certezza che un domani lui non si sentisse on dovere di andarci ad abitare per riconoscenza nei loro confronti.
La situazione di base mi poneva dei dubbi sull’andare in quella casa per il contesto principalmente: perché la casa non è intestata direttamente ai figli ma alla madre, a dire del mio steso fidanzato per impedire che un domani in caso che “le nuore mettessero contro i figli” la casa venisse persa.
La casa è su tre livelli, un appartamento per il primogenito, un secondo per il mio ragazzo ed un terzo, eventualmente per la vecchiaia dei suoi. L’idea già di base non mi fa impazzire, perché in una situazione così io mi sento un po’ in gabbia.
Inoltre, io notavo una fretta nel finire certi lavori che sarebbero potuti essere benissimo finiti un domani a spese dei figli, con le compagne, in modo che si scegliessero insieme certe finiture. Non ho mai potuto esprimere la mia opinione, e da un certo lato non ho mai chiesto di poterla esprimere, timorosa del fatto che un giorno, qualora io non avessi voluto andare a vivere li, mi sarebbe stato rinfacciato.
Le rassicurazioni del mio ragazzo mi sono bastate per 4 anni, ma temevo sempre l’evolversi della situazione, perché notavo la sottomissione sua nei confronti dei genitori. Ho notato che c’erano spesso delle ingerenze delle nostre scelte e ne ho avuto conferma quando entrambi ci siamo laureati e la prima nostra vera scelta insieme da affrontare è stato il lavoro. La zona in cui abitiamo non offre a me grosse possibilità di lavoro, ma spostandosi di 50 km ci sarebbero state grandi possibilità lavorative per entrambi. Io sono stata contattata da un’azienda ed il mio ragazzo ha iniziato a mandare cv in quella zona, per iniziare a vivere insieme. I suoi genitori si sono opposti in quanto per loro era inconcepibile il fatto che lui non lavorasse in questa zona. Alla fine ho ceduto io, andando a lavorare a 70 km di casa ma viaggiando, in modo che fosse possibile essere sereni.
Come dicevo il mio ragazzo ha un fratello più grande, il quale convive ad una 50ina di km da qui con la compagna ed hanno un figlio di 4 anni.
Ci sono degli aspetti che mi hanno spaventata nella loro relazione, per paura che si potessero verificare anche tra me ed il mio ragazzo quando eventualmente saremmo andati a convivere.
Il fratello infatti torna solo molto spesso con il bimbo a casa dei genitori e ci passa le intere giornate, da mattina alla sera, quando non si fermava pure a dormire con il figlio. Questi sono fatti suoi e a me interessano relativamente poco; ciò che io temevo era il fatto che poi ci fosse la pretesa che ogni volta che il fratello tornasse con il figlio, dovesse essere presente anche il mio ragazzo.
Questi campanelli di allarme mi avevano già allertata tempo prima che nascesse il bimbo, in quanto tutte le feste dovevano essere festeggiate nella loro famiglia, se io volevo stare insieme a lui io dovevo inglobarmi nella loro famiglia o non vederci, in quanto se il mio ragazzo avesse passato una festività da me, con la mia famiglia, sarebbero incominciate le rimostranze da parte di sua madre. La nascita del bambino non ha fatto altro che accentuare questa cosa e ha confermato i miei timori. Ogni volta che il bimbo è dai nonni, il mio ragazzo viene richiamato a casa.
Un anno e mezzo fa, abbiamo trovato una casa in affitto in zona, che ci piaceva, equidistante da casa dei suoi e da casa dei miei, a circa 10 km, e siamo riusciti ad andare a convivere. Anche questo evento, che dovrebbe essere lieto è stato oscurato dalla reazione dei suoi. Il mio ragazzo credo fosse combattuto dalla volontà di vivere con me ma di non deludere i genitori non andando nella loro casa. Di conseguenza, ha impiegato parecchio tempo per comunicare loro la nostra decisione ed era terrorizzato all’idea di dare loro la notizia. Una volta detto, ha cambiato idea e non voleva più vivere insieme a me, ha iniziato ad insistere sul fatto che lui ha una casa bellissima che i suoi genitori hanno sistemato ed è da stupidi non andarci. Io ho capito qui che il problema casa e sua famiglia non sarebbe mai stato risolto. Loro hanno iniziato a fare rimostranze al figlio, che ingrato andava in affitto.
Il giorno che siamo andati a firmare il contratto di affitto, tornando dall’agenzia sono passata a riportarlo a casa, e sua madre era in giardino. Tutta stizzita ci ha chiesto cosa avessimo fatto e non appena le abbiamo detto che avevamo fatto il contratto si è alzata arrabbiata dicendo che avevamo fatto di testa nostra e sarebbe stato peggio per noi. Io onestamente non capisco questi comportamenti, perché so bene che così il figlio si sente tra incudine e martello e soffre. Però soffro anche io.
Improvvisamente, dopo che abbiamo firmato il contratto, il mio ragazzo ha iniziato a dirmi che saremmo stati in questa casa 18 mesi.
Quando sono venuti a vedere la nostra casa ovviamente più che critiche non ci sono state, e quello per me non è stato un momento piacevole, ma sono sempre stata educata con loro e non ho mai colto il sarcasmo o le frecciatine.
Iniziata la convivenza, la mia paura che poi ogni weekend ci si sarebbe dovuti organizzare in funzione del fratello e del nipote si è concretizzata.
Ogni volta che tornavano, il mio ragazzo ed io andavamo da loro o a pranzo o a cena, anche se il desiderio era che ci si fermasse tutto il giorno, pranzando e cenando da loro. Io ho cercato di adattarmi e di vedere la mia famiglia in funzione di questa situazione, ma non lo ho mai trovato giusto, perché questo ha tolto libertà di organizzazione alla nostra coppia. Mi sono accorta che il mio ragazzo non ha un suo rapporto con il fratello ed il nipote, ma è tutto filtrato ed organizzato da loro madre.
Siamo andati avanti fino ad agosto ad accontentarli con pranzi o cene, in 7 mesi, avremo saltato un “raduno” famigliare al massimo 2-3 volte.
Quasi ogni sera dopo lavoro lui passa dai suoi e torna a casa dopo le 19, ed io generalmente sono già rientrata e preparo la cena, nonostante lavori a 70 km.
Lui stesso ha detto che deve passare spesso, altrimenti gli dicono che ecco, è andato via di casa e si è già dimenticato di loro.
Contemporaneamente a tutto questo, io avevo il mio ragazzo che mi faceva il conto alla rovescia, dei mesi prestabiliti da lui per stare in affitto, con la scadenza imposta a giugno 2024.
Negli anni lui mi ha spesso dato indizi per capire che i suoi facevano rimostranze se venivano a conoscenza del fatto che lui avesse fatto qualcosa a casa mia. Per non parlare di quando faceva dei complimenti o apprezzamenti nei confronti di qualcosa che riguardasse la mia famiglia. Subito sua madre iniziava con la cantilena “ecco la mamma non è più buona a niente”.
All’inizio della storia lui spesso mi ha detto che io ero fortunata che avevo una bella famiglia, ma io non ho dato peso a queste parole.
Mi raccontava che la madre lo metteva in guardia, che io gli avrei fatto un recinto, di fare attenzione che non gli facessi perdere gli amici, ma queste cose non sono mai state minimamente possibili. Abbiamo sempre frequentato i suoi amici, più dei miei. E riguardo alla sua famiglia, non ho mai insistito troppo per farlo venire da me se ci fosse una festa per evitare storie. Anche se ero consapevole che in mia assenza le critiche nei miei confronti erano presenti.
Anche la sorella della madre, spesso da consigli al mio ragazzo non richiesti su come dovrebbe vivere la sua vita.
Ad agosto mi è scoppiata una bomba in mano, e da allora io sono perennemente in difficoltà nel gestire questa relazione purtroppo. Per gli interessi che condividiamo noi stiamo bene insieme, ma ormai la situazione è complicata con la sua famiglia, perché hanno montato una questione davvero difficile da risolvere.
Un giorno mio fratello, che lavora come elettricista per l’azienda di mio padre, era con un collega in una casa vicino alla casa in ristrutturazione. Il papà del mio ragazzo ha riconosciuto il furgoncino e pensando che ci fosse mio padre ha aspettato appoggiato alla macchina. Quando ha visto mio fratello ha chiesto se non ci fosse il papà e ha detto che quella era la casa che ristrutturavano, invitandoli ad andare a vederla. Mio fratello conosce la situazione e ha detto di non avere tempo, ma data l’insistenza ha accettato di vedere velocemente. Hanno viso rapidamente gli appartamenti e sono andati. Questo fatto io non lo sapevo, non mi è stato detto perché era già un periodo di tensioni e i miei volevano evitare di farci litigare per una cosa apparentemente di poco peso. Era evidente che la casa era stata mostrata per fare vedere quanto fosse bella e quanto io sciocca a non volerla, ed io se lo avessi saputo mi sarei sicuramente arrabbiata. Ma non perché è stata fatta vedere una casa, per l’insistenza, per la poca libertà che mi viene lasciata su dove vivere, come se il mio parere non contasse nulla.
Il 25 giugno era il nostro anniversario, festeggiavamo 5 anni insieme. La madre, come al solito gli manda un messaggio chiedendo se va da loro a pranzo. Lui chiama e lei richiede a voce. Lui risponde che io ho un impegno, e allora lei dice di andare solo lui. Io non pretendo che lei sappia del nostro anniversario, però senza il minimo rispetto per me, se rimango o meno a casa da sola, lei richiama il figlio da loro. Lui è andato e io ci sono rimasta parecchio male. Ad agosto ho però capito cosa bolliva in pentola da due mesi. Una sera, lui esplode di rabbia dicendomi che mio fratello era stato colto in fragrante a curiosare nel giardino di quella casa ed i suoi si erano sentiti in dovere di fargliela vedere. Io, essendo ignara di tutto, cado dal pero, e chiamo i miei per sapere la storia. Mi è stata spiegata e subito sono saltate fuori le incongruenze. Era stata raccontata una versione diversa dalla realtà per screditare la mia famiglia. Infatti addirittura, è stato detto che loro al figlio non lo hanno detto per più di un mese (in realtà una settimana) perché volevano mettere alla prova la mia famiglia e dimostrare al figlio che siamo dei bugiardi. I miei in realtà non hanno detto che mio fratello era stato invitato a vedere la casa perché conoscono la situazione e sanno che è fonte di litigi per noi, pensavano che lui fosse stato informato e non fosse una questione di stato da dirsi. Io, saputo di questa prova ho subito chiesto di andare dalla mia famiglia e di farsi spiegare le ragioni per le quali non era stato detto, perché mi sembrava assurdo farsi accusare e mettere alla prova da delle persone che quasi manco conoscono i miei genitori.
Dai miei c’era stato un chiarimento ed io finalmente mi sentivo sollevata. Il tempo però di tornare a casa, ed in macchina, soli, mi ha tirato fuori un sacco di altre stupidaggini. Sul fato che i miei non avessero offerto un caffè ai suoi genitori in una circostanza anni e anni prima e altre cose similari. Ho scoperto che hanno sempre raccontato al figlio fatti non veri, per screditare, e onestamente, io non capisco il motivo di provocare tutta questa sofferenza a me e a lui.
Dopo giorni di continui rinfacciamenti e nuove versioni di fatti non veri, con lui che mi diceva cose, io che dicevo che non era andata così e lui che chiamava i genitori per farsi raccontare la loro versione, una sera io ho preso coraggio e mentre lui chiamava la madre per chiedere la versione di qualche accusa, io mi sono intromessa e le ho chiesto quale fosse il problema con la casa. Che non capivo tutti questi problemi.
La madre mi ha detto cose davvero assurde per come la vedo io. Innanzitutto che lei vuole sapere perché io non voglio andare in quella casa, che lei era andata nella casa della suocera. E già qui, io non capisco perché io debba giustificarmi con lei di una scelta che dovrebbe essere solo mia e di suo figlio. Poi ha iniziato a dirmi che io non voglio andare nella sua casa ma che poi mi godrò i loro soldi. E questo mi fa rabbrividire, perché io non voglio i soldi delle persone. Ha ribadito che non ha detto nulla al figlio per vedere se i miei glielo dicevano ma non glielo hanno detto. Al ché io ho chiesto se secondo lei, se i miei ci vedono un’oretta per cena, se gli viene in mente di guastare la serata per dire sta cosa. Ha detto che io sono una che comanda (io, che sto secondo loro dovrei subire tutte le loro decisioni). Ed ha concluso dicendo che lei non vede più bene la nostra relazione, che dobbiamo mollarci. Ha chiesto al figlio di tornare a casa, e lui, come un cagnolino ci è tornato per due giorni.
Poi è tornato a casa nostra, ma io non riesco a parlargli e fargli capire come mi faccia soffrire tutto ciò. Abbiamo provato la terapia di coppia, ma è stata intesa più come un avvocato difensore che come una terapia.
Ogni volta che provo a parlargli per fargli capire come mi sento finisce che si litiga e mi minaccia che torna a casa ed io per evitare, taccio.
Abbiamo trovato un nostro equilibrio, ma è tutto sbilanciato. Lui non vuole vedere più i miei, nonostante non li abbiano fatto nulla e gli abbiano anche teso la mano dicendo che non era successo nulla, di non preoccuparci. Io dopo le accuse di sua madre, non vado dai suoi, io sto troppo male a sentire quelle cose e alla cattiveria con cui me le ha dette. Mi sentirei solo sulle spine e tanto ho capito chiaramente che non molleranno mai con la casa. Lei ogni sabato o domenica scrive al figlio un messaggio in cui chiede se va la a pranzo. E anche questa è una completa mancanza di rispetto. Non c’è spazio per una nostra famiglia, la famiglia è quella. Non importa se poi io sono sola, lei manda il solito messaggio. Lui a volte non va a pranzo, magari va nel pomeriggio e si ferma a cena, ma comunque passa ogni volta che c’è il fratello, e data la mancanza di preavviso, noi non abbiamo mai programmi fino all’ultimo e sbagliando, io mi organizzo in funzione di loro, e vedo la mia famiglia quando lui vede la sua.
Io vorrei solo fare capire al mio ragazzo che questa situazione mi sta logorando, che io gli voglio un gran bene ed è questo che mi ha portata a restare, ma che la situazione si può risolvere solo se lui prende coscienza della situazione. Io capisco che non sia facile, che si senta in colpa nei confronti dei genitori, ma decidere per la propria vita non è una colpa. E io temo che indipendentemente da come possa finire la nostra relazione, questi problemi se li porterà dietro. Io vorrei aiutarlo, ma sono la persona meno indicata, sono più in nemico e mi reputa responsabile della situazione. Io, in realtà vorrei solo pace per noi due, rivorrei il nostro rapporto sano di quando avevamo in mano la nostra vita. Io non voglio assolutamente che non veda i suoi o il fratello, vorrei solo che ci fossero degli spazi anche per noi. Non è obbligo vedersi sempre insieme. E non si è ingrati se non ci si vede, il sentimento che li lega credo che sia più forte di un pranzo insieme mancato. Potrebbe vedersi anche solo con il fratello magari e fare qualcosa insieme anche con me ed il nipotino. I genitori li passa a trovare comunque dopo lavoro tanto lavora nella stessa città, ma anche a me farebbe piacere ogni tanto tornare a casa e trovarlo li, e magari preparare la cena insieme.
A me basterebbe che loro ci lasciassero in pace con la casa, che non si fosse in obbligo di andarci o altrimenti è guerra, e che ci rispettassero come coppia, senza che lo mettessero in guardia come se fossi un nemico da combattere. Io, contrariamente a quello che crede lui non li odio, io li temo. Sapere tutto questo mi fa soffrire e vedere quanto lui sia in balia del loro giudizio mi preoccupa, perché so che lui ci sta male e sono certa che per salvare il rapporto con la sua famiglia, sacrificherebbe il nostro.
Le cose che mi ha detto sua madre mi hanno confermato che le motivazioni per le quali io non voglio andare in quella casa sono fondate ed avevo ragione a mettere dei paletti, anche se questi paletti non sono bastati a proteggere i nostri spazi.
Nei miei sogni, io vorrei una nostra casa, nel luogo che piace a noi e come piace a noi, che sia nostra e che nessuno possa rinfacciarci di avercela data con il fine di controllarci. Sia la mia famiglia che la sua sarebbero benvenuti, la porta sarebbe aperta per tutti, purché non ci siano critiche alle spalle o competizioni malsane.
Da agosto dello scorso anno io mi sto leggendo articoli e sentendo opinioni, ma temo di avere a che fare con una famiglia invischiata e non trovo la giusta strada per risolvere questo enorme problema relazionale che ci ha coinvolto. C’è una strada che posso provare a percorrere per fargli capire questa mia sofferenza senza che lui senta accusata la sua famiglia?
Comportamenti strani da bambina
Mi chiamo Marta. Sono una ragazza di 21 anni e ho un ricordo di me da piccola di cui mi vergogno molto e vorrei tanto sapere il motivo per cui lo facessi, ma non ho mai avuto il coraggio di parlarne alla mia psicoterapeuta, per vergogna.
Quando ero a scuola (anche a volte a casa, ma molto raramente) spessissimo, quasi tutti i giorni, posizionavo i libri sotto al banco e puntavo una matita in orizzontale in modo che si mantenesse in equilibrio con il fondo della matita sui libri e la punta (temperata e pungente) sulla mia pancia. Per non rovinare i vestiti la mettevo sulla pancia nuda. Poi piano piano andavo avanti con la sedia il più possibile finché riuscivo a sopportare il dolore. E restavo così per diverso tempo (anche un'ora o due), con la punta della matita che premeva sulla pancia e faceva male perché prima la temperavo. Ovviamente quando la toglievo faceva un male cane, ma non usciva sangue. Mi "piaceva" farlo (non capisco come sia possibile...). Quando mamma vedeva le cicatrici (dei piccoli buchetti) le dicevo che non avevo idea del perché ci fossero, ma non mi ha mai portato dal medico perché non mi facevano male nè prurito, anche se mi ha sempre chiesto di aggiornarla se fossero peggiorate. Mi nascondevo sempre ovviamente a scuola, in modo che nessuno mi vedesse, solo una volta il mio compagno di banco mi "scoprì" e decise di farlo anche lui anche se molto meno, però non ricordo molto delle nostre interazioni. Di recente l'ho incontrato in giro e mi sono ricordata di questa cosa. Come mai la facevo? Cosa significa? Preciso che la cosa è andata avanti per anni, dai 6 ai 9 anni mi pare, tutte le elementari praticamente, non avevo la più pallida idea di cosa fosse l'autolesionismo o nemmeno il sesso e le varie perversioni sessuali, era proprio un piacere una "coccola" (?) Che vergogna. Ora che sono grande vorrei sapere perché mi comportassi così. Per anni, quasi tutti i giorni... senza mai farmi domande sul perché? Darei altri dettagli se potessi, ma ricordo poco di quel periodo. Posso solo dire che adesso sono uscita da un anno da una depressione maggiore, sono seguita da psicoterapeuta e psichiatra, mio fratello minore è stato autolesionista da adolescente (ricoverato in ospedale in neuropaichiatria) ma io mai, non mi sono mai tagliata e mai ho avuto l'impulso di farlo nonostante i 3 anni di depressione (dai 17 ai 20). Ho avuto solo pensieri suicidi molto intensi e concreti ma non continui (solo in momenti di "crisi" in cui non ero molto a contatto con la realtà e in periodi in cui tornava la depressione, che anche quella non è mai stata continua). Ho avuto diverse diagnosi (disturbo bipolare/borderline/elementi psicotici/distimia), ma non li tengo in conto perché sono fatte da psichiatri diversi che non si mettevano d'accordo e quindi non ha senso per me, ascolto solo la mia psicoterapeuta che non ritiene necessario che io abbia una diagnosi da lei e mi va bene così. So anche che mia mamma ha avuto una depressione maggiore, ha preso psicofarmaci, e ha avuto una famiglia con un padre violento e abusante. Mio padre, nonostante non sia violento, è molto aggressivo e a volte da piccoli ci alzava le mani e ci diceva parole umilianti o di critica pesante. Allo stesso tempo bisogna dire che ci ha anche sempre spronato e incoraggiato a raggiungere i nostri sogni, non la considero una persona "negativa". Non credo sia collegato ma ormai non so proprio più come darmi risposte perciò do tutto il contesto possibile...
Aggiungo che studio Scienze della Formazione Primaria, perché ho da anni il sogno di insegnare ai bambini. Potrebbe essere utile saper riconoscere certi comportamenti.
Se mi aiutaste a trovare una risposta a questo comportamento così strano vi sarei estremamente grata! Grazie mille, sia in anticipo per la risposta, sia per il vostro lavoro e la vostra disponibilità!
Marito con insoddisfazione della vita
Salve a tutti e grazie in anticipo per la risposta.
Mio marito è sempre stato una persona che fatica a trovare un equilibrio stabile: la sua vita è sempre stata cadenzata da periodi di fissa per delle cose che all'apparenza lo soddisfano ma che in realtà lui persegue in maniera ossessiva, fino allo sfinimento (suo e mio). Partendo da un' infanzia non facilissima, ha sempre messo un focus eccessivo prima sull'università, poi sull'educazione dei figli, adesso sullo sport, che pratica in maniera quasi convulsiva ( e un infortunio anche lieve lo getta nello sconforto più totale). Io l'ho sempre esortato a trovare una via di mezzo nelle cose ma non riesco a trasmettere il concetto che IN MEDIA STAT VIRTUS e che il focus della sua vita dovrebbero essere piuttosto gli affetti, che lui trascura a favore del soddisfacimento dei suoi bisogni legati alla fissazione del periodo ( parliamo di anni, non di periodi brevi). Vorrei da parte vostra un consiglio su come aiutarlo a gestire questo suo aspetto a mio avviso patologico (al quale mi piacerebbe anche dare un nome, se a vostro avviso lo è). Al momento si rifiuta di farsi aiutare da un professionista.
Cellulare regalato dai nonni senza chiedere comunione 9 anni
Scrivo in quanto sono molto preoccupata cercando una soluzione, spiego brevemente la situazione:
io 36 anni, separata da 2 anni con divorzio giudiziario in corso, 2 figli (M) 8 + 9 anni.
Il rapporto con il papa lo descriverei discreto, da amici dichiarato un rapporto commerciale, dove non si va mai in fondo per risolvere il problema.
Dopo aver preso la decisione di separarmi e scattata la guerra da parte dei miei ex suoceri nei miei confronti. Mia suocera si mette sempre in competizione al mio ruolo di mamma, non rispetta le mie richieste educative come lo no fa nemmeno il mio Ex.
Tutto ha iniziato proprio qui, comunione si o no. Io ero al contrario perché non trovavo il momento opportuno, la lite tra il papa e me, le famiglie scosse ma soprattutto in mezzo alla guerra di lettere di avvocati per definire il giudizio da parte del giudice, oltre ai vari impegni sportivi e scolastici di mio figlio che trovavo troppi. E anche io Mamma non ero in grado a gestire un ulteriore impegno. Mentre per mio bimbo lo vedevo ancora occupata elaborando la separazione, lui e seguito già da 1,5 per varie problematiche causate dalla separazione.
A mio parere a mio figlio (9) è stato fatto un vero “lavaggio al cervello” da parte della nonna paterna. Secondo lei non era proprio possibile saltare una comunione anzi un disonore per la loro famiglia. Nonostante non si potrebbe chiamare una donna “fedele” e sempre in chiesa.
In tutti modi e a mio figlio gli è stato promesso e imposto, -
- devi farlo perché importante
- se lo fai ora ci sono i tuoi amici
- ci saranno tanti regali
- quando hai fatto la nonna ti regala un cellulare
Ovviamente così è stato, comunione fatta, e il cellulare è arrivato. La mia opinione non è stata nemmeno presa in considerazione se fosse d’accordo o meno. Ma solo al papa può decidere perché io non faccio parte della famiglia. So sapevano benissimo che ero al contrario, e per questo sono stata evitata.
Io non trovo pronto mio figlio per una responsabilità come un cellulare, dal papà e nonni fa uso penerete, soprattutto non visione di un adulto senza filtri. Questo perché ha fatto vedere un film pornografico al fratello piccolo (8). E capace a scaricare e maneggiare incontrollabile applicazioni e passa ore è ore su youtube.
Ora ho il dilemma, e già discussioni del tipo la tua regola non mi interessa me l’hanno regalato allora l’uso.
Non ho idea come affrontare questa situazione né con mio figlio che con suo papà.
Depressione, attacchi di panico e problemi d'amore: come superarli e vivere meglio?
Ciao, sono Luana, ho 25 anni, una relazione a distanza con Davide, che ha 27 anni. Attualmente vivo con estremi stati di depressione e attacchi di panico, legati alla mia relazione e ad alcuni traumi connessi al mio passato. La situazione mi sta sfuggendo di mano, perché a seguito di stati d'animo estremamente autodistruttivi e di stress, sto sviluppando forti emicranie, dolori alle ossa e forti sfoghi (di stress) sulla pelle oltre a tanti altri sintomi. Tutto questo unito ad un'ansia sociale e ad una difficoltà a relazionarmi col prossimo. Lavoro, ma avvolte non riesco a stare concentrata, perché la mia mente inizia a pensare troppo in negativo, fino a non farmi più avere controllo di nulla, e mi ritrovo a prendere frequenti pause lavorative e ad uscire dall'ufficio spesso per provare a respirare con calma e tornare coi piedi per terra, ma solo con gli abbracci e le parole di conforto del mio fidanzato riesco a stare meglio. Ma ci sono problemi che purtroppo non riesco a risolvere con lui e dove mi consiglia di parlarne con altri. Non mangio, non dormo e continuo a vivere male (anzi, a non vivere proprio). Ho bisogno di una psicologa che mi aiuti online e che abbia degli orari flessibili siccome lavoro dalle 8.00 alle 17.00, e potrei partecipare alle sedute solo la sera. Vi prego, ho bisogno di respirare, perché anche quando passo dei momenti belli, due secondi dopo mi sento annegare in pensieri brutti.
1 risposte - LeggiADHD ed evoluzione?
Salve, qualche mese fa sono andato da uno psicologo per fare test ADHD, e lo psicologo ha detto che l'ADHD si manifesta solo da bambini e che in età adulta diventa qualcosa di più serio o tende a scomparire, nonostante ciò mi ritrovo ogni giorno ad affrontarne i sintomi... Cercando online non ho trovato niente a riguardo e volevo un altro punto di professionisti.
Grazie mille in anticipo.
Rivedere il primo amore dopo tanti anni: siamo in crisi
Salve, sono una giovane donna di 31 anni che da 4 anni vive una stupenda relazione con un uomo di 37. Lui ha sempre detto che io sono l'amore della sua vita e per me è lo stesso. Ma ultimamente abbiamo un problema che mai mi sarei aspettata di avere. Lui ha avuto un'infanzia difficile, con una famiglia che non lo ha mai fatto sentire amato, mi ha raccontato che aveva pensato anche al suicidio se non fosse che la sua vicina di casa, la sua migliore amica lo aveva "salvato". Lei a suo dire gli era stata vicino e gli aveva fatto capire che nonostante tutto la vita valeva la pena di essere vissuta. Erano ragazzini, lui si era attaccato morbosamente a lei, ne era follemente innamorato. Lei però all'epoca lo riteneva solo un amico e lui non riusciva ad accettarlo. Ebbero un forte litigio per questo e lui decise di non vederla più. Dopo un anno lui si fece risentire ma lei gli manifestò di non voler più avere niente a che fare con lui. Lui ha rispettato la sua decisione ma ha continuato a pensare a lei per anni, non l'ha più contattata ma ha scoperto il suo blog e ogni tanto andava a vedere come se la passava, per anni come il peggior stalker, ha visto le foto del suo matrimonio, della sua bambina. Lui ha ovviamente avuto altre storie importanti, una convivenza di 10 anni e dopo alcune storie che non hanno avuto buon esito. 4 anni fa ha conosciuto me e a detta sua ha ricominciato a credere nell'amore, mi ha raccontato la storia della sua vecchia amica dicendomi che era da allora che non sentiva di amare così tanto e che gli stava ricapitando con me. Abbiamo passato 4 anni di grande amore. Poi, per esigenze lavorative si è iscritto a linkedin e la tentazione di vedere se la sua amica fosse sul portale è stata forte. Non sapeva ancora che linkedin l'avrebbe avvisata della sua visita tramite una notifica. Lei lo ha dunque contattato. Ovviamente lui me l'ha detto ma speravo che la cosa sarebbe morta lì, invece ha preso il numero di telefono del mio ragazzo (quello lavorativo) e l'ha chiamato e si sono rivisti un paio di volte. La prima volta lui me l'ha raccontato il giorno stesso ed era felice come non lo vedevo da tanto tempo. La cosa mi ha molto preoccupata, sapendo la sua ossessione per lei, e non sono riuscita ad essere felice per lui. Gli ho fatto il terzo grado, lui ci è rimasto molto male sostenendo che la sua felicità avrebbe dovuto rendere felice anche me, mentre io ero dispiaciuta nel vederlo così felice per un'altra. Poi ha tentato di tranquillizzarmi sul suo sentimento per lei dicendo che ormai per lui era la sorella che non aveva mai avuto, la persona a cui doveva "tutto" e che era in pace con il passato. Ma non sono riuscita a tranquillizzarmi, in seguito ho scoperto che aveva installato whatsapp sul telefono (lui ha sempre odiato whatsapp) legato a un numero secondario che non usava mai ed era spesso connesso e peraltro a me non scriveva quasi mai. Il week end scorso ho fatto dunque una cosa non molto carina: mentre era a fare la doccia gli ho sottratto il telefono e ho spiato tra i suoi messaggi. E lì mi sono sentita male. C'erano molti messaggi di lei, non c'erano segni di tradimento anzi lo chiamava "amico mio" ma i messaggi erano molto sopra le righe del tipo "dormo tra le tue braccia da quando mi hai aggiunta su linkedin", "non riesco a non pensarti", "anni fa non ero in grado di capire, ora capisco tante cose" "mi stai facendo sentire viva come non mi capitava da tanto tempo" "voglio abbandonarmi un po' alla follia" ecc... e inoltre ce n'era uno in particolare che parlava di una scelta importante che lui (il mio ragazzo) le stava dando la forza di affrontare, in seguito ho saputo che vorrebbe divorziare.... Io sono letteralmente impazzita di dolore ho fatto una scenata al mio ragazzo poi ho preso il numero e l'ho chiamata spiegandole che ero la fidanzata del suo amico e che avevo letto dei messaggi sopra le righe e che volevo delle spiegazioni. Lei mi ha risposto che lui era una persona importantissima del suo passato e che rivederlo dopo 20 anni le aveva dato delle forti emozioni e che questo spiegava i messaggi e che lui le aveva raccontato di me, che sapeva che lui mi amava e di stare tranquilla. Dopo che ho messo giù il telefono mi sono calmata ed eravamo entrambi più tranquilli, anche lui sembrava più sereno ma io non volevo che mi toccasse gli ho chiesto un po' di tempo per riprendermi. Improvvisamente l'ho visto diventare triste, non lo avevo mai visto così in 4 anni, sembrava disperato, non parlava più teneva lo sguardo basso sembrava in procinto di piangere... ho pensato fosse dispiaciuto per me perchè non mi facevo avvicinare ma poi mi è balzato in mente un dubbio atroce: "Stai male per lei? Ti ha scritto qualcosa per messaggio?". Dalla sua espressione ho capito che era così. Non stava male per me, lei gli aveva scritto che non voleva mettersi tra noi e di non contattarla più, lasciandolo disperato. Non so se lo ha fatto perchè davvero si sentisse in colpa o perchè la furbetta sapeva che così facendo lo avrebbe attirato a sè ancora di più diventando l'oggetto del desiderio sottratto, e io invece sarei passata per la strega cattiva e lui mi avrebbe odiata, cosa che poi è avvenuta. Vedendolo stare così male il giorno dopo mi sono offerta di scriverle o di parlarle per mitigare la situazione ma lui mi ha risposto che non c'era niente da fare "non pensiamoci più", mi ha detto. Tuttavia ha continuato a essere triste, non mi guardava in faccia e ogni tanto mi rispondeva in maniera brusca. Siamo tornati sull'argomento ed è venuto fuori che mi considerava responsabile della rottura, avevo rovinato tutto con la sua amica avevo distrutto l'idillio con quella chiamata, eppure io non mi sento di aver fatto nulla di male, volevo solo capire, mi sembra legittimo sono la sua fidanzata gli ho dedicato 4 anni della mia vita, ero veramente disperata avevo bisogno di essere rassicurata, le ho parlato in maniera educata, presentandomi spiegando che avevo letto determinati messaggi che mi avevano un po' allarmata, specificando che non ero contraria alla loro amicizia ma che volevo capire che tipi di sentimenti c'erano in ballo visti i toni "forti". Ma lui sostiene che non avrei dovuto farlo e mi incolpa di tutto, mi ha condannata perchè mi sono permessa di guardare sul suo cel mancandogli di rispetto (e per questo gli ho chiesto scusa). Mi ha detto inoltre che io e lei abbiamo un ruolo diverso e che io sono egoista e che non riesco ad accettare che lui possa voler bene a un'altra donna al di fuori di me, che deve per forza girare tutto intorno a me, che sono morbosa e maniaca del controllo. Io per conto mio ritengo che un tradimento possa esistere anche solo a livello mentale, se provi questi sentimenti così forti e intensi non è un'amicizia normale, gli ho fatto capire che quei messaggi erano "forti" e mi avevano ferita e che mi sembravano fuori luogo. Lui è arrivato a dirmi che "erano fatti loro" che non mi dovevo immischiare, che io mi sono "messa in mezzo" che se mi metto in mezzo "tra loro" posso solo uscirne sconfitta (e tutto per una persona che non vede da 20 anni e che di fatto non conosce neanche più!) che non ho capito quanto fosse importante per lui, che era stata la sua famiglia, che se era diventato una persona migliore lo doveva a lei ecc... Mi ha fatto sentire come se io fossi il terzo incomodo, l'"intrusa" mi ha detto che è un rapporto che io non posso capire e non potrò capirlo mai facendomi sentire inadeguata, e che se gli chiedo di non vederla più non lo amo. Mi ha fatto sentire come se valessi zero.Stava male per il rapporto con lei ma non aveva la minima paura di perdere me, dicendomi quelle cose, facendomi sentire così. Non ha tentato di risolvere rassicurandomi ma attaccandomi e facendomi passare per quella che non capisce e acuendo il mio sentimento di inadeguatezza e impotenza.Mi sono arrabbiata e ho tentato di aprirgli gli occhi, probabilmente sbagliando, dicendogli che stava rovinando un rapporto "vero", reale con me per un'illusione, un qualcosa che esiste solo nella sua testa, che è idealizzato, si sono visti solo due volte, non si vedevano da 20 anni, mi sembra che quest'ossessione non gli sia mai passata. Non è reale, io sono reale. Gli ho detto che una persona che tiene a davvero a lui e che è la sua famiglia non sparisce per vent'anni senza mai provare a cercarlo, l'avrebbe trovato, lui non l'ha contattata per rispettare il suo volere ma lei? Lei arriva dopo 20 anni tra capo e collo riempiendolo di frasi ad effetto proprio quando è in crisi con il marito, che famiglia è, come può essere speciale una persona che ti abbandona a sè stesso e si ripresenta dopo 20 anni perchè è in crisi, e poi appena succede qualcosa che non le sconfinfera ti dice "sai che c'è la tua ragazza mi ha disturbata non chiamare più!" creando ulteriori problemi tra di noi. Come può farmi soffrire per una persona del genere. Lui dice di essere cambiato grazie a lei, le dà meriti che non esistono, ho tentato di fargli capire che lui ha iniziato ad amare la vita non per merito suo ma perchè le persone che sono venute dopo gli hanno dimostrato che può essere amato e anche tanto, la sua prima ragazza che è stata con lui 10 anni e le altre persone che sono sempre state presenti gli hanno dato le conferme, non una persona che non solo non lo ha corrisposto ma è sparita per 20 anni. Gli ho detto che la sua famiglia sono io e che mi sta massacrando per un capriccio di lei. Ma non c'è stato verso. E pensare che bastava una frase per farmi stare tranquilla bastava che mi dicesse "Io ti amo, voglio te, solo te tu sei l'amore della mia vita, non ti lascerei mai neanche se lei venisse qui ora a dirmi che vuole me". Perchè è un po' questo il punto: sono l'amore della tua vita solo dal momento in cui non c'è un amore più grande a disposizione? Solo perchè lei è "ancora" occupata, sposata, e io cosa faccio aspetto in un angolo augurandomi che lei decida di non lasciare il marito perché se no sono spacciata? Quando gli ho fatto la domanda "Se lei adesso venisse qui e ti dicesse che vuole stare con te?" mi ha guardato con una faccia che era tutto un programma... la sua risposta è stata "E' una cosa impossibile" e quando gliel'ho ribadito ipotizzandolo per assurdo lui mi ha risposto "io sono fidanzato"... tradotto "devo rispettare un impegno" ... non ha risposto amo te, voglio te, "sono fidanzato" non è la stessa cosa! Quando gliel'ho fatto notare ha cambiato argomento. Non so cosa fare, lo amo, ora loro non si sentono più ma a me non basta che lui stia con me perchè non ha l'opportunità di stare con lei, io voglio essere l'amore della sua vita come lui lo è per me, non un surrogato. Quando provo a chiedergli se mi ama si scoccia, si arrabbia, dice che me l ha sempre dimostrato...Ieri mattina mi ha scritto: "sento una tristezza incommensurabile, x te, x noi. Sono sollevato che questo terribile week end sia finito. Non voglio mai più stare così male insieme. Mi dispiace tanto". In questi due giorni si è sforzato di essere normale con me ma ogni tanto mi ha risposto male. Io dal canto mio non so che fare, non so come comportarmi. Alcune volte penso che dovrei allontanarlo ma non so se sia la cosa giusta, ho paura di pentirmene, di spingerlo a ricontattarla e a buttarsi tra le sue braccia, ho paura di tante cose. Poi da una parte mi dico che forse allontanandomi lui possa resettare e rendersi conto che la sua famiglia sono io, che gli manco, che non c'è niente meglio della realtà. Ho bisogno di un consiglio, non so cosa fare.
1 risposte - LeggiPaura che accada qualcosa di brutto ai miei figli
Buongiorno,da quando ho avuto il mio primo figlio (che ora ha 3 anni)ho questi pensieri continui che possa accadere loro qualcosa di tragico.Di solito il pensiero comincia quando sento al telegiornale,che è accaduto qualche episodio del genere..da li prende il via la paura che la stessa cosa possa succedere a loro..un'ansia tremenda..anche perchè ho il timore che pensandoci possano reralmente accadere.
Mi rendo conto che non posso continuare ad avere questi pensieri,si vive davvero male e non si gode a pieno delle gioie della vita...ma sono davvero incontrollabili.
Ho anche deciso di non sentire più il telegiornale proprio per questo motivo..mi faceva stare troppo male..
Può essere solo ansia di "mamma"?
Grazie
Informazioni su Test Minnesota Online
Buonasera, vorrei sapere se è possibile fare effettuare il test minnesota online con uno psicologo per poi avere il risultato (premetto, prossima ad arruolarmi e vorrei sapere in anticipo se sono idonea o in caso contrario dove poter migliorarmi) Ringrazio.
1 risposte - LeggiLui non ha mai voglia di fare l'amore e non mi tocca
Ho una grave problema e ho veramente bisogno un aiuto e opinione. Sono una ragazza di 27 anni, mio ragazzo ha 30. Stiamo insieme da 1 anno e mezzo, da 1 anno che viviamo anche insieme. Con lui mi sentivo fortunata, ero molto felice di aver trovato. Ci amiamo tanto. Ma da circa 9 mesi abbiamo dei problemi nel rapporto sessuale. Ora lo spiego. La problema essenziale ,che lui non ha mai voglia di fare l'amore. Mai viene a provare con me,non parla di sesso, sono sempre io che vado da lui e cerco di fare l'amore ecc. Ho provato parlare con lui con calma, per capire cose c'e che non va. Ma mi rifiuta sempre, dice che ha sonno e stressato..( Lavora come informatico a Vodafone.) Lui che un uomo, mai prende la iniziativa. Io in questi mesi mi sentivo indesiderata, frustrata di questa cosa. Perchè spesso capita, che facciamo sesso solo 1 volta al mese.( se io vado da lui e cerco di fare l'amore) penso che è molto triste, visto che siamo una giovane coppia, innamorati e da poco tempo insieme. Poi 1 mese fa quando lui era fuori con il cane io ho guardato il suo cellulare. Solo perchè mi sentivo da mesi davvero male e dovevo sapere la verità, quindi anche se non era la cosa giusta guardare il suo cellulare io ho guardato per capire. E sono rimasta sconvolta..Ho trovato nella cronologia diversi siti di porno e siti incontri per sesso. Non incontri normale,incontri erotico dove uno può chiamare le donne per fare sesso ...almeno 70 pagine ho trovato. sono rimasta shoccata. nel mio cuore sentivo un buco, che lo sento ancora..ho perso la serenità. Appena tornato lui con il cane ho subito fatto vedere i siti che ho trovato e lui ha detto che lui solo ha guardato per curiosità. Voleva solo capire se con i siti si eccita. Ma ha detto di no. Per questo non riesce fare l'amore con me. Ora ha paura che ci lasciamo. Ha detto che vuole cambiare e dispiace tanto. Ma mi ha detto anche che una cosa grave, che lui praticamente guarda questi siti di nascosto anche al lavoro. Mi sono rimasta male, male ,male. Non ho parola. Io con lui volevo fare un futuro, anche figli,eravamo sempre cosi felici. Invece lui ogni sera che ha tornato dal lavoro, mi ha mentito per mesi!!! Diceva che tutto ok, lui mi ama ma non pensa il sesso perchè stanco. Anche quando siamo andati a vacanza per 1 settimana lui non voleva fare sesso. non mi tocca, non mi bacia con la passione totalmente freddo e indifferente. ...mi sento malissimo. lo amo ancora e mi sento delusa. tutte miei amiche dicono di lasciare lui adesso.dicono che è malato e non va bene per me, la mia testa lo sa che hanno ragione, ma il mio cuore fa male ...forse devo fare cosi. anche se lo amo,ma che futuro possiamo avere con uno che mi ha solo mentito che ha questa malattia?? cosa posso fare ora...Grazie mille, spero che qualcuno mi può aiutare , ci tengo tanto. Mi serve un aiuto da una professionista. Grazie davvero
Cordiali saluti
Lucia
Lei non sa scegliere tra me e il fidanzato, ma non voglio essere l'amante cosa fare?
Ho 27 anni.Tramite un corso di tedesco (viviamo all'estero), ho incontrato lei, 29 anni, bella e dolce, ma fidanzata da un anno con un ragazzo di 23 anni, che vive in Italia. La situazione con il suo lui é sempre stata burrascosa: litigi vari, un suo tradimento nel primo mese di relazione, etá differente...
Nel tempo mi sono innamorato, forse per la prima volta in vita mia, ma ho preferito nascondere per mesi i sentimenti ed esserle amico.Nonostante ciò, a Natale, scambiandoci i regali ( un album degli 883 ), le ho scritto una lettera dolce e romantica con i titoli delle loro canzoni e mi sono dichiarato a lei, con l'idea di essere rifiutato. Da lí il suo modo di fare é cambiato: prima rideva e scherzava come un'amica, ora ha iniziato ad abbracciarmi, coccolarmi, dicendo che mai nessuno l'aveva fatta sentire così.
Ci dividiamo per le vacanze, lei va a trovare il fidanzato: continui e giornalieri litigi, eppure lei non lo molla... eppure appena puó mi scrive che sono sempre il suo primo pensiero.
Ai ritorno in Germania, la situazione cambia del tutto: dopo pochi giorni, dopo una serata tra amici, rimasti soli a casa mia, lei mi bacia e passa la notte a casa mia ( complice una bufera di neve) e dorme con me... e passiamo tutta la notte a scambiarci baci e carezze, come due dolci fidanzati. Ma il giorno dopo inizia a provare rimorsi per il fidanzato, che ció che sta facendo é sbagliato e che non vuole illudermi su una possibile relazione... ma al tempo stesso dice tuttavia di pensarmi sempre e che le piaccio tanto.
Nonostante ció, due giorni dopo, si presenta l'occasione di recuperare dei libri a casa sua... mi chiede di rimanere a mangiare.... poi a dormire... ci baciamo e dop 4 ore di carezze e coccole, facciamo l'amore per tutta la notte. Da quel giorno é passata una settimana, ma continuiamo a vederci, sentirci, a fare l'amore ( ad esempio stasera viene di sua volontá a dormire a casa )... ma non prende la strada di mollare il fidanzato per me. Mi ha detto che ci sta pensando e sta prendendo tempo, perché dice che tiene ad entrambi.
La situazione é questa: dice di pensarmi sempre, di stare bene con me, che la rassicuro e la tranquillizzo, che sono quello con il quale vede un futuro vero, rispetto al fidanzato e ai suoi ex, mi dice che vuol fare l'amore con me ogni volta che può, e che mi vuole conoscere meglio per capire se puó passare del tempo con me, perché le piaccio e anche tanto ( e non sono cieco... lo vedo da come mi bacia e/o fa l'amore che i suoi sono sentimenti veri e non per divertirsi.).
Ma, d'altro canto, non vuol mollare il fidanzato, del quale afferma di non esserne innamorata, ma per il quale prova un semplice affetto, essendo lui stato un importante crocevia nella storia con il suo ex, per il quale lei é stata molto male... e mi dice che " forse, se non lo molla, é perché prova dei sentimenti per lui".
Lei non sa che fare, non sa chi scegliere, seppur dice che lei non è mai stata con due piedi in una scarpa e che odia tale siutazione... non vuole perdermi, nel bene o nel male, e non vuole ferirmi qualora scegliesse il suo fidanzato, e dice che non vuole illudermi.
Io capisco la confusione e tutto, perché dice sempre che come la tratto io, non la tratta nessuno, ma onestamente non voglio essere un amante... non mi voglio accontentare delle briciole altrui e per quello che provo sento di non meritarmi ció. Le ho dato tempo per schiarirsi le idee ( 3-4 settimane... ha un esame per un master e non voglio disturbarla in alcun modo e/o pressarla), ma al tempo stesso ieri sera ha detto " se io poi, quando ritorno qui da te non ho trovato una rispsota, io non ci posso fare niente: anzi chi mi vuole davvero mi aspetta".
Cosa fare? Io la desidero piú di ogni altra cosa al mondo, ma non voglio dividerla con nessun altro.Non me lo merito io, non lo merita lei, non lo merita il suo fidanzato.
si può amare senza essere innamorati?
Gentili Dottori
ho 23 anni, frequento un ragazzo da 6 mesi, forse i più belli di sempre. Entrambi all'inizio avevamo difficoltà a fidarci, a lasciarci andare e soprattutto nessuno dei due si era mai innamorato prima. Io ho avuto molti dubbi(non ero sicura di potermi innamorare ecc) ed ho provato diverse volte a mettere fine alla storia, ma lui, ogni volta, parlandomi per delle ore, è sempre riuscito a farmi superare questi blocchi. Ora mi fido di lui, sento di potergli parlare di qualsiasi cosa. Il problema è che lui si è innamorato e io no. Non provo le sensazioni che lui dice di provare. Non sappiamo cosa fare. Se penso di doverlo lasciare soffro molto, ho pianto per 2 giorni interi. Lui dice che se continua a stare con una persona che non prova niente col tempo gli passa e non vuole che la nostra storia diventi come le altre che ha avuto, quindi preferisce finirla qui. Poi ha detto che stare insieme pur non essendo innamorati vuol dire accontentarsi, e questo si può fare a 60 anni non a 20. A me lui piace molto, in ogni suo aspetto, penso sempre a lui e mi manca; non riesco a capire perchè non mi sia innamorata. A volte credo di amarlo, altre penso che ci lasceremo. Ho letto che se all'inizio non scatta la scintilla non ci si innamora più. È vero? Io mi vorrei innamorare almeno una volta nella vita, e vorrei farlo di lui. Vorrei fare la cosa giusta, ma non ho idea di quale sia.
Vi ringrazio in anticipo. Cordiali saluti.
Perché ho difficoltà a superare questa cosa?
Salve, sono una ragazza di 20 anni e sono qui per ricevere un vostro aiuto.
Da 1 anno che sono fidanzata con il mio attuale ragazzo, relazione sanissima e ci troviamo come coppia, però spesso mi capita di pensare ad un altro ragazzo.
Con questo ragazzo non c'è stata mai nulla di "concreto" però fin da subito, da quando ci siamo conosciuti, c'è stata un intensa mentale assurda.
Inizialmente parlavamo tanto, mi piace parlare con lui, si mostrava interessato a me, anche se spesso mi dava l'aria di manipolazione. Molte volte vi sono state "occasioni" in cui o l'uno o l'altro si allontanava perché litigavamo spesso su fatto che lui ha sempre avuto il desiderio che io andassi a letto con lui (al tempo ero vergine) ma non me la sentivo di vederlo per fare quello 1 perché appunto ero vergine 2 perché sentivo crescere dei sentimenti verso di lui e non volevo farlo per la prima volta con una persona che voleva farlo senza tenere i considerazione che da parte mia c'erano dei sentimenti (di cui gli ho anche parlato) e dunque con i miei ripetitivi no, litigavamo però siamo sempre ritornati al punto di partenza. Da una parte era come se fosse impossibile staccarsi l'uno dall'altro però prima del fisico c'è da sempre stata un intesa mentale fra noi due.
Più il tempo passava e più sostenevo che anche lui provasse qualcosa per me, ma un giorno lui se ne andò per poi tornare due mesi dopo, e dirmi che aveva paura di innamorarsi, e soprattutto di ferirmi perché non era pronto per una relazione e non voleva farmi rimanere male, non voleva illudermi di una relazione che non avrebbe potuto darmi. Io non ho mai smesso di provare qualcosa di forte nei suoi confronti nonostante i "tiri e molla", anche se io questa persona al tempo non la avevo nemmeno mai vista.
Quindi oltre a questo mi confessò che ha sempre provato qualcosa per me, nonostante la paura ma passarono circa due da quando me lo disse ed io ho comunque iniziato a frequentare altre persone fino a conoscere quello che è attualmente il mio ragazzo.
Il mio ragazzo sa tutta la storia fin dall'inizio, e da parte sua ho sempre ricevuto comprensione e vicinanza e ne sono felice e grata per questo. Nonostante fossi fidanzata, io continuavo a parlare con questo ragazzo, anche se l'ha palesemente presa malissimo quando mi sono fidanzata, mandando addirittura in confusione i miei sentimenti per l'uno e per l'altro.
Mi diceva che io ho solamente trovato qualcuno che lo rimpiazzasse perché "un'amore" come io nostro nonostante non ci siamo mai vissuti realmente dal vivo, non era paragonabile a ciò che io stavo vivendo con il mio ragazzo.
Dopo alcuni mesi ci vedemmo per la prima volta, (ovviamente il mio ragazzo sa tutto e non mi vietò la cosa) e mentre eravamo in macchina, abbiamo parlato dalle 22 fino alle 4 di notte, io mi sono sempre trovata bene con lui, ci abbracciavamo, io mi trovavo stra bene ma da una parte sentivo che era anche scorretto nei confronti del mio attuale ragazzo, provò a baciarmi ma non ci riuscì, una parte di me voleva che lo facesse perché desideravo molto questo momento prima che conoscessi il mio ragazzo, ma dall'altra era come se stessi tradendo il mio ragazzo. Quindi tornai a casa e la questione finì li.
Anche se a distanza di settimane o addirittura mesi, tornavamo sempre. Io avevo sempre il suo pensiero dentro di me, mi mancava parlare con lui, quindi dopo qualche mese ancora ci vedemmo e li scattò qualcosa, un bacio ma non so spiegarvi se è quello che volevo davvero ma il mio ragazzo mi ha perdonato ma io non riesco a perdonare me stessa.
Perché tutt'oggi nonostante io sento di amare il mio ragazzo, sento che spesso il mio ricordo di me e questo ragazzo ritorna, io vorrei parlargli ma lui non vuole un'amicizia.
Vorrei capire, anche grazie al vostro aiuto, perché non riesco a lasciarlo andare. Vorrei capire se magari per rispetto e correttezza dovrei lasciare il mio ragazzo per risolvere la questione con questo ragazzo, o rimanere dove sto e lasciare che la situazione passi con tempo.
Non so darmi una spiegazione a tutto ciò, vorrei solo sapere se è normale a volte trovarsi in questa situazione.
Premetto che è una storia molto lunga, alcuni dettagli l'ho tralasciati perché è durata tanto questa cosa e ci vorrebbe un eternità a spiegarla. Ma spero che, anche se il modo confusionario, riusciate a capirmi e darmi delle risposte.
Intanto ringrazio di cuore chiunque mi risponderà.
Depressione, attacchi di panico e problemi d'amore: come superarli e vivere meglio?
Ciao, sono Luana, ho 25 anni, una relazione a distanza con Davide, che ha 27 anni. Attualmente vivo con estremi stati di depressione e attacchi di panico, legati alla mia relazione e ad alcuni traumi connessi al mio passato. La situazione mi sta sfuggendo di mano, perché a seguito di stati d'animo estremamente autodistruttivi e di stress, sto sviluppando forti emicranie, dolori alle ossa e forti sfoghi (di stress) sulla pelle oltre a tanti altri sintomi. Tutto questo unito ad un'ansia sociale e ad una difficoltà a relazionarmi col prossimo. Lavoro, ma avvolte non riesco a stare concentrata, perché la mia mente inizia a pensare troppo in negativo, fino a non farmi più avere controllo di nulla, e mi ritrovo a prendere frequenti pause lavorative e ad uscire dall'ufficio spesso per provare a respirare con calma e tornare coi piedi per terra, ma solo con gli abbracci e le parole di conforto del mio fidanzato riesco a stare meglio. Ma ci sono problemi che purtroppo non riesco a risolvere con lui e dove mi consiglia di parlarne con altri. Non mangio, non dormo e continuo a vivere male (anzi, a non vivere proprio). Ho bisogno di una psicologa che mi aiuti online e che abbia degli orari flessibili siccome lavoro dalle 8.00 alle 17.00, e potrei partecipare alle sedute solo la sera. Vi prego, ho bisogno di respirare, perché anche quando passo dei momenti belli, due secondi dopo mi sento annegare in pensieri brutti.
1 risposte - LeggiPerché ho questo comportamento "tossico"?
Salve, sono un ragazzo 26enne, in questi anni mi sono frequentato con un po' di ragazzi, perlopiù rapporti temporanei. Anche quando uno di questi ragazzi non mi piace, e quindi il rapporto termina lì, mi capita che dopo mesi, o anche anni, io mi auto convinco che se ci uscissi di nuovo magari le cose potrebbero andare diversamente, in qualche modo penso all'uscita che c'è stata e mi convinco che era stata una bella esperienza, però è di fatto piu l'esperienza che non il ragazzo ciò che mi manca. Perciò va sempre a finire che, uscendoci di nuovo, mi ricordo il perché avevo troncato il rapporto e finisco con il deludere nuovamente l'altra persona.
Aggiungo che di solito dall'altra parte non sono ben disposti, principalmente per il fatto che la prima volta ho chiuso io con loro, però mi impegno a fare in modo che mi diano quest'altra possibilità, magari dicendogli che questa volta andra meglio
Mi rendo conto che è un meccanismo sbagliato e tossico, anche se comunque nasce dal mio voler tentare di nuovo, il che non è di per sé sbagliato, ma vorrei capire perché mi ostino a provarci di nuovo nonostante sappia, in fondo, che non potrebbe funzionare
Lui si frena perché ha paura di una nuova relazione
Salve. Sto frequentando un ragazzo da 3 mesi, con lui mi trovo veramente molto bene, passiamo molto tempo insieme, abbiamo valori comuni e lui sembra molto interessato. Mi propone di vederci spesso, mi ha presentato i suoi amici e facciamo qualche progetto a medio termine. L’altra sera peró, dopo avergli detto che in alcuni atteggiamenti mi sembrava freddo, lui mi ha detto che gli dispiaceva ma che si sta frenando e ci sta andando con i piedi di piombo perché la sua vecchia relazione lo ha fatto soffrire molto. Ha scoperto che la sua ex era bipolare e lui aveva investito molto nel loro rapporto. Ora fatica a modificare quelli che erano i suoi piani nel futuro e si dice dubbbioso. Come devo comportarmi? Ho paura anch’io di farmi male, perché mi sto rendendo conto che forse mi sto innamorando di lui
1 risposte - LeggiPenso la mia ragazza soffra di un disturbo alimentare ma rifiuta l’aiuto
è da ormai un paio di mesi che capitano episodi in cui la mia ragazza di sfoga con me a riguardo di una sensazione che prova: dice che si sente male e in colpa quando mangia. Quasi contemporaneamente ha iniziato a fare tantissimo sport e a seguire una dieta stretta. Si ripetono spesso momenti in cui salta alcuni pasti (anche più di due di seguito) o mangia pochissimo, e con poi sensi di colpa.
durante questi pochi episodi di sfogo ho percepito che questa cosa le faccia provare molto dolore e paura, ma oltre questi sporadici momenti di apertura e sfogo, è molto difficile parlarne con lei.
Ne abbiamo riparlato oggi e lei ha confermato delle cose che mi disse tempo fa, ovvero che lei non vuole uscire da questa situazione, non vuole vederla come un problema, non vuole fare nulla perche le cose cambino, dicendo che non mangiando lei sta bene e che vuole perdere peso sfruttando questa cosa. (Non penso minimamente che lei debba perdere peso, è gia in forma ottima)
Mi sembra quasi che neghi completamente il problema, dicendo che non la fa stare male e non so come aiutarla perchè quando provo a parlarne mi respinge anche in modo aggressivo.
Cosa dovrei fare? Pensate che sia io a crearmi dei problemi o effettivamente sia necessario intervenire? Grazie
Non me la sento di avere figli ma paura del futuro
Ho sempre avuto disturbi psicologici, da sempre in terapia e con psicofarmaci. Ho sempre rimandato l'idea di avere figli a quando sarei stata meglio.
Ho sempre saputo di volere figli, i bambini mi piacciono e sono brava con loro. Quando però ho deciso che era arrivato il momento di averne ho iniziato ad avere dubbi.
Quando avevo il dubbio che fossi incinta una paura enorme mi ha preso e non volevo esserlo. Mi si sono riacutizzati anche i miei problemi.
Purtroppo vista l'età, o ora o mai più. Allora ho deciso di abbandonare l'idea di diventare madre. Non sono sicura che al momento ne voglio anzi sono sicura che al momento non ne voglio.
Ma la natura in questo è crudele e non posso aspettare più. Addirittura vista l'età non so nemmeno se arriverebbero.
Al momento quindi non ne voglio, ma vedo mamme e bambini ovunque, soffro e mi chiedo in continuazione se ne voglio o no.
Sono entrata in un loop mentale. Il futuro senza figli mi preoccupa, ne ho paura, mi pare senza senso.