Dall'homo persona sapiens sapiens all'homo persona art sapiens

Una strada da percorrere per trasformare la propria vita in un’Opera d’Arte

Pubblicato il   / Crescita Personale
Dall'homo persona sapiens sapiens all'homo persona art sapiens

Il principale compito degli Psicoterapeuti- Sophianalisti come anche dei Counselor Sophiartisti e Cosmoartisti è quello di creare incontri di Sophia-analisi, di Sophia-art e Cosmo-art dove mettere in pratica le ricerche dell’ A.P.E. (Antropologia Personalistica Esistenziale che è la ricerca che Antonio Mercurio (fondatore della SUR Sophia University of Rome) e noi che siamo i suoi collaboratori svolgiamo soprattutto nei gruppi ma anche nell’osservazione e nel rapporto da Persona a Persona che instauriamo con i nostri clienti o pazienti a seconda dell’intervento di Counseling o di Psicoterapia.

Infatti il Sophianalista, il Sophiartista e il Cosmoartista sono essenzialmente dei ricercatori Antropologi Esistenziali che guidano dei gruppi di persone a scoprire e a seguire le leggi della vita.

Quindi dalla ricerca Antropologica Esistenziale nascono queste tre metodologie di intervento ( Sophia-analisi, Sophia-art e Cosmo-art che non sono in contrapposizione tra loro ma costituiscono un percorso evolutivo e integrativo del pensiero di Antonio Mercurio che infatti scrive:

“Se la vita è come un quadro e noi siamo gli artisti che dipingiamo il quadro, la sophia-analisi è l’arte di predisporre la tela, la sophia-art è l’arte con la quale impariamo a saper disporre i colori sulla tela, la cosmo-art è la cornice entro la quale incorniciamo il quadro che abbiamo dipinto ed è anche il chiodo e la parete a cui poter attaccare il quadro per mostrarne la bellezza”

In questo mio articolo mi soffermerò soprattutto sulla disciplina sophiartistica perché contiene in se anche i principi già sperimentati in precedenza dalla sophia-analisi ed in nuce contiene anche quei principi dell’emergente disciplina cosmoartistica.

Il libro “La vita come opera d'arte e la vita come dono spiegata in 41 film” di Antonio Mercurio è il primo vero testo di sophia-art e contiene le chiavi di lettura dei film che segnano il percorso da seguire per attuare le trasformazioni che ci portano verso la realizzazione di una vita vissuta in maniera autentica e come dono anziché come furto a noi stessi ma anche alle persone che ci vogliono bene e che amiamo. È un percorso di ricerca empirica che si è sviluppato man mano che Antonio Mercurio proponeva tematiche e ipotesi di soluzione delle stesse. Non si tratta di un percorso fatto a caso ma segue un tragitto ben definito anche se non proposto come verità assoluta ma usufruisce anche dei contributi di tanti altri studi o discipline che tentano di dare nuove risposte rispetto all’Uomo come Persona a un livello fisico, psichico ed esistenziale. Da questo libro possiamo estrarre i due pilastri della sophia-art che sono la vita come opera d’arte e la vita come dono.

La vita come opera d’arte

Il progetto della sophia-art è quello di liberare l’uomo dall’oppressione dei suoi nemici interni, ridargli la libertà e la sua indipendenza e farne un’artista della sua vita. Ma quali sono i nemici interni che opprimono l’uomo?

Tra i tanti, quelli che oggi esprimiamo in maggior modo sono: il pensiero schizofrenico col quale affrontiamo la vita e la perdita di contatto con la propria saggezza profonda. Come ho già scritto in un precedente articolo, noi mettiamo in atto il pensiero schizofrenico attraverso il vivere la nostra vita scissi. La affrontiamo non realmente per quello che siamo ma adottiamo una metafora.

Quindi il primo lavoro da affrontare per fare della nostra vita un’opera d’arte è quello di scoprire qual è la nostra metafora. Scoprire cioè con quale modalità affrontiamo la nostra vita. In sintesi la sophia-art con Antonio Mercurio ci dice: "Scegli un personaggio che rappresenta la metafora della tua vita! E poi rappresentalo! "

Rappresentare è la metodologia con la quale si esplica la sophia-art cioè vedere la nostra metafora ma anche tutte le nostre parti, negative e positive e viverle a livello cosciente, rappresentarle nei laboratori di sophia-art ma anche nella vita per riconoscerle come nostre e trasformarle se necessario. Fare questo tipo di percorso ci aiuta a riacquistare la nostra saggezza profonda. Come Homo sapiens sapiens ci poniamo delle domande come ad esempio : da dove veniamo? Chi siamo realmente? Dove andiamo? E dandoci delle risposte però non lasciamo tutto a un livello del pensiero, filosofeggiando e basta ma, proviamo a costruire una favola con queste risposte, utilizziamo quindi l’arte di pensare unificata all’arte di creare dandoci così un’anima artistica.

È un ottimo modo per cominciare perché con la fantasia delle favole si evoca il nuovo e questo ci aiuta a crescere a diventare adulti e non solo come età. Infatti una Persona adulta è anche colui/colei che consapevolmente si crea le proprie favole. Dobbiamo imparare a porre l’immaginazione al potere così impariamo ad usare il nostro emisfero destro troppo costretto a restare inutilizzato. L’abbiamo messo da parte dando troppo spazio al pensiero logico per divenire sapiens sapiens e tutto ciò è risultato utile ma da solo non ce la fa a contattare la nostra saggezza profonda, il nostro Sé così come è inteso dalla ricerca A.P.E.. Impariamo inizialmente ad utilizzare l’emisfero destro a scapito della nostra intelligenza che da sola offusca la nostra saggezza interna. Poi ci sarà il tempo di integrare le due parti cioè di fare la sintesi tra saggezza e intelligenza, tra emisfero destro e emisfero sinistro. Il lavoro sophiartistico è proprio quello di evidenziare prima una parte dei due opposti, poi l’altra e successivamente fare la sintesi delle due.

Questo lavoro è necessario per poter vedere, riconoscere una delle parti che di solito è confusa con l’altra oppure è messa da parte e la confusione non è certo integrazione.

Ad esempio è necessario vedere per poi superare alcune nostre parti negative che non vogliamo ammettere che ci appartengano. Non è un lavoro facile ed è quasi impossibile farlo da soli. Abbiamo bisogno di una guida o meglio ancora di un gruppo di persone che amorevolmente ci aiutino a riappropriarci di queste brutte parti per avere la possibilità di trasformarle. Nei laboratori di sophia-art c’è il confronto con l’altro che dal di fuori riesce a vedere queste parti e ce le pone davanti attraverso il giudizio sostenuto. Cosa vuol dire giudizio sostenuto? Quando durante il laboratorio noi ci poniamo con il desiderio di trasformare delle parti, ci affidiamo a quel gruppo e tutto ciò che l’altro ci rimanda non lo prendiamo solo come giudizio sterile e a se stante ma come giudizio sostenuto dall’amore per il nostro progetto di trasformazione. Quello che l’altro vede è ciò che noi teniamo accuratamente nascosto e quindi il suo giudizio diventa un aiuto, diventa il sostegno al nostro progetto.

Se ci rendiamo conto che anche quelle parti di noi che non ci piacciono sono necessarie al nostro sviluppo, saremo più propensi a vederle.

Un esempio di una parte negativa necessaria alla nostra crescita è quello che noi della S.U.R. chiamiamo Io Narcisistico: “ l’Io narcisistico è necessario al nostro Io Persona come l’utero all’embrione” scrive Antonio Mercurio ma vediamo in che senso: l’ovulo viene fecondato nelle tube ovariche ma poi per svilupparsi, l’embrione ha il bisogno di trovare poi un utero che lo accolga e lo aiuti a crescere. È infatti l’utero che sostiene l’embrione che è fragile e poi il feto che ancora non può avere una vita separata dalla madre.

Anche l’Io Persona inizialmente è fragile ed ha bisogno di qualcosa che lo sostenga per diventare un Io Persona sviluppato. L’Io narcisistico funge da utero al nostro Io Persona. Ma dopo nove mesi, il feto deve rinunciare all’utero che l’ha sostenuto fino a quel momento e nascere altrimenti muore fisicamente. Anche la Persona deve rinunciare al suo assoluto, al suo Io narcisistico altrimenti può morire a un livello esistenziale non realizzando i suo vero progetto di creare Bellezza. Infatti, da soli è impossibile creare Bellezza che duri nel tempo , che ci faccia uscire da quella solitudine e quella insoddisfazione profonda che persiste anche quando abbiamo realizzato i nostri progetti individuali che riguardano il lavoro e il riprodursi facendo figli.

Dobbiamo ricordarci che se abbiamo creato qualcosa di bello non possiamo averla creata da soli e dobbiamo cercare gli elementi che attraverso le altre persone hanno concorso in questa creazione di Bellezza. L’unico spermatozoo che entra nell’ovulo e contribuisce a creare una nuova vita non potrebbe aver raggiunto l’ovulo senza l’aiuto degli altri spermatozoi. È stato “il migliore” perché sostenuto da movimento degli altri. Infatti, la vita come opera d'arte crea la bellezza e fa uscire dalla staticità, dalla coazione a ripetere dettata dal nostro psichismo e quest bellezza crea una vita in azione, in movimento, in evoluzione .

“la bellezza crea tensione verso una vita in continua evoluzione. la bellezza è un dono, l'opera d'arte è un dono ma un dono che porta al movimento e non la quiete.” Antonio Mercurio

Nel libro dei 41 film sopra citato possiamo trovare anche le indicazioni su come fare il passaggio da una vita vissuta come furto a se stessi e agli altri ad una vita da vivere donandosi, donando e chiedendo in dono .

La vita come dono

Anche vivere la vita come dono vuol dire vivere con arte ma si tratta di un'opera d'arte che crea armonia più che bellezza. Vivere donandosi, donando e chiedendo in dono è il frutto di azioni e non di staticità. Infatti rappresenta la pace e la serenità che vengono dopo il travaglio della tensione e dell'azione che si sciolgono nella quiete. Ma non si tratta di una quiete stagnante, ferma immobile. Infatti, attraverso questo momento di serenità che è frutto di un travaglio e quindi di elaborazione anche del dolore, l’uomo si armonizza con se stesso, con la vita e con gli altri ma in uno stato di quiete e non di azione.

Riassumendo, la vita come opera d'arte crea la bellezza e la tensione e quindi il movimento e l'evoluzione, la vita come dono crea la pace e l'armonia.

L’ Homo Persona Art Sapiens potrebbe essere dunque il frutto della sintesi tra queste due possibilità che possiamo darci di vivere una vita come dono e fare della nostra vita un’opera d’arte. Sicuramente non è facile oggi, nascendo tutti da un utero che riceve ferite dall’interno e dall’esterno e ci sembra più facile rispondere “occhio per occhio”, ma la spinta evolutiva dettata dal desiderio umano di creare Bellezza non si fermerà nonostante tutto questo odio che sta emergendo e che ci fa ragionare in termini di giustizia offuscando i nostri veri progetti d’amore.

Ognuno di noi potrebbe dare un suo contributo cominciando a dare movimento e azione alla propria vita dandosi un’anima da artista. Ad esempio: l’artista sa di non essere mai povero ed è per questo che si può permettere di donare; l’artista sa che anche donando non si svuota mai, non perde ma si arricchisce; l’artista si può concedere di dare perché sa che può ricreare.

A volte potrebbe non bastare una vita intera per fare della nostra vita un’opera d’arte ma una vita come dono possiamo viverla giorno per giorno nelle piccole cose che ci danno gioia e ci sostengono nella creazione del nostro quadro.

La vita come opera d'arte e la vita come dono sono le pennellate di bianco di nero, di grigio e di vari colori che diamo al nostro quadro in attesa di finirlo e poterlo appendere a quel chiodo e quella parete e mostrarne la bellezza.

Le pennellate sono anche quei passaggi che attuiamo per accedere alla vita come dono e alla vita che è dono imparando l'arte di estrarre la verità dalla menzogna, uscendo fuori dal vittimismo, decidendo di rinascere ad una nuova vita anche se questo comporta delle rinunce ma la serenità e la gioia che si proverebbe sarebbe un dono grandissimo che ci potremmo fare . Forse questo nuovo salto evolutivo non può essere realizzato solo mettendo assieme elementi ed eventi casuali, così come è accaduto, almeno in apparenza, nei passaggi evolutivi che l’uomo ha attuato in precedenza. Forse serve un nuovo elemento che è quello di mettere in atto la capacità di decidere che già fa parte di noi esseri umani ma che ci porti ad intraprendere la strada che va verso la creazione di quella “Bellezza Seconda” che dura nel tempo e nello spazio anche dopo che non ci saremo più fisicamente.

Bibliografia

  • La vita come opera d'arte atti del II congresso di Sophianalisi Parigi 16/22 luglio 1989
  • La vita come opera d'arte e la vita come dono spiegata in 41 film Antonio Mercurio
  • Appunti di Anna Quercia delle lezioni seguite all’ISS ( Istituto Superiore di Sophiart)