Quando si parla di "attaccamento", si fa riferimento a una particolare relazione che si instaura tra un bambino e la persona che si prende cura di lui. Nella relazione di attaccamento, il bambino ricerca la vicinanza del caregiver e il suo conforto in caso di pericolo, mentre l'adulto offre la sua disponibilità al piccolo dal punto di vista fisico, affettivo ed emozionale.
Tra l'esplorazione e la ricerca di una "base sicura"
Tale disponibilità permette al bambino di rappresentarsi il caregiver come una base sicura a cui possa tornare in seguito all'esplorazione dell'ambiente. Esplorazione e vicinanza costante del caregiver sono due facce della stessa medaglia, bisogni innati del bambino che gli permettono di mettersi continuamente alla prova e sviluppare il sistema cognitivo, affettivo e relazionale.
Una relazione, diverse forme
Una figura di attaccamento altamente responsiva e attenta ai bisogni del bambino garantisce un alto grado di protezione al piccolo, che si mostrerà capace di esplorare creativamente e curiosamente l'ambiente esterno. Questo bambino sarà capace di sopportare distacchi prolungati dal caregiver e maturerà fiducia in sé e negli altri; in caso di difficoltà, permetterà al caregiver di consolarlo e di prendersi cura di lui. Questo tipo di legame viene definito in psicologia attaccamento sicuro e garantisce un sviluppo del sistema affettivo-relazionale dalle caratteristiche altamente positive.
Ma cosa accade quando i comportamenti del caregiver non soddisfano le aspettative del bambino o non sono chiari? In base alla responsività e alla disponibilità della figura di attaccamento, si possono generare diversi tipi di forme relazionali tra il bambino e il proprio caregiver. Vediamo insieme le principali categorie:
Attaccamento insicuro: questa forma di legame è dovuta a un caregiver scarsamente responsivo e/o poco attento ai bisogni del bambino. L'attaccamento insicuro può manifestarsi in diverse modalità:
- Attaccamento insicuro/evitante, in cui il bambino esplora l'ambiente circostante ma è indifferente al caregiver. Questo accade perché il piccolo non sviluppa fiducia nei confronti della figura di attaccamento: sicuro di un suo rifiuto in caso di richiesta di soccorso, è costretto ad affidarsi completamente a se stesso. A una buona percezione di sé e delle proprie competenze, corrisponde una visione dell'altro negativa e una percezione di non essere affettivamente desiderabili. Quando, dopo un distacco, il caregiver torna, il bambino lo evita per non andare incontro a un rifiuto. Questi bambini prediligono informazioni di tipo cognitivo e sono affettivamente più inibiti.
- Attaccamento insicuro/ambivalente, in cui il bambino non riesce ad esplorare l'ambiente in maniera adeguata e mostra disperazione se il caregiver si allontana, non riuscendo a farsi consolare al suo ritorno. L'indifferenza del caregiver nei confronti del bambino fa sì che egli non abbia certezza di una disponibilità dell'adulto e che l'esitante esplorazione dell'ambiente sia associata a un forte senso di colpa, generato dal fatto di non sentirsi capace di attirare l'attenzione dell'altro in maniera adeguata. Le manifestazioni affettive di questi bambini possono talvolta sembrare "esagerate"; le informazioni cognitive vengono falsificate, perchè inaffidabili.
- Attaccamento insicuro/disorientato o disorganizzato, tipico di bambini che mettono in atto comportamenti caratteristici dopo una breve separazione dal caregiver. I bambini disorientati ricercano la vicinanza della figura di attaccamento evitandone però lo sguardo, mentre quelli disorganizzati assumono comportamenti altamente imprevedibili e conflittuali. Questo può accadere perché il caregiver reagisce in modi estremamente differenti alle richieste di aiuto del piccolo (talvolta con calore e accoglienza, talvolta con paura e disperazione, oppure con rabbia e aggressività). Il bambino risulta, inevitabilmente, molto confuso.
L'importanza della modalità di attaccamento
La relazione con il caregiver incrementa la possibilità del bambino di sopravvivere in situazioni di pericolo: le configurazioni di attaccamento possono quindi essere definite strategie per identificare il pericolo e proteggersi dallo stesso. Esse sono vere e proprie strategie di sopravvivenza.
I teorici dell'attaccamento sostengono che ogni forma relazionale che si instaura con il caregiver genera nel bambino degli schemi mentali rappresentativi di una modalità relazionale, che tenderà a stabilizzarsi e a ripetersi nel corso degli anni, determinando, così, la qualità delle relazioni adulte.
Ricerche più recenti hanno dimostrato che questi schemi cognitivo-relazionali non si escludono a vicenda: un bambino può sviluppare diverse strategie di attaccamento, con diversi caregivers. Tali schemi, inoltre, sono dinamici, cioè possono modificarsi in base al contesto situazionale, manifestandosi secondo diverse modalità relazionali, che si distinguono in base al tipo di attaccamento (Sicuro, Evitante, Ambivalente, Disorganizzato). Ciò significa che, in base alla percezione di pericolo o di disponibilità affettiva derivante dall'Altro, il bambino (e, come vedremo, anche l'adulto) possono "scegliere" la modalità relazionale più adeguata alla situazione, all'interno della gamma di strategie dinamico-maturative di cui dispone il suo sistema cognitivo-affettivo. Oggi si conoscono dodici diverse strategie per la protezione del sé.
L'attaccamento negli adulti
L'attaccamento costituisce la base degli schemi cognitivi che influenzano, per tutta la vita, la percezione di sè e le relazioni con le persone. Esistono, dunque, anche nell'adulto, dei pattern di attaccamento operanti a tutti gli effetti, che dipendono dalle esperienze passate dell'individuo e dalle strategie relazionali che egli ha imparato a conoscere sin dai primi anni di vita.
- Adulti con attaccamento Sicuro/Autonomo sono coerenti, fiduciosi in se stessi e nell'altro. È presente una buona integrazione tra informazioni affettive e cognitive.
- Adulti con attaccamento Distanziante sono svalutanti nei confronti dell'Altro ed evitano le relazioni per paura del rifiuto.
- Adulti con attaccamento Preoccupato/Invischiato si mostrano spesso rabbiosi e/o passivi. Si sentono spesso inadeguati all'interno delle relazioni.
- Adulti con attaccamento Irrisolto appaiono incoerenti e si mostrano estremamente sensibili al distacco, alla separazione e all'abbandono. Nel loro passato è presnete un lutto o un trauma irrisolto.
È evidente che la rigidità degli schemi cognitivo-relazionali di un individuo rappresenta un grande ostacolo per il benessere e, di fatto, limita la persona alla ripetizione delle medesime modalità in ogni relazione futura. Al contrario, la flessibilità delle strategie di attaccamento al contesto di vita, garantisce una maggior capacità di adattamento e un'ampia gamma di sperimentazione: in altre parole, relazioni gratificanti, equilibrate e soddisfacenti.