Cos’è la vergogna?
La vergogna è un’emozione negativa di forte intensità legata alla percezione che abbiamo di noi stessi, che ci fa credere di essere inferiori, ci fa sentire giudicati e ci fa desiderare di essere diversi da ciò che siamo.
È un’emozione complessa e dolorosa e può avere un significativo impatto negativo sul benessere personale. Quando proviamo vergogna abbiamo la sensazione sgradevole di essere nudi e trasparenti di fronte al mondo e ci sembra che qualcosa di terribile in noi venga scoperto dagli altri.
La vergogna è un’emozione secondaria, cioè fa parte di quella categoria di emozioni che vengono apprese e si sviluppano in seguito all’interazione sociale. La differenza con le emozioni primarie è che queste sono presenti sin dalla nascita, come la rabbia, la paura, la tristezza, la gioia e la sorpresa.
Quali sono le caratteristiche principali della vergogna?
La vergogna può essere considerata come un tipo di attivazione emotiva che si verifica in risposta all’esposizione della propria persona in un gruppo sociale o in un contesto di regole di condotta condivise.
Alcuni definiscono la vergogna come l’emozione dell’autoconsapevolezza. Ciò si riferisce al fatto che per sperimentare la vergogna, avviene una auto-valutazione dei propri modelli comportamentali, che vengono visti come un fallimento in comparazione con uno standard considerato globale. A partire da questa valutazione, ci sentiamo piccoli, disprezzabili, inferiori, brutti o imperfetti e questo fa diminuire la nostra autostima e fa crescere in noi un senso di impotenza.
La vergogna si associa alla paura che alcune persone, che inconsciamente riteniamo superiori, formulino dei giudizi negativi nei nostri confronti. Una persona che prova vergogna spesso vivrà nel timore che gli altri possano scoprire le sue debolezze, sarà costantemente insicura di aver agito male e si sentirà frustrata per non essere chi vorrebbe essere.
Pertanto, questa emozione è molto legata al senso di competenza sociale e ai modelli culturali a cui ognuno sente di dover appartenere.
Una caratteristica tipica della vergogna è che mina al senso di identità individuale.
La vergogna è un’emozione annichilente e penosa per l’essere umano. Quando proviamo vergogna, per via dell’autodisprezzo, ci sentiamo a disagio con noi stessi e perdiamo il senso di chi siamo realmente. Vergognandoci, neghiamo a noi stessi la nostra persona, in quanto non combacia con le aspettative altrui.
Conseguenze
Un comportamento tipico immediato che si mette in atto in risposta alla vergogna è quello di distogliere lo sguardo e cercare di nascondersi, come sperando di essere invisibili.
Credendo di avere fatto una brutta figura, si soffre per la ferita alla propria autostima.
In un secondo momento, la persona vergognata, cercherà di isolarsi, oppure reagirà arrabbiandosi.
Tipi di vergogna
Possiamo distinguere due macrocategorie di vergogna:
vergogna esterna: deriva quando vediamo una minaccia nel mondo esterno e pensiamo che gli altri stiano giudicando negativamente qualche aspetto del nostro comportamento o della nostra personalità; questo tipo di vergogna ci porta a mettere in atto l’evitamento, l’isolamento e la fuga;
vergogna interna: si verifica quando ci auto-critichiamo e ci auto-svalutiamo, sentendoci inadeguati e difettosi ai nostri stessi occhi.
Esiste anche un’altra distinzione:
vergogna primaria: si associa direttamente al timore di poter compromettere la propria buona immagine o la propria autostima;
vergogna secondaria: deriva dal vergognarsi dei propri processi emotivi, ad esempio, quando ci si vergogna per le proprie manifestazioni di paura o di rabbia.
Perché ci vergogniamo?
I fatti che originano la vergogna possono essere moltissimi. Ne elenchiamo alcuni. La vergogna può essere:
- del fare: sentiamo di aver fatto qualcosa di sbagliato
- dell’essere: sentiamo disprezzo per la nostra essenza come persona
- da svelamento o smascheramento: dobbiamo affrontare una situazione contro la nostra volontà
- metavergogna o vergogna ricorsiva: entriamo in un circolo vizioso in cui l’oggetto dell’emozione è la vergogna stessa, cioè ci vergogniamo di vergognarci
- per le lodi: sentiamo di non meritare gli apprezzamenti che stiamo ricevendo
- transitiva: il nostro comportamento genera vergogna in un’altra persona
- transpersonale: ci vergogniamo della nostra famiglia, cultura o paese;
- contagiosa: la vergogna nasce in risposta all’improvviso vergognarsi di un'altra persona.
Quali sono le cause della vergogna?
La vergogna viene dal timore che la propria immagine personale che vorremmo mostrare agli altri venga compromessa. Questo timore è legato a un conflitto tra l’immagine morale e sociale che abbiamo di noi stessi e l’immagine reale che crediamo stare esponendo. A partire da ciò, ci auto-valutiamo generando il senso di inadeguatezza tipico della vergogna.
Per comprendere le cause profonde della vergogna, occorre valutare il rapporto tra regole sociali, esperienze individuali e anche salute mentale e coerenza psichica dell’individuo. Infatti, quanto più autostima ed equilibrio si ha, meno impatto avrà la vergogna sulla persona.
Evoluzione ed età
Secondo gli esperti, la vergogna compare tardivamente rispetto ad altre emozioni sociali. Infatti, inizierebbe a emergere dopo il secondo anno di vita del bambino.
Uno studio condotto nel 2010 dall’Università di Berna ha analizzato l’emozione della vergogna in più di 2.600 volontari americani di età compresa tra 13 e 89 anni. Sono emersi dei dati interessanti. L’età sembra influenzare l’intensità e la facilità con cui la vergogna sorge: gli adolescenti provano una vergogna più forte, gli adulti di mezza età hanno una propensione alla vergogna minore, mentre gli anziani tornano a essere facilmente impattati dalla vergogna. Inoltre, le donne sembrano sviluppare un sentimento di umiliazione e vergogna in maniera più rapida rispetto agli uomini.
Qual è la sua funzione?
Secondo l’approccio psico-evoluzionista, la vergogna ha un’utilità come regolatore sociale, in quanto si sviluppa al fine di garantire la permanenza della persona all’interno del proprio gruppo sociale di riferimento.
Pensando a un popolo primitivo o poco evoluto socialmente, è facile comprendere il meccanismo per cui essere ben accetti nel proprio contesto equivale da un lato a garantirsi l’accesso alle risorse necessarie, dall’altro a soddisfare i bisogni fondamentali come quello di sentirsi sicuri e protetti.
La vergogna avrebbe le seguenti funzioni:
mantenimento dell’immagine sociale e segnalazione di possibile minaccia a tale immagine;
promozione di comportamenti atti a ridurre tale minaccia, in particolare comportamenti di sottomissione e pacificazione.
In merito a quest’ultimo punto, esiste una teoria, la teoria dei ranghi, secondo cui la vergogna sarebbe una strategia difensiva di sottomissione, un comportamento remissivo adottato dagli individui che appartengono a un basso status sociale, al fine di mandare un messaggio di non-sfida e mantenere una specifica organizzazione gerarchica pacifica.
Sebbene possa assumere delle funzioni, la vergogna può diventare disadattiva quando è connessa ad un sentimento profondamente negativo verso sé stessi, nonché quando ci si sente inaccettabili, indegni e manchevoli.
Differenza tra vergogna e senso di colpa
La vergogna è associata a diverse altre emozioni, come il senso di colpa, l'umiliazione e la mortificazione sul versante negativo, ma anche il pudore, la modestia, la riservatezza e il tatto, sul versante positivo.
Il senso di colpa si accompagna spesso, ma non necessariamente, alla vergogna.
La colpa e la vergogna presentano dei punti in comune:
sono entrambe emozioni a valenza negativa;
producono un comportamento morale che contrasta un comportamento di trasgressione che sia rilevante ed incongruente con l’immagine che uno ha di sé o il proprio senso identitario;
si presentano in risposta a un fallimento personale o una trasgressione, quando vi è una consapevolezza di una violazione sociale o morale.
Tuttavia, vi sono dei punti fondamentali che differenziano queste due emozioni:
la vergogna intacca l’identità, mette in discussione la propria persona e implica una valutazione negativa del sé (ad esempio: “sono inferiore”), mentre il senso di colpa si posiziona a livello comportamentale e guida il soggetto verso una valutazione negativa di comportamenti specifici, senza includere il proprio sé non nella sofferenza emotiva (ad esempio: “ho sbagliato, potevo agire in un modo migliore”);
la vergogna è legata alla percezione di auto-fallimento, mentre il senso di colpa deriva dalla trasgressione di una norma;
l’orientamento è più egocentrico nella vergogna, mentre nella colpa è più centrato sulle conseguenze che determinate azioni hanno sugli altri, cosa che fa sì che la colpa assuma una connotazione più morale;
nella vergogna ci si preoccupa del giudizio degli altri, la colpa si focalizza sul giudizio che la persona stessa formula nei propri stessi confronti;
la vergogna è un’emozione secondaria, la colpa primaria;
la vergogna può essere autodistruttiva, la colpa invece è generalmente meno dolorosa, meno penosa e meno invalidante;
la vergogna promuove azioni come il nascondersi, la negazione, la fuga, la difesa, la distanza interpersonale e la rabbia, mentre nella colpa un elemento fondamentale è la possibilità di riparazione; per questo la colpa può rendere la persona cosciente delle proprie responsabilità e motivarla verso delle azioni proattive, positive e risolutive, spesso direzionate agli altri;
la vergogna rappresenterebbe un’emozione meno adattativa rispetto alla colpa, considerato che quest’ultima, motivando al cambiamento e promuovendo lo sviluppo di empatia, potrebbe essere una strategia per la gestione della rabbia;
sul piano psicopatologico, degli studi hanno suggerito chi sperimenta vergogna sarà più incline a sviluppare disturbi affettivi, in particolare la depressione e l’ansia, mentre chi sperimenta maggiormente l’emozione di colpa sarà più incline a sperimentare distorsioni cognitive disfunzionali, in associazione a patologie come il disturbo ossessivo compulsivo o i disturbi paranoici.
Consigli utili
La vergogna è un’emozione e, sebbene in sé non costituisca un problema, potrebbe diventarlo se diventa ricorrente.
In caso di una vergogna eccessiva che causa un profondo disagio e imbarazzo che perdura nel tempo, ecco alcuni consigli:
ammettere la propria vergogna, riconoscere e accettare che è una reazione che fa parte del nostro mondo emotivo;
riflettere sulle sue conseguenze e in che maniera ci sta limitando e sta impattando la nostra vita;
farsi delle domande per analizzare quanto gravi sono le azioni commesse, come “per gli altri è un fatto grave?”, “se qualcuno facesse lo stesso, per me sarebbe un fatto grave?”, “ho agito in buona fede o conoscevo le conseguenze dell’azione già prima di compierla?”;
raccontare a una persona di fiducia l’accaduto e svelargli la nostra colpa, questo servirà a ridimensionare l’importanza dell’accaduto e a vederne con più chiarezza il significato;
guardarsi allo specchio per tornare ad essere visibili, entrando in connessione con noi stessi e mostrandoci prima a noi stessi, poi al mondo, per come siamo veramente.
Quando si sperimenta la vergogna, il deterioramento del senso del sé può essere devastante. Quando non si riesce a uscire da emozioni tanto intense, optare per l’aiuto di uno psicologo è sempre un’ottima scelta. Un terapeuta può aiutare a identificare e superare la vergogna, rivederne i presupposti, favorire la sospensione del giudizio negativo verso sé stessi e recuperare l’autostima.
IN SINTESI
Cos'è la vergogna?
La vergogna è un'emozione negativa associata a sentimenti di inadeguatezza o imbarazzo rispetto a una norma sociale.Quali sono le cause della vergogna?
Può essere causata da errori personali, giudizi esterni o confronti sociali.Come si può gestire la vergogna?
Lavorare sulla consapevolezza di sé, praticare l'auto-accettazione e cercare supporto psicologico possono aiutare a superare la vergogna.
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Bibliografia
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