Lottare contro lo spettro della depressione

Pubblicato il   / Ansia e Depressione
Lottare contro lo spettro della depressione

Una delle problematiche psicologiche più diffuse nell'attuale società sembra essere il diffondersi delle sindromi depressive.

Tali sindromi sono spesso derivanti dal confronto con la realtà esterna, ma non sempre: si può notare che anche con situazioni esterne favorevoli molte persone soffrono comunque di depressione più o meno profonda. Intervengono infatti fattori legati alle dinamiche familiari dell'ambiente in cui sono trascorsi gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza che incidono a livello inconscio anche nell'età adulta; ambiente familiare che, anche nella vita quotidiana , non manca di certo di agire negativamente sulla psiche individuale predisponendo il soggetto ad ulteriori sconfitte e frustrazioni : “la profezia che si autodetermina”.

Che fare? Come affrontare tale sindrome che, in casi estremi, può arrivare a compromettere del tutto la vita del soggetto sofferente?

Ho spesso, molto spesso, notato nella mia pratica clinica che al sentimento depressivo si accompagna un forte senso di auto svalutazione e di conseguente perdita di una sana percezione di se stessi: prima di percepire il proprio valore bisogna avvertire di “essere se stessi”.

Io sono io e pertanto valgo per il solo fatto di esistere, a prescindere da qualsiasi confronto con la realtà esterna.

Realtà esterna che è troppo spesso crudele, cieca ed insensata. In altre parole è spesso fonte di pesante frustrazione il far dipendere la valutazione del proprio valore dal “contatto” con tale realtà: dobbiamo far di tutto per ricollocare dentro di sé il proprio “baricentro” psichico...

Sembrano parole difficili ed astratte che occorre tradurre in agire concreto. Iniziamo allora a “costruire” una percezione positiva di noi stessi, alleniamo la nostra mente ad ignorare il più possibile le sconfitte, gli insuccessi e le frustrazioni che hanno demolito la nostra immagine, per quanto numerosi siano stati. In un certo senso dobbiamo diventare capaci, a tutti i costi, di compiere un atto di fede cieca ed assoluta: allo stesso tempo pensiamo e diamo massimo valore alle vittorie, per quanto piccole esse obiettivamente siano; siamo noi, in altre parole, che dobbiamo “illuminarle” ed esaltarle: non importa la realtà oggettiva, ma ciò che essa rappresenta per noi!

Molto importante è anche il compiere piccoli (o grandi!) atti di amore nei propri confronti: regalarci un oggetto che ci attiri, un viaggio, un profumo: in altre parole una qualsiasi azione che esprima affetto positivo e gratificazione, come si farebbe per una persona amata.

A questo punto iniziamo ad aggredire il “nemico” esterno; impegnamoci in qualunque attività che dia soddisfazione e porti a costruire qualcosa di valido per noi: la parola d'ordine deve essere, a mio avviso, “costruttività” in qualunque senso concreto la si voglia interpretare. Mi viene di pensare a Fabio Massimo il temporeggiatore che, attaccando l'esercito dell'invincibile Annibale con piccole scaramucce in cui uscire vincitore, era riuscito a salvare Roma, logorando il grande avversario.

Affrontiamo allo stesso modo una alla volta le debolezze interiori, reali o presunte, che si sono cristallizzate nel tempo creando una sensazione apparentemente invincibile di auto svalutazione, inadeguatezza, inferiorità nei confronti del mondo ed incapacità nell'agire comune; in questo modo tutto sembra più grande di noi e per questo non controllabile (difficile/impossibile da affrontare).

“Riscopriamo” la nostra capacità di azione da tempo sopita e “risuscitiamola”.

E' fondamentale essere consapevoli che la strada da percorrere sembra all'inizio molto dura: e' un po' come avviare un motore “psichico” che è stato per troppo tempo fermo ed “arrugginito”.

Osserviamo il problema da un altro punto di vista: non bisogna fissarsi sulla problematica depressiva, ma impegnarsi in un percorso di autostima e costruttività sempre più marcato e “potente”! Atteggiamenti mentali positivi che, forti alleati, possono riuscire con il tempo ad allontanare e sconfiggere del tutto lo spettro della depressione.