Che cos’è la Neuropsicologia?

La scienza che studia le funzioni cognitive

Pubblicato il   / Psicologia e dintorni
Che cos’è la Neuropsicologia?

La neuropsicologia è la scienza che studia le funzioni cognitive dell’uomo, la loro evoluzione fisiologica nel corso della vita e l’impatto che su queste possono avere lesioni o disfunzioni a carico del sistema nervoso centrale.

Ha una duplice finalitá: da un lato spiegare scientificamente il funzionamento della mente umana, correlando strutture anatomo – funzionali a specifici processi e comportamenti, dall’altro effettuare diagnosi e impostare programmi riabilitativi per recuperare e sostenere funzioni cognitive complesse quali memoria, attenzione, percezione, ragionamento logico, linguaggio, abilitá prassiche, funzioni esecutive e abilitá visuo-spaziali.

La neuropsicologia scientifica nasce nella seconda metá dell’Ottocento, mediante lo studio di casi singoli, che permettevano di osservare come lesioni localizzate portassero a disturbi circoscritti.

Una data di inizio simbolica della disciplina è spesso ritenuta il 1861, quando il neurologo francese Broca ipotizzó come sede del linguaggio la terza circonvoluzione frontale sinistra. Questo diede una spinta al tentativo di trovare una localizzazione per ogni facoltá mentale, correlando lesioni ai disturbi presentati dai pazienti.

Nel secolo successivo, tuttavia, questa metodologia si è rivelata eccessivamente riduzionistica, poiché una stessa lesione puó portare a sfumature differenti del disturbo. Resta di centrale importanza il substrato anatomico, ma è necessario indagarlo in un’ottica piú integrata, si parla perció di sistemi funzionali complessi.

All’idea dell’immutabilitá del cervello umano si è oggi sostituito il concetto di plasticitá cerebrale, in parte dovuto alla rigenerazione di cellule nervose, una volta ritenuto impossibile, in parte dovuto alla possibilitá di formare nuove connessioni sinaptiche, quindi nuove vie di passaggio delle informazioni, sia in seguito a lesione cerebrale che in circostanze di normalitá, grazie ad un ambiente ricco di stimoli.  

Questo spiega perché la neuropsicologia, nata inizialmente dall’analisi dei cambiamenti dovuti a lesioni cerebrali, attualmente venga utilizzata in molteplici ambiti per incrementare e sostenere le funzioni cognitive anche in soggetti sani.

Le principali patologie che richiedono un intervento neuropsicologico in ambito evolutivo sono le sindromi congenite che colpiscono le funzioni cognitive, quali disturbi di attenzione e iperattivitá, disturbi dell’apprendimento, disturbi del linguaggio e ritardo mentale, mentre nell’etá adulta risulta utile in seguito a danni dovuti a lesioni focali o diffuse del sistema nervoso, causate da trami cranici, ictus, tumori, abuso di sostanze o demenze.

Gli strumenti di cui si avvale sono i test standardizzati, che valutano funzioni cognitive e aspetti comportamentali, i colloqui clinici e gli esami medici per la localizzazione cerebrale di lesioni o aree attivate in determinate circostanze (TAC, RMN, fMRI, SPECT, PET, CBF), per studiare l’attivitá elettrica del cervello (EEG, MEG), o per la manipolazione temporanea dell’attivitá cerebrale a fini di ricerca (TMS).