Non voglio più vivere
Salve. Non sono più giovane, ho 45 anni. Fino a qualche anno fa ero abbastanza tranquilla. Ho un buon lavoro e sono single da sempre e non ero più in cerca di un uomo da anni perché avevo avuto solo delusioni e da sola ormai ero tranquilla. Due anni fa è arrivato un nuovo collega che ha iniziato a corteggiarmi. Io ormai ero chiusa in me e non gli davo retta. Poi, non so come, essendo lui insistente, me ne sono innamorata perché sembrava una brava persona. Dopo un po' mi tradì con una collega sposata, più grande di noi e molto avvenente e disponibile. Quando lo scoprii lui mi disse che ero stata un'ingenua a credere che lui facesse sul serio con me, potendo avere altri tipi di donne. Mise in giro delle voci su di me e in ufficio mi hanno tutti isolata perché credono a lui che sembra molto perbene e distinto. Io sono completamente sola perché vivo e lavoro lontano dalla mia città. Questa cosa mi ha sconvolto la mente: penso continuamente che lui abbia ragione, che sono stata un'ingenua a credere che lui mi potesse amare, che non valgo nulla e ho sbagliato io. Piango e ho incubi quando dormo. Non riesco più a guardarmi allo specchio e vado in bagno con la luce spenta. Non ditemi di uscire o frequentare altre persone, perché sto davvero troppo male e penso che l'unica soluzione sarebbe la morte. Non riesco più ad andare avanti o a pensare altro. I miei familiari non sanno nulla, ma non capirebbero: hanno sempre detto che sono sola perché non ci so fare con gli uomini.