L'allattamento: un sistema di comunicazione affettivo

Pubblicato il   / Genitori e figli
allattamento e comunicazione affettiva


Il bisogno del bambino di essere nutrito rappresenta secondo la psicologia dell’età evolutiva la prima forma di dialogo tra madre e bambino. Infatti, durante l’allattamento possiamo individuare chiaramente un’interazione tra i due partners definita dall’alternanza attività- pausa: durante l’attività di suzione le madri generalmente osservano il bambino e ascoltano suoni ed il respiro, durante la pausa invece parlano ed interagiscono con lui.

S’instaura così un sistema di comunicazione affettivo in cui entrambi sono partecipi attivi: la mamma coglie i segnali che il bambino le manda “fame-sazietà” ed adegua il suo comportamento per soddisfarne le richieste.

Ben presto, dunque, l’allattamento acquisisce caratteristiche di regolarità e nella mente del bambino si crea un ricordo del pasto riconoscibile e prevedibile.

Tuttavia esistono delle differenze individuali, sia degli adulti che dei bambini, che interferiscono in questa interazione rendendola unica.

Più frequentemente è possibile individuare uno stile di relazione ansiosa in cui l’adulto non sa aspettare il proprio turno ed insiste non rispettando l’alternanza fame-sazietà: il ricordo del pasto non è caratterizzato da regolarità, non è prevedibile e potrebbe generare confusione nel bambino.

Anche i bambini mostrano differenze individuali sin dalla nascita nei cicli fame-sazietà: alcuni richiedono cibo con intensità, altri accettano passivamente di essere nutriti, altri ancora inviano segnali di fame discontinui.

Un altro aspetto frequente è rappresentato da una difettosa coordinazione dello sviluppo funzionale del processo suzione-deglutizione-respirazione.

Alcuni bambini sono ipersensibili all’area orale e orofaringea e hanno difficoltà ad accettare il contatto del cibo con le labbra, nella bocca e ad ingerirlo (consistenza e temperatura) . Infine, raramente,può verificarsi un’iposensibilità del cibo rispetto alla consistenza, al volume e al sapore: i bambini, quindi, mantengono per un tempo prolungato il latte in bocca senza ingerirlo e spesso lo fanno anche da adulti con il cibo solido.

 

Fonte

  • Winnicott D. W., I bambini e le loro madri, Cortina, Milano, 1987.