Il potere del contatto pelle a pelle con il neonato

Madre, padre e fratelli: un abbraccio che nutre corpo, mente e legami familiari

Pubblicato il   / Genitori e figli
contatto pelle a pelle


Il contatto “pelle a pelle” - noto anche come “Skin to Skin” o “Kangaroo Care” - è una pratica ormai conosciuta e considerata fondamentale per il benessere del neonato: si intende qui non solo quello che avviene nell’immediatezza dopo la nascita, fra madre e figlio, ma anche analogo contatto diretto nei giorni successivi e con gli altri membri della famiglia – padre e fratelli.

Questa pratica, di per sé estremamente naturale se non quasi istintiva, ha ricevuto sempre maggiore attenzione negli ultimi decenni per i suoi incredibili benefici sia in campo medico e fisico che in quello neurobiologico, ma anche nel nell’ambito emozionale che va rivestendo sempre maggiore importanza.

Il contatto pelle a pelle tra madre e neonato può determinare un elemento cruciale per il benessere psicofisico del bambino, specialmente nelle prime ore dopo la nascita; inoltre favorisce l'adattamento nel postnatale, la regolazione termica, il legame affettivo con gli altri componenti della famiglia ed il corretto sviluppo neurofisiologico.

È interessante notare come questi benefici non riguardino solo il neonato e la madre, ma anche il padre ed i fratelli: il contatto fisico immediato, ma anche nei giorni a seguire la nascita, tra il neonato e la famiglia contribuisce al benessere psicologico e fisico di tutti i membri, favorendo la costruzione di legami sicuri e sani.


Aspetti fisici del contatto pelle a pelle

Il contatto pelle a pelle ha effetti diretti sul benessere fisico del neonato: numerosi studi hanno confermato che questa pratica aiuta a stabilizzare la temperatura corporea del bambino - soprattutto nei neonati prematuri, riducendo per esempio i rischi di ipotermia – a migliorare la regolazione cardiaca e respiratoria sintonizzandola con quella della madre ed in generale supportando la crescita e lo sviluppo fisiologico.

Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), il contatto pelle a pelle immediato, con ciò intendendosi non solo nelle prime ore di vita - che a causa di complicazioni del parto è un’esigenza che può essere accantonata – ma bensì il contatto nei primi giorni di vita, riduce significativamente la mortalità neonatale e le complicanze nei neonati nati prematuri (OMS, 2003).

Il beneficio fisico si estende anche ai genitori, o ad altri componenti della famiglia come i fratelli più grandi, in quanto il contatto fisico con il bambino stimola la produzione di ormoni come l'ossitocina, comunemente chiamato l’”ormone dell’amore” o “ormone del legame” dacché favorisce la creazione di un legame affettivo, incentiva la fiducia e la connessione e riduce lo stress.


Aspetti neurobiologici: il ruolo del contatto nel sistema nervoso

Dal punto di vista neurobiologico, il contatto pelle a pelle “accende” il sistema nervoso del nuovo nato, stimolando la produzione di neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina: questi sono entrambi importanti per la regolazione dell’umore, del comportamento e delle funzioni fisiche, ma sono altresì implicati nella regolazione emotiva e nell'apprendimento. Come sottolineato in studi di neuropsicologia (Cozza et al., 2008), l'attivazione di queste aree cerebrali è fondamentale per la regolazione delle emozioni del bambino e per il suo adattamento all'ambiente esterno.

Il contatto pelle a pelle favorisce anche l'attivazione della risposta neuroendocrina, aumentando i livelli di ossitocina, che non solo aiuta l'attaccamento e la fiducia del bambino verso il genitore o il fratello, ma favorisce anche la riduzione dello stress in tutti i componenti della famiglia. L'ossitocina sostanzialmente migliora il benessere psicologico di madre, padre, fratelli e neonato facilitando il processo di attaccamento.

Notevoli sono anche gli studi condotti dai ricercatori della UCL e della York University, Canadpdan si dimostra come il contatto pelle a pelle con i genitori riduce la forza con cui il cervello di un neonato risponde a uno stimolo di dolore.


Il contatto e le emozioni: un legame affettivo fondamentale

L’importanza dello skin to skin per la nascita e la gestione delle emozioni viene spiegato con la teoria dell’attaccamento di Bowlby (1988), nella quale si sottolinea l’importanza di un legame sicuro tra il bambino ed il suo caregiver per lo sviluppo emotivo del nuovo nato. Il contatto diretto, che instaura e rafforza il legame tra madre e neonato, aiuta a creare la "base sicura" teorizzata dallo psicologo britannico, ovvero un ambiente in cui il bambino si sente protetto e accudito, ed è libero di esplorare il mondo circostante.

Lo Skin to skin ha implicazioni significative per lo sviluppo socio-emotivo del bambino: ancora una volta si dimostra come la risposta emotiva positiva alla stimolazione fisica aumenti la fiducia del bambino verso il caregiver, riducendo i livelli di stress ed ansia del neonato - ma analogamente avviene anche per la madre, riducendo così il rischio di baby blues o maternity blues e di depressione post parto. Il contatto, quindi, diventa fondamentale per la costruzione di un attaccamento sicuro, che è elemento fondamentale per lo sviluppo di una personalità equilibrata che poi troveremo come caratteristica del bambino ormai cresciuto e diventato a sua volta adulto.


Skin-to-skin con la madre: un ritorno al grembo

Il contatto pelle a pelle tra madre e neonato dal punto di vista del neonato può essere descritto come un’esperienza che riproduce le sensazioni intrauterine, offrendo al bambino una sensazione di profonda continuità affettiva e sicurezza ed aiutandolo così a sentirsi di nuovo "un tutt'uno" con la madre. Oltre ad aumentare i livelli di ossitocina e stabilizzare i ritmi fisiologici di entrambi, riduce il livello di cortisolo (ormone dello stress) favorendo l'attaccamento e l'allattamento al seno, oltre a migliorare il passaggio dall’ambiente intrauterino a quello caotico esterno - fornendo così una base sicura per il nuovo arrivato.

Quando il bambino viene adagiato sul petto nudo della madre, l’odore, il calore, il battito cardiaco richiamano l’ambiente uterino facendo sentire i piccoli “a casa”, contenuti e protetti come se quel contatto ricco di sensazioni li facesse tornare nell’ambiente caldo e protetto da dove sono arrivati: si può dire che a livello di emozioni e sensazioni del neonato, con lo “skin to skin” si crea un ponte tra vita intrauterina ed il nuovo mondo “esterno”.


Il ruolo del padre nel contatto pelle a pelle

Rispetto al passato, la figura paterna risulta oggi in generale molto più presente sia durante la gravidanza che in occasione del parto, ma anche nei primi giorni di vita del nuovo arrivato – parimenti, è più frequente di conseguenza l’opportunità che possa avvenire il contatto pelle a pelle fra figlio e padre. I benefici sono effettivi anche in questo caso: quando il neonato viene posizionato sul petto del padre, si osserva una riduzione del pianto e un aumento dello stato di veglia tranquilla, che contribuisce alla stabilità emotiva del bambino.

Uno studio pubblicato su Acta Paediatrica (Uvnäs-Moberg, K., 1997) ha analizzato un caso specifico, ossia l'efficacia del bonding neonatale tra padri e neonati subito dopo un parto cesareo, documentando come questa pratica migliori il benessere del piccolo sia a livello fisico - mantenendo stabile la temperatura corporea e migliorando la glicemia ed il battito cardiaco - ma anche in campo relazionale, consolidando fin dal principio il legame affettivo tra padre e figlio.

Il contatto con il padre dunque favorisce l'attaccamento precoce e migliora il benessere del neonato, ma contribuisce anche a ridurre i livelli di ansia paterna, rafforzando il ruolo attivo del padre nella cura neonatale.


I fratelli: un abbraccio di pelle

Per analogia con le rilevanze scientifiche sopra esposte, si potrebbe ragionevolmente presumere che anche il contatto diretto a pelle dei fratelli maggiori con il neonato determini dinamiche analoghe. È possibile ipotizzare sensatamente che la partecipazione dei fratelli nel processo di contatto fisico con il nuovo arrivato fornisca un contributo emotivo a promozione del senso di vicinanza e fratellanza, nonché arricchisca il legame familiare e faciliti l'integrazione del nuovo membro nella dinamica già esistente, riducendo episodi di gelosie o sensazioni di isolamento nei fratelli.


Conclusioni

Risulta evidente come il contatto pelle a pelle, praticato subito dopo la nascita ma anche protratto nelle fasi successive, sia un elemento essenziale per il benessere fisico, neurobiologico ed emotivo del neonato e dei genitori: non solo supporta la regolazione fisiologica del neonato, ma stimola anche la produzione di ormoni che promuovono un attaccamento sicuro, riducono lo stress e favoriscono lo sviluppo neurobiologico del bambino. Questo processo apporta benefici a tutti i soggetti coinvolti, ed è fondamentale per costruire legami affettivi duraturi e sani estesi a tutta la famiglia.



 

Riferimenti bibliografici

  • Bowlby, J. (1988). Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  • Cozza, F., Braca, C., & Pistoia, F. (2008). Neurobiologia e attaccamento: il ruolo del contatto pelle a pelle nei neonati. Neuropsicologia Infantile, 5(1), 15-24.
  • OMS (2003). Linee guida sulla cura del neonato prematuro. Ginevra: Organizzazione Mondiale della Sanità.
  • Uvnäs-Moberg, K. (1997). Effetti fisiologici ed endocrinologici del contatto sociale. Acta Paediatrica, 86(5), 53-58.
  • Gatti, F. (2014). Lo sviluppo affettivo del neonato e il ruolo del contatto pelle a pelle. Rivista di Psicologia Clinica
  • Il contatto dei bambini con i genitori riduce la risposta cerebrale al dolore. Formazione Continua in Psicologia.