Consigli utili per l’inserimento al nido dei bimbi

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inserimento al nido


Cos’è l’inserimento al nido?

L’inserimento al nido è un momento di cambiamento di grande importanza emotiva per tutta la famiglia. È un evento di separazione tra mamma e figlio, che si preparano ad ammorbidire quel legame esclusivo e simbiotico che li unisce.

Nei primi mesi di vita, il bambino si trova in quello che Winnicott definisce “ambiente-madre”, che è quel contesto che lo accoglie, lo contiene e interagisce con lui, offrendo amore e presentandogli il mondo circostante. La relazione tra madre e bambino è stretta, intensa e fondata sulla cura, e per questo le prime separazioni risultano delicate, poiché alterano quell'equilibrio relazionale.

Pertanto, l'inserimento al nido rappresenta una transizione da affrontare con particolare attenzione, poiché segna l’inizio di un percorso in cui si ridefinisce un nuovo equilibrio in famiglia. D’altra parte, rappresenta un’occasione di crescita sia per i genitori che per il bimbo.

Questa fase permette al piccolo di iniziare il processo di indipendenza dalla madre e di aprirsi ad esperienze fuori dall’ambiente casalingo e alla compagnia di persone inizialmente estranee. Rappresenta per lui un’esperienza di evoluzione, scoperta di sé stesso e autoconferma.

Per potersi aprire con sicurezza e fiducia al mondo esterno, il bambino ha bisogno di un ambiente fisico e relazionale accogliente. Per questo, il nido deve essere un contesto alternativo ma affine a quello familiare, in cui gli educatori svolgono una funzione accudente che possa gratificare le esigenze di vicinanza e protezione del piccolo, nel rispetto dei suoi tempi, dei suoi modi e delle sue emozioni.

Questo concetto è presente anche negli “Orientamenti nazionali per i servizi educativi per l’infanzia”, dove è riportato che «Non è il bambino che deve adattarsi al contesto, ma è quest’ultimo che deve essere predisposto affinché il bambino possa ambientarsi, utilizzare tutte le proprie risorse e sviluppare tutte le proprie potenzialità».


Quali sono i bisogni dei neonati/bambini?

I neonati e i bambini hanno una serie di bisogni fondamentali che devono essere rispettati per un corretto sviluppo fisico, emotivo e psicologico.

Tra questi, vi sono i bisogni primari legati alla sicurezza fisica, ovvero essere nutriti, cambiati e protetti. Esiste anche la necessità di affetto e contatto fisico, che comprende essere coccolati, tenuti in braccio e consolati. Il nido deve soddisfare questi bisogni con attenzione e personalizzazione, offrendo un ambiente sicuro per il bambino.

Tra i bisogni più importanti vi è il bisogno di attaccamento. I piccoli hanno la necessità di sentirsi amati e sviluppare un legame affettivo sicuro con i loro genitori o caregiver, per poter costruire fiducia e stabilità emotiva.

Quando il bambino riceve le cure e le attenzioni necessarie e allo stesso tempo gli viene data la possibilità di esplorare e sviluppare competenze autonome, si parla di “attaccamento sicuro”, un tipo di legame essenziale per crescita emotiva che influirà sul modo in cui affronterà le relazioni future. Un attaccamento sicuro permette al bambino di affrontare con fiducia le prime separazioni, facilitando l'adattamento a un nuovo ambiente come quello del nido, dove impara a esplorare il mondo circostante pur sentendosi sostenuto emotivamente.

La stimolazione sensoriale e cognitiva rappresenta un altro bisogno importante: i neonati sono esploratori naturali e hanno bisogno di esperienze che li aiutino a sviluppare le loro capacità motorie, cognitive e sociali. Attività come il gioco libero, l'interazione con gli adulti e l'esposizione a nuovi ambienti sono fondamentali per promuovere queste abilità. Per questo, è importante che il nido fornisca gli stimoli adatti per promuovere lo sviluppo globale del piccolo.

Il bisogno di routine e prevedibilità è altrettanto rilevante. I bambini piccoli traggono sicurezza dalla ripetizione e dalla stabilità, che fornisce loro un senso di controllo e aiuta a ridurre l'ansia. Questo è ciò che generalmente i genitori offrono nell’ambiente domestico quotidiano, e anche gli educatori del nido possono assicurare delle routine che diano sicurezza al bambino.


Ambientamento e inserimento: perché si fanno?

L’inserimento al nido è la fase iniziale in cui un bambino comincia a frequentare un asilo nido, caratterizzata da un periodo di adattamento in cui viene introdotto al contesto educativo e sociale del nido. L’ambientamento è il processo attraverso il quale un bambino si abitua gradualmente al nuovo ambiente e si adatta alle nuove routine e interazioni sociali.

Si tratta di due processi graduali essenziali per ridurre lo stress da separazione. Il motivo principale per cui si fa l’inserimento è proprio questo: ridurre l’impatto emotivo e psicologico che il distacco dai genitori e il passaggio da un contesto familiare e noto a uno estraneo potrebbe avere sul bambino.

Il nido rappresenta un’esperienza totalmente nuova, sia in termini di ambiente che di relazioni: il bambino dovrà imparare a conoscere nuovi spazi, persone e routine, tutto in un contesto di separazione dai genitori.

L’obiettivo dell’inserimento è quindi creare un ambiente sicuro e accogliente in cui il bambino possa iniziare a costruire un rapporto di fiducia con gli educatori e con gli altri bambini. Questo processo lo aiuta a sviluppare autonomia e fiducia in sé stesso, facilitando il suo sviluppo sociale.

Inoltre, per i genitori, l’inserimento è importante perché permette loro di stabilire un rapporto collaborativo di fiducia reciproca con gli educatori, fondamentale per garantire la continuità educativa tra casa e nido.


A quale età?

Non c’è un’età universalmente giusta consigliata per l’inserimento al nido.

Un’indicazione generale riguardo a un’età appropriata per l’inserimento al nido potrebbe essere intorno ai 12 mesi, quando il piccolo sta acquisendo una maggiore autonomia motoria e comunicativa. Intorno ai 15 mesi, anche se è il momento in cui la paura dell’estraneo e l’ansia da separazione raggiungono il loro picco, vi è un forte sviluppo motorio e linguistico e l’inizio dell’esplorazione fisica e sociale, il che facilita l’ambientamento.

Tuttavia, il momento giusto dipende dalle esigenze familiari e dalle inclinazioni e specificità individuali del bambino.

Infatti, esistono alcuni indicatori utili per valutare il livello di sviluppo del bambino che possono aiutare a capire quando e se è il momento giusto, caso per caso. Tra questi, vi sono lo svezzamento, l’interesse verso il gioco, un temperamento espansivo e socievole con i pari e con gli adulti, lo sviluppo del linguaggio, la tolleranza alla separazione e lo stile di attaccamento sicuro.

Molti genitori optano per un inserimento al nido precoce, intorno ai 6-7 mesi, spesso per esigenze familiari. Sorprendentemente, può anche risultare piuttosto facile per il bambino fidarsi degli educatori a quell’età. Fare iniziare il nido al piccolo prima del compimento di 1 anno è una scelta valida, purché si tenga in conto che le sue necessità primarie sono quelle di calore, contatto e protezione.

Altre famiglie optano per un inserimento al nido un po’ più tardivo. Intorno ai 18-24 mesi, il bambino sarà ancora più sicuro e maturo per vivere quest’esperienza. In linee generali, si può affermare che iniziare il nido intorno al primo o al secondo compleanno è un momento sicuramente favorevole, purché l’ambiente sia rispettoso delle emozioni del bimbo e la relazione con gli educatori di qualità.


Come scegliere il nido giusto?

La scelta del nido è una decisione delicata e complessa e, nel prenderla, è importante considerare diversi fattori, tra cui:

  • Fiducia negli educatori e nella struttura: Essere pronti per delegare la cura del proprio figlio ad altri è importante e richiede un atto di fiducia. A questo proposito, può essere utile conoscere gli educatori di riferimento, così come le strutture, gli spazi e le attrezzature ludiche in cui il bambino trascorrerà le giornate. Se gli educatori ispirano fiducia, l’atmosfera generale è positiva e l’ambiente è sicuro, stimolante e adeguato, si tratta di un’opzione da tenere in considerazione.

  • Considerazione dell’età: Per i bambini sotto gli 8 mesi, è consigliabile optare per strutture che simulino l’ambiente materno, come micronidi o nidi familiari, per ridurre il rischio di traumi. Per i bambini più grandi, è importante che vi siano spazi all’aperto e sufficienti attrezzature per il gioco.

  • Vicinanza: La logistica quotidiana va tenuta in conto per assicurarsi che gli spostamenti non siano troppo lunghi.

  • Metodologia educativa adottata dal nido: Alcuni nidi seguono pedagogie specifiche, come il metodo Montessori, che pone l’accento sull’autonomia e sulla creatività del bambino. È importante che l’approccio educativo del nido sia in linea con i valori e le aspettative dei genitori.

  • Rapporto numerico tra educatori e bambini: Un numero ridotto di bambini per ogni educatore può garantire un’attenzione più personalizzata.


Come avviene: modalità e tipologie

L’inserimento al nido può avvenire secondo modalità diverse, ma in generale si tratta di un processo graduale e strutturato.

Tra le tipologie di inserimento più diffuse vi sono il metodo svedese e quello Montessori:

  • Metodo svedese: Detto anche “dei tre giorni” è un tipo di ambientamento partecipato e guidato dal genitore durante i primi tre giorni al nido. Il primo giorno bambino e genitore passano la giornata insieme al nido, in modo che il piccolo possa sentirsi supportato nell’esplorazione dell’ambiente e nel vivere le nuove esperienze accompagnato. Il secondo giorno uno degli educatori affiancherà genitore e bambino. Il terzo giorno l’educatore interagirà maggiormente con il bambino, ma sempre in presenza del genitore. A partire dal quarto giorno, il genitore accompagnerà il bambino al nido, lo saluterà e lo lascerà lì a svolgere attività e routine che ha già vissuto in sua presenza.

  • Metodo Montessori: Si basa su un ambiente stimolante che promuove l'autonomia e l'apprendimento auto-guidato. Non c’è un numero di giorni precisi: il processo di inserimento è graduale e rispetta le esigenze e i ritmi individuali del bambino, così come l’interesse che esprime per ogni attività proposta. Il metodo Montessori per l'inserimento al nido si concentra su un approccio personalizzato, dove viene incoraggiata l’indipendenza, mentre si costruisce fiducia e si supporta l'adattamento naturale del bambino.

È importante ricordare che le modalità di inserimento dovranno sempre essere personalizzate in base all’età dei bambini e alle loro esigenze specifiche e che ogni metodo può essere utilizzato come riferimento e poi adattato con flessibilità a ogni caso. Come regole generali, l’inserimento deve essere progressivo, perché il bimbo possa familiarizzare con il nuovo ambiente, e vi deve essere una buona collaborazione tra i genitori e gli educatori, affinché si possa modulare l’inserimento secondo le esigenze del piccolo.


Cosa si fa in pratica durante l’inserimento?

Durante l’inserimento al nido, viene avviato un periodo di ambientamento che consente al bambino e ai genitori di conoscere il nuovo ambiente e gradualmente adattarsi ad esso.

Inizialmente, è utile che un genitore rimanga presente al nido, offrendo al bambino una base sicura e fungendo da osservatore. Questo aiuta il bambino a familiarizzare con l'ambiente e le persone, mentre il genitore compie graduali distacchi, mentre la durata della permanenza del bambino al nido aumenta progressivamente.

Nei primi giorni, il bambino esplora l’ambiente con il supporto del genitore, partecipando liberamente alle attività come giochi, letture e momenti sensoriali.

Man mano, si avvia una fase in cui il bambino sperimenta il nido senza la presenza del genitore.

Ogni giorno, il momento del saluto è cruciale: il bambino deve sapere che il genitore ritornerà dopo essersi allontanato, per evitare ansie legate al distacco.

L'educatore gioca un ruolo essenziale in questo processo, avvicinandosi al bambino con delicatezza per costruire un legame di fiducia attraverso il contatto visivo, il gioco e il dialogo.

Con il tempo, dopo circa due o tre settimane, il bambino si abitua alle routine quotidiane del nido. Così, la nuova routine diventa parte integrante della vita familiare.


Possibili difficoltà: individuarle e affrontarle

Durante l’inserimento al nido, possono emergere diverse difficoltà che meritano attenzione.

Infatti, il processo può risultare stressante e potenzialmente traumatico per il bambino, specialmente se il distacco non viene gestito con attenzione. Per questo, è fondamentale considerare gli aspetti psicologici e monitorare le reazioni del bambino, per evitare che l’esperienza diventi traumatica.

Tra le difficoltà più comuni vi sono regressioni nel comportamento, come risvegli notturni, maggiore richiesta di vicinanza ai genitori e rifiuto del cibo. Questi segnali indicano che il cambiamento nella routine ha in qualche modo compromesso il senso di sicurezza precedentemente garantito dalla vita familiare. È essenziale osservare eventuali variazioni nel ritmo sonno-veglia e nell'alimentazione. Disturbi del sonno e un aumento della stanchezza sono comuni, ma se il bambino manifesta pianto disperato e stati di nervosismo, potrebbe essere utile discutere la situazione con l'educatore.

Il rifiuto del distacco, manifestato con pianti intensi o resistenze, è normale, soprattutto per i bambini che non hanno mai sperimentato separazioni prolungate. Se questa difficoltà persiste oltre le prime settimane, è importante rivedere i tempi e le modalità dell'inserimento. Il bambino potrebbe aver bisogno di più tempo per adattarsi ai nuovi ritmi del nido.

Un’altra difficoltà può essere la scarsa partecipazione alle attività del nido. Alcuni bambini possono tendere a isolarsi e preferire osservare piuttosto che partecipare. In tali casi, è fondamentale che genitori ed educatori collaborino per identificare le cause e adattare l'approccio dell'inserimento.

Infine, l’inserimento al nido può avere un impatto emotivo significativo anche sui genitori. Essi possono provare sensi di colpa, sentirsi inadeguati o percepire l’educatore come un rivale. È normale che i genitori vivano la separazione con intensità emotiva, ma se tali sentimenti diventano persistenti e influenzano negativamente il loro benessere, può essere utile consultare un professionista per ricevere un supporto adeguato.


Consigli: come vivere l’inserimento più serenamente possibile

Come abbiamo visto, l’inserimento al nido rappresenta un passo importante e un momento di grande cambiamento per la famiglia. Ecco alcuni consigli per affrontare questa transizione con maggiore serenità:

  • Prepararsi emotivamente e coinvolgere il bambino: Anche se è normale che i genitori provino ansia o preoccupazione, è fondamentale non trasmettere queste emozioni al bambino. Piuttosto, bisogna mostrarsi fiduciosi e sereni, parlandogli del nido in modo positivo, spiegandogli cosa accadrà mentre è lì, decidendo insieme cosa fare di speciale prima e dopo il distacco e visitando il nido insieme prima dell’inizio ufficiale, in modo che lui si sentirà al sicuro e inizierà a familiarizzare con il nuovo ambiente. Coinvolgere il bambino nei preparativi, per esempio nella scelta di oggetti come lo zainetto, può offrire conforto. Ai bambini più grandi, si possono proporre giochi imitativi che rappresentano la giornata al nido e a casa, per aiutarli a comprendere e accettare le nuove routine.

  • Mantenere una routine stabile: Poiché i bambini traggono sicurezza dalla prevedibilità, mantenere orari e abitudini costanti, come il momento del risveglio e dei pasti, facilita l'adattamento. Anche portare un oggetto familiare, come un peluche o una coperta, può aiutare il piccolo a sentirsi al sicuro.

  • Gestire il distacco gradualmente: Un inserimento graduale, con l’iniziale presenza del genitore al nido, aiuta a limitare l’ansia e facilitare l’assimilazione del distacco. È utile anticipare la separazione anche a casa, introducendo microcontesti simili al nido.

  • Rispettare i tempi e le emozioni del bambino: Se il bambino manifesta crisi ingestibili o turbamenti è meglio non forzare il distacco, che risulta evidentemente precoce o emotivamente non sostenibile, per evitare esperienze che potrebbero risultare traumatiche. Rispettare i tempi e accogliere le emozioni del bambino è cruciale. È sempre bene spiegare sempre al bambino cosa sta succedendo, ad esempio che gli educatori si prenderanno cura di lui fino al ritorno del genitore, ma è altrettanto importante che sappia che le sue emozioni sono legittime e che non deve sentirsi "sbagliato" per quello che prova. Ricordare al bambino occasioni in cui ha superato le sue paure o difficoltà è utile per aiutarlo a sentirsi più sicuro di sé. Per fargli imparare a riconoscere e nominare i suoi sentimenti, si possono usare delle risorse educative, come libri sul distacco e sul riavvicinamento e sulle emozioni.

  • Gestire il pianto: Il pianto al nido può considerarsi normale, ma è importante non ignorarlo. Il genitore può consolare il piccolo con un abbraccio, rassicurandolo sul fatto che lo penserà e che anche lui sentirà la sua mancanza e assicurandogli che si rivedranno all’uscita. Comprendere le cause del pianto e rispondere in modo adeguato è essenziale per il benessere del bambino. Se il pianto persiste nel tempo e il bambino mostra segni di disagio, è necessario riconsiderare la situazione con attenzione.

  • Curare il saluto e il ricongiungimento: Il saluto deve essere affettuoso e rassicurante, ma deciso, e il genitore non dovrebbe tornare indietro dopo il saluto. Il ricongiungimento deve essere un momento di allegria.

  • Riflessione e comunicazione con educatori e genitori: I genitori devono darsi tempo per adattarsi al nuovo contesto e riflettere sulle proprie emozioni. È fondamentale mantenere una comunicazione aperta e collaborativa con gli educatori, condividendo osservazioni e ascoltando i feedback. Essere aperti a suggerimenti e discutere eventuali disaccordi è importante per un inserimento positivo, per garantire un modello di assistenza coerente e per identificare precocemente eventuali criticità. Anche confrontarsi con altri genitori può facilitare il processo.

  • Essere flessibili e rivedere le proprie scelte: Se ci si rende conto che il nido scelto non è adatto o ci sono disaccordi sulla modalità di inserimento, è importante discuterne apertamente e trovare una soluzione che risponda ai bisogni della famiglia.

  • Opportunità di crescita: Accogliere questa nuova fase come un'opportunità di crescita per tutta la famiglia e mantenere un ambiente di supporto e comprensione reciproca possono fare una grande differenza nell’esperienza dell’inserimento al nido.


IN SINTESI

  • Cos'è l'inserimento al nido?
    È il periodo di adattamento in cui il bambino inizia a frequentare il nido, sviluppando gradualmente una routine e un legame con educatori e compagni.

  • Quali sono le difficoltà dell'inserimento al nido?
    Il distacco dai genitori, l'ambientazione in un nuovo spazio e l'interazione con altri bambini possono causare ansia o pianti iniziali.

  • Come facilitare l'inserimento?
    Creare una routine stabile, parlare positivamente del nido e restare calmi durante il distacco aiuta il bambino a sentirsi sicuro e a sviluppare fiducia.


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Bibliografia

  • Winnicott D. W. (1971), Gioco e realtà, Armando Editore, Roma.

  • Agosta, R., Mancini, G., Naldi, A. (2021), Insegnare nella scuola primaria e dell’infanzia, un approccio psicodinamico, Il mulino, Bologna

  • Crocetti, G. (2012) I bambini vogliono la coppia. Per una genitorialità responsabile, Elledici, Roma

  • Ministero dell'Istruzione. Commissione nazionale per il sistema integrato di educazione e di istruzione (art. 10 decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65) - Orientamenti nazionali per i servizi educativi per l'infanzia.

  • Monti F. (2014), Osservare al nido. Pensieri in cerca di un pensatore, Casa Editrice Persiani, Bologna.

  • Alessandra Bortolotti, Poi la mamma torna. Gestire il distacco senza sensi di colpa, Mondadori, Milano, 2017

  • Isabelle Filliozat, Le emozioni dei bambini, Pickwick, Milano, 2014

     

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