Divorzio: cosa rappresenta la fine di un matrimonio?

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divorzio e fine di un matrimonio


Il divorzio (dal latino “di-vertere”, cioè "separarsi") è la cessazione di un matrimonio, che pone fine agli obblighi e ai diritti coniugali tra i coniugi. Mentre la separazione è una fase in cui i coniugi vivono separati ma restano legalmente sposati, il divorzio è la conclusione definitiva del matrimonio.

Sebbene separazione e divorzio siano realtà sempre più frequenti, spesso rappresentano comunque delle esperienze dolorose e traumatiche. Infatti, questi momenti della vita sono caratterizzati dal crollo delle proprie certezze e da un’estrema fragilità personale.

La rottura del patto coniugale impone un forte cambiamento del proprio progetto di vita, e questo comporta la riorganizzazione di tanti aspetti della propria esistenza e della vita quotidiana.
 

Statistiche

Mentre fino alla prima metà degli anni ‘80 il divorzio veniva considerato un evento “disfunzionale” in un matrimonio, dovuto a un’incapacità di mantenere una relazione eterna, oggi si considera che un matrimonio può concludersi “fisiologicamente” quando vengono a mancare degli elementi fondamentali, come un sentimento sincero o un adeguato grado di impegno.

Questa visione attuale, in cui la fine di un matrimonio non rappresenta un fallimento ma qualcosa che semplicemente può accadere, ha contribuito all’impennata delle statistiche. Dal 1995 ad oggi i divorzi sono aumentati del 101% e le separazioni dell’80%, con una maggiore frequenza nella fascia d’età compresa tra i 40 e i 45 anni.
 

Le 6 dimensioni del divorzio

Il modello di Bohannan, elaborato nel 1973 ma ancora attuale, è il più utilizzato per descrivere le fasi del processo di divorzio. In esso si descrivono sei dimensioni o stadi, che sono processi paralleli dell’elaborazione del divorzio, ognuno con caratteristiche specifiche e non sequenziali, per cui i partner possono trovarsi in stadi diversi nello stesso momento. Il non superamento di uno degli stadi può causare problemi psicologici di diversa natura.

Le sei dimensioni del divorzio sono:

  1. Divorzio emotivo: Inizia quando uno dei partner riduce il proprio investimento affettivo sulla relazione e prende l'iniziativa di sciogliere il progetto di vita. É preceduto da una fase di deterioramento della relazione, in cui si oscilla tra momenti di conflittualità e riappacificazioni, finchè non si giunge a un punto di non ritorno, dove ogni tentativo di negoziazione non può che fallire e ci si rende conto che la relazione comporta più svantaggi che benefici. Generalmente, un coniuge decide e uno subisce la decisione. Il primo ha già in parte elaborato i propri sentimenti, mentre l’altro può sperimentare uno shock, sentirsi vittima o provare sentimenti di vendetta. Il divorzio emotivo di chi subisce la decisione è particolarmente drammatico, accompagnato spesso da rabbia, senso di colpa e ostilità verso l’altro.

  2. Divorzio legale: È lo scioglimento formale del vincolo matrimoniale attraverso l’intervento del giudice, che comporta la fine del ruolo sociale dei coniugi. I coniugi passano insieme da questo stadio, occupandosi di una serie di aspetti burocratici e legali per stabilire i termini e le condizioni della cessazione del matrimonio.

  3. Divorzio economico: Consiste nella suddivisione dei beni materiali e degli impegni finanziari tra i coniugi. Gli aspetti economici del divorzio sono significativi. Infatti, le persone che divorziano affrontano spesso problemi economici, soprattutto per le donne a cui è stato affidato il figlio (o i figli) o per coloro che devono lasciare la casa. In questa fase possono generarsi nuovi conflitti, specialmente tra i due coniugi c’è stata una asimmetria nella gestione delle risorse familiari.

  4. Divorzio genitoriale: In questo stadio avviene la ridefinizione dei ruoli e delle responsabilità dei genitori nei confronti dei figli, in modo da assicurare la continuità all’adempimento dei propri compiti e le responsabilità genitoriali. Vengono prese decisioni importanti riguardo l’affidamento dei figli e la frequenza delle visite da parte del genitore non affidatario, quando non è possibile un affidamento congiunto. Se non viene gestito efficacemente e con una buona collaborazione, il rischio è di trasmettere ai figli sensi di colpa, preferenze verso un genitore e conflitti. È una fase in cui la cooperazione è particolarmente importante per il benessere psicologico dei figli.

  5. Divorzio sociale o comunitario: In questa fase gli ex-coniugi affrontano la propria condizione di divorziati nella società, in famiglia e nei loro gruppi di amici. Questo stadio comporta una trasformazione della propria realtà sociale, e spesso un allontanamento da amici e familiari legati all’altro e della rete sociale costruita insieme, o un indebolimento di tali rapporti. Il divorzio sociale può determinare un senso di solitudine, tristezza, vergogna o rifiuto, che può risolversi con l’accettazione in una nuova realtà sociale e l’intenzione di costruire nuove relazioni.

  6. Divorzio psichico o psicologico: Bohannan lo definisce come la “separazione di sé dalla personalità e dall’influenza dell’ex coniuge". In questa fase, si impara a vivere senza l’altro e ci si inizia a percepire come individui indipendenti. Si tratta dell’ultimo dei sei stadi, in cui il divorzio viene elaborato e compreso e si riacquisisce la capacità di cominciare una nuova vita. Questo implica una reinterpretazione del passato, una riconciliazione con il presente e una pianificazione per il futuro. Il divorzio psichico include un processo di lutto per la fine della relazione e le aspettative non realizzate, al termine del quale si può acquisire una maggiore consapevolezza di sé. Se invece si resta bloccati in questa fase di divorzio, ci si preclude la possibilità di andare avanti e anche di legarsi a nuovi partner. Quando la coppia non riesce a raggiungere il divorzio psichico, si parla di “legame disperante”, un vincolo distruttivo ma impossibile per i partner da sciogliere, perché la rottura viene considerata troppo dolorosa e angosciante.
     

Conseguenze, rischi e pericoli

La fine di un matrimonio rappresenta un evento difficile, con conseguenze che si estendono ben oltre la sfera emotiva dei coniugi, coinvolgendo la salute psicofisica, la stabilità economica e il benessere dei figli.

Con la rottura del legame intimo e la perdita dell'identità costruita in coppia, si possono sperimentare sentimenti di angoscia, rabbia e depressione, che, se non adeguatamente affrontati, possono condurre a un circolo vizioso di sfiducia e isolamento, compromettendo il benessere psico emotivo e la capacità di instaurare nuove relazioni e pianificare il futuro.

La salute fisica e mentale è un'altra area significativamente colpita dal divorzio. La fine di un matrimonio può innescare un deterioramento delle abitudini di vita, con un aumento del consumo di alcol e tabacco e una dieta meno equilibrata. Inoltre, secondo le statistiche, i divorziati fanno un maggiore uso di farmaci antidepressivi e ansiolitici.

Anche l'isolamento sociale contribuisce al rischio di sviluppare problemi psicologici, con conseguenze che variano tra uomini e donne. Secondo i dati, gli uomini tendono a manifestare una trascuratezza nella cura di sé, mentre le donne, pur affrontando sfide simili, spesso vedono nel divorzio un'opportunità per riscoprire la propria identità e raggiungere una nuova autonomia.

Il divorzio rappresenta una perdita anche a livello sociale. La rottura del matrimonio può essere percepita come un fallimento non solo personale, ma anche come un venir meno a un sistema di ruoli codificati dalla società. Questo può comportare un senso di vergogna e di esclusione, e può aggravare ulteriormente lo stato emotivo dei coniugi e dei figli.

Uno dei rischi del divorzio di cui si parla forse troppo poco è il peggioramento delle condizioni economiche. La divisione dei beni e l'aumento delle spese legali e di mantenimento comportano un inevitabile calo del tenore di vita, spesso aggravato dalla necessità di cambiare abitazione e adattarsi a nuove condizioni economiche meno favorevoli. Questo cambiamento può essere particolarmente duro per il coniuge che deve lasciare la casa coniugale e ricostruire una nuova routine quotidiana in un contesto diverso e, talvolta, più modesto.

Per i figli, le conseguenze del divorzio possono essere profonde e durature. I bambini sono spesso costretti a confrontarsi con la perdita di un genitore che vedono meno frequentemente, il cambio di casa, la rottura dei legami con gli amici di famiglia, e un senso di colpa legato alla separazione dei genitori. Queste esperienze possono generare ansia, depressione, difficoltà scolastiche e problemi di adattamento sociale, che, se non adeguatamente gestiti, rischiano di influenzare negativamente lo sviluppo psicofisico del bambino.

In un interessante studio longitudinale si è indagato se l'impatto negativo del divorzio genitoriale persista in età adulta, esaminando un campione di studenti sedicenni, seguiti poi fino ai 32 anni. Ne è emerso che le donne con genitori divorziati riportavano più sintomi psicosomatici, depressione e disturbi psichiatrici rispetto alle loro pari con genitori ancora insieme. Inoltre, i figli di divorziati, sia uomini che donne, tendevano ad avere un livello di istruzione più basso, maggiore disoccupazione, e un rischio più alto di separazione o divorzio, oltre a comportamenti a rischio come fumo e abuso di alcol. Si ipotizza che il divorzio genitoriale crei una "base di vulnerabilità" che aumenta il rischio di depressione e divorzio nei figli una volta adulti.


Consigli per affrontarlo nel modo più positivo possibile

Superare un divorzio in modo positivo richiede innanzitutto di evitare che questa fase difficile si trasformi in un ciclo negativo in cui ci si ritrova bloccati e dal quale è difficile uscire. Ecco dei consigli:

  1. Accettare i propri sentimenti e riflettere: È fondamentale accettare e affrontare i propri sentimenti e le proprie emozioni, per quanto dolorose. Riflettere sulla relazione conclusa e analizzare i motivi della rottura aiuta a comprendere meglio il proprio comportamento, evitando di ripetere gli stessi errori in futuro. Ma è importante farlo senza cercare colpe, evitando vittimismo o accuse.

  2. Darsi tempo: I tempi di guarigione variano da persona a persona, ed è cruciale imparare a convivere con la sofferenza, con pazienza, attraversandola e trasformandola in un'occasione di apprendimento.

  3. Dare valore alla genitorialità: Anche se il legame coniugale si spezza, quello genitoriale deve rimanere solido e basato sulla collaborazione. I figli devono sentire che, nonostante la separazione, entrambi i genitori sono ancora presenti per loro. È essenziale mantenere un dialogo aperto e rispettoso, evitando di denigrare l'altro genitore.

  4. Dedicarsi a sé stessi: È consigliabile coltivare nuove abitudini e interessi, come hobby e sport, per ritrovare un nuovo equilibrio. Sebbene possa essere tentante iniziare subito una nuova relazione, è importante rispettare i tempi necessari per elaborare il dolore e concentrarsi su sé stessi.

  5. Guardare al futuro: È fondamentale riabituarsi a vivere senza il proprio partner, riacquistando spazi personali e non escludendo la possibilità di future relazioni. Guardare al futuro, concentrandosi sui sentimenti positivi e non lasciandosi intrappolare da rabbia o risentimento, permette di liberare energie mentali per progetti più produttivi e soddisfacenti.

  6. Supporto psicologico: Il percorso con un professionista può aiutare a elaborare queste emozioni e a non nasconderle, poiché ignorarle non permette di trovare le risposte necessarie per andare avanti. Affidarsi a uno psicologo non solo favorisce il recupero del benessere personale, ma può anche trasformare il divorzio in un'opportunità di crescita personale e di maggiore consapevolezza di sé.

Infine c’è da sottolineare una cosa molto importante.

Rimanere insieme "a tutti i costi" per evitare il divorzio, purtroppo, porta più danni che benefici, sia per la coppia che per i figli. La permanenza in un legame disfunzionale, caratterizzato da conflitti costanti, distacco emotivo o ostilità latente, non solo compromette il benessere individuale dei coniugi, ma crea un ambiente familiare tossico che può avere ripercussioni profonde sui figli. I bambini, infatti, sono estremamente sensibili al clima emotivo della famiglia e, vivendo in un contesto di tensione continua, possono sviluppare ansia, difficoltà relazionali e una visione negativa delle relazioni intime.

Studi recenti dimostrano che il benessere psicologico dei figli non dipende tanto dalla presenza di entrambi i genitori sotto lo stesso tetto, quanto dalla qualità della relazione genitoriale. Una separazione gestita in modo maturo e collaborativo, con un focus sulla stabilità emotiva e sul dialogo aperto, può offrire ai figli un modello più sano di gestione dei conflitti e delle difficoltà. Al contrario, restare insieme senza risolvere i problemi o mantenendo un’apparenza di unione per evitare il divorzio rischia di perpetuare dinamiche nocive, con effetti negativi duraturi.

Accettare che un matrimonio possa giungere alla sua naturale conclusione e affrontare questa fase con responsabilità e rispetto reciproco rappresenta spesso una scelta più saggia e costruttiva.

Il divorzio, se vissuto con consapevolezza e supporto adeguato, non deve essere visto come un fallimento, ma come un’opportunità per ricostruire la propria vita su basi più solide e per garantire un ambiente familiare sereno e stabile, soprattutto per i figli.


IN SINTESI

  • Cos'è il divorzio?
    Il divorzio è la fine legale di un matrimonio, che sancisce la separazione ufficiale tra i coniugi.

  • Quali sono le cause più comuni del divorzio?
    Le cause possono includere incompatibilità, tradimenti, problemi economici o mancanza di comunicazione.

  • Come affrontare emotivamente il divorzio?
    È importante cercare supporto psicologico, costruire una rete di sostegno e prendersi cura del proprio benessere emotivo.


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Bibliografia

  • Bohannan, P. (1973). The Six Station of Divorce in Love Marriage e Family: a developmental approach.

  • Amato, P. R. (2000). The consequences of divorce for adults and children. Journal of Marriage and Family, 62, 1269–1287.Huurre, T., Junkkari, H., & Aro, H. (2006). Long-term Psychosocial effects of parental divorce. A follow-up study from adolescence to adulthood. European Archives of Psychiatry and Clinical Neuroscience, 256, 256–263.

  • Malagoli Togliatti, M., & Lubrano Lavadera, A. (2009). I figli che affrontano la separazione dei genitori. Psicologia clinica dello sviluppo, 13(1), 3-40.

 

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