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25 anni, mai avuto una relazione
Buongiorno.
Sono una ragazza di 25 anni e non ho mai avuto una relazione amorosa. Fino ai 17/18 anni non mi sono mai interessata ai ragazzi, semplicemente non mi sentivo ancora pronta, ma allo stesso tempo non ho mai agito concretamente per fare in modo di conoscere qualcuno.
Sono piuttosto introversa, faccio fatica a relazionarmi con le persone dal vivo e tendo a stare da sola. Ho gli stessi amici dalle scuole medie/superiori, il che non mi dispiace, ma ovviamente ognuno di noi ha intrapreso strade diverse e ci vediamo relativamente poco.
Al momento sto avendo una frequentazione con una persona, ma non mi sento molto coinvolta.
Sento di dover cambiare assolutamente questa situazione e sono terrorizzata al pensiero di rimanere "immobile." Cosa posso fare?
Marito ansioso non riconosce il problema, che fare?
Buongiorno, sono sposata da 7 anni, mio marito è un bravo uomo e un bravo papà, l'unico problema è la sua crescente ansia che compromette il nostro rapporto. Mi spiego meglio ogni volta che dobbiamo fare qualcosa che implica comunque "muoversi" e stare in compagnia lui va in crisi e trova tendenzialmente una scusa per rimandare o disdire, quasi sempre all'ultimo minuto... io di contro tengo particolarmente a queste "occasioni" e mi arrabbio parecchio perchè prima cosa odio cambi di programmi all'ultimo e poi perchè ormai è una costante e succede sempre quindi non credo piu alle sue scuse anche se magari hanno un fondo di verità (tendenzialmente è sempre un motivo "medico", la spalla, la schiena, il raffreddore... oppure legato al bambino) arrivo al punto di minacciare il divorzio e gli scontri sono sempre più pesanti, ma nonostante questo lui non cede e non riconosce il problema accusandomi di avere più interesse ad andare in giro che a preoccuparmi per lui... una volta passato il tempo utile per fare quello che era in programma e il suo "problema" è risolto torna dolce e gentile e mi chiede scusa ma ormai l'occasione è persa e io resto con la rabbia e il risentimento... cosa posso fare?? parlare a quanto pare non serve perchè lui non lo ammette...
1 risposte - LeggiRelazione a distanza: incertezze sul futuro e dubbi su ciò che provo
Ho una relazione a distanza da due anni e 7 mesi, ci conosciamo da quasi 5 anni ma non ci eravamo mai visti prima di dichiararci. Questa relazione è nata in un periodo in cui stavo male mentalmente e ho iniziato a curarmi (psicoterapia). E lui mi è stato vicino nonostante la lontananza e non esserci mai visti. Come io gli sono stata vicino e gli sto ancora vicino perché la mamma convive con un tumore da anni.
Io abito in una grande città, lui in un piccolo paese di provincia, per andare io da lui e venire lui da me ci mettiamo 4-5 ore, cambiando due treni.
Da qualche mese però io sono stanca di questa situazione. Stanca della distanza, di fare avanti e indietro (ci vediamo circa due weekend al mese, è capitato anche di non vederci per 4 weekend di fila).
I primi mesi in cui stavamo insieme diceva che si sarebbe trasferito nella città dove abito. Ora non più, dice che in città non si troverebbe bene e ha paura di sentirsi solo lontano dalla sua famiglia e amici. Lui ha un lavoro a tempo indeterminato a pochi minuti da casa dei suoi (abita con i genitori), non gli piace molto il lavoro che fa ma lo fa sentire sicuro economicamente. Io sto cercando di costruirmi una carriera lavorativa e dalle sue parti non so se avrei molte opportunità. Nella città dove abito ho casa mia, non pago l'affitto. Fino a settembre ero in un periodo un po' nero e dicevo che volevo andare via dalla città dove abito e sarei andata da lui ma ora non lo so più, lui comunque vorrebbe vivere in un paese piccolo, mantenere il lavoro che ha e poter andare dai suoi (per la madre). Capisco tutto, ci tiene ai suoi affetti, va bene. Ma io sono confusa.
Sto meglio, dopo anni di problemi mentali, sto cercando di ricostruire la mia vita, farla evolvere. Ho bisogno di più stabilità.
Gliene ho parlato ma non arriviamo ad una soluzione. Nessuna decisione. Per lui devo essere io ad andare da lui. Ma non so se voglio.
Ammetto che ultimamente ho fatto cambiamenti che forse lo hanno spiazzato, sono diventata vegana (volevo farlo da anni) e lui non lo accetta, ho adottato un cane e lui non era molto felice della cosa (fantasticavamo sul prenderlo insieme quando saremmo andati a convivere). Ma io per essere felice e fare ciò che mi fa stare bene non posso aspettare che andremo a convivere. Se ci andremo.
Sappiamo entrambi che stiamo portando avanti una relazione che non si sa dove andrà a finire ma per lui ne vale la pena, vale la pena fare i biglietti del treno per passare tempo insieme. Per me non lo so. Non riesco a prenderla alla leggera purtroppo. Non so più cosa provo per lui, gli voglio bene, ci tengo ma non so se lo amo davvero, se siamo fatti per stare insieme. Anche vederci quelle due volte al mese non mi da più entusiasmo ormai. Sono presa da molte cose in questo periodo, cambiamenti, riflessioni su ciò che voglio nella mia vita e non so se ho questi dubbi perchè ho altre priorità ora (me stessa) o proprio perchè non lo amo più, sono molto confusa e stanca.
Abbandonata in gravidanza
È un mese che non sento il mio ex ragazzo, indiano, a parte due e-mail che mi ha inviato dicendomi di non aver più intenzione di venire nel mio paese per assistere alla nascita di nostra figlia a causa di obblighi con la sua famiglia. Sono incinta alla 32esima settimana e la gravidanza non era programmata. Ho sofferto molto da quando se n’è andato, è la seconda volta che lo fa. In fondo al cuore ho la speranza che possa tornare pur sapendo che mi farei solo del male e che la mia fiducia verso di lui è ormai evaporata. Ci siamo conosciuti l’anno scorso in India, sono tornata a casa mia al quarto mese di gravidanza ed eravamo sempre in contatto. Dopo una discussione ha preso la palla al balzo per sparire e bloccarmi ovunque. Io gli ho scritto varie e-mail per aggiornarlo sulla gravidanza ma lui mi ha risposto in modo freddo e crudele. So che la cosa migliore è lasciarlo andare, e mi sento meglio rispetto a qualche settimana fa. Però non riesco a capacitarmi del suo comportamento, il fatto che non abbiamo avuto un confronto prima di lasciarci mi ha lasciata con l’amaro in bocca. Il fatto che sia sparito con tanta leggerezza mi fa capire che non vuole essere coinvolto nella gravidanza e che non ha intenzione di stare con me. Ha scelto se stesso e i suoi bisogni prima di nostra figlia. Settimana scorsa gli ho scritto una mail, ma non avendo ricevuto risposta ho deciso di lasciare la presa. Nostra figlia nascerà a fine maggio e io non ho più intenzione di farmi sentire da lui. Sto praticando meditazione e lavorando su me stessa, vedo anche una psicologa. C’è un modo per guarire dalla dipendenza affettiva più in fretta? È difficile non pensare a lui e scervellarmi sul come possa vivere sereno sapendo che sua figlia tra poco nascerà e lui non se ne prenderà cura. Grazie
0 risposte - LeggiAiutare mio padre dopo separazione
Buongiorno, ho 28 anni. Fino a qualche settimana fa vivevo con i miei genitori e mia sorella nella casa di famiglia. Mia madre, dopo diversi anni di incrinamento dei rapporti con mio padre, ha deciso di andare via di casa (qualche mese prima aveva conosciuto un nuovo interesse amoroso) e di chiedere la separazione. Da quel momento mio padre ha iniziato a assillare me e mia sorella ognivolta che vediamo o sentiamo nostra madre (in aggiunta con ogni scusa possibile assilla anche nostra madre).
Nostro padre non riesce a processare la situazione e risulta molto instabile nei pensieri e nei comportamenti. Il nostro suggerimento di consultare uno psicologo viene visto con poca serietà.
Ci ritroviamo quindi a dover fare da genitori ai nostri genitori. Come possiamo aiutarci e aiutarlo a processare la situazione?
Non ho mai nulla da dire al mio ragazzo
Buonasera, sono sempre stata una persona piuttosto silenziosa ma una grande ascoltatrice, anche in gruppo preferisco ascoltare piuttosto che dire la mia. Di solito inizio a parlare a macchinetta quando mi sento un po' a disagio e non voglio che si caschi nel silenzio imbarazzante. Con i miei amici più stretti di solito chiacchiero quando ci vediamo ma perché capita che non li veda o non li senta per bene anche per settimane però di solito sono sempre loro a raccontare di più. Il fatto è che non sento di avere nulla da dire, nulla di interessante da condividere.
La cosa che però mi causa disagio è che sto con un ragazzo da quasi 2 anni e capita che questi miei silenzi mettano a disagio anche lui che è una mente molto sensibile e complessa sempre in movimento, con tante cose da dire riguardo la società e la filosofia e la politica e stimoli ai quali spesso io non riesco a dare una risposta decente se non rimanere a bocca aperta perché mi lascia senza parole.
Spesso non ho nulla di interessante da dire (a parte frivolezze riguardo la mia giornata per esempio) e spesso io e lui passeggiamo in silenzio e stiamo per lungo tempo insieme ma senza dire nulla. Io spesso mi sforzo a trovare qualcosa da dire ma faccio una gran fatica. Un altro tasto dolente sono i messaggi: nonostante io fatichi a conversare, sono sempre stata però una gran messaggiatrice. Prima sentivo tutti i giorni alcune mie amiche ma mi rendo conto che anche lì spesso mi sforzavo a trovare qualcosa da dire o comunque le conversazioni si basavano su fatti frivoli di gossip o cose inutili, adesso ho perso questa abitudine di chattare tutto il giorno tutti i giorni perché per me portare avanti le conversazioni è un grande sforzo psicologico nel dover trovare per forza qualcosa da dire.
Se per gli amici è più facile per me gestire questa cosa, con il mio ragazzo diventa un'ulteriore disagio perché magari capita che ci sentiamo poco durante la giornata oppure capitano giornate che proprio non ci sentiamo.
Non so proprio come poter gestire questa situazione, forse sono solo una persona noiosa e vuota e dovrei accettare questa situazione senza farmene un cruccio ma proprio non riesco. Ci tengo ad aggiungere che comunque se una persona mi da degli incipit e mi fa qualche domanda io parlo e articolo le mie risposte così da avere una conversazione, ma fatico veramente tanto a trovare io per prima qualcosa di interessante da dire.
Ringrazio in anticipo chiunque mi risponderà!
Perché mia moglie ha bisogno di questa fantasia?
Buongiorno
Mia moglie ed io siamo sposati da 21 anni.
Io no ho 47 e lei 42, abbiamo due figli.
La nostra vita matrimoniale è tutt'ora serena, solo qualche litigio qua e là, i figli crescono e noi stiamo bene insieme.
Sul fronte del sesso ho un dubbio.
Qualche mese fa ho scoperto sul suo cellulare un'applicazione, un po' nascosta, che so essere usata per chattare, la cui presenza mi è parsa strana.
Voglio chiarire che non si è trattato di un controllo motivato da dubbi, mi ha chiesto di tentare di sistemare il suo cellulare in quanto crashava in continuazione.
Senza voler approfondire la questione informatica vi dirò che ho aperto questa app.
Ebbene ho contato una decina di contatti, tutti uomini intorno i 45 anni circa, con i quali scambia frasi molto spinte, erotiche ma anche estremamente "porno".
Dopo la prima gelata di sangue ho cercato di ragionare e pormi domande.
1) Se nascondesse una tresca non sarebbe così ingenua da darmi il suo cellulare rischiando di essere scoperta.
2) Se invece lo avesse fatto apposta per mettermi sotto il naso le mie corna non sapendo in quale altro modo fare?
3) Perché a questi uomini non menziona nessun problema di coppia col quale giustificare il suo comportamento? Perché nelle sue frasi parla solo di sesso spinto fine a sé stesso?
..... è così via.
Non riuscendo a trovare un senso logico apparente in nessuna ipotesi, in quanto non stiamo attraversando nessuna crisi matrimoniale, ho deciso di guardarla negli occhi e chiederle spiegazioni..... tra un misto di sgomento, rabbia e terrore di averla persa senza essermene neppure accorto.
Attimo di sguardi.... poi la spiegazione mi ha lasciato di stucco.
"Non ti sto tradendo... è una mia fantasia, solo una fantasia.... che non avevo il coraggio di dirti".
Una fantasia inconfessabile.
Ovvero si eccita a chattare con perfetti sconosciuti recitando la parte della moglie fedifraga.
Devo dire che, tornando indietro con la memoria, non ha mai cambiato abitudini, non si cura più di prima, non si chiude in bagno per chattare.... non fa tutte quelle cose tipiche dei traditori, tranne usare parecchio il cell.
Ha voluto dimostrarmi che non mi tradisce davvero.
Ha voluto che leggessi integralmente tutte le chat,
ho letto cose molto spinte, cose che facciamo io e lei, non sono un puritano bacchettone.
Ma leggere certe cose rivolte ad altri uomini mi ha turbato molto.
Però devo ammettere che in mezzo a tutte quelle frasi non ho letto nulla che indicasse un suo scontento nei miei confronti, anzi, mi ha più volte descritto come passionale, ma che nonostante questo lei aveva bisogno di tradirmi comunque per dare sfogo alla “moglie troia” che è in lei ( parole scritte da lei).
Ma alle insistenze di questi uomini per incontrarla, lei rispondeva sempre con frasi indefinite che lasciavano in sospeso il discorso, senza dire di no e senza dire di si.
Ad un paio di questi, i più insistenti, mesi fa ha scritto che io l'avevo sorpresa e quindi doveva troncare.
È così è stato, vedendo la cronologia ho potuto constatare che con questi due non ha più scritto in effetti.
Insomma, tutto lascia intendere che non mi stia mentendo quando mi dice che è solo un gioco virtuale.
Ovvero che trovi eccitante recitare la parte della fedifraga ma senza esserlo davvero.
Ma adesso mi ritrovo in una condizione stranissima:
Mia moglie vorrebbe il mio benestare per continuare a chattare recitando un ruolo che la eccita e alimenta le sue fantasie virtuali, sostiene inoltre che tale pratica la “accende” e proprio per questo a letto è molto calda con me.
Io mi ritrovo a 47 anni a dover fare i conti con dubbi sulla sua onestà, anche se sembrerebbe tutto vero, ma la gelosia è irrazionale.
Insomma... ho diversi elementi per crederle ma mi sento agitato, come posso non temere che prima o poi tutte queste chat le facciano fare la sciocchezza?
Temo che impedirglielo faccia solo danno.
Grazie mille
Lui ha tratti narcisistici, esiste un alternativa alla parola fine?
buongiorno,
ho una relazione con un uomo che presenta alcuni tratti narcisistici della personalità.
Non credo rientri in un totale disturbo di personalità, in quanto presenta sensi di colpa, empatia e attenzione vera nei confronti delle persone con cui si relaziona e nei miei confronti. Ma non riesce a costruirsi una relazione umana che sia vera e stabile, soprattutto non permette più di tanto che gli si avvicini. O meglio, ha amicizie durature e di lunga data, ma solo se l'altro è disposto a darsi da fare pur di tenerla in piedi, cercandolo, standogli vicino. Lui non fa assolutamente nulla parte sua perché il rapporto stia in piedi. Con me alterna momenti di presenza totale, vicinanza, e manifestazione di amore ed affetto, a fughe repentine, senza apparente ragione se non appena mi avvicino troppo, e lunghi ed infiniti silenzi. In seguito ai quali, una volta riallacciato il contatto è come se nulla mai fosse accaduto. Alcuni tratti del narcisista mi pare li possieda appieno, il bisogno di essere sempre al centro, di essere lodato ed ammirato, la consapevolezza che questo malsano gioco di allontanamento e vicinanza mi leghino sempre più a lui. Prova stima nel riconoscere che con lui la vita è una roulette russa. Si vola e ci si schianta. Va molto fiero di questo suo aspetto caratteriale. Solo i coraggiosi ed i temerari osano... a suo dire... Si riconosce come un premio, un trofeo che raggiungo se mi do da fare, se mi impegno. Sarò ricompensata... questo è il suo modo di vedere se stesso. Io e tutte le persone che con lui si relazionano siamo considerate valide e di valore solo e se disposte a farsi in quattro per lui. Al contrario suo, che nulla fa pur di tenere vicino a sé chiunque. Sola eccezione la madre. Si giustifica dicendo di non avere bisogno di manifestare il suo affetto, tanto coloro che lo amano lo sanno, ma allo stesso tempo si aspetta e pretende che chi lo ama faccia di tutto pur di stargli vicino. Si aspetta il massimo dando il minimo se non il nulla. Ora, sono combattuta tra il gettare la spugna e abbandonare la nave, ma la consapevolezza che non sia del tutto così, mi spinge a convincermi che non sia del tutto irrecuperabile. E' una persona molto sensibile, soffre lui stesso del suo modo di essere, ed in fondo è consapevole di quanto sia lui stesso la causa per cui tutti finiscano inevitabilmente per allontanarsi. Questo fa si che si crei un effetto a catena, gli altri vanno via e lui fa sempre meno per trattenerli. Io so che è una persona buona, distante molto, rispetto ad alcuni aspetti che descrivono il narcisista patologico come un individuo senza speranza dal quale scappare a gambe levate. La verità è che gli voglio molto bene, ma ne voglio anche a me stessa. Ora, sono arrivata a soffrire sempre meno le sue assenze e le sue sparizioni, ma non vorrei abbandonarlo. E' palese che soffra quando qualcuno a cui tiene prende le distanze, e lo manifesta, nei gesti, nelle parole, negli stati d'animo. Eppure finisce per convincersi che la solitudine per lui sia la miglior soluzione, almeno questo è quello che si dice, quello che sente, io sono certa, è l'esatto opposto. Avrei piacere di avere un consiglio se possibile. grazie Chiara
Felicemente fidanzata ma pensare all'ex
Sono una ragazza di 22 anni e da quasi 7 mesi sono fidanzata con un ragazzo stupendo. Con lui c'è molta complicità mentale, è bello intelligente e non litighiamo praticamente mai. Tuttavia sempre più frequentemente mi ritrovo a pensare al mio ex, a sognarlo e a addirittura sperare di incrociarlo. Con il mio ex siamo stati insieme 2 anni, una relazione super intensa ma piena di alti e bassi ed è finita perchè in un periodo litigavamo troppo (non perchè non c'erano i sentimenti). Ci siamo lasciati un anno fa, ho passato i primi mesi con la rabbia dentro ma ora che mi è passata sono curiosa a voler capire come è diventato ora e come staremmo insieme, anche se ho paura di rovinare tutto.Le poche volte che l'ho sentito (perchè anche a lui manco e a volte mi cercava) avrei voluto raccontargli un sacco di cose, ma so che ora sono fidanzata e non è il caso.
Fino a che punto è normale pensare ad un ex? è normale essere felicemente fidanzata e a modo mio amare la persona con cui sto ora ma pensare all'ex che si aveva amato con tutta se stessa? Cosa faccio?
freno inibitorio: cosa significa?
Salve buonasera volevo sapere cosa significa non avere freni inibitori
3 risposte - LeggiMangiarsi continuamente le pellicine dalle labbra
Salve! Ho un problema con le labbra: mi tolgo continuamente le pellicine dalle labbra fino a sanguinare. Passo buona parte della giornata con le mani sulla bocca, spesso neanche me ne accorgo, è diventato automatico. Quando tolgo le pellicine lo faccio quasi con "cattiveria" non sono delicata a farlo, arrivo fino a sanguinare e a provare dolore tant'è che a volte non riesco a muovere le labbra per sorridere o per parlare che mi si spaccano e sanguinano ancora. Quando arrivo a sanguinare, non mi fermo se c'è a cora la pellicina la devo strappare sangue o non sangue. Quando però arrivo al dolore, si mi fa male, ma un è male direi quasi piacevole ormai. Se provo a non farlo o mi mangio le unghie o dirigono i denti.
Ho questo problema da un po' di anni ormai; per un certo periodo se c'era un capello in mezzo al viso o in giro da solo lo strappavo quasi sempre, ora mi capita meno spesso. Fino ad un paio di anni fa se avevo crosticine o brufoletti in viso li grattavo via mente ora lo faccio con quelli sulla schiena.
Per un periodo di quasi tre mesi, circa cinque anni fa sono caduta nell'autolesionismo fino ad arrivare a preparare un suicidio che però, fortunatamente non sono mai riuscita a fare, anche se allora volevo.
Adesso ne sono uscita da sola, nessuno sa nulla.
Ad oggi mi capita di avere alcuni momenti in cui sono stesa sul divano a fare nulla o a scuola o comunque in situazioni "normali" e avere attacchi d'ansia suppongo siano, mi batte forte il cuore e respiro un po' corto
Spesso mi capita di pensare ancora al suicidio, a come sarebbe se fossi morta o come starebbero meglio gli altri; in stazione a volte quando sta per arrivare il treno lo fisso e mi avvicino alla linea gialla anche superandola senza però mai buttarmi.
Ho scoperto di avere una amica che è caduta in una lieve depressione e questo mi blocca ancora di più nel parlarne con qualcuno.
Essendo sia alle elementari che alle medie e a volte anche alle superiori, stata presa in giro per diversi motivi, sono molto chiusa ci vuole molto tempo prima che qualcuno riesca ad avere la mia fiducia, e per questo in tutta la vita non ho mai avuto una migliore amica, o un fidanzato o comunque qualcuno che restasse nella mia vita. Tutto ciò mi porta a sentirmi molto spesso sola e non cercata, come non amata e praticamente inutile.
Tra l'altro ho anche un rapporto molto difficile con i miei genitori, diciamo che se dovessi dire che gli voglio bene, non sarebbe un bene da figlio, ma un bene da conoscenti diciamo; non li sento molto genitori, non sono mai stato molto presenti nella mia vita e nonostante mi abbiano dato tutto non mi hanno mai dato l'amore di cui necessitavo.
Con loro non voglio tassativamente parlargiene.
La mia domanda è: la cosa a cui sto pensando è fare diverse vistie quando mi trasferisco tra un po' di mesi, ma fino ad allora come dovrei comportarmi? Cosa devo fare? Cosa mi consiglia? Grazie mille per la vostra risposta
Perchè vivere?
La domanda di questi giorni è : Perché Vivere?
Non riesco a trovare qualcosa per la quale valga la pena vivere, l’unica cosa che mi tiene qui sono i miei genitori e mia sorella, loro non meritano un dolore così grande, non meritano di perdere una persona alla quale vogliono tanto bene. Tutti gli altri se ne farebbero una ragione, starebbero male un pochino, ma poi passerebbe tutto. Io perché devo continuare a “vivere” una vita che non mi porta da nessuna parte ? Perché devo vivere? Non vedo un futuro, non mi piace studiare, non mi fiderò mai di nessun ragazzo. So per cosa devo vivere ma non so per cosa VOGLIO vivere.
Tutto ciò che faccio lo faccio per impiegare il tempo, è solo un palliativo, nell’attesa che il giorno finisca. Il problema è che quando un giorno finisce, ne inizia un altro e tutto si ripete come il giorno prima.
Non ho la forza di andare avanti, non ho la forza per fare niente, non ho la forza di studiare, di leggere, di amare la vita. Amare la vita…ma poi perché? È qualcosa che ho voluto io?
No, io non volevo nascere.
Se non fossi nata adesso non avrei nessun problema, se non fossi nata, nessuno piangerebbe per la mia morte.
E invece devo stare qua, costretta, per far giocare qualcuno che si annoiava e ha deciso di creare il mondo. Sempre se questo qualcuno esiste. Se non esistesse sarebbe ancora peggio. Sarei qui per pura casualità.
Il mondo è cattivo, le persone sono cattive, è tutto pieno di sofferenza, soffriamo tutti e non abbiamo il coraggio di porre fine a tutto ciò. Vorrei che il mondo finisse e si portasse via tutti i dolori e la cattiveria dell’umanità. Sarebbe meglio per me, per tutte le persone che vivono adesso e che vivranno in futuro. Smettiamola di fare figli, smettiamola di mettere al mondo persone che soffriranno, spezziamo questo cerchio, finiamola di essere stupidi ed egoisti. Noi soffriamo e cerchiamo di stare meglio giocando con la vita degli altri. Dovrebbe essere illegale favoreggiare il proseguimento della vita sulla terra.
Qual è il senso di tutto ciò?
Tutto ciò che facciamo è un modo per impiegare del tempo dato che abbiamo avuto la sfortuna di nascere.
Mi sento vuota, mi sento senza uno scopo, mi sento triste, depressa. Prima non ero così, prima apprezzavo qualsiasi cosa…che stupida! Adesso ho aperto gli occhi, ho capito che razza di fregatura è la vita.
Che cattiveria immensa.
Paura dell'amnesia?
Buongiorno,
20 anni sono sempre stato un soggetto molto ansioso ma ultimamente è arrivata questa nuova cosa: noto di dimenticarmi delle cose a breve termine e ora che continuo a pensarci e ho paura di perdere la memoria sembra che veramente mi inizio a scordare spesso. Credo sia una cosa psicologica ma ho paura che peggiori la parte della memoria.
Rapporti tra ex
Salve,
la mia domanda verte su una situazione, non all'ordine del giorno, che si è venuta a creare con la mia ex moglie.
Siamo separati da quasi 2 anni e abbiamo due figli che oggi hanno 14 e 8 anni. La loro gestione è alla pari, mangiano e dormono tanto da me quanto dalla madre e, a parte alcune esigenze lavorative e non, siamo molto morbidi sui "turni". La separazione è stata consensuale e molto serena, tanto che i nostri rapporti sono molto buoni, con questo intendo che, non solo c'è molta comunicazione riguardante soprattutto i nostri figli, ma abbiamo mantenuto vive alcune abitudini che avevamo in costanza di matrimonio: quando mio figlio non dorme da me,vado tutte le mattine a casa della mia ex moglie a prenderlo per accompagnarlo a scuola e così per riportarlo a casa. Natale, Pasqua e Capodanno si sta insieme. Capita che si mangi tutti insieme dai nonni, che si esca per cenare con altre famiglie di amici comuni o che si trascorra insieme una giornata fuori porta.
Tra noi c'è ancora stima e affetto ma niente di più e nessuno dei due ha intenzione di riallacciare una relazione, il mio dubbio riguarda invece ciò che questa situazione può far arrivare ai nostri figli: è per loro positiva o può generare delle aspettative di ricongiungimento che, non concretizzandosi, possono sfociare in frustrazione? In sostanza, è giusto continuare così o è forse meglio mantenere sempre buoni rapporti ma rallentando la frequentazione?
Grazie.
Problemi di autostima, ansia e problemi con mamma
Salve. Parto dicendo che sono una studentessa di psicologia, ho 24 anni e vivo con mia madre. Non mi sono mai lamentata del rapporto con lei. La ricordo da sempre una madre amorevole, affettuosa, ma molto insicura. Non ha avuto una vita facile in famiglia, mi ha raccontato cose tristi della sua infanzia, e mia nonna non è mai stata un grande esempio di tenerezza.
Le mie ansie iniziano dopo il diploma. Ho iniziato a cercar lavoro, non ero sicura di voler iniziare l'università, ma mi sono sempre capitati lavori un po' discutibili; call center (che odio. sono introversa e lo trovavo un lavoro umiliante, la gente mi insultava per telefono e questo mi metteva ancora più ansia, quindi ho mollato, anzi, mi hanno mandata via perché non chiudevo abbastanza contratti). Ho lavorato come venditrice porta a porta, lavoro che lascia il tempo che trova, perché mi pagavano a provvigioni. Ho mollato io. Ho lavorato come cameriera, ma dopo una settimana mi hanno mandato via perché non ero adatta. Voglio specificare che non mi hanno mai "formato" a fare quel lavoro, o aiutato. Sono consapevole di non essere la cameriera migliore del mondo, ma imparo, e credo sia quasi dovere di un direttore formare il proprio personale e aiutarlo nei propri errori. Invece no, mandata a casa. Insomma, col tempo ho capito che volevo fare qualcosa che mi piacesse e mi sono iscritta all'università. Amo quello che studio, ma tutte queste esperienze lavorative mi hanno messo molta pressione. Mi sento molto insicura, ho paura a inviare un qualsiasi curriculum per paura di non essere capace. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata una frase di mia madre che mi ritorna in testa ogni volta ed è "ti hanno mandata a casa perché non sai fare niente."
Io non penso che mia madre sia cattiva, ma mi fa ancora male pensare a quelle parole, e secondo me le pensa davvero. Quando è arrabbiata dice spesso cose molto pesanti. Una volta mi ha detto "avrei dovuto morire io al posto di tuo padre" o "è colpa mia se sei cresciuta così". Studio, cerco di farla contenta, mi sento in colpa quando smetto di studiare perché non voglio farmi vedere da lei senza far niente e mi sembra sempre come se non fosse fiera di me.
Mi sembrano tutti più bravi di me. Non vedo l'ora di andare via di casa e vivere per conto mio, senza dar conto a nessuno di quello che faccio o di quello che mi succede.
Ho un blocco nel relazionarmi con gli altri
Buonasera sono una donna di 33 anni, vado già in terapia da un po’ ma nonostante tutto continuo ad avere un blocco nel relazionarmi con gli altri, credevo di aver migliorato questa cosa ma proprio oggi mi è stato detto da una delle persone a cui tengo di più e con cui credevo di non essere così “sei una cassaforte con le tue emozioni non permetti a nessuno di poterci entrare in contatto, per me sei un posto sconosciuto” . Più di ogni altra volta questa cosa mi ha fatto stare male perché vorrei tanto riuscire a parlare liberamente senza aver paura, paura di mostrarmi nel profondo, senza passare per quella silenziosa, senza sentirmi sbagliata per quello che sento e vivo. Mi blocco anche in terapia ed è frustrante, sono stanca. Come posso cercare di migliorare in questo?
1 risposte - LeggiEx e scenate di gelosia
Buongiorno, ho da 4 mesi una relazione con un uomo che prima di me ha avuto una storia durata 10 anni. Mi ha sempre parlato molto di lei, già prima che la nostra relazione iniziasse, ma anche adesso la situazione non è cambiata. Lei entra spesso nei suoi discorsi, perché ricorda aneddoti vissuti con lei o per altri motivi. Io nel corso del tempo ho provato un crescente fastidio per questa sua abitudine, ma ho sempre evitato di parlargliene, per non discutere e per fargli sentire che con me era libero di parlare di tutto, anche delle sue ex.
Pochi giorni fa però non sono riuscita a trattenermi e gli ho fatto una scenata di gelosia, corredata di lacrime (mie) e di parole sgradevoli nei confronti di lei.
Lui si è detto stupito di questa mia reazione ma mi ha rassicurato dicendomi che non prova più niente per l'altra e che vuole stare con me...e che ne parla perché è inevitabile in quanto facente parte del suo passato. Io però non sono convinta e ho molta paura che questo comportamento nasconda una nostalgia che a me non confessa, e forse neanche a se stesso.
Inoltre ho paura di aver rovinato qualcosa, intaccando la mia immagine di donna dalla mentalità aperta e per niente gelosa, che, in effetti prima di lui mi calzava a pennello.
Grazie in anticipo a chi vorrà rispondermi.
Come superare un tradimento?
Gent.mi dottori,
scrivo perché ho urgente bisogno di aiuto. Sto insieme alla mia attuale compagna da 3 anni. Lei aveva avuto una relazione clandestina precedente alla mia durata 5 anni. Quando ci siamo aperti nel parlare mi ha detto che aveva troncato tutto già 6 mesi prima di stare con me. A detta sua con questo erano solo liti da oltre 2 anni, tanto che era cascata tra le braccia di un altro per ripicca nei confronti di questa persona. A distanza di 2 anni ho scoperto che nei primi 7/8 mesi lei stava sia con me e continuava anche con questo. Mi è crollato il mondo addosso dato che mi aveva detto che ormai non c'era più nulla e che erano solo liti da oltre 2 anni. Con lei avevamo raggiunto un livello di intesa e amore al di sopra del normale. Non riuscivamo a stare lontani l'uno dall'altra, anche in casa non passavano più di 5 minuti prima di abbracciarci e stringerci, baciarci e far capire l'amore che abbiamo dentro a vicenda. Ora mi sento scombussolato, tradito, ferito... mi sento vuoto. Abbiamo cercato di parlare di questa cosa, ma da parte sua ho avuto solo risposte del tipo che non mi aveva detto questi suoi sei mesi perché aveva eliminato tutto, che era una cosa che la faceva ricredere su se stessa, che si faceva schifo (perdonatemi il termine), che non si capacita su come abbia potuto fare ciò. Oltre a questo reagisce, credo per difesa, in modo duro dandomi quasi la colpa che io abbia dissotterrato un passato che lei voleva eliminare. Passato che dice essere suo, ma che purtroppo appartiene anche a me dato che ero più che presente nella sua vita da oltre 7 mesi. In più dice di non avermi detto nulla con la paura che io possa ricambiarla con la stessa moneta e che non vuole perdermi. Premesso che io non sono il tipo da ricambiare con la stessa moneta né sono un tipo vendicativo, ma vorrei tanto ritornare al rapporto che avevamo fino a 2 giorni fa perché stavo bene, mi sentivo da Dio, per la prima volta in vita mia mi sentivo amato e amavo come mai avevo fatto prima d'ora (ho 43 anni), ma mi sento ora bloccato, non mi va di chiamarla amore, non sento bisogno di abbracciarla o baciarla e fare ciò che facevo fino a 2 giorni fa, anche se sono consapevole di avere la donna che ho sempre sognato al mio fianco. Vi chiedo un consiglio su come superare questa cosa che mi sta distruggendo dentro. Ho finito le lacrime e in 3 giorni avrò dormito forse un paio d'ore. E questo mio stato d'animo si riflette purtroppo anche nel mio lavoro. Grazie in anticipo.
Cordialmente
Marco.